Quadro finanziario pluriennale 2014-2020: una prima analisi degli impatti

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Quadro finanziario pluriennale 2014-2020: una prima analisi degli impatti
Istituto Nazionale di Economia Agraria

Con il vertice del Consiglio Europeo del 7-8 febbraio 2013 si chiude un’ulteriore fase del lungo percorso per giungere a definire il quadro finanziario e normativo per il prossimo periodo di programmazione. I 27 Stati membri dell’UE hanno raggiunto, infatti, l’accordo politico sul Quadro Finanziario Pluriennale (Qfp) 2014-2020. Si tratta di un Qfp, il quinto nella storia dell’Unione1, originale rispetto al passato per almeno tre aspetti:

  • è il primo in cui sia stata effettuata una contrazione delle risorse;
  • è il primo a prevedere stanziamenti per una Unione allargata a 28 paesi, con l’accesso della Croazia atteso per il 1 luglio 2013;
  • è il primo che sarà oggetto di regolamento (dunque, direttamente applicabile e vincolante per tutti gli Stati membri), anziché di accordo interistituzionale (art. 312.2 Tfue).

Le importanti divergenze esistenti tra i paesi hanno portato ad un compromesso, da un lato, commisurato “con gli sforzi di risanamento di bilancio degli Stati membri” e, dall’altro, “in grado di mobilitare la spesa a sostegno della crescita, dell'occupazione, della competitività e della convergenza, in linea con la strategia Europa 2020” (Consiglio Europeo, 2013 p. 1).

I termini dell’accordo

Alla luce della richiesta di alcuni paesi (in particolare del Regno Unito), affinché gli sforzi di risanamento fossero rispecchiati nel Qfp, l’accordo prevede un taglio del -3,4% rispetto al quadro finanziario dell’attuale periodo di programmazione (2007-2013), per un totale di -34 miliardi di euro in stanziamenti per impegni (prezzi 2011). Il massimale complessivo per l'UE-28 è fissato a 960 miliardi di euro in stanziamenti per impegni, che rappresentano l’1,00% del reddito nazionale lordo (Rnl) dell'UE, e a 908 miliardi di euro in stanziamenti per pagamenti, che rappresentano lo 0,95% dell'Rnl (Tabella 1). Tali valori determinano un’inversione di segno anche rispetto alla proposta iniziale della Commissione Europea che aveva prospettato un progetto ambizioso, con stanziamenti crescenti per un totale di 1.025 miliardi di euro per l’UE-27 (Com(2011)500def.), e successivamente, di 1.033 miliardi di euro per l’UE-28, con la chiusura dei negoziati di adesione della Croazia (Com(2012) 388def.).
Riguardo alla sua composizione interna, tenendo conto che il Qfp traduce in cifre le priorità politiche comunitarie, il dettaglio delle prospettive finanziarie mette in luce quale sia l’effettivo grado di orientamento a favore di ciascun obiettivo dell’Unione e, di qui, della strategia Europa 2020 (CE, 2010).
Rispetto al 2007-2013, la Rubrica 1 “Crescita intelligente e inclusiva” consolida la posizione di principale voce di spesa nel bilancio comunitario (dal 45% al 47% del totale) aumentando dell’1%, mentre si riduce il peso della Rubrica 2 “Crescita sostenibile: risorse naturali” (dal 42% al 39% del totale) con un calo pari a -11%. Tutte le altre rubriche fanno osservare un tangibile aumento della propria incidenza percentuale. In dettaglio, l’incremento più importante interessa la sottorubrica (1a) “Competitività per la crescita e l’occupazione”, con risorse aggiuntive per un totale di 34 miliardi di euro (+37%). Al contrario, si riducono le risorse per la Coesione (sottorubrica 1b, -8%), che perde quasi 30 miliardi di euro, e per la Politica agricola comune (Pac), di cui si dirà in modo più dettagliato in seguito per tenere conto dei trasferimenti avvenuti verso il Feasr e altre rubriche dal 2007 in poi; si tratta di trasferimenti che hanno progressivamente eroso i 366,7 miliardi (Tabella 1) stanziati per le misure di mercato e i pagamenti diretti nell’Accordo interistituzionale (Aii)2 del 2006.

Tabella 1 – Confronto tra Qfp 2007-2013 e Qfp 2014-2020


Fonte: elaborazioni Inea su dati 2012/5/UE e Consiglio Europeo (2013) per il periodo di programmazione 2007-2013; Commissione Europea (2012) e Consiglio Europeo (2013) per il periodo di programmazione 2014-2020.
(1) Massimale al lordo di trasferimenti verso il Feasr e verso altre Rubriche.
(2) Massimale aggiustato, al netto di modulazione volontaria e importi non spesi di cui all'art. 136 R. 73/2009.

Lo spostamento di risorse a favore della crescita e dell’occupazione sarebbe stato ancor più rilevante qualora si fosse raggiunto l’accordo su precedenti proposte, avanzate dalla Commissione Europea (luglio 2012) o dal Consiglio Europeo (novembre 2012), che avevano prospettato una contrazione consistente del peso relativo delle politiche strutturali e della politica agricola. Proprio alla luce di quest’ultimo aspetto, Pac e Coesione sono rimaste pressoché immutate dal livello fissato a novembre 2012, nonostante il taglio concordato nell’ultimo vertice (circa -12 miliardi rispetto alla proposta circolata durante il Consiglio Europeo Straordinario del 22-23 novembre 2012).

L’effetto netto dell’accordo sulla Pac

Un approfondimento a parte merita l’evoluzione delle prospettive finanziarie specifiche per la Pac. La dotazione assegnata al primo pilastro nel Qfp 2007-2013 (sottorubrica “Spese di mercato e pagamenti diretti”) non tiene conto di due tipologie di fattori:

In merito al primo punto, i massimali annuali disponibili per le spese del Feaga, indicati nel Qfp, non considerano i trasferimenti al Feasr previsti fino al 2013, con importi via via crescenti. Complessivamente, si tratta di uno spostamento di risorse non di poco conto (circa 15 miliardi di euro a prezzi 2011), dovuto a: modulazione, ristrutturazione delle regioni produttrici di cotone e del tabacco, riforma del vino, Piano europeo di ripresa economica e banda larga. Tutti questi trasferimenti sono di carattere permanente; dunque, gli importi sono divenuti definitivamente “di competenza” dello sviluppo rurale. Invece, in senso inverso vanno considerati quei trasferimenti dal Feaga al Feasr con carattere temporaneo che, cessando nel 2013, ritorneranno “di competenza” del primo pilastro; si tratta della modulazione volontaria del Regno Unito e degli importi non spesi di Germania e Svezia (di cui all’Art. 136 del Reg. (CE) n. 73/2009) per un totale di 2,4 miliardi di euro (prezzi 2011).
In merito al secondo punto, invece, la revisione del Qfp per far fronte a situazioni non previste in origine nell’Aii del 2006 ha comportato una fuoriuscita di risorse dalla Rubrica 2 (e, in particolare, dai pagamenti diretti) per una importo complessivo stimato di circa 5 miliardi di euro (prezzi 2011).
Dunque, il primo pilastro della Pac, al netto dei trasferimenti di cui sopra, mostra una contrazione del -12%, passando da circa 317 miliardi di euro per l’UE-27 (2007-2013) a 278 miliardi di euro per l’UE-28 (2014-2020)3. Su tale evoluzione ha inciso non solo il taglio fuoriuscito dall’accordo ma, soprattutto, il congelamento dei massimali al livello del 2013 in termini nominali, il cosiddetto nominal freeze (Tabella 2). Includendo le entrate con destinazione specifica4, il massimale del Feaga per l’UE-28 sarà destinato per oltre 265 miliardi di euro ai pagamenti diretti e per i restanti 17 miliardi di euro alle misure di mercato5.
Il secondo pilastro della Pac mostra una flessione altrettanto sensibile rispetto all’attuale periodo di programmazione (-11%), passando da 95,7 miliardi di euro per l’UE-27 nel 2007-2013 a 84,9 miliardi di euro per l’UE-28 nel 2014-20206 (Tabella 2). Alla luce dell’evoluzione delle proposte, sul taglio del Feasr hanno inciso in misura più rilevante gli sviluppi negoziali (pari al 55% della riduzione), piuttosto che il congelamento degli importi al livello del 2013 in termini nominali (pari al restante 45%). Il congelamento della spesa a prezzi correnti arresta, dunque, il trend di aumento della dotazione del secondo pilastro avviata da Agenda 2000 in poi (De Filippis, Frascarelli, 2012).
La Pac, complessivamente considerata, subisce così un taglio di risorse di quasi -50 miliardi di euro. Dunque, la politica agricola, da un lato, e quella di coesione (come sopra accennato), dall’altro, “pagano” la riduzione delle risorse disponibili nel prossimo Qfp. Ad ogni modo, va tenuto conto che il taglio per la Pac avrebbe potuto essere anche più consistente. Si pensi, ad esempio, che il plafond per lo sviluppo rurale stabilito nel corso dell’accordo di febbraio (84,9 miliardi di euro) rappresenta una contrazione più contenuta rispetto a quanto previsto nella proposta del Consiglio di novembre, quando la dotazione per il secondo pilastro si era fermata a 83,7 miliardi di euro (prezzi 2011). Inoltre, la dotazione per i mercati e i pagamenti diretti era sostanzialmente la stessa di quella dell’accordo finale, nonostante un massimale complessivo del Qfp più consistente nella Negotiating box di novembre.

Tabella 2 - I due pilastri della Pac: confronto tra il 2007-2013 e l’accordo per il 2014-2020


(1) Massimale al netto dei trasferimenti verso il Feasr e verso altre Rubriche.
(2) Massimale aggiustato, al netto di modulazione volontaria e importi non spesi di cui all'art. 136 R. 73/2009.
Fonte: elaborazioni Inea su dati 2012/5/UE e Consiglio Europeo (2013) per il periodo di programmazione 2007-2013; Commissione Europea (2012) e Consiglio Europeo (2013) per il periodo di programmazione 2014-2020.

L’evoluzione per singolo esercizio finanziario mette in evidenza come il primo pilastro rappresenti una quota del budget progressivamente decrescente (dal 31% del 2014 al 26,5% del 2020), con una media del periodo pari al 28,8% a fronte del 29,9% nel 2013. Su di esso incide anche la forte riduzione delle misure di mercato per effetto della cessazione e dello spostamento di alcune linee di intervento; è il caso, ad esempio, degli interventi a favore degli indigenti, del trasferimento allo sviluppo rurale del programma di ristrutturazione del cotone in Grecia e del sostegno per il pre-riconoscimento delle organizzazioni dei produttori nel settore dell'ortofrutta. I pagamenti diretti presentano sostanzialmente lo stesso andamento osservato per il primo pilastro, rappresentando – come noto – la principale componente dell’intera sottorubrica.
L’evoluzione per singolo esercizio finanziario dei finanziamenti per lo sviluppo rurale mette in luce come questo rappresenti il 9,3% del bilancio nel 2014, diminuendo fino al 7,9% nel 2020. In media, nei due successivi periodi di programmazione 2007-2013 e 2014-2020, il secondo pilastro passa dal 9,6% all’8,6%.

L’impatto sui plafond nazionali della Pac

Alla luce di quanto sopra descritto, la valutazione dell’impatto rispetto alla situazione attuale presenta alcuni vincoli, che risultano particolarmente evidenti nel caso dei pagamenti diretti. Su questi, infatti, ha inciso in modo sensibile l’implementazione delle successive modifiche alla politica agricola, fino a ottenere i massimali “a regime” nel 2013 (con eccezione del phasing-in di Bulgaria e Romania). Questa evoluzione ha progressivamente modificato i plafond nazionali in virtù di precedenti riforme. A questo andamento si aggiunge un effetto meramente monetario: i massimali del 2013, qualora fossero rimasti invariati per il 2014-2020, avrebbero risentito del congelamento in termini nominali e, quindi, della deflazione una volta espressi a prezzi 20117. L’impatto del negoziato va, quindi, depurato di questa componente che incide per una percentuale pari a -13%.
Pertanto, nell’intento di focalizzare l’attenzione sull’effetto che il negoziato ha concretamente determinato, in quel che segue, gli importi saranno indicati a prezzi correnti. Questo consente, inoltre, di fornire indicazioni più tangibili su quanto effettivamente entrerà nella disponibilità degli agricoltori per il prossimo periodo di programmazione.

I pagamenti diretti della Pac

L’importo globale per i pagamenti diretti ammonta a 298 miliardi di euro a prezzi correnti per l’UE-28 (pari ai sopra menzionati 265 miliardi di euro a prezzi 2011) e a 297 miliardi di euro per l’UE-27, al netto del plafond della Croazia (pari a 264 miliardi di euro a prezzi 2011).
Il linea con l’impianto della riforma, presentato dalla Commissione Europea (Com(2011)500def. e Com(2011)625def.), è stata definitivamente confermata la convergenza esterna, ossia quel meccanismo volto a distribuire in maniera più equa il sostegno diretto fra gli Stati membri. Tutti i paesi con pagamenti diretti per ettaro inferiori al 90% della media UE-27 colmeranno un terzo della differenza fra il loro livello attuale di pagamenti diretti e il 90% della media nel corso del prossimo periodo. Tale convergenza sarà finanziata da tutti gli Stati membri che beneficiano di pagamenti diretti superiori alla media UE-27 (268 euro/ha), proporzionalmente al loro scostamento dalla media e verrà realizzata progressivamente nell’arco di sei anni (anziché quattro come inizialmente previsto), a partire dall'esercizio finanziario 2015 e fino al 2020. I beneficiari di tale meccanismo saranno dodici paesi: Finlandia, Portogallo, Spagna, Svezia, e Regno Unito, tra i vecchi Stati membri; Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania, tra i paesi nuovi entrati. I principali finanziatori saranno, invece: l’Italia (per il 31%), la Germania (19%), la Francia (17%) e la Grecia (14%), che complessivamente soddisfano l’80% del fabbisogno di risorse da trasferire in virtù di questo meccanismo.
Durante il negoziato è stata inserita, inoltre, una condizione ulteriore volta a favorire i paesi Baltici e, in misura minore, la Romania: tutti gli Stati membri dovranno raggiungere il livello minimo di 196 euro/ha a prezzi correnti entro il 2020. Anche in questo caso la modalità di finanziamento e la tempistica coincidono con il meccanismo della convergenza.
Di seguito (Tabella 3) sono riportate i risultati delle simulazioni sui massimali nazionali per gli aiuti diretti nei 27 Stati membri.

Tabella 3 - Massimali nazionali per gli aiuti diretti della Pac nell’UE27 (simulazioni)


Fonte: simulazioni Inea su dati Decisione 2006/410/CE, Decisione 2010/237/UE, Decisione 2009/519/CE, All. VIII Reg. (CE) n. 73/2009 modificato da Reg. (CE) n. 313/2012, Commissione Europea (2011d) e Consiglio Europeo (2013).

Lo sviluppo rurale

La dotazione per lo sviluppo rurale per il 2014-2020, fissato a 84,9 miliardi di euro a prezzi 2011 (vedi tabella 2), corrisponde a circa 95,4 miliardi di euro a prezzi correnti. In base alle simulazioni, la distribuzione delle risorse fra gli Stati membri (Tabella 4) sembra aver disatteso l’impiego di criteri oggettivi8 a favore del criterio legato alla past performance (o criterio storico). Inoltre, in fase di negoziato, sedici Stati membri hanno ottenuto assegnazioni specifiche aggiuntive per un totale di 5,6 miliardi; l’Italia rientra tra questi paesi avendo beneficiato di un conferimento supplementare pari a 1.500 milioni9. I principali beneficiari della riforma risultano essere buona parte dei vecchi Stati membri, in particolare: Francia, Italia, Belgio Finlandia, Danimarca, Regno Unito, Lussemburgo e Paesi Bassi, a scapito soprattutto di Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria oltre a Germania, Irlanda e Svezia.

Tabella 4 - Massimali nazionali per lo sviluppo rurale nell’UE27 (simulazioni)*


(a) Importo al netto di Assistenza Tecnica e plafond Croazia.
(1) Massimali 2007-2013 al netto degli importi di cui all’Art. 136 R. 73/2009.
(2) Massimali 2007-2013 al netto degli importi della modulazione volontaria.
Fonte: simulazioni Inea su dati Decisione 2010/236/CE, Decisione 2006/410/CE , Decisione 2010/237/UE e Consiglio Europeo (2013).

Infine, le conclusioni del Consiglio (Consiglio Europeo, 2013) hanno modificato il meccanismo di flessibilità tra pilastri, che consente di spostare risorse da un fondo all’altro della Pac tra il 2015 e il 2020. Sulla base di questo meccanismo, gli Stati membri potranno decidere di trasferire fino al 15% dei propri pagamenti diretti ai programmi di sviluppo rurale e viceversa, ossia fino al 15% del sostegno per i programmi di sviluppo rurale ai pagamenti diretti. In quest’ultimo caso, la quota trasferibile può essere ulteriormente aumentata di un 10% in quei paesi con un valore dei pagamenti diretti ad ettaro inferiore al 90% della media UE. Gli importi trasferiti non saranno più disponibili per le finalità del fondo di provenienza.

Un primo bilancio per l’Italia

Per l’Italia, l’assegnazione per i pagamenti diretti nel periodo 2014-2020 ammonta a quasi 27,0 miliardi di euro (pari a 24 miliardi di euro a prezzi costanti). L’impatto del negoziato incide per circa il -6,6% rispetto al plafond complessivo determinato qualora fosse rimasto invariato il massimale nazionale fissato per il 2013 dal regolamento (UE) n. 671/2012, pari a 4,1 miliardi di euro. Complessivamente la dotazione nazionale spiega il 9,1% per il prossimo periodo di programmazione a fronte del 9,5% del 2013.
Tra il 2014 e il 2020 l’evoluzione dei massimali annuali (Tabella 3) descrive una perdita complessiva cumulata pari a circa 1.040 milioni di euro a prezzi correnti rispetto all’assegnazione dell’esercizio finanziario 2014. La perdita è in gran parte frutto del meccanismo della convergenza che, basando la quota di contribuzione sul solo valore dei pagamenti diretti ad ettaro di superficie potenzialmente ammissibile, colloca l’Italia tra i paesi con l'auito medio ad ettaro più elevato (404,7 euro/ha nel 2013). L’impatto della riforma avrebbe potuto essere più rilevante qualora fosse rimasto invariato l’impianto presentato dalla Commissione che prevedeva la convergenza in 4 anni. L’allungamento del periodo da 4 a 6 anni ha comportato un risparmio per la dotazione nazionale di circa 228 milioni di euro nell’intero periodo. Una quota di queste risorse è andata persa, invece, con l’applicazione del livello minimo di 196 euro/ha a prezzi correnti entro il 2020, introdotto per andare incontro alle richieste dei paesi Baltici. Questa misura, infatti, essendo – finanziata con lo stesso meccanismo della convergenza, è “costato” all’Italia circa 50 milioni per l’intero periodo.
La dotazione per lo sviluppo rurale passa, invece, dai 8,9 miliardi di euro del 2007-2013 ai 10,4 miliardi di euro a prezzi correnti, rispettivamente pari a 9,1 e a 9,3 miliardi di euro a prezzi costanti, per il periodo 2014 – 2020 . L’incremento è significativo, grazie ai 1.500 milioni di euro ottenuti in fase negoziale come assegnazione specifica: +16% ossia +1.443 milioni di euro a prezzi correnti, e +1,4% ossia +128 milioni di euro a prezzi 2011.
Si tratta di un risultato particolarmente importante se si tiene conto che diminuisce contestualmente la disponibilità complessiva per il Feasr (Tabelle 2 e 4). Complessivamente, la dotazione nazionale per lo sviluppo rurale arriva a spiegare l’11,2% per il 2014-2020 a fronte del 9,6% del 2007-201310.
Nonostante i tagli, la dotazione nazionale per i pagamenti diretti 2014-2020 – espressa in valori unitari (euro/ha) a prezzi correnti – si colloca ad un livello medio ad ettaro pari a 378 euro, a fronte di un livello medio comunitario di circa 263,5 euro/ha. Inoltre, l’evoluzione per esercizio finanziario consente di evidenziare come l’abbassamento dell’aiuto ad ettaro sarà progressivo (da 392,6 a 363,8 euro) e mediamente comporterà una riduzione pari al -7% rispetto al 2007-2013 (Tabella 5). Dunque, in un confronto tra i due periodi di programmazione in termini di importo potenziale ad ettaro, l'intero pacchetto di risorse destinato all’agricoltura, dai pagamenti diretti allo sviluppo rurale incluso il cofinanziamento nazionale - mediamente pari al 50% circa (Rrn, 2013) - garantirebbe al settore un valore medio unitario di circa 670 euro/ha, con un lieve incremento rispetto alla situazione corrente (+1,8%).

Tabella 5 - Andamento dei valori ad ettaro per pagamenti diretti e sviluppo rurale(1)


(1) La superficie di riferimento è quella potenzialmente ammissibile, fonte Iacs (2009), che per l’Italia individua un totale di circa 10,2 milioni di ettari.
* Allegato IV R. 73/2009 aggiustato: massimali al netto dei trasferimenti allo sviluppo rurale
** simulazioni Inea
Fonte: simulazioni Inea su dati Decisione 2006/410/CE, Decisione 2010/237/UE, Decisione 2009/519/CE, All. VIII Reg. (CE) n. 73/2009 modificato da Reg. (CE) n. 313/2012, Reg. (UE) n. 671/2012, Commissione Europea (2011d) e Consiglio Europeo (2013), Decisione 2010/236/CE, Decisione 2006/410/CE , Decisione 2010/237/UE e Consiglio Europeo (2013).

Una volta definito il quadro normativo della politica agricola per il prossimo periodo di programmazione, alcune scelte potranno influire sul valore effettivo di titoli. I passaggi più sensibili saranno legati alla transizione al nuovo regime di pagamento base (Com(2011)625def.). Ad ogni modo, va tenuto conto che 170 milioni di euro/anno dell’attuale budget per i pagamenti diretti è destinato al finanziamento delle assicurazioni agevolate e della misura avvicendamento colturale sulla base dell’articolo 68 del regolamento (CE) n. 73/2009 (DM 29 luglio 2009). Il trasferimento di queste misure al secondo pilastro potrebbe consentirebbe di liberare risorse utili per ammortizzare la decurtazione subita dal primo pilastro a seguito del meccanismo della convergenza.
Infine, non va trascurato che il recente accordo sul Qfp consentirà all’Italia di migliorare il saldo netto totale, passando da 4,5 miliardi l’anno del 2007-2013 a circa 3,8 miliardi di euro l’anno per il 2014-2020. Su questo miglioramento incide sia l’entità complessiva delle dotazioni per il paese per le diverse politiche sia la riduzione delle risorse previste per il 2014-2020. Quest’ultimo fattore se, da un lato, determina un taglio delle dotazioni nazionali, dall’altro lato, fa diminuire gli importi trasferimenti dai paesi contributori netti (tra cui l’Italia) al bilancio comunitario. Ad ogni modo, va tenuto conto che l’impatto effettivo sul contributo generale dell’Italia all’UE dipenderà dalla capacità di spesa dei programmi attuati nel prossimo periodo di programmazione11.

Cosa succederà nei prossimi mesi?

A questo punto per l'entrata in vigore del nuovo Qfp nel gennaio 2014 sarà necessario raggiungere rapidamente l'accordo finale con il Parlamento europeo e adottare formalmente i circa 75 atti legislativi contemplati dal pacchetto del Qfp. Infatti, in base ai livelli di impegni figuranti nell’accordo, il Consiglio e il Parlamento europeo sono impegnati a raggiungere un accordo tempestivo sul finanziamento di ciascuno degli strumenti, dei programmi e dei fondi finanziati nell'ambito del Qfp. Si tratta di un passaggio dall’esito non scontato, tenendo conto che in occasione del vertice del 7-8 febbraio 2013 il Parlamento europeo, per voce del suo presidente, ha evidenziato alcuni punti critici dell’accordo raggiunto (il limitato ammontare complessivo del quadro finanziario, il minore orientamento della spesa a favore della ricerca, della crescita e dell’occupazione rispetto alle proposte iniziali, la necessità di flessibilità tra categorie di spesa e bilanci annuali, l’importanza di una clausola di revisione giuridicamente vincolante e l’ammontare complessivo degli stanziamenti di pagamento giudicati troppo bassi (Schulz, 2013). Qualora non si arrivasse alla approvazione entro giugno si aprirebbe una fase di incertezza il cui esito al momento è difficilmente prevedibile.

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  • De Filippis F., Frascarelli A. (2012), Il percorso, l’impianto e gli obiettivi della riforma della Pac, in De Filippis F. (a cura), La nuova Pac 2014-2020. Un’analisi delle proposte della Commissione, Edizioni Tellus, Roma

  • Mipaaf (2009), Disposizione per l’attuazione dell’articolo 68 del regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio del 19 gennaio 2009, DM 29 luglio 2009. Parlamento Europeo e Consiglio (2012), Decisione del 13 dicembre 2011 recante modifica dell’accordo interistituzionale, del 17 maggio 2006, sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria con riguardo al quadro finanziario pluriennale per far fronte alle necessità di finanziamento aggiuntive del progetto Iter, (2012/5/UE)

  • Parlamento europeo, Consiglio e Commissione (2006), Accordo interistituzionale sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria (2006/C 139/01)

  • Regolamento (CE) n. 1290/2005 del Consiglio, del 21 giugno 2005, relativo al finanziamento della politica agricola comune

  • Regolamento (CE) N. 73/2009 del Consiglio del 19 gennaio 2009 che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto agli agricoltori nell'ambito della politica agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori, e che modifica i regolamenti (CE) n. 1290/2005, (CE) n. 247/2006, (CE) n. 378/2007 e abroga il regolamento (CE) n. 1782/2003

  • Regolamento di esecuzione (UE) N. 313/2012 della Commissione del 12 aprile 2012 recante modifica degli allegati IV e VIII del regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto agli agricoltori nell’ambito della politica agricola comune

  • Rete Rurale Nazionale (2013), Report sull'avanzamento del bilancio comunitario e della spesa pubblica - dati al 31 dicembre 2012, 5 Febbraio 2013

  • Schulz M. (2013), Discorso in occasione del Consiglio europeo del 7 febbraio 2013 di Martin Schultz, Presidente del Parlamento europeo

  • Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, GU 2012/C 326/01

  • 1. I precedenti quadri finanziari sono stati pacchetto Delors 1 (1988/1992), pacchetto Delors 2 (1993/1999), Agenda 2000 (2000-2006) e Qfp 2007/2013.
  • 2. L’accordo interistituzionale, concluso tra il Parlamento europeo (PE), il Consiglio e la Commissione il 17 maggio 2006, contiene il quadro finanziario per il periodo 2007-2013.
  • 3. La riduzione per il massimale relativo ai 27 Stati membri, al netto cioè del plafond per la Croazia, inclusa la riserva nazionale speciale per lo sminamento, che consiste in una riserva volta a finanziare, per un periodo di dieci anni dopo l’adesione all’Unione, l’assegnazione di diritti all’aiuto ai terreni che saranno bonificati dalle mine e restituiti ad usi agricoli ogni anno (Com(2012)0552def), risulta pari a -12,6%.
  • 4. Questi importi, non riportati nelle prospettive finanziarie, ammontano per il 2014-2020 a 4.180 milioni di euro (prezzi 2011).
  • 5. Il massimale dei pagamenti diretti per l’UE-27 ammonta a 264,1 miliardi di euro a prezzi 2011, al netto del plafond per la Croazia, pari a 1.227 milioni di euro (Com(2012)388def.
  • 6. Il plafond destinato alla Croazia ammonta a 2.070 milioni di euro a prezzi 2011.
  • 7. L’attualizzazione da prezzi fissi a prezzi correnti e viceversa è definita con l’applicazione di un deflatore fisso del 2%. Si veda al riguardo il punto 16 dell'AII (2006).
  • 8. Si veda al riguardo l’Allegato IV del SEC(2011) 1153, Commission Staff Working Paper. Impact Assessment – Common Agricultural Policy towards 2020.
  • 9. Oltre all’Italia, le assegnazioni specifiche interessano: Austria (700 milioni di euro), Francia (1.000), Irlanda (100), Lussemburgo (20), Malta (32), Lituania (100), Lettonia (67), Estonia (50), Svezia (150), Portogallo (500), Cipro (7), Spagna (500), Belgio (80), Slovenia (150) e Finlandia (600).
  • 10. Il valore percentuale per il 2007-2013 è calcolato sul massimale complessivo per lo sviluppo rurale al netto della modulazione volontaria e degli importi non spesi di cui all’art. 136 del Reg. (CE) n. 73/2009.
  • 11. Al riguardo si veda Corte dei Conti (2012), Relazione annuale 2011.
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