Ultima Finestra sulla Innovazione di Agriregionieuropa

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A cinque anni dalla sua istituzione, il Pei-Agri è stato di recente sottoposto ad una valutazione del suo operato. L’intero processo si è rivelato particolarmente arduo, dato che l’implementazione del Pei-Agri è ancora alla sua fase iniziale: sebbene tutti i Programmi di Sviluppo Rurale europei siano stati approvati da tempo, sono ancora pochi i Gruppi Operativi in atto. Nonostante ciò, la valutazione ha riportato chiari segnali di apprezzamento da parte di diversi stakeholder dell’approccio interattivo e partecipativo che ne è alla base.

Aggiornamenti

Nel corso del 2016, un gruppo di consulenti indipendenti è stato incaricato di condurre uno studio di valutazione del Pei-Agri per la Commissione Europea (DG Agri) [link]. Il Pei è stato sottoposto ad una valutazione della sua rilevanza, efficacia, efficienza e coerenza a cinque anni dal suo avvio. Lo studio ha anche analizzato il valore ag giunto del Pei relativamente a due suoi aspetti principali: il Pei come attuato dagli Stati membri e dalle Regioni, in particolare attraverso i piani di sviluppo rurale; il supporto per il Pei fornito dalla rete del Pei [pdf]. Lo studio ha quindi individuato i punti di forza e di debolezza del Pei-Agri ed ha formulato raccomandazioni utili al futuro operato del partenariato.
Il gruppo di studio ha preso contatto con gli attori chiave di tutti gli Stati membri, tra cui funzionari governativi, rappresentanti degli agricoltori, ricercatori ed aziende.
Benché non fosse ancora possibile analizzare i risultati finali dei progetti legati ai gruppi operativi (GO) - il Pei-Agri ha difatti appena iniziato ad essere attuato - lo studio si è basato principalmente sui Psr approvati, sulla legislazione nazionale relativa, sui primi bandi per i GO e sulla efficacia ed efficienza delle attività finora programmate. Casi studio dettagliati sono stati poi realizzati esaminando 20 piani di sviluppo rurale in 10 Stati membri che fossero rappresentativi non solo di diversi approcci ai sistemi della conoscenza e innovazione in agricoltura, ma anche di food-systems di diverse aree europee, dal Mediterraneo al Nord Europa, la Scandinavia e i nuovi Stati membri.
Ben 96 dei possibili 111 Psr europei1 hanno previsto misure relative all’attuazione del Pei, dedicando notevoli risorse all’obiettivo del partenariato. Questo indica che l’approccio collaborativo all’innovazione promosso dal Pei è divenuto una priorità sentita e condivisa in tutta l’Europa. Un simile risultato è certamente insolito per una misura nuova, e dimostra senza dubbio che gli Stati membri e le Regioni danno alta priorità e indirizzo ai nuovi bisogni emersi in termini di innovazione. I gruppi operativi finora in atto, benché molto diversi, propongono piani concreti di lavoro su questioni rilevanti da un punto di vista pratico, e riuniscono attivamente tutti gli attori dell’innovazione coinvolti. Ipotizzando che una parte sostanziale dei 3.205 GO previsti diventi effettivamente operativa, è altamente probabile che i GO portino in futuro un gran numero di soluzioni innovative a problemi pratici agricoli e forestali [pdf].
Lo studio ha prodotto interessanti risultati. Per prima cosa, le imprese agricole mostrano maggiori probabilità di coinvolgimento nel processo innovativo all’interno del programma Pei che non con altre fonti di finanziamento per l’innovazione nel settore agricolo; tuttavia, l’impossibilità di ricevere un finanziamento anticipato e l’onere amministrativo associato rischiano di dissuadere le imprese più piccole dal presentare domanda di finanziamento.
In secondo luogo, l’approccio pan-europeo del Pei, con la possibilità di condividere buone pratiche, promuovere consapevolezza, e formare partenariati che vadano al di là dei confini nazionali e regionali, è certamente un aspetto distintivo e vincente dell’iniziativa; tuttavia, la mancanza di chiari piani di attività relativi al Pei solleva preoccupazioni circa la pratica realizzazione di quanto finora proposto.
In terzo luogo, sebbene vi sia una solida base per una coerente collaborazione tra il Pei e le altre politiche europee (di ricerca, di sviluppo rurale, di coesione, per citarne alcune), lo studio mostra che in questa fase vi è una diffusa mancanza di consapevolezza delle opportunità in comune a queste politiche e delle sinergie tra il Pei e i relativi finanziamenti previsti dall’UE in altri contesti.
Al momento emerge una spiccata priorità data alle opportunità offerte dai finanziamenti per lo sviluppo rurale a livello locale. Infine, sebbene si preveda la partecipazione di migliaia di imprese agricole ai gruppi operativi, al momento esse rappresentano solo una piccola parte di tutte le imprese agricole dell’UE. Pertanto, la diffusione dei risultati dei GO e la loro applicazione più ampia nelle imprese che non sono ancora partner di GO sono indicate come di vitale importanza.
Lo studio presenta infine delle concrete raccomandazioni, quali:

  • massimizzare l’efficacia delle attività informando e promuovendo il follow-up delle azioni a più ampio raggio, nonché ricercando sinergie con altre iniziative al di fuori dello sviluppo rurale. Le possibili soluzioni proposte per raggiungere questo obiettivo sono, per esempio: migliorare il sito web del Pei, rilevante per la trasmissione delle informazioni; prevedere la presenza di “moltiplicatori” (ad esempio, consulenti, servizi di sviluppo, cooperative ecc.) che possano disseminare i risultati finali dei diversi progetti di innovazione perseguiti; migliorare le connessioni tra i GO e le reti tematiche all’interno di Orizzonte 2020;
  • semplificare i sistemi amministrativi e le regole in atto perché più attori possano prender parte al processo innovativo: un possibile intervento per realizzare questo obiettivo è indicato nella previsione di specifiche figure (brokers) che facilitino e supportino gli agricoltori nel proporre progetti o affrontare le difficoltà amministrative collegate;   
  • promuovere consapevolezza e comprensione del valore ag giunto del Pei, per esempio incentivando la collaborazione dei GO oltre i confini geografici;  
  • provvedere alla creazione di una struttura europea che contenga tutte le strutture nazionali e regionali legate alla conoscenza e innovazione agricola: per raggiungere questo obiettivo si propone la promozione di una concreta integrazione dei diversi sistemi nazionali della conoscenza in un sistema unico diffuso sull’intero territorio europeo, o effettuando uno scambio centralizzato di conoscenze e buone pratiche che facilitino l’adozione di innovazione;
  • rafforzare il collegamento con fonti alternative (ma già) esistenti di finanziamento come follow-up delle attività del Pei (sia nel contesto di Orizzonte 2020, sia a livello di sviluppo rurale che a livello dell’UE).

Notizie flash dall’Europa

  • Dal 26 al 28 gennaio 2016 si è svolta a Bruxelles la conferenza dal titolo “Designing the path: a strategic approach to EU agricultural research and innovation[link]. La conferenza ha promosso una discussione su come impostare una strategia di lungo termine per la ricerca e l’innovazione in agricoltura in Europa, valutandone possibili contenuti e modalità di implementazione. A questo [link] è possibile trovare video e presentazioni relativi.
  • Nei giorni 6-7 ottobre 2016 si è tenuto a Budapest il seminario “Analisi dei sistemi della conoscenza in diversi Stati membri e loro evoluzione in seguito all’attuazione del Pei-Agri”. L’evento è stato organizzato all’interno delle attività del gruppo di lavoro collaborativo sui sistemi della conoscenza in agricoltura, nato in seno al Comitato permanente per la ricerca agricola (Scar), giunto al suo quarto mandato. L’evento ha permesso di evidenziare gli effetti iniziali che l’attuazione del Pei Agri ha avuto sull’evoluzione dei sistemi della conoscenza nazionali. Sono state in aggiunta analizzate tematiche trasversali al funzionamento del sistema della conoscenza, quali i legami tra progetti di innovazione interattiva attuati a diversi livelli e da diversi soggetti, nonché presentati alcuni esempi di simili progetti già attuati o in corso. A questo [link] è possibile reperire programma e presentazioni dei principali esperti invitati a contribuire sul tema.

Gruppi operativi

  • Si è tenuto a Legnaro (Padova) il 20-21 aprile 2016 il workshop “Gruppi Operativi: prime esperienze”. Organizzato dalla DG Agri, questo workshop ha avuto l’obiettivo di esplorare le esperienze iniziali di GO e le prime fasi di attuazione dei progetti relativi. A questo [link] è possibile reperire le informazioni a riguardo, nonché un rapporto finale sulle attività e le presentazioni dei relatori chiamati a contribuire sul tema. Il rapporto finale indica i passaggi da seguire per costruire e dare avvio ad un GO di successo nonché i gap (soprattutto di comunicazione) ancora da colmare [pdf].
  • Molti GO hanno appena avviato le attività previste nei relativi progetti. Il Service Point del Pei ha pubblicato in questo [link] l’elenco dei diversi Stati membri che hanno già attivato GO. Austria, Belgio, Francia, Italia e Germania sono i paesi in cui i primi gruppi operativi stanno già operando.
  • Il Pei-Agri ha promosso un toolkit per i gruppi operativi [link], un prodotto di comunicazione per chi sta pensando di istituire un GO. Il toolkit offre una serie di consigli interessanti e di idee. Il toolkit è stato sviluppato proprio utilizzando i risultati emersi dal workshop di Legnaro.

Focus group

  • Sono aperte le candidature per l’ultimo bando per i Focus group lanciato di recente sul sito Pei-Agri [link]. Gli inviti a presentare candidature per due nuovi Focus Group si chiuderanno il 23 marzo 2017, con selezione di 20 esperti sul campo di: (1) nuove pratiche forestali e strumenti per l’adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici; (2) sequestro di carbonio attraverso la buona gestione dei suoli (grazing for carbon).

Orizzonte 2020

  • Il programma quadro di ricerca europea Orizzonte 2020 prevede all’interno della linea di ricerca “Sfide Sociali” per il 2016-2017 un budget di circa 877 milioni di euro, di cui 560 milioni sono di diretto interesse per l’agricoltura e la silvicoltura. Le principali opportunità per questo settore possono essere trovate in tre macro call principali: sicurezza alimentare sostenibile (Sfs); “rinascita” rurale (Rur); innovazione bio-based (BB).
  • Il Pei-Agri ha reso disponibile a questo [link] una semplice brochure indicante tutte le opportunità di finanziamento previste per il 2017 nell’ambito di Orizzonte 2020 [pdf]. A questo [link] è possibile trovare informazioni circa i progetti già finanziati tra il 2014 ed il 2016 sotto la call “Societal Challenge 2”, di cui alcuni sui temi legati all’innovazione in agricoltura. A questo [link] sono invece presenti tutte le informazioni unicamente relative ai progetti di ricerca legati al settore agricolo e forestale.

Notizie flash dall’Italia

Politica di sviluppo rurale

  • Il Piano di azione biennale 2017-2018 della Rete Rurale Nazionale, di recente pubblicato, descrive le attività che la Rete Rurale Nazionale intende realizzare per il prossimo biennio. Complessivamente, il piano prevede uno stanziamento di circa 19,8 milioni di euro. Il Piano delinea, in relazione alle priorità e agli obiettivi del programma, le azioni da intraprendere, gli strumenti e i destinatari delle attività. Quattro le priorità strategiche: (1) Migliorare la qualità dell’attuazione dei Programmi di sviluppo rurale; (2) Stimolare la partecipazione dei portatori d’interesse all’attuazione della politica di sviluppo rurale; (3) Informazione, comunicazione e condivisione di conoscenze sulla politica di sviluppo rurale; (4) Promuovere l’innovazione [pdf].

Gruppi Operativi

  • L’Emilia-Romagna è la prima Regione italiana ad attivare i propri gruppi operativi. Ha difatti finanziato con 12 milioni di euro i 52 gruppi operativi approvati su un totale di 160 proposte. I GO hanno appena iniziato le loro attività con un preciso obiettivo: imprese agricole più competitive, ma anche una gestione più sostenibile ed efficiente delle risorse naturali.
  • I 52 GO lavoreranno su progetti innovativi inerenti specifiche aree di interesse: (a) competitività, ristrutturazione e ammodernamento delle imprese agricole (18 progetti, per un investimento totale 5,9 milioni di euro e contributo pubblico 4,2 milioni); (b) miglioramento della qualità dell’acqua, con particolare attenzione alla presenza di fertilizzanti e pesticidi (20 progetti, per un costo complessivo di 6,2 milioni e un contributo pubblico di 5,6 milioni); (c) sostegno a sistemi colturali di tipo conservativo e miglioramento della qualità del suolo (4 progetti per un investimento di 731 mila euro e un contributo che sfiora i 658 mila euro); (d) uso più efficiente dell’acqua in agricoltura (6 progetti, quasi 967 mila euro investiti e un contributo di 869 mila euro; (e) sequestro del carbonio nel suolo e lotta ai cambiamenti climatici (4 progetti, il cui costo è di 673 mila euro, interamente coperto da contributi pubblici [link].
  • Circa 400 attori sono coinvolti, una rete capillare che opera sul territorio e si compone di università ed enti di ricerca, agricoltori, formazione e consulenti.
  • Considerando anche il cofinanziamento privato, i 52 progetti movimentano investimenti per 14,5 milioni di euro.
  • Altre risorse pubbliche sono state previste sul finire del 2016: si tratta di 16 milioni di euro che finanzieranno nuovi bandi per la ricerca. Complessivamente le risorse a disposizione per finanziare i GO dell’Emilia-Romagna, entro il 2020, ammontano a 50 milioni di euro.
  • Per una visione di insieme dello stato dell’arte delle regioni che hanno aperto bandi per le sotto-misure 16.1 e 16.2, che sono in fase di istruttoria o che hanno chiuso i bandi e sono quindi pronte a partire con i propri GO, si rimanda al documento [pdf] prodotto dalla Rete Rurale Nazionale.  

Ricerca e innovazione

  • Approvato nel novembre 2016 (D.M. n. 27532) il “manuale utente” che ridefinisce i criteri e le procedure per il finanziamento e la gestione di progetti di ricerca per lo sviluppo, l’innovazione e la valorizzazione del sistema agroalimentare italiano di cui alle risorse finanziarie allocate presso la Direzione Generale dello sviluppo rurale del Mipaaf [link]. Il manuale descrive i termini di riferimento, le modalità di accesso ai contributi per attività di ricerca e innovazione nel settore agricolo, alimentare e forestale, i criteri di valutazione, gli aspetti amministrativi, contabili, finanziari e le modalità per il monitoraggio dei progetti finanziati [pdf].

 

 

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  • 1. Sebbene i Psr siano in tutto 118, solo 111 di essi sono stati presi in considerazione. Difatti, 8 dei 118 Psr sono in realtà programmi nazionali o programmi delle reti rurali nazionali che non prevedono interventi per il Pei-Agri. Ad eccezione di questi, il Psr della Spagna ha comunque previsto azioni per i GO, accedendo così al campione sottoposto a valutazione.