Bio-based and applied economics (Bae, Vol. 6 No. 1 (2017))

Bio-based and applied economics (Bae, Vol. 6 No. 1 (2017))
a Università Cattolica del Sacro Cuore, Dipartimento di Economia Agroalimentare, Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali

Abstract degli articoli pubblicati sul Vol. 6 No. 1 (2017) di Bae

Un approccio sistematico alla comprensione e quantificazione della bioeconomia nell’UE

Tévécia Ronzon1, Stephan Piotrowski2, Robert M’Barek1, Michael Carus2
1
European Commission, Joint Research Centre (JRC), Directorate for Sustainable Resources, Economics of Agriculture, Seville, Spain
2 Nova-Institut GmbH, Hürth, Germany

Nel 2014, nell'Unione europea (UE) circa 18,6 milioni di persone erano occupati in settori della bioeconomia, generando un fatturato annuo di circa 2,2 trilioni di euro; inoltre nel periodo 2008-2014 quasi tutti i settori della bioeconomia dell'UE hanno registrato aumenti di produttività del lavoro (in termini di fatturato per persona occupata). L'agricoltura e la produzione di alimenti, bevande e tabacco incidono per  tre quarti dell’occupazione e due terzi del fatturato della bioeconomia nell’UE, mentre, tra i vari settori, i massimi livelli di produttività del lavoro sono stati raggiunti nella produzione di prodotti chimici, farmaceutici, di plastica e gomma, così come nella produzione di bioelettricità. Questa panoramica sulla bioeconomia dell'UE è stata elaborata dopo aver stimato (utilizzando i codici Comext) il contenuto ‘bio’ di centinaia di prodotti ottenuti nel settore della bioeconomia. Utilizzando statistiche ufficiali, tale quantificazione è facile da replicare e aggiornare; inoltre consente di evidenziare differenze e analogie nei modelli nazionali di bioeconomia all'interno dell'UE, e di valutare come questa analisi possa sostenere lo sviluppo di strategie per la bioeconomia negli Stati membri.

La funzione di costo e la programmazione matematica positiva

Quirino Paris1
1Department of Agricultural and Resource Economics, University of California, Davis

Un filone di ricerca nella programmazione matematica positiva (Pmp) ha come obiettivo quello di stimare una funzione di costo in grado di riprodurre i risultati dell'anno base in un campione di aziende agricole. Originariamente, l'approccio Pmp stimava una funzione di costo "miope", cioè una relazione di costo che dipende solo dai livelli di produzione osservati durante un ciclo produttivo: nessun prezzo di input viene inserito in questo tipo di funzione di costo. In questo articolo viene definita e stimata una funzione di costo appropriata che calibra i risultati economici di un campione di aziende agricole. Viene dimostrata l'esistenza di una soluzione unica del problema Pmp le quantità di produzione osservate e i prezzi di input limitanti sono considerati nella calibrazione. Inoltre viene illustrato come ottenere elasticità dell’offerta endogene per la calibrazione, partendo dalle informazioni disponibili sulle elasticità di un’intera regione. Questa metodologia viene applicata ad un campione di aziende italiane nelle quali alcune produzioni non sono presenti. Questo modello di Pmp può essere utilizzato per valutare la risposta degli agricoltori a varie decisioni politiche che coinvolgono i prezzi di produzione, i vincoli ambientali, la limitazione dell'offerta di input e altre tipologie di intervento.

Quali conseguenze si avrebbero se il consumo di carne nei paesi ad alto reddito diminuisse più di quanto previsto?

Fabien Santini, Tevecia Ronzon, Ignacio Perez Dominguez, Sergio Rene Araujo Enciso, Ilaria Proietti
European Commission, Joint Research Centre, Ipts, Seville, Spain

I cambiamenti nei modelli di consumo di carne potrebbero indurre aggiustamenti significativi nei mercati agricoli. In questo articolo scenari alternativi che prevedono nel prossimo decennio un minor consumo di carne nei paesi ad alto reddito ed in alcune economie emergenti sono stati analizzati, con o senza una compensazione della riduzione del contenuto di proteine utilizzando fonti proteiche alternative.
Da una prospettiva europea, i risultati mostrano come il settore dell’allevamento di bestiame si troverebbe a fronteggiare segnali di mercato contradditori. Da un lato, la riduzione nei prezzi dei mangimi è un incentivo a produrre di più, con prezzi più bassi che favorirebbero la richiesta dei paesi in via di sviluppo, dove la domanda rimane in crescita. D’altro canto, la minor domanda interna potrebbe riflettersi negativamente sulla redditività della produzione di carne nell'UE. Nel complesso, il settore della carne bovina europea sarebbe il più colpito, a fronte di un aumento della domanda di prodotti lattiero-caseari. Questa possibile evoluzione delle diete europee è pertanto una sfida per gli allevatori europei, che saranno tenuti ad adattare il loro mix di produzione e ad affidarsi alle opportunità offerte dalla Pac.

Un approccio mediante coinvolgimento degli stakeholders per individuare i futuri orientamenti di ricerca nella valutazione delle applicazioni attuali e in fase di sviluppo di Ogm

Davide Menozzi1, Kaloyan Kostov2, Giovanni Sogari1, Salvatore Arpaia3, Daniela Moyankova2, Cristina Mora1
1 Department of Food and Drug, University of Parma, Parma, Italy
2 Abi – Agrobioinstitute, Sofia, Bulgaria
3 Enea – National Agency for New Technologies, Energy and Sustainable Economic Development, Italy

In nord-America e in sud-America, le produzioni di diverse commodities agricole sono ottenute in buona parte mediante colture geneticamente modificate. In Europa rimangono invece perplessità legate a possibili effetti negativi sull’ambiente e la salute umana. Questo articolo ha la scopo di analizzare le attuali priorità di ricerca individuate nei paesi dell'UE e di coinvolgere gli stakeholders europei nella formulazione di futuri indirizzi di ricerca comuni per quanto riguarda gli effetti dell’adozione di organismi geneticamente modificati (Ogm) già disponibili o di prossima introduzione sul contesto socio-economico, sulla salute umana e degli animali, e sull'ambiente. Inoltre, si vogliono identificare i requisiti necessari per la condivisione di potenziale di ricerca e di infrastrutture esistenti. In primo luogo è stato realizzato un esercizio di mappatura delle attività di ricerca presenti in Europa. Un questionario è stato sviluppato su una piattaforma web per raccogliere informazioni sugli Stati membri dell'UE. Sono state raccolte informazioni provenienti da 320 progetti di ricerca svolti negli ultimi 10 anni. Per perfezionare i risultati delle indagini, venti esperti e stakeholders di agenzie di finanziamento pubblico di diversi Stati membri sono stati invitati ad un workshop internazionale. In questo articolo si riportano i principali risultati di questa indagine.

Un’analisi spaziale delle caratteristiche del territorio e delle pratiche agricole in una zona svantaggiata della Toscana (Mugello): implicazioni per la valutazione e la progettazione dei pagamenti della Pac

Laura Fastelli1, Chiara Landi2, Massimo Rovai1, Maria Andreoli1
1 Dept. Of Agricultural, Food and Agri-environmental Sciences, University of Pisa, Pisa, Italy
2 Italian National Institute of Statistics, Rome, Italy

 

Negli ultimi anni c'è stata una crescente consapevolezza del ruolo dell'agricoltura nella fornitura di beni e servizi pubblici, in particolare nelle zone meno favorite. Ovviamente come ogni attività economica la permanenza dell’agricoltura in queste aree deve essere garantita da una soddisfacente redditività per gli agricoltori. Ove questo non fosse possibile, è necessario fornire aiuti pubblici per garantire una gestione adeguata del territorio agricolo, e dunque gli strumenti del II pilastro della Pac (sviluppo rurale) dovrebbero essere definiti sulla base di una conoscenza approfondita delle aree interessate. La zonizzazione del Programma di Sviluppo Rurale (Psr) [art. 11 Reg. Ce 1698/2005] basata sulle linee guida della Commissione spesso non è sufficiente a definire adeguatamente le caratteristiche territoriali. L'utilizzo di tecniche Gis può aiutare a gestire questo problema fornendo una conoscenza migliore e più dettagliata a livello territoriale; inoltre l’efficacia degli aiuti dipende anche dalla tipologia di azienda che li riceve. In questo articolo viene effettuata un’analisi spaziale dei vincoli naturali e delle tipologie aziendali ed imprenditoriali nell'area del Mugello e del loro legame con la distribuzione degli aiuti della Pac, considerando sia il regime di pagamento unico (Pua) sia i pagamenti del Psr, e combinando un'analisi Gis delle caratteristiche del terreno con l'approccio teorico agli stili agricoli. Il lavoro integra diverse fonti di dati, generando un database geo-referenziato che include gli attributi socioeconomici delle aziende agricole, l'utilizzo e le caratteristiche del terreno per mettere insieme le informazioni a livello territoriale e aziendale. I risultati di questa analisi integrata confermano che il Mugello è una zona molto eterogenea per quanto riguarda le caratteristiche del terreno nonostante il fatto che sia incluso nelle aree meno favorite; inoltre le performance economiche dipendono non solo dalle caratteristiche territoriali ma anche dalle capacità imprenditoriali, che possono contrastare con successo i vincoli naturali presenti. Il lavoro conferma l’importanza dell’analisi spaziale come strumento per valutare la distribuzione delle risorse pubbliche sul territorio.

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