L’efficacia e l’innovazione della Rete Rurale Nazionale

L’efficacia e l’innovazione della Rete Rurale Nazionale

Abstract

Il Programma Rete Rurale Nazionale ha rappresentato una delle maggiori novità del periodo di programmazione 2007-13. L’articolo propone un’analisi del contesto nel quale il programma ha operato, le azioni che ha realizzato, gli obiettivi che ha raggiunto. Ne risulta evidente la portata innovativa e l’efficacia, pur presentando criticità che aprono a spazi di miglioramento nella programmazione in corso.

Introduzione

Tra le novità della programmazione dello sviluppo rurale per il periodo 2007-2013 viene proposta l’istituzione della Rete Rurale Nazionale1. Si tratta di una novità sebbene lo strumento Rete non sia proprio sconosciuto per chi opera in questi ambiti: l’esperienza Leader, infatti, operativa nel corso delle programmazioni precedenti, aveva sperimentato questo strumento che, in una azione di mainstreaming, viene ampliato all’intero campo di intervento delle politiche di  sviluppo rurale. Leader aveva ravvisato nello strumento Rete l’opportunità di condividere conoscenze, metodi, prassi e soluzioni, spingendo i territori a rompere il loro isolamento, entrando in contatto con realtà affini, che affrontano le stesse problematiche e individuano strategie di sviluppo partendo da situazioni paragonabili. Uno strumento che, secondo le diverse valutazioni Leader, era riuscito nell’intento di mettere in relazione comunità rurali marginali. La Rete viene dunque traslata alla più ampia programmazione dello sviluppo rurale con l’intento di rompere l’isolamento e la frammentazione delle aree rurali. Il fine è quello di interconnettere realtà sparse sul territorio nazionale, di avvicinare soggetti differenti - pubblici e privati - che operano in ambito rurale, di informare, di ridurre le distanze e la perifericità attraverso azioni capaci di collegare, trovando soluzioni operative e promuovendo strumenti e metodi, soggetti e amministrazioni locali che operano in ambienti rurali. In un contesto come quello italiano, a forte regionalizzazione, la scelta di definizione di una Rete Rurale Nazionale risponde anche ad un obiettivo di costruzione di un sistema rurale nazionale: la Rete, in questo senso è uno strumento apprezzabile in quanto capace di facilitare il confronto tra attori istituzionali, economici e sociali a più livelli, favorendo, sotto il profilo del metodo e dell’operatività, l’implementazione dei Programmi di Sviluppo Rurale, e una gestione più efficiente ed efficace della Politica stessa (condividendo buone pratiche, esperienze, soluzioni operative, competenze).
La Rete Rurale Nazionale all’interno della programmazione dello sviluppo rurale ha il compito, come recita il regolamento 1698/2005, di “identificare e analizzare buone pratiche trasferibili; organizzare scambi di esperienze e competenze; preparare programmi di formazione per i nuovi Gruppi di Azione Locale; fornire assistenza tecnica per la cooperazione interterritoriale e transnazionale”. Il funzionamento della Rete, come da indicazione comunitaria, viene ricompreso nel 4% della quota Feasr nazionale e, in Italia, il finanziamento viene garantito grazie a un accantonamento di risorse che ciascuna Regione dispone per tale finalità. Complessivamente viene destinato alla Rete un finanziamento di 82,91 Milioni di euro di risorse pubbliche, di cui 41,45 di risorse Feasr per l’intero periodo. Il programma Rete è in capo al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che lo affida a tre enti con competenze in ambito rurale, Ismea, Inea e Sin. La Rete Rurale Nazionale lavora in connessione e coordinamento con la Rete Europea per lo sviluppo rurale (Enrd) che ha la funzione di collegare tra loro le reti, organizzazioni e amministrazioni nazionali  operanti nel campo dello sviluppo rurale.

Figura 1 - Il sistema Rete Rurale Nazionale

Fonte: Mipaaf
 

Il Regolamento citato prevede dunque finalità, attività, funzioni, dotazioni finanziarie2, per creare un sistema di Reti che, agendo a vari livelli, assicurino, come già esplicitato, il principio delle interconnessioni informative tra soggetti che si occupano di sviluppo rurale.
Inizialmente accolta tiepidamente, con un discreto scetticismo, in alcuni casi anche palesemente osteggiata dalle Regioni, in diversi casi ancorate su posizioni di difesa dell’autonomia decisionale e operativa, la Rete è diventata un utile strumento, riconosciuto e concretamente impiegato dagli operatori di sviluppo rurale, in primis quelli “istituzionali”, accreditandosi sul campo, all’inizio non senza difficoltà (soprattutto con riferimento alle istanze di alcune categorie di utenti, come per esempio le Associazioni di Categoria agricole). Nel corso della programmazione, mettendo in gioco competenze specifiche, e anche grazie ad una ristrutturazione organizzativa3, il Programma è riuscito a cogliere e interpretare molte delle istanze provenienti dagli stakeholder. A riprova del successo conseguito, la nuova programmazione dello Sviluppo rurale 2014-2020 ha riproposto la Rete4, strumento condiviso dal Partenariato che ha partecipato attivamente all’analisi dei fabbisogni preliminari alla definizione del nuovo programma. Questo “cambio di passo” tra le due programmazioni è, di fatto, il segno evidente di apprezzamento e di comprensione dei vantaggi che una attività di networking ha avuto sull’attuazione dell’intera programmazione dei Psr. Lo strumento Rete ha avuto un vero processo di accreditamento, anche a livello europeo; ne è riprova il fatto che, mentre nella programmazione 2007-2013 il dettato regolamentare attribuiva arbitrarietà agli Stati Membri nel finanziare o meno una Rete, nel Regolamento in vigore, cambia la sostanza dei termini, prevedendo che “ogni Stato membro istituisce una Rete rurale nazionale che riunisce le organizzazioni e amministrazioni impegnate nello sviluppo rurale” compreso il partenariato e la governance organizzata a più livelli5.
Alla Rete Rurale Nazionale vengono attribuite, nell’attuale periodo di programmazione, finalità più incisive e di maggior rilievo, riconoscendone un ruolo dinamico, capace di incidere sull’attuazione della politica stessa. Si attribuisce l’obiettivo di: “stimolare la partecipazione dei portatori di interesse all’attuazione dello sviluppo rurale; migliorare la qualità dell’attuazione dei programmi di sviluppo rurale; informare il pubblico e i potenziali beneficiari sulla politica di sviluppo rurale e su eventuali possibilità di finanziamento; promuovere l’innovazione nel settore agricolo, nella produzione alimentare, nella silvicoltura e nelle zone rurali”. E’ evidente dunque il salto di livello che compie lo strumento Rete già nelle prescrizioni regolamentari, con il riconoscimento esplicito di una funzione di strumento che agevola la circolazione di informazioni, i flussi di informazione, la comunicazione diretta anche al pubblico e ai soggetti “potenzialmente beneficiari”, che facilita la diffusione delle innovazioni. La Rete è dunque concepita come strumento di scambio e crescita oltre che strumento di connessione tra attori di Sviluppo rurale. Uno spazio pubblico e referenziato dove si alimenta la costruzione della politica nazionale di sviluppo rurale; un luogo di confronto tra diverse categorie di attori, che collega sfere di competenza politico-istituzioni e tecnico scientifiche a livello nazionale e territoriale; uno spazio in cui mettere in evidenza e contribuire a produrre e diffondere innovazione (Zumpano, 2009). Su quest’ultimo tema, a riprova della “bontà” riconosciuta allo strumento Rete, la nuova programmazione, oltre alla Rete Europea di Sviluppo Rurale e alla Rete Rurale Nazionale, istituisce la Rete del Partenariato Europeo per l’Innovazione6 con il compito di supportare i Pei e dunque mettere in rete Gruppi Operativi, servizi di consulenza e ricercatori. L’innovazione rappresenta uno degli obiettivi trasversali perseguiti dall'intervento di tutti i fondi Sie, Feasr compreso, keyword capace di avvicinare, almeno negli intenti del legislatore, agli obiettivi della Strategia Eu2020 e prima priorità tra le sei previste dal regolamento europeo per lo sviluppo rurale “promuovere il trasferimento di conoscenze ed innovazione nel settore agricolo e forestale nelle zone rurali”. Anche in questo caso, dunque, lo strumento Rete è considerato funzionale al trasferimento e alla diffusione dell’innovazione, mezzo in definitiva per conseguire gli obiettivi strategici di politica di sviluppo.
Si tratta di obiettivi ambiziosi, difficilmente misurabili e quantificabili nel breve periodo, che vanno al di là della mera funzione di supporto che rappresenta l’obiettivo più immediato e verificabile della Rete, come messo in evidenza anche dalle differenti valutazioni7. Ma il vero valore aggiunto della Rete, la linea distintiva più marcata rispetto alla mera Assistenza Tecnica, sta proprio nell’ambizione di essere spazio di sperimentazione, confronto, costruzione, un laboratorio di innovazione di metodi, strumenti, prassi che consentono al contesto rurale di realizzare salti di qualità.

L’azione della Rete, strumento di supporto alla Politica di Sviluppo rurale: alcuni  elementi valutativi

La definizione “Rete Rurale Nazionale, Rete di Reti nel network europeo per lo Sviluppo rurale8” qualifica in maniera chiara non solo la ragion d’essere dello strumento-rete ma anche la strategia sottesa all’elaborazione di un nuovo modello di sviluppo rurale più integrato, partecipativo e in costante evoluzione. L’istituzione della Rrn, nel 2007-2013, come anticipato, risponde all’esigenza di creare partecipazione, promuovere la conoscenza, sul territorio nazionale e non solo, e potenziare gli interventi co-finanziati dall’Unione Europea attraverso i 21 Programmi di Sviluppo Regionali (Psr). La Rete9 si pone come veicolo di conoscenze condivise e come luogo di convergenza tra le numerose realtà esistenti. Asseconda inoltre esigenze proprie che si autodeterminano a livello locale, ovvero un generalizzato maggiore protagonismo dei territori rurali, in parte stimolato dai metodi partecipati, progressivamente indotti dal nuovo approccio allo sviluppo, con un evidente imprinting dato da Leader (Zumpano, 2004).
Nell’inquadrare la Rete come supporto alla Politica di sviluppo rurale si deve far riferimento ad un contesto articolato, caratterizzato da un Programma particolare, gestito dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ma finanziato con risorse che, come già detto, sono di titolarità̀ delle Regioni e Province Autonome (PA). Una piccola, ma non irrilevante, parte di risorse proprie, destinate al Programma Rete, al fine di ottenere un vantaggio in termini di supporto e servizi. Obiettivo strategico della Rrn 2007-2013 è,̀ quindi, quello di promuovere lo sviluppo rurale nel nostro Paese e massimizzare l’efficacia delle risorse investite nel periodo. La Rete Rurale è di conseguenza servente rispetto ai Psr e questo ha conferito grandi responsabilità al Programma che, pur avendo contato su di una dotazione finanziaria pari a meno dello 0,5% del budget complessivo del periodo per lo sviluppo rurale, mirava a promuovere la capacità di fare rete di tutti i soggetti coinvolti e di produrre risultati concreti e misurabili.
A livello operativo il programma è implementato attraverso la partecipazione di 4 principali soggetti attuatori e responsabili della Rrn: Mipaaf, in veste di Autorità di Gestione, Inea, Ismea e Sin. Questo aspetto costituisce un risultato rilevante della Rete, ed un elemento di crescita istituzionale di grande interesse non solo per il mondo dello sviluppo rurale, ma in generale per il sistema pubblico rispetto ai processi ed alle soluzioni di attuazione della governance interistituzionale10.
L’assetto organizzativo si basa sull’Unità Nazionale di Animazione e coordinamento (Unac) sotto diretto controllo del Mipaaf che partecipa direttamente alle attività, insieme al personale designato dai singoli enti attuatori. L’organizzazione complessa di inizio programmazione presenta limiti gestionali che incidono anche sull’attuazione dei primi anni di attività. Per tale ragione l’organizzazione delle strutture subisce nel 201011 un processo di semplificazione nell’assetto e nelle regole di funzionamento delle strutture organizzative al fine di ridurre la frammentazione e riaccentrando al Mipaaf le funzioni di indirizzo e controllo della Rrn.

Figura 2 - L’organizzazione della Rrn

Fonte: Mipaaf

Molti aspetti caratterizzano il Programma; due anime sulle quali la Rete è chiamata a esprimere la propria performance. La prima di carattere più operativo, finalizzata a supportare il sistema attraverso la realizzazione di azioni volte a favorire l'acquisizione e il trasferimento di esperienza e conoscenza a un numero più o meno ampio di soggetti. La seconda, invece, è quella che potremmo definire di networking, attraverso cui stimolare il confronto e lo scambio di esperienze, con lo stimolo di "contaminarsi a vicenda" e creare un valore aggiunto alle rispettive attività (Monteleone, Zaccarini Bonelli, 2009). Le mission della Rete trovano declinazione operativa in Linee di intervento e Azioni, direttamente collegate agli obiettivi del Programma (Tabella 1).

Tabella 1 - Declinazione operativa del Programma Rete

Fonte: Mipaaf

Provare a dare una risposta sui risultati raggiunti rappresenta uno sforzo ambizioso non solo per la descritta complessità del sistema Rete Rurale ma anche in considerazione di almeno altri due fattori: la natura prettamente immateriale di molti interventi su cui la Rete si è espressa e la mancanza di un sistema di monitoraggio adeguatamente strutturato e soprattutto univoco per tutti gli enti attuatori e le tipologie di interventi. Tali difficoltà sono state del resto evidenziate nel Rapporto di Valutazione intermedia del Programma12.

Panoramica degli effetti: la vision valutativa

Nell’ottica della centralità̀ del ruolo della Rrn a supporto dei Psr e della politica di sviluppo rurale in Italia nel periodo 2007-2013, nell’approccio alla redazione del presente contributo si cerca di capire quanto e come sia stata efficace l’azione del Programma, attraverso l’analisi di alcuni casi esemplificativi. Si è consapevoli che questo orientamento potrà̀ non essere esaustivo, in particolare con riferimento agli impatti ottenuti che dispiegheranno i loro effetti negli anni a venire, ma si ritiene sia comunque utile rispetto ad alcuni temi rilevanti, collegati alle due anime del Programma. Nel valutare l’attuazione della Rete è importante tenere sotto osservazione sia gli esiti diretti delle azioni (risultati immediati) sia gli esiti indiretti o mediati, in un quadro più complessivo delle misure attivate dalla Rrn anche rispetto alla loro capacità di incidere sull’efficienza e sull’efficacia dei singoli Psr (risultati a lungo termine o impatti).
Dal suo avvio in poi la Rete Rurale Nazionale ha sperimentato un modello di governance costruito intorno ad un network di competenze e conoscenze in materia di sviluppo rurale. La principale forza della Rete è stata il suo stesso capitale sociale. L’esperienza di gestione del Programma, con gli esiti della valutazione on-going, mettono in luce alcuni punti di evoluzione. Su alcuni di questi la Rete ha già avviato un percorso di adeguamento, come ad esempio il caso delle schede di monitoraggio fisico del Programma per la pianificazione e monitoraggio degli interventi, nell’ambito del nuovo Programma 2014-2020. Su altri, come la necessità di accrescere la collaborazione attiva tra utenti e Rrn (per esempio sull’implementazione dei prodotti), manifestata dagli utenti della Rete Rurale Nazionale coinvolti nelle attività di rilevazione della valutazione, la sfida è aperta per il futuro.
La Rete Rurale nella programmazione 2007-2013 ha rappresentato, in effetti, uno snodo cruciale per le politiche di sviluppo rurale. A distanza di oltre un anno dalla sua conclusione si possono tracciare i primi bilanci delle azioni messe in campo - in termini di efficacia -, ma anche trarre lezioni di esperienza propedeutiche allo sviluppo delle prossime azioni all’interno del nuovo programma di Rete Rurale Nazionale, da poco avviato.
Il principale feedback che restituiscono gli utenti coinvolti nelle indagini valutative è la capacità della Rete Rurale di supportare efficacemente gli attori dello sviluppo rurale13 in particolare con riferimento al miglioramento della programmazione e performance dei Programmi di Sviluppo Rurale.
In generale, la Rete è riuscita a consolidare l’apprezzamento dei propri utenti target, soprattutto grazie ad alcune tipologie di strumenti, quali, in particolare, quelli documentali (comprese linee guida, studi, rapporti, materiali di supporto). Tra i prodotti della Rete, gli strumenti di comunicazione e, in particolare, il sito web della Rrn, vengono identificati dagli utenti quale elemento di forza del programma da mantenere e potenziare nel futuro14.
Allo stesso modo, e con un’ottica orientata al futuro, emerge un fabbisogno, e quindi una necessità  di miglioramento, in termini di prodotti di particolare interesse da parte delle AdG dei Psr: i Focus Group, le study visit e, più in generale, i momenti di confronto e contatto diretto. Tali strumenti hanno rappresentato iniziative molto apprezzate dagli attori rurali, che andrebbero attuate anche in futuro, e sulle quali sarebbe utile fare qualche sforzo in più in tema di coinvolgimento diretto del partenariato sulla costruzione del prodotto15.
Proprio in tema di coinvolgimento degli attori, la Rete ha contributo alla creazione di un sistema rurale nazionale, diramando il proprio supporto sul territorio attraverso le proprie Postazioni Regionali (Prr) che hanno costituito un altro tra gli strumenti maggiormente efficaci in termini di supporto alla gestione dei Psr, con particolare riferimento ad alcuni temi specifici - come per esempio health check, recovery plan e diffusione di buone pratiche. D’altra parte, però, va segnalata l’esigenza di mantenere sempre chiaro il ruolo delle Prr e la demarcazione tra le attività di supporto della Rete e quelle delle Assistenze Tecniche regionali16, per le quali si corre, talvolta, un rischio di sovrapposizione. Il valore aggiunto delle Postazioni Regionali della Rete, nel 2007-2013, è apparso evidente nel caso di alcuni progetti di successo come Eccellenze Rurali, dove il ruolo cardine delle Prr - e distintivo rispetto alle AT regionali - si è manifestato nella loro funzione di collettore di buone pratiche del territorio. Preme sottolineare - anche nel senso di demarcazione rispetto alle Assistenze Tecniche regionali - la veste centrale delle Prr come soggetto in grado di intercettare i fabbisogni del territorio, raccogliere e trasferire le buone prassi “dalla periferia al centro”. Le postazioni regionali della Rete supportano le Autorità di Gestione regionali, rappresentano la presenza territoriale della Rete ma necessitano di una migliore e più efficace organizzazione, più tematica - per esempio attraverso la costituzione di gruppi di lavoro specifici, con l’identificazione di Prr specializzate per tema -. Tale soluzione potrebbe rappresentare un ulteriore segno distintivo dell’azione delle Prr rispetto alle Assistenze regionali ed in questa direzione si muove l’organizzazione della Rete per il periodo 2014-2020.
La riflessione su cosa è stata realmente la Rete nel 2007-2013 però deve dar necessariamente conto non solo del posizionamento chiave del Programma sul nostro territorio ma anche l’attiva partecipazione al network europeo. A partire dal 2011, il Valutatore del Programma ha condotto una serie di interviste all’interno di un brainstorming al quale hanno partecipato, Commissione Europea e strutture europee dello sviluppo rurale (Rete Rurale Europea (Rre) e Helpdesk della valutazione, in particolare)17. La Rete italiana ne risulta caso di eccellenza, “incubatore di buone prassi”. A titolo esemplificativo, durante il brainstorming, sono stati indicati temi o strumenti quali Leader, Study Visit, video e l’e-learning, implementati dalla Rete italiana e trasferibili in altri contesti.
In altri casi, come ad esempio il “questionario sulla valutazione dell’impatto della percezione dei giovani sulle aree rurali18”, le pratiche italiane vengono adottate dalla Rre come veri e proprio modelli da diffondere a livello europeo. Ne deriva, pertanto, un ruolo di attore chiave della Rrn a livello di trasferimento di pratiche, proposte di idee, strumenti da condividere, incubatore di prassi.
Del resto un Programma come la Rete Rurale Nazionale, per definirsi propriamente compiuto, non può prescindere da un esauriente coinvolgimento dei propri stakeholder e dalla creazione di reti tra di essi. L’esperienza del 2007-2013 ci consegna un portato di grande valore. Innanzitutto è necessario dotarsi di una definizione comune di ciò̀ che significa creare rete, di una distinzione chiara tra reti formali (reti tra attori rurali) e reti informali (reti tra soggetti diversi da attore rurale), potremmo forse dire tra network e networking. Nel 2007-2013 la “capacità di fare Rete”19 è uno dei risultati cardine raggiunti ma, troppo spesso, la mancanza di codici chiari di riferimento sul tema così come di sistemi di misurazione ha generato confusione e, probabilmente, assenza di dati disponibili. Ed è chiaro come, per un programma come la Rrn, partenariato, rete, cooperazione, scambi di esperienze rappresentino fattori chiave del proprio successo.
Nonostante tali difficoltà, la Rete 2007-2013 ci fornisce un valido esempio di come, partendo dall’osservazione di casi concreti, le conoscenze, le esperienze e le informazioni si possano trasferire anche per vie “informali”, improntate sulle relazioni interpersonali e basate su rapporti di fiducia e collaborazione. In tal senso, l’esercizio di analisi condotto durante il ciclo di programmazione 2007-2013, restituisce un quadro rilevante da un lato al fine di cogliere in maniera efficace i risultati “immateriali” tipicamente appartenenti ad un Programma di Rete (ad esempio la creazione delle connessioni tra i soggetti che compongono il network) e, dall’altro, come fonte di informazione preziosa per lo sviluppo e la valorizzazione di una serie di “indicatori di rete” (ad esempio Indicatore di risultato: Numero di reti create). La Rete rurale ha generato numerose reti (network) tra attori dello sviluppo rurale; solo per citarne alcune, ricordiamo la rete delle AdG (Autorità di gestione), la rete dei Gal, la rete dei valutatori dello sviluppo rurale. Allo stesso tempo, appare di tutta evidenza la capacità del Programma di contribuire alla generazione spontanea di connessioni, contatti e reti vere e proprie tra soggetti del mondo rurale, che hanno trovato occasione nelle attività della Rete per entrare in connessione. Questi rappresentano degli  “effetti inattesi” in quanto, proprio per la spontaneità, non previsti né prevedibili: si pensi agli esempi di networking in alcuni progetti di successo come le reti degli agricoltori favorite dai progetti Nuovi Fattori di Successo, YouRuralNet ed Eccellenze rurali e la rete tra giovani laureati e realtà imprenditoriali nel caso del progetto E.S.E.M.P.I.20. Un sistema di networking apprezzato anche a livello europeo, come ad esempio la nota, all’interno della relazione della Corte dei conti Europea sull’audit del programma Rete Rurale Nazionale (2013), che enfatizza il ruolo della Task force Monitoraggio e Valutazione nella creazione di una Rete di esperti tematici e nella crescita della cultura del monitoraggio e della valutazione presso gli attuatori della politica di sviluppo rurale.

La Rete strumento di innovazione: spazio di diffusione delle conoscenze, luogo virtuale di relazione, laboratorio di sperimentazione

L’efficacia degli strumenti della Rete: la vision operativa

Obiettivo “istituzionale” della Rrn 2007-13 è stato quello di accompagnare le politiche di sviluppo rurale e, per rispondere a tale finalità, il Piano di azione ha concentrato in tre linee di intervento le attività da realizzare21: il miglioramento della governance della politica di sviluppo rurale; il rafforzamento della capacità progettuale e gestionale (multilivello); la diffusione delle buone pratiche e delle conoscenze (Tabella 1). La complessità del Programma Rete e le finalità prioritarie - collegamento tra istituzioni, supporto, costruzione di un sistema di networking - hanno determinato la messa in campo di diversi strumenti per l’implementazione del programma stesso. Strumenti e metodi che si sono caratterizzati per livelli più o meno elevati in termini di innovatività in relazione ai target a cui si rivolgeva (che, peraltro, apparivano assai meno differenziati e strutturati rispetto a quelli previsti dall’attuale Rete). Declinando gli obiettivi della Rete in termini operativi (Tabella 2) è possibile evidenziare delle macro-categorie di attività realizzate e che si riferiscono a: produzione documentale e linee guida; strumenti operativi e banche dati; convegnistica; eventi; media e comunicazioni.
Come già affermato in precedenza, risulta apprezzabile il supporto che la Rete ha offerto nel corso degli anni di attività agli stakeholder, affinando progressivamente tecniche di definizione dei propri Piani annuali tali da riuscire ad aderire sempre più alle esigenze del territorio22. Il programma riesce soprattutto attraverso la produzione di documenti di indirizzo e la realizzazione di eventi di carattere formativo/informativo, a raggiungere e coadiuvare non solo gli attori coinvolti nella gestione ed attuazione dei Programmi, ma anche gli altri soggetti impegnati ai vari livelli quali le Associazioni di categoria, gli enti di ricerca ed i Valutatori23.
La tabella relativa agli output24 restituisce il quadro quantitativo delle attività in cui la Rete è stata impegnata.

Tabella 2 - Gli output della Rete al 31/12/2015


Fonte: nostre elaborazioni sulla base della Relazione Annuale di Esecuzione della Rete 2016

Si evidenzia come le performance sono in genere più che positive ad eccezione di tre indicatori, vale a dire linee guida, study visit all’estero e focus group, che, comunque si attestano a livelli tra il 74 e il 79%. In particolare le linee guida, che raggiungono un livello di 74% di realizzazione, sono strumenti operativi che richiedono prontezza di intervento e immediatezza nell’elaborazione essendo legate, ad esempio, all’attuazione operativa di misure specifiche. Velocità di reazione che si è scontrata talvolta con i tempi amministrativi e organizzativi delle strutture della Rete e con il coordinamento delle attività. Le study visit all’estero, che registrano tassi di realizzazione del 79%, hanno incontrato difficoltà organizzative legate in parte alla ricerca di esperienze di scambio rispondenti ai fabbisogni espressi dagli utenti, in parte alla mera organizzazione logistica, spesso soggetta a regole amministrativo-burocratiche che ne hanno di fatto limitato la portata. Da ultimo i focus group, modalità di lavoro innovative, molto apprezzate dagli utenti in quanto utili e proficue, che sono state utilizzate dalle Task Force in maniera parziale, probabilmente per un gap di conoscenze e competenze. Negli orientamenti della nuova Rete 2014-20 si definisce il Focus group una prassi da implementare nella nuova fase di programmazione.
Se nella realizzazione di strumenti documentali, eventi e convegnistica la Rete ha utilizzato prevalentemente un approccio di tipo tradizionale, prevedendo la redazione di documenti di supporto e approfondimento, momenti di scambio e confronto classici o comunque già sperimentati (compresi programma Twinning di affiancamento e trasferimento di conoscenze), la maggiore portata in termini di innovatività ha riguardato l’ambito media e comunicazione, con la proposizione di nuove modalità di coinvolgimento degli attori della Rete, nuove modalità di trasferimento della conoscenza, nuovi strumenti operativi, in linea anche con le evoluzioni della società globalizzata e con le possibilità offerte dalle nuove tecnologie informatiche. La Rete è intervenuta su un mondo agricolo e rurale, per definizione un po’ statico e cristallizzato, non sempre molto incline ad accogliere innovazioni. I risultati non erano dunque così scontati e hanno evidenziato non solo una partecipazione considerevole ma anche apprezzamento e riscontri positivi sulla gran parte delle azioni proposte25.
Tra gli strumenti di diffusione delle informazioni di conoscenze la Rete ricorre ai Social network: una pagina Facebook (con oltre 6000 contatti giornalieri), un account Twitter (@reterurale) con oltre 4000 followers26 su cui si veicolano contenuti, news, eventi, attività svolte a livello regionale inerenti lo sviluppo rurale e di rilevanza per i programmi di sviluppo rurale. I Social media viaggiano in parallelo rispetto al Portale della Rete, trasposizione in chiave comunicativa degli obiettivi, delle azioni e dei temi su cui si concentra la politica di sviluppo rurale, e che ne condensa la mission (informare, sensibilizzare, comunicare, favorire la partecipazione). Si tratta di un portale “repository”, con oltre 16.000 pagine, in cui è possibile rintracciare anche lo “storico” della Rete, ovvero informazioni, contenuti e progetti realizzati sin dalle sue fasi di avvio. L’attuale portale rappresenta una evoluzione di quello nato nella programmazione 2007-2013 e che ha registrato, e continua a registrare un crescendo di visualizzazioni27. Se si guarda alla composizione geografica dell’utenza è evidente come la Rete sia ramificata (e dunque partecipata) su tutto il livello nazionale e dunque riesca a parlare e a connettere gli attori e gli stakeholder che operano a più livelli territoriali. Percentuali molto alte di utilizzo degli strumenti proposti dalla Rete sul web riguardano, come c’è da aspettarsi, i target più giovani che risultano maggiormente alfabetizzati ma anche motivati nella ricerca di informazioni e nella partecipazione attiva al network.

Figura 3 - La Rete sul web


Fonte: Google Analytics

La messa in campo di strumenti innovativi, “nuovi” per il mondo rurale, è uno degli aspetti positivi evidenziati anche dal valutatore della Rete. YouRuralNet28, ne è un esempio concreto. La "Rete dei giovani agricoltori" è una web community promossa dalla Rete Rurale Nazionale, uno spazio virtuale a cui partecipano giovani imprenditori agricoli, in cui scambiare esperienze, buone prassi, conoscenze, ma anche condividere esperienze, idee e progetti, innovazioni. Una Rete nella Rete. YouRuralNet rappresenta inoltre una “nuova” modalità di coinvolgimento degli stakeholder - giovani imprenditori - che, su base volontaria, mettono a disposizione della “comunità di pratica” il patrimonio di conoscenze, esperienze e competenze.
La Campagna di comunicazione Ruraland29 ha facilitato la connessione tra il mondo rurale e il sistema di istruzione nazionale, proponendo tematiche, contenuti e approcci innovativi per la scuola e per l’Università. Biodiversità, Acqua, Energie e Clima, le quattro sfide della Politica di Sviluppo rurale, hanno infatti rappresentato gli assi portanti di Ruraland che ha sperimentato e proposto alle scuole, oltre ai contenuti specifici, lezioni interattive e partecipate, piattaforme digitali, lezioni sul campo. Un format “sperimentale” che, nel corso della programmazione attuale le Regioni stanno testando a livello locale, sensibilizzando studenti e potenziali imprenditori sui temi della sostenibilità.
Ulteriore strumento di trasferimento di conoscenza, capace di favorire il coinvolgimento degli attori rurali, è stato Pianeta Psr, newsletter della Rete, con un indirizzario, costruito su base volontaria, che raggiunge oltre 7.000 utenti e che rappresenta un utile sistema di aggiornamento su disposizioni normative e regolamentari, attualità, eventi e nuovi temi. Alla newsletter, che ha cadenza mensile, è stato affiancato uno strumento di approfondimento tematico, Rrn Magazine, che propone una trattazione a tutto tondo di un tema di interesse della Politica di sviluppo rurale. Gli stakeholder della Rete, dalle istituzioni locali alle Organizzazioni professionali Agricole - partecipano attivamente alla progettazione e alla redazione di entrambi gli strumenti informativi integrati (Pianeta Psr e Rrn Magazine), proponendo temi, articoli, visioni, il tutto per contribuire al dibattito su temi specifici di interesse per il mondo rurale, stimolando appunto confronto e partecipazione.
Eccellenze rurali rappresenta un esempio aggiuntivo che conclude questa breve e non esaustiva descrizione di strumenti proposti dalla Rete per rispondere all’obiettivo di trasferire conoscenza e diffondere informazioni sullo sviluppo rurale e caratterizzati da diversi gradi di innovatività. Il progetto ha, infatti, analizzato, descritto e comunicato la progettualità operativa della Politica di sviluppo rurale, in una logica di accountability30, essenziale per dimostrare trasparenza nell’utilizzo di risorse pubbliche. Eccellenze rurali ha documentato i progetti aziendali e territoriali che hanno beneficiato del sostegno finanziario dei Psr dando voce ai protagonisti, imprenditori e soggetti locali, facendo emergere il miglioramento delle performance aziendali e territoriali determinato dal sostegno pubblico. Il sistema di comunicazione, in questo caso, ha previsto pagine tematiche sul portale e brevi video, realizzati con la tecnica dello storytelling direttamente dai protagonisti delle azioni di sviluppo, trasferendo, oltre alle informazioni e alle conoscenze, il lato “emotivo e appassionato” delle esperienze realizzate.    

Considerazioni conclusive: lezioni dell’esperienza 2007-2013 e sguardo al futuro

La Rete rappresenta oggi uno strumento operativo consolidato, fortemente voluto dalle Regioni (che possiamo definire gli enti finanziatori) che ne hanno compreso l’utilità, la necessità ma anche le potenzialità e l’efficacia. La Rete, come già anticipato, rappresenta un valore aggiunto chiaro ed evidente in un paese in cui, la regionalizzazione dei Psr, comporta, di fatto, una segmentazione di conoscenze, attività, prassi, che possono trovare in uno strumento di Network il sistema giusto per accrescere la conoscenza e lo scambio.
Dal punto di vista strettamente valutativo si può senz’altro affermare che il Programma Rete Rurale Nazionale è riuscito a supportare efficacemente gli attori del sistema rurale nazionale. Nel corso degli anni, dal 2011 al 2015, un risultato sensibilmente migliore si è man mano prodotto in merito agli utenti del partenariato diversi dalle Autorità di Gestione dei Psr, a testimonianza del valore aggiunto fornito dalla Rrn alla creazione di un sistema rurale nazionale, ovvero di una capacità accresciuta di raggiungere gli attori territoriali. Si rammenta a tal proposito l’ottima performance del valore dell’indicatore “% attori raggiunti dal supporto orizzontale della Rrn”31 (67%) se rapportato al valore-obiettivo (65%)32 e soprattutto se messo in relazione con alcune categorie di stakeholder (per esempio Associazioni agricole), mostratesi particolarmente critiche nell’avvio di programmazione. L’obiettivo della Rete, riguardante il supporto al miglioramento della governance e della performance dei Psr, dunque, è ampiamente raggiunto nel 2007-2013, grazie al lavoro delle strutture del Programma tanto a livello centrale che territoriale (Prr). Su tutti i temi di cui si occupa la Rete (dall’ambiente alla valutazione, dal Leader ai Giovani, dalla progettazione integrata alla competitività solo per citare alcuni esempi) lo sforzo prodotto è stato globalmente riconosciuto ed apprezzato dagli utenti del Programma, certamente con tempistiche e gradi differenti. Alcuni strumenti sono risultati di estremo successo, come i documenti specialistici e le azioni di comunicazione, fra tutte, il portale istituzionale del programma, vera cassa di risonanza in tema di sviluppo rurale in Italia.
L’esercizio di analisi condotto durante il ciclo di programmazione 2007-2013 restituisce comunque un patrimonio informativo rilevante come fonte preziosa per lo sviluppo e la valorizzazione di una serie di “indicatori di rete”; ma, al contempo, restituisce preziose indicazioni per cogliere i risultati “immateriali”. Se lo sguardo si pone al di là degli indicatori e si sofferma sulla dimensione operativa, si individuano infatti le esternalità positive che, immateriali per definizione, non riescono a trovare una collocazione nei range di un indicatore numerico. Il riferimento diretto è infatti all’innovazione che il Sistema Rete ha apportato al mondo rurale. Innovazione che ha determinato l’avvio, la sperimentazione, la conoscenza delle prassi amministrative che, nel contesto dello sviluppo rurale, non erano state utilizzate se non nel programma Leader. Confronti, discussioni sistematiche, proposizione di nuovi temi e contenuti, risoluzione comune di problematiche, trasferimento di prassi organizzative e gestionali utilizzate a livello locale, ampliamento del know how e delle opportunità di informazione su tematiche connesse allo sviluppo rurale sono stati i risultati “immateriali” della Rete. Con questa accezione ampia, si evidenziano risultanze “tangibili” ed oggettive che consentono di dare una “stima” positiva delle dinamiche innescate dalla Rete e del valore aggiunto che ha creato nella costruzione di un sistema rurale nazionale. La connessione di livelli di governance, sistemi territoriali, attori e operatori del mondo agricolo e dei contesti rurali ha permesso ai fabbisogni locali di emergere e di confrontarsi con altre realtà, trovando stimoli, soluzioni appropriate e con una vision più ampia, permettendo al livello locale di confrontarsi in maniera più incisiva e costante con il livello centrale. Lo strumento Rete ha portato a conoscenza del mondo rurale contesti sovranazionali, esperienze sperimentate in altri luoghi caratterizzati da trend ed esigenze assimilabili, facilitandone anche la replicabilità e generando effetti emulativi. Gli stakeholder coinvolti in molti casi sono stati soggetti sempre più attivi e propositivi nel corso dell’evoluzione del Programma, stabilendo nel tempo una relazione orizzontale all’interno della Rete, con il risultato finale di dare centralità a tematiche nuove, in una logica di bottom up e di ascolto dei fabbisogni territoriali o settoriali. Si pensi ad esempio al caso del network sul tema dell’Agricoltura Sociale: la Rete ha creato le condizioni per l’aggregazione di soggetti, favorendo la coagulazione di specifici interessi, su temi di stretta attualità, ampliando l’eco di istanze aziendali, sociali e territoriali, che ha contribuito anche al dibattito politico e legislativo sul tema33. In questo, come già affermato, uno dei risultati della Rete Rurale Nazionale è stata la capacità di “generare Reti”, di trasferire conoscenze, esperienze, informazioni anche per vie “informali”, improntate sulle relazioni interpersonali, tra pari, fondate sulla collaborazione, creando connessioni solide tra i soggetti che compongono il network.
La Rete ha risposto dunque ai suoi obiettivi e ha avuto una funzione sia di sintesi (considerando la regionalizzazione della politica rurale in Italia) che di laboratorio, dove sono state sperimentate nuove modalità di governance e di relazioni tra componenti istituzionali, economiche e sociali.
Il confronto è aperto per il futuro: la necessità di definire attività ed obiettivi in tema di creazione di reti, di adottare definizioni comuni nonché di mettere in campo meccanismi idonei alla misurazione delle reti create, attraverso per esempio utili sistemi di monitoraggio fisico; l’opportunità di riflettere ancora sul ruolo ed i meccanismi di funzionamento delle sedi di confronto partenariale, primo fra tutti il Comitato di Sorveglianza ma anche gli altri Tavoli (come per esempio nel 2007-2013 il Tavolo di partenariato); l’opportunità di perfezionare ulteriormente strumenti utili ed innovativi, già dimostratesi tali nella passata programmazione, e di implementarne di nuovi, atti ad interpretare correttamente la logica di intervento ed i fabbisogni sottesi al Programma 2014-2020, su cui la sfida è appena iniziata. A tal proposito, da una prima lettura del nuovo programma della Rete 2014-20, appare evidente un affinamento del quadro logico di intervento e del collegamento tra obiettivi, azioni e target. La nuova Rete si pone degli obiettivi più specifici rispetto alla passata programmazione e appare più customer tailored, con azioni e strumenti più mirati rispetto alle esigenze tecniche, istituzionali, operative o comunicative dei diversi target di riferimento (Istituzioni, Beneficiari, Organizzazioni Professionali Agricole, Associazioni ambientaliste e del terzo settore, grande pubblico). La costruzione di Tavoli specifici, legati a ciascuna delle priorità, è un ulteriore elemento nella direzione di una maggiore finalizzazione delle azioni della Rete, una apertura maggiore all’ascolto delle istanze specifiche del Partenariato. La definizione di Scede progettuali condivise e partecipate dal Partenariato e che compongono i piani biennali sono un ulteriore tentativo di indirizzare verso azioni “su misura”, in grado di rispondere meglio alle istanze che provengono dagli attori rappresentati nel Partenariato.
Del resto la costruzione del Programma appare più snella anche grazie al percorso di perfezionamento della struttura organizzativa e di coordinamento della Rete che nel 2007-2013 ha visto una progressiva riduzione delle strutture operative centrali e un chiarimento in termini di ruoli e compiti così come un maggiore protagonismo delle Postazioni regionali.
Resta, in definitiva, il deciso riconoscimento dell’efficacia del networking come modalità di azione di tutti i soggetti interessati dallo sviluppo rurale: facendo tesoro dell’esperienza passata, la nuova programmazione vede la riproposizione della Rete con governance, tematiche, forme e geometrie diverse, in linea con i nuovi obiettivi di programmazione e le nuove istanze dei territori rurali e del mondo agricolo, a sottolineare la consapevolezza dell’efficacia di uno strumento fondamentale per le nuove sfide “globali” che interessano, oggi più che mai, il settore agricolo, il territorio rurale e tutti i soggetti coinvolti nei processi di sviluppo.

Riferimenti bibliografici

Siti di riferimento

  • 1. L’art.68 del Regolamento del Consiglio 1698/2005 prevede che “ogni Stato membro istituisce una Rete Rurale Nazionale che riunisce le organizzazioni e amministrazioni impegnate nello sviluppo rurale”.
  • 2. Art 66, 67, 68 del Regolamento del Consiglio 1698/2005 prevedono rispettivamente il finanziamento dell’Assistenza tecnica e nelle more di quest’ultima, l’istituzione della Rete Rurale Nazionale e la connessione con la Rete Rurale Europea.
  • 3. Come esplicitato in seguito, nel corso della sua attività la Rete, inizialmente concepita con una struttura organizzativa piuttosto complessa, ha subito modifiche di assetto (DM 7703/2010) che sono andate nella direzione della semplificazione di funzioni e compiti. Nel corso del tempo le Task Force tematiche, inizialmente coordinate dall’Unac (Unità di coordinamento centrale) e indipendenti nelle loro attività, sono state progressivamente integrate e la governance è stata presa in capo direttamente dal Mipaaf.
  • 4. Art. 54 del Regolamento UE 1305 del 17 dicembre 2013 (sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale Feasr).
  • 5. Art. 5 Reg. 1303/2013 recante disposizioni comuni su Fesr, Fse, Fondo di Coesione, Feasr, Feamp.
  • 6. Il Reg. 1305/2013 istituisce Rete Rurale Europea (art. 52), Rete Rurale Nazionale (art. 54), Rete del Partenariato Europeo per l’Innovazione (art 53).
  • 7. Rapporto di Valutazione intermedia della Rrn 2007-13 - versione integrale - consultabile sul portale della Rete alla pagina [link].
  • 8. Programma Rete Rurale Nazionale, Mipaaf, Giugno 2007.
  • 9. La Rete ha un interessante e ricchissimo portale web, si veda [link].
  • 10. Rapporto di valutazione intermedia, Ecosfera Vis srl, dicembre 2010.
  • 11. Decreto Ministeriale (Mipaaf) n. 7703/2010.
  • 12. La versione integrale del Rapporto di Valutazione intermedia della Rrn 2007-13 è consultabile sul portale della Rete alla pagina [link].
  • 13. Relazione annuale di attuazione 2015, Rete Rurale Nazionale 2007-2013, Capitolo 6 “Sintesi delle attività di valutazione in itinere”.
  • 14. Si rimanda ai risultati dei questionari di valutazione proposti per verificare l’indice di gradimento da parte degli utenti della Rete  - www.reterurale.it.
  • 15. E’ emerso spesso nelle indagini valutative il fabbisogno del partenariato di costruire insieme “pacchetti di attività” o momenti di confronto mirato e davvero fondati sul fabbisogno specifico.
  • 16. Nel contesto della programmazione dello sviluppo rurale sono previsti appositi fondi, all’interno del Feasr, per l’assistenza tecnica, utili a garantire l’attuazione efficiente del programma di sviluppo rurale. I fondi rappresentano il quinto Asse dei Psr regionali.
  • 17. Valutazione intermedia del Programma Rete Rurale Nazionale 2007-2013, Ecosfera Vic srl.
  • 18. [link].
  • 19. Relazione annuale di attuazione 2015, Rete Rurale Nazionale 2007-2013, Mipaaf, 2016.
  • 20. La descrizione di tali iniziative è consultabile all’interno del portale della Rete Rurale Nazionale all’indirizzo www.reterurale.it.
  • 21. Per completezza di informazione si specifica che il Ministero delle Politiche Agricole per l’attuazione del Programma Rete Rurale Nazionale 2007-13 ha stipulato degli accordi di cooperazione con Ismea, Inea e Sin; ciascuno degli enti ha proposto un programma di attività in linea con le proprie competenze istituzionali ed le diverse expertise disponibili: Il Piano di Azione della Rete si compone delle attività da questi programmate.
  • 22. Si veda “Programma Rete 2014-20” nel capitolo dedicato alle Esperienze delle Rete 2007-13 - documento consultabile sul portale, alla pagina [link].
  • 23. Ibidem.
  • 24. Gli indicatori così come i valori target degli output sono stati definiti dall’Autorità di Gestione del programma nel corso del 2012 e approvati nello stesso anno dal Comitato di Sorveglianza della Rete.
  • 25. Le evidenze di tali affermazioni sono presenti, in maniera già piuttosto chiara, nella Relazione di Valutazione intermedia alla quale si rimanda. Per ulteriori dettagli in merito si rinvia al documento di valutazione ex post, in fase di pubblicazione a cura del Ministero delle Politiche Agricole.
  • 26. Fonte: Google Analytics.
  • 27. Nel biennio 2015-16 l’accesso al portale e la navigazione delle pagine presenti in HP ha registrato un + 21% (fonte dei dati: Report della Redazione Rrn).
  • 28. www.youruralnet.it.
  • 29. www.ruraland4.it.
  • 30. La responsabilità, da parte degli amministratori che impiegano risorse finanziarie pubbliche, di rendicontarne l'uso sia sul piano della regolarità dei conti sia su quello dell'efficacia della gestione.
  • 31. L’indicatore “% attori raggiunti dal supporto orizzontale della Rrn” è volto a monitorare la capacità dell’azione del Programma di raggiungere gli utenti target. Esso è valorizzato distinguendo tre marco tipologie di utente: “soggetto gestore/attuatore del Psr”, “altro attore rurale” (da intendersi come i membri del Tavolo di Partenariato ed altri soggetti per loro natura operanti nello Sviluppo Rurale) ed “attore non rurale” (da intendersi come i soggetti che per loro natura non operano nello Sviluppo Rurale ma che sono stati a vario titolo coinvolti nelle attività della Rrn; es. scuole)”, Programma Rete Rurale Nazionale 2007-2013, Allegato “Quadro degli indicatori”, 12 dicembre 2012.
  • 32. Per i dettagli si rinvia alla Relazione annuale di esecuzione del Programma Rete Rurale Nazionale 2007-2013, annualità 2015, Capitolo 6 “Sintesi delle attività di valutazione in itinere”. Per l’individuazione del valore target si rinvia invece al Programma Rete Rurale Nazionale 2007-2013, Allegato “Quadro degli indicatori”, 12 dicembre 2012.
  • 33. Nel corso del 2015 è stato completato l’iter parlamentare del provvedimento legislativo sull’agricoltura sociale L. 141/2015 da diverso tempo in discussione.
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