Abstract degli articoli pubblicati sul Vol. 3 No. 1 (2014) del Bae oltre a quelli per i quali Agriregionieuropa ospita una versione italiana in questo numero
La "green box" dell'Unione Europea distorce i mercati mondiali?
Klaus Mittenzwei1, Wolfgang Britz2, Christine Wieck2
1 Norwegian Agricultural Economics Research Institute, Oslo, Norway
2 Institute for Food and Resource Economics, University of Bonn, Germany
Gran parte dei sussidi nazionali che l’Unione Europea destina agli agricoltori consistono in pagamenti disaccoppiati dalla produzione e sono, in quanto tali, classificati come “green box” dalla World Trade Organisation (Wto). Gli effetti distorsivi dei sussidi agli agricoltori sul commercio e sulla produzione sono considerati minimi dall’Unione Europea. Come dimostrato dalla letteratura, tale considerazione è discutibile. Questo articolo ha l’obiettivo di analizzare la questione utilizzando un modello simulazione di equilibrio economico parziale, a scala globale, differenziato spazialmente, in cui la funzione di domanda della terra è endogena. I risultati del modello, ottenuti confrontando uno scenario di abolizione completa dei pagamenti disaccoppiati a scala europea con la baseline, indicano che i sussidi hanno limitati effetti distorsivi sul commercio e la produzione agricola. I sussidi dell’Unione Europea classificati come “green box” rispondono, dunque, ai requisiti richiesti dalla Wto. Tale conclusione è soggetta all’assunzione adottata nel modello che le politiche di confine dell’Unione Europea restino invariate per tutta la durata delle simulazioni.
Una valutazione economica ex-post dell’intervento contro l’influenza Aviaria altamente patogena in Nigeria
Mohamadou L. Fadiga1, Iheanacho Okike1, Bernard Bett1
1 International Livestock Research Institute, Box 320 Icrisat Bamako Mali
Il presente studio valuta l’intervento contro l’influenza aviaria in Nigeria. Viene applicato un modello compartimentale nel definire scenari endemici e di propagazione del rischio di diffusione del Hpai in Nigeria. Segue la derivazione del basso ed alto rischio di mortalità associato ad ogni scenario. I parametri di rischio stimati sono stati successivamente usati per simulare stocasticamente l’andamento della malattia senza applicare alcuna azione di intervento. In totale il costo dell’intervento ammonta a 41 milioni di dollari, che sono stati distribuiti annualmente in diversi importi nel periodo tra il 2006 e il 2010. Le principali variabili di output (beneficio netto incrementale, costo della malattia, rapporto costi/benefici) sono state stimate per ogni parametro di rischio estratto in modo casuale. Risulta che l’intervento è economicamente giustificabile, assumendo un tasso di sconto annuale pari al 12%, nel caso in cui si presenti lo scenario endemico con alto rischio di mortalità. Mediamente in questo scenario il beneficio incrementale ammonta a 63,7 milioni di dollari, il beneficio incrementale netto a 27,2 milioni di dollari e il rapporto costo/benefici è stimato a 1,75.
Disponibilità a pagare del consumatore per la sicurezza alimentare: il caso delle micotossine nel latte
Paolo Sckokai1, Mario Veneziani2, Daniele Moro1, Elena Castellari1,3
1 Dipartimento di Economia Agroalimentare, Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza, Italy
2 Dipartimento di Economia, Sezione di Economia Agroalimentare, Università degli Studi di Parma, Parma,
Italy
3 College of Agriculture and Natural Resources, University of Connecticut, Storrs-Mansfield, CT, Usa
La contaminazione alimentare da micotossine rappresenta una seria fonte di rischio per la salute. Il paper valuta la percezione del rischio delle micotossine da parte dei consumatori italiani, misurando la loro disponibilità a pagare per un’ipotetica bottiglia di latte ottenuto da mucche alimentate con mais certificato per le buone pratiche in grado di ridurre tale rischio. È stato condotto uno stated choice experiment (Sce) online su un campione di 973 consumatori italiani, la cui disponibilità a pagare è stata misurata usando la versione panel di un modello Random Parameters Logit (Rpl). I risultati mostrano che i consumatori italiani sono disposti a pagare mediamente un premium price pari al 29% per una bottiglia di latte a ridotto contenuto di micotossine. Tale disponibilità aumenta per i consumatori di età compresa tra 44 e 54 anni, gli studenti, coloro con un titolo di studio superiore, economicamente benestanti e chi acquista sporadicamente.
Osservare ed analizzare la Bioeconomia nell’UE
Adattare dati e strumenti ai nuovi problemi e alle nuove sfide
M'barek Robert1, Philippidis George1, Suta Cornelia1, Vinyes Cristina1, Caivano Arnaldo1, Ferrari Emanuele1, Ronzon Tevecia1, Sanjuan Lopez Ana1, Santini Fabien1
1 European Commission, Joint Research Centre (Jrc), Institute for Prospective and Technological Studies (Ipts)
Il concetto di “bioeconomia” sta ricevendo sempre maggiore attenzione in ambito politico ed economico. La Commissione Europea (CE) ha dato il via alla Bioeconomy Strategy che rappresenta l’intenzione dell’UE di cercare di intercettare e affrontare la sfida di riconciliare l’uso responsabile delle risorse, nel rispetto dei criteri di sostenibilità, con la generazione di ricchezza. Per questo scopo, al Joint Research Center (Jrc) della CE, è stato affidato il progetto di implementare un Osservatorio dei Sistemi Informativi della Bioeconomia (Bioeconomy Information Systems Observatory, Biso), il cui obiettivo è di sviluppare un continuo e coerente quadro delle attività di questo settore e contestualmente sviluppare strumenti di analisi a lungo termine per supportare la ricerca di risposte alle sfide citate. Questo articolo presenta una discussione sulle attività di ricerca che si stanno sviluppando attualmente al Jrc. Sebbene l’ordine di ambizione del Biso sia rilevante, viene riconosciuto che la maggior parta della ricerca condotta resta finora un work-in-progress e rappresenta, quindi, solo un punto di partenza dal quale cominciare a catturare pienamente le sfumature di questo vario e complesso settore.