Le performance delle aziende agrarie con e senza agriturismo: un confronto con i dati RICA

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Le performance delle aziende agrarie con e senza agriturismo: un confronto con i dati RICA
a Università degli Studi del Molise, Dipartimento di Bioscienze e Territorio
b Università degli Studi del Molise, Dipartimento di Economia, Gestione, Società e Istituzioni

Introduzione1

Il paper presenta i primi risultati di una ricerca condotta sulle prestazioni delle aziende agrarie con e senza agriturismo in riferimento alla sostenibilità economica, sociale e ambientale.
Il turismo rurale è una forma di turismo che si basa sulla fruizione delle risorse presenti nelle aree rurali (Cawely, Gillmor, 2008; Hall et al. 2003). Nel quadro della politica rurale europea, il turismo rappresenta un fattore di sviluppo locale (Briedenhann, Wickens, 2004; Esposti, 2006; European Commission, 2007; WTO, 2000, 2003; Saxena et al. 2007), in particolare per quelle aree rimaste più al margine dei processi di modernizzazione (Belletti, 2010), oppure nelle zone in cui è presente la domanda di turismo di qualità legata al patrimonio ambientale, culturale (Butler, Hall, 1998; Pine, Gilmore, 1998; Garrod et al., 2006) e gastronomico (Cupo, 2003; Forleo, 2007; Idda, 2001; Malevolti, 2003).
L’agriturismo è una caratterizzazione del turismo rurale, poiché “presenta aspetti particolari nell’organizzazione essendo connessa all’azienda agricola” (INEA, 2001) e si colloca a pieno titolo tra le modalità di realizzazione della multifunzionalità (Forleo, 2007). Il ruolo multifunzionale dell’agriturismo si estrinseca sia in relazione ai servizi offerti (ospitalità, ristorazione, ecc.), sia per quanto riguarda l’attività agricola esercitata (Palmieri, 2007).
Sul piano economico, le potenzialità dell’agriturismo sono collegate alla tutela e valorizzazione delle specificità territoriali (Cannata 1987, 1989; Marino et al., 1999; Forleo, Mastronardi, 2008).
In Italia, l’agriturismo è un fenomeno ormai consolidato e costituisce la più radicale innovazione di prodotto che abbia interessato l’agricoltura italiana (Esposti, 2006). E’ una specificità esclusivamente italiana nel panorama del turismo rurale europeo e ciò è dovuto al particolare ordinamento che regolamenta la materia (Zucca, Pasi, 1999). Nella normativa italiana, l’agriturismo è considerato un’attività agricola a tutti gli effetti, ma accessoria alla coltivazione o all’allevamento.
La legislazione attribuisce all’agriturismo un ruolo chiave sotto tre punti di vista: economico, sociale e ambientale e ne condiziona lo schema organizzativo delle imprese. In teoria, l’agriturismo è un modello produttivo che assicura la coincidenza tra i benefici dell’attività agricola e quelli turistici (Mastronardi, Cipollina, 2009), quantomeno a livello aziendale (Belletti, 2010). La sostenibilità dell’impresa agrituristica è garantita dal vincolo di “connessione” all’agricoltura. In relazione a ciò, l’azienda agrituristica può essere ritenuta un crogiuolo di attività, agraria e turistica.
L’impresa agrituristica determina, di conseguenza, il livello efficiente di produzione agricola e turistica e, pertanto, il livello di esternalità (inquinamento) ottimale sul piano sociale (Mastronardi, Cipollina, 2009).
A livello territoriale, la sostenibilità dell’agriturismo risulta strettamente connessa al rispetto dei contesti culturali e ambientali di riferimento (Ievoli, 2002) e va analizzata caso per caso.
In questo scenario, la finalità dello studio è quella di verificare sul piano empirico la sostenibilità dell’agriturismo, mettendo a confronto le performance delle aziende agrarie, all’interno gli stessi indirizzi produttivi, con e senza agriturismo sul piano economico, sociale e ambientale.
Lo studio si propone, in particolare, di fare chiarezza sul rapporto che intercorre tra l’azienda agrituristica e l’ambiente, cercando così di capire se l’agriturismo possa caratterizzarsi come attività produttiva a minore impatto ambientale nel panorama agricolo italiano. Ciò si realizza quando l’impresa agrituristica genera un livello d’”inquinamento” in termini d’intensità d’uso delle risorse naturali e paesaggistiche più basso rispetto alle imprese agrarie senza agriturismo.

L’impianto analitico e le fonti informative

Le informazioni utilizzate per l’analisi di comparazione sono desunte dalla banca dati RICA. I dati RICA sono già stati impiegati negli studi comparativi2 , anche se presentano problemi di rappresentatività sia spaziale, sia temporale. E’ utile ricordare, in ogni caso, che la RICA nasce per rispondere a finalità di assistenza tecnica e non come fonte statistica (Abitabile, Scardera, 2008).
L’analisi comparativa tra le aziende agrarie con e senza agriturismo si basa su dati osservazionali di tipo cross section ed è stata eseguita tra gruppi di aziende simili per orientamento produttivo.
I dati di partenza sono riferiti a 14.959 aziende agrarie, di cui 404 con agriturismo; l’anno di riferimento è il 2006.
A livello di OTE3 , si evince come ben 212 aziende con agriturismo (il 52% del totale) siano concentrate in 7 OTE4:

  1. Seminativi Pac senza riso (22 unità);
  2. Seminativi diversi combinati (27 unità);
  3. Viticoltura da vino DOC (56 unità);
  4. Frutta fresca senza agrumi (24 unità);
  5. Olivicoltura (19 unità);
  6. Coltivazioni permanenti diverse (41 unità);
  7. Agricoltura generale/viticoltura (23 unità).

Ai fini delle analisi sono stati esclusi gli OTE meno significativi in termini di aziende, ovvero quelli comprendenti un numero di aziende agrituristiche minore di 15 unità.
Di conseguenza, le elaborazioni hanno restituito 7.334 osservazioni, delle quali 273 sono riferite alle aziende agrituristiche.
Per una migliore esposizione dei risultati, le osservazioni relative agli OTE “Seminativi Pac senza riso” e “Seminativi diversi combinati” sono raggruppate nella voce “Seminativi”, mentre quelle riferite agli OTE “Agricoltura generale/viticoltura”, “Agricoltura generale/coltivazioni permanenti”, “Agricoltura generale parzialmente dominante”, “Coltivazioni permanenti parzialmente dominanti” sono aggregate nella voce “Agricoltura mista”.
Le variabili RICA prese in considerazione attengono a:

  1. Superficie agraria utilizzata (SAU);
  2. Superficie aziendale totale (SAT);
  3. Reddito lordo standard (RLS);
  4. Unità di lavoro totale (ULT);
  5. Unità di lavoro familiare (ULF);
  6. Produzione lorda vendibile (PLV);
  7. Reddito netto (RN);
  8. Superficie a foraggere (FOR);
  9. Superficie forestale (SF);
  10. Superficie irrigata (SI);
  11. Unità di bovino adulto (UBA);
  12. Spesa per i fertilizzanti (FERT);
  13. Spesa per gli antiparassitari (ANTIP).

La sostenibilità economica è stata valutata prendendo in considerazione i seguenti indicatori: PLV/SAU, RN/PLV.
Per quanto riguarda la sostenibilità sociale, gli indicatori sono: ULT, ULF,ULT/SAU.
La sostenibilità ambientale è stata analizzata in relazione sia al bene paesaggio, sia all’uso dei prodotti chimici5.
Gli indicatori d’impatto paesaggistico sono: SAU/SAT, SF/SAT, SI/SAU, UBA/FOR.
Gli indicatori di impatto ambientale sono: FERT/SAU, ANTIP/SAU.

I risultati

Le aziende con agriturismo possiedono, in media, una dimensione economica e strutturale decisamente più elevata rispetto alle aziende senza agriturismo.
Il RLS delle aziende con agriturismo è paria 77 mila euro. La superficie agricola utilizzata ammonta a 63 ettari. Le aziende senza agriturismo hanno RLS e SAU inferiore rispettivamente del 34 e 49%. Per ciò che attiene i singoli orientamenti produttivi, i dati della tabella 1 mostrano uno scenario leggermente variegato. Le aziende con agriturismo specializzate nei seminativi, nella viticoltura e nelle coltivazioni permanenti, ma anche le aziende ad agricoltura misto presentano valori superiori rispetto a quelli delle aziende senza agriturismo. Di segno opposto, le dimensioni delle aziende specializzate nei fruttiferi e nell’olivicoltura.

Tabella 1 - RLS e SAU delle aziende esaminate (valori medi)


Fonte: nostra elaborazione su dati Rica, 2006

Passando all’analisi delle performance economiche (Tabella 2), i risultati appaiono differenti in relazione all’indicatore utilizzato.

Tabella 2 - Indicatori di performance economica per orientamenti produttivi


Fonte: nostra elaborazione su dati Rica, 2006

Rapportando la PLV alla SAU, si nota la più consistente capacità produttiva delle aziende con agriturismo, con un rapporto PLV/SAU maggiore del 13% rispetto alle altre aziende del campione RICA; ciò è spiegato dai livelli di fatturato più elevati, dovuti all’attività agro-turistica. L’orientamento produttivo che in misura maggiore evidenza la maggiore capacità è quello relativo all’olivicoltura, dove la differenza tra le aziende con e senza agriturismo è pari al 32%. All’opposto, la redditività dei ricavi (RN/PLV) risulta superiore nelle aziende senza agriturismo 26 contro 40%), in particolar modo nel caso delle aziende specializzate nelle colture arboree: le aziende senza agriturismo hanno una redditività più che doppia rispetto a quelle con agriturismo. Ne esce un quadro di difformità da ricondurre probabilmente alla diversa incidenza dei costi aziendali; il riferimento è al costo del personale impiegato nelle attività di servizio.
Per quanto riguarda la performance sociale (Tabella 3), le aziende agrituristiche attivano una maggiore domanda di lavoro; esse hanno un numero di occupati pari a 2,95 ULT, di cui 1,54 sono unità familiari (52% del totale). Il numero di occupati nelle aziende senza agriturismo è, invece, di 1,67 ULT, delle quali 1,21 sono ULF (79% del totale). A livello di indirizzi produttivi, i dati mostrano una situazione di prevalenza delle aziende con agriturismo in tutti gli orientamenti. La maggiore richiesta di manodopera da parte delle aziende con agriturismo prescinde dalla superficie aziendale, in quanto il confronto tra le aziende del panel eseguito mediante l’indicatore ULT/SAU non presenta valori significativi.

Tabella 3 - Indicatori di performance sociale per orientamenti produttivi


Fonte: nostra elaborazione su dati Rica, 2006

Dal punto di vista ambientale, gli indicatori mettono chiaramente in luce uno scenario di “compatibilità” ambientale delle aziende con agriturismo, che conferma l’ipotesi di sostenibilità di questo modello organizzativo.
Per quanto riguarda l’impatto paesaggistico (Tabella 4), il rapporto SAU/SAT risulta, nel complesso, leggermente più alto nelle aziende senza agriturismo.

Tabella 4 - Indicatori d’impatto paesaggistico per orientamenti produttivi


Fonte: nostra elaborazione su dati Rica, 2006

Tali differenze sono ancora più significative in relazione alle aziende agrarie specializzate nelle colture vitivinicole (+ 33%) e olivicole (+ 58%). Il minor rapporto SAU/SAT indica una maggiore caratterizzazione verso gli usi estensivi del territorio delle aziende agrituristiche, quali i pascoli ed il bosco.
I valori del rapporto SF/SAT confermano la situazione sopra descritta. Le aziende con agriturismo hanno una superficie forestale maggiore del 44% rispetto alle altre aziende6. A livello di orientamento colturale, si nota una forte predominanza delle foreste nelle aziende agrituristiche, ad eccezione di quelle dell’OTE “Erbivori”.
Dall’osservazione del rapporto SI/SAU si rileva che le aziende senza agriturismo hanno una soglia di valore più che doppia rispetto alle aziende agrituristiche (11% contro il 26%). Questo risultato di maggiore intensità paesaggistico è confermato per tutti gli orientamenti produttivi.
Il rapporto tra il numero di UBA e le superfici a foraggere consolida l’attitudine estensiva che caratterizza le aziende agrituristiche (0,31 UBA/ha), rispetto a quelle senza agriturismo (0,40 UBA/ha). Tale risultato è valido in particolar modo per le aziende ad indirizzo zootecnico (0,39 UBA/ha contro 0,53 UBA/ha).
Passando agli indicatori d’uso dei prodotti chimici (Tabella 5), i risultati ribadiscono la situazione di minore pressione ambientale per le aziende con agriturismo.

Tabella 5 - Indicatori d’uso dei prodotti chimici


Fonte: nostra elaborazione su dati Rica, 2006

La spesa per i fertilizzanti nelle aziende con agriturismo è più bassa di quella delle altre aziende del 31%. Questo dato si ripropone con varie soglie di valore per ogni indirizzo produttivo, ad eccezione delle specializzazioni nei fruttiferi. E’ interessante notare come le aziende agrituristiche specializzate nell’OTE “Coltivazioni permanenti diverse” spendano per i fertilizzati poco più di 34 euro ad ettaro contro 103 euro delle unità produttive senza agriturismo.
Anche per quanto riguara gli antiparassitari, le aziende agrituristiche registrano un livello di spesa più basso sia nel complesso (77,73 €/ha contro 90,27 €/ha), sia per ciascun indirizzo colturale, ad eccezione dell’OTE “Frutta fresca senza agrumi”.

Conclusioni

I risultati dello studio mostrano performance differenti tra le imprese con e senza agriturismo. Gli indicatori mettono in luce una situazione a vantaggio delle aziende agrituristiche sul piano sociale ed ambientale. Di contro, le aziende senza agriturismo presentano prestazioni migliori sul versante economico.
In particolare, le aziende agrituristiche registrano una minore redditività a causa probabilmente della forte incidenza dei costi aziendali, in particolare del costo del lavoro. Esse, infatti, si contraddistinguono per un maggior impiego di manodopera, soprattutto di natura extra-familiare, a prescindere dalla dimensione aziendale.
I risultati validano l’ipotesi di maggiore sostenibilità ambientale delle aziende con agriturismo. Gli indicatori d’impatto evidenziano nel complesso risultati a favore delle aziende agrituristiche, le quali realizzano processi produttivi più compatibili con l’ambiente rispetto alle aziende senza agriturismo, ad esempio la spesa per l’acquisto dei fertilizzanti e degli antiparassitari è minore. La sostenibilità dell’agriturismo può essere vista come il risultato del processo di diversificazione aziendale verso lo sviluppo delle attività di servizio.
Altro aspetto di rilievo è riferito ai rapporti tra l’agriturismo e il paesaggio: le aziende agrituristiche considerano il paesaggio un fattore molto importante e capace di attrarre i flussi turistici. Gli indicatori d’impatto paesaggistico assumono valori più contenuti per le aziende con agriturismo rispetto alle altre.
In sintesi, le imprese agrituristiche rappresentano probabilmente un’alternativa all’industrializzazione dell’agricoltura; le buone performance sociali e ambientali mettono in luce come l’obiettivo aziendale della massimizzazione del profitto assuma forse una importanza minore rispetto alle tematiche occupazionali ed ecologiche.
la ricerca necessita di ulteriori approfondimenti per disporre di maggiori elementi di conoscenza, soprattutto riguardo la remunerazione del capitale, il metodo di produzione e la consistenza delle superfici interessate dalle misure agro-ambientali e sull’influenza esercitata dal posizionamento altimetrico delle aziende.

Riferimenti bibliografici

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  • Zucca R., Pasi M. (a cura di) (1999), Appunti e riflessioni sull’agriturismo, KOINè Nuove Edizioni, Roma

  • 1. Gli Autori desiderano ringraziare Alfonso Scardera per il supporto fornito alla stesura del lavoro. Ovviamente, la responsabilità di quanto scritto rimane unicamente degli Autori.
  • 2. Il riferimento è ai raffronti tra i tra sistemi biologici e quelli convenzionali (Cisilino, Madau, 2007; Scardera, Zanoli, 2002).
  • 3. Si tratta degli 81 OTE particolari.
  • 4. Queste OTE comprendono il 49% delle aziende del panel RICA.
  • 5. Per quanto riguarda i criteri di scelta e validazione degli indicatori ambientali si rimanda alla letteratura sull’argomento (OECD, 1999, 2000; Commissione europea, 2000, 2001, 2006, 2001; INEA, 2004). Gli indicatori qui impiegati sono stati selezionati tenendo conto delle informazioni disponibili ai fini delle analisi.
  • 6. Questo risultato non risulta legato alla scelta del campione. Prendendo in considerazione tutte le aziende del panel con e senza agriturismo, il valore dell’indicatore appare nettamente a favore delle aziende con agriturismo (25% di superficie forestale contro il 10% delle aziende senza agriturismo).
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