Evoluzione delle politiche di tutela della biodiversità zootecnica italiana

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Evoluzione delle politiche di tutela della biodiversità zootecnica italiana

La salvaguardia della risorse genetiche animali in Italia: il Psr

Aggiornando un precedente studio (Signorello et al., 2004), sono state esaminate sotto il profilo quanti-qualitativo le misure a favore delle razze in via di estinzione previste dalle due programmazioni dei Psr regionali italiani nei periodi 2000-2006 e 2007-2013 senza tralasciare il confronto con la banca dati FAO.
Infatti, il Domestic Animal Diversity Information System della FAO (DAD-IS) ha svolto, e ancora svolge, un ruolo fondamentale per la valutazione del livello di tutela della diversità animale domestica a livello mondiale. L’esame dei Psr ha preso in considerazione anche altri aspetti aggiuntivi allo scopo di comprendere se l’evoluzione delle politiche di tutela della biodiversità zootecnica sia stata solo di tipo verticale, ovvero se abbia portato ad inserire le stesse razze in più Psr, oppure se vi sia stato un miglioramento anche in senso orizzontale, ovvero se siano state incluse nuove razze nell’ultima programmazione. Infine, seguendo quanto richiesto dai regolamenti comunitari, sono stati analizzati i premi ed i relativi giustificativi.

Le due programmazioni a confronto: Psr 2000-2006 e 2007-2013

Le azioni a favore della tutela della biodiversità zootecnica attivate con i nuovi Psr 2007-2013 sono globalmente cresciute. Seppure l’analisi su scala nazionale abbia rivelato dati nel complesso confortanti, è solo attraverso una distinzione a livello regionale che sono emersi i primi segnali delle difficoltà legate alla progettazione di un piano di tutela univoco ed efficace per le razze a rischio di estinzione. Ogni regione, infatti, decide autonomamente se attivare tali azioni e quali razze ne possano beneficiare. La tabella 1 mostra che numericamente le operazioni di sostegno sono distribuite in modo disomogeneo sul territorio nazionale, concentrandosi maggiormente nel Nord Italia (53%).

Tabella 1 - Evoluzione del numero di azioni attivate per la tutela della biodiversità zootecnica su scala nazionale, luglio 2011

Fonte: nostra elaborazione da Signorello et al (2004) e PSR regionali 2007-2013

I dati indicano tuttavia che nelle regioni meridionali è avvenuta una sostanziale ripresa (+6% circa), mentre nelle regioni del Centro Italia è accaduto l’opposto e si è verificata una contrazione degli interventi (-5%). Per quanto riguarda il rapporto tra numero di misure e specie tutelata nella nuova programmazione risultano avvantaggiati gli ovicaprini (68 misure), seguiti dai bovini e dagli equidi (47 misure entrambi); in ultima posizione si collocano invece avicoli e suini rispettivamente con 10 e 11 misure.
Passando ad un’analisi più approfondita per singola razza tutelata (Tabelle 2 e 4) si nota che nella passata programmazione le misure riguardavano circa 80 razze diverse, contro le 130 dei Psr attuali. Il numero di razze avicole è passato da 2 a 10 grazie alla Regione Veneto che ha incluso oltre ai polli anche faraone e tacchini.
Questo dato è particolarmente interessante perché rappresentativo di un nuovo interesse rivolto anche ad animali di taglia più piccola. Tuttavia, è bene sottolineare che ancora oggi la specie cunicula continua a non figurare in nessuna programmazione regionale. Lo studio ha evidenziato un andamento analogo anche per i suini, le cui razze suscettibili di finanziamenti specifici sono passate da 4 a 10.
In genere è da segnalare un trend positivo anche per tutte le altre specie le cui razze sono globalmente aumentate dal 40% (asini) al 100% (caprini).
Alcune Regioni dell’Italia Settentrionale nella stesura dei nuovi Psr hanno dimostrato maggior interesse al tema rispetto ad altre. Il Veneto, in particolar modo, ha esteso il contributo regionale ad ulteriori 8 razze, raggiungendo quota 20, attestandosi così, insieme al Lazio, ai primi posti in termini di interventi pianificati. Seguono il Piemonte, che tuttavia non migliora il proprio status rispetto alla programmazione passata, l’Emilia-Romagna che, partendo già da un discreto numero iniziale ha attivato altre 6 azioni di sostegno per nuove razze e a pari merito la Lombardia.
I territori che mostrano dati più rilevanti sono le Province Autonome di Bolzano e Trento, la Valle d’Aosta e il Friuli Venezia-Giulia, che hanno optato per un intervento più ampio, mentre più contenuta è risultata la programmazione della Liguria, che ha introdotto una sola razza autoctona ovina nel nuovo Psr.

Tabella 2 - Elenco razze inserite nei Psr italiani, luglio 2011

Il totale non coincide con la somma perché il dato è stato epurato dalle duplicazioni relative ad una stessa razza.
Fonte: nostre elaborazioni su Psr 2000-2006 e 2007-2013

La tabella 3 pone in confronto la banca dati Fao con i Psr.
Come già anticipato, il DAD-IS è ancora oggi la più autorevole fonte di informazioni in ambito di biodiversità zootecnica: tale data set è in continuo aggiornamento e suddivide le razze in estinte e a rischio di estinzione. Si nota non solo che il numero di razze censite della Fao è notevolmente aumentato passando dalle 90 alle 233, ma anche che quelle incluse nei singoli Psr sono raddoppiate. Tutto ciò significa che c’è stato sia un progredire del lavoro svolto delle organizzazioni deputate alla tutela delle razze a rischio di estinzione sia un miglioramento della conoscenza della biodiversità (Pirani 2008).

Tabella 3 - Lo stato di tutela della biodiversità zootecnica italiana, luglio 2011

1 Dati DAD-IS, 2000.
2 Dati DAD-IS, luglio 2011.
*
Tale indice è stato calcolato mettendo in rapporto le razze censite dalla Fao con quelle inserite nei Psr

Tuttavia l’indice di conservazione si è globalmente abbassato con le sole eccezioni delle specie avicole e caprine. Ciò indica che ci sono ancora molte razze tipiche da salvaguardare attraverso le azioni previste dai piani di sviluppo rurale regionali. Basti pensare che in mezzo secolo con l’estinzione di alcune razze italiane si è perso ben il 95% del patrimonio genetico dei suini, il 45% di quello dei bovini e il 36% di quello asinino. Di minore entità i dati riguardanti capre e cavalli, rispettivamente con perdite del 2% e del 6% (Gaviglio 2006).
Il confronto tra numero delle razze conosciute e non dalla Fao e quelle incluse nei Psr è racchiuso nell’indice di monitoraggio. Tale valore che può variare tra 0 e 1 è stato calcolato come differenza tra l'unità e il rapporto fra il dato sconosciuto alla Fao e il numero totale di razze inserite nei Psr. Lo studio (Tabella 4) ha riscontrato un controllo “quasi congruo” per le razze bovine (0,96), “parziale” nel caso dei suini e degli ovicaprini e “inadeguato” per le razze avicole (0,30). I Psr includono 19 razze ancora sconosciute all’organo internazionale, tra le quali spiccano soprattutto avicoli e ovicaprini. Per questa ragione l’aumento delle misure di tutela delle razze in via di estinzione sembra riconducibile più all’attività degli enti locali e degli stessi allevatori, piuttosto che degli organi comunitari e nazionali, che materialmente si trovano impossibilitati nel conoscere l’intero patrimonio zootecnico dei singoli territori.
L’entità dell’aiuto economico sembra essere quindi svincolata da variabili fondamentali quali specie, razza o, meglio, grado di rischio di scomparsa. Lo studio ha rivelato che solo in Toscana la numerosità delle popolazioni fornisce una discriminante aggiuntiva per l’assegnazione del sussidio, mentre la Campania distingue tra allevatori che utilizzano metodi convenzionali e quelli che seguono il Regolamento delle produzioni biologiche, riconoscendo a questi ultimi un premio maggiore.

Tabella 4 - Lo stato di tutela della biodiversità zootecnica italiana nei Psr, luglio 2011

° Tale indice è stato calcolato come differenza tra l'unità e il rapporto fra il dato sconosciuto alla Fao e il numero totale di razze inserite nei Psr

L’analisi dello stato di tutela del patrimonio zootecnico italiano ha preso in considerazione anche l’importo del contributo erogato (Tabella 5). Dato che i premi sono nati per coprire i mancati redditi degli allevatori che optano per razze meno produttive di quelle appositamente selezionate, lo studio evidenzia che i finanziamenti non sono riusciti quasi mai a colmare lo “svantaggio” calcolato a giustificazione dell’azione di tutela. Il fatto sembra ancora più aleatorio se si confrontano i Psr che hanno razze in comune: capita che le stesse siano sostenute in modo differente a seconda della regione.

Tabella 5 - Premi e relativi giustificativi per alcune razze tutelate, luglio 2011

Fonte: nostre elaborazioni su Psr 2007-2013

Il valore della biodiversità zootecnica

Le analisi hanno evidenziato che ancora oggi in Italia la tutela della biodiversità versa in uno stato di globale disomogeneità, sintomatico di una diversa sensibilità al tema e della difficoltà di reperire ed uniformare i dati. Lo studio fa emergere la consapevolezza che solo un’informazione dal basso verso l’alto può garantire la raccolta di informazioni realmente attendibili ma soprattutto utilizzabili per valutare le opportunità di sviluppo di un mercato agro-alimentare legato alle razze autoctone e ai prodotti tipici di un territorio.
Il vero successo delle politiche di sostegno alla biodiversità sarà raggiunto solo con la realizzazione di attività produttive, anche collaterali, capaci di soddisfare allo stesso tempo le esigenze economiche dell’allevatore custode della biodiversità e i bisogni di un consumatore sempre più edonista ma anche sempre più attento ad un consumo etico.

Riferimenti bibliografici

  • Fao (2006). Rapporto sulle risorse genetiche animali in Italia, Fao, Roma

  • Gaviglio A., Licitra Pedol M. (2006). Economy and Zootechnical biodiversity: some reflections, Production, Reproduction and Breeding in Animal Science, Edited by: G.F. Greppi, P. Rancada e L. Bonizzi, Lea Biotech, Milano

  • Pirani A., Gaviglio A., Demartini E., Licitra Pedol M. (2008). Strumenti di gestione per la biodiversità agricola. Un modello di classificazione delle razze autoctone, Atti del XIII Convegno Internazionale Interdisciplinare, Unicità, uniformità e universatilità nella identificazione del mosaico paesistico-culturale, Aquileia, 18-19 settembre

  • Pirani A., Gaviglio A., Demartini E. (2010). Livestock biodiversity. Genetic and economic resources of Lombard territory, in Impact and perspectives of biology and technology of animal reproduction, Edited by: Greppi G.F., Mura S., Global Print, Milano

  • Signorello G., Cicuzza G., Pappalardo G. (2004). La tutela della biodiversità zootecnica italiana nei piani regionali di sviluppo rurale, Rivista di Economia Agraria, LIX, n. 1, 3-36

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