Le principali novità del 6°Censimento dell’agricoltura

Le principali novità del 6°Censimento dell’agricoltura

Introduzione

Nel corso degli ultimi anni il Comitato permanente delle statistiche agricole di Eurostat ha sviluppato un ampio dibattito sul futuro delle statistiche agricole e, in particolare, di quelle strutturali che vedono nel Censimento decennale il principale punto di riferimento. Le occasioni che hanno stimolato il dibattito sono state soprattutto:

  • l’ampliamento dell’Unione Europea, che ha ulteriormente aumentato le differenze tra le agricolture nazionali in termini di struttura fondiaria e ordinamenti colturali;
  • la profonda revisione della politica agricola comune, che ha modificato il quadro delle esigenze informative statistiche sia per la Commissione che per i governi nazionali e regionali;
  • la necessità di rendere il sistema europeo delle statistiche agricole, da un lato, più omogeneo a quello delle statistiche economiche e, dall’altro lato, più flessibile rispetto ai nuovi bisogni informativi in materia di tutela dell’ambiente e della sicurezza alimentare;
  • l’uso dei dati di fonte amministrativa come ausilio alla rilevazione censuaria.

Dal dibattito sono emerse numerose proposte di revisione di alcuni aspetti fondamentali del Censimento dell’agricoltura, quali la definizione di azienda agricola, il campo di osservazione in relazione alle soglie dimensionali minime, l’uso dei dati amministrativi, l’uso di campioni per la raccolta di alcune informazioni censuarie. Inoltre, l’adozione della nuova classificazione delle attività economiche NACE Rev. 2 ha effetti significativi sul trattamento statistico delle imprese che svolgono attività di produzione agricola e zootecnica.
Questo articolo si propone di presentare le soluzioni adottate in Italia per il Censimento del 2010 in merito: (a) alla definizione di azienda agricola; (b) alla determinazione di una griglia di soglie fisiche per stabilire l’appartenenza di un’unità di rilevazione al campo di osservazione delle statistiche strutturali sulle aziende agricole; (c) all’uso integrato dei dati di fonti amministrative, che ha permesso di impostare un censimento assistito da lista precensuaria e che consentirà, dopo il Censimento, di realizzare e aggiornare annualmente il registro statistico delle aziende agricole.

La definizione di azienda agricola

Per il prossimo censimento l’Italia applicherà una definizione di unità statistica di rilevazione rispondente ai canoni internazionali ed europei. Conviene quindi analizzare brevemente le scelte effettuate e discuterne le principali conseguenze a livello nazionale.
Come nel passato, la FAO ha predisposto un manuale-guida per il Programma mondiale dei censimenti agricoli del 2010. In esso, l’unità statistica di riferimento continua ad essere l’azienda agricola definita come: “un’unità economica di produzione agricola sotto una direzione unica, comprendente tutti gli allevamenti e i terreni usati totalmente o parzialmente per la produzione agricola, senza riguardo al titolo di possesso, allo stato giuridico o all’ampiezza. La direzione unica può essere esercitata da un individuo o da una famiglia, in forma associata da due o più individui o famiglie, da un clan o tribù, da una persona giuridica come una società, cooperativa o agenzia governativa. I terreni aziendali possono consistere in una o più aree separate oppure in una o più divisioni territoriali di tipo amministrativo, purché le parcelle siano condotte con gli stessi mezzi di produzione, lavoro, fabbricati rurali e macchinari agricoli”.
Dunque la FAO raccomanda di mantenere inalterata la definizione di azienda agricola adottata nelle precedenti tornate censuarie.
Anche nel nuovo regolamento europeo sulle statistiche strutturali agricole, l’unità di rilevazione è costituita dall’azienda agricola. La definizione che si è adottata è, ovviamente, coerente con quella internazionale, ma subisce alcune modifiche interessanti rispetto al passato. Di seguito si riporta la definizione stabilita dal Regolamento (CE) n.1166/2008: “un’azienda agricola è una singola unità tecnica ed economica, che ha una gestione unitaria e che intraprende attività agricole all’interno del territorio economico della Unione europea, come attività sia primaria che secondaria, secondo le categorie della classificazione delle attività economiche NACE specificate nell’Allegato 1 a questo regolamento”.
Come si vede, accanto a rilevanti elementi di continuità con il passato, vi sono novità di qualche rilievo. Di fatto, permane il riferimento alla funzione economica svolta dall’azienda agricola che è quella della produzione, così come permane il criterio dell’unitarietà di gestione tecnica ed economica, che richiama l’unitarietà di conduzione di più aree, anche separate, con gli stessi mezzi di produzione, lavoro, fabbricati rurali e macchinari agricoli, esplicitamente prevista nella definizione della FAO. Si deve poi sottolineare che nella definizione europea continua ad essere assente ogni riferimento alla destinazione della produzione agricola, sia essa l’auto-consumo e/o il reimpiego in azienda come fattori della produzione e/o la vendita sul mercato. Ciò implica che queste caratteristiche possono essere considerate variabili di rilievo euristico, attinenti alla singola azienda agricola rilevata, non incidenti sulla definizione dell’unità statistica, ma comunque utili a stabilire una o più classificazioni tipologiche interne alla popolazione rilevata, una volta che questa sia stata riconosciuta nei suoi confini generali1.
Tra le novità, è rilevante la specificazione che l’attività economica svolta da una azienda agricola deve essere compresa tra quelle proprie della Divisione 01 della classificazione NACE Rev. 2. Rispetto al regolamento europeo precedente, il mutamento è consistente, per quanto più in termini di principi generali di ordinazione che non in termini di concrete conseguenze sulla copertura delle rilevazioni. Infatti, si abbandona il riferimento ad una lista ad hoc di prodotti agricoli collegata al Manuale dei conti economici per l’agricoltura e le foreste2 e si incentiva una convergenza rilevante delle statistiche agricole verso un impianto di carattere economico strutturale. In concreto, con il riferimento alla NACE, restano comprese tra le attività proprie dell’azienda agricola la produzione di colture permanenti, di colture non permanenti, di riproduzione delle piante, nonché la produzione zootecnica, siano esse effettuate in modo esclusivo o in forma mista (mixed farming: Cod. 01.5 della NACE Rev. 2). Al contrario, resta esclusa la produzione di attività di supporto all’agricoltura3 (Cod. 01.6 della NACE Rev. 2), ad eccezione del mantenimento dei terreni agricoli in buone condizioni agricole e ambientali (Cod. 01.61 della NACE Rev. 2), che viene incluso tra le attività economiche proprie dell’azienda agricola in coerenza con la riforma della PAC. Restano anche escluse tutte le attività di silvicoltura e forestali ed i connessi servizi (Cod. 02 della NACE Rev. 2), che in Italia sono stati tradizionalmente inclusi nel campo di osservazione dei passati censimenti agricoli.
Vi è, inoltre, una seconda novità rilevante nella nuova definizione europea: costituisce azienda agricola l’unità tecnica ed economica che svolge, anche solo in via secondaria, una o più delle attività NACE specificate nell’Allegato 1. In altri termini, se un’impresa svolge in via prevalente attività di trasformazione manifatturiera (ad esempio, produzione di vino con uve acquistate, produzione di latticini) oppure di servizi turistici (ad esempio, agriturismo), ma gestisce pure attività agricole di coltivazione o allevamento, essa dovrà essere compresa nell’universo delle aziende agricole, anche se la sua attività agricola è secondaria, dando luogo a valore aggiunto (o fatturato) inferiore a quello derivato dall’attività primaria di natura manifatturiera o di servizio. Sotto il profilo operativo, la novità non produrrà effetti consistenti sulla dimensione e composizione dell’universo di riferimento del prossimo Censimento agricolo, perché anche in precedenza in esso sono state incluse le aziende con attività extra-agricole (ad esempio: trasformazione di prodotti agricoli). Tuttavia, è importante notare l’inversione di logica che deriva dalla nuova definizione di azienda agricola. In particolare, mentre prima erano le attività extra-agricole ad essere considerate secondarie in riferimento ad una data azienda agricola, d’ora in poi saranno le attività agricole ad essere considerate secondarie rispetto a quelle extra-agricole prevalenti nell’unità giuridico-economica di appartenenza. Ne consegue che la nuova definizione avvicina l’unità statistica “azienda agricola” al sistema generale vigente nell’Unione Europea in materia di unità statistiche economiche; di fatto, l’azienda agricola diviene paragonabile alla “unità funzionale locale” di un’impresa secondo la definizione adottata dal regolamento (CEE) n. 696/93 relativo alle unità statistiche di osservazione e di analisi del sistema produttivo nell’Unione.
Considerate le modificazioni subite dalla definizione europea, l’Istat ha ritenuto opportuno adattare per il prossimo Censimento la definizione del 20004, escludendo dal campo di osservazione la produzione esclusivamente forestale5 e specificando che la produzione agricola e zootecnica si attua in essa in via sia principale che secondaria6. La nuova definizione italiana garantisce il rispetto dei canoni posti a fondamento della definizione internazionale e di quella europea, pur aggiungendo specificazioni nazionali non in contrasto con essi.

Il campo di osservazione e le soglie dimensionali

Fin dalle prime rilevazioni comunitarie sulla struttura delle aziende agricole, il campo di osservazione è stato circoscritto a: (a) le aziende con superficie agricola utilizzata (SAU) uguale o superiore a 1 ettaro; (b) le aziende con SAU inferiore ad 1 ettaro, ma che destinano alla vendita una parte della loro produzione agricola o che presentano caratteristiche superiori a soglie fisiche o economiche fissate a livello nazionale in relazione a specifici tipi di coltivazioni o allevamenti.
Nondimeno, la preesistenza in alcuni Paesi europei di soglie minime fondate su criteri diversi e comunque più restrittivi di quelli ora citati ha imposto al sistema statistico europeo di trovare soluzioni di maggiore flessibilità. Ciò spiega perché nel previgente Regolamento (CEE) n.571/88 fu lasciata ai Paesi membri la possibilità di fissare soglie fisiche o economiche secondo criteri propri, ma con l’obbligo di garantire che la loro applicazione alle rilevazioni comportasse l’esclusione solo delle aziende più piccole, tali che nel loro insieme non contribuissero per più dell’1% alla formazione del reddito lordo standard (RLS) della complessiva azienda agricola nazionale. Che questa sia stata una soluzione compromissoria è stato di recente affermato anche da Eurostat, che ha riconosciuto la difficoltà, se non l’impossibilità, di verificare l’effettivo rispetto del vincolo macroeconomico.
Di fatto, la possibilità di usufruire di questo secondo criterio di esclusione delle aziende relativamente più piccole, ha indotto alcuni Paesi membri a mantenere soglie fisiche che escludono dal loro campo di osservazione aziende anche fino a 5 ettari di SAU, fidando nel fatto che il vincolo europeo dell’1% fosse rispettato grazie a più consistenti dimensioni medie delle unità agricole e, in particolare, alla scarsa numerosità di quelle di dimensioni inferiori alla loro soglia nazionale. In altri Paesi membri, e in particolare in quelli dell’area mediterranea, l’accettazione della soglia minima di un ettaro di SAU e la contemporanea fissazione di criteri nazionali per l’inclusione di parte delle aziende con SAU inferiore è stata motivata dalla maggiore diffusione delle piccole e piccolissime unità.
L’Italia, unico tra i Paesi dell’Unione, non ha mai applicato soglie dimensionali in sede di conduzione dei censimenti dell’agricoltura ed ha assicurato l’armonizzazione comunitaria dei risultati censuari applicando il secondo criterio europeo di determinazione delle soglie soltanto a-posteriori, in sede di elaborazione dei dati riferiti al cosiddetto Universo CEE. In altri termini, il campo di osservazione del Censimento italiano ha sempre compreso tutte le unità di produzione agricola, senza riguardo alla loro ampiezza, mentre le soglie definite a livello europeo sono state applicate, a partire dall’edizione del 1982, per formare due distinte popolazioni censuarie in sede di diffusione dei risultati: quella riferita al cosiddetto Universo Italia e quella riferita all’Universo CEE. In particolare, le soglie adottate dall’Italia per determinare i risultati censuari con riferimento al secondo Universo sono state due: (a) includere tutte le aziende agricole con almeno 1 ettaro di SAU; (b) includere, tra le aziende con meno di 1 ettaro di SAU, quelle che, nell’anno di riferimento, abbiano avuto una produzione commercializzata almeno pari ad un predeterminato valore monetario7.
In assenza di liste di aziende agricole predeterminate sulla base di fonti amministrative, questa soluzione aveva due pregi: limitare al massimo la discrezionalità del singolo rilevatore nel decidere se una qualsiasi unità osservata dovesse o meno essere assoggettata a rilevazione; evitare che, all’inizio dell’intervista, al conduttore fossero poste domande filtro per stabilire se l’unità di osservazione avesse o meno le dimensioni minime stabilite da eventuali soglie fisiche.
Nel contempo, peò, la soluzione adottata in Italia fino al 2000 presentava due difetti: il primo, aumentava i costi dell’operazione censuaria e il complessivo fastidio statistico sui rispondenti, perché moltiplicava il numero delle unità di rilevazione marginali sia sotto il profilo strutturale che prettamente economico; il secondo, determinava una duplicità di risultati censuari, essendo, comunque, necessario rispettare le regole di armonizzazione europea con la diffusione dei dati riferiti all’Universo CEE.
Il nuovo Regolamento (CEE) n.1166/2008 sulle statistiche strutturali delle aziende agricole ha modificato parzialmente i criteri di determinazione delle soglie nazionali, sostituendo al vincolo di sottocopertura non maggiore all’1% del reddito lordo standard (RLS) della complessiva azienda agricola nazionale il vincolo del 2% della superficie agricola utilizzata8 e del 2% del numero totale di capi di bestiame.
Tenuto conto di questa modifica e della disponibilità precensuaria di informazioni da fonti amministrative sulle dimensioni di terreni e allevamenti aziendali, l’Istat ha ritenuto opportuno unificare i campi di osservazione del censimento, riconducendo l’Universo Italia all’Universo CEE e stabilendo nuovi criteri di determinazione delle soglie che vengono ora espresse in termini di dimensione dei terreni condotti e del numero dei capi di bestiame allevati da ciascuna unità di rilevazione. In particolare, secondo quanto stabilito dal Piano Generale di Censimento, fanno parte del campo di osservazione del 6° Censimento dell’agricoltura: (a) tutte le unità con almeno 1 ettaro di superficie agricola utilizzata (SAU); (b) le unità con meno di 1 ettaro di SAU che rispettano una soglia minima di SAU stabilita dall’Istat per ciascuna Regione e Provincia autonoma, tenendo conto delle specializzazioni regionali degli ordinamenti produttivi9; (c) le unità che allevano animali destinati, in tutto o in parte, alla vendita.

La lista precensuaria da fonti amministrative

Il Censimento dell’agricoltura del 2010 viene realizzato con il supporto di una lista precensuaria delle unità di rilevazione prodotta dall’Istat, per la prima volta, mediante integrazione tra archivi amministrativi e statistici. La lista ha permesso di personalizzare i questionari prestampando i dati identificativi del conduttore di azienda agricola e di fornire agli organi di censimento gli elenchi di unità da sottoporre a intervista diretta presso il domicilio del conduttore, se persona fisica, o presso la sede legale del conduttore, se persona giuridica. La lista contiene, oltre alle notizie anagrafiche e di localizzazione dei conduttori, ulteriori informazioni di ausilio alla rilevazione.
Per realizzare la lista precensuaria sono state utilizzate:

  • fonti specifiche per il settore agricolo: Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), Anagrafi zootecniche (AAZZ), Redditi agrari (RA), Catasto terreni ad uso agricolo;
  • fonti generali: Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (CCIAA) e archivi fiscali (IVA);
  • fonti statistiche esaustive a supporto per il miglioramento della selezione tra le unità integrate: archivio denominato “ASIA - Unità giuridico economiche”, 5° Censimento agricoltura 2000;
  • liste speciali: Istituzioni pubbliche, Istituzioni non profit, Agriturismi, Unità con prodotti DOP/IGP, Unità con prodotti vegetali dichiarati nei redditi, Dichiarazioni vitivinicole di AGEA, Indagine andamento delle quantità dei prodotti agricoli commercializzati e relativi prezzi, Indagine struttura e produzioni delle aziende agricole 2007, Proprietà collettive (common land).

L’archivio di settore più completo e aggiornato tra quelli integrati nella lista precensuaria è quello dei fascicoli aziendali, contenuti nel Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) e forniti dall’AGEA. Esso contiene informazioni anagrafiche e territoriali10 relative ai soggetti pubblici e privati, identificati dal codice fiscale (Codice unico di azienda agricola), esercenti attività agricola, agroalimentare, forestale e della pesca, che intrattengano a qualsiasi titolo rapporti con la pubblica amministrazione centrale o locale.
L’archivio delle Anagrafi zootecniche (AAZZ), gestito dal Ministero della salute, contiene dati sugli allevamenti di animali e sui loro detentori. Le specie interessate sono bovini e bufalini, suini, ovicaprini, equini e avicoli. Attualmente, l’archivio dei bovini è l’unico ad essere pienamente operativo; per le altre specie la copertura è parziale in termini di unità e soprattutto di numero di capi11. L’archivio dei Redditi agrari (RA) è gestito dall’Agenzia delle entrate ed è costituito dall’insieme dei contribuenti che, nell’anno di imposta, hanno dichiarato un reddito dominicale e/o un reddito agrario e/o redditi da allevamento di animali e/o hanno svolto attività di agriturismo. Le informazioni provengono dai modelli di dichiarazione dei redditi (Unico persone fisiche, Unico società di persone, Unico enti non commerciali, e dal modello 730). Il Catasto terreni ad uso agricolo è gestito dall’Agenzia del territorio e contiene informazioni sulle particelle (qualità del terreno, superficie totale), sui relativi intestatari (nome e cognome) e sul titolo di possesso. Gli altri archivi amministrativi (Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura - CCIAA e archivi fiscali - IVA) integrati nella lista precensuaria sono riferiti alla generalità dei settori produttivi e contengono informazioni già utilizzate dall’Istat per l’aggiornamento del registro statistico ASIA.
Le unità repertoriate nei suddetti archivi amministrativi sono integrate nella lista precensuaria, utilizzando come chiave di aggancio il codice fiscale dei soggetti identificati dalla specifica fonte amministrativa (ad esempio: il dichiarante redditi agrari o il detentore di specie animali).
La lista precensuaria è stata costruita con un duplice obiettivo: i) individuare le unità da sottoporre a rilevazione censuaria; ii) valutare con il Censimento la qualità delle diverse fonti amministrative per realizzare un registro statistico delle aziende agricole da aggiornare annualmente. Questo secondo obiettivo è coerente con le indicazioni emerse a livello nazionale ed internazionale circa l’utilizzo di fonti amministrative per ridurre i costi e il fastidio statistico a carico dei rispondenti. La disponibilità del registro statistico aggiornabile annualmente determinerà nel tempo un miglioramento della qualità di tutto il sistema di produzione delle statistiche agricole, consentendo di coprire esigenze informative attualmente soddisfatte solo una volta ogni dieci anni in occasione del Censimento.
Il processo di realizzazione della lista precensuaria è stato avviato dall’Istat nel 2008 e concluso nel febbraio 2010 con il rilascio di una lista di 2.042.341 unità. L’approccio seguito per individuare le unità da includere in essa è stato il seguente: (a) selezionare insiemi di unità con particolari caratteristiche da includere con certezza nella lista; (b) selezionare le restanti unità in base a segnali relativi alla loro dimensione economica.
Gli insiemi da includere con certezza nella lista riguardano, ad esempio, le istituzioni pubbliche e le istituzioni non profit (anche in presenza di segnali amministrativi deboli di appartenenza all’universo di riferimento), le unità con allevamenti (a prescindere dalla dimensione), gli usi civici (proprietà collettive ad uso agricolo, common land, costituite da terreni di proprietà privata o pubblica su cui gravano diritti di uso civico), le unità appartenenti al settore florovivaistico (in considerazione della loro possibile rilevanza economica anche per superfici limitate), nonché le unità viticole (in considerazione di quanto stabilito dal Regolamento (CEE) n. 357/79).
Per le restanti unità, non essendo disponibile un valore “certo” della loro dimensione economica, è stato necessario effettuare una sua “stima previsionale”. Poiché la lista è costruita sulla base di diverse fonti amministrative, la previsione della dimensione economica ha tenuto conto anche dei diversi contenuti informativi di ciascuna fonte ed in particolare: i) della probabilità che un’unità presente in uno o più archivi svolga un’attività agricola compresa nel campo di osservazione del Censimento; ii) del grado di affidabilità di ciascuna fonte rispetto ai dati dimensionali in essa contenuti.
Questi due elementi sono stati considerati congiuntamente al fine di evitare, da un lato, l’inclusione di unità con alta probabilità di condurre un’attività agricola ma con dimensione economica trascurabile, dall’altro, di escludere unità con bassa probabilità di condurre un’attività agricola ma (potenzialmente) di elevata dimensione economica.
La previsione della dimensione economica per una data unità è stata dunque calcolata: i) moltiplicando le stime delle superfici agricole per tipo di coltivazione per le corrispondenti UDE12; ii) sommando i valori così ottenuti per i diversi tipi di coltivazione; iii) pesando il valore totale ottenuto con la stima della probabilità che l’unità in questione conduca un’attività agricola.
Infine, per selezionare le unità da includere nella lista precensuaria in base alla stima della loro dimensione economica, è stata seguita la seguente procedura: i) le singole unità sono state ordinate, nell’ambito di ciascuna regione e provincia autonoma, in base alla dimensione economica stimata per ciascuna di esse; ii) sono state selezionate le unità più importanti, tali che complessivamente rappresentino il 99% della complessiva dimensione economica della regione o provincia autonoma. Poiché le unità selezionate con questa procedura sono un sottoinsieme delle unità che compongono l’intera lista precensuaria, la percentuale di copertura economica attesa, calcolata sul complesso delle unità comprese nella lista da sottoporre a censimento, è necessariamente superiore al 99%.
In conclusione, la lista di partenza del Censimento risulta sovradimensionata rispetto all’universo da indagare nel rispetto delle regole di definizione del campo di osservazione censuario. Sarà il Censimento a determinare l’effettivo numero di unità che costituiscono aziende agricole rientranti nel campo di osservazione e a rilevare le loro effettive caratteristiche dimensionali di colture e allevamenti.

  • 1. Alcune ricerche condotte usando i risultati del Censimento 2000 hanno provato la capacità informativa dei microdati aziendali rilevati, ai fini di analisi empirica delle strategie di impresa. Cfr. Russo C., Sabbatini M. “Analisi esplorative delle differenti strategie nelle aziende agricole” in Rivista di Economia Agraria, n°5, 2005.
  • 2. L’ultima versione della lista ad hoc è riportata nell’Allegato 2 della decisione della Commissione Europea n. 2000/115/CE e ha avuto applicazione a partire dal censimento del 2000.
  • 3. Tra queste sono comprese le attività agricole per conto terzi, la preparazione del raccolto per i mercati primari, la lavorazione delle sementi per la semina, la caccia.
  • 4. La definizione adottata per il Censimento del 2000 era la seguente: “Unità tecnico-economica costituita da terreni, anche in appezzamenti non contigui, ed eventualmente da impianti ed attrezzature varie in cui si attua la produzione agraria, forestale e zootecnica ad opera di un conduttore, e cioè persona fisica, società o ente, che ne sopporta il rischio sia da solo (conduttore coltivatore o conduttore con salariati e/o compartecipanti), sia in forma associata.” Cfr. Istat: 5° Censimento generale dell’agricoltura. Istruzioni per la rilevazione, Roma, 2000, pag. 42.
  • 5. In quanto l’attività forestale non rientra nell’elenco delle attività agricole previste dall’allegato 1 del Regolamento (CE) n. 1166/2008.
  • 6. La definizione adottata per il Censimento del 2010 è la seguente: “Unità tecnico-economica costituita da terreni, anche in appezzamenti non contigui, ed eventualmente da impianti ed attrezzature varie in cui si attua, in via principale o secondaria, la produzione agraria e zootecnica ad opera di un conduttore- persona fisica, società o ente - che ne sopporta il rischio sia da solo,come conduttore coltivatore o conduttore con salariati e/o compartecipanti, sia in forma associata.” Cfr Istat: Piano generale del 6° Censimento dell’agricoltura, Roma, 22 dicembre 2009, pag. 12.
  • 7. Per il Censimento del 2000 il valore fu fissato a 4 milioni di lire, corrispondenti a 1,72 unità di dimensione economica (UDE).
  • 8. Al netto delle superfici appartenenti alle proprietà collettive (common land).
  • 9. Le soglie di superficie minima non si applicano alle unità operanti nei settori florovivaistico e ortofrutticolo (in considerazione della loro possibile rilevanza economica anche per superfici limitate) e nel settore viticolo (in considerazione di quanto previsto dal Regolamento CE n.357/1979).
  • 10. Le informazioni territoriali presenti nell’archivio sono le seguenti: particella catastale, macrouso, superficie catastale, condotta e utilizzata, tipo di conduzione.
  • 11. Per equini e avicoli manca il numero di capi.
  • 12. Unità di Dimensione Economica; rappresenta l'unità di base per il calcolo della dimensione economica aziendale. Una UDE corrisponde a 1200,55 euro di Reddito lordo standard (Rls) aziendale.
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