Presenze straniere negli agriturismi italiani: un’analisi in chiave prospettica

Presenze straniere negli agriturismi italiani: un’analisi in chiave prospettica
a Università di Bari, Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Estimo e Pianificazione Rurale
b Università degli Studi di Foggia, Dipartimento di Scienze Agrarie degli Alimenti e dell'Ambiente
c Università degli Studi di Foggia

Introduzione

Nel corso degli ultimi decenni, le aree rurali sono state interessate da un rapido processo evolutivo che ha modificato profondamente la loro tradizionale struttura economico-sociale.
In particolare, è opportuno richiamare l’attenzione sulla progressiva affermazione dell’agricoltura “multifunzionale” (capace cioè di svolgere ruoli diversi oltre a quello tradizionalmente legato alla produzione di alimenti) e sulla crescente “diversificazione” delle attività economiche svolte nell’ambito degli spazi rurali. La moderna ruralità esprime quindi una maggiore complessità attraverso la quale essa cerca di rispondere alle rinnovate esigenze della società post-industriale in termini di sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente, bisogni ricreativi ed, in generale, di miglioramento della qualità della vita. Tra le principali novità che hanno caratterizzato il cambiamento delle aree rurali negli ultimi decenni, il turismo rurale ed in special modo l’agriturismo sono stati oggetto di un particolare interesse da parte sia di operatori economici che di policy maker. Il mutato scenario del settore turistico nazionale ed internazionale ha favorito, infatti, una profonda riflessione sull’opportunità di sviluppare una nuova offerta turistica più ampia ed articolata. In tale contesto, il turismo rurale ha saputo intercettare una fascia sempre più ampia di turisti che, spinti dal bisogno di evadere dalla frenesia della vita metropolitana, esprimono un elevato gradimento per la quiete della campagna e dei piccoli borghi, il contatto diretto con l’ambiente naturale, la riscoperta del folklore e delle antiche tradizioni. Per altro verso, i policy maker hanno riconosciuto al turismo rurale un ruolo strategico nel favorire l’avvio e il consolidamento di uno sviluppo rurale sostenibile basato essenzialmente su risorse endogene sia materiali (ambiente, paesaggio, archeologia, architettura, prodotti tipici, ecc.) sia immateriali (storia, cultura, tradizioni, saperi, capacità professionali, ecc.). Nelle aree rurali italiane, infatti, molte iniziative di valorizzazione del turismo rurale e dell’agriturismo sono state realizzate grazie all’attuazione di programmi nazionali e comunitari che hanno contribuito a: a) recuperare risorse che rischiavano di scomparire (ad esempio, molti prodotti tradizionali) o di degradarsi (paesaggio, edifici rurali, ecc.); b) creare opportunità occupazionali e di crescita economica in aree marginali; c) intensificare i rapporti di interdipendenza fra aree rurali ed aree urbane. Le aree rurali italiane possiedono indubbiamente delle straordinarie potenzialità anche se sono ancora molti i problemi da risolvere affinché possano essere innescate dinamiche di sviluppo durature e sostenibili. In particolare, il turismo rurale italiano, sebbene possa contare su numerose ed apprezzabili iniziative imprenditoriali, incontra ancora molte difficoltà soprattutto nella fase di organizzazione, coordinamento e promozione della propria offerta. Negli ultimi anni, del resto, sono cresciute notevolmente le aspettative dei turisti che mostrano sempre più interesse per la fruizione di servizi proposti dal territorio nel suo complesso piuttosto che da singole aziende. Pertanto, è necessario ancora uno sforzo per costruire un’offerta integrata e di qualità capace di rendere più attrattive e competitive le aree rurali italiane nel panorama complessivo dell’offerta turistica nazionale ed internazionale.
Negli ultimi anni, il settore agrituristico italiano ha fatto comunque registrare una grande crescita. Infatti, dal 1998 al 2004, il numero di visitatori è triplicato passando da circa 400.000 a 1.200.000 unità ed è aumentata notevolmente anche l’offerta di servizi agrituristici: ad esempio, è raddoppiato il numero di posti letto passati da circa 60.000 ad oltre 120.000. Oltre un terzo dei turisti ospitati dagli agriturismi italiani è di nazionalità straniera ed il loro numero è considerevolmente cresciuto passando dai circa 200.000 visitatori del 1998 agli oltre 450.000 del 2004. Concentrando l’attenzione sui flussi di turisti stranieri, è importante mettere in evidenza che negli agriturismi italiani arrivano visitatori da ogni parte del mondo (Tabella 1). Tuttavia, circa la metà dei visitatori stranieri è di nazionalità tedesca e la rimanente parte proviene prevalentemente dagli USA e dagli altri paesi dell’Europa centro-settentrionale (Regno Unito, Francia, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Austria e Svizzera). Negli ultimi anni, inoltre, gli arrivi di turisti tedeschi hanno fatto registrare una certa flessione (-5% nel triennio 2002 – 2004) mentre sono cresciuti molto, almeno in termini relativi, i flussi di turisti provenienti da altri paesi con particolare riferimento a quelli che attualmente hanno scarsa rilevanza.

Tabella 1 - Visitatori stranieri ospitati da agriturismi italiani

(*) Media dal 2002 al 2004; (**) variazione % dal 2002 al 2004
Fonte: ISTAT

Considerando le straordinarie potenzialità dell’agriturismo italiano e le opportunità di sviluppo che il settore potrebbe avere da un’espansione dei flussi turistici soprattutto stranieri, appare quindi estremamente utile cercare di capire quali potrebbero essere nei prossimi anni i principali bacini da cui potrebbero originarsi flussi crescenti e consistenti di visitatori. La possibilità di formulare previsioni di questo genere permetterebbe, infatti, di concentrare in maniera più mirata gli investimenti in attività promozionali ed offrirebbe preziose indicazioni per la localizzazione di strutture dedicate a fornire servizi informativi e logistici ai turisti.

L’analisi empirica

In questo studio è stato elaborato un modello econometrico capace di spiegare come varia l’entità dei flussi di visitatori stranieri verso gli agriturismi italiani in funzione di una serie di variabili. Come base di partenza è stato utilizzato il “modello gravitazionale” il quale è ampiamente utilizzato nelle analisi empiriche del commercio internazionale ma ha fornito risultati soddisfacenti anche in alcuni studi riguardanti i flussi migratori (Karemera et al., 2000) e quelli turistici (Matias, 2004). Il modello gravitazionale fornisce una stilizzazione delle regole che governano i flussi bilaterali (commerciali o migratori) fra i diversi paesi in modo analogo alla teoria fisica della gravità. Infatti, secondo tale modello, l’entità dei flussi aumenta al crescere della dimensione economica dei paesi coinvolti e diminuisce con l’aumentare della loro distanza (Tinbergen, 1962).
Il modello gravitazionale viene normalmente presentato attraverso la seguente espressione analitica (Head, 2003):

dove, Fij è il flusso (di merci o persone) tra il paese di origine i e quello di destinazione j; Mi e Mj esprimono una misura della dimensione economica dei due paesi; Dij è la distanza tra i due paesi; G è una costante che dipende dalle unità di misura utilizzate per le altre variabili.
Data la natura moltiplicativa dell’equazione gravitazionale, è possibile utilizzare i logaritmi delle variabili in modo da ottenere un’equazione lineare che può essere stimata con il metodo dei Minimi Quadrati Ordinari a partire da un data-set di osservazioni:

(2)  ln Fij =  α0 + α ln Mi + β ln Mj - γ ln Dij + εij

In questo studio, la “classica” equazione gravitazionale è stata in parte modificata in modo da renderla più funzionale agli specifici obiettivi che si intendono raggiungere. Più precisamente, la formulazione del modello empirico è la seguente:

(3)  ln Arriviit = α0 + α ln Pil_procit + β ln Popit + γ ln   Perc_pop_urbit + δ ln Posti_lettot  - θ ln Disti + εit

dove:
Arriviit è il numero di visitatori provenienti dal paese i ed ospitati in agriturismi italiani nell’anno t; α0 è una costante; Pil_procit è il PIL pro-capite del paese i nell’anno t (espresso in dollari a prezzi costanti); Popit è la popolazione del paese i nell’anno t (espressa in milioni di abitanti); Perc_pop_urbit è la percentuale di popolazione che vive nelle aree urbane per il paese i nell’anno t; Posti_lettot è la disponibilità complessiva di posti letto negli agriturismi italiani nell’anno t; Disti è la distanza tra l’Italia ed il paese i espressa in chilometri tra le rispettive capitali; εit è il termine di errore.
Sul modello appena presentato è opportuno riportare alcune brevi considerazioni che riguardano le differenze rispetto al classico modello gravitazionale. In primo luogo, va sottolineato che la stima del modello viene effettuata considerando flussi unidirezionali cioè provenienti da diversi paesi ma indirizzati tutti verso l’Italia per evidenti ragioni legate agli obiettivi dello studio; tuttavia, la coerenza con la relazione su cui si fonda il modello gravitazionale non dovrebbe essere compromessa da tale scelta. In secondo luogo, si è deciso di introdurre più di una proxy per cogliere la propensione di un paese a generare flussi di visitatori verso gli agriturismi italiani seguendo una prassi abbastanza consueta negli studi che utilizzano il modello gravitazionale. Secondo l’approccio classico, infatti, la propensione a generare flussi viene colta utilizzando il PIL del paese di origine ma, in questo caso studio, si è preferito scindere tale variabile in due componenti cioè il “PIL pro-capite” e la “popolazione” in modo da poterne valutare separatamente gli effetti. Ragionevolmente, ci si aspetta che i flussi crescano con l’aumentare sia della popolazione che del reddito percepito mediamente da ogni singolo abitante ma sembra interessante capire se vi è una differenza di elasticità ossia se i flussi crescono maggiormente con l’aumentare della popolazione oppure del reddito pro-capite. In aggiunta a questi due fattori, nel modello è stata introdotta un’altra variabile che dovrebbe contribuire a spiegare la propensione di un paese a generare flussi di visitatori verso gli agriturismi italiani cioè la “percentuale di popolazione residente nelle aree urbane”. Alla base di tale scelta vi è l’ipotesi secondo la quale i residenti delle aree urbane dovrebbero gradire maggiormente trascorrere una vacanza in agriturismo rispetto ai residenti delle aree rurali per cui, a parità di altre condizioni, un paese con una maggiore percentuale di popolazione residente nelle aree urbane dovrebbe generare maggiori flussi di visitatori verso gli agriturismi in generale e, quindi, anche verso quelli italiani. Per quanto riguarda, invece, la propensione ad assorbire i flussi, nel classico modello gravitazionale, essa viene colta utilizzando, anche in questo caso, il PIL del paese ricevente. Tuttavia, riflettendo sul caso studio in cui non vengono considerati flussi eterogenei di merci o persone bensì flussi di natura ben specificata (ovvero turisti stranieri che alloggiano proprio negli agriturismi), una variabile come il numero di posti letto disponibili presso gli agriturismi sembra essere più efficace nel cogliere la capacità dell’Italia nell’assorbire tali flussi. Un’altra doverosa osservazione da fare è che, nel modello proposto, il paese ricevente è sempre lo stesso cioè l’Italia e, quindi, l’introduzione di una variabile deputata a coglierne la capacità di assorbire flussi sembrerebbe non avere alcun senso se tale variabile non subisce variazioni tra un’osservazione e l’altra. La giustificazione risiede invece nel fatto che la stima del modello viene effettuata utilizzando un panel-data cioè un data-set costituito da serie storiche ripetute per lo stesso insieme di unità cross-section. Il periodo a cui si è fatto riferimento nell’analisi comprende gli anni 1998-2004 durante i quali, come già detto, la disponibilità di posti letto negli agriturismi italiani è cresciuta molto e, quindi, è parso interessante capire in quale misura l’incremento dell’offerta ricettiva possa aver contribuito a spiegare la crescita dei flussi di visitatori stranieri. Infine, per quanto riguarda la distanza, nel modello è stata adottata una soluzione abbastanza comune che è quella di considerare la distanza tra le capitali dei paesi di origine e di destinazione. Nel modello empirico, la distanza assume la funzione di proxy del costo di viaggio ma, come si può ben immaginare, non è semplice operare una quantificazione diretta di tale costo per ciascuno dei paesi da cui si originano i flussi. In ogni caso, ci si attende che, con l’aumentare della distanza, la consistenza dei flussi di visitatori debba comunque diminuire.
La stima del modello è stata effettuata a partire da un panel-data costituito da 182 osservazioni relative ad un periodo di 7 anni (1998-2004). I dati si riferiscono a 26 paesi da cui proviene oltre il 95% dei visitatori stranieri ospitati negli agriturismi italiani. I dati relativi al numero di visitatori stranieri distinti per paese di provenienza (variabile dipendente) e quelli relativi all’offerta di posti letto da parte degli agriturismi italiani sono stati estratti dalle “Statistiche del turismo” pubblicate con cadenza annuale dall’Istat e contenenti i risultati delle rilevazioni sulla capacità degli esercizi ricettivi e sul movimento dei loro clienti. I dati relativi al Pil pro-capite sono stati ottenuti dal World Economic Outlook Database del Fondo Monetario Internazionale [link] ed, essendo espressi in dollari correnti, sono stati convertiti in valori costanti utilizzando gli indici dei prezzi al consumo forniti dal U.S. Bureau of Labor Statistics [link]. I dati relativi alla popolazione totale dei diversi paesi ed alla popolazione residente nelle aree urbane sono stati estratti dalla banca dati on-line della FAO [link]. Infine, la distanza tra Roma e le capitali degli altri paesi è stata calcolata con la formula di Haversine utilizzando le coordinate fornite dal The World Factbook della CIA [link].

Riflessioni sui risultati ottenuti

I risultati della stima del modello sono riportati nella tabella 2 e su di essi è possibile sviluppare alcune riflessioni.
Un primo risultato emerso dall’analisi riguarda l’effetto che le variazioni del reddito pro-capite possono avere sui flussi di visitatori verso gli agriturismi italiani. Il coefficiente stimato per la variabile Pil_proc è pari a 1,2 e, data la forma logaritmica dell’equazione, esso esprime direttamente un valore di elasticità. Quindi, a parità di altre condizioni, un aumento del reddito pro-capite pari all’1% è in grado di generare una variazione più che proporzionale del numero visitatori e, precisamente, un incremento pari all’1,2%. Se ne deduce che la consistenza dei flussi di visitatori verso gli agriturismi italiani aumenta in maniera rilevante passando da paesi più poveri a quelli più ricchi, ferme restando ovviamente altre condizioni. Ciò va messo in relazione con il carattere notoriamente “voluttuario” dei servizi turistici per i quali è prevista appunto una elasticità della domanda rispetto al reddito superiore all’unità. Di conseguenza, un aspetto da prendere in considerazione nel pianificare eventuali investimenti all’estero in comunicazione/promozione dovrebbe essere proprio il reddito percepito mediamente dagli abitanti dei diversi paesi.
Per quanto riguarda, invece, gli effetti delle variazioni di popolazione sui flussi di visitatori verso gli agriturismi italiani, è stata rilevata una correlazione positiva ma meno che proporzionale. Più precisamente, si osserva che se la popolazione aumenta dell’1%, ad esempio da un paese ad un altro, il numero di visitatori aumenta solo nella misura dello 0,6%, ovviamente a parità di altre condizioni. Ciò significa che le differenze di popolazione tra un paese ed un altro hanno effetti decisamente più limitati sui flussi di visitatori rispetto a quelli che vengono generati da differenze del reddito pro-capite.

Tabella 2 - Risultati della stima del Modello

L’analisi ha evidenziato, inoltre, che i flussi di visitatori diretti verso gli agriturismi italiani sono influenzati anche dal grado di urbanizzazione della popolazione dei paesi di origine. In particolare, si osserva che, a parità di altre condizioni, un paese caratterizzato da una maggiore percentuale di popolazione urbanizzata è in grado di generare flussi di turisti molto più consistenti. Infatti, il coefficiente stimato per la variabile Perc_Pop_urb è pari a 3,3 che esprime un valore di elasticità piuttosto elevato. Tale risultato confermerebbe quindi l’ipotesi secondo la quale i residenti delle aree urbane esprimono un gradimento decisamente superiore per le vacanze da trascorrere in agriturismo rispetto ai residenti delle aree rurali.
Come atteso, anche la disponibilità complessiva di posti letto negli agriturismi italiani contribuisce a spiegare le variazioni del numero di visitatori stranieri. Infatti, il coefficiente della variabile Posti_letto è pari a 1,05 e, quindi, si può dedurre che, almeno nel periodo a cui si riferisce l’analisi, l’aumento dell’offerta di posti letto negli agriturismi italiani ha prodotto un incremento di visitatori in una misura quasi direttamente proporzionale. Questo può essere spiegato tenendo presente che, in una fase di espansione della domanda come quella degli anni appena trascorsi, un aumento dei posti letto può aver contribuito a calmierare i prezzi e ad agevolare la ricerca di una sistemazione da parte dei turisti (non va trascurato, infatti, il carattere stagionale che, notoriamente, caratterizza la richiesta di alloggi negli agriturismi). Una riflessione su questo risultato potrebbe essere che, almeno nel breve periodo, il settore agrituristico sembra mostrare buone opportunità di crescita che gli operatori dovrebbero sfruttare al meglio effettuando ulteriori investimenti rivolti ad accrescere l’offerta ricettiva. D’altra parte, l’Italia dispone di grandi potenzialità e di risorse distribuite capillarmente su tutto il territorio nazionale ma solo alcune zone dispongono di una ricca dotazione di strutture ricettive (ad esempio, Toscana e Trentino Alto-Adige) mentre in altre aree, soprattutto del Centro-Sud, l’agriturismo è ancora poco sviluppato.
Infine, la distanza si conferma come un fattore fortemente limitante per lo sviluppo dei flussi turistici poiché essa comporta, come atteso, un aumento dei costi di viaggio ed anche maggiori disagi legati soprattutto agli spostamenti su lunghe tratte. I risultati dell’analisi mostrano, infatti, che all’aumentare della distanza i flussi di visitatori diminuiscono seppure in una misura di poco inferiore alla proporzionalità diretta (il coefficiente della variabile Dist è pari a 0,83).

Conclusioni

Attraverso i risultati ottenuti, è possibile suggerire alcune linee guida per sostenere lo sviluppo del settore agrituristico italiano.
Innanzitutto, sembra auspicabile che gli investimenti nel settore agrituristico possano essere intensificati nei prossimi anni in considerazione del fatto che, per un verso, esiste una domanda internazionale in forte espansione e, per altro verso, le risorse disponibili nel nostro paese sono sfruttate ancora solo parzialmente soprattutto nelle regioni del centro-sud dove l’agriturismo continua ad essere un’attività poco sviluppata nonostante la presenza di un patrimonio storico-culturale e paesaggistico per certi versi ancora più ricco e variegato rispetto ad alcune mete turistiche più affollate di visitatori.

Tabella 3 - Caratteristiche dei paesi da cui si originano i flussi di visitatori (anno 2004)

Fonte: Fondo Monetario Internazionale e FAO

Inoltre, è necessario uno sforzo maggiore da parte degli operatori agrituristici, in stretta collaborazione con gli enti pubblici di diverso livello, per organizzare, coordinare e promuovere un’offerta turistica espressa dal territorio e non dalle singole aziende in modo da rendere maggiormente attrattive e competitive le aree rurali italiane nel panorama complessivo dell’offerta turistica nazionale ed internazionale. In particolare, le attività di comunicazione e promozione rivestono un importante ruolo strategico per intensificare e diversificare i flussi di visitatori stranieri. Ovviamente, gli investimenti in attività promozionali dovrebbero essere concentrati dove esistono maggiori probabilità di successo e dove quindi potranno tradursi effettivamente in un incremento sostanzioso dei flussi di visitatori.
A tale riguardo, i risultati dell’analisi effettuata suggeriscono, innanzitutto, di focalizzare l’attenzione verso paesi che non siano molto distanti dall’Italia tenendo conto che i costi e i disagi associati ai lunghi viaggi rappresentano dei fattori fortemente limitanti. Di conseguenza, paesi come gli USA, il Canada, l’Australia, il Giappone e la Nuova Zelanda, non sarebbero degli ottimi target verso cui indirizzare investimenti in attività promozionali (Tabella 3). Tuttavia, trattandosi di paesi ricchi ed, in alcuni casi, anche molto popolosi come USA e Giappone, non andrebbe esclusa la possibilità di esaminare l’uso di strumenti di comunicazione e promozione assai mirati e quindi capaci di raggiungere specifici segmenti di consumatori caratterizzati da un’elevata disponibilità a pagare per trascorrere vacanze negli agriturismi italiani.
La maggior parte dell’impegno andrebbe comunque riservato ai paesi europei i quali però mostrano forti differenze per quanto riguarda il livello del reddito pro-capite che, come evidenziato dall’analisi, può influenzare notevolmente la consistenza dei flussi di turisti. I paesi europei con i più alti livelli di reddito sono quelli dell’area centro-settentrionale per cui, oltre alla Germania da cui già provengono consistenti flussi di turisti, sarebbe opportuno stimolare una crescita del numero di visitatori provenienti dai paesi scandinavi (Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca), dal Benelux, dal Regno Unito ed, ovviamente, dai paesi più vicini all’Italia cioè Francia, Svizzera ed Austria. Per avere un maggiore ritorno dagli investimenti promozionali sarebbe opportuno, inoltre, concentrare tali attività soprattutto nei grandi centri urbani dove l’interesse della popolazione per il turismo rurale sembra essere maggiore.
Ovviamente, gli investimenti in attività promozionali andrebbero accompagnati dallo sviluppo di un efficiente e capillare sistema capace di fornire servizi informativi ed assistenza qualificata per le prenotazioni, la pianificazione di itinerari e la proposta di viaggi organizzati in modo da ridurre e rendere meno costosi gli sforzi che i turisti stranieri, spesso, devono sopportare per trascorrere le loro vacanze presso gli agriturismi italiani.

Riferimenti bibliografici

  • Karemera, D., Oguledo, V. I., Davis, B. (2000). A Gravity Model analysis of international migration to North America. Applied Economics, 32 (13): 1745-1755
  • Head, K. (2003). Gravity for beginners. Working Paper. University of British Columbia
  • Istat (vari anni). Statistiche del turismo, Roma
  • Matias A. (2004). Economic Geography, Gravity and Tourism Trade: the case of Portugal. In Brebbia C. A., Wessex Institute of Technology, United Kingdom & F.D. PINEDA, Complutense Univerisity (eds). Sustainable tourism. Spain
  • Tinbergen J. (1962). Shaping the World Economy: Suggestions for an international economic policy. New York, The Twentieth Century Fund
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