Giovani imprenditori agricoli: risorsa per l’Europa

Giovani imprenditori agricoli: risorsa per l’Europa
Nuova risoluzione del Parlamento Europeo sul futuro dei giovani agricoltori

Il 5 giugno il Parlamento europeo ha adottato a larga maggioranza un nuovo rapporto sul futuro dei giovani agricoltori a distanza di otto anni dal precedente.
I parlamentari hanno sottolineato che la Pac dovrebbe mirare a sopprimere gli ostacoli che si oppongono attualmente all’ingresso dei giovani nell’attività agricola e invitano la Commissione a realizzare un nuovo studio sui giovani agricoltori e sulle misure ad essi destinate.
Il documento, accolto con favore dai giovani agricoltori europei, getta la basi per una lettura innovativa delle imprese agricole, riconoscendo la forte dinamicità dei giovani imprenditori nel processo decisionale, la loro propensione al rischio, la capacità di ricercare sinergie e complementarità con gli altri attori del territorio e di attuare scelte di pianificazione ad elevato contenuto innovativo.
Questo non significa ovviamente sottovalutare i problemi del ricambio generazionale che, a tutt’oggi, affliggono l’Europa, considerando che la percentuale di agricoltori di età inferiore ai 35 anni nell'Unione Europea ammonta nel 2003, secondo l’Eurostat, a solo il 7% (e in Italia solo al 4%) a fronte di una domanda alimentare in costante crescita.
Ma l’approccio del nuovo documento del Parlamento europeo apre a nuovi scenari per il sostegno ai giovani in agricoltura, soprattutto in una fase di profonda revisione della politica agricola, a partire dall’Health Check e in vista del dopo-2013.
Si tratta di un rapporto positivo che getta le basi per una nuova immagine dell’agricoltura e dell’imprenditore agricolo e mette al centro dell’attenzione dei decisori politici comunitari le esigenze di innovazione e competitività delle imprese giovani e il loro bisogno di semplificazione e flessibilità. Bisogno fondamentale per operare in un mercato in continua evoluzione, fonte di molte opportunità, ma anche di nuovi rischi, che vanno affrontati con la giusta strumentazione: dalla formazione continua alla consulenza, da un migliore accesso al credito a un nuovo approccio alla gestione del rischio.
Le principali questioni che emergono dal rapporto sono:

  • Favorire l’accesso alla terra, anche creando una vera e proprio “banca della terra” agricola liberata dai pensionamenti, sul modello di quanto già accade in Francia;
  • Migliorare l’accesso ai finanziamenti, tramite prestiti agevolati, interventi nel capitale di rischio, tassi agevolati, misure fiscali ad hoc per ridurre il pesante costo degli interessi cui devono far fronte i giovani una volta acquisita l’azienda e nello sviluppo dei progetti di impresa; - Rendere obbligatoria in tutti i Programmi di sviluppo rurale la misura di primo insediamento dei giovani agricoltori;
  • Valorizzare il business plan quale strumento per la promozione del progetto imprenditoriale a lungo termine; - Investire nella qualità della vita in zone rurali, favorendo un accesso paritario ai servizi pubblici (poste, scuole, trasporti pubblici, servizi sanitari, ecc.) ed il loro mantenimento (commercio ed artigianato, strutture di accoglienza per bambini piccoli ed anziani, alloggi popolari e in locazione, ecc.), nonché creando spazi di vita sociale che consentano di “rompere l'isolamento” (bar, centri culturali, centri sportivi, ecc.); 
  • Invito rivolto alla Commissione europea a presentare proposte per consentire ai consumatori di identificare facilmente le merci prodotte in conformità alle rigorose norme comunitarie in materia di ambiente, benessere degli animali e sicurezza degli alimenti;
  • Promuovere la formazione iniziale e continua, la mobilità per i giovani agricoltori e la creazione di strumenti che permettano loro di assentarsi dall'azienda durante i corsi di formazione; - Proposta di istituire un “Anno europeo del dialogo tra città e campagna”.

Secondo il Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori [link] che ho l’onore di rappresentare, i giovani imprenditori agricoli europei sono pronti ad affrontare le sfide del Ventunesimo secolo, dalla globalizzazione ai cambiamenti climatici, dall’aumento della domanda alimentare alle esigenze dei consumatori.
Vogliamo assumere su di noi stessi il rischio di giocare questa partita e siamo certi di poter dimostrare quanto ricca, forte, necessaria, competitiva, sostenibile e fondamentale sia la nostra attività in tutta l’Europa. Il rapporto del Parlamento Europeo rappresenta un primo passo importante in questa direzione.

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