Premessa
Il presente lavoro riporta, dopo una breve introduzione sulle misure per la formazione del capitale umano nei Psr delle Regioni Obiettivo Convergenza, i primi risultati dell’indagine diretta1 sull’universo dei discenti degli interventi di formazione collettiva realizzati nell’ambito della misura 1112 (azione 1 - formazione professionale per gli addetti dei settori agricolo, alimentare e forestale) del Psr Calabria 2007-2013. Le indagini sono state condotte a conclusione delle singole iniziative di formazione mediante un questionario semi-strutturato suddiviso in tre sezioni di approfondimento: la prima rivolta agli enti di formazione, le altre due ai discenti. Per questi ultimi, è stato previsto un gruppo di quesiti finalizzati all’autovalutazione dell’apprendimento (aspettative e ricadute potenziali).
La formazione del capitale umano nei programmi di sviluppo rurale delle Regioni Obiettivo Convergenza
L’art. 20 del Reg. (CE) n. 1698/2005 sullo sviluppo rurale definisce le misure volte al sostegno della competitività del settore agricolo e forestale, distinguendo tra misure tese a:
- promuovere la conoscenza e sviluppare il potenziale umano;
- ristrutturare e sviluppare il capitale fisico e promuovere l’innovazione;
- migliorare la qualità della produzione e dei prodotti agricoli.
Con riferimento al primo gruppo di Misure, queste, da un lato, tendono a stimolare la crescita del capitale umano in termini quantitativi e qualitativi – in particolare attraverso le misure di primo insediamento (112) e di prepensionamento (113) –, dall’altro, puntano alla promozione della conoscenza e allo sviluppo del capitale umano (è il caso delle misure 111 sulla formazione professionale e l’informazione, 114 inerente ai servizi di consulenza e 115 sull’avvio di servizi di gestione, sostituzione e assistenza). L’importanza riconosciuta agli interventi rivolti allo sviluppo e rafforzamento del potenziale umano rientra in una logica di azione che non solo tende a rispondere alle esigenze del mondo rurale, ma anche, e soprattutto, alle politiche europee in generale, legate alla strategia di Lisbona e di Europa 2020 per una Europa sempre più competitiva, con migliori e maggiori opportunità di lavoro.
Da un punto di vista generale, il peso finanziario attribuito alle misure per il potenziamento del capitale umano nelle strategie di sviluppo rurale delle Regioni italiane può essere utilizzato come una proxy dell’importanza attribuita a tali interventi. Da un confronto tra le Regioni Obiettivo Convergenza (Figura 1) che, nella programmazione 2007-2013, hanno previsto l’attivazione delle misure rivolte allo sviluppo del potenziale umano, la Puglia – con il 19% delle spesa pubblica programmata per l’Asse 1 (120.592.906 € su 635.539.078 €) – risulta essere quella maggiormente orientata all’implementazioni di tali politiche, seguita dalla Sicilia (16,4%) e dalla Calabria, con il 14% delle risorse programmate nell’ambito dell’Asse 1 (61.045.833,35 € su 435.496.350,02 €).
Ponendo l’enfasi sul peso finanziario attribuito alle sole azioni nel campo della formazione professionale e dell’informazione, si rileva come, tra le Regioni Obiettivo Convergenza, la Calabria sia quella ad aver riservato alla misura 111 il minor numero di risorse finanziarie (12,1% dei fondi dedicati allo sviluppo del capitale umano). Tuttavia, a differenza dei Psr di Puglia e Sicilia che non hanno attivato la misura 115 (avviamento dei servizi di consulenza e di sostituzione e assistenza aziendale), il programmatore calabrese ha operato la scelta di distribuire le risorse finanziarie riservate al capitale umano tra tutte le Misure ad esso dedicate, compresa la misura 115.
Passando a considerare lo stato di attuazione finanziaria (pagato su programmato) della misura 111 al 31 dicembre 2011, dalla figura 3 si evince che la Calabria è la regione ad aver sostenuto la spesa maggiore con 928.774 €, pari al 12,6% del totale programmato, nonostante il ritardo accumulato nelle procedure di approvazione delle graduatorie di merito e le difficoltà attuative dovute alle modalità di erogazione del contributo pubblico (la misura, infatti, non prevede forme di anticipazione).
Figura 1 - Confronto sulla dotazione finanziaria destinata allo sviluppo del capitale umano nei Psr delle Regioni italiane Obiettivo Convergenza (valori in %)
Fonte: ns. elaborazioni su dati Rete Rurale Nazionale
Figura 2 - Risorse programmate sulla misura 111 nell’ambito degli interventi per il capitale umano nei Psr delle Regioni italiane Obiettivo Convergenza (valori in %)
Fonte: ns. elaborazioni su dati Rete Rurale Nazionale
Figura 3 - Avanzamento finanziario della misura 111 nei Psr delle Regioni italiane Obiettivo Convergenza (2007-2011, valori in %)
Fonte: ns. elaborazioni su dati Rete Rurale Nazionale, aggiornati al 31/12/11
I principali risultati dell’indagine diretta sui beneficiari della misura 111
Nel 2011, gli interventi di formazione collettiva conclusi a valere sulla misura 111 (azione 1) risultano in tutto 12 ed hanno coinvolto 218 discenti, il 61% dei quali di sesso maschile. In coerenza con quanto stabilito dai criteri di selezione previsti dal Psr, la metà dei partecipanti (51%) ha un’età media fino ai 30 anni mentre nel 44% dei casi ricade nella fascia di età compresa tra i 31 e i 40 anni.
I dati relativi al livello di formazione dichiarato dai partecipanti evidenziano un bacino di fruitori con un livello di istruzione medio/alto (Figura 4): il 61% ha dichiarato, infatti, di essere in possesso di un diploma di scuola superiore, il 21% di un diploma di laurea e nel 3% dei casi di una specializzazione post-laurea. Da sottolineare come sia la componente femminile, nella classe di età tra i 31 e i 40 anni, a registrare i tassi di incidenza più alti in termini di formazione universitaria.
Figura 4 - Titolo di studio dichiarato dai discenti alle iniziative di formazione collettiva (valori in %)
Fonte: ns. elaborazioni su dati Ecosfera Vic - Consel
Considerando i livelli di professionalità coinvolti, il 66% è rappresentato da imprenditori agricoli, mentre nel 13% dei casi si è trattato di operatori tecnici e/o consulenti di azienda. Piuttosto contenuta la presenza di coadiuvanti familiari e lavoratori dipendenti (rispettivamente, 5% e 3%).
La forma giuridica prevalente risulta la ditta individuale (83%), che riflette la principale peculiarità del tessuto produttivo locale caratterizzato dalla presenza diffusa di micro e piccole imprese con un asset produttivo ed organizzativo-patrimoniale spesso sottodimensionato.
La quasi totalità delle iniziative (83%) ha riguardato l’erogazione di corsi per l’acquisizione delle competenze professionali previste per l’accesso alla misura 1123 (Insediamento giovani agricoltori) della durata di almeno 150 ore, potendo evidenziare una pratica regionale sicuramente di interesse e coerente in un’ottica di sviluppo integrato del capitale umano. Analoghe considerazioni possono essere espresse rispetto all’istituzione del Catalogo dell’offerta formativa per lo sviluppo rurale che contiene le offerte relative alle attività di formazione ed informazione, i cui contenuti sono stati veicolati anche attraverso il sito web della Rete Rurale Nazionale.
Applicando il concetto di prevalenza agli interventi formativi svolti, dalla figura 5 si evince che il 43,2% delle iniziative ha avuto ad oggetto l’efficienza gestionale, vale a dire attività finalizzate ad arricchire il patrimonio dei discenti in termini di gestione aziendale, management dell’impresa, aspetti economici e marketing, mentre il tema della tutela ambientale, volto a promuovere la gestione sostenibile delle risorse agricole e forestali, nonché la conservazione e promozione dell’ambiente e del paesaggio, ha interessato il 20% delle interventi. Il 7,4% delle iniziative, inoltre, è stato destinato ad attività di informazione sulle nuove opportunità delle politiche comunitarie per lo sviluppo rurale.
Figura 5 - Principali tematiche oggetto delle iniziative di formazione collettiva (valori in %)
Fonte: ns. elaborazioni su dati Ecosfera Vic - Consel
Con riferimento alla voce “altro” (Figura 6), le iniziative di formazione, oltre ai temi di approfondimento richiesti dalla normativa comunitaria, hanno previsto l’erogazione di moduli incentrati su aspetti più generali come l’informatica (17,9%), la sicurezza alimentare e gli standard di qualità agroalimentari (13,5%), gli aspetti giuridici (3,8%) e la lingua inglese (2,6%). Sono stati altresì realizzati, oltre al project work individuale (9%), sia degli stage in azienda (19,5%) che delle visite guidate (18,6%), al fine di mantenere il dovuto legame tra la teoria e la pratica in azienda.
Dal punto di vista dei temi affrontati, pertanto, le iniziative di formazione collettiva svolte risultano coerenti con i principali obiettivi della misura 111, formulati per dare risposta ai maggiori bisogni del settore agricolo regionale, così come emersi dall’analisi Swot svolta in sede di valutazione ex ante del programma.
Figura 6 - Dettaglio della voce “altro” (valori in %)
Fonte: ns. elaborazioni su dati Ecosfera Vic - Consel
Nella sezione finale del questionario è stato inserito un gruppo di domande4, di natura prettamente qualitativa, finalizzate a stimolare i discenti nella formulazione di giudizi sul grado di soddisfazione rispetto alle aspettative iniziali, sulla qualità complessiva della formazione e sulle potenziali ricadute sull’attività aziendale.
In termini generali, il giudizio complessivo riportato con riferimento ai parametri “qualità” ed “utilità” del corso seguito, è risultato positivo. Più in particolare, nell’83,4% dei casi le iniziative di formazione sono state giudicate rispondenti alle aspettative, essendo stati valutati adeguati sia i formatori che il materiale didattico (86,2% dei casi). Con riferimento all’utilità del corso, il 95,3% dei discenti ha considerato le informazioni e le tecniche apprese totalmente o parzialmente trasferibili in azienda; il 64,3% ha dichiarato di avere sperimentato le nuove tecniche (gestione amministrativa e innovazione, nello specifico) già durante lo svolgimento del corso. Incrociando tale dato con quello relativo alle classi di età, si evidenzia come tra i discenti che hanno dichiarato di aver già messo in pratica le nozioni apprese, il 54% ha meno di 30 anni. Tale considerazione, se da un lato rispecchia il bacino di utenza dei partecipanti ai corsi di formazione, dall’altro ne evidenzia l’efficacia rispetto all’obiettivo della misura, traslato dall’analisi di contesto svolto in sede di valutazione ex ante, di sostenere il trasferimento delle conoscenze e la diffusione dell’innovazione al fine di favorire una migliore integrazione del settore agricolo nel più ampio ambito agroalimentare europeo.
Osservazioni conclusive
La centralità della formazione è ormai riconosciuta non solo a livello teorico, ma anche pratico, come fattore cruciale per favorire la competitività e la crescita economica sostenibile. L’importanza del capitale umano, inteso nella sua accezione più ampia come leva strategica per la competitività delle imprese e dei territori, ha portato, nell’ambito del Reg. (CE) n. 1698/2005, a collocare, in una logica sistemica, all’interno del medesimo Asse (Asse 1 - Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale) gli interventi per lo sviluppo della conoscenza e del potenziale umano, unitamente agli interventi sullo sviluppo del potenziale fisico e il miglioramento della qualità delle produzioni. Tuttavia, nonostante il ruolo attribuito agli interventi di formazione quali strumenti di attuazione degli obiettivi di politica comunitaria (Strategia di Lisbona ed Europa 2020), la misura 111, così come le altre rivolte al capitale umano, raccoglie soltanto una piccola quota dei finanziamenti previsti per lo sviluppo rurale. Tal considerazione appare particolarmente evidente con riferimento alle Regioni Obiettivo Convergenza dove, sebbene le finalità strategiche sottese agli interventi (innalzamento dei livelli di formazione, diffusione dell’innovazione, crescita manageriale, ecc.), le risorse finanziarie programmate all’interno dell’Asse 1 risultano al di sotto della media nazionale (fa eccezione la Puglia).
A livello regionale, la misura 111 (azione 1) del Psr Calabria mira, attraverso appositi enti accreditati, ad erogare servizi di formazione agli operatori agricoli, forestali e del settore agroalimentare e soprattutto ai giovani imprenditori agricoli che si insediano per la prima volta in azienda. La misura, coerentemente agli obiettivi del Piano Strategico Nazionale, sostiene l’aggiornamento e la qualificazione degli operatori agricoli e forestali calabresi contribuendo a far fronte al deficit imprenditoriale che caratterizza il settore agricolo regionale. Inoltre, gli interventi finanziati dalla misura assumono una particolare rilevanza anche alla luce delle difficoltà che sta attraversando il sistema di servizi pubblici per l’agricoltura regionale.
Le prime risultanze delle indagini dirette evidenziano, in particolare, come le iniziative promosse abbiano favorito la partecipazione di imprenditori agricoli (66% dei casi) e di giovani agricoltori (il 51% dei partecipanti agli interventi formativi ha un’età inferiore ai 30 anni) con un livello di istruzione medio/alto, attraverso i quali si auspica potrà essere favorito – trascorso il lasso di tempo necessario per far proprie le capacità acquisite – non solo il trasferimento di principi, tecniche, strumenti e know how ben noti e consolidati, ma anche la costruzione di veri e propri contesti di apprendimento atti a innescare nuovi processi di knowledge creation. Rispetto ai temi affrontati, risulta centrale, al di là della tematica sulla condizionalità, il ruolo degli interventi volti al miglioramento della competitività e del rendimento globale dell’impresa, tenendo conto delle esigenze e dei fabbisogni delle aziende e del territorio (aspetti gestionali, finanziari ed economici, così come innovazione, Tic e qualità delle produzioni, risultano temi sempre trattati nei diversi moduli di formazione).
Infine, preme fare osservare come nella passata programmazione 2000-2006, la corrispondente misura A non sia stata attivata e che si tratta, quindi, della prima rilevazione condotta sugli interventi di formazione finanziati nell’ambito delle politiche di sviluppo rurale regionale. Trattandosi di un’indagine di tipo longitudinale, la seconda rilevazione sarà svolta in occasione della valutazione ex post del Programma (2015), quando sarà possibile esaminare l’efficacia, in termini di raggiungimento degli obiettivi, l’efficienza, ossia l’ottimizzazione del rapporto tra risultati conseguiti e risorse impiegate, e la sinergia tra i diversi interventi promossi nell’ambito del Psr (la misura 111 è spesso attivata in combinazione con la misura sull’insediamento dei giovani agricoltori e nell’ambito dei Progetti Integrati di Filiera).
Riferimenti bibliografici
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Storti D., Zumpano C., a cura (2010), Le politiche comunitarie per lo sviluppo rurale. Il quadro degli interventi in Italia, Inea, Roma
- 1. Gli autori ringraziano l’Autorità di Gestione del Psr Calabria 2007-2013 nella persona del dott. Maurizio Nicolai e la Sig.ra Giovanna Zaccanelli, Referente della misura 111, per la collaborazione prestata nel corso delle attività e per la concessione dei dati delle indagini dirette.
- 2. La misura prevede interventi di formazione e informazione ed è articolata in tre azioni, due destinate alla formazione ed una all’informazione. In estrema sintesi, l’azione 1 finanzia l’organizzazione di corsi di formazione tramite enti accreditati; l’azione 2 sostiene la partecipazione a corsi di formazione, seminari e workshop anche al di fuori del territorio regionale; l’azione 3 prevede interventi informativi su tematiche connesse allo sviluppo rurale sia per gli imprenditori e i tecnici del mondo agricolo che rispetto al largo pubblico.
- 3. Così come previsto dall’art. 22, punto b) del Reg. (CE) n. 1698/2005.
- 4. I quesiti sono stati strutturati secondo due modalità di risposta: per alcuni è stato chiesto di esprimere un giudizio di valore, per altri, di indicare, relativamente ad uno specifico aspetto del corso, il giudizio personale scegliendo tra cinque possibili livelli di performance.