Il business plan on-line per il finanziamento delle aziende agricole: l'esperienza toscana

Il business plan on-line per il finanziamento delle aziende agricole: l'esperienza toscana
a Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali (Gesaaf)
b Agenzia Regionale Sviluppo e Innovazione Settore Agricolo Forestale (ARSIA)
c Università di Firenze, Dipartimento di Scienze per l'economia e l'Impresa

Introduzione1

Uno dei tre assi principali in cui si articolano le misure del PSR 2007-2013 della Regione Toscana è rappresentato dal “Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale”. La Regione ha emanato i bandi attuativi della terza fase di programmazione per molte misure inserite nell’asse 1, fra cui quello sulla misura 121 relativamente “all’Ammodernamento delle aziende agricole” che persegue la finalità principale di “migliorare la competitività ed il rendimento globale dell’azienda mediante l’ottimizzazione dei fattori di produzione”. Ai sensi del reg. (CE) 1698/2005 le Regioni devono verificare che gli investimenti ammessi ai contributi pubblici siano in grado di migliorare effettivamente il rendimento globale dell’impresa: per questo è richiesto un piano aziendale dal quale far emergere eventuali incoerenze tra investimenti richiesti e situazione economica aziendale.
Uno strumento di analisi aziendale in grado di svolgere le funzioni appena descritte è costituito dal business plan o piano d’impresa inteso come un “documento di pianificazione che presenta un’idea imprenditoriale da attuare e fornisce gli elementi per valutarne la fattibilità. L’idea imprenditoriale deve precisare lo scopo, la struttura e l’articolazione del progetto, caratterizzando con chiarezza lo scenario di partenza e quello d’arrivo” (Gorgitano, Torquati, 2003, pag. 333). Proprio per questi motivi l’Unione Europea ha reso obbligatorio il business plan (articolo 22 del regolamento (CE) 1698/2005) per l’accesso ai finanziamenti dei giovani agricoltori al loro primo insediamento (misura 112). Tale obbligo non è stato esteso anche agli altri interventi di ammodernamento aziendale (come quelli inclusi nella misura 121); sono state invece le singole Regioni, in seguito all’attività di consultazione con il mondo agricolo, che hanno autonomamente stabilito le modalità per la presentazione delle richieste di finanziamento proponendo schemi e metodologie di business plan anche molto diversi.
In questa direzione si è mosso il servizio on-line per la costruzione, l’elaborazione e la valutazione dei business plan promosso dall’Ismea, in collaborazione con l’Abi, nel quadro delle attività finanziate dal Programma Rete Rurale Nazionale 2007-2013 volte a migliorare la governance dei processi di sviluppo rurale e i servizi alle imprese (D’Auria, Guido, 2008). Analoga iniziativa è stata realizzata dalla regione Lazio in collaborazione con il Dipartimento di Economia Agroforestale e dell’Ambiente Rurale (DEAR) dell’Università della Tuscia, attraverso la predisposizione di un programma informatizzato che si basa sulle metodologie di stesura del bilancio contabile riclassificato e che permette di calcolare i principali indici di analisi economica, patrimoniale e finanziaria di un business plan (Ceccarelli, Dono, 2009). Anche la Regione Toscana, nel Programma di Sviluppo rurale 2007-2013, prevede che le imprese presentino, a complemento della domanda, una relazione tecnica contenete un piano aziendale relativo al calcolo del reddito e dove il risultato economico è calcolato ante e post investimenti in modo da evidenziare la sostenibilità secondo criteri di valutazione economica e finanziaria.
Con finalità simili l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel Settore Agricolo e Forestale (ARSIA Toscana) ed il Dipartimento di Economia Agraria e delle Risorse Territoriali (DEART) dell’Università di Firenze hanno sviluppato una procedura di business plan completamente informatizzata. Questa guida l’utente nella formulazione di un ventaglio di scelte alternative per le attività da realizzare in azienda, mediante l'attivazione di processi produttivi relativi alle colture erbacee e arboree, agli allevamenti zootecnici e a quelli legati alla multifunzionalità e lo supporta nella valutazione dal punto di vista economico e finanziario. I risultati della procedura sono progettati per mettere a disposizione informazioni utili all’attivazione di un flusso finanziario destinato alla misura 121 maggiormente finalizzato e coerente con gli obiettivi definiti dalla misura stessa.
La nuova procedura, adatta anche alle piccole e medie imprese, spesso prive di contabilità analitica, è completamente eseguibile on-line sul portale ARSIA, e consente all’utente, tramite l’inserimento di un limitato numero di informazioni, di predisporre un vero e proprio business plan per la propria azienda. In particolare la procedura consente al tecnico o all’imprenditore agricolo di formulare la propria idea di sviluppo dell’azienda, di valutare la fattibilità tecnico-economica del progetto (relativamente ai processi produttivi, alla necessità di investimenti in impianti e macchinari, alla disponibilità di manodopera e di servizi), di ottenere informazioni sulla redditività attesa dell'investimento e sui fattori di rischio economico-finanziario. La procedura inoltre prevede la specificazione degli investimenti attivabili nella misura 121 del PSR e le ricadute degli stessi sulla struttura aziendale e sull’organizzazione dei fattori produttivi sia in termini tecnico-economici che finanziari. L’utente, una volta registrato, può salvare le proprie elaborazioni per renderle disponibili per analisi successive.
Nonostante le sue caratteristiche di facile applicabilità e di aderenza alla concreta realtà delle aziende agrarie il business plan on-line dell’ARSIA è fondato su solide basi teoriche. Innanzi tutto si ricollega alla tradizione economico agraria italiana di analisi della formazione e distribuzione del reddito mediante lo strumento del bilancio economico dell’azienda agraria (Serpieri, 1943; Bandini, 1959). Inoltre la procedura può essere considerata un’applicazione con finalità normative dell’analisi dell’unità di produzione agricola alla luce della teoria dei processi produttivi (Polidori, Romagnoli 1987; Romagnoli 1996; Petrocchi e Zedde 1990). Secondo questo approccio le decisioni aziendali dovrebbero portare alla scelta dell’ordinamento produttivo che realizza il massimo margine medio aziendale. Nell’ottica dell’imprenditore concreto questo si collocherà in un punto intermedio tra il valore aggiunto ed il profitto economico a seconda della natura e dell’entità dei fattori produttivi (terra, lavoro capitali) conferiti all’azienda. Quest’ultimo rappresenta, in teoria, il criterio di ordinamento per il decisore pubblico, interessato a promuovere un uso efficiente di tutti i fattori della produzione.
Seguendo questa impostazione, per pervenire ad un ordinamento di efficienza economica da utilizzare nelle scelte a livello aziendale, è necessario seguire un ordine logico di fasi:

  1. analisi delle capacità produttive determinate dalle caratteristiche qualitative e quantitative dei fattori produttivi e dai loro rapporti (definizione della struttura aziendale);
  2. analisi dei metodi di produzione dei processi produttivi per determinare i fabbisogni di impiego dei fattori produttivi2;
  3. scelta dell’ordinamento produttivo aziendale (combinazione dei diversi processi produttivi) utilizzando il parametro del massimo reddito netto e/o profitto/perdita d’impresa.

Questa sequenza logica di fasi ha costituito la struttura teorica sulla quale è stata organizzata tutta la procedura del business plan.
Nel prossimo paragrafo verrà descritta la procedura on-line cercando di sottolinearne gli aspetti operativi e le potenzialità di utilizzazione.

La procedura on-line del business plan

La realizzazione del piano d’impresa si avvale di una serie di passaggi connessi tra di loro. Nella figura 1 viene riportato lo schema generale della procedura.

Figura 1 - Schema sistemico della procedura del business plan

I dati in ingresso e la situazione aziendale iniziale

La prima fase della procedura consiste nella descrizione dell’azienda dal punto di vista istituzionale (tipo d’impresa), dell’ambiente agronomico e di mercato nella quale è localizzata, della sua struttura e delle sue caratteristiche economiche, con l’obiettivo di definire la situazione iniziale del piano attraverso il bilancio economico. I dati quantitativi e qualitativi dei fattori produttivi e la tipologia e le dimensioni dei processi produttivi aziendali sono input immessi direttamente dall’utente, il quale deve inserire anche i dati inerenti la disponibilità del lavoro manuale in azienda (impegno annuo dell’imprenditore e dei singoli membri della famiglia), il numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato ed il costo totale annuo di quest’ultimi, oltre al costo orario variabile medio delle macchine aziendali. Il motivo per cui occorre immettere il costo totale dei lavoratori aziendali ed il costo unitario variabile delle macchine è legato al fatto che la procedura calcola successivamente ed automaticamente il costo unitario totale del servizio di questi fattori aziendali. Tale costo, infatti, è un costo interno all’azienda e dipende dall’impiego annuo dei fattori come conseguenza delle scelte organizzative relative all’ordinamento produttivo aziendale.
La procedura suggerisce (all’interno di una scala di valori prestabiliti) il costo opportunità unitario del lavoro familiare, il costo orario del lavoro dipendente a tempo determinato (di cui il sistema provvede autonomamente a quantificare l’impiego) ed i saggi di interesse (costo opportunità) dei capitali fondiario e d’esercizio investiti in azienda per il calcolo dei rispettivi benefici. Il sistema provvede inoltre, con procedura on-line ed utilizzando il data-base dei valori standard per gli inventari e quello ARSIA dei processi produttivi3 (Figura 1), a suggerire all’utente rispettivamente sia valori unitari di mercato della terra, delle opere fondiarie e del capitale di esercizio che le informazioni sui coefficienti tecnici dei processi. In particolare ogni processo produttivo contenuto nel data-base di sistema riporta i dati tecnici costituiti dai coefficienti d’impiego degli input (lavoro manuale e meccanico) suddivisi per tipo di lavoro e periodo di esecuzione, ed i dati economici costituiti dalla produzione lorda vendibile, dai costi monetari variabili (concimi, antiparassitari, ecc.) e dal reddito lordo unitario. Tutte le informazioni sono riferite ad ettaro per le colture erbacee, arboree ed ad UBA per gli allevamenti; il sistema classifica i processi produttivi e li suddivise per: a) zona altimetrica (pianura, collina, montagna); b) tecnica di coltivazione (biologica, integrata, convenzionale); c) forma di conduzione. Tutti i coefficienti suggeriti dal sistema sono comunque modificabili dall’utente quando questi sia in possesso di informazioni specifiche. Non solo: utilizzando una funzione appositamente predisposta è possibile costruire ex novo processi produttivi capaci di riflettere più realisticamente la tecnologia dell’azienda analizzata.
Sulla base dell’assetto strutturale aziendale e dell’ordinamento colturale, che vede definite la superficie delle singole colture attivate in azienda, si perviene al bilancio che descrive la Situazione iniziale, caratterizzato da indicatori economici ed indicatori organizzativi. I principali indicatori economici di redditività globale sono il reddito lordo, il reddito monetario, il reddito netto; a questi si aggiungono altri indicatori di efficienza riguardanti i singoli fattori produttivi. L’indicatore organizzativo è invece costituito dal calendario di lavoro che confronta nell’anno le disponibilità di lavoro manuale con i fabbisogni delle colture.

Il piano di miglioramento aziendale

Al momento in cui l’imprenditore ritiene di poter migliorare la situazione iniziale utilizzando gli interventi finanziari previsti dalla misura 121 dovrà formulare una o più ipotesi di investimento attraverso le quali pensa di perseguire l’incremento del rendimento aziendale. Il primo passo per realizzare il piano di miglioramento è dunque quello di specificare le iniziative descrivendole sinteticamente; la procedura on line aiuta l’utente nella ricerca degli investimenti da realizzare in quanto identifica, per ogni tipologia di territorio e di investimento, non solo quelli previsti dalla misura 121 ma anche l’entità del finanziamento massimo utilizzabile.
Dal punto di vista operativo il sistema propone una procedura assistita per aiutare l’imprenditore a formulare una propria ipotesi di cambiamento sulla base degli effetti che gli investimenti hanno sull’attivo, sul passivo e/o sulle spese generali dell’azienda, facendo però attenzione che la tipologia, i tempi e l’entità degli effetti vengano quantificati dall’imprenditore stesso.
I motivi per i quali è stata scelta una modalità assistita rispetto ad una automatica sono:

  • la scelta degli investimenti e le aspettative dei loro effetti è una tipica funzione imprenditoriale;
  • solo l’imprenditore conosce i propri obiettivi e vincoli. La conoscenza specifica del mercato locale gli può consentire di avere vantaggi competitivi rispetto alle altre imprese del territorio attraverso l’utilizzazione di investimenti che ritiene opportuno realizzare per raggiungere i propri obiettivi;
  • eventuali scelte per definire a priori gli effetti standardizzati di ogni tipologia di investimento rischia di banalizzare l’analisi (uguali risultati per imprese diverse);
  • non vi sono ricerche specifiche che quantificano gli effetti degli investimenti sui risultati finali aziendali; standardizzare a priori gli effetti sui risultati finali per tipologia di investimento rappresenta un atto aleatorio e facilmente criticabile.

E’ quindi più opportuno guidare l’imprenditore nella scelta degli effetti che gli investimenti hanno sui risultati finali attraverso la predisposizione di un percorso logico. A tale proposito vengono proposti all’utente tre schemi da completare:

  • il primo schema collega il piano d’impresa con la tipologia degli investimenti prevista dalla misura 121 del PSR;
  • il secondo schema si riferisce agli aspetti temporali degli investimenti (durata, ecc.);
  • il terzo schema collega gli investimenti alla natura degli effetti sul bilancio finale.

Il primo schema è on-line e sostanzialmente permette all’utente di leggere in modo interattivo la misura 121 contenuta nel piano. Il secondo schema serve a comprendere la temporalità degli investimenti. I prospetti riprodotti in tabella 1 mostrano le informazioni che devono essere inserite dall’utente.

Tabella 1 - La temporalità degli investimenti


*I numeri nella tabella sono a titolo esemplificativo

Per quanto riguarda il terzo schema, esso è stato concepito tenendo presente che le strategie fondamentali per incrementare il reddito aziendale possono essere ricondotte tutte all’incremento del valore della produzione e/o alla diminuzione del costo (De Benedictis, Paris, 1962).
Analizzando innanzitutto la produzione vendibile (PLV) un suo aumento può essere dovuto all’azione isolata o simultanea delle seguenti cause:

  • incremento della superficie agricola utilizzata aziendale come conseguenza di acquisto o affitto di nuova terra.
  • modifica dell’ordinamento colturale finale rispetto a quello iniziale che può essere rappresentato sia dall’introduzione di nuove colture o allevamenti che in una modifica relativa delle superfici delle colture e dei capi allevati, a processi produttivi invariati (esempio nuova rotazione colturale);
  • incremento delle rese unitarie delle colture e degli allevamenti nella situazione finale rispetto a quella iniziale. Ad esempio la realizzazione di un impianto di irrigazione determina effetti postivi sulle rese unitarie delle colture irrigate;
  • incremento dei prezzi di vendita delle colture e degli allevamenti nella situazione finale rispetto a quella iniziale. Ad esempio la realizzazione di un centro di trasformazione e di vendita delle produzioni direttamente in azienda, scelta di nuovi canali commerciali, ecc., possono determinare un incremento dei prezzi delle produzioni.

Analizzando i costi una loro diminuzione può essere dovuta all’azione isolata o simultanea delle seguenti cause:

  • miglioramento delle tecniche colturali o di allevamento che si traduce in una diminuzione dei coefficienti tecnici degli input fissi (macchine, attrezzature, ecc.) o input variabili (concimi, fitofarmaci, diserbanti, ecc.) impiegati. Ad esempio l’acquisto di una nuova trattrice più potente o di una nuova operatrice tecnologicamente più adatta può risultare in un minore impiego di ore di lavoro umano e meccanico così come un minor impiego di fitofarmaci può derivare dell’adozione di nuove macchine irroratrici;
  • minor costo di acquisto degli input sia per l’acquisto di servizi da terzi (operazioni colturali o trasformazione prodotti intermedi) che per l’acquisto di concimi, fitofarmaci, diserbanti, carburanti, che può derivare da una riorganizzazione del sistema degli acquisti da parte dell’azienda (ad esempio tramite adesione al sistema cooperativo);
  • diminuzione delle spese generali aziendali, cioè di tutti i costi comuni che riguardano l’azienda nel suo complesso e che non risultano attribuibili a singoli settori produttivi.

Nella tabella 2 vengono messi in relazione i possibili effetti attesi dagli investimenti con le azioni richieste all’imprenditore dalla procedura on line al fine di modificare in modo ragionato la situazione iniziale ed arrivare al bilancio della situazione finale.

Tabella 2 - Lista degli effetti degli investimenti attesi dagli imprenditori

a) Effetti sul valore della produzione

b) Effetti sul costo di produzione

La convenienza economico e la sostenibilità finanziaria

La metodologia per la realizzazione del business plan propone all’utente anche una serie strumenti economici e finanziari interconnessi tra di loro che consentono di supportare le decisioni imprenditoriali. Il primo strumento è il “bilancio preventivo automatizzato” che rende possibile individuare, tra le differenti alternative esaminate, quella più vantaggiosa per l’impresa in termini di assetto organizzativo e di investimenti (massimizzazione del margine aziendale medio).
In questo caso l’analisi viene quindi condotta mettendo a confronto i risultati economici dell’ordinamento produttivo già adottato dall’azienda con i risultati economici degli ordinamenti produttivi alternativi previsti, ognuno dei quali rappresenta la situazione che si determina come conseguenza di modifiche all’ordinamento preesistente dopo la realizzazione degli investimenti. Il problema decisionale viene formulato come scelta di cambiamenti convenienti dell’ordinamento produttivo e consente di definire la nuova situazione aziendale tenendo conto degli obiettivi e dei vincoli imprenditoriali.
Il secondo strumento è costituito dall’analisi costi e benefici dell’investimento. La procedura calcola gli indicatori di fattibilità costituiti dal valore attuale netto (VAN), dal saggio di rendimento interno (SRI), dal rapporto benefici/costi (B/C) ed dal break-even finanziario di ritorno dell’investimento. La logica che sta alla base dei metodi di redditività attualizzata degli investimenti separa la decisione dell’investimento da quelle di finanziamento, collegandole solo attraverso la scelta del tasso di attualizzazione. Pertanto, nel caso dell’analisi costi e benefici, tra le uscite di cassa non devono essere considerati gli oneri finanziari.
La misura n. 121, che ha come finalità l’ammodernamento delle aziende con lo scopo di migliorarne la competitività ed il rendimento globale, rientra nella valutazione privata degli investimenti. In questo contesto, avendo come obiettivo il rendimento globale dell’azienda dal punto di vista privatistico, nel fare la valutazione Benefici Costi è necessario sottrarre dal costo dagli investimenti totali ammissibili i contributi pubblici in modo tale da considerare solamente il costo privato che l’imprenditore deve sostenere per la realizzazione dell’investimento.
Il terzo strumento è costituito dall’analisi della sostenibilità finanziaria del piano. La procedura calcola i flussi monetari netti in presenza degli investimenti sottraendo dal reddito monetario di ciascun anno sia gli oneri finanziari generati dai debiti (mutui, ecc.) pre-esistenti all’investimento che le rate dei mutui contratti per far fronte agli investimenti progettati. Diventa così possibile per ogni anno di realizzazione del piano di miglioramento verificare il saldo tra le entrate ed uscite di cassa e la sostenibilità finanziaria che ne deriva.

Conclusioni

Il nuovo software per la predisposizione di un business plan rappresenta uno strumento di diffusione dell’innovazione in agricoltura la cui valenza va oltre la specifica occasione (PSR) nell’ambito della quale è stato sviluppato. La flessibilità dello strumento permette un suo adattamento a realtà aziendali molto differenziate e può essere utilizzato anche per sviluppare analisi economiche della gestione aziendale indipendentemente dalla realizzazione di nuovi investimenti; la valorizzazione inoltre del database ARSIA dei processi produttivi per la fornitura di coefficienti tecnici di default rappresenta un interessante strumento di diffusione di questa informazione economica. La possibilità di memorizzare le informazioni aziendali (dati strutturali, processi produttivi etc.) direttamente sul server rende inoltre particolarmente semplice valutare la sensitività dei risultati al mutamento delle ipotesi su prezzi di prodotti e fattori. Si tratta una caratteristica di particolare interesse al fine di rendere più robusti i risultati di uno strumento di pianificazione di medio lungo periodo di fronte a scenari macroeconomici di riferimento connotati da una crescente incertezza.
La diffusione di questa metodologia di analisi economica a livello aziendale rappresenterebbe, un risultato rilevante in termini di trasferimento delle conoscenze sotto forma di innovazioni di natura organizzativa. Per raggiungere questo risultato, tuttavia, è essenziale che vengano sviluppate una serie di azioni volte alla sua diffusione. La mediazione dei servizi di divulgazione e assistenza tecnica in un primo momento appare indispensabile. Di conseguenza una prima azione che la Regione Toscana potrebbe attuare in un orizzonte temporale breve, dovrebbe riguardare la presentazione del software a tutti i soggetti che istituzionalmente svolgono assistenza tecnica (organizzazioni professionali, ordini professionali) per illustrarne l’utilità ai fini dell’assistenza alle scelte dell’imprenditore. Una seconda azione riguarda la realizzazione di un osservatorio sull’economia delle aziende agrarie toscane che, attraverso la costruzione di modelli rappresentativi mediante l’uso il business plan on-line da mettere a disposizione degli agricoltori, possa mettere in luce tutte le potenzialità offerte da questo strumento.
Un decisivo incentivo alla diffusione di questo nuovo strumento di gestione, tuttavia, potrebbe derivare soprattutto dal suo impiego ai fini della presentazione delle domande di finanziamento nell’ambito del PSR. L’utilità di affiancare ai progetti per l’accesso ai fondi della misura 121 analisi economico-finanziarie ben strutturate potrebbe senz’altro essere messa in luce da chi svolge assistenza alle aziende. Tuttavia una qualche forma di incentivo istituzionale all’uso della procedura, come ad esempio la preferenza accordata ai progetti che, a parità di punteggio, alleghino i prospetti di analisi prodotti dal business plan on line, sarebbe con ogni probabilità molto più efficace. Il decisore pubblico se ne avvantaggerebbe sia migliorando l’allocazione dei fondi erogati in un’ottica l’efficienza tecnico-economica, sia raccogliendo un archivio di informazioni microeconomiche potenzialmente valorizzabile nell’ambito della valutazione ex-post del PSR.

Riferimenti Bibliografici

  • ARSIA-Toscana link al Business plan on-line: [link] Bandini M. (1959): Economia Agraria; UTET, Torino.
  • Ceccarelli L., Dono G., (2009): L’uso del Business plan nelle procedure di finanziamento del PSR 2007 – 2013 della Regione Lazio, “Agriregioneuropa” n. 16.
  • D’Auria R., Giudo M., 2008 Servizio on line per la costruzione, l’elaborazione e la valutazione dei business plan per le misure di investimento previste nei Psr 2007-2013. Ismea presenta il Business plan on-line, Roma, 23 dicembre 2008.
  • De Benedictis M., Paris Q., (1962): La valutazione dell’efficienza aziendale, Feltrinelli, Milano.
  • Gorgitano T., Torquati B., (2003): “Il business plan”, in Torquati M. (a cura di), La gestione dell’impresa agraria, Edagricole, Bologna.
  • Petrocchi R., Zedde S, (1990): Il costo di produzione nel modello “fondi e flussi, CLUA, Ancona.
  • Polidori R, Romagnoli A. (1987): Tecniche e processo produttivo: analisi a “Fondi e flussi” della produzione nel settore agricolo, “Rivista di Economia Agraria”, n. 3.
  • Romagnoli A., (1996) (a cura di): Teoria dei processi produttivi, Giappichelli, Torino
  • Serpieri, A., (1943): L’azienda agraria, Barbera, Firenze.
  • 1. Lavoro svolto nell’ambito del progetto di ricerca “Analisi tecnico-metodologica per l’implementazione di una procedura on line per la predisposizione di un piano di ammodernamento aziendale” , contratto A.R.S.I.A. Toscana e DEART Università di Firenze (2008).
  • 2. I metodi produttivi possono essere a loro volta articolati in tre componenti: 1) la tecnica colturale è la ricetta da seguire per ottenere il prodotto secondo criteri di efficienza agronomica mediante lo studio delle componenti ambientali e colturali tra loro interagenti. Essendo il risultato di sperimentazione agronomica è output efficiente; 2) le tecniche produttive specificano i coefficienti di utilizzazione delle macchine e del lavoro tramite la configurazione dei diversi cantieri di lavoro necessari per realizzare ogni operazione colturale prevista dalla tecnica agronomica. Essendo il risultato di sperimentazione meccanica agraria tutte le tecniche produttive sono input efficienti. 3) all’interno del ventaglio delle tecniche definite nella fase precedente viene scelta una tecnica di produzione in base al parametro del minimo costo per unità di superficie o per unità di prodotto. Quest’ultima fase è espressione tipica della funzione imprenditoriale. (Polidori, Romagnoli, 1987).
  • 3. L’ARSIA ha sviluppato fin dal 1998 una metodologia di raccolta dati relativa ai singoli processi produttivi classificati per tecnica di coltivazione, zona altimetrica e forma di conduzione. Complessivamente il database contiene informazioni tecnico-economiche e sull’andamento dei redditi e dei costi relative a 54 tipologie di processi produttivi agricoli toscani.
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