I sottoprodotti agroforestali e industriali a base rinnovabile. Normativa, recupero, conservazione, impiego, trasformazione, aspetti economici

set
25
2013
da Giovedì, 26 Settembre, 2013 (All day) a Venerdì, 27 Settembre, 2013 (All day)
Università Politecnica delle Marche - Facoltà di Agraria Monte Dago - Via Brecce Bianche - Ancona

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Dati e descrizione

La normativa europea e nazionale negli ultimi anni ha dato sempre più spazio al recupero dei residui di lavorazione, intendendo con tale termine sia i rifiuti che i sottoprodotti.
La motivazione di base è tanto semplice quanto importante: aumentare la sostenibilità dei processi sia in termini fisico-chimici (diminuzione degli impatti sull’ambiente in senso generale) che economici (maggiori opportunità di valore aggiunto per servizi e prodotti). Un esempio di interesse del comparto agro-forestale è costituito dai biocarburanti (tradizionalmente prodotti a partire da comuni commodities agricole, in particolare semi oleaginosi o amilacei), introdotti in Europa con la Direttiva 30/2003 che fissava obiettivi di interesse economico per sostituire i combustibili fossili per la trazione. Tale percorso è stato poi confermato dalla Direttiva 28/2009 che già definisce un regime di favore per i biocombustibili ottenuti da residui e rifiuti (attraverso il “doppio conteggio”  del risparmio di CO2eq), per poi aprire la strada alle odierne proposte di correzione della Direttiva 28 del Parlamento Europeo che, se attuate, vedranno una netta riduzione dell’uso delle citate commodities per lasciare ancora più spazio al recupero produttivo di residui e rifiuti. Tale tendenza è stata ampiamente colta anche dalla normativa nazionale: ad esempio,  sempre in tema energetico, il decreto 6/7/2012 premia maggiormente, in certe condizioni, l’elettricità prodotta da biomasse residuali rispetto a quella ottenuta da biomasse principali (o “biomasse-prodotto”). L’evoluzione culturale vuole quindi favorire un utilizzo completo delle risorse indirizzando i vari flussi di materiali, principali e residuali, a diversi settori di utilizzo, minimizzando e possibilmente azzerando i secondi. Tale chiave di lettura è in buona misura alla base dei progetti Extravalore e Valso del MiPAAF i cui obiettivi sono la valorizzazione dei residui della filiera tradizionale del biodiesel attraverso il loro reimpiego agricolo, zootecnico, energetico e industriale.
Il reimpiego dei flussi residuali, tuttavia, è legato alla distinzione tra rifiuti e sottoprodotti e alla conoscenza di processi e tecnologie per la loro utilizzazione. In questo quadro, il Convegno vuole affrontare le problematiche e le opportunità di carattere normativo, tecnico ed economico legate in modo particolare al riutilizzo dei sottoprodotti a base rinnovabile che caratterizzano in modo importante tutte le filiere agro-forestali, trasformazione industriale inclusa.

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