Introduzione
Le Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), come l’idroelettrico, le biomasse, la geotermia, l’eolico e il fotovoltaico, rappresentano una valida alternativa alle tradizionali fonti fossili sia per i vantaggi in termini di minor impatto sull’ambiente che per la loro capacità di essere rinnovabili e non soggette ad esaurimento (Ciorba, 2004; Pearce, 2002). Fra le FER sta destando sempre più interesse l’uso dei sistemi Fotovoltaici (FV), in grado di trasformare l’energia solare in energia elettrica (ENEA, 2006; Pearce, 2002), anche se il loro contributo alla produzione di energia è ancora limitato: nell’Unione europea, secondo i dati dell’ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat), nel 2009 contribuiscono solo per circa lo 0,3% al consumo interno lordo di energia elettrica, mentre se considerassimo tutte le FER questa percentuale salirebbe a circa il 18%.
Di recente, seppur con un certo ritardo rispetto ad altri Paesi europei, anche in Italia si sta assistendo ad una forte crescita dei sistemi FV: negli ultimi tre anni si è passati dai 7.647 impianti corrispondenti ad una potenza installata di 87 MW (Dicembre 2007) a ben 128.419 impianti con una potenza installata di 2.430 MW (Dicembre 2010). Tuttavia, il loro contributo al consumo interno di energia elettricità è ancora molto limitato e in linea con la media europea (0,3% circa nel 2009) (Fonte: Gestore dei Servizi Elettrici).
L’applicazione dei sistemi FV ha coinvolto trasversalmente tutti i settori che utilizzano energia elettrica. Fra questi ha iniziato ad avere un ruolo significativo il comparto agricolo interessando una quota del 9% della potenza installata su base nazionale (Enerpoint, 2009; GSE, 2010b). L’agricoltura presenta infatti un’ampia disponibilità di superfici per l’installazione di pannelli FV sia in termini di terreni non utilizzati che di abitazioni e fabbricati rurali (con riferimento alla possibilità di installare i pannelli sugli edifici). Questo ampio potenziale può essere sfruttato dalle aziende agricole nel rispetto degli equilibri ambientali e paesaggistici del territorio a vantaggio di una nuova immagine eco-sostenibile della propria attività agricola (Bertino, 2007). Le aziende agricole possono ricavare anche un vantaggio di tipo economico, integrando il proprio reddito con quello derivante dalla produzione di energia elettrica, beneficiando altresì di specifici incentivi, come vedremo nel prossimo paragrafo (Coiante, 1990; Ciorba, 2004).
L’imprenditore agricolo per investire nel Fotovoltaico necessita di una rete informativa che lo porti a conoscenza delle caratteristiche dell’investimento, ma soprattutto dei suoi possibili vantaggi economici. A tale riguardo sarebbe auspicabile una maggiore informazione, in quanto questo genere di investimento soffre di retaggi passati che non lo mettono certo in buona luce sotto il profilo della convenienza economica. Negli ultimi anni, infatti, grazie a un nuovo contesto legislativo che ha incentivato i sistemi FV in generale, ma in particolar modo nel settore agricolo, e grazie anche all’innovazione tecnologica (Enerpoint, 2009), ci troviamo di fronte a uno scenario in continua evoluzione sul quale è utile approfondire la ricerca a vantaggio di tutte le parti interessate all’uso e alla diffusione di questa tecnologia pulita (Gardi, 2007; Daniele, 2008). Lo scopo di questo contributo sarà quindi valutare la convenienza economica ad investire nel FV nelle aziende agricole del centro Italia, nell’intento di evidenziare i possibili vantaggi per il settore agricolo.
Incentivazione del FV nel settore agricolo italiano
L’Italia, dopo aver trascorso vari anni con delle politiche sulla promozione del Fotovoltaico poco efficaci, riceve un impulso significativo con l’applicazione del Decreto legislativo n. 387 del 29 Dicembre 2003 che avvia il sistema di incentivazione denominato “Conto Energia”. Il Conto Energia consiste in un finanziamento pubblico rivolto ai soggetti che iniziano a produrre energia elettrica tramite sistemi FV. Il contributo viene erogato in base ai kWh1 prodotti e si estende per un periodo di 20 anni dall’entrata in esercizio dell’impianto. Si possono distinguere due diversi regimi di incentivazione: lo scambio sul posto e la cessione alla rete. Il primo consiste nel totale autoconsumo dell’energia prodotta, mentre il secondo, la cessione alla rete, consente di vendere parte o tutta l’energia prodotta che non viene autoconsumata. Le tariffe incentivanti variano a seconda degli aspetti architettonici dell’impianto e della sua potenza (GSE, 2010a).
Il sistema del Conto Energia è stato poi modificato negli anni, e, ad oggi, abbiamo la terza versione, introdotta dal Decreto Ministeriale del 6 agosto 2010: “Disciplina degli incentivi del Conto Energia 2011 per impianti fotovoltaici” (Conto Energia 2011). Il Conto Energia 2011, pur presentando una riduzione delle tariffe incentivanti rispetto alla versione precedente, resta il sistema di incentivazione più importante e vantaggioso per investire nel FV (GSE, 2010a).
Il settore agricolo italiano, oltre a beneficiare dei sistemi di incentivazione generali, come il Conto Energia, presenta un quadro legislativo ancora più favorevole e incoraggiante. E' importante sottolineare che dal 2005, in seguito alla legge del 23 dicembre 2005 n. 266 (e successive modifiche del 2006 e 2007), la produzione di energia fotovoltaica rientra fra le attività agricole e può essere considerata come parte del reddito agrario con i relativi vantaggi fiscali (Frascarelli, 2010). In particolare, “la produzione e cessione di energia fotovoltaica da parte di imprenditori agricoli è sempre produttiva di reddito agrario per la parte generata dai primi 200 kW di potenza dell’impianto fotovoltaico” (GSE, 2010a), mentre quella eccedente tale soglia, può ritenersi produttiva di reddito agrario solo se soddisfa i requisiti dell’articolo 4 ai punti a), b) e c) della circolare 32/E del 06/07/2009 dell’Agenzia delle Entrate. Per le aziende agricole entrano in gioco anche i vari Piani di Sviluppo Rurale (PSR) delle Regioni (2007-2013) nei quali sono previsti incentivi in conto capitale nella misura del 20% del costo di impianto (Comegna, 2008). Secondo il Decreto Ministeriale del 6 agosto 2010 (Conto Energia 2011), gli incentivi dei PSR 2007-2013 sono cumulabili con quelli del Conto Energia (in conto esercizio), in quanto si stratta di incentivi pubblici assegnati da bandi pubblicati prima del 25 agosto 2010 (data di entrata in vigore del provvedimento). Tuttavia la loro cumulabilità è possibile solo per impianti che entrano in esercizio entro il 31/12/2011 e a patto che la percentuale di finanziamento del PSR non sia superiore al 20% del costo di impianto. In questo modo, l’investimento sostenuto, già incentivato dal Conto Energia, diventa ancora più vantaggioso.
Le politiche nazionali di incentivazione per il fotovoltaico sono attualmente in continua evoluzione. In particolare con l’approvazione del decreto legislativo del 3 Marzo 2011 recante attuazione della Direttiva 2009/28/CE, gli incentivi per gli impianti FV collocati a terre in aree agricole saranno erogati solo per impianti con potenza inferiore a 1 MW e comunque per impianti che non coprono un’estensione superiore al 10% della superficie agricola nella disponibilità del proponente. Tali limitazioni non si applicano però nel caso di terreni agricoli abbandonati da almeno 5 anni. Lo stesso decreto precisa che entro il 30 aprile 2011 il sistema di incentivazione sarà nuovamente disciplinato e le nuove disposizioni saranno applicate a partire da Giugno 2011.
Caso di studio
Sono vari gli aspetti che possono incidere sul rendimento economico di un impianto FV. Fra questi, uno dei più importanti è la radiazione solare media annua del luogo in cui viene ad essere installato l’impianto: nel Sud Italia è maggiore, nel Nord è minore e nel Centro presenta valori intermedi (Enea, 2006). Altre variabili significative sono le dimensioni dell’impianto e la sue caratteristiche architettoniche (dove e come viene installato): questi due aspetti determinano diverse tariffe incentivanti del Conto Energia. Inoltre, il costo unitario per kW installato è inversamente proporzionale alla potenza installata (Daniele, 2008).
Fatte queste premesse, in questo contributo si vuole rappresentare una situazione ordinaria e indicativa a livello nazionale: per questo motivo la valutazione si baserà su un impianto medio-piccolo ubicato nel centro Italia.
Sarà così esaminata la convenienza economico-finanziaria ad investire in un impianto da 10 kW in regime di scambio sul posto installato su un edificio di un’azienda agricola del centro Italia. Partendo da queste caratteristiche dell’impianto si valutano le seguenti quattro tipologie di investimento:
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impianto FV 10kW senza mutuo con l’incentivo del Conto Energia 2011 e del PSR (20% del costo di impianto);
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impianto FV 10kW con mutuo con l’incentivo del Conto Energia 2011 e del PSR (20% del costo di impianto);
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impianto FV 10kW senza mutuo solo con l’incentivo del Conto Energia 2011;
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impianto FV 10kW con mutuo solo con l’incentivo del Conto Energia 2011.
Rientrano nel caso di studio tutte le aziende agricole che presentano consumi annui di energia elettrica uguali o superiori a 13.500 kWh2. Gli investimenti 1 e 2, che beneficiano simultaneamente dell’incentivo PSR e di quello del Conto Energia 2011, fanno riferimento a impianti FV che entrano in esercizio entro il 31/12/2011.
Per il calcolo della convenienza economico-finanziaria dell’investimento ci si basa sui seguenti dati:
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il costo totale per l’installazione dell’impianto FV è pari a 46.410 euro3. Nei casi in cui si viene a beneficiare del contributo PSR il costo iniziale dell’investimento, diminuendo del 20%, passa a 37.128 euro;
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produzione media annua per kW pari a 1.350 kWh per il centro Italia (ENEA, 2006);
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tariffa incentivante di 0,36 euro/kWh, per impianti FV che entrano in esercizio tra il 1° maggio e il 31 agosto 2011 (Conto Energia 2011);
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per calcolare il risparmio dovuto all’energia elettrica auto consumata, si utilizzerà un prezzo di 0,145 euro/kWh (prezzo mediamente pagato dalle aziende agricole per l’energia elettrica);
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il tasso dell’incremento medio annuo del prezzo dell’energia elettrica si considera del 3,8%. Il dato si basa sugli aumenti annui dei prezzi dell’energia elettrica forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) fra il 2004 e il 2010;
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si tiene conto del calo annuo di rendimento dei pannelli fotovoltaici, che è previsto pari allo 0,6%;
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si ipotizza, nelle tipologie di investimento 2 e 4, di accedere ad un mutuo che copra l’intero costo iniziale dell’impianto. Il mutuo si estinguerà in 15 anni e avrà un tasso di interesse del 5,5%;
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il costo annuo di manutenzione ordinaria e straordinaria più spese di gestione è di 500 euro.
Metodologia d’indagine
Per valutare la convenienza economica degli investimenti vengono calcolati i flussi finanziari per tutta la durata dell’incentivo del Conto Energia, ovvero venti anni. Sempre sulla base di quest’arco temporale vengono calcolati i seguenti indicatori di convenienza: Flusso di cassa netto al 20° anno, Pay Back Period (PBP) o tempo di ritorno dell’investimento, Valore Attuale Netto (VAN) e Saggio di Rendimento Interno (SRI), (Merlo, 1991; Di Sandro, 1999; Gallerani, 2009). Il Flusso di cassa netto cumulato al 20° anno rappresenta la somma algebrica di tutti i ricavi e i costi fra l’anno 0 e il 20° anno.
Il PBP rappresenta il numero di anni necessari affinché venga ripagato l’investimento iniziale, ovvero quando i flussi di cassa netti annui diventano positivi. Minore è il numero di anni e più conveniente è l’investimento (Grillenzoni, 1994).
Il VAN esprime la differenza fra tutti i ricavi e i costi scontati all’attualità. Questo indicatore se maggiore di zero ci dice che l’investimento è economicamente conveniente. Inoltre può essere confrontato con il VAN di altri investimenti alternativi. Per il calcolo del VAN si applica un saggio di sconto del 5%, che può rappresentare il saggio ritraibile da investimenti simili per durata e rischio (es. titoli di stato a lunga scadenza) (Merlo, 1991; Spinelli, 2006; Daniele, 2008).
Il SRI è quel saggio che rappresenta la redditività dell’investimento e può essere paragonato al SRI di altri investimenti alternativi. In questo studio sarà utilizzato come termine di paragone il saggio di sconto del 5% (Merlo 1991; Gallerani, 2009).
Risultati
I risultati evidenziano una significativa convenienza economica ad investire in sistemi FV, in particolar modo quando si può beneficiare contemporaneamente degli incentivi del Conto Energia 2011 e del PSR. E’ questo il caso dell’investimento 1 (senza mutuo) dove abbiamo un flusso di cassa netto al 20° anno di 98.283 euro, un VAN di 46.159 euro, un SRI del 16,8% (superiore al saggio di sconto considerato) e un PBP di 5,8 anni (Tabella 1 e Figura 1). Quando invece l’investimento è supportato dal solo Conto Energia 2011 (Tabella 1 e Figura 2), sempre nel caso in cui non si acceda ad un mutuo (investimento 3), il flusso di cassa netto al 20° anno diminuisce del 9%, il VAN del 20%, il SRI del 23% e il PBP aumenta del 24%.
Nel’ipotesi in cui l’investimento venga finanziato da un mutuo (investimenti 2 e 4), si nota un lieve calo del VAN e una riduzione più consistente del flusso di cassa netto cumulato al 20° anno rispetto allo stesso investimento senza mutuo. Tuttavia l’accesso al mutuo consente di avere sin dai primi anni dei flussi di cassa netti positivi, a differenza degli investimenti senza mutuo dove questi si hanno dopo circa sei anni. Nelle figure 1 e 2 si possono infatti notare i flussi di cassa degli investimenti.
Nel caso in cui gli stessi investimenti esaminati fossero in regime di cessione alla rete, anziché in scambio sul posto, in proporzione alla quantità di energia venduta alla rete si avrebbe un lieve calo della convenienza economica. Questa variazione è dovuta al prezzo dell’energia venduta che è inferiore a quello dell’energia acquistata (Daniele, 2008). Se infinela stessa valutazione fosse condotta in assenza dei due incentivi esaminati, tutti gli indicatori utilizzati indicherebbero una convenienza negativa ad investire.
Prendendo in considerazione la tipologia di investimento 3, senza mutuo solo Conto Energia, la tariffa incentivante del Conto Energia, al di sotto della quale il VAN diviene negativo e quindi non vi è più convenienza all’investimento, è pari a 0,13 euro/kWh. Quindi l’investimento 3 diviene conveniente, secondo il VAN, solo se può beneficiare di una tariffa incentivante superiore a 0,13 euro/kWh. Nel caso della tipologia di investimento 4 (con mutuo solo Conto Energia), il livello critico della tariffa incentivante sale lievemente, passando a 0,14 euro/kWh.
Tabella 1 - Indicatori di convenienza per impianto FV da 10 kW in regime di scambio sul posto calcolati su un arco temporale di 20 anni
Legenda: VAN= Valore Attuale Netto (r=5%); SRI=Saggio di Rendimento Interno; PBP=Pay Back Period
Figura 1 - Flusso di cassa cumulato per impianto FV da 10 kW in scambio sul posto con incentivi Conto Energia e PSR (con e senza mutuo)
Figura 2 - Flusso di cassa cumulato per impianto FV da 10 kW in scambio sul posto col solo incentivo del Conto Energia (con e senza mutuo)
Conclusioni
Lo studio condotto evidenzia una chiara convenienza economica ad investire in sistemi FV nelle aziende agricole del centro Italia. Fra le tipologie di investimento esaminate, la più conveniente risulta quella che beneficia congiuntamente degli incentivi Conto Energia 2011 e PSR (VAN al 20° anno di 46.159 euro). Tuttavia la possibilità di abbinare i due sistemi di incentivazione è possibile solo per gli impianti che entreranno in esercizio entro il 2011, per cui le aziende agricole potenzialmente interessate a questo genere di investimento dovrebbero tenere in seria considerazione questo aspetto.
La convenienza economica risulta strettamente connessa agli incentivi pubblici, in assenza dei quali non si avrebbe più convenienza ad investire secondo tutti gli indicatori utilizzati in questo studio. A tale riguardo, quando l’unico incentivo pubblico è dato dal Conto Energia, la tariffa incentivante al di sotto della quale non vi è più convenienza ad investire secondo il VAN è pari a circa 0,14 euro/kWh. Questo valore rappresenta indicativamente una soglia critica a cui si dovrebbe far riferimento per una corretta promozione dei sistemi FV. Sulla base di queste informazioni risulta evidente come il decisore pubblico, attraverso le politiche di incentivazione a livello nazionale, regionale o locale, ha una grandissima influenza sulla diffusione dei sistemi FV.
La convenienza dei sistemi FV in agricoltura non dovrebbe però essere letta solo da un punto di vista economico-finanziario, in quanto, oltre ad integrare il reddito dell’agricoltore, tali sistemi rappresentano anche un’opportunità per valorizzare l’immagine ecosostenibile dell’azienda agricola andando ad arricchire la sua già nota multifunzionalità (Casini, 2003; Idda, 2002) con vantaggi in termini ambientali e sociali (Daniele, 2008).
L’agricoltura potrebbe avere un ruolo strategico nella diffusione dei sistemi FV e sarebbe auspicabile che in futuro potessero continuare a beneficiare di particolari sistemi di incentivazione che tengano in considerazione le peculiarità e le potenzialità di questo settore.
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- 1. KWh (chilowattora): Unità di misura dell’energia, rappresenta l’energia fornita dalla potenza di 1 kW per un periodo di 1 ora. KW (chilowatt): Unità di misura della potenza e corrisponde a 1000 Watt. MW (megawatt): Corrisponde a 1000 kW.
- 2. Nella valutazione si considerano aziende che consumano tutta l’energia elettrica prodotta, avvalendosi del regime di scambio sul posto. E quindi, visto che un impianto da 10 kw installato nel centro Italia presenta una produzione media annua di 13.500 kWh (ENEA, 2006), le aziende oggetto di studio presentano consumi di energia elettrica uguali o superiori a tale soglia.
- 3. Il costo medio totale per l’installazione dell’impianto nel 2008 corrisponde a 59.600 euro, come risulta da un’indagine campionaria sui costi di installazione di impianti FV nel centro Italia (Daniele, 2008). Vista la grande espansione del settore FV, i costi di impianto sono diminuiti negli ultimi anni. A tale riguardo partendo dal costo del 2008, e considerando, in accordo con l’European Photovoltaic Industry Association (EPIA), un calo dei costi pari all’8% annuo, si arriva a determinare il costo attuale medio di impianto, che è di 46.410 euro.