Le prospettive finanziarie 2014-2020: Quadro finanziario pluriennale e Pac

Le prospettive finanziarie 2014-2020: Quadro finanziario pluriennale e Pac
Istituto Nazionale di Economia Agraria

Introduzione

Con l’adozione da parte del Consiglio del regolamento che stabilisce il Quadro Finanziario Pluriennale per il 2014-2020 giunge al termine il processo di definizione delle future prospettive finanziarie, dopo due anni e mezzo di negoziati. L’adozione, durante il Consiglio Competitività (il 3276° meeting) lo scorso 2 dicembre, segue l’approvazione del progetto di regolamento da parte del Parlamento europeo, che aveva dato il proprio consenso il 19 novembre (Parlamento europeo, 2013d). Il regolamento sul Qfp fissa in termini legali l’accordo politico raggiunto tra i presidenti delle istituzioni comunitarie coinvolte in seno al “trilogo” (Consiglio dell’UE, Parlamento Europeo e Commissione Europea) il 27 giugno 20131 e conferma i massimali decisi in occasione del precedente accordo in seno al Consiglio Europeo dell’8 febbraio 2013 (Consiglio Europeo, 2013). I contenuti di quest’ultimo accordo erano stati respinti dal Parlamento che, con risoluzione del 13 marzo 2013, aveva avanzato richieste in tema di: flessibilità, clausola di revisione, deficit strutturale (Restes à Liquider - Ral2), unità e trasparenza del bilancio e risorse proprie (Parlamento europeo, 2013a). La formale adozione del regolamento sul Qfp consente di finalizzare i lavori sulla base normativa della nuova generazione di programmi comunitari: si tratta di circa 70 atti settoriali, la cui definizione entro la fine dell’anno ne consentirà l’implementazione dal 2014.
Il percorso negoziale sul Qfp è andato di pari passo a quello sull’impianto normativo della futura Politica Agricola Comune (Pac). Quest’ultima è stata approvata dal Parlamento in prima lettura nella plenaria del 20 novembre scorso (Parlamento europeo, 2013e); la posizione adottata formalizza l’accordo politico del 26 giugno e quello successivo del 24 settembre in cui trovarono soluzione alcune questioni di carattere finanziario rimaste in precedenza aperte, quali: livellamento/digressività dei pagamenti diretti, convergenza esterna, flessibilità tra I e II pilastro della Pac, oltre ai tassi di cofinanziamento nello sviluppo rurale, temi su cui il Parlamento aveva reclamato “il rispetto dei [propri] poteri legislativi” fissati dal Trattato di Lisbona3 (AgraEurope, 2013a p. 1; Parlamento europeo, 2013c; Inea, 2013). A questo punto, l’impianto normativo della futura Pac sarà ratificato dal Consiglio tra il 16-17 dicembre per entrare in vigore - in tutte le sue componenti - a partire dal 1 gennaio 2015, anziché dal 2014 per il quale sono state previste misure transitorie al fine di consentire agli Stati membri di definire le proprie scelte su I e II pilastro della Pac4.
Nella prima parte del contributo è sinteticamente discussa la distribuzione delle dotazioni recentemente formalizzate dal nuovo regolamento sul Qfp 2014-2020. Per approfondimenti si rimanda all’ampia letteratura esistente (per citarne alcuni: Parlamento Europeo 2013c; Inea, 2013; De Filippis e Sandali, 2013; Matthews, 2013). Successivamente sono analizzati gli effetti dell’accordo finanziario sulle singole rubriche e, in particolare, sulla dotazione della Pac, complessiva e per singolo Stato membro. L’approfondimento finale si focalizza sugli effetti finanziari per l’Italia.

Le prospettive finanziarie per il 2014-2020

Il quadro finanziario 2014-2020 è il quinto nella storia dell’Unione5 e si caratterizza per alcune novità rispetto al passato: per la prima volta prevede una contrazione delle risorse disponibili, fissa stanziamenti per una Unione Europea allargata a 28 paesi (con l’accesso della Croazia il 1 luglio 2013) ed è formalizzato da regolamento e non solo da un Accordo Interistituzionale (art. 312.2 Tfue) e pertanto è direttamente applicabile e vincolante per tutti gli Stati membri (Inea, 2013).
Il negoziato si è svolto in un contesto sociale, economico e finanziario problematico e ha fatto emergere divergenze sia tra istituzioni comunitarie sia tra Stati6. La misura delle distanze tra le posizioni iniziali e della complessità del percorso negoziale emerge osservando l’evoluzione delle proposte sulle prospettive finanziarie 2014-2020 (Figura 1). Partendo dalla iniziale proposta della Commissione Europea (CE, 2011a), il negoziato ha visto: il progressivo sviluppo e affinamento del Negotiating Box7, il mancato accordo in occasione del Consiglio Europeo Straordinario il 23 novembre 2012 (Consiglio Europeo, 2012), per poi giungere all’accordo nel Consiglio Europeo dell’8 febbraio 2013 sui massimali totali, per rubrica e sottorubrica e le allocazioni per Stato membro.

Figura 1 - Le prospettive finanziarie nel Qfp: dalla dotazione 2007-2013 all’accordo per il 2014-2020 (stanziamenti per impegni; pr. 2011)

Fonte: Inea (2013)

Gli stanziamenti per impegni (espressi a prezzi 2011) sono passati dagli attuali 994 miliardi di euro ai 1.025 miliardi di euro nella prima proposta della Commissione (CE, 2011a), salita poi a 1.033 miliardi di euro per tenere conto dell’ingresso della Croazia8. I successivi negoziati hanno determinato un’inversione di tendenza con importi decrescenti inseriti nei Negotiating box. Il regolamento sul Qfp 2014-2020, formalizzato dal Parlamento (19 novembre) e dal Consiglio (2 dicembre), conferma le dotazioni fissate in occasione del Consiglio Europeo dell’8 febbraio 2013 (Euco 37/13). In base a tale accordo, il massimale complessivo per l'UE-28 per il settennio 2014-2020 è pari a 960 miliardi di euro in stanziamenti per impegni (1,00% del Rnl dell'UE) e a 908 miliardi di euro in stanziamenti per pagamenti (0,95% dell'Rnl). Rispetto al Qfp 2007-2013, la contrazione delle risorse ammonta a 34 miliardi di euro (-3,5%); al netto delle risorse per la Croazia, la riduzione per l’UE27 è ancor più consistente: -47 miliardi di euro (ossia -5%).

Tabella 1 - Confronto tra Qfp: dalle prospettive finanziarie 2007-2013 alla proposta della Commissione e all’accordo finale sul Qfp 2014-2020 (prezzi 2011)*

Fonte: elaborazioni su dati Consiglio (2013), Consiglio Europeo (2013), Commissione Europea (2012a), Decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio (2012/5/UE), Ragioneria Generale dello Stato (2013).
(1) 2007-2013 massimale al lordo dei trasferimenti dal Feaga al Feasr e verso altre Rubriche
* La tabella, così come il resto del capitolo, non tiene in considerazione gli strumenti tenuti fuori dal Qfp. Le proposte avanzate dalla Commissione e quella del Consiglio Europeo differiscono, oltre che per gli aspetti richiamati nello schema 1, anche per il diverso collocamento fuori o dentro il Qfp 2014-2020 di alcuni di questi strumenti, come ad esempio la riserva di crisi nel settore agricolo. In questi casi le cifre non sono state modificate per tenere conto di questi spostamenti. Per un confronto su tali aggiustamenti si rimanda a Parlamento Europeo (2013) Allegato I, al [link]

A livello di capitoli di spesa, la Rubrica 2 “Crescita sostenibile: risorse naturali”, la Pac in particolare, e la sub-Rubrica (2a) “Coesione” – ossia le principali voci di spesa nel bilancio comunitario – scontano la riduzione complessiva delle risorse disponibili, calando rispettivamente dell’8% e dell’11%, per un totale di quasi 80 miliardi di euro. In termini di peso relativo sull’intero bilancio, la Rubrica 2 perde tre punti percentuali (dal 42% del 2007-2013 al 39% del 2014-2020), mentre la “Coesione” cala di due punti (dal 36% al 34%). Tutte le altre rubriche mostrano variazioni di segno positivo rispetto al 2007-2013. In particolare, la Rubrica 1 “Crescita intelligente e inclusiva” (+1%) si conferma quale principale voce di spesa nel bilancio comunitario (dal 45% al 47% del totale); il leggero aumento è determinato dal marcato incremento della sub-Rubrica (1a) “Competitività per la crescita e l’occupazione”, che compensa la riduzione della “Coesione”, ricevendo una dotazione aggiuntiva di 34 miliardi di euro (+37%) rispetto a quella attuale. Si tratta chiaramente di una crescita significativa di risorse, destinate alle spese in settori quali ricerca, innovazione e istruzione, nell’ambito dei programmi “Orizzonte 2020”, “Erasmus per tutti” e “Meccanismo per collegare l’Europa”.
L’accordo sugli stanziamenti complessivi del Qfp e sulle allocazioni per singolo Stato membro hanno determinato importanti variazioni in termini di saldo netto9. Tutti i principali paesi contributori al bilancio comunitario hanno fatto registrare un aumento dei versamenti nel confronto tra i due periodi di programmazione (Tabella 2).

Tabella 2 - Saldi netti dei principali paesi contributori e accordo sul Qfp 2014-2020 (miliardi euro)*

* Criterio di cassa «Operating Budgetary Balance»
Fonte: Ragioneria Generale dello Stato, 2013

Uniche eccezioni sono Belgio e Italia. Per quest’ultima la contribuzione netta è passata da 4,5 miliardi di euro annui versati mediamente nel quinquennio 2007-2011 a 3,8 miliardi di euro annui che verranno versati annualmente nel 2014-2020. L’effetto è dovuto ad una combinazione di fattori: il peggioramento del Rnl nazionale che ha determinato una riduzione della quota di contribuzione calcolata in base a tale indicatore; la contrazione degli stanziamenti per il prossimo Qfp (-34 miliardi di Euro, vedi tabella 1) che ha determinato un calo dei trasferimenti a favore dell’UE con un conseguente risparmio per le casse dello Stato; infine, vanno considerati gli incrementi di risorse ottenuti successivamente alla presentazione della proposta da parte della Commissione (Commissione Europa, 2011a); si tratta, in particolare, dell’allungamento della durata del meccanismo di convergenza da 4 a 6 anni nel primo pilastro, dell’assegnazione specifica di 1,5 miliardi di euro per lo sviluppo rurale e dell’assegnazione di 500 milioni di euro per le aree interne del paese nell’ambito della politica di Coesione. Questo rappresenta un risultato non indifferente se si tiene conto che l’Italia si era presentata all’inizio del negoziato con un saldo netto negativo nel 2011 di quasi 6 miliardi di euro (CE, 2012b).

Le risorse della Pac 2014-2020

Nonostante la riduzione delle risorse complessive della Pac per il 2014-2020 rispetto alla dotazione corrente, a fronte di un Qfp crescente negli anni, la Pac continuerà a rappresentare una politica importante del bilancio comunitario. La dotazione complessiva tra i due pilastri ammonta a oltre 360 miliardi di euro, destinati per 277,9 miliardi di euro ai pagamenti diretti e alle misure di mercato e per 84,9 miliardi di euro allo sviluppo rurale.
Il confronto tra gli importi allocati nel 2014-2020 con il budget del periodo 2007-2013 è particolarmente complesso. Tale complessità è legata ad una pluralità di fattori che interessano la Pac tutta e riguardano in particolare10: (1) trasferimenti dal Feaga al Feasr a carattere permanente per circa 15 miliardi di euro (prezzi 2011) dovuti a modulazione obbligatoria, ristrutturazione delle regioni produttrici di cotone e del tabacco, riforma del vino, piano europeo di ripresa economica e banda larga; (2) trasferimenti dal Feaga al Feasr a carattere temporaneo per circa 2,4 miliardi di euro (prezzi 2011) dovuti a modulazione volontaria del Regno Unito e degli importi non spesi di Germania e Svezia di cui all’Art. 136 del Reg. (CE) n. 73/2009; (3) adeguamenti del QFP 2007-2013 per far fronte a situazioni non previste in origine nell’AII del 200611, che hanno comportato una fuoriuscita di risorse dalla Rubrica 2 per un importo complessivo stimato di circa 5 miliardi di euro (prezzi 2011); (4) il processo di phasing-in dei pagamenti diretti (appena concluso per i Nsm10 e in corso per Bulgaria, Romania e Croazia); (5) l’aumento del numero di paesi per cui sono fissate le prospettive finanziarie, da 27 a 28 Stati membri con l’ingresso nell’UE della Croazia il 1 luglio 2013; (6) la presenza di voci esterne al Qfp. Oltre a questi fattori, il confronto tra due periodi di programmazione richiede di tenere conto dell’inflazione nel confronto intertemporale (programmata al 2% annuo). Tuttavia, non va trascurato il fatto che la Pac non è mai stata “al riparo” dell’inflazione essendo i massimali costanti negli anni ed espressi a prezzi correnti (Matthews, 2013).
Tale complessità è, dunque, legata alla individuazione di un solido scenario contro-fattuale12. In letteratura è possibile trovare diversi metodi utilizzati per stimare l’impatto del nuovo Qfp per la dotazione agricola (Parlamento Europeo, 2013c; Matthews, 2013; De Filippis e Sandali, 2013; Pierangeli, 2013).
Tenendo conto di tali aggiustamenti, gli stanziamenti del primo pilastro per il 2014-2020 mostrano una contrazione effettiva del 12% (Tabella 3)13. Anche lo sviluppo rurale segna una contrazione importante (-11%). Si tratta chiaramente di contrazioni ben più consistenti di quanto osservato il totale degli stanziamenti previsti nel Qfp 2014-2020 (-3,4% in tabella 1).

Tabella 3 - Allocazione Pac: Qfp 2007-2013, proposta Commissione e Qfp 2014-2020

(1) 2007-2013 massimale al netto dei trasferimenti dal Feaga verso il Feasr e altre Rubriche.
(2) 2007-2013 massimale al netto di modulazione volontaria e importi non spesi di cui all'art. 136 R. 73/2009.
Fonte: Inea (2013) su dati Consiglio Europeo (2013), Commissione Europea (2012a), Decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio (2012/5/UE), Ragioneria Generale dello Stato (2013), Pierangeli (2013)

La riduzione dei due pilastri della Pac risulta lievemente più consistente qualora dai plafond sono sottratti i massimali destinati alla Croazia. Confrontando i due periodi di programmazione per UE-27 risulta: -12,8% per il primo pilastro e -13,5% per il secondo pilastro.
Nel prosieguo, tenendo conto delle complessità sopra richiamate, l’analisi dell’impatto della riforma per i pagamenti diretti per singolo Stato membro si basa sul confronto tra il 2014-2020, derivante dall'accordo dell'8 febbraio 2013 in seno al Consiglio Europeo, e le allocazioni per il solo 2013, anno in cui quasi tutta la riforma della Pac è ormai a regime, con esclusione del phasing-in di Bulgaria, Romania e Croazia. L’allocazione del 2013 (moltiplica per sette anni) descrive, quindi, lo status quo, qualora fosse rimasta invariata la dotazione della Pac (Parlamento Europeo, 2013 p. 44-48; Matthews, 2013a). Gli importi, attualizzati a prezzi 2011, mettono in evidenza l'effetto redistributivo tra paesi attuato con l'inserimento di meccanismi di perequazione basati sugli ettari di superficie ammissibile (fonte Iacs, 2009). Estonia, Lettonia, Lituania e Romania (che usufruisce anche del phasing-in) vedono la propria dotazione per i pagamenti diretti aumentare in modo significativo (Figure 2 e 3). Un altro gruppo di paesi subisce riduzioni inferiori alla media comunitaria. L’Italia risulta tra i paesi più penalizzati dalla riforma con una riduzione della dotazione, al netto dell’effetto inflazionistico, pari a 6,5%.

Figura 2 - Allocazione pagamenti diretti per Stato membro (Meuro; pr. 2011)

Fonte: elaborazioni su dati Commissione Europea [pdf]; AgraEurope (26 November 2013)
 

Figura 3 - Variazioni percentuali delle allocazioni per Stato Membro nei pagamenti diretti tra il 2007-2013 e il 2014-2020 (%)*

* Il livello di sostegno del 2013 (moltiplicato per sette anni), non rappresenta l’allocazione effettiva per il periodo, ma piuttosto il termine di paragone (contro-fattuale) corrispondente alla continuazione dello scenario politico attuale.
Fonte: Inea (2013) su dati All. IV e All. VIII Reg. (CE) n. 73/2009 modificato da Reg. (CE) n. 287/2013 e Consiglio Europeo (2013)

Il meccanismo di perequazione dei pagamenti diretti tra Stati membri nel prossimo periodo di programmazione è la cosiddetta convergenza esterna14. Nella versione iniziale della Commissione era concepita per entrare a regime in quattro anni, ossia dal 2018. Durante i negoziati l’arco temporale è stato allungato a sei anni al fine di ridurre il costo cumulato a carico dei paesi contributori, entrando a regime nel 2020. Lo spostamento di risorse determinato da tale meccanismo dai paesi con un pagamento ad ettaro superiore alla media comunitaria a favore di paesi al di sotto della soglia ammonta complessivamente a circa 748 milioni di euro. I beneficiari della convergenza saranno dodici paesi: Finlandia, Portogallo, Spagna, Svezia, e Regno Unito, tra i vecchi Stati membri; Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania, tra i paesi nuovi entrati. I principali finanziatori saranno: l’Italia (per il 31%), la Germania (19%), la Francia (17%) e la Grecia (14%), che complessivamente soddisfano l’80% del fabbisogno di risorse da trasferire. Inoltre, durante il negoziato è stata inserita una condizione ulteriore volta a favorire i paesi Baltici: tutti gli Stati membri dovranno raggiungere il livello minimo di 196 euro/ha a prezzi correnti entro il 2020. In questo caso le stime dell’importo trasferito si attestano tra 170-200 milioni di euro. Anche in questo caso sono le modalità di finanziamento e tempistica di entrata a regime di tale soglia sono le medesime del meccanismo della convergenza esterna.

Figura 4 - Il costo/beneficio della convergenza esterna e della soglia di 196 €/ha (pr. correnti)

* Austria, Repubblica Ceca e Ungheria non subiscono i trasferimenti in oggetto poiché non coinvolte dai criteri di applicazione del meccanismo di convergenza esterna e dalla soglia di 196€/ha
Fonte: nostre elaborazioni su dati Consiglio Europeo, 2013; Council of the European Union, 2012, Reg. (UE) n. 307/2011, Reg. (UE) n. 313/2012; Iacs, 2009

Per l’Italia si tratta di un meccanismo particolarmente penalizzante per le caratteristiche dell’agricoltura nazionale, reso ancor più sfavorevole dalla scelta della Commissione Europea di considerare nel calcolo degli importi medi ad ettaro solo la superficie ammissibile a domanda nel 2009 (circa 10,1 milioni di ettari). Alcuni studi (De Filippis e Sandali, 2013) hanno messo in evidenza come, se da un lato lo slittamento dell’entrata a regime comporta un risparmio di risorse per l’Italia dovuto al minor costo cumulato nei sei anni (la modifica della durata del meccanismo di convergenza da 4 a 6 anni determina un risparmio di circa 228 milioni di euro a prezzi correnti nell’intero periodo), dall’altro lato, l’introduzione della soglia dei 196 euro/ha determinerà a regime un costo maggiore rispetto a quello della proposta iniziale (circa 280 milioni di euro rispetto ai 233 milioni di euro iniziali).
In merito allo sviluppo rurale, la figura 5 mostra le allocazioni per Stato membro confrontando i massimali attuali con quelli del 2014-2020, in cui sono messe in luce le assegnazioni specifiche ottenute in fase di negoziato da sedici Stati membri.
Oltre all’Italia, le assegnazioni specifiche interessano: Austria (700 milioni di euro), Francia (1.000), Irlanda (100), Lussemburgo (20), Malta (32), Lituania (100), Lettonia (67), Estonia (50), Svezia (150), Portogallo (500), Cipro (7), Spagna (500), Belgio (80), Slovenia (150) e Finlandia (600).
I paesi che complessivamente ottengono un incremento della propria dotazione sono Francia (+1.099 milioni, pari a +14%), Italia (+128 milioni, pari a +1,4%) e Malta (+8,5 milioni, pari a +11%). Riduzioni consistenti superiori al 20% interessano invece Germania, Lettonia, Lituania, Slovenia, Svezia, Ungheria, Bulgaria, Irlanda e Polonia, mentre Cipro e Repubblica Ceca subiscono una riduzione del 30% circa.

Figura 5 - Allocazioni per Stato membro nella politica di sviluppo rurale (prezzi 2011)*

* Importo al netto di Assistenza Tecnica e plafond Croazia.
Massimali 2007-2013 al netto degli importi della modulazione volontaria e degli importi all’Art. 136 R. 73/2009
Fonte: Inea (2013) su dati Decisione 2010/236/CE, Decisione 2006/410/CE , Decisione 2010/237/UE e Consiglio Europeo (2013)

Quella dell’allocazione delle risorse della Pac tra paesi è stata senza dubbio una delle questioni più spinose. Prendendo contestualmente in considerazione la ripartizione delle risorse del I e del II pilastro della Pac tra i vari paesi si nota come, in definitiva, il Consiglio Europeo abbia tenuto conto dell’effetto complessivo, nel tentativo di conseguire un equilibrio di massima nell’allocazione per Stato membro (Parlamento Europeo, 2013 p. 46; Monteleone et al, 2013 p. 66).

Qfp e Pac per Italia

I termini dell’accordo sul Qfp hanno alleggerito la posizione di contributore netto al bilancio comunitario dell’Italia rispetto all’attuale programmazione. Si tratta (almeno a livello finanziario) di un risultato importante se si tiene conto del fatto che l’Italia risultava nel 2011 il primo contributore al bilancio comunitario (Corte dei Conti, 2012). Pur in un quadro di riduzione degli stanziamenti per la politica di Coesione, il paese ha mantenuto invariata la dotazione su tale capitolo di spesa (29,5 miliardi di euro); ha incrementato, invece, le risorse per la Competitività anche se in misura minore rispetto all’aumento fatto registrare da questa sub-rubrica.
Nell’ambito della Pac, il negoziato è risultato in salita sin dall’inizio. Con le proposte iniziali avanzate dalla Commissione, il paese perdeva risorse sia sul I che sul II pilastro15. Di seguito le figure mettono in evidenza l’andamento annuale dei pagamenti diretti e dello sviluppo rurale dell’Italia. Nell’ambito dei pagamenti diretti, la quota nazionale diminuisce dal 9,5% nel 2013 all’8,7% nel 2020 con un valore medio del periodo di 9,1%.

Figura 6 - Quota percentuale e dotazioni dell’Italia nei pagamenti diretti della Pac (pr. correnti e pr. 2011)

Fonte: Inea (2013) su dati Decisione 2006/410/CE, Decisione 2010/237/UE, Decisione 2009/519/CE, All. IV e All. VIII Reg. (CE) n. 73/2009 modificato da Reg. (CE) n. 287/2013 e Consiglio Europeo (2013)

Nell’ambito dello sviluppo rurale, la quota nazionale passa dal 9,6% medio del 2007-2013 all’11,2% del 2014-2020.

Figura 7 - Quota percentuale e dotazioni dell’Italia nello sviluppo rurale (pr. correnti e pr. 2011)

Fonte: Inea (2013) su dati Decisione 2010/236/CE, Decisione 2006/410/CE , Decisione 2010/237/UE e Consiglio Europeo (2013)

Considerazioni conclusive

La formale adozione del regolamento sul Qfp lo scorso 2 dicembre consente di portare a termine i lavori sulla base normativa della nuova generazione di programmi comunitari, ossia dei circa 70 atti settoriali, la cui definizione entro la fine dell’anno consentirà l’implementazione dal 2014. Farà eccezione la Pac per la quale è stato previsto un anno, il 2014, con misure transitorie che faranno finanziariamente riferimento al nuovo Qfp.
A questo punto, la riforma vede la Commissione Europea alle prese con gli atti ad essa delegati in tema di agricoltore attivo, sostegno accoppiato, greening, per citarne alcuni, da un lato, e gli Stati membri impegnati nella fase di implementazione delle numerose e complesse opzioni delegate ai singoli paesi, che avranno tempo fino al 1 agosto 2014 per formalizzare le proprie scelte alla Commissione.

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  • Parlamento Europeo e Consiglio (2012), Decisione del 13 dicembre 2011 recante modifica dell’accordo interistituzionale, del 17 maggio 2006, sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria con riguardo al quadro finanziario pluriennale per far fronte alle necessità di finanziamento aggiuntive del progetto Iter, (2012/5/UE)

  • Parlamento Europeo (2013a), Risoluzione del Parlamento europeo del 13 marzo 2013 sulle conclusioni del Consiglio del 7 e 8 febbraio relative al quadro finanziario pluriennale, (2012/2803)Rsp))

  • Parlamento Europeo (2013b), Risoluzione del Parlamento europeo del 3 luglio 2013 sull'accordo politico relativo al Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020, (2012/2799(Rps))

  • Parlamento Europeo (2013c), European Parliament - Directorate General For Internal Policies Policy Department B: Structural And Cohesion Policies, European Council Conclusions on the Multiannual Financial Framework 2014/2020 and the Cap. Note, July 2013 [pdf]

  • Parlamento europeo (2013d), Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 19 novembre 2013 sul progetto di regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020, P7_TA-Prov(2013)0455

  • Pierangeli F. (2013), Quadro finanziario pluriennale 2014-2020: una prima analisi degli impatti, Agriregionieuropa, Anno 9, n. 22, marzo 2013

  • Pierangeli F., Solazzo R. (2013), La PAC dalle proposte all’accordo. Posizioni a confronto su greening e convergenza dei pagamenti diretti, Agriregionieuropa, Anno 9, n. 24, dicembre 2013

  • 1. Il Parlamento Europeo, con risoluzione del 3 luglio 2013, aveva accolto con favore tale accordo, ma subordinandone l’approvazione all’appianamento del deficit strutturale. Da allora sono stati approvati bilanci rettificativi.
  • 2. I Ral (reste a liquider - importi da liquidare) sono un sottoprodotto inevitabile della programmazione pluriennale e degli stanziamenti dissociati.
  • 3. Punto 5 della Risoluzione del Parlamento europeo del 3 luglio 2013.
  • 4. Proposal for a regulation of the European Parliament and of the Council laying down certain transitional provisions on support for rural development by the European Agricultural Fund for Rural Development (Eafrd) and amending Regulation (EU) No [RD] as regards resources and their distribution in respect of the year 2014 and amending Council Regulation (EC) No 73/2009 and Regulations (EU) No [DP], (EU) No [HZ] and (EU) No [sCMO] as regards their application in the year 2014, 15049/13, Brussels, 24 October 2013.
  • 5. Le precedenti prospettive finanziarie pluriennali sono state: pacchetto Delors 1 (1988-1992), pacchetto Delors 2 (1993-1999), Agenda 2000 (2000-2006) e attuale Qfp (2007-2013).
  • 6. Per un dettaglio delle tappe del negoziato sul Qfp e sulla nuova Pac si veda Pierangeli, Solazzo (2013).
  • 7. Il Negotiating box o “schema di negoziato” è un documento elaborato dalla Presidenza del Consiglio dell'UE che delinea gli elementi e le opzioni principali per i negoziati sul Qfp. Copre le tre parti del “pacchetto Qfp”, vale a dire il regolamento Qfp, la disciplina delle risorse proprie e le leggi settoriali. L’evoluzione del documento è disponibile al seguente [link]
  • 8. Proposta modificata di Regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 (Com(2012) 388def.).
  • 9. Il Saldo netto misura la differenza tra quanto un paese versa al bilancio comunitario e l’ammontare complessivo di risorse di cui lo stesso paese beneficia in virtù delle dotazioni finanziarie assegnategli. Per un approfondimento sui saldi netti nei si veda De Filippis et al. (2013).
  • 10. Per approfondimenti sugli adeguamenti tecnici si rimanda a: Inea (2013), Corte dei Conti (2012) e Council of the European Union (2012).
  • 11. Sono esempi i finanziamenti a Egnos e Galileo (Decisione del Parlamento e del Consiglio, 2008/29/CE) o i finanziamenti supplementari al progetto Iter (Decisione del Parlamento e del Consiglio, 2012/5/UE).
  • 12. Per un confronto tra i punti di forza e di debolezza dei vari metodi si rimanda a Matthews (2013), Cap budget in the Mff agreement, al seguente [link]
  • 13. L’allocazione del Feaga 2007-2013 è depurata degli importi trasferiti al Feasr e alle altre rubriche. Senza tali aggiustamenti la contrazione è del -17% al lordo di tali trasferimenti.
  • 14. Tutti i paesi con pagamenti diretti per ettaro inferiori al 90% della media UE27 colmeranno un terzo della differenza fra il loro livello attuale di pagamenti diretti e il 90% della media nel corso del prossimo periodo. Tale convergenza sarà finanziata da tutti gli Stati membri che beneficiano di pagamenti diretti superiori alla media UE27, proporzionalmente al loro scostamento dalla media.
  • 15. Sul secondo pilastro la Commissione non ha fatto circolare proposte sulle allocazioni, limitandosi a produrre un documento di Impact Assessment (Annex IV) Sec(2011)1153. Tuttavia, i criteri oggettivi selezionati dalla Commissione risultavano sfavorevoli rispetto all’allocazione storica nazionale. Per il primo pilastro si veda, invece, l'Allegato II della Com(2011)6325def.
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