AGRIPIEMONTEUROPA
Editoriale
Alessandro Corsi, Università di Torino
Roberto Cagliero, Cra-Inea
Con questo numero si inaugura l’iniziativa di Agripiemonteuropa. Fin dal nome, questa rivista si pone nel solco dell’esperienza di Agriregionieuropa, e da questa assume anche il significato e gli scopi. Agriregionieuropa era nata per costruire un ponte fra i ricercatori economico-agrari (e più in generale delle scienze sociali) e gli operatori del settore agricolo e alimentare, comprendendo fra questi sia gli agricoltori, i funzionari ed i tecnici delle loro organizzazioni (organizzazioni professionali, associazioni dei produttori, cooperative, ecc.), sia gli operatori politici in campo agricolo (responsabili politici e funzionari regionali e degli enti locali). L’idea centrale di Agriregionieuropa era duplice: da una parte, fornire una sede per la divulgazione, a livello non accademico ma rivolta ad un pubblico più largo ma interessato alle tematiche del settore, dei risultati della ricerca scientifica economico-agraria; dall’altro, quella di fornire un foro per la discussione, su base scientifica e non partigiana, delle politiche agricole e rurali europee, nazionali e regionali. Il successo della rivista (che ha recentemente raggiunto il milione di contatti) mostra che rispondeva ad una esigenza reale, e che l’intuizione alla sua base era giusta.
Agripiemonteuropa, e le analoghe iniziative che stanno nascendo o sono già nate in questo periodo (come Agrimarcheuropa) si pone l’obiettivo di fare un altro passo: quello di avvicinare ancor di più la ricerca scientifica alla realtà regionale, e di offrire un foro di discussione, sempre su base scientifica e non partigiana, su argomenti e ambiti più specificamente regionali. L’ambizione è quella di favorire in questo modo una discussione ed una riflessione più puntuali, e di creare anche occasioni di incontro e di dibattito a livello locale. Ricerca e discussione su base locale non significano peraltro localismo: l’obiettivo rimane quello di legare le tematiche locali a teorizzazioni, riflessioni e discussioni di respiro ampio.
In questo primo numero, vengono presentati tre lavori, che rispondono a questi criteri. Prendendo lo spunto dalle attività di valutazione ex ante del Psr piemontese, Cagliero e Malfi inducono a riflettere in modo più approfondito sui criteri sulla base dei quali sono individuati i fabbisogni dichiarati nel Psr; una riflessione che mira ad una pratica sempre più strutturata e “pensata” della redazione e dell’implementazione dei Psr. Borri e Borsotto offrono un quadro strutturale e della più recente evoluzione dell’agricoltura piemontese a partire dai dati della rete Rica piemontese. Infine Cassibba propone considerazioni sul ruolo della cooperazione nei programmi integrati di filiera, a partire da una più ampia riflessione sul significato delle forme associative nei sistemi economici attuali.
Agripiemonteuropa si propone, nei prossimi numeri, di continuare a proporre contributi di analisi della realtà agricola piemontese e di seguire l’attualità della politica agricola regionale. Speriamo di riuscire ad aprire una discussione aperta su questi temi; Agripiemonteuropa è aperta e sollecita contributi da parte di ricercatori e operatori del settore e si augura di stimolare un rinnovato interesse al dibattito su questi temi.
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