Food System Summit 2021 delle Nazioni Unite: un nuovo percorso verso la sostenibilità dei sistemi alimentari

Food System Summit 2021 delle Nazioni Unite: un nuovo percorso verso la sostenibilità dei sistemi alimentari
a CREA, Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia

Abstract

Questo articolo descrive il percorso partecipativo che ha portato in diciotto mesi all’organizzazione del World Food Summit, tenutosi a New York nel settembre 2021 e ne presenta le principali indicazioni in termini di azioni necessarie per raggiungere la sostenibilità dei sistemi alimentari. Infine, viene dedicata attenzione alle raccomandazioni in termini di fabbisogni di ricerca e innovazione.

Introduzione

Il Summit delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari [link] ha preso avvio dalla considerazione che molti dei sistemi alimentari mondiali sono fragili e non riescono a soddisfare il diritto a un'alimentazione adeguata per tutti. Tre miliardi di persone, quasi la metà di tutta l'umanità, non possono infatti permettersi una dieta sana. La malnutrizione in tutte le sue forme, inclusa l'obesità, è profondamente radicata, con ripercussioni negative sulla salute, sull'istruzione, sulle donne e sull'economia. I fattori che determinano l'insicurezza alimentare e la malnutrizione, compresi i conflitti, gli eventi climatici estremi e la volatilità economica, sono ulteriormente esacerbati dalla povertà e dagli alti livelli di disuguaglianza. La pandemia di COVID-19 ha aggravato queste tendenze preoccupanti. Nel 2020, secondo la FAO, si è registrato un aumento del 20% del numero di persone malnutrite (FAO, 2020). La produzione alimentare e i produttori locali sono sempre più vulnerabili agli impatti negativi dei cambiamenti climatici mentre, al tempo stesso, i sistemi alimentari contribuiscono fino a un terzo delle emissioni di gas serra, fino all'80 per cento della perdita di biodiversità e utilizzano fino al 70 per cento dell'acqua dolce.
Nella visione del Summit, i sistemi alimentari costituiscono una leva rilevante per la ripresa dalla pandemia di COVID-19 e per il raggiungimento dei 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile (SDGs) entro il 2030. I sistemi alimentari infatti agiscono sulle tre dimensioni riconosciute come fondamentali per l'Agenda 2030:

  • Persone - "Nutrire tutti per la salute e il benessere"
  • Pianeta - "Produrre in armonia con la natura"
  • Prosperità - "Ripresa inclusiva, trasformativa ed equa "

Di fronte a queste sfide epiche, le Nazioni Unite hanno convocato decine di migliaia di persone dal livello locale a quello globale nel lungo processo del Food Systems Summit, nella consapevolezza che un nuovo slancio potesse arrivare, in termini di idee, dal più ampio coinvolgimento della società civile, delle comunità indigene, delle donne, dei giovani, oltre che dai governi di tutte le nazioni.

Il processo

Negli ultimi 18 mesi, il Summit ha dunque riunito tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite e una moltitudine di attori - i giovani, i produttori di cibo, le popolazioni indigene, la società civile, i ricercatori, il settore privato e il sistema delle Nazioni Unite – per sviluppare visione e soluzioni per realizzare risultati tangibili in questa direzione. Gli eventi sono stati aperti a tutti attraverso il programma virtuale e la sua piattaforma.
Sono stati previsti tre tipi di dialogo:

  • I dialoghi degli Stati membri organizzati dai governi nazionali;
  • I dialoghi globali in concomitanza con gli eventi globali su questioni come clima, ambiente, salute, economia e lavoro, aiuti umanitari e acqua;
  • I dialoghi indipendenti che potevano essere organizzati da chiunque nel rispetto dei principi del Summit.

Tutti e tre i tipi di dialoghi hanno offerto a una vastissima pluralità di soggetti l'opportunità di partecipare e contribuire al Summit, con l’obiettivo di rispettare la diversità di punti di vista, incoraggiare l'esplorazione condivisa e sperimentare nuovi modi di lavorare insieme. A latere, è stato costituito un comitato scientifico del Summit, formato da ricercatori e scienziati di tutto il mondo, con l’obiettivo di garantire la solidità scientifica delle proposte emerse nel Summit.
I risultati di questo processo sono stati consolidati nei cosiddetti Action Tracks, percorsi di azione. Guidati dalla visione e dagli obiettivi del Summit, gli Action Tracks hanno il compito di creare sinergie e soluzioni a livello locale, nazionale, regionale e globale e di ampliare e accelerare le iniziative esistenti. Per supportare un approccio olistico, i percorsi di azione sono intenzionalmente in numero ridotto (5) e costituiscono un meccanismo di azioni integrate per supportare per gli SDG nel loro insieme. Gli Action Tracks sono inoltre strutturati per riflettere la complessità e le interconnessioni dei sistemi alimentari:

  • Garantire l'accesso a cibo sicuro e nutriente per tutti;
  • Passare a modelli di consumo sostenibili;
  • Aumentare l’impatto positivo della produzione sugli ecosistemi;
  • Raggiungere una più equa distribuzione del valore;
  • Costruire la resilienza alle vulnerabilità, agli shock e agli stress.

Da tutto questo complesso sistema sono emerse quattro “Leve del Cambiamento” (Levers of change), trasversali rispetto agli Action Tracks, intese come aree di lavoro che potenzialmente potrebbero determinare un cambiamento positivo ad ampio raggio sia sulla trasformazione dei sistemi alimentari che sul raggiungimento di tutti i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. Le quattro leve sono: diritti umani, innovazione, finanza, parità di genere ed emancipazione femminile. A queste si aggiunge, come elemento trasversale, l'empowerment dei giovani.  Riassumiamole brevemente:
Diritti umani - si concentra sull'assicurare che i processi e i risultati del Summit siano radicati nella legge e nei principi sui diritti umani.
Finanza - riguarda la valutazione delle esigenze di investimento, gli incentivi, la ricerca di soluzioni inclusive e il rischio. Si pone l’obiettivo di ridurre i rischi associati all’innovazione, accelerare il cambiamento e mobilitare il capitale privato.
Innovazione - riunisce partner dell'innovazione del settore pubblico, privato e sociale nell'impegno a rendere l'innovazione un fattore abilitante significativo per la trasformazione dei sistemi. Le aree di interesse emergenti includono l'innovazione digitale, scientifica e tecnologica, nazionale e regionale, nonché i modelli di innovazione sociale e istituzionale, comprese le conoscenze tradizionali e indigene.
Genere - identifica sette questioni importanti per accrescere l'emancipazione delle donne, l'uguaglianza di genere e l'impegno delle donne in tutti i percorsi d'azione: i diritti delle donne alla terra; l’emancipazione economica delle donne; riconoscimento economico  del lavoro non retribuito; la leadership femminile; l’accesso alle tecnologie (incluso il digitale); l’adeguamento delle norme e la rimozione delle barriere istituzionali; le politiche di genere per i sistemi agricoli e alimentari.
Il Pre-Summit, che si è tenuto dal 26 al 28 luglio 2021 presso la FAO a Roma, ha visto coinvolti oltre cento paesi che si sono riuniti per discutere della trasformazione dei propri sistemi alimentari nazionali. Infatti, nell'ambito del processo che ha portato al Summit, oltre 147 Stati membri delle Nazioni Unite si sono impegnati nel dialogo e nella costruzione di percorsi condivisi a livello nazionale. Il programma ufficiale del pre-Summit prevedeva sessioni dedicate alle quattro “leve del cambiamento”.
Il Pre-Summit di Roma ha agito come punto di convergenza del processo ed evidenziato come i risultati dei dialoghi nazionali iniziano a consolidarsi in percorsi nazionali, che esprimono ciò che i governi, insieme a diverse parti interessate, si aspettano dai sistemi alimentari entro il 2030.
Tutto il complesso processo descritto ha contribuito a riaffermare l’idea che i sistemi alimentari hanno il potere di contribuire a realizzare un mondo migliore. In tutto il mondo, le persone impegnate nei sistemi alimentari forniscono cibo nutriente a miliardi di persone salvaguardando biodiversità ed ecosistemi, nonostante i molti punti critici prima rilevati. È stato inoltre riconosciuta l’importanza, nel processo di realizzazione dell’Agenda 2030, di molte buone pratiche - come quelle in atto nei sistemi alimentari indigeni -, dell’investimento in scienza e innovazione e del coinvolgimento più vasto - in particolare donne e giovani, popoli indigeni, imprese e produttori. Inoltre, è emersa chiaramente la consapevolezza del fatto che non esiste una soluzione buona per tutti e che sia necessario urgentemente passare da un'azione incrementale e settoriale ad un approccio di sistema, in cui il sistema alimentare lavora con tutti gli altri settori verso obiettivi comuni attraverso la collaborazione a livello di molteplici autorità di governo, l’interazione di più discipline scientifiche, la contaminazione con conoscenze tradizionali e indigene. In questo processo, la comunità imprenditoriale - dalle piccole e medie imprese alle multinazionali - ha un ruolo importante da svolgere attraverso pratiche commerciali responsabili e soluzioni innovative per rendere i sistemi alimentari più sostenibili, resilienti ed equi, adattando le proprie pratiche per garantire a tutte le persone di accedere a una dieta sana e nutriente.
Tale approccio innovativo deve riflettersi anche nei finanziamenti pubblici e privati  e supportare processi e prodotti più sani, più inclusivi e più sostenibili.
Tra le conclusioni del Summit, è emerso il principio secondo il quale  il valore del cibo deve essere inteso come molto più del valore di una semplice merce. Il cibo è un diritto delle persone e l'impatto economico, sociale e ambientale e le esternalità devono essere valutati meglio e mitigati o sfruttati opportunamente.
Il Summit si è concluso a New York nel mese di settembre. In termini di governance, sono stati individuate le istituzioni responsabili del supporto ai governi nazionali, mentre a livello globale, il sistema delle Nazioni Unite con le agenzie con sede a Roma — FAO, IFAD(International Fund for Agricultural Development), WFP (World Food Program) — guiderà congiuntamente un hub di coordinamento per supportare il follow-up del Summit, includendo attori non governativi come la società civile e le imprese. Questo avrà alcune funzioni chiave, tra cui il rafforzamento delle sinergie con i principali forum intergovernativi compresi quelli relativi all'ambiente, al clima, alla biodiversità, alla sicurezza alimentare, alla salute e alla nutrizione, per garantire che i sistemi alimentari siano meglio presi in considerazione in questi spazi e altri sforzi correlati critici per l'Agenda 2030.

Scienza e ricerca

Un elemento centrale del cambiamento è rappresentato dal ruolo della ricerca e dell’innovazione per trasformare i sistemi alimentari verso la sostenibilità e l'equità. La ricerca genera gli input di base per le innovazioni, tecnologiche e istituzionali che possono supportare e accelerare la trasformazione dei sistemi alimentari; e, in secondo luogo, la ricerca riesce a valutare l’impatto delle azioni sui sistemi. Il comitato scientifico interdisciplinare ha individuato le priorità di ricerca e innovazione in sette aree (von Braun et al., 2021):

  • Mettere fine alla fame e migliorare le diete In questo ambito gli scienziati devono identificare le condizioni, anche di investimento, per rendere il cibo più salutare e disponibile per tutti a prezzi ragionevoli. Si tratta di sviluppare tecnologie per aumentare la produttività in modo sostenibile, riducendo gli spechi, ad esempio sviluppando migliori sistemi di conservazione e utilizzando nuovi sistemi di packaging. Dal punto di vista dell’innovazione sociale la fornitura di pasti agli alunni nei paesi poveri si è dimostrato uno strumento efficace per aumentare la scolarizzazione. Infine, è stata identificata la necessità si studiare le barriere comportamentali al mangiare sano, sviluppando di conseguenza linee guida e sistemi di etichettatura.
  • Diminuire i rischi connessi alla produzione alimentare. Gli scienziati devono individuarne le cause e contribuire a diffonderne la consapevolezza e, al tempo stesso, sviluppare nuovi prodotti assicurativi sia l’uso di tecnologie che consentono di avere informazioni sul clima, sugli attacchi di parassiti o anche sulle opportunità di mercato, inoltre dovrebbero essere disegnati sistemi di supporto che incentivino la gestione e la cattura nel suolo del carbonio.
  • Potenziare la bioscienza. Trovare modi per ripristinare la salute del suolo e migliorare l'efficienza della coltivazione, dell'allevamento delle colture e della ricarbonizzazione del suolo e della biosfera. Inoltre occorrono fonti alternative di proteine sane, come le proteine vegetali e derivate dagli insetti, anche per l'alimentazione animale. Dovrebbero essere studiate le tecniche di coltivazione delle piante che catturano l'azoto dall'aria, per ridurre la necessità di fertilizzanti e aumentare i nutrienti. L'ingegneria genetica e la biotecnologia dovrebbero essere applicate per aumentare la produttività, la qualità e la resistenza delle colture ai parassiti e alla siccità. Per ampliare l'accesso alle tecnologie delle bioscienze, dovrebbero essere affrontati i diritti di proprietà intellettuale, le competenze e la condivisione dei dati.
  • Proteggere le risorse. I ricercatori devono adattare e ampliare le tecnologie per la gestione di suolo, terra e acqua in modo sostenibile, come, ad esempio, i dispositivi digitali portatili e il telerilevamento che possono monitorare le concentrazioni di carbonio nel suolo e altri nutrienti o i sistemi di intelligenza artificiale che possono consentire agli agricoltori di individuare le aree che necessitano di irrigazione, fertilizzazione e protezione dai parassiti. I microbi del suolo possono essere sfruttati per migliorare la struttura del suolo e lo stoccaggio del carbonio e quindi le rese.
  • Tutelare la biodiversità e le basi genetiche. Preservare le varietà di semi e i loro fenotipi e genotipi. I sistemi alimentari e forestali tradizionali, compresi quelli delle popolazioni indigene, devono essere meglio compresi e supportati nei sistemi nazionali di ricerca agricola.
  • Sostenere la pesca e l’acquacoltura. Gli alimenti acquatici - pesci, crostacei e piante acquatiche - hanno molto da offrire dal punto di vista nutrizionale e ambientale ma la ricerca dovrebbe investigare modi per aumentarne la diversità nutrizionale e sequestrare il carbonio negli ambienti marini e di acqua dolce. È anche necessaria la cooperazione e nuove istituzioni globali per proteggere la biodiversità.
  • Sfruttare le tecnologie digitali, ad esempio per monitorare l'origine e la qualità degli ingredienti e dei prodotti lungo la catena di trasformazione alimentare per ridurre le perdite e garantire la sicurezza alimentare. Al tempo stesso occorre aumentare l’accessibilità a queste tecnologie, anche sviluppando servizi di noleggio per le macchine agricole e ampliando le forniture di elettricità nelle zone rurali, insieme alla formazione e all'istruzione in materia di informatica.

Considerazioni conclusive

Il vertice sui sistemi alimentari del 2021 è stato enfatizzato come una grande opportunità nella lotta alla fame e nell’avviare un percorso verso la sostenibilità dei sistemi alimentari. I precedenti vertici hanno effettivamente portato cambiamenti: la creazione della FAO dopo il 1943; il rafforzamento del partenariato globale per la ricerca alimentare CGIAR e la fondazione dell’IFPRI (International Food Policy Research Institute) dopo il 1974; la spinta verso il diritto umano all'alimentazione (2002); e l’avvio del monitoraggio per allertare le crisi dei prezzi alimentari nel 2009.
Oggi l’agenda è molto ampia e ciò potrebbe essere un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi. Non mancano nemmeno disaccordi su obiettivi, percorsi e velocità del cambiamento, e sul ruolo della scienza e della tecnologia, o anche del settore privato rispetto al pubblico o al sistema delle Nazioni Unite.
Non sono neanche mancate le critiche. La governance dei sistemi alimentari è una sfera dinamica e contesa, costituita da reti in competizione con risorse, influenza e potere diseguali. Secondo alcuni autori (Canfield et al., 2021) sostituendo il multilateralismo con il multi-stakeholderismo, il Food System Summit ha posto le basi per una maggiore influenza dell'ONU, indebolendo i movimenti sociali autonomi. Secondo MSI Integrity, a nonprofit organization originally dedicated to understanding the human rights impact and value of voluntary multi-stakeholder initiatives (2020), la governance multi-stakeholder si basa sul rispetto di norme volontarie, e ciò può indebolire i sistemi di norme internazionali. Le iniziative multi-stakeholder vengono quindi criticate, in questa visione alternativa, accusate di mitigare l'azione collettiva, in particolare da parte della società civile e dei movimenti sociali, introducendo un elemento di ambiguità nella responsabilità decisionale
Bisogna però anche ammettere che il multilateralismo, pur avendo spesso fallito nel produrre una governance globale più equa, abbia aperto nuovi spazi alle reti transnazionali per sfidare l’inerzia dei governi nazionali.

Riferimenti bibliografici

  • Canfield, M.C., Duncan, J. & Claeys, P. (2021), Reconfiguring Food Systems Governance: The UNFSS and the Battle Over Authority and Legitimacy. Development [link

  • FAO, Ifad, UNICEF, WFP and WHO. (2020). The State of Food Security and Nutrition in the World 2020 Transforming Food Systems for Affordable Healthy Diets. Rome: FAO

  • MSI Integrity. (2020) Not Fit-for-Purpose: The Grand Experiment of Multi-Stakeholder Initiatives in Corporate Accountability, Human Rights and Global Governance [link

  • von Braun, Joachim, Kaosar Afsana, Louise O. Fresco, and Mohamed Hassan. (2021). Food Systems: Seven Priorities to End Hunger and Protect the Planet. Nature 597: 28–30 [link

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