Il pagamento unico nell’analisi d’impatto dell'Health check della PAC

Il pagamento unico nell’analisi d’impatto dell'Health check della PAC
a Commissione Europea, DG Mercato Interno, Industria, Imprenditoria e PMI

Introduzione (*)

La riforma della Pac del 2003 ha cambiato radicalmente il sostegno all'agricoltura. Da allora, la maggior parte dei pagamenti agli agricoltori è stata disaccoppiata dalla produzione e condizionata al rispetto di standard ambientali, di sicurezza degli alimenti e di benessere animale. Tuttavia, vi sono ancora alcune eccezioni, praticate in aree e settori ben definiti, che mirano ad evitare l’abbandono della produzione. Altri elementi della riforma sono stati il rafforzamento del secondo pilastro con più risorse e nuovi obiettivi, l’introduzione di un meccanismo di disciplina finanziaria e la revisione delle politiche di mercato nei settori lattiero-caseario, dei seminativi, del riso e di altri comparti minori. Dalle prime valutazioni della riforma del 2003 è emerso che non è né necessaria né auspicabile una riforma fondamentale della Pac nelle prospettive finanziarie attuali (fino al 2013). Tuttavia, l’esperienza compiuta ha reso evidente la necessità di provvedere ad alcuni aggiustamenti (European Commission, 2007). L’obiettivo dell’Health check della Pac è stato appunto quello di valutare l’implementazione della riforma ed eventualmente introdurre i necessari aggiustamenti ai tre regolamenti di base relativi agli aiuti diretti (1), all’Ocm unica (2) e alla politica di sviluppo rurale (3).
Questo documento è basato sull’analisi di impatto di potenziali variazioni agli strumenti della Pac realizzata dalla Dg agricoltura, in accompagnamento alle proposte legislative adottate dalla Commissione il 20 maggio 2008 (European Commission, 2008). Tuttavia, l’attenzione è posta esclusivamente sull’analisi delle differenti possibilità di aggiustamento del Regime di pagamento unico (Rpu).
Il lavoro si articola in quattro sezioni, nella prima vengono richiamati alcuni elementi di base del sistema di pagamento unico segue una presentazione della situazione attuale e dei vincoli tra distribuzione dei pagamenti e struttura produttiva (paragrafo 3), infine, gli obiettivi delle variazioni proposte al sistema di pagamento unico insieme agli impatti attesi di opzioni alternative sono presentati nel paragrafo 4. Alcune brevi considerazioni concludono il contributo.

Il Regime di pagamento unico

Vale la pena ricordare che l’introduzione del Rpu ha avuto come obiettivo quello di consentire agli agricoltori di rispondere ai segnali di mercato attraverso un sistema amministrativo il più semplice possibile e, nello stesso tempo, compatibile con i requisiti imposti dalla “Scatola verde” dell’Organizzazione mondiale del commercio.
L’implementazione del Rpu prevede che gli Stati membri (Sm) possano scegliere tra un modello storico (titoli basati sui pagamenti storici di riferimento per ciascun agricoltore), un modello regionale (titoli uniformi a livello regionale, basati sui pagamenti ricevuti dagli agricoltori in una determinata regione nel periodo di riferimento) o un modello ibrido (mix dei due approcci, di tipo statico o dinamico). I nuovi Sm (Ue-12) possono scegliere se implementare il Regime semplificato di pagamento unico per superficie (Rpus), per un periodo transitorio fino alla fine del 2010 (2011 per Bulgaria e Romania) (4) oppure il Rpu.
Per ricevere i pagamenti, gli agricoltori devono attivare i loro diritti associandoli con una quantità analoga di ettari ammissibili. Nel modello storico, il numero di diritti di pagamento corrisponde al numero di ettari che hanno generato sostegno nel periodo di riferimento; ogni ettaro non utilizzato per attivare diritti di pagamento rimane come “terra non coltivata". Nel modello regionale il numero di diritti di pagamento è pressoché uguale al numero di ettari ammissibili. Ne risulta pertanto come dimostrato da studi empirici, che la percentuale di “terra non coltivata” è in media più alta negli Sm che implementano il modello storico.
I due modelli sono caratterizzati dalla loro componente fissa, nel caso del modello storico questa è rappresentata dal livello dei pagamenti nel periodo di riferimento, mentre in quello regionale è data dall'area sulla quale era calcolato, sempre nel periodo di riferimento, il livello dei pagamenti.
I due schemi possibili per il Rpu si differenziano sostanzialmente per come viene affrontata la questione della distribuzione del sostegno:

  • Il modello storico rispetta il livello di sostegno che gli agricoltori ricevevano in precedenza, lasciando che la questione della distribuzione del sostegno sia affrontata eventualmente attraverso la modulazione. Di conseguenza questo modello di Rpu utilizza l’azienda come riferimento fisso per l’allocazione dei diritti di pagamento (titoli).
  • Il modello regionale, nato come risposta a preoccupazioni sull’equità della distribuzione dei pagamenti in seguito al ridimensionamento del tasso di modulazione, mira a affrontare la questione attraverso il Rpu. Di conseguenza, questo modello di Rpu utilizza l’area come riferimento fisso per l’allocazione dei titoli.

Nella pratica, le scelte compiute dagli Sm hanno portato ad una equa divisione, in termini finanziari, tra sostegno “basato su pagamenti storici” e sostegno “basato su pagamenti regionali”. Ambedue gli approcci sono compatibili con le regole dell’Omc, introducendo riferimenti fissi ai pagamenti ricevuti dagli agricoltori. Infine, nonostante la fase iniziale di implementazione del modello regionale sia più complessa, una volta a regime, tutti e due i modelli hanno regole di applicazione simili.

La situazione attuale

Alla base delle differenze nella distribuzione del sostegno agli agricoltori europei vi è una complessa interazione di fattori. In primo luogo, frequentemente, si sottolinea come la distribuzione dei pagamenti diretti tra aziende non sia “equa” e come l’80% dei beneficiari riceva circa il 20% dei pagamenti (nell’Ue-10 l’ultimo valore è leggermente superiore al 20%). Le differenze nei valori dei pagamenti riflettono la presenza di strutture produttive diverse nelle regioni europee, condizionando quindi il livello del sostegno nel periodo di riferimento che ha generato tali pagamenti.
In secondo luogo, i pagamenti medi differiscono anche in maniera consistente tra Sm. Ciò si verifica nel caso in cui la variabile di riferimento siano tanto i pagamenti per superficie che i pagamenti per beneficiario. Nelle figure 1 e 2 i pagamenti medi per azienda sono stati calcolati in maniera semplificata, e sono basati sui valori che assumeranno in futuro, una volta che tutti gli Sm implementeranno completamente le riforme previste, e i nuovi Sm saranno pienamente integrati nella Pac (2016). Vale la pena sottolineare che lo Sm con il più alto pagamento per ettaro di Sau (la Grecia) figura tra gli Sm con il valore per beneficiario più basso; mentre lo Sm con il pagamento per beneficiario più alto (la Repubblica Ceca) è nella media Ue quando la varabile di riferimento è la superficie agricola utilizzata.

Figura 1 - Pagamenti diretti medi per Sm (in € per ettaro di Sau)

Fonte: DG Agri sulla base di dati Eurostat (Uaa), Reg. 1782/2003 (massimali nazionali)

Figure 2 -  Pagamenti diretti medi per Sm (in €000 per beneficiario)

Fonte: DG Agri sulla base di dati Cats (beneficiari)), Reg. 1782/2003 (massimali nazionali)

Infine, la distribuzione dei pagamenti per ettaro basata su dati Rica (indagine strutturale del 2004, calcolata per il 2009), ha reso evidente che il valore dei pagamenti per ettaro nell’Ue-15 ha una variabilità diversa secondo il modello di Rpu implementato. Negli Sm che hanno adottato il modello storico, il valore dei titoli mostra una variazione maggiore rispetto a quelli degli Sm che hanno adottato il modello regionale, sia dinamico che statico.
Quanto esposto mette in luce che i problemi di equità sono direttamente legati alle caratteristiche della struttura produttiva. E’ importante quindi esaminare anche le ineguaglianze percepite, tenendo presente che in alcuni casi le differenze tra ineguaglianze reali e percepite non possono sempre essere risolte. Per esempio, è probabile che per alcuni una distribuzione dei pagamenti ritenuta equa sia del tipo "20-20" (il 20% degli agricoltori riceve il 20% dei pagamenti). Tuttavia, il modo per arrivare ad una tale distribuzione potrebbe essere completamente irrealistico. Infatti, il raggiungimento di questa distribuzione potrebbe richiedere l’attribuzione dello stesso valore dei pagamenti a tutte le aziende agricole indipendentemente della loro superficie oppure forzare ciascun agricoltore ad aggiustare la propria superficie aziendale in modo tale che tutti percepiscano lo stesso ammontare di pagamenti.

Le opzioni proposte e i loro possibili impatti

Ci sono due aspetti dell’implementazione del Rpu che mettono in luce l’opportunità di introdurre aggiustamenti.
Il primo è legato al fatto che l’attuale legislazione non prevede la possibilità per gli Sm di introdurre aggiustamenti ai loro modelli di Rpu, nonostante essi, sulla base della loro esperienza, possano ritenere necessario di doverlo fare.
Il secondo aspetto riguarda in particolare il modello storico. Questo modello ha permesso agli agricoltori un maggiore orientamento al mercato, mantenendo nel contempo invariato l’ammontare di sostegno rispetto al passato. Col passare del tempo peró il periodo di riferimento dei pagamenti diviene sempre più lontano e quindi le differenze individuali tra pagamenti diventano sempre più difficili da giustificare. Nel modello regionale, invece, il sostegno è stato distribuito tra agricoltori in modo tale che tutti ricevano un ammontare di sostegno uguale per ettaro all’interno della stessa regione.
Nel predisporre le opzioni di riforma del Rpu è stato considerato opportuno fornire agli Sm la possibilità di modificare i loro modelli di applicazione e di orientarsi verso modelli nella direzione di valori dei diritti maggiormente uniformi. Altri obiettivi sono legati alle questioni di equità e distribuzione dei pagamenti tra agricoltori, alla necessità di preservare l’efficienza dei pagamenti, l’orientamento al mercato e la sostenibilità del settore, limitando i costi amministrativi e semplificando dove possibile il sistema dei pagamenti.
Sulla base di questi obiettivi sono state analizzate le seguenti opzioni di riforma.

Tabella 1 - Opzioni di riforma del Rpu

Come evidenziato in precedenza, la differenza sostanziale tra i due modelli di Rpu risiede negli aspetti legati alla distribuzione del sostegno. Si è quindi partiti da questo dato per comprendere l’effetto delle diverse opzioni sullo spostamento verso pagamenti più uniformi . L’analisi si è concentrata soprattutto sugli aspetti socio-economici, anche se in alcuni casi tali osservazioni sono state accompagnate da considerazioni sulle implicazioni ambientali e amministrative.

Opzione 0 - Status quo

I due modelli di Rpu, storico e regionale, hanno effetti distributivi differenti.
Con l’implementazione del modello storico non avviene alcuna redistribuzione del sostegno tra agricoltori, quindi il capitale fondiario (in particolare il valore della terra) non subisce alcuna variazione. Dato che parte del sostegno diretto è “capitalizzato” nel valore della terra, qualsiasi forma di distribuzione inciderà sul valore della terra. La capitalizzazione dei titoli nei valori fondiari sarà più alta nel caso in gli ettari di “terra non coltivata” (5) siano minimi. L’efficienza del sostegno in questo modello è elevata perché è indirizzato soprattutto verso agricoltori attivi piuttosto che verso proprietari terrieri.
Nel modello regionale i valori dei diritti possono essere calcolati in base alle condizioni prevalenti delle diverse regioni. La distribuzione del sostegno tra agricoltori in questo modello potrebbe incidere sui valori fondiari, e pertanto indurre cambiamenti strutturali nelle aziende. Infatti, questo modello potrebbe aver determinato un incremento nella capitalizzazione del sostegno e quindi una minore efficienza laddove abbia beneficiato proprietari terrieri non attivi in agricoltura. Tuttavia, l’incidenza di questo fenomeno è diversa secondo la struttura della proprietà fondiaria degli Sm (percentuale di proprietari rispetto agli affittuari).
L’esperienza con il modello regionale ha dimostrato che nella maggior parte dei casi il numero di beneficiari è aumentato sostanzialmente già durante il primo anno di implementazione. Questo è piuttosto diverso da quanto avvenuto nel passato e la ragione risiede nel fatto che chiunque avesse dichiarato ettari ammissibili durante il primo anno avrebbe ricevuto diritti. Al contrario, nel modello storico solo chi aveva ricevuto pagamenti nel periodo di riferimento ha potuto ricevere diritti. Di conseguenza, con il modello regionale si verifica una distribuzione del sostegno non solo tra agricoltori ma anche tra “vecchi” beneficiari e nuovi arrivati.
A causa del maggior grado di capitalizzazione del sostegno nel modello regionale rispetto al modello storico, i beneficiari degli aiuti sono per la maggior parte proprietari terrieri (probabilmente non agricoltori). I risultati di un progetto di ricerca nell’ambito del 6° Programma quadro (6) confermano che l’impatto degli aiuti diretti sul reddito delle aziende è più forte nel modello storico che nel modello regionale (Arfini et al, 2007). Questo è dovuto al fatto che nel modello regionale la forte capitalizzazione sposta una larga parte del sostegno dagli agricoltori attivi (se questi sono affittuari) verso i proprietari terrieri quando la terra è in affitto.
In seguito alle varie riforme che sono state completate dall’inizio dell’applicazione del Rpu fino ad oggi, diversi nuovi comparti sono stati introdotti nel sistema dei Pu (7). L’esperienza ha dimostrato che alcune clausole appaiono inutilmente rigide e complesse e possono essere modificate indipendentemente dal modello applicato e senza incidere negativamente sul suo funzionamento. Per esempio, la riduzione del numero di titoli speciali e l’eliminazione delle restrizioni ai trasferimenti dei titoli senza terra sono stati tra i cambiamenti ritenuti necessari per migliorare il sistema.

Opzione 1 - Pagamento per ettaro uniforme a livello Ue

Un pagamento uniforme per ettaro ammissibile implicherebbe l’attribuzione dello stesso valore per ogni ettaro su tutta l’Ue. Nonostante questa potrebbe essere percepita come un’opzione più equa, in alcuni dei paesi che ne beneficherebbero di più, quali i nuovi Sm, essa contrasta la logica del Trattato di adesione. In particolare, la necessità di evitare grossi effetti distortivi sulla popolazione dovuti a differenze nel livello di sostegno all’agricoltura rispetto a quello del resto dell’economia.
L’attuale livello di sostegno nei diversi Sm è il risultato di delicati equilibri finanziari, che comprendono la definizione di massimali nazionali per il Rpu nell’ambito delle attuali prospettive finanziarie. Un pagamento per ettaro uniforme a livello Ue violerebbe il quadro finanziario attuale.
Gli attuali massimali nazionali definiti nel Reg. (CE) 1782/2003 e l’eventuale ammontare ricevuto dagli Sm se fosse applicato un pagamento uniforme a livello Ue sono stati confrontati. I risultati evidenziano che uno spostamento verso un pagamento uniforme risulterebbe in una sostanziale ridistribuzione del sostegno tra Sm. Nella figura 3 sono rappresentate le variazioni percentuali nel totale delle risorse ricevute da ogni Sm.
Indipendentemente del fatto che il cambiamento nel livello dei pagamenti per azienda possa essere in alcuni casi consistente, un pagamento uniforme (equo) per ettaro a livello Ue non implica alcun cambiamento nella (iniqua) distribuzione del sostegno tra aziende (8). Questo perché un pagamento uniforme per ettaro lega la distribuzione dei pagamenti alla distribuzione della terra tra beneficiari, e la terra non è equamente distribuita tra aziende ma tende ad essere distribuita riflettendo la distribuzione della produzione nell’Ue (che rappresenta il riferimento storico per il Rpu).

Figura 3 - Distribuzione tra Sm con un pagamento uniforme Ue-27

Fonte: DG AGRI

In caso di applicazione di un pagamento uniforme basato sulla superficie agricola utilizzata (Sau), la distribuzione dei pagamenti diretti corrisponderebbe alla distribuzione della superficie nell’Ue-27. Per esempio nel 2005, in media, nell’Ue-27 il 20% degli agricoltori ha avuto a disposizione 8.2 ha e l’87% della Sau.
Nonostante l’impatto sulla distribuzione totale sia basso, un effetto atteso dell’implementazione di un pagamento uniforme a livello Ue è una nuova allocazione dei pagamenti diretti tra aziende di diversa dimensioni economica. Simulazioni realizzate utilizzando dati Rica hanno evidenziato che i pagamenti per ettaro e il reddito per unità di lavoro aziendale diminuirebbero nelle aziende più grandi (per le classi di dimensione superiori a 40 Ude - unità di dimensione economica) e aumenterebbero nelle aziende di minori dimensioni.
Altro aspetto importante che emerge dall’analisi microeconomica è che l’impatto potrebbe essere molto diverso a seconda della tipologia aziendale. L’impatto sul reddito e sui pagamenti diretti delle aziende specializzate nelle produzioni lattiero-casearie, nei seminativi e altre colture permanenti sarebbe negativo, mentre nel caso delle aziende specializzate in bovini da pascolo e granivori, e in quelle ortofrutticole sarebbe positivo. L’incidenza sulle diverse tipologie aziendali differisce sostanzialmente anche tra Sm (9).
I sostanziali impatti osservati evidenziano che l’eventuale implementazione di questa opzione implicherebbe una riforma del Rpu che va al di là degli obiettivi dell'Health check, ma è stata analizzata perché proposta esplicitamente da alcuni Sm.

Opzione 2: Rpus per tutti gli Sm

Il Regime semplificato di Pagamento unico per superficie è stato introdotto nei nuovi Sm come fase precedente all’introduzione del Rpu. Tale decisione è stata giustificata dalla presenza di livelli di sostegno molto bassi nei nuovi Sm, dalla carenza di pagamenti e di aree di riferimento e dalla conseguente assenza di sistemi di controllo. Il Rpus è stato concepito come un sistema transitorio per assistere la graduale integrazione dei nuovi Sm, in considerazione delle enormi differenze, sia nell’economia nel loro insieme che specificamente nel settore agricolo, sia tra gli stessi nuovi Sm che tra di essi complessivamente intesi e l’Ue-15.
Nella misura in cui la scadenza del Rpus si avvicina, e poiché i nuovi Sm dovranno considerare la loro integrazione del sistema del Rpu, la possibilità di estendere tale scadenza alla fine delle prospettive finanziarie correnti, se loro lo desiderano, sembra una scelta naturale. Soprattutto tenendo conto che gli Ue-15 potrebbero essere autorizzati a rivedere le loro scelte di implementazione e spostandosi verso modelli di pagamento maggiormente uniformi.
Come schema transitorio il Rpus ha evidentemente svolto il suo ruolo, perciò alcuni suggeriscono la possibilità di implementarlo nell’Ue-27, realizzando uno spostamento inverso dal Rpu al Rpus. Nonostante tali suggerimenti non siano molto diffusi, tendono a confondere il dibattito perché non focalizzano l’attenzione sulla differenza fondamentale tra Rpu e Rpus. In altre parole, il riferimento fisso dei diritti nel caso del Rpu e il riferimento variabile - l’area – nel caso del Rpus.
Il Rpus è un pagamento uniforme per ettaro a livello di Sm, ottenuto dividendo l’ammontare di risorse massimo nazionale per la superficie agricola sotto Rpus in un anno determinato. Sebbene questo sistema sia accettabile come schema di transizione, esso non può divenire un sistema permanente perché contraddice la filosofia del disaccoppiamento in quanto i diritti di pagamento non sono basati su riferimenti fissi.
Un Rpus per l’Ue-27 implicherebbe aggiustamenti considerevoli nei prezzi della terra all’interno dei paesi a causa dell’effetto ridistributivo tra aziende. Inoltre, dato che il Rpus non separa il pagamento dei titoli dalla superficie (la terra), si verificherebbe un grado particolarmente alto di capitalizzazione del sostegno nei valori fondiari, e pertanto una riduzione dell’efficienza del sostegno. La distribuzione dei pagamenti tra aziende rifletterebbe la distribuzione della terra, che continuerebbe ad essere non uniforme.

Opzione 3: Pagamento uniforme regionale per ettaro (regionalizzazione)

Un sistema di pagamento “regionale” potrebbe essere percepito come più equo dato che si tratta un pagamento identico per tutti gli agricoltori di una stessa regione.
Comunque, come nel caso del pagamento uniforme a livello Ue, la “regionalizzazione” non cambia di molto la distribuzione del sostegno tra aziende. Simulazioni realizzate utilizzando dati Rica evidenziano che la percentuale di pagamenti diretti ricevuta dai beneficiari con i pagamenti più alti rimane invariata nell’Ue-15, mentre negli altri Sm la percentuale varierebbe, anche se molto meno di quanto osservato nell’opzione 1. In altre parole, in un certo numero di Sm si verificherebbe un miglioramento della distribuzione del sostegno, con una certa riallocazione di risorse da aziende più grandi verso aziende di minori dimensioni.
L’impatto di questo modello sulle diverse tipologie aziendali ha messo in evidenza un aggiustamento molto simile ma meno pronunciato rispetto a quanto osservato nell’opzione 1.
Anche in questo caso, un sistema di pagamento uniforme per ettaro molto probabilmente incrementerebbe il numero di beneficiari, con la conseguente ridistribuzione di risorse tra “vecchi” e "nuovi" beneficiari .
In un modello regionale, la quantità di terra “non coltivata” diventa un parametro determinante. Un pagamento uniforme per ettaro ammissibile riduce la percentuale di terra non utilizzata e porta ad una maggiore capitalizzazione del sostegno nei valori fondiari.

Opzione 4: Pagamento uniforme regionale per titolo (ravvicinamento)

Le conseguenze indesiderate di una ridistribuzione del sostegno (favorendo i proprietari terrieri e la genesi di nuovi beneficiari) potrebbero essere evitate attraverso una distribuzione più uniforme tra agricoltori attivi. Questo è fattibile attraverso una transizione verso un sistema di pagamenti uniforme basato sui titoli esistenti, dividendo il valore totale dei titoli di una regione per il numero di titoli.
Rispetto agli effetti distributivi complessivi, l’impatto di un sistema regionale di questo tipo dovrebbe essere simile a quello di un pagamento regionale uniforme per ettaro. Tuttavia, ci sono alcune differenze sostanziali.
Il “ravvicinamento” dei valori dei titoli non cambierebbe il grado di capitalizzazione del sostegno in valori fondiari rispetto allo status quo, dato che la quantità la terra “non coltivata” rimarrebbe la stessa. La percentuale di sostegno ricevuta dai proprietari e dagli agricoltori affittuari non cambierebbe e l’efficienza non sarebbe ridotta. La capitalizzazione esistente potrebbe determinare aggiustamenti nei valori fondiari anche con questa opzione. Come nell’opzione 3, l’impatto sui valori fondiari potrebbe essere mitigato attraverso un’adeguata definizione delle regioni.

Considerazioni conclusive

Nel 2003, il modello storico del Rpu e la possibilità di mantenere accoppiato il sostegno ad alcuni settori hanno facilitato la transizione verso il disaccoppiamento negli Sm dove le strutture produttive richiedevano una graduale integrazione del Rpu. Oggi i tempi sono maturi per consentire agli Sm di aggiustare i propri sistemi di pagamento unico e di renderli più uniformi, al fine di rispondere alle richieste della società in relazione all’ineguale distribuzione dei pagamenti agli agricoltori.
Le proposte legislative della Commissione, in seguito confermate dall’accordo raggiunto dal Consiglio dei ministri nel novembre 2008 e contenute nel Reg. (EC) 72/2009, comprendono quattro modalità alternative per l’aggiustamento dell’attuale implementazione del Rpu. Gli Sm che implementano il modello storico possono approssimare il valore unitario dei titoli attraverso l’applicazione di un “pagamento uniforme per titolo” (opzione 4). Una seconda possibilità è quella di passare ad un modello regionale attraverso la definizione un “pagamento regionale per ettaro” (opzione 3), mentre la terza prevede che gli Sm che implementano il modello ibrido possano rivedere le loro decisioni. Gli aggiustamenti sono facoltativi, quindi implicitamente la quarta alternativa è quella di non introdurre alcun aggiustamento (opzione 0).
Al fine di agire nel rispetto dei principi generali del diritto comunitario e degli obiettivi della Pac sono state definite una serie di condizioni riguardanti il modo in cui possono essere introdotti cambiamenti. L’obiettivo è stato quello di consentire agli agricoltori di adeguarsi gradualmente ai cambiamenti nel livello di sostegno, sono quindi state pre-stabilite fasi di transizione alle quali corrispondono differenze massime tra i valori iniziali e finali delle riduzioni dei pagamenti.
Le opzioni che gli Sm sceglieranno e le modalità di aggiustamenti dei loro modelli determineranno il ritmo e la dimensione degli cambiamenti, nei limiti dei vincoli stabiliti dallo stesso regolamento.

Note

(*) I contenuti di questo documento non riflettono necessariamente i punti di vista ufficiali della Commissione europea, qualsiasi errore o cattiva interpretazione è di sola responsabilità dell’autrice. Una versione completa e più estesa di questo articolo è stata presentata al Seminario The Cap after the Fischler Reform: National Implementations, Impact Assessment and the Agenda for Future Reforms, svoltosi a Viterbo nel Novembre 2008.
(1) Reg. 1782/2003.
(2) Reg. 1234/2007.
(3) Reg. 1698/2005.
(4) Danimarca, Germania, Lussemburgo, Finlandia, Svezia, Regno Unito - Inghilterra e Irlanda del Nord implementano il modello ibrido (in parte dinamico, in parte statico). Belgio, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Italia, i Paesi Bassi, Austria, Regno Unito – Scozia e Galles – applicano il modello storico. Malta e Slovenia applicano il modello regionale. Il resto degli Eu-12 applica il Rpus. Il pagamento per area del Rpus è un pagamento per ettaro uniforme a livello di Sm, calcolato dividendo il massimale finanziario annuo dello stato in questione per la superficie agricola sotto Rpus in un anno determinato.
(5) Ettari ammissibili ma che attualmente non sono utilizzati per attivare diritti di pagamento
(6) IV Programma Quadro Progetto Genedec [link].
(7) Olio di oliva, cotone e tabacco (2004), zucchero (2006), ortofrutta e vino (2007).
(8) Risultati di simulazioni basate su dati Rica.
(9) Ciò si verifica in particolare negli Sm che implementano il modello storico ibrido, dato che la maggior parte delle risorse distribuite su una base storica nel modello ibrido deriva da produzioni bovine, ovine e lattiero-casearie.

Riferimenti bibliografici

  • Arfini F., Kleinhanss W., Kuepker B., Jayet P.A. (2007): Insights from GENEDEC - Part: Incomes, Productions, Prices (presentazione Power Point)
  • European Commission, Communication from the European Commission to the European Parliament and the Council "Preparing for the "Health Check" of the CAP, Novembre 2007.
  • European Commission, Commission Staff Working Paper, Health Check of the CAP Impact Assessment accompanying the Legislative Proposals, Maggio 2008.
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