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I negoziati
In queste ultime settimane, la novità più rilevante che si riscontra nelle trattative del Doha Round è probabilmente la proposta, da parte del Direttore Generale del Wto Pascal Lamy, di adottare un nuovo approccio negoziale. Tale two track approach (alla lettera, approccio su due strade), prevedrebbe lo svolgersi, parallelamente alle discussioni tecniche sulle modalities, anche delle trattative sulle schedules, esplorando a livello multilaterale e bilaterale le reciproche concessioni commerciali.
Il two track approach trova l’appoggio di Stati Uniti e Canada, mentre la maggior parte dei paesi membri del Wto si dicono scettici. Le schedules sono infatti la “traduzione” delle modalities in impegni concreti per i singoli paesi; per questo, ci si aspetterebbe che fossero elaborate solo una volta raggiunto un accordo sulle modalities. Ed è proprio questa, sostanzialmente, la principale critica avanzata dalla maggior parte dei paesi membri alla proposta di Lamy: le modalities non sono un fine in sé, ma un mezzo per arrivare all’elaborazione delle schedules; e i punti attualmente in sospeso nelle modalities sarebbero troppi per cercare di provare a comporre le schedules.
I temi da discutere nella trattativa agricola sono ancora molti, come evidenziato in un recente documento dell’Uruguay: sono necessarie discussioni tecniche, ad esempio, sui pagamenti della scatola blu, la conversione delle tariffe in equivalenti ad valorem, il numero di prodotti sensibili, la creazione di nuove quote all’importazione a tariffa ridotta, i prodotti sensibili, le eccezioni al capping, alcune questioni tecniche riguardanti l’implementazione del meccanismo speciale di salvaguardia.
Secondo Lamy, cominciare a valutare direttamente le schedules permetterebbe proprio di aiutare a valutare la reale posta in gioco nonostante queste numerose flessibilità, accelerando i negoziati.
Nuovi sussidi all’esportazione
Oggetto di critiche e discussione è stata anche la riattivazione, da parte degli Stati Uniti, del Dairy Export Incentive Program, un programma di incentivi all’esportazione per i prodotti lattiero caseari. Questa misura è stata da più parti esplicitamente condannata, in quanto potrebbe danneggiare, soprattutto considerando l’attuale crisi economica mondiale, la produzione e il commercio negli altri paesi. Tra l’altro, nella Ministeriale di Hong Kong del 2005, i membri del Wto si erano accordati per la completa eliminazione dei sussidi all’esportazione a partire dal 2013. Il Segretario Statunitense all’agricoltura, Tom Vilsack, ha giustificato la reintroduzione del Dairy Export Incentive Program con la riattivazione dei sussidi all’esportazione anche da parte dell’UE (vedi Finestra sulla PAC marzo 2009) ed ha ribadito come essi siano in completo accordo con le regole del Wto, confermando tuttavia l’impegno dell’Amministrazione Obama ad evitare, come deciso nel G-20 tenutosi a Londra lo scorso aprile, il ricorso a misure protezioniste per contrastare la crisi.
In tale occasione, infatti, i leader delle 20 maggiori potenze economiche mondiali hanno rinnovato il loro impegno alla conclusione del Doha Round, a non innalzare nessuna nuova barriera commerciale (evitando la corsa al protezionismo che aggravò drammaticamente le conseguenze della grave depressione degli anni Trenta), e si sono accordati sulla necessità di stimolare il commercio mondiale, il cui rallentamento è dovuto, oltre alla diminuzione della domanda mondiale, anche alla minore disponibilità di finanziamenti per il commercio [link].
Prossimi impegni
La prossima Conferenza Ministeriale del Wto “regolare” è prevista a Ginevra dal 30 novembre al 2 dicembre. Normalmente, tali conferenze ministeriali dovrebbero aver luogo ogni due anni, sebbene l’ultima risalga al dicembre 2005, ad Hong Kong (le precedenti hanno avuto luogo a Cancun, 2003; a Doha, 2001; a Seattle, 1999; a Ginevra, 1998; a Singapore, 1996).
Il tema della Ministeriale del 2009 sarà “The WTO, the Multilateral Trading System and the Current Global Economic Environment”: la conferenza non avrà per oggetto, quindi, (almeno esplicitamente!), i negoziati di Doha, mirando piuttosto a costituire un’occasione di discussione del contesto economico mondiale e delle nuove sfide economiche e commerciali.
Nel frattempo, ad inizio giugno, a Bali (Indonesia), c’è stato il trentatreesimo incontro a livello ministeriale del Gruppo di Cairns. Erano presenti anche rappresentanti di Stati Uniti, India, Cina, Giappone e Unione Europea. Nel comunicato finale [link], si leggono il rinnovato supporto ai negoziati di Doha, e le critiche ai sussidi all’esportazione recentemente reintrodotti da Usa e Ue.
Il summit di Bali è stata la prima occasione di incontro tra il rappresentante statunitense al commercio estero Ron Kirk e il ministro indiano al commercio Anand Sharma (designato dal nuovo primo ministro indiano Manmohan Singh, che sostituisce Kamal Nath). L’incontro tra i due nuovi negoziatori sembra sia stato molto positivo; si ricorderà che, la scorsa estate, proprio lo scontro tra Usa ed India sul meccanismo speciale di salvaguardia aveva causato il crollo delle trattative nel Doha Round (vedi Finestra sul WTO settembre 2008); da allora, in entrambi i paesi si sono svolte nuove elezioni.
Sebbene al Wto non sembra ci saranno incontri di livello ministeriale fino al prossimo dicembre, nelle prossime settimane sono previsti l’incontro dei ministri del commercio dell’Ocse a Parigi, il G-8 in Italia, nonché il prossimo summit delle grandi potenze economiche del G-20 a Pittsburgh (Usa) in settembre. Anche questi appuntamenti permetteranno di valutare se tenderà a concretizzarsi, come da più parti ripetuto, l’impegno a concludere i negoziati del Wto.