Le consultazioni per l’applicazione della riforma della Pac in alcuni Stati membri dell’UE

Le consultazioni per l’applicazione della riforma della Pac in alcuni Stati membri dell’UE
Istituto Nazionale di Economia Agraria

Introduzione

La più importante caratteristica dell’accordo raggiunto a giugno 2013 sulla riforma del I Pilastro della Pac è la rinazionalizzazione di molti aspetti della politica agricola attraverso una maggiore flessibilità riconosciuta agli Stati membri (SM) in termini applicazione della riforma. Da questo punto di vista, il funzionamento del I pilastro si avvicina a quello del II, con un elenco di misure a cui attingere e da adattare alle caratteristiche delle agricolture nazionali (Matthews, 2013; Pupo D’Andrea, 2013).
Tutti gli SM hanno iniziato le consultazioni sull’applicazione della riforma, tuttavia sono ancora pochi quelli che hanno espresso posizioni ufficiali o che hanno reso pubblici i contenuti e i risultati delle consultazioni. Pertanto, in questo articolo si darà conto del processo di consultazione in alcuni SM scelti sulla base della documentazione ufficiale disponibile e della completezza delle informazioni reperibili sulla stampa specializzata. Il periodo preso in considerazione per la raccolta dei documenti e delle informazioni è quello immediatamente successivo all’accordo sulla riforma del 26 giugno fino al 5 novembre 2013.

Le consultazioni in Irlanda

In Irlanda, il processo di consultazione è stato aperto il 13 luglio dal Ministero dell’Agricoltura attraverso la pubblicazione, sul sito web ministeriale (www.agriculture.gov.ie), di quattro documenti: una lettera di accompagnamento, un questionario da compilare per raccogliere le posizioni (disponibile online dal 29 luglio), un documento di sintesi delle decisioni prese a giugno 2013 e un rapporto sugli effetti dell’applicazione della riforma in Irlanda in termini di distribuzione di risorse finanziarie tra le diverse componenti dei pagamenti diretti. La prima fase delle consultazioni è stata chiusa il 20 settembre 2013.
La lettera di accompagnamento individua come punti chiave della riforma il greening, il sostegno ai giovani in entrambi i pilastri, il maggior orientamento al mercato e la possibilità di una maggiore discrezionalità degli SM nella distribuzione dei pagamenti diretti del I pilastro tra agricoltori.
Il questionario, composto da 44 domande suddivise in 16 temi, non contiene esplicite posizioni governative o anche semplici considerazioni in merito alla singole questioni. Fa eccezione il tema della convergenza. L’Irlanda userà il modello di convergenza interna, da essa fortemente voluto in sede di negoziati per la riforma della Pac, in base al quale si muoverà verso pagamenti più uniformi ma non completamente livellati entro il 2019. Pertanto, le domande riguardano aspetti specifici di applicazione del modello.
Rispetto alle altre questioni, alcune posizioni governative possono essere desunte dalle opzioni proposte nel questionario. In particolare, per la definizione di agricoltore attivo, si chiede solo se occorra estendere la black list a qualche altro soggetto. La discussione, quindi, sembra non riguardare la possibilità di prevedere una definizione più restrittiva di agricoltore attivo e, cioè, di escludere dai pagamenti diretti coloro le cui attività agricole rappresentano una parte irrilevante delle attività economiche complessive e/o la cui attività principale non consista nell’esercizio dell’attività agricola. Per quanto riguarda la riserva nazionale, non sono state previste domande sulla possibilità di costituire la riserva a livello regionale. Inoltre, il questionario non tocca questioni, come il capping, che al momento delle consultazioni erano ancora in discussione in seno alle istituzioni europee.
Il documento tecnico calcola, al 2019, gli effetti finanziari, in termini di ammontare del pagamento base e di valore nazionale medio dei titoli, di due sole ipotesi di attuazione della Pac: una prevede l’applicazione delle sole misure obbligatorie; l’altra prevede l’adozione di tutte le misure facoltative secondo le percentuali massime consentite dalla proposta di regolamento.

Le consultazioni nel Regno Unito

Nel Regno Unito, la riforma della Pac sarà attuata separatamente in Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord secondo proprie scelte nazionali, utilizzando la possibilità offerta dalla riforma di applicazioni differenziate all’interno degli SM. Pertanto, nel Regno Unito sono in atto quattro differenti processi di consultazione. Nell’Irlanda del Nord e nel Galles i rispettivi Governi forniscono documenti di accompagnamento in cui si esprimono anche le posizioni scelte per ciascuna delle opzioni possibili.

Irlanda del Nord

Il primo ottobre 2013, il Dipartimento per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale dell’Irlanda del Nord (Dard) ha aperto le consultazioni inviando a tutti i portatori d’interesse un documento contenente le proposte governative sull’applicazione della riforma e un questionario per raccogliere le posizioni degli stakeholder su di esse. Il set completo di documenti forniti per la consultazione è disponibile sul sito web del Dard (www.dardni.gov.uk). La fine delle consultazioni è fissata per il 17 gennaio 2014 ed è prevista anche la pubblicazione di tutti i documenti pervenuti. Il pacchetto di proposte è composto da otto punti, uno per ciascun argomento affrontato: 1) allocazione dei titoli e convergenza interna, 2) greening, 3) giovani agricoltori, 4) pagamento per le aree con vincoli naturali, 5) aiuti accoppiati, 6) pagamento redistributivo, 7) regime per i piccoli agricoltori, 8) capping.
Per quanto riguarda l’allocazione dei titoli si propone di eliminare l’esistente attribuzione alla fine del 2014 e la successiva riallocazione sulla base della superficie dichiarata nel 2015. Si propone, inoltre, di fissare la dimensione minima aziendale per aver diritto ai pagamenti diretti a 5 ettari al fine di escludere dal sostegno quelle aziende che non hanno obiettivi di mercato. Il documento quantifica in circa 5.000 i beneficiari di pagamenti diretti esclusi e in quasi 5 milioni e mezzo di euro il valore dei pagamenti diretti erogati, pari al 17% del totale attuale. Sul fronte della convergenza interna, è indicato come baseline per calcolare il pagamento per ettaro iniziale sotto il nuovo regime, il valore dei titoli posseduti nel 2014 (invece del valore dei titoli attivati nel 2014). Inoltre, si propende di non passare al pagamento uniforme dal 2015 o dal 2019, ma di utilizzare l’opzione di un avvicinamento al valore medio, aumentando il valore unitario dei titoli che si trovano sotto la media regionale di metà della differenza tra il valore iniziale e il 100% del valore medio regionale, al contempo rispettando la condizione che nessun titolo deve avere un valore unitario più basso del 60% della media regionale per il 2019. Questo obiettivo può essere raggiunto applicando una riduzione lineare alla parte del valore unitario dei titoli sopra la media regionale. Il risultato porterebbe ad un parziale allineamento del valore di tutti i titoli per il 2019, coerente con la posizione del Dipartimento durante i negoziati. Infine, il pacchetto esclude l’individuazione di due o più regioni, a causa degli effetti sfavorevoli che una sua attuazione avrebbe sul settore ovi-caprino in termini di riduzione risorse finanziarie. Per cui l’ipotesi è di avere una regione unica corrispondente a tutto il territorio nazionale.
Per quanto riguarda il greening si propone di applicarlo come percentuale del valore totale dei titoli posseduti da un singolo agricoltore (invece che come pagamento uniforme per ettaro) e di non usare l’opzione delle pratiche equivalenti. Riguardo ai prati-pascoli si propone di mantenere il vincolo a livello regionale piuttosto che imporre una restrizione a livello aziendale. Infine, per quanto riguarda le aree di interesse ecologico si prevede di considerare ammissibili al pagamento verde paesaggi di particolare valore, terre incolte, superficie afforestata ammissibile ai pagamenti diretti nel 2008.
Per i giovani agricoltori il pacchetto prevede l’applicazione del regime con un aiuto pari al 25% del valore medio dei titoli detenuti dall’agricoltore, di limitare l’aiuto a 90 ettari e di legare i criteri di ammissibilità al livello di istruzione in materie legate all’agricoltura. Si propone di non applicare il pagamento redistributivo e, quindi, applicare il capping a partire da 150.000 euro di pagamenti diretti per beneficiario. Per quanto riguarda la possibilità di introdurre aiuti accoppiati, si esprime una posizione non favorevole ma tuttavia si chiede se essi debbano essere introdotti, in quali settori e in quali percentuali, lasciando aperta la possibilità di una loro applicazione. Infine, si propone di introdurre i pagamenti per le aree con vincoli naturali dal 2015 e di non applicare, dopo il 2014, un aiuto separato nel II pilastro per le aree svantaggiate.

Galles

Nel febbraio 2013, sul sito web del Governo del Galles (www.cymru.gov.uk) è stato pubblicato un documento con le posizioni governative sui singoli aspetti della riforma del I pilastro della Pac e un questionario per raccogliere le posizioni degli stakeholder. Il governo gallese ha anche fatto circolare un modello di simulazione degli effetti del passaggio dal sistema storico di allocazione dei titoli al sistema basato sulla superficie presentando in modo dettagliato i risultati di quelle opzioni con i minori effetti redistributivi rispetto ai pagamenti ricevuti con l’attuale sistema. Tra febbraio e aprile il Governo ha organizzato sei eventi di supporto alla discussione. Successivamente, in giugno è stato pubblicato un rapporto di analisi delle risposte pervenute. Naturalmente, i documenti riflettono il periodo in cui sono stati prodotti, in piena fase di negoziato della riforma, ma possono offrire un’idea dell’approccio generale del Galles in merito alla sua applicazione. Dal rapporto di analisi emerge che la maggioranza di coloro che hanno risposto condivide la strategia del governo del Galles di minimizzare gli effetti dell’applicazione della riforma del I pilastro della Pac sull’attuale distribuzione dei pagamenti diretti e di prevedere un lungo periodo di transizione per il passaggio al nuovo regime. Per quanto riguarda il tema dell’agricoltore attivo, si registra la difficoltà di pervenire a una definizione condivisa. Un chiaro messaggio che si può trarre dalla consultazione è la scarsa condivisione per l’applicazione del regime dei piccoli agricoltori. Al contrario, c’è un largo consenso sull’aumento a 5 ettari (attualmente 1 ettaro) della dimensione minima per l’ammissibilità al pagamento. In Galles, il 5,4% delle aziende si trova al di sotto di tale soglia pari, secondo i documenti forniti, allo 0,2% della superficie. In termini di capping, circa 2/3 ne hanno condiviso il principio. Le proposte che hanno diviso di più sono quelle del greening e del trasferimento di risorse dal I al II pilastro. Per quanto riguarda il greening, circa metà di coloro che hanno risposto, all’epoca dei negoziati tra istituzioni europee e SM, si dichiarava contraria alla misura. Pertanto, è probabile che le decisioni sull’applicazione di questa misura richiederanno una forte capacità di mediazione e tenderanno a ridurne l’impatto in termini di vincoli aziendali. Per quanto riguarda il trasferimento di risorse tra pilastri, la posizione del Governo è di trasferire il 10% del budget annuale del I pilastro al II. Su tale proposta le risposte si sono equamente divise tra favorevoli e contrari.

Inghilterra e Scozia

Nell’agosto 2013, il Dipartimento per l’Ambiente, l’Alimentazione e le Aree Rurali (Defra) del Regno Unito ha pubblicato un rapporto sull’applicazione dei pagamenti diretti in Inghilterra a partire dal 2015 (www.gov.uk/defra) con l’obiettivo di fornire agli agricoltori le posizioni del governo inglese sull’applicazione della Pac. Le scelte espresse nel rapporto riflettono quelle condivise in seguito alle consultazioni con le organizzazioni professionali agricole (Opa), i proprietari terrieri e i gruppi ambientalisti. Tuttavia, non su tutte le questioni è stato raggiunto un accordo per cui le decisioni riguardano solo quelle condivise che riguardano la dimensione minima aziendale, il regime dei piccoli agricoltori, la regionalizzazione, la composizione dei pagamenti diretti. Il principio generale posto all’attuazione della Pac è la semplificazione dei rapporti tra agricoltori e amministrazione. In applicazione di tale principio è prevista l’istituzione di una task force per l’applicazione della Pac formata dalle istituzioni e dagli stakeholder che avrà come obiettivo quello di offrire agli agricoltori un quadro regolamentare certo e di co-programmazione attraverso il loro coinvolgimento nella ricerca delle soluzioni. In merito alle decisioni prese sull’applicazione della Pac, l’orientamento generale è di adottare solo le misure obbligatorie previste per la determinazione dei pagamenti diretti. Nello specifico, l’Inghilterra opterà per una dimensione minima aziendale di 5 ettari, portando a sostegno della scelta la considerazione che la superficie interessata che ricade sotto tale soglia è pari solo allo 0,6% della superficie agricola nazionale e che circa il 60% delle aziende agricole coinvolte non ha come prioritari gli obiettivi di mercato. Tuttavia, questa misura porterà ad escludere il 15% degli attuali beneficiari dei pagamenti diretti (circa 16.000 agricoltori). Come conseguenza di questa decisione, non sarà applicato il regime dei piccoli agricoltori in quanto si ritiene che porterebbe pochi benefici e al contrario renderebbe il sistema dei pagamenti più complesso e costoso.
Nel 2005, il governo inglese decise di adottare la regionalizzazione per distribuire il pagamento unico (PU) in modo da lasciare inalterato l’ammontare di risorse ricevute nel precedente sistema, individuando tre regioni: (a) land in non-severly disadvataged areas (Sdas) (Lowlands), (b) land in Sdas other than moorland (Uplands); (c) Moorlands,. La riforma offre l’opportunità di ridefinire le regioni e la distribuzione delle risorse tra di esse. La visione del Ministero è di lasciare inalterate la definizione delle tre regioni in modo da evitare un costoso e complesso esercizio di mappatura. Tuttavia, si pensa di trasferire risorse dalle aziende localizzate nelle regioni Lowlands e Moorlands alle aziende localizzate nelle regioni Uplands, che nel precedente sistema hanno ricevuto pagamenti per ettaro inferiori, al fine di riconoscerne l’importante ruolo socio- economico e ambientale.
Il 31 ottobre, il Defra ha aperto le consultazioni per decidere alcune delle questioni rimaste in sospeso e per comunicare la posizione del Governo su altre sulle quali si è nel frattempo raggiunto un accordo. Essa dovrà concludersi entro il 28 novembre. A supporto del processo di consultazione sono resi disponibili 3 documenti: un rapporto di ricerca dettagliato sugli effetti della riforma della Pac in Inghilterra, un rapporto sugli aspetti relativi alla riforma e sulla posizione del Governo su ciascuno di essi e un rapporto di sintesi sulle decisioni già prese e su quelle oggetto della consultazione. Riguardo alle questioni già decise, l’Inghilterra non introdurrà una nuova mappatura relativa alle aree con vincoli naturali, ritenendo che quella attuale delle aree svantaggiate rifletta in modo adeguato la debolezza delle aree rurali inglesi che hanno bisogno di un sostegno. Anche i pagamenti accoppiati volontari non saranno introdotti per gli effetti che avrebbero sull’aumento della produzione delle colture interessate. In merito all’allocazione dei titoli, si è scelto di attribuirli sulla base dell’attuale sistema. Per quanto riguarda la black list non sono previste norme più restrittive rispetto a quelle indicate dal regolamento per cui sarà agricoltore attivo chi riceverà pagamenti annuali al di sotto dei 5.000 euro mentre non si aggiungeranno altri soggetti alla lista. Dopo una iniziale apertura alle pratiche equivalenti, espressa in agosto dal direttore del Defra in un incontro pubblico a Londra, il greening sarà, invece, applicato come osservanza delle tre pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente; tale sistema è considerato più semplice da gestire sia dagli agricoltori sia dalla amministrazione. Sul regime dei giovani agricoltori, l’Inghilterra ha scelto di applicare il modello che prevede di calcolare il pagamento come percentuale del valore dei titoli detenuti dall’agricoltore.
Rispetto alle questioni ancora da decidere, gli stakeholder sono chiamati a far conoscere la loro posizione in merito al trasferimento di risorse tra regioni, al capping e al pagamento redistributivo, alle modalità di applicazione del regime per i giovani agricoltori e al trasferimento di risorse dal I al II pilastro. Per quanto riguarda il primo tema, si chiede quale sia l’ammontare di risorse da trasferire alle aziende localizzate nelle regioni Uplands. Rispetto al capping, la consultazione riguarda la possibilità di introdurlo anche se il Governo si dichiara contrario a questo tipo di misure. In ogni modo, non si applicheranno contemporaneamente riduzioni progressive dei pagamenti e pagamenti redistributivi. Riguardo al regime dei giovani agricoltori si chiede a quale livello fissare il numero di ettari (tra 25 e 90) per essere ammissibile al pagamento, e se debbano essere previsti altri criteri come il possesso di particolari qualifiche o competenze. Il trasferimento di risorse dal I al II pilastro è incoraggiato dal Governo che propone di fissarlo alla percentuale massima prevista dal regolamento (15%). Su questo punto la consultazione riguarda sia l’attivazione dell’opzione sia la percentuale di fondi da trasferire.
Il processo di consultazione sull’applicazione della riforma della Pac in Scozia inizierà entro la fine del 2013. Tuttavia, ampie consultazioni, avviate nel gennaio 2013, sulle proposte di riforma hanno riguardato anche aspetti relativi alla sua applicazione. Il 3 ottobre il Parlamento ha discusso la riforma della Pac. Il dibattito è stato aperto dalla relazione del segretario di Gabinetto per gli affari rurali, Richard Lochhead, sulle probabili scelte del Governo in merito all’applicazione del I pilastro della Pac. La suddivisione della Scozia in due o tre regioni per l’applicazione del pagamento base e un sostegno accoppiato esclusivamente al settore bovino sono, al momento, i due punti sui quali esiste il maggior consenso tra i portatori d’interesse e la condivisione del Governo. Invece, per quanto riguarda greening, degressività e capping non esiste ancora una posizione governativa. In particolare, lo schema delle pratiche equivalenti per l’applicazione del greening è l’opzione che fino ad ora ha avuto maggiore consenso, anche se il giudizio su questo tema rimane sospeso e lascia aperte altre strade.

Le consultazioni in Germania

Il 2 luglio, il governo federale tedesco ha pubblicato sul suo sito web le proprie proposte in tema di applicazione della riforma della Pac [link]. Esse prevedono: l’introduzione di un pagamento unico nazionale in quattro fasi, dal 2015 al 2019, con il pagamento verde erogato come importo uniforme per ettaro dal 2015; l’introduzione del pagamento redistributivo, pari a 50 euro/ha sui primi 15 ettari e 30 euro/ha sui successivi 15, usando il 5% dell’envelope nazionale; un altro 2,5% del massimale per i pagamenti diretti del I pilastro sarà usato per pagamenti alle aziende localizzate in zone svantaggiate in modo da liberare risorse del II pilastro da usare per misure agro-ambientali; non è previsto alcun trasferimento di risorse dal I al II Pilastro.
Dopo un difficile negoziato con i ministri agricoli federali, il 5 novembre è stato raggiunto un compromesso per l’attuazione della riforma della Pac. Il comunicato stampa descrive l’applicazione di una riforma i cui obiettivi sono la distribuzione regionale equilibrata delle risorse finanziarie e la promozione mirata e più forte dell'agricoltura contadina. Non sono date informazioni dettagliate, ma pagamenti redistributivi per i primi ettari più favorevoli rispetto alla proposta governativa e il trasferimento del 4,5% di risorse del I al II pilastro sembrano i punti forti dell’accordo raggiunto.

Le consultazioni in Spagna

Anche in Spagna il dibattito sull’applicazione della Pac ha fatto importanti passi in avanti. In agosto, il Ministero ha organizzato una conferenza con le Opa e le Comunità Autonome. E’ passata con un largo consenso la proposta del Ministero per una regionalizzazione spinta della superficie agricola. Al riguardo è stato costituito un gruppo di lavoro che dovrà formulare una proposta con l’obiettivo di “ridurre al minimo gli effetti della convergenza interna in termini di trasferimenti finanziari tra produttori e territori”. Un accordo di massima è stato raggiunto sulla fissazione a 300 euro del limite minimo per avere diritto agli aiuti diretti della Pac e, per motivi di semplificazione, sarà introdotto il regime dei piccoli agricoltori valido per i trasferimenti fino a 1.250 euro. Il Ministero, insieme alle Comunità Autonome, ha organizzato altri gruppi di lavoro sui differenti aspetti dell’applicazione della Pac in Spagna con un ampio calendario di riunioni nel mese di novembre. Il mondo ortofrutticolo spagnolo ha avviato la riflessione sull’impatto della riforma della Pac con particolare riferimento al nuovo sistema degli aiuti diretti. La prima presa di posizione è arrivata dalla Fepex, la Federazione delle associazioni di produttori ortofrutticoli, sostenuta anche dalla Coag (Coordinamento delle organizzazioni degli agricoltori) che ha chiesto al Ministero di includere tutte le imprese agricole del settore nella lista dei destinatari dei diritti all’aiuto che saranno erogati a partire dal 2015. L’aumento dei beneficiari e degli ettari con l’ingresso dei produttori di ortofrutticoli comporterebbe per tutti la riduzione dell’importo base.

Le consultazioni in Italia

In Italia, il Ministero delle Politiche Agricole il 24 ottobre ha convocato una prima riunione con le Regioni per avviare le consultazioni sull’applicazione del I pilastro della Pac. Non sono stati forniti documenti di accompagnamento né al momento esistono posizioni ufficiali del Ministero. Probabilmente, l’organizzazione istituzionale italiana, che prevede ampie deleghe alle Regioni in materia agricola, porta i soggetti istituzionali interessati a non scoprire le carte attraverso posizioni ufficiali. A tal proposito, neanche le Organizzazioni Professionali Agricole hanno ancora espresso una posizione ufficiale comune. Tuttavia, esiste ampia discussione sulle modalità di applicazione della regionalizzazione, della convergenza per ridurre al minimo l’impatto sugli aiuti più alti, dell’aiuto accoppiato, storicamente attuato dall’Italia, e di qualche forma stringente di agricoltore attivo. Le decisioni saranno prese in sede di Conferenza Stato-Regioni in cui si comporranno le diverse posizioni delle Regioni e la posizione del Governo sui temi in discussione.

Le consultazioni in Francia

Il ministro dell’agricoltura francese ha aperto le consultazioni sull’applicazione della Pac il 10 luglio, presentando alle organizzazioni agricole quattro scenari riguardanti la ripartizione degli aiuti diretti. Gli scenari sono stati tutti costruiti con l’obiettivo di assicurare una redistribuzione favorevole all’allevamento di tipo estensivo e al lavoro. Gli strumenti proposti per raggiungere l’obiettivo sono convergenza, pagamenti redistributivi e aiuti accoppiati. L’allevamento di tipo estensivo beneficerà dell’allineamento del valore del pagamento per ettaro che si otterrà con la convergenza. La percentuale di aiuti accoppiati sarà fissata al 15% (percentuale che comprende il 2% per la produzione di proteine vegetali). Gli attuali aiuti accoppiati per l’allevamento in Francia ammontano a 718 milioni di euro (sui 783 totali) a cui bisogna aggiungere un premio nazionale per la vacca nutrice (pari a 165 milioni di euro). Secondo il documento ministeriale, per poter conservare l’attuale livello totale di aiuti erogati, al settore dovrà essere dedicato l’11,8% del futuro budget previsto per gli aiuti diretti accoppiati. Pertanto, il restante 3,2% (pari a 240 milioni di euro) potrebbe essere redistribuito alle altre produzioni, anche se nel documento si esprime una preferenza verso un ulteriore rafforzamento degli aiuti all’allevamento. Per quanto riguarda il pagamento redistributivo, esso è stato scelto con l’obiettivo di redistribuire risorse verso quelle aziende “ricche di manodopera” individuate in quelle di piccola e media dimensione.
Gli scenari sono stati costruiti sulla base di ipotesi comuni: envelope medio disponibile per gli aiuti diretti al 2019 di 7,435 miliardi di euro, pari ad una riduzione del 5% che si imporrà a tutti gli agricoltori indipendentemente dallo scenario; percentuale destinata agli aiuti accoppiati pari al 15%; calcolo del pagamento verde in maniera non forfetaria, come percentuale del valore dei titoli di ciascun agricoltore. La Fnsea, la principale organizzazione professionale francese, si è opposta al pagamento redistributivo affermando che ai bovini è sufficiente trasferire risorse attraverso gli aiuti accoppiati.
Il 2 ottobre il Presidente della Repubblica ha presentato le scelte del governo sull’applicazione della Pac. Si tratta di una Pac che prevede: la convergenza progressiva degli aiuti diretti al 70% nel 2019 e la limitazione delle perdite, tra il valore iniziale e quello finale del pagamento base, al 30%; gli aiuti accoppiati al 15% con priorità per le produzioni animali, l’1% per i giovani agricoltori, la redistribuzione per i primi 52 ettari grazie ad un envelope del 20% degli aiuti del primo pilastro. Il Ministro dell’agricoltura in una comunicazione del 10 ottobre ha, pertanto, definito l’applicazione della riforma della Pac in Francia come basata su quattro grandi assi: Pac più giusta (pagamento redistributivo e aiuti accoppiati per l’allevamento bovino), Pac più verde (greening), Pac orientata al futuro (giovani agricoltori nel I pilastro e aiuti agli investimenti nel II), Pac più regolatrice (in ragione della proroga delle quote per lo zucchero, dell’introduzione di un sistema di autorizzazioni per i nuovi impianti per la vite e del rinnovato ruolo riconosciuto agli accordi interprofessionali).
I sindacati rappresentativi e il ministero dell’agricoltura hanno fissato un calendario di gruppi di lavoro fino a fine novembre 2013. Una prima riunione, svoltasi il 18 ottobre, ha lanciato il dibattito sulle modalità di calcolo del pagamento base, la costituzione della riserva nazionale, la convergenza e le modalità di raggiungimento del 20% dell’envelope del I pilastro per l’applicazione del pagamento redistributivo. Una seconda riunione, il 24 ottobre, ha posto alla discussione la questione degli aiuti accoppiati e della lista delle produzioni interessate. A tal proposito, il ministero propone la suddivisione del 13% previsto per gli aiuti accoppiati nel modo seguente: per la carne bovina 705 milioni di euro, per il latte 120 milioni di euro, per gli ovini 125 milioni di euro e per i caprini 15 milioni di euro; sono previsti, inoltre, 17 milioni di euro per il grano duro e l’ortofrutta trasformata. La proposta di ripartizione del restante 2% per le proteine vegetali prevede che risorse per 103 milioni di euro siano destinate agli allevatori, per accrescerne l’autonomia nella produzione foraggera, e 48 milioni di euro ai produttori di seminativi, a condizione che producano per l’alimentazione animale. Dal 30 ottobre al 19 novembre sono previste una dozzina di riunioni, due per produzione (carne bovina, ovi-caprini, proteine vegetali, grano duro, ortofrutta) e una riunione generale il 22 novembre per trarre, probabilmente, le conclusioni. Fino a fine dicembre saranno previste altre quattro riunioni per decidere le questioni relative alla zone svantaggiate, al greening, al bonus giovani agricoltori. I sindacati devono far conoscere la loro posizione scritta entro il 28 novembre per il Consiglio Superiore d’Orientamento fissato per il 6 dicembre.

Conclusioni

Da questa prima e provvisoria rassegna sulle consultazioni per l’applicazione della Pac emergono due aspetti. Un primo aspetto, riguarda il processo attraverso il quale sono svolte le consultazioni tra i diversi paesi. Un secondo aspetto, riguarda i contenuti e cioè le scelte che sembrano profilarsi nei diversi SM analizzati.
Per quanto riguarda il primo aspetto, alcuni SM come Regno Unito, Francia e Germania, conducono le consultazioni sulla base di documenti ufficiali, pubblicati sui siti web dei governi, in cui è esplicitata la posizione governativa e sulla quale sono raccolte le posizioni degli stakeholder. Altri, come l’Irlanda, a supporto delle consultazioni forniscono documenti tecnici sui possibili effetti di diverse opzioni di applicazione della riforma, senza esplicitare posizioni governative. Altri ancora, conducono le consultazioni senza fornire documenti tecnici ministeriali o posizioni governative ufficiali sulle opzioni di applicazione della riforma.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, gran parte degli SM analizzati vanno verso un’applicazione della riforma che ne riduca l’impatto redistributivo tra settori e territori rispetto all’attuale sistema dei pagamenti diretti. Decisioni in tal senso sono state, infatti, prese in Spagna, Francia, Galles, Irlanda e, sulla base delle discussioni in corso, probabilmente saranno prese anche in Italia. Gli strumenti del menù scelti per questo obiettivo sono principalmente convergenza interna, in qualche sua forma, e aiuti accoppiati volontari. La prima è stata scelta da tutti i paesi ad eccezione dell’Inghilterra, che già oggi applica un pagamento uniforme per ettaro differenziato per regione. Gli aiuti accoppiati volontari sono lo strumento principale per assicurare l’attuale livello di sostegno al settore dell’allevamento in Francia e nel Galles e, ad eccezione dell’Inghilterra, nessuno ne ha escluso l’applicazione. Anche il greening, quando legato al valore dei titoli posseduti dal beneficiario, è utilizzato al fine di ridurre l’impatto della riforma (così in Francia, per esempio). La regionalizzazione è usata da alcuni paesi come uno strumento per ridurre l’impatto delle riforma sui territori (Spagna e, probabilmente, Scozia). In altri, come l’Irlanda del Nord, una sua applicazione porterebbe, invece, a penalizzare alcuni settori in termini di risorse finanziarie. La decisione di escludere dai pagamenti le aziende al di sotto di una soglia minima al limite massimo consentito dal regolamento è stata utilizzata in Inghilterra, Irlanda del Nord e Galles in modo da ridurre l’impatto, in termini di riduzione del pagamento per ettaro, sul resto delle aziende aumentando l’ammontare di risorse disponibili. Infine, il trasferimento di risorse dal I al II pilastro, deciso in Germania e proposto in Galles e in Inghilterra, soddisfa l’esigenza degli SM che lo utilizzeranno di una distribuzione delle risorse comunitarie maggiormente coerente con gli obiettivi nazionali di sviluppo dell’agricoltura e delle aree rurali.

Riferimenti bibliografici

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  • Pupo D’Andrea, M.R. (2013), “Finestra sulla Pac”, Agriregionieuropa, agosto

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  • Scottish Government, European Commission Cap Reform Proposals 2014-2020 Consultation Report, [pdf]

  • Ministère de l’Agriculture de l’agroalimentaire e de la foret, Pac 2014-2020: comment assurer une redistribution en faveur de l’élevage et de l’emploi?, [pdf]

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