Bio-based and applied economics, Numero 2/2012

Bio-based and applied economics, Numero 2/2012
a Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Agrarie

Strumenti per la Valutazione Integrata in agricoltura – stato dell’arte e sfide

Wolfgang Britz1, Martin van Ittersum2, Alfons Oude Lansink3 and Thomas Heckelei1

L’aumento d’interesse concernente la Valutazione Integrata (VI) (Integrated Assessment) dei sistemi agricoli riflette la crescente complessità degli obiettivi di politica e del corrispondente impatto concernente tale settore. Quest’articolo riflette sullo stato dell’arte relative agli strumenti quantitativi per la VI in agricoltura, prendendo spunto dalle recenti esperienze europee nello sviluppo e nell’applicazione di sistemi di modellazione integrata su larga scala, che sono allo stesso tempo multidimensionali/disciplinari, e che coprono scale spaziali molteplici. Alcune sfide specifiche nascono dai numerosi ruoli di importanza sociale che l’agricoltura assume, dall’eterogeneità delle aziende e dei sistemi agricoli nelle diverse aree geografiche, dalla moltitudine d’impatti ambientali d’interesse associati con la produzione agricola. Le differenze concettuali tra i tipici modelli bio-fisici e quelli economici da una parte, e le mancanze riguardanti le analisi di validazione e d’incertezza richiedono sforzi continui per il miglioramento degli strumenti.

Modellizzazione dei profitti derivanti dalla protezione delle varietà vegetali nel Regno Unito

Chittur S. Srinivasan
University of Reading, Department of Agricultural & Food Economics, UK

In questo lavoro si tenta una valutazione empirica degli effetti degli incentivi riguardanti il regime di protezione delle varietà vegetali sulla produzione di nuove varietà di colture. Per dedurre l’appropriabilità privata da parte degli agricoltori dei profitti nell’innovazione relative a nuove colture agrarie nel Regno Unito per il periodo 1965-2000, si è usato un modello di durata dei certificati di protezione. I risultati suggeriscono che la protezione delle varietà vegetali offre agli innovatori profitti modesti. La distribuzione del valore dei certificati di protezione di varietà vegetale risulta molto asimmetrica con un’alta proporzione di innovazioni senza profitti per l’innovatore. La crescente concorrenza di nuove varietà sembra avere incrementato il turnover delle varietà riducendo ulteriormente l’appropriabilità. Il regime di protezione appare come uno strumento relativamente debole per la protezione delle varietà vegetali.

Efficienza e dimensione aziendale nell’acquacoltura delle Filippine - Analisi attraverso un approccio di funzione di produzione radiale

Xavier Irz, James R. Stevenson
MTT Agrifood Research Finland, Economic Research, Finland

La ricerca mira a determinare l’esistenza di una relazione inversa (RI) tra la dimensione aziendale e l’efficienza tecnica nell’acquacoltura dei laghetti salmastri delle Filippine. Lo studio è motivato dal fatto che i laghetti d’allevamento sono esenti dalla Riforma Agraria e dall’evidenza in letteratura di inefficienza gestionale delle aziende che praticano l’acquacoltura. L’analisi di efficienza tecnica è basata sulla stima di una funzione di produzione radiale multi-prodotto stimata secondo l’approccio dell’analisi stocastica di frontiera. Dai risultati si evince una debole evidenza di un RI. Ne consegue che la Riforma Agraria non possa essere considerata la chiave di svolta per sbloccare il potenziale produttivo dell’acquacoltura dei laghetti salmastri delle Filippine.

Determinanti delle intenzioni di comportamento dell’agricoltore verso l’adozione di colture energetiche nella Spagna del Sud. Un’applicazione del metodo di classificazione ad albero.

Autori: Giacomo Giannoccaro e Julio Berbel
Department of Agricultural Economics. University of Cordoba. Campus Rabanales C5. 14014 Córdoba. Spain

Nonostante il crescente interesse nelle biomasse nel corso degli ultimi anni, la bio-energia derivante da biomassa al momento contribuisce solamente ad una piccola percentuale del mercato energetico complessivo spagnolo. Come i singoli agricoltori scelgono di rispondere alle opportunità offerte da queste relativamente nuove coltivazioni ha ricevuto finora scarsa attenzione. In questo studio sono analizzate le intenzioni degli agricoltori verso l’adozione di coltivazioni energetiche. Un campione di 201 aziende agrarie a gestione familiare nella Spagna meridionale è stato analizzato usando un approccio non parametrico basato su algoritmi di classificazione ad albero. Il principale risultato di questa analisi è che il lavoro fuori azienda influisce sull’adozione di coltivazioni energetiche, insieme alla specializzazione aziendale, all’estensione del terreno in proprietà e al livello di istruzione dell’agricoltore. Mentre lo studio conferma l’importanza delle principali determinanti che risultano dalla letteratura, viene sottolineata la necessità di ulteriore ricerca.

Consapevolezza del consumatore e determinanti attitudinali circa l'uso di marchi di qualità dell'Unione Europea per gli alimenti tradizionali

Wim Verbeke4, Zuzanna Pieniak4, Luis Guerrero5, Margrethe Hersleth6

In questo lavoro si analizzano le determinanti attitudinali e la consapevolezza del consumatore nell'uso di prodotti con marchi Dop, Igp e Stg in sei Paesi europei (Italia, Spagna, Francia, Belgio, Norvegia e Polonia) utilizzando dati di una indagine cross-section su 4.828 partecipanti. Lo studio rivela una maggior sensibilità ai prodotti Dop (68,1%) rispetto agli Igp (36,4) ed agli Stg (25,2%). Sono risultate maggiormente sensibili le persone di età superiore ai 50 anni. L'utilizzo di prodotti a marchio Dop, Igp e Stg deriva dalla convinzione che il marchio segnali una migliore qualità. La credenza sulla qualità si costruisce sull'interesse nell'acquisire informazioni circa la qualità del prodotto attraverso il marchio. L'interesse sulle origini dell'alimento è un driver diretto ed indiretto più forte dell'interesse nel supportare l'economia locale ma entrambe le motivazioni non sono direttamente collegate all'uso di marchi Stg. Non sono state registrate molte differenze nel ruolo delle determinanti tra i tre diversi schemi di etichettatura e tra Paesi con e senza forti tradizioni di marchi di qualità nelle rispettive politiche agricole ed agroalimentari. Oltre a favorire una maggior consapevolezza generale e una più favorevole percezione dei sistemi di qualità e dei rispettivi marchi, si ritengono necessari ulteriori sforzi per favorire l'interesse del consumatore circa l’origine dei prodotti e nel ricevere informazione circa la qualità dei prodotti attraverso i marchi di qualità europei.

  • 1. Bonn University, Institute for Food and Resource Economics, Germany
  • 2. Wageningen University, Plant Production Systems group, The Netherlands
  • 3. Wageningen University, Business Economics group, The Netherlands
  • 4. Ghent University, Department of Agricultural Economics, Coupure links 653, B-9000 Gent, Belgium
  • 5. IRTA-Monells, Finca Camps i Armet, E-17121 Monells, Spain
  • 6. Nofima Mat AS, Osloveien 1, 1430, Ås, Norway
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