Finestra sulla PAC n.6

Finestra sulla PAC n.6

La Finestra sulla PAC è una rubrica di aggiornamento e documentazione, rivolta a fare il punto sulle novità e a segnalare gli approfondimenti disponibili in materia di Politica agricola comune. Si tratta di un servizio fruibile direttamente dal sito www.agriregionieuropa.it.

In ambito europeo negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli sforzi per trovare un punto di incontro tra gli Stati membri e tra questi e la Commissione europea in merito alle numerose questioni sul tavolo delle trattative: futuro della PAC, OCM unica, riforme settoriali (OCM vino e ortofrutta, intervento per il mais). Inoltre, stanno emergendo nuovi ambiti di interesse destinati ad assumere, in un prossimo futuro, enorme rilevanza e sui quali la Commissione sembra decisamente puntare, quali ruolo delle produzioni no-food nel combattere i cambiamenti climatici attraverso lo sviluppo delle bioenergie, ruolo delle etichettature (come strumento per “comunicare” a consumatori e società gli standard qualitativi e i vincoli in termini di rispetto dell’ambiente, di salute pubblica e di salute e benessere degli animali a cui gli agricoltori si rifanno nell’ottenimento delle loro produzioni), gestione dei rischi e delle crisi.
In merito alle questioni più controverse, sulle quali sono attese importanti decisioni nei prossimi mesi, c’è da rilevare la costante attività della Presidenza tedesca e della Commissione nel tentare di delimitare la discussione a poche questioni, quelle più spinose, per poi cercare di trovare dei compromessi sui quali far convergere l’appoggio dei paesi. È questo il caso della proposta abolizione dell’intervento per il mais, sul quale la Presidenza sta lavorando ad un testo di compromesso che, nei fatti, ridurrebbe a zero l’intervento dal 2009/10 ma che, formalmente, mantiene il concetto di intervento per questo cereale. Anche nel caso dell’OCM ortofrutta le questioni più controverse sembrano essere state ricondotte alla possibilità di adottare un periodo transitorio per trasformare gli aiuti ai prodotti trasformati in aiuti totalmente disaccoppiati da inserire poi nel regime di pagamento unico, sulla quale sembra esserci un accordo tra Stati membri e Commissione purché si arrivi al termine di tale periodo all’abolizione degli aiuti alla produzione, e alla più controversa questione della gestione delle crisi di mercato.
Nel caso dell’OCM vino, la Commissione sta lavorando a smussare la proposta relativa al regime delle estirpazioni sulla quale tutti i paesi produttori hanno manifestato un netto dissenso. Infine, per quel che riguarda la proposta di OCM unica, il dibattito sembra si stia focalizzando su tre questioni: l’opportunità di includere le misure di mercato delle OCM vino e ortofrutta nella proposta prima dell’approvazione delle relative riforme; il passaggio di competenze da Consiglio a Commissione; la proposta di abolire l’intervento (inutilizzato da anni) per i suini, osteggiata dalla maggioranza dei paesi per il timore che essa possa costituire un pericoloso precedente per smantellare altre aree della PAC.
In complesso, su tutte le questioni sul tappeto si registrano notevoli passi in avanti e la Commissione ritiene di poter giungere ad un accordo in tempi relativamente brevi. L’unica incognita è rappresentata dal Parlamento europeo chiamato ad esprimere un parere (non vincolante) che, tuttavia, deve essere preventivamente recepito dal Consiglio prima di poter assumere qualsiasi decisione.
Riguardo agli sviluppi futuri della PAC, così come per le precedenti riforme, questa che si profila all’orizzonte sembra essere trainata da fattori interni ed esterni alla PAC e alla stessa UE. Internamente alla PAC agisce la volontà di puntare sullo sviluppo rurale e, quindi, emerge la necessità di dotare questa politica di risorse finanziarie adeguate. Internamente all’UE, ma esternamente al mondo agricolo, agisce la spinta a riequilibrare la distribuzione delle risorse tra le diverse aree (agricoltura, occupazione, sviluppo, coesione) e quindi la necessità di forgiare una PAC più giustificabile sia sul piano economico che su quello sociale.
Esternamente all’UE, la riforma è guidata dalla necessità di rendere la politica agricola compatibile alle regole esistenti del WTO (come ad esempio fare in modo che il pagamento unico, fulcro della riforma del 2003, ricada nella “scatola verde”) e a quelle che potrebbero risultare da un eventuale successo del Doha round.
Negli ultimi mesi lo sforzo comunicativo della Commissione sembra essersi concretizzato nel motto coniato dalla Commissaria Fischer Böel «One vision, two steps» per sintetizzare il proprio pensiero sul futuro della PAC. Su tale dichiarazione possono essere fatte due riflessioni: la prima è che la Commissione ha già in mente quale dovrebbe essere la PAC del futuro, e sta lavorando attorno ad un “modello” di PAC già ben delineato e coerente (la “visione unica”), sulla quale gli Stati membri saranno chiamati ad esprimersi. La seconda è che a tale idea di PAC si giungerà in due distinte tappe, l’health check del 2008 e la revisione di tutte le entrate e le spese decisa nell’ambito dell’accordo sulle prospettive finanziarie 2007-2013, che teoricamente dovrebbero avere obiettivi e strumenti ben distinti, ma che nei fatti saranno certamente destinate a confondersi e a sovrapporsi, così da divenire una unica grande ulteriore riforma.
Nelle sue apparizioni pubbliche la Commissaria non perde occasione per sottolineare come l’health check (la prima tappa) sia un semplice “aggiustamento” della PAC. Essa riguarderà ulteriori sforzi per migliorare il funzionamento della riforma del 2003 ma non si concretizzerà in una «ulteriore fondamentale riforma» della PAC e non porterà a «niente di nuovo – almeno, niente di fondamentalmente nuovo».
La seconda tappa dovrebbe invece condurre a definire la PAC post-2013 (che la Commissione, peraltro, dovrebbe avere già in mente – la “visione unica”) e, sebbene trainata da questioni meramente finanziarie, dovrebbe portare a rispondere alla domanda: “di quale PAC c’è bisogno in futuro?”, piuttosto che: “su quale PAC si potrà contare in futuro viste le (ridotte) risorse a disposizione?”. Sulla tempistica di questa seconda tappa la Commissaria è volutamente vaga e ciò avvalora l’ipotesi che la discussione “politica” sul futuro della PAC (quella post-2013) andrà a coincidere e a sovrapporsi alla discussione sugli “aggiustamenti tecnici” previsti per l’health check.
D’altra parte, le questioni sul tappeto del “controllo sullo stato di salute della PAC” sono tutt’altro che semplici messe a punto del sistema, e un loro riaggiustamento, in un verso o nell’altro, ha notevoli implicazioni politiche. È questo il caso, ad esempio, della più volte citata necessità di fare ulteriori sforzi per pervenire ad un sistema di aiuto totalmente disaccoppiato, eliminando le numerose eccezioni ancora esistenti. Tali eccezioni – aiuto alla qualità per il grano duro, aiuto per colture energetiche, riso, frutta in guscio, piante proteiche, fecola di patata, latte, cotone, oliveti, tabacco, zucchero, oltre alle forme di parziale disaccoppiamento permesse per seminativi, carni bovine, ovini e luppolo e agli aiuti ex art. 69 – sono stati concordati in seno al Consiglio per rispondere a specifiche preoccupazioni di ordine ambientale, economico e sociale e in alcuni casi sono stati oggetto di specifiche decisioni degli Stati membri che hanno dovuto scegliere se e come applicarli al loro interno. Eliminare “semplicemente” gli aiuti parzialmente disaccoppiati ancora esistenti non è un’operazione neutrale da nessun punto di vista: né economico, né sociale, né politico.
Allo stesso modo, armonizzare i diversi tipi di titoli attualmente esistenti, se da una parte conduce ad un necessario snellimento della normativa e della burocrazia di cui la loro gestione necessita, dall’altra deve tenere conto che essi sono espressione di diritti acquisiti che non si esplicano necessariamente tutti allo stesso modo. I titoli speciali per i produttori senza terra, che nella normativa italiana si sono ulteriormente arricchiti dei titoli da soccida, prevedono alcuni vincoli (il mantenimento dell’attività agricola in cambio della deroga a fornire ettari ammissibili equivalente al numero dei diritti) che discendono da una ratio ben definita, a cui non sono soggetti i titoli ordinari.
Armonizzare i diversi tipi di titoli in questo caso potrebbe avere conseguenza più rilevanti di quelle che un “semplice” aggiustamento di tiro potrebbe comportare. Ancora, sulla questione della modulazione la Commissione sembra propensa a proporre un aumento del taglio obbligatorio degli aiuti diretti per spostare ulteriori risorse verso lo sviluppo rurale. Anche in questo caso, l’aumento del tasso di modulazione non può essere visto come «niente di fondamentalmente nuovo».
È pur vero che lo strumento non è nuovo, ma un ulteriore travaso di risorse dal primo al secondo pilastro della PAC darebbe vita, in primo luogo, ad una redistribuzione di reddito tra gli agricoltori, da quelli assoggettati al taglio a quelli che beneficerebbero di tali maggiori risorse nell’ambito dello sviluppo rurale e, in secondo luogo, renderebbe necessaria una rimodulazione dei piani di sviluppo rurale che solo ora, e con notevole ritardo, stanno faticosamente vedendo la luce.
Infine, riguardo ai meccanismi di mercato, anch’essi saranno sottoposti a verifica nell’ambito dell’health check, oltre ad essere già sottoposti ad un processo di “semplificazione” nell’ambito della proposta di OCM unica, di cui si è parlato nella Finestra sulla PAC precedente [link]. È inutile rimarcare come intervento, stoccaggio e restituzioni alle esportazioni svolgono una precisa funzione di regolazione dei mercati, che per alcuni prodotti è di vitale importanza, e la loro uscita di scena può essere prevista solo nell’ambito di una «fondamentale riforma».

Notizie: 
Notizie Flash

Regimi di certificazione della qualità alimentare (febbraio 2007)

Il 5 e 6 febbraio si è tenuta a Bruxelles la Conferenza “Food quality certification – Adding value to farm produce[link]. Le conclusioni della Conferenza hanno messo in luce le consistenti potenzialità dei sistemi di certificazione nel dare agli agricoltori accesso ai mercati chiave, nell’aumentare il valore aggiunto a loro disposizione, nel determinare un aumento dei prezzi in favore di tutti gli operatori della catena agroalimentare, nell’informare i consumatori. Tuttavia, alcuni fattori, quali il peso e la duplicazione dei costi amministrativi, il forte potere di mercato delle GDO, le difficoltà dei produttori dei paesi in via di sviluppo ad adeguarsi agli schemi comunitari, la poca trasparenza dei sistemi di certificazioni hanno condizionato il modo in cui tali sistemi si sono evoluti. Nel suo intervento conclusivo, la Commissaria Fischer Böel si è espressa in favore di un logo o di una etichettatura comunitari che comunichino ai consumatori, in modo chiaro e trasparente, quali sono gli standard qualitativi a cui gli agricoltori si rifanno nell’ottenimento delle loro produzioni, sebbene non tutti gli attori del sistema agroalimentare siano favorevoli a tale soluzione (soprattutto i produttori di prodotti a denominazione di origine, che temono che una tale certificazione possa ridurre il valore dei loro riconoscimenti). La Commissaria ritiene, tuttavia, che si debba almeno rendere più trasparenti gli esistenti sistemi di certificazione, individuare delle buone prassi per indicare cosa dovrebbe contenere un buon sistema di certificazione, incoraggiare il mutuo riconoscimento dei sistemi di qualità per evitare la duplicazione dei costi.

Aiuti per i pomodori destinati alla trasformazione campagna 2007/08 (febbraio 2007)

La Commissione europea ha emanato il regolamento (CE) n. 104/2007 che fissa l’importo dell’aiuto per i pomodori destinati alla trasformazione per la campagna 2007/08:

Repubblica ceca, Grecia, Francia, Cipro, Ungheria,
Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia

34,50 €/t

Italia

27,76 €/t

Spagna: per pomodori pelati interi

34,50 €/t

Spagna: per altre trasformazioni

12,75 €/t

Bulgaria e Romania

25,88 €/t

Quote latte (febbraio 2007)

La Commissaria Fischer Böel in un recente discorso ha espresso l’idea di un “atterraggio morbido” per l’eliminazione delle quote-latte attraverso delle misure transitorie che permettano la loro eliminazione nel 2015. Tra le opzioni allo studio, che potrebbero essere contenute in un rapporto atteso per fine anno, c’è il graduale aumento delle quote nazionali garantite, che sembra essere l’opzione preferita, la graduale riduzione del prelievo supplementare a carico dei produttori che superano la quota individuale e la libera commercializzazione tra gli Stati membri dei diritti a produrre. La decisione sul periodo transitorio sarà presa nell’ambito dell’ check.

Spese FEOGA 2006 (febbraio 2007)

La Commissione europea ha pubblicato il consueto rapporto sull’andamento della spesa PAC per il 2006 [pdf], da cui emerge che la spesa della sezione Garanzia del FEOGA risulta inferiore del 2,4% rispetto a quanto era stato inizialmente previsto. Per la voce 1a (aiuti diretti e misure di mercato, escluso lo sviluppo rurale), si sono avuti risparmi sulle misure di sostegno al mercato, grazie ad una riduzione della spesa per sussidi alle esportazioni per cereali e carni bovine (minore restituzione unitaria e minori quantità esportate con restituzione), per aiuto alla trasformazione per i pomodori (minore quantità avviata alla trasformazione), per i Fondi Operativi delle Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli. Spese maggiori di quanto previsto si sono avute per zucchero (quantità esportate con restituzioni maggiori di quanto preventivato) e prodotti lattiero-caseari (il posticipo al 2007 del recupero delle multe per la campagna 2005/06 ha prodotto una minore entrata di bilancio per il 2006). Anche gli aiuti diretti erogati nel 2006 sono risultati inferiori alle previsioni di bilancio, da una parte per via delle difficoltà amministrative incontrate da alcuni Stati membri nel rispettare i termini di pagamento, dall’altra per la rinuncia di alcuni produttori a richiedere l’aiuto loro spettante, ritenuto troppo basso per avviare il necessario iter burocratico. Anche per la voce 1b (sviluppo rurale) è stato erogato meno del preventivato, prevalentemente per via della sottoutilizzazione dei piani di sviluppo rurale in 2 paesi dell’UE-15. La Commissione ha, perciò, proposto di ridurre gli stanziamenti per impegni del bilancio 2006 da 51.050,7 milioni di euro a 50.190,7 milioni di euro.

Aiuti di Stato (febbraio 2007)

In seguito all’adozione degli orientamenti sugli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale 2007-2013 (si veda Finestra sulla PAC n. 5) si è reso indispensabile modificare il modulo obbligatorio di notifica degli aiuti di Stato necessario per valutare la compatibilità delle misure nazionali di aiuto con il mercato comune. A tale scopo è stato emanato il regolamento (CE) n. 1935/2006 [pdf], che modifica l’allegato I al regolamento (CE) n. 794/2004 [pdf].

Panel WTO sul regime comunitario per le banane (febbraio 2007)

Il regime comunitario per le banane, in particolare il regime di scambi con i paesi terzi, è nuovamente oggetto di contenzioso in sede WTO. L’Ecuador, al quale più tardi si è aggiunta la Colombia, ha chiesto (e ottenuto) la costituzione di un panel nell’ambito delle procedure di risoluzione delle dispute del WTO contro il regime tariffario imposto dall’UE sulle banane. In particolare si sostiene l’illegittimità nell’ambito delle regole del WTO:

  • del fatto che l’UE applichi dazi differenti e più favorevoli alle importazioni di banane provenienti dai paesi ACP;
  • del fatto che l’UE applichi una quota tariffaria di 775.000 tonnellate di cui godono solo i paesi ACP;
  • del fatto che l’UE applichi un dazio pari a 176 €/t per le importazioni dai paesi esclusi dalla quota, superiore al dazio massimo fissato in 75 €/t.

Per saperne di più: Finestra sul WTO.

Riforma dell’OCM vitivinicola (febbraio 2007)

Prosegue la discussione sulla riforma dell’OCM vino, la cui proposta ufficiale sarà presentata il 4 luglio. La Commissione sembra voglia tenere conto della ferma opposizione dei paesi produttori al massiccio programma di estirpazioni, dimezzando l’obiettivo finale da 400.000 a 200.000 ettari di superficie vitata in meno (che dovrebbe contribuire a ridurre le scorte di vino di circa 7,5 milioni di ettolitri). Il riequilibrio del mercato verrebbe perseguito attraverso una serie di misure tese a promuovere il consumo (soprattutto sui mercati terzi) e a contenere i surplus attraverso, ad esempio, il rafforzamento della potatura verde (che avrebbe l’effetto di ridurre temporaneamente la produzione) e il divieto della pratica dello zuccheraggio (sulla quale pende il giudizio di illegittimità del WTO). Contemporaneamente, si prevede di abolire l’aiuto per il mosto utilizzato nelle pratiche di arricchimento del vino. Un’altra novità è rappresentata dal fatto che sarebbe tutta la superficie vitata (e non solo quella estirpata) ad essere eleggibile per il regime di pagamento unico, estendendo così il raggio d’azione della condizionalità.
In un recente discorso a Stoccarda la Commissaria ha ribadito la necessità della riforma dell’OCM lungo le linee prospettate, ma ha anche ammesso di avere modificato alcune delle proprie opinioni prendendo spunto dai numerosi contributi prodotti sul tema. Tra questi un posto particolare occupa la relazione Batzeli, che il Parlamento europeo ha adottato con 484 voti favorevoli, 129 contrari e 24 astenuti [pdf]. I parlamentari europei hanno chiesto una politica di promozione più incisiva per rafforzare la competitività di questo settore sui mercati internazionali.
Riguardo ai singoli strumenti il Parlamento europeo si è espresso in favore della progressiva e parziale istituzione di nuovi diritti di impianto, da destinare in via prioritaria ai giovani agricoltori, alle produzioni di vini di qualità e alle aziende che hanno avviato programmi di miglioramento della qualità e della commercializzazione. Tuttavia, prima di qualsiasi decisione, dovrebbe essere valutata preventivamente la situazione degli impianti non legalizzati o illegali. Il Parlamento è invece contrario alla politica degli espianti che la Commissione intende promuovere. L’abbandono definitivo dovrebbe essere deciso dal singolo produttore, mentre spetterebbe allo Stato membro/Regione la fissazione di un tetto massimo agli ettari espiantati. In materia di zuccheraggio i parlamentari si sono dichiarati favorevoli agli aiuti al mosto ma ritengono che lo zuccheraggio debba essere permesso nelle zone in cui è tradizionalmente praticato.
Riguardo alla gestione delle crisi di mercato si ritiene che il meccanismo delle distillazione debba progressivamente scomparire ed essere sostituito con nuove modalità di intervento. Il Parlamento si è detto contrario al trasferimento dei fondi dell’OCM dal primo al secondo pilastro e chiede che la riforma venga attuata in due tappe: nella prima (2008-2011) l’obiettivo è l’equilibrio ed il risanamento del mercato per permettere nella seconda fase (2012-2015) di migliorare la competitività e lo sviluppo del settore. In risposta alle critiche contenute nella relazione, la Commissaria ha sostenuto che il primo obiettivo della riforma è quello di risolvere il problema delle eccedenze strutturali che hanno effetti negativi su prezzi e redditi agricoli. Ha inoltre confermato la volontà di trasferire parte dei fondi dell’OCM alle politiche di sviluppo rurale che possono dare un sostanziale contributo al raggiungimento degli obiettivi nelle regioni produttrici di vino.

Contingenti tariffari (febbraio-marzo 2007)

Riguardo alla ampia materia dei contingenti tariffari si segnalano i seguenti regolamenti:

  • regolamento (CE) n. 218/2007 [pdf] recante apertura e modalità di gestione di contingenti tariffari per i vini;
  • regolamento (CE) n. 249/2007 [pdf] che modifica il regolamento (CE) n. 1431/2006 [pdf] relativo a taluni contingenti tariffari nel settore del pollame;
  • regolamento (CE) n. 317/2007 [pdf] che modifica le modalità di apertura e gestione dei contingenti tariffari per le carni bovine di alta qualità, fresche, refrigerate o congelate e la carne di bufalo congelata;
  • regolamento (CE) n. 371/2007 [pdf] che stabilisce per le campagne di commercializzazione dalla 2006/07 alla 2008/09 le modalità di applicazione per le importazioni e la raffinazione di prodotti dello zucchero nell’ambito di taluni contingenti tariffari e di taluni accordi preferenziali.

“Mini-pacchetto” latte (marzo 2007)

La Commissione europea ha proposto una modifica del sistema di acquisti all’intervento per burro e latte scremato in polvere. Tale proposta ricade nell’ambito degli aggiustamenti tecnici tesi a semplificare il regime. La proposta, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2008, visto che il parere del Parlamento europeo non sarà dato prima di settembre, prevede che gli acquisti di burro all’intervento possano essere effettuati da uno Stato membro al 90% del prezzo di intervento, qualunque sia la situazione del mercato (attualmente uno Stato membro può effettuare acquisti all’intervento solo se il prezzo medio di mercato si mantiene per due settimane consecutive pari o al di sotto del 92% del prezzo di intervento). Nel momento in cui le quantità all’intervento dovessero superare la soglia massima fissata (40.000 tonnellate nel 2007 e 30.000 nel 2008) la Commissione può decidere di sospendere gli acquisti o di continuare ad acquistare attraverso un sistema di asta.
La proposta prevede, poi, di uniformare il contenuto di proteine al 34% sia per il latte scremato che per il latte intero in polvere. Questo dovrebbe condurre ad un maggiore uso di proteine per formaggi e prodotti freschi e ad una minore produzione di burro e latte scremato in polvere, con una conseguente riduzione della spesa per restituzioni all’esportazione per questi due prodotti, grazie ai minori volumi di produzione da esportare con sussidi. Tra le altre cose, si propone, infine, di eliminare lo stoccaggio privato per crema e latte scremato in polvere [pdf].
Sempre riguardo al latte, su proposta del Comitato di gestione, è stato deciso di procedere alla vendita delle ultime scorte di burro detenute all’intervento (6.091 tonnellate). Quantità residuali risultano ancora presenti nei centri di stoccaggio di Spagna, Portogallo, Repubblica slovacca e Regno Unito. La Commissione ha fatto presente che tale situazione favorevole si deve sia alla ripresa della domanda interna e internazionale che alla riduzione del prezzo di intervento del burro introdotta con la riforma Fischler.
Infine, le prime stime sulle consegne per la campagna 2006/07 indicano che solo sei paesi dovrebbero avere superato la propria quota. Tra questi, l’Italia presenta lo splafonamento maggiore, con 440.000 tonnellate. I dati definitivi saranno resi noti in autunno.

Zucchero (marzo 2007)

Al fine di evitare l’accumulo di ingenti eccedenze di zucchero, che il bilancio previsionale della campagna 2007/08 indica come probabile risultato della scarsa partecipazione al regime di abbandono delle quote, la Commissione europea ha deciso di procedere al ritiro preventivo obbligatorio dal mercato di circa 2 milioni di tonnellate di zucchero, che corrispondono ad un riduzione delle quote del 13,5% [pdf] [pdf] [pdf]. Il ritiro, effettuato facendo ricorso all’art. 19 del regolamento (CE) n. 318/2006 [pdf], si è reso necessario per la scarsa adesione delle industrie produttrici di zucchero al piano per la ristrutturazione del settore. Dalla riduzione sono esentate le imprese la cui produzione è inferiore all’86,5% della propria quota per la campagna in questione. Per le imprese che invece producono più dell’86,5% della propria quota saranno ritirati i prodotti eccedenti tale soglia. La riduzione non si applica ai quantitativi prodotti negli Stati membri che hanno rinunciato ad almeno il 50% della propria quota. Per quelli che hanno rinunciato a meno del 50% la percentuale di ritiro è fissata proporzionalmente (si veda Tabella 1).
I quantitativi ritirati sono considerati eccedenze convertibili in zucchero o isoglucosio per usi industriali.
La percentuale definitiva sarà fissata ad ottobre 2007. Se essa dovesse risultare superiore al 13,5%, tutti i produttori di zucchero, indipendentemente dalla quota a cui hanno rinunciato, saranno obbligati a ridurre la propria quota.

Tabella 1 – Percentuale di ritiro per i paesi che hanno rinunciato a parte della propria quota

Stato Membro

Percentuale di ritiro

Repubblica Ceca

7,29

Grecia

0

Spagna

10,53

Italia

0

Ungheria

6,21

Portogallo (continentale)

0

Slovacchia

4,32

Finlandia

3,24

Svezia

10,26

Fonte: Regolamento (CE) n. 290/2007

La Commissaria ha espresso anche la necessità di migliorare le norme relative al regime di ristrutturazione. A tal fine è stata presentata una proposta al Consiglio che prevede, tra le altre cose, un tetto alla percentuale di aiuto alla ristrutturazione destinato ai produttori di barbabietole e ai fornitori di macchinari (fino al 10% anziché almeno il 10%) compensato da un nuovo pagamento aggiuntivo in favore di coloro che rinunciano alla quota (da pagare retroattivamente anche ai produttori che sono stati interessati dalla riduzione nelle campagne 2005/06 e 2006/07) e misure per incentivare la riduzione delle quote da parte delle industrie nella campagna 2008/09. Inoltre, se al 2010 la rinuncia alle quote dovesse risultare insufficiente, gli Stati membri sarebbero assoggettati ad un ulteriore taglio, non più lineare, ma collegato all’ammontare di quote ritirate nell’ambito del regime di ristrutturazione. Questi cambiamenti dovrebbero condurre ad una riduzione delle quote di 3,8 milioni di tonnellate nel 2008/09 e 2009/10.
In applicazione del regolamento (CE) n. 318/2006 [pdf], gli Stati membri possono chiedere l’assegnazione di quote supplementari di zucchero e isoglucosio, nei limiti di un massimale fissato nell’allegato IV del regolamento 318. Per la campagna 2007/08 sono stati richiesti adeguamenti, per cui le quote nazionali risultano quelle definite nel regolamento (CE) n. 247/2007 [pdf]. Infine, con apposita decisione la Commissione europea ha fissato gli importi dell’aiuto alla diversificazione e di quello supplementare alla diversificazione per gli Stati membri che hanno aderito al regime temporaneo per la ristrutturazione (campagna 2007/08).

Il finanziamento del bilancio (marzo 2007)

Il 29 marzo 2007 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sul futuro sistema di finanziamento del bilancio comunitario, adottando il rapporto della Commissione Bilancio sul futuro delle risorse proprie comunitarie (relatore: Alain Lamassoure) [pdf]. Tale rapporto auspica una revisione del finanziamento del bilancio comunitario in due fasi: la prima (fino al 2013) dovrebbe portare ad un miglioramento dell’attuale sistema dei contributi nazionali per rispondere ai principi di eguaglianza tra gli Stati membri, eliminando qualsiasi privilegio (come ad esempio il rimborso britannico), di semplicità della presentazione, di solidarietà ed eguale dignità tra gli Stati membri. Nella seconda fase (dal 2014) dovrebbe essere introdotto un sistema di finanziamento diretto in sostituzione dei contributi nazionali. La soluzione prospettata è quella di far confluire una certa percentuale di una tassa tra quelle già imposte dagli Stati membri (IVA, accise sui carburanti per autotrasporto, tasse su tabacco e alcol, tasse sui profitti aziendali) direttamente nel bilancio comunitario. Il Parlamento europeo esclude la possibilità che sia la stessa UE a imporre tasse, così come afferma che il nuovo sistema non dovrà comportare un aumento né della spesa pubblica né dell’onere a carico dei contribuenti. Il Parlamento europeo si oppone anche alla rinazionalizzazione della PAC. Per saperne di più [link].

Distribuzione degli aiuti diretti (marzo 2007)

La Commissione europea ha pubblicato la distribuzione degli aiuti diretti per classi di aiuto relativa al 2005 [pdf] [pdf]. A tale data risultano pagati 32,5 miliardi di euro distribuiti su 6.945.530 di beneficiari. Gli importi pubblicati tengono conto solo in parte dell’applicazione della riforma Fischler perché essi fanno riferimento ai pagamenti effettuati tra il 16 ottobre 2004 ed il 15 ottobre 2005. Di conseguenza sono inclusi in questi pagamenti, oltre a quelli già esistenti, i nuovi aiuti diretti introdotti per latte, colture energetiche, amido e frutta in guscio, e i pagamenti diretti applicati nei nuovi Stati membri.
Dai dati risulta che il 63% dei beneficiari ha ricevuto meno di 1.250 euro, pari al 5% delle risorse distribuite. All’estremo opposto, meno del 2% sono i beneficiari che ricadono nelle classi di aiuto superiori a 50.000 euro, ricevendo circa il 30% degli aiuti diretti.

Bilancio 2007 (marzo 2007)

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee il Bilancio generale dell’Unione Europea per l’esercizio finanziario 2007. Gli stanziamenti per impegni per la voce agricoltura e sviluppo rurale ammontano a 52.440 milioni di euro, in riduzione rispetto alla stessa voce del 2006 (-4%), frutto di una riduzione degli stanziamenti per lo sviluppo rurale (9.897,6 milioni di euro rispetto ai 12.012,1 milioni di euro del 2006) e per gli interventi sui mercati agricoli (5.615,2 milioni di euro contro 8.148,6 milioni di euro del 2006) e di un aumento degli stanziamenti per gli aiuti diretti (36.878,5 milioni di euro contro 34.162,7 milioni di euro del 2006).

Salute e benessere degli animali (marzo 2007)

La Commissione europea sta pensando di introdurre un quadro di riferimento unico per la politica sulla salute ed il benessere degli animali. Una prima bozza del piano, che dovrebbe vedere la luce in autunno, prevede di riunire in una cornice unica tutte le disposizioni relative agli scambi intra-comunitari, importazioni, controllo delle epidemie, alimentazione e benessere degli animali. Un recente sondaggio di Eurobarometro [pdf] [pdf] ha messo in evidenza come i consumatori attribuiscano all’argomento una elevata importanza ma soffrano la mancanza delle informazioni necessarie a distinguere gli animali o i prodotti animali in base a caratteristiche di benessere [pdf]. Della possibilità di introdurre in etichetta una indicazione chiara per orientare i consumatori sul benessere animale si è discusso il 28 marzo in un convegno organizzato dalla presidenza tedesca, con l’intento di avviare un dibattito sull’argomento [link].
Per maggiori informazioni sul benessere degli animali si veda [link] [link].

Energie rinnovabili (marzo 2007)

A Bruxelles i capi di Stato e di Governo dell’UE al termine del Consiglio dell’8 e 9 marzo hanno fissato degli obiettivi vincolanti riguardo alla questione delle energie rinnovabili [pdf]. Il primo prevede il raggiungimento di una quota del 20% di energie rinnovabili sul totale dei consumi energetici dell'UE entro il 2020; un secondo obiettivo vincolante è il raggiungimento di una quota minima del 10% per i biocarburanti sul totale dei consumi di benzina e gasolio per autotrazione dell'UE entro il 2020, che dovrà essere conseguito da tutti gli Stati membri. Da questi obiettivi generali dovrebbero discendere obiettivi nazionali da raggiungere tenendo conto delle specificità nazionali.
Sul tema delle risorse rinnovabili si è svolto a Nürnberg un convegno che ha riunito più di 250 rappresentanti dei 27 Stati membri, istituzioni comunitarie e il mondo dell’industria e della ricerca. Per saperne di più [link].

ACP (marzo 2007)

La Commissione europea, nell’ambito dei negoziati EPA (Economic Partnership Agreement) ha proposto di concedere accesso a dazio zero ed esente da quote alle importazioni provenienti dai paesi ACP, comprese quelle agroalimentari. In seguito alla prossima scadenza dell’accordo di Cotonou, l’UE si è impegnata a negoziare un nuovo accordo con i paesi ACP che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2008. La liberalizzazione dovrebbe essere pienamente operativa dal primo giorno, tranne che per zucchero e riso per i quali è previsto un periodo transitorio. Dall’accordo sono escluse alcune esportazioni del Sudafrica. Questa proposta porterebbe i paesi ACP a beneficiare degli stessi privilegi di cui godono i paesi meno sviluppati nell’ambito dell’Iniziativa EBA. Vedi Finestra sul WTO. Per saperne di più: [link] [link].

Allargamenti futuri (marzo 2007)

Il Montenegro ha siglato l’Accordo di Stabilizzazione e Associazione (ASA) con l’UE, che potrebbe portare il paese ad avanzare la propria candidatura a membro dell’UE nel 2008. L’Accordo avrà pochi effetti sul commercio agroalimentare del paese con l’UE perché esso è già coperto da misure autonome concesse dal 2000 (reg 2007/2000) [pdf]. Quanto alla Croazia, per la quale la candidatura è già riconosciuta, risultano aperti al momento 6 dei 35 capitoli negoziali. Si riscontrano, tuttavia, problemi in merito alla capacità amministrativa del paese e agli aiuti di Stato che il paese concede alle proprie industrie siderurgiche e navali.

OCM vitivinicola (marzo 2007)

Nell’ambito della OCM vitivinicola è stato emanato il regolamento (CE) n. 225/2007 [pdf] che, per la sola campagna 2006/2007, applica alle regioni classificate come Obiettivo 1 ai sensi del regolamento (CE) n. 1260/1999 [pdf] una percentuale di contributo comunitario ai costi di ristrutturazione e riconversione dei vigneti non superiore al 75%.

Top-up dei pagamenti diretti nei nuovi Stati membri (marzo 2007)

L’estensione della riforma Fischler del 2003 ai nuovi Stati membri permette loro di concedere aiuti supplementari nazionali accanto al sostegno comunitario (topping-up), in modo da raggiungere il livello degli aiuti che il paese concedeva prima dell’ingresso nell’UE (nel limite del livello raggiunto dagli aiuti corrisposti dalla PAC nei 15 “vecchi” Stati membri). Fino al 2006 tutto il pagamento supplementare nazionale (che non deve superare annualmente il 30% degli aiuti comunitari) poteva essere “accoppiato” alla produzione. Dal 2007, invece, fermo restando il tetto del 30%, devono essere rispettate le percentuali fissate nella riforma Fischler per i pagamenti parzialmente disaccoppiati (fino al 25% per i seminativi, fino al 40% per il grano duro, e così via). Vale a dire che se un paese erogava aiuti nazionali per i seminativi basati sul 100% sulla superficie coltivata, dal 2007 solo il 25% degli aiuti potrà essere erogato sulla base della superficie coltivata.
Ciò implica un cambiamento nelle modalità di erogazione dell’aiuto e, quindi, la necessità di apportare i necessari cambiamenti tecnici al programma di “aiuti diretti complementari nazionali” che deve essere sottoposto all’approvazione della Commissione. I tre paesi che presentano particolari problemi su questo fronte sono Lituania, Lettonia e Repubblica Ceca, con i quali la Commissione ha avviato incontri bilaterali.

Semplificazione della condizionalità (marzo 2007)

Traendo spunto dall’esperienza maturata nel 2005 e dall’attività di audit condotta nel 2006, la Commissione europea ha proposto la modifica di una serie di misure relative alla condizionalità per semplificare il sistema a vantaggio degli agricoltori e delle amministrazioni [pdf] [pdf]. Si propone, pertanto di :

  • introdurre dei criteri di tolleranza nei casi in cui l’infrazione non faccia scattare la riduzione minima e di applicare una regola de minimis per esentare dall’applicazione delle decurtazioni gli importi inferiori a 50 euro;
  • armonizzare la percentuale di controlli in loco all’1%;
  • migliorare il metodo di selezione del campione casuale oggetto di controlli in loco;
  • migliorare l’informazione agli agricoltori;
  • introdurre un periodo transitorio di 3 anni per l’introduzione progressiva dei criteri di gestione obbligatoria nei nuovi Stati membri: in quelli che hanno fatto il loro ingresso nell’UE nel 2004 il periodo transitorio avrà inizio il 2009, per Romania e Bulgaria il 2012.

La Commissione prevede, infine, di presentare una proposta tesa a semplificare la cosiddetta “regola dei 10 mesi” (che prevede che ciascuna particella per la quale viene fatto valere il diritto all’aiuto rimanga a disposizione dell’agricoltore per 10 mesi) per via del suo impatto sproporzionato sul mercato fondiario. La Commissione intende avviare un dibattito in maggio per poter prendere una decisione in giugno. Su tre questioni, tuttavia (periodo transitorio per i nuovi Stati membri, semplificazione della regola dei 10 mesi e introduzione di una regola del de minimis) è necessario l’accordo in seno al Consiglio. Per maggiori informazioni [link].

Modulazione volontaria (marzo 2007)

Dopo un lungo braccio di ferro con la Commissione, il Parlamento europeo ha dato parere favorevole alla proposta di applicazione della modulazione volontaria, prevista dall’accordo sulle prospettive finanziarie 2007-2013. L’approvazione è giunta su un testo di compromesso presentato della presidenza tedesca che prevede l’applicazione della modulazione volontaria solo nei paesi che già la applicano, vale a dire Regno Unito, o che avevano espresso l’intenzione di applicarla, il Portogallo, mentre per gli altri paesi tale possibilità sarà riesaminata nell’ambito dell’health check. Le norme applicative, contenute nel regolamento (CE) n. 378/2007 [pdf], prevedono un sistema di franchigia per i primi 5.000 euro di aiuti di ciascuna azienda simile a quello che si applica per la modulazione obbligatoria (restituzione del taglio nell’ambito di un massimale nazionale). Gli Stati membri possono applicare percentuali di riduzione degli aiuti diretti differenziate per regioni solo se adottano il regime di pagamento unico regionalizzato (nel Regno Unito tutte le regioni applicheranno la modulazione volontaria ad un tasso differenziato; ad esempio, in Inghilterra il tasso aumenterà dal 12% del 2007 al 14% del 2009-2012, in Irlanda del Nord si passerà dal 7% del 2007 al 10% nel 2011 e 2012). Ad ogni modo il tasso massimo di modulazione volontaria non potrà superare il 20%. Gli Stati membri comunicano entro due mesi dall’entrata in vigore del regolamento il tasso annuo di modulazione volontaria che intendono applicare per il periodo 2007-2012. Il tasso potrà essere modificato progressivamente secondo una gradualità prestabilita.
La Commissione calcola gli importi netti annui risultanti dall’applicazione della modulazione volontaria da aggiungere ai fondi FEASR degli Stati membri interessati. Questi ultimi possono decidere di non applicare ai fondi derivanti dalla modulazione volontaria i massimali di spesa previsti all’art. 70, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1698/2005 [pdf] (tali massimali fissano la percentuale di spesa pubblica a carico del FEASR nelle regioni Convergenza e nelle altre regioni per i 4 assi dello sviluppo rurale). Contrariamente a quanto in un primo tempo previsto, i fondi derivanti dal taglio volontario saranno cofinanziati con fondi nazionali. L’applicazione della modulazione volontaria sarà attentamente valutata: entro il 30 settembre 2008 gli Stati membri dovranno trasmettere una relazione alla Commissione sull’impatto dell’attuazione della misura; entro il 31 dicembre dello stesso anno sarà la Commissione a dover sottoporre una relazione a Consiglio e Parlamento europeo sull’applicazione della misura.

Eurobarometro: cosa pensano gli europei della PAC? (marzo 2007)

Una indagine condotta per conto della DG AGRI ha analizzato l’atteggiamento dei cittadini europei nei confronti della PAC. Dalle interviste emerge una opinione favorevole nei confronti dell’operato della condizionalità e del ruolo che l’agricoltura e le aree rurali svolgono nell’UE. Per maggiori informazioni si veda [link].

Trasparenza (marzo 2007)

Il regolamento (CE) n. 1995/2006 [pdf] sancisce l’obbligo a rendere pubbliche le informazioni sui beneficiari dei fondi provenienti dal bilancio comunitario (si veda notizia Finestra sulla PAC n. 5). Una recente proposta della Commissione europea riguarda la modifiche da apportare al regolamento (CE) n. 1290/2005 [pdf] relativo al finanziamento della politica agricola comune. La proposta [pdf] stabilisce che, per quel che riguarda le spese del FEAGA, queste dovranno essere distinte tra pagamenti diretti e altri finanziamenti, mentre per il FEASR gli Stati membri dovranno pubblicare l’importo totale del finanziamento pubblico per beneficiario. La pubblicazione dovrà essere annuale a posteriori; per quel che riguarda il FEAGA, si applicherà alle spese sostenute a partire dal 16 ottobre 2007, mentre per quel che riguarda il FEASR, alle spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2007. La pubblicazione sarà effettuata dagli Stati membri a livello nazionale. Le modalità applicative e le procedure saranno definite in un regolamento applicativo della Commissione.

Applicazione del regime di pagamento unico (marzo-aprile 2007)

Il regime di pagamento unico introdotto dalla riforma Fischler è in continua evoluzione. L’esperienza maturata nei primi due anni di applicazione, infatti, suggerisce la revisione di alcune norme. Il regolamento (CE) n. 270/2007 [pdf], ad esempio, modifica alcune disposizioni relative alle comunicazioni degli Stati membri alla Commissione (per tabacco e cotone) e rivede le norme applicabili al regime di aiuti per le colture energetiche. Il regolamento (CE) n. 373/2007 [pdf] rende retroattivamente ammissibili per l’attivazione dei diritti all’aiuto anche le superfici a canna da zucchero, spostando la coltura dall’elenco delle colture permanenti a quello delle colture pluriennali. Stabilisce, inoltre, per tutti gli Stati membri che applicano il regime di pagamento unico regionalizzato, il numero medio di ettari sui quali è concessa l’autorizzazione a produrre ortofrutta. Il regolamento (CE) n. 381/2007 [pdf] modifica il contenuto della domanda unica per tenere conto del fatto che il regolamento (CE) n. 2012/2006 [pdf] ha dichiarato “ettari ammissibili” tutti gli oliveti (e non solo quelli esistenti prima del 1998) e ha reso opzionale l’uso del sistema di informazione geografica degli oliveti per i paesi che non applicano l’aiuto specifico; inoltre estende ai nuovi Stati membri le modalità di applicazione degli aiuti per le colture energetiche a cui hanno diritto dal 1° gennaio 2007. Il regolamento (CE) n. 411/2007 [pdf], infine, stabilisce le modalità di integrazione degli aiuti concessi al settore delle banane nel regime di pagamento unico.

Aiuti de minimis (aprile 2007)

La Commissione ha adottato un progetto di regolamento che mira ad aumentare il tetto degli aiuti de minimis, cioè di quegli aiuti che non sono considerati aiuti di Stato, per le imprese agricole [pdf]. L’attuale regolamentazione, contenuta nel regolamento (CE) n. 1860/2004 [pdf], definisce de minimis gli aiuti inferiori ai 3.000 euro concessi nell’arco di un triennio ad una singola impresa agricola dedita alla produzione primaria. La proposta prevede di aumentare a 6.000 euro il tetto di aiuti che ciascun beneficiario può ricevere nell’arco di tre anni e di porre il massimale nazionale allo 0,6% (dallo 0,3% attuale) del valore della produzione agricola di ciascuno Stato membro (per l’Italia da 130,164 milioni di euro a 274,3 milioni di euro). Il regolamento definitivo è atteso per la fine dell’anno.

Proposta di abolizione dell’intervento per il mais (aprile 2007)

Si presenta difficile il cammino della proposta della Commissione europea sull’abolizione dell’intervento per il mais, ma un accordo potrebbe essere vicino. La proposta di compromesso della Presidenza tedesca non abolisce formalmente l’intervento ma prevede di introdurre un tetto di 700.000 tonnellate all’ammontare di mais ammesso all’intervento per la campagna 2007/08, da dimezzare nella campagna successiva e portare a zero dalla campagna 2009/10. Questo, assieme alla disponibilità della Commissione di prendere in considerazioni misure appropriate nel caso in cui il mercato dovesse richiederlo e di tenere conto del contesto che si verrà a creare nell’ambito dell’health check, potrebbe vincere le resistenze dei paesi produttori (Ungheria in prima linea). Il Parlamento europeo non ha ancora espresso il proprio parere e, sebbene esso non sia vincolante, tuttavia preclude la possibilità di raggiungere un accordo (maggioranza qualificata) in seno al Consiglio.
Sui futuri scenari per il mais si segnala il recente rapporto della Commissione sulle prospettive dei mercati agricoli e dei redditi nel medio termine (2006-2013) che vede un andamento moderatamente positivo per la maggior parte dei cereali grazie alle esportazioni e all’uso di cereali per biomassa e bioetanolo [link]. Tuttavia per alcuni dei nuovi Stati membri (Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia) potrebbero presentarsi problemi di eccedenze, con conseguente aumento delle scorte pubbliche, soprattutto per il mais. Il FAPRI (US Food and Agricultural Policy Research Institute) stima un drastico aumento della domanda mondiale di mais per usi industriali e per l’alimentazione di bestiame, proveniente principalmente dai paesi asiatici. Carenza di offerta e aumento di domanda sono stati i fattori trainanti l’aumento dei prezzi nella campagna 2007/08. Negli anni a venire un fattore dominante sarà la competizione sull’uso del mais tra allevamenti e industria. Per ulteriori informazioni sulla prima proposta della Commissione si rinvia alla Finestra sulla PAC n. 5.

European Citizens’ Panel (aprile 2007)

L’European Citizens’ Panel è un’iniziativa pilota che ha coinvolto i cittadini europei per discutere delle politiche che influenzano le aree rurali. Un primo gruppo di cittadini è stato scelto casualmente nell’ambito delle regioni e, riunito in panel, ha discusso e rivolto raccomandazioni ai propri decisori politici locali. Un secondo gruppo di cittadini (87 persone provenienti da 9 paesi) si è invece ritrovato in Belgio per discutere delle questioni rurali a livello europeo. Al termine dell’incontro il Panel ha emanato una serie di raccomandazioni relative a diversi aspetti delle aree rurali quali, ad esempio, agricoltura, imprese/industria, giovani, salute, istruzione, trasporti. Per quel che riguarda in particolare gli aspetti legati all’agricoltura, il Panel da una parte raccomanda di trasferire parte dei fondi dall’agricoltura agli investimenti in infrastrutture; dall’altro, nell’ambito delle risorse agricole, auspica lo spostamento di fondi verso le produzioni biologiche, lo sviluppo di un’etichettatura dei prodotti alimentari chiara e universalmente comprensibile e l’affermarsi di un’agricoltura compatibile con l’ambiente, che garantisca produzioni sane e di qualità [pdf].

Eccedenze nei nuovi Stati membri (aprile 2007)

La Commissione europea ha adottato una Comunicazione con la quale impone a 9 nuovi Stati membri di pagare una penalità di 41,1 milioni di euro per aver accumulato eccedenze di vari prodotti agricoli prima del loro ingresso nell’UE, contravvenendo a quanto stabilito nel trattato di adesione. Repubblica ceca e Polonia sono i paesi maggiormente penalizzati (più di 12 milioni di euro ciascuno) [pdf]. Nel 2006 una decisione simile aveva riguardato le eccedenze di zucchero e aveva interessato 5 nuovi Stati membri per un totale di 57 milioni di euro [pdf]. La proposta, che deve essere discussa e approvata, può essere bloccata dalla maggioranza qualificata degli Stati membri.

Rimborso spese PAC (aprile 2007)

La Commissione europea ha adottato una decisione con la quale chiede a 14 Stati membri dell’UE-15 (ad esclusione della Svezia) la restituzione di 285,3 milioni di euro, per spese effettuate in attuazione della PAC ma che risultano indebitamente versate, nella maggior parte dei casi per il mancato rispetto dei termini di pagamento. L’importo maggiore deve essere restituito dalla Spagna (circa 83 milioni di euro), seguita dal Regno Unito (circa 54 milioni di euro) e dall’Italia (51 milioni di euro).

Proposta di riforma dell’OCM ortofrutta (aprile 2007)

Tra febbraio e aprile il dibattito sulla proposta di riforma dell’OCM ortofrutta si è focalizzato su due questioni: la possibilità di adottare un periodo transitorio per gli aiuti ai prodotti trasformati da inserire nel regime di pagamento unico e la gestione delle crisi di mercato. In merito al primo punto sta prendendo piede l’idea di concedere un periodo transitorio “breve” (che secondo la Commissaria dovrebbe terminare molto prima del 2013) durante il quale trasformare gli aiuti ai prodotti trasformati (accoppiati alla produzione) in aiuti disaccoppiati legati alla superficie, da inserire, al termine del periodo transitorio, nel regime di pagamento unico. Si era detta favorevole ad un periodo transitorio anche l’eurodeputata Salinas, autrice del progetto di relazione sulla proposta di riforma dell’OCM ortofrutta, progetto sul quale il Parlamento europeo esprimerà la propria posizione il 21 maggio.
In merito al secondo punto, alcuni paesi, tra i quali la Francia, caratterizzati da una bassa adesione dei produttori alle Organizzazioni di Produttori (OP), hanno più volte espresso preoccupazioni sul fatto che le misure di gestione delle crisi di mercato sono riservate ai produttori associati, escludendo, di conseguenza, una grossa fetta della produzione ortofrutticola nazionale. La Commissaria, pur mostrandosi contraria all’idea di estendere tali misure anche ai produttori non associati, ha detto che i servizi della DG AGRI stanno lavorando intorno a questa possibilità. La relazione Salinas, a tale proposito, propone di creare un “Fondo di sicurezza” nazionale per la gestione delle “crisi gravi” (concetto che ogni Stato membro dovrebbe definire per ciascun prodotto) finanziato congiuntamente ed in eguale misura dalla Comunità (con fondi provenienti dai Programmi operativi), dallo Stato membro e dalle Organizzazioni di Produttori. Tale proposta è stata respinta dalla Commissaria, contraria all’idea di una gestione decentralizzata delle crisi, sottolineando, invece, l’importanza delle misure tese ad incentivare l’adesione alle OP. Secondo la Commissione, l’andamento del dibattito fa ben sperare per il raggiungimento di un accordo entro giugno (prima della scadenza delle presidenza tedesca) in modo da poter applicare la riforma dal 2008.
Si fa presente che sono appena scaduti i termini per la partecipazione ad una gara per la realizzazione di uno studio di valutazione sull’attivazione dei pagamenti diretti sulle superfici ortofrutticole nel modello regionale di pagamento unico e che nel 2007 è previsto un altro studio di valutazione sulle misure riguardanti le organizzazioni di produttori ortofrutticoli.

Proposta di bilancio 2008 (maggio 2007)

La Commissione europea ha presentato il draft preliminare di bilancio 2008, su cui Consiglio e Parlamento europeo dovranno esprimersi in 1a lettura nei prossimi mesi. Secondo quanto proposto, la spesa per il primo pilastro della PAC dovrebbe rappresentare circa il 33% del bilancio generale dell’UE e lo sviluppo rurale il 10,7%. In complesso, dunque, le spese l’agricoltura dovrebbero attestarsi al 43,6%, superate da quelle per la voce Coesione e Competitività, vale a dire i Fondi Strutturali, che dovrebbero raggiungere il 44,2%.

Attività MIPAAF e AGEA

Misure eccezionali sostegno al mercato avicolo (febbraio 2007)

In seguito alla verifica dei dati riepilogativi delle domande presentate per la concessione di aiuti a sostegno del mercato avicolo colpito dalla crisi dell’influenza aviaria si è reso necessario procedere alla riduzione lineare di alcuni aiuti il cui ammontare richiesto ha superato gli importi stanziati [pdf] [pdf].

Attuazione finanziaria PSR 2000-2006 (febbraio 2007)

Il MIPAAF ha pubblicato i dati sull’attuazione finanziaria dei PSR 2000-2006 per regione, anno e misura, dai quali risulta la piena utilizzazione del plafond assegnato all’Italia (4.642 milioni di euro). Alcune Regioni, tuttavia, hanno potuto assumere impegni aggiuntivi che saranno finanziati con una anticipazione di cassa sulle risorse a carico della Programmazione 2007-2013.

Riconoscimento delle Organizzazione di Produttori (febbraio 2007)

In attuazione del decreto legislativo 27 maggio 2005, n. 102 sulle regolazioni dei mercati agroalimentari [pdf] il MIPAAF ha emanato il decreto riguardante i requisiti per il riconoscimento delle Organizzazioni di Produttori, le modalità per la verifica e il controllo della permanenza dei requisiti, l’iscrizione all’Albo e le modalità per la revoca del riconoscimento [pdf]. Per ciascuno dei 18 settori considerati vengono definiti il numero minimo dei produttori che ciascuna OP deve associare, il volume minimo di produzione commercializzata che ciascuna OP deve rappresentare e la percentuale minima di produzione lorda vendibile regionale da rappresentare per il riconoscimento.

Quote latte (febbraio 2007)

AGEA ha comunicato che sono state fino ad ora recuperati oltre 900.000 euro di prelievo supplementare per il superamento delle quote latte, grazie all’intesa raggiunta nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni (su un totale di 1,5 miliardi di euro da recuperare per le campagna dalla 1995/96 alla 2005/06). L’intesa prevede che qualora i produttori di latte ai quali è stata comminata una multa ricevano altri contributi agricoli, questi possono essere trattenuti a titolo di compensazione. È stata inoltre pubblicata una nota sulla procedura da seguire per il recupero del prelievo [pdf].

Zucchero (febbraio 2007)

Sulla Gazzetta Ufficiale del 13 aprile il MIPAAF ha pubblicato il decreto di attuazione dell’aiuto alla ristrutturazione per tonnellata di quota rinunciata spettante alle imprese saccarifere italiane [pdf]. Una successiva circolare dell’AGEA definisce l’importo delle rate da pagare a ciascuna impresa e le disposizioni per la costituzione della cauzione [pdf]. AGEA ha anche emanato le modalità operative per la presentazione e gestione delle domande di aiuto [pdf], definendo i beneficiari dell’aiuto alla ristrutturazione, la suddivisione degli aiuti tra le diverse categorie di beneficiari e il calcolo dell’aiuto per singolo beneficiario.

Colture energetiche (marzo 2007)

Il MIPAAF ha emanato una circolare [pdf] riguardante la disciplina da applicare dal 1° gennaio 2007 agli aiuti per le colture energetiche per adeguarsi alle modifiche apportate regolamento (CE) n. 270/2007 [pdf] a tale regime di aiuto.

Ristrutturazione e riconversione vigneti (marzo 2007)

Il MIPAAF ha emanato un decreto per la ripartizione tra le Regioni e Province Autonome delle risorse finanziare e degli ettari oggetto del regime di ristrutturazione e riconversione dei vigneti per la campagna 2006/07 [pdf] [pdf] [pdf]. Solo per questa campagna il MiPAAF ha autorizzato la trasmissione di elenchi aggiuntivi a titolo di «overbooking» nei limiti del 20% della quota assegnata. Nel caso in cui la disponibilità finanziaria non dovesse permettere la liquidazione di questi elenchi aggiuntivi essi saranno soddisfatti con l’annualità 2008, prima della ripartizione ordinaria.

Riconoscimento degli Organismi pagatori (marzo 2007)

Il MIPAAF ha emanato le disposizioni di attuazione del regolamento (CE) n. 885/2006 [pdf] riguardo alle modalità di riconoscimento degli Organismi pagatori regionali [pdf].

Applicazione della riforma della PAC (marzo 2007)

Con decreto 22 marzo 2007 [pdf] il MIPAAF ha introdotto alcuni rilevanti cambiamenti nell’applicazione della riforma della PAC contenuta nel decreto 5 agosto 2004 [pdf]. La prima è l’eliminazione delle trattenute sui trasferimenti dei titoli e della limitazione dei trasferimenti, che potrà, dunque, avvenire anche tra regioni omogenee diverse (a questo proposito AGEA ha emanato una specifica circolare [pdf]). La seconda è la limitazione della concessione degli aiuti alle domande superiori a 100 euro (50 euro per il 2007). A tal fine saranno considerati tutti gli aiuti diretti che rientrano nella domanda unica (pagamento unico ma anche gli altri aiuti diretti quali quelli per l’art. 69 o il premio alla qualità al grano duro, ecc.). Si stima che le aziende interessate possano essere 150.000 per un totale di poco meno di 9,4 milioni di euro. La terza è la facoltà di avvalersi delle norme semplificatrici contenute nel regolamento (CE) n. 2002/2006 [pdf] e, quindi, di permettere, in caso di calamità naturali, l’uso delle superfici ritirate dalla produzione per l’alimentazione del bestiame. Sempre in relazione all’applicazione della riforma della PAC, AGEA ha definito con apposita circolare [pdf] le caratteristiche e il valore dei titoli definitivi 2006 in conseguenza dell’introduzione nel regime di pagamento unico degli aiuti per olio d’oliva, tabacco, zucchero e latte. La circolare stabilisce, tra le altre cose, il valore definitivo dei titoli, ridotto dell’8,03% rispetto a quello provvisorio, e il valore delle medie regionali applicabili per il 2006 a coloro che iniziano una attività agricola ed agli agricoltori delle zone interessate a programmi di ristrutturazione e/o sviluppo connessi con una forma di pubblico intervento.
Relativamente al tabacco, il MIPAAF, con apposito decreto, ha esteso anche al raccolto 2007 le norme per il riconoscimento delle associazioni di produttori contenute nel decreto D/63 [pdf], in attesa dell’emanazione delle norme applicative del decreto legislativo 102/2005 [pdf] sul riconoscimento delle organizzazioni di produttori da parte delle Regioni. Inoltre, ha fissato il livello indicativo dell’aiuto per gruppi varietali per il 2007.
Infine, tenuto conto della proposta di riforma dell’OCM ortofrutta, che prevede l’inclusione nel regime di pagamento unico dei produttori ortofrutticoli, il MIPAAF ha avviato una ricognizione preventiva al fine di costituire o aggiornare il fascicolo aziendale delle aziende che hanno prodotto ortofrutta nel 2006 sulle superfici non utilizzate come ettari ammissibili al regime di pagamento unico per il 2006.

Approvazione del disegno di legge sul biologico (aprile 2007)

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge sullo “Sviluppo e competitività della produzione agricola ed agroalimentare con metodo biologico”. Il disegno di legge assegna al MIPAAF l'attività di coordinamento e alle Regioni e Province Autonome lo svolgimento delle attività tecnico-scientifiche ed amministrative. Prevede poi la nascita dei distretti biologici e il sostegno alle intese di filiera per le produzioni biologiche. Nel disegno di legge è regolamentato l’allevamento ittico biologico e viene definita una disciplina per il vino biologico. Si prevede, inoltre, l’istituzione di un logo nazionale per i prodotti ottenuti da agricoltura biologica. A questo proposito anche la Commissaria Fischer Böel ha dichiarato che serve rendere obbligatoria l’etichettatura comunitaria dei prodotti biologici che aiuti i consumatori ad identificare i prodotti che si adeguano a determinati standard [pdf].

Documentazione

Informazioni statistiche ed economiche 2006 (febbraio 2007)

La DG AGRI della Commissione europea ha pubblicato il volume contenente le informazioni statistiche ed economiche dell’agricoltura europea relative al 2006. Rispetto alle consuete informazioni statistiche (situazione economica, strutture, mercati agricoli), il volume si arricchisce di tutta una serie di dati riguardanti l’applicazione della riforma Fischler della PAC (panoramica delle scelte dei paesi, massimali nazionali).

Reddito agricolo (marzo 2007)

EUROSTAT ha reso note le seconde stime sul reddito agricolo per unità di lavoro nel 2006 nei 27 paesi dell’UE. I dati aggregati mostrano un aumento del reddito del 3,8% rispetto al 2005, quando si registrò una riduzione del 7,2%. La crescita maggiore è fatta segnare dall’Olanda (+15,1%), seguita dalla Polonia (+10,6%), mentre è l’Irlanda il paese che presenta la maggiore riduzione (-13,3%). L’Italia si piazza in 24a posizione con una riduzione del reddito agricolo stimata in -3,4%.

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