Bio-based and Applied Economics (BAE, numero 1/2012)

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Bio-based and Applied Economics (BAE, numero 1/2012)
a Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Agrarie (DipSA)

Economia agraria ed applicata: di cosa si tratta?

Paolo Sckokai

Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza, Italy

I contenuti scientifici della ricerca in economia agraria e applicata sono un tema aperto. In questo lavoro si analizzano i codici Jel (Journal of Economic Literature) degli articoli pubblicati in sette delle principali riviste del settore nel periodo 2000-11 al fine di discutere quali aree di ricerca rappresentino il «core business» dell’odierna economia agraria ed applicata. Particolare attenzione è stata dedicata ad un sotto-campione costituito degli studi di autori italiani, in relazione al fatto che una nuova società scientifica è stata recentemente fondata in quest'area di ricerca (Aieaa – Associazione Italiana di Economia Agraria ed Applicata).

L'Economia delle esperienze come futuro per il settore agricolo e alimentare europeo

Kristine Van Herck, Johan Swinnen, Thijs Vandemoortele

LICOS Centre for Institutions and Economic Performance University of Leuven (KU Leuven), Leuven, Belgium

Centre for European Policy Studies (Ceps), Brussels, Belgium

Non più di un secolo fa, in Europa, una persona su due era impiegata nel settore primario. Oggi l'agricoltura costituisce solo una piccola quota del totale degli occupati nella maggior parte degli Stati Membri dell'Unione Europea (UE). Il motivo che rende ancora più sorprendente questo declino dell'occupazione agricola è che è avvenuto nonostante i notevoli aiuti economici dell'UE volti a sostenere il reddito degli agricoltori. Data l'apparente inefficacia dell'azione di sostegno del governo UE nel mantenere stabile l'occupazione nel settore, risulta importante valutare quali attività agricole hanno maggiori probabilità di successo nell'economia del ventunesimo secolo. Questo articolo sostiene che un potenziale percorso di crescita per l'agricoltura europea possa essere rappresentato dall'«economia delle esperienze», secondo la quale i consumatori sono disposti a pagare prezzi più elevati per prodotti e servizi che forniscono ulteriori ‘esperienze’ intangibili. L’articolo discute quindi il potenziale di crescita dell'«economia delle esperienze» nel settore primario e conclude che l'economia delle esperienze può essere considerato come un possibile percorso per la futura crescita delle aziende agricole.

Il concetto e le conoscenze di base della bioeconomia in una prospettiva orientata verso i beni pubblici e l'agricoltore

Otto Schmidt1, Susanne Padel2, Les Levidow3

1
FiBL Research Institute of Organic Agriculture, Switzerland

2
The Organic Research Centre, England

3
Les Levidow, Open University, Milton Keynes, UK

Il quadro delle politiche dell'Unione Europea per la bioeconomia è attualmente caratterizzato da una prospettiva di tipo industriale. Le proposte della Commissione sulla bioeconomia auspicano una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse, nell’ambito di una prospettiva industriale di competitività economica globale, di cui beneficiano industrie intensamente capitalizzate, ai livelli più alti della catena del valore. Una bioeconomia responsabile dovrebbe, tuttavia, indirizzarsi inizialmente verso un uso sostenibile delle risorse. Molti agricoltori non sono solo produttori di commodity, ma anche fornitori di alimenti di qualità e gestori dell'ecosistema. Una bioeconomia orientata alla produzione di beni pubblici valorizza metodi agro-ecologici, sistemi agricoli biologici e a basso uso di input (esterni), servizi ecosistemici, innovazione sociale nel campo di pratiche collettive multi-stakeholder e produzione congiunta di conoscenza. Il potenziale contributo da parte di agricoltori e piccole e medie imprese all'innovazione deve essere riconosciuto. Questo approccio riconosce l'importanza delle conoscenze dei sistemi locali, sviluppandone le capacità, conciliando allo stesso tempo diversità e complessità. Da ciò deriva che il concetto di bioeconomia dovrebbe avere un ambito di applicazione di più ampio respiro rispetto a quello dominante nella politica di innovazione dell'Unione Europea. La ricerca socio-economica si rende necessaria per supportare strategie, percorsi e cooperazione tra gli stakeholder verso obiettivi di sostenibilità.

Economia della sicurezza alimentare: alcune tematiche

Silvia Saravia-Matus, Sergio Gomez y Paloma and Sébastien Mary

European Commission – Joint Research Centre – Institute for Prospective Technological Studies (Ipts), Seville, Spain

Il presente articolo esamina le principali sfide riguardanti la sicurezza alimentare sia dal punto di vista accademico, sia in una prospettiva di politiche pubbliche. Nell’analisi dei principali vincoli per rendere possibile l’accesso agli alimenti e la disponibilità alimentare in società con basso e alto reddito, viene fatta una dettagliata distinzione tra aspetti tecnologici e istituzionali. Nel caso di economie a basso reddito, l’enfasi maggiore è data alla situazione socio-economica e alle performance dei piccoli produttori, mentre nelle economie ad alto reddito l’attenzione viene posta verso problemi di volatilità dei prezzi, di stabilità di mercato e disprechi alimentari. In entrambi gli scenari, inoltre, è stata considerata la produttività e l’efficienza nell’uso delle risorse. L’obiettivo di questo lavoro è identificare il tipo di politiche più adatte a rispondere all’aumento della domanda alimentare. Programmi e politiche di innovazione che integrano aspetti istituzionali e supporto tecnico sono proposte come strumenti strategici nel raggiungimento degli obiettivi di sicurezza alimentare a livello regionale e globale.

Trasmissione orizzontale del prezzo nei mercati agricoli: concetti fondamentali e questioni empiriche aperte

Giulia Listorti1, Roberto Esposti2

1
Federal Office for Agriculture (Foag), Berne, Switzerland

2
Università Politecnica delle Marche, Ancona, Italy

In seguito alle ampie variazioni dei prezzi delle commodity agricole osservate nel periodo 2007-2008, l’analisi dei meccanismi della trasmissione orizzontale dei prezzi nei mercati agricoli ha attratto un rinnovato interesse. In particolare, l’attenzione a tale questione ha implicato l’emergere di nuove sfide per l’analisi empirica. Come modellare la crescente volatilità e i comportamenti non lineari dei prezzi, come valutare l’impatto delle risposte di policy alla turbolenza del mercato, e come spiegare le crescenti interconnessioni tra mercati di commodity agricole e non agricole, sono tra le questioni più indagate. Sulla base di un quadro comune di analisi, questo articolo esamina e discute i più recenti sviluppi metodologici e contributi empirici sul tema.

Approcci di Programmazione Matematica Positiva – Recenti sviluppi nella letteratura e nei modelli applicati

Thomas Heckeley, Wolfgang Britz, Yinan Zhang

University of Bonn, Germany

Questo articolo passa in rassegna e discute la più recente letteratura sull’applicazione della Programmazione Matematica Positiva (Pmp) nel contesto dei modelli di offerta agricola. In particolare, sono investigati i progressi nei fondamenti empirici della specificazione dei parametri e la razionalizzazione economica dei modelli di Pmp, entrambi criticati in rassegne precedenti. In aggiunta, l’articolo fornisce un panorama su un più ampio insieme di modelli con un’applicazione regolare/ripetuta all’analisi delle politiche, che utilizzano variazioni della Pmp. I risultati mostrano che attualmente la maggior parte delle applicazioni evitano specificazioni di parametri arbitrarie e si basano su informazioni esogene circa le risposte produttive per stimare i parametri. Tuttavia, solo pochi approcci usano osservazioni multiple per stimare i parametri, probabilmente a causa delle notevoli difficoltà tecniche associate a tale stima. Ugualmente, si riscontra una limitata riflessione sulle ipotesi comportamentali e tecnologiche che potrebbero razionalizzare la struttura dei modelli di Pmp mantenendo allo stesso tempo i vantaggi dell’approccio.

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