Uso del suolo e land management. Alcuni risultati in Valdera (Toscana)

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Uso del suolo e land management. Alcuni risultati in Valdera (Toscana)
a Università di Pisa, Dipartimento di Agronomia e Gestione dell'Agroecosistema

Introduzione

I cambiamenti strutturali dell'agricoltura e le nuove dinamiche nei rapporti città-campagna influenzano profondamente l'uso del suolo, sia nelle aree periurbane e nell'hinterland rurale (Primdahl, 2011).
Le trasformazioni nel settore agricolo e nelle nuove relazioni urbano-rurale sono strettamente connesse tra loro: l'espansione delle aree urbane determina non soltanto cambiamenti nell'uso del suolo, ma anche nella riconfigurazione socio-economica della popolazione. Il 2006 è stato l'anno di una importante svolta: la popolazione mondiale che vive in aree urbane - tra cui anche le aree periurbane di recente formazione - ha raggiunto per la prima volta il 50% (United Nations Secretariat, 2008).
Il contributo dell'agricoltura al PIL si è fortemente ridotto negli ultimi decenni, così come il numero delle persone impiegate nel settore primario (OECD, 2003). Inoltre, molti residenti delle campagne sono ormai spesso impiegati in altri settori (come turismo e servizi) o lavorano in città contribuendo in misura significativa al pendolarismo giornaliero. Nel report "Structure of agricultural holdings in the EU: part-time work on agricultural holdings" (Linares, 2003), si afferma, sulla base dell'elaborazione di dati EUROSTAT, che nell'EU15 la maggior parte degli agricoltori sono part-time, integrando al reddito agricolo altre fonti di reddito provenienti da altri settori.
L'urbanizzazione e la riduzione della superficie agricola - dovuta sia alla cementificazione sia all'abbandono del territorio e, indirettamente, alla contrazione socio-economica e istituzionale dell'agricoltura - determinano una crescente frammentazione del paesaggio, come rilevato dall'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA) e dall'Ufficio Federale per l'Ambiente (FOAN) (2011), che in particolare segnalano, tra gli effetti della frammentazione dello spazio aperto e dei suoli agricoli, la riduzione degli habitat e della biodiversità. L'urbanizzazione e le trasformazioni dell'agricoltura, per quanto riguarda più specificamente gli effetti sul paesaggio agricolo, ne determinano cambiamenti funzionali e, nel lungo termine, modificano la struttura della campagna (Antrop, 2000).
In questo contributo vengono approfonditi alcuni aspetti relativi ai cambiamenti strutturali dell'agricoltura e all'urbanizzazione, che insieme influenzano le dinamiche dell'uso del suolo con effetti sul territorio e sulla manutenzione del paesaggio. In particolare vengono descritti in maniera qualitativa alcuni risultati emersi da uno studio condotto nel 2010-2011 in Valdera (Toscana).

La questione del land management e alcuni strumenti politici

La marginalizzazione dell'agricoltura descritta nell'introduzione si colloca in un quadro politico complesso e contraddittorio, in cui le istanze dello sviluppo sostenibile - che coinvolgono anche la questione della manutenzione del paesaggio agrario - risultano in genere ancora di difficile implementazione.
La PAC con le sue ultime riforme è orientata verso una maggiore apertura ai mercati e riduzione del sostegno alla produzione. Lo stesso paradigma europeo della multifunzionalità è messo in discussione - anche dai Paesi OECD, come ad esempio l'Australia - essendo considerato lo strumento politico attraverso cui si continua a sostenere, anche se in maniera meno diretta, gli agricoltori europei (Potter, 2010). In altri termini, rimane da risolvere la dialettica tra il modello dell'economia sociale di mercato a cui si ispira l'UE da una parte e la globalizzazione e il paradigma della competizione internazionale dall'altra.
Potter (2010) sottolinea il ruolo chiave che gli agricoltori part-time possono avere nella manutenzione del paesaggio agricolo, nella prospettiva di un forte smantellamento del sostegno pubblico da parte dell'UE: in tal caso potrebbero essere sempre di più i proprietari con altre fonti di reddito extra-agricole a rimanere dentro il settore primario.
In secondo luogo gli aspetti funzionali del paesaggio agrario sono influenzati e governati dalle politiche del territorio, che in Italia sono caratterizzate da una forte divisione della programmazione economica rispetto alla pianificazione territoriale intesa come physical planning. Inoltre, in Italia, la pianificazione del territorio è per lo più decentralizzata, il che, seguendo il principio della sussidiarietà, fa sì che siano le amministrazioni comunali a prendere decisioni importanti che influenzano il paesaggio, riguardanti nuove edificazioni, varianti strutturali, cambi di destinazioni d'uso di terreni e fabbricati rurali, nuove urbanizzazioni ecc.
La figura 1 schematizza il quadro appena descritto:

Figura 1 - Due agende politiche, due driving forces, le scelte individuali di land management da parte dell'agricoltore guidano i processi di trasformazione del paesaggio

Fonte: Primdahl, J., 2011 

Attitudini e pratiche di land management: il quadro emerso da un'indagine in Valdera

La Valdera è un'area di 648 kmq composta da 15 comuni della Provincia di Pisa, che nel 2008 hanno costituito l'Unione dei Comuni della Valdera. L'area è caratterizzata  da un forte sviluppo del terziario e dalla compresenza di una ampia area industriale alternata ad attività agricole e turistiche. Le principali produzioni agricole sono cereali, oleaginose, frutticoltura in alcuni comuni (Lari), mentre la viticoltura e la produzione di vino sono sviluppate soprattutto nel comune di Terricciola.
Il territorio ha subito nel tempo una forte urbanizzazione, anche recentemente e nei comuni con caratteristiche più spiccatamente rurali: tra il 1995 e il 2005 comuni rurali come Chianni, Peccioli, Terricciola, hanno avuto un incremento di superficie edificata rispettivamente del 27%, del 36% e del 25% circa (dati Provincia di Pisa, 2008): complici non soltanto nuovi capannoni industriali e commerciali, ma anche un forte sviluppo residenziale, di seconde case, di strutture ricettive sviluppate da vecchi fabbricati rurali da parte degli stessi proprietari-agricoltori.
La metodologia di indagine si è basata su interviste qualitative a 30 agricoltori, con triangolazione dei dati attraverso mappe catastali, osservazione diretta, consultazione di documenti pubblici, in particolare Piani Strutturali, Piani Attuativi, varianti dei Piani, presenza di vincoli etc. Attraverso i dati statistici secondari è stato possibile delineare le caratteristiche strutturali di massima dell'agricoltura dell'area ed i suoi cambiamenti negli ultimi decenni. I temi affrontati nelle interviste hanno riguardato principalmente la realizzazione di investimenti aziendali, gli sviluppi che le aziende hanno avuto nel tempo, le prospettive future.
Le strategie di adattamento delle aziende intervistate - investimenti aziendali, investimenti sulla proprietà, affidamento delle attività agricole a contoterzisti, ecc. - risultano essere dipendenti da due fattori principali: 1) dalla disponibilità di fonti di reddito extra-agricole; 2) dall’ attitudine personale e dalla possibilità di realizzare investimenti (immobiliari) attraverso Piani di Miglioramento Agricolo Ambientale (P.M.A.A.) e Piani di Recupero - con conseguente deruralizzazione di superfici e volumi.
La prima variabile risulta fondamentale per il proseguimento dell'attività agricola stessa: la scarsa competitività dei settori produttivi, la competizione internazionale e alcuni elementi caratterizzanti la PAC (disaccoppiamento, riduzione degli aiuti) mettono fortemente in crisi gli imprenditori agricoli con un orientamento prevalentemente produttivistico. In caso di disponibilità di fonti di guadagno al di fuori del settore primario sono state riscontrate due tendenze principali: a) affidamento del land management a contoterzisti, agricoltori locali, agricoltori in pensione, soprattutto nei casi in cui il proprietario del terreno lavori in città; b) gestione diretta da parte del proprietario.
La seconda variabile (e tendenza riscontrata) - investimenti nel cambio di destinazione d'uso di terreni e fabbricati rurali - è legata al contesto normativo del governo del territorio, che delega ai Comuni la decisione finale sull'approvazione dei Piani. In dieci comuni della Valdera, nel decennio 1995-2005, soltanto a carico dei P.M.A.A. è stata deruralizzata una superficie di circa 30.000m2 (i dati di Bientina, Buti, Chianni, Santa Maria a Monte e Terricciola non sono disponibili, per cui non sono compresi nel computo); la superficie di nuova edificazione a carico dei P.M.A.A. è stata di circa 80.000m2. I dati sono relativamente alti, soprattutto se considerati in un contesto agricolo di carenza di investimenti nel comparto produttivo vero e proprio.
Un'altra tendenza riscontrata è relativa all'accorpamento dei terreni sotto la proprietà delle aziende più grandi (al di sopra di 70-80ha), e quindi riduzione numerica delle piccole. L’analisi che l’indagine di campo ha consentito di effettuare pone in evidenza un processo di “concentrazione”, che tra l'altro muove parallelamente con il trend di esasperazione della funzione ricreativa della campagna: i terreni e i fabbricati di nuova acquisizione da parte dei più grandi proprietari terrieri sono utilizzati dagli agricoltori stessi per la realizzazione dei seguenti investimenti: installazione di pannelli fotovoltaici, campo da golf, autodromo, alcuni B&B, seconde case in alcuni casi rimaste invendute: tutto attraverso P.M.A.A., Piani di Recupero privati, incentivi.

Riflessioni conclusive

La ricerca, sinteticamente riportata nelle sue dimensioni più significative, pur non avendo come obiettivo la generalizzazione in quanto impostata come studio di caso, fa emergere un quadro complesso, da cui è possibile enucleare una questione di fondo: chi saranno i futuri land managers della campagna?
Nel quadro politico e socio-economico attuale c'è la possibilità che la manutenzione del territorio sia sempre meno connessa all'attività agricola produttiva, e affidata a profili sociali diversi rispetto a quello dell'agricoltore tradizionale. Sarà compito della politica agraria rafforzare la capacità dell'agricoltura di utilizzare le risorse sia nelle funzioni primarie (produzione di beni alimentari) e in quelle secondarie (conservazione del paesaggio, dell'equilibrio idrogeologico, ecc.) (Pascucci, 2007).
Questo scenario - sia in riferimento al caso di studio presentato, sia ad altri studi (si veda per esempio Busck et al., 2008; Bohnet et al., 2003) - sembra essere supportato da alcuni elementi: il ruolo emergente dei part-time e degli hobbisti; il fatto che i proprietari delle aziende più grandi contribuiscano alla deruralizzazione della campagna e quindi all'urbanizzazione - intesa non solo come cementificazione, ma più in generale come utilizzo del suolo per destinazioni d'uso diverse da quelle di origine (agricole).
Un'azione di governo del territorio richiederebbe una rivalutazione della 'pianificazione di area vasta', che delinei l'assetto strutturale del territorio coerentemente con la pianificazione territoriale e paesaggistica regionale e con la pianificazione di settore. Un compito fondamentale delle istituzioni sarà pertanto quello di implementare un' efficace integrazione delle politiche per il territorio - politiche agricole e physical planning - per far fronte ai cambiamenti funzionali e strutturali del paesaggio agrario.

Riferimenti bibliografici

  • Antrop, M. (2000), Changing patterns in the urbanized countryside of Western Europe. Landscape ecology, 2000, Volume 15, Number 3, pp. 257-270

  • Bohnet, I., Potter, C., Simmons, E., (2003), Landscape change in the multi-functional countryside: a biographical analysis of farmer decision-making in the English high weald. Landscape research, Volume 28, Issue 4, 2003, pp. 349-364

  • Busck, A.G., Kristensen, S.P., Reenberg, A & Primdahl, J. (2008), Land system changes in the context of urbanisation: Examples from the peri-urban area of Greater Copenhagen. Danish Journal of Geography 106(2): pp. 21-34, 2006 

  • EEA-FOEN, 2011. Landscape fragmentation in Europe. EEA-FOEN report, 2011 

  • Linares, D. (2003), Structure of agricultural holdings in the EU: part-time work on agricultural holdings (2003). Statistical Office of the European Communities (Eurostat), Brussels

  • OECD (2003), Agricultural policies in OECD countries: a positive reform agenda. OECD Policy Briefs, June 2003. Paris

  • Pascucci, S., 2007. Agricoltura periurbana e strategie di sviluppo rurale. Working paper 2/2007, Università degli Studi di Napoli Federico II

  • Potter, C. (2010), Agricultural liberalisation, multifunctionality and the WTO: competing agendas for the future of farmed landscapes. In Primdahl J, & Swaffield SR (eds.) Globalisation and the sustainability of agricultural landscapes: Change patterns and policy trends in developed countries. UK: Cambridge University Press

  • Provincia di Pisa, Secondo Rapporto sulla situazione sociale nella provincia di Pisa, Osservatorio per le Politiche Sociali Provincia di Pisa, 2008

  • Primdahl, J. (2011)" Agricultural sustainability under pressure from urbanisation: Sectoralisation and integration of land based policy regimes". Presentazione nel workshop "Pathways towards policy integration for sustainable agricultural landscape systems", Copenhagen, 2-3 Settembre 2011

  • United Nations Secretariat (2008), World urbanization prospects; the 2007 revision, Washington 

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