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Traduzione di Gianluca Stefani
La necessità di una riforma ambiziosa della PAC1
La Politica Agricola Comune (PAC)2 non riesce a soddisfare importanti obiettivi della società: incrementare la biodiversità e la protezione dal cambiamento climatico, migliorare la qualità dell'acqua, conservare il paesaggio, aumentare il benessere degli animali, promuovere un'agricoltura innovativa ed efficiente e una concorrenza leale nel mercato interno, evitare di danneggiare gli agricoltori dei paesi terzi. Il dibattito sul futuro della PAC dopo il 2013 offre l'opportunità di migliorare significativamente questa politica.
Un ampio accordo fra gli esperti
I difetti dell'attuale PAC e diversi suggerimenti per politiche agricole più efficaci sono stati ribaditi in numerose pubblicazioni scientifiche. Un gruppo di eminenti economisti agrari da tutta Europa ha rilasciato una dichiarazione su “Una Politica Agricola Comune per la produzione di beni pubblici europei”. Anche Enti consultivi nazionali come il Comitato Scientifico Consultivo del Ministero Federale per l'Alimentazione, l'Agricoltura e la Protezione del Consumatore in Germania e il Comitato Economico e Sociale nei Paesi Bassi, hanno richiesto un cambiamento della PAC di vasta portata.
L'inerzia dei decisori politici
Sfortunatamente, i responsabili delle decisioni politiche per l'agricoltura non sembrano volere cogliere l'opportunità di realizzare una riforma sostanziale. Le loro proposte tendono a mantenere in larga parte lo status-quo. Una cruciale mancanza di ambizioni riformiste è presente, per esempio, nella “Posizione Franco-Tedesca per una forte Politica Agricola Comune oltre il 2013”, nel “Rapporto sul futuro della Politica Agricola Comune dopo il 2013” rilasciato su propria iniziativa dal Parlamento Europeo e nella comunicazione, fatta trapelare dalla DG Agricoltura, su “La PAC verso il 2020: raccogliere le sfide del futuro per il cibo, le risorse naturali e il territorio”.
Principi guida per una nuova PAC
Chiediamo ai decisori politici di prestare meno attenzione agli interessi particolari. Per una PAC futura che serva meglio l'interesse pubblico, raccomandiamo cinque principi guida:
- Targeting sui beni pubblici: Tutti i sussidi dovrebbero essere strettamente legati alla produzione di beni pubblici. Ogni sussidio che non sia differenziato in base alla fornitura di beni pubblici da parte degli agricoltori, come il Pagamento Unico Aziendale, dovrebbe essere progressivamente eliminato. La riduzione della povertà nelle zone rurali dovrebbe essere funzione della politica sociale, non di quella agricola.
- Focus sull'ambiente: L'uso sostenibile del territorio dovrebbe diventare l'obiettivo chiave della PAC. Un obiettivo che includa la protezione della biodiversità, la mitigazione del cambiamento climatico e la gestione responsabile delle risorse idriche.
- Orientamento al Mercato: Generalmente, un mercato ben funzionante, piuttosto che l'intervento dello stato, è il miglior modo per ottenere un settore agricolo orientato alla domanda, innovativo e competitivo. Si dovrebbe porre grande attenzione per fare sì che i sussidi distorcano il meno possibile la produzione e i prezzi. I sussidi all'esportazione dovrebbero essere aboliti.
- Sicurezza alimentare globale: L'UE dovrebbe promuovere la sicurezza alimentare a livello globale attraverso un sistema di scambi aperti, azioni di supporto per la produttività agricola nei paesi in via di sviluppo, la mitigazione del cambiamento climatico e il mantenimento della propria capacità produttiva sostenibile. Per aumentare la produttività, dovrebbero essere promossi maggiori investimenti pubblici in ricerca e sviluppo.
- Sussidiarietà: La PAC dovrebbe concentrarsi su obiettivi e politiche per i quali un coordinamento a livello europeo crea maggiore valore aggiunto. Si dovrebbero esaminare con attenzione i casi per i quali il cofinanziamento delle politiche potrebbe sostituire il finanziamento comunitario esclusivo.
I decisori politici devono mostrarsi più ambiziosi per la riforma della PAC del dopo 2013, se sono davvero sinceri sulla strategia Europa 2020 e sugli impegni di alto livello dell'UE per l'ambiente.