Una Comunicazione dalla società civile sul futuro della Politica agricola e di sviluppo rurale

Una Comunicazione dalla società civile sul futuro della Politica agricola e di sviluppo rurale
Agricultural and Rural Convention
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Traduzione di Valentina Cristiana Materia

Premessa

Il 16 novembre 2010, un vasto gruppo di associazioni europee della società civile (ARC) ha presentato alla Commissione europea e alle altre istituzioni dell’UE la propria proposta per una riforma della politica agricola europea e della politica di sviluppo rurale, denominata "Una comunicazione dalla società civile sul futuro della Politica agricola e rurale". Questo documento, che è una sintesi della dichiarazione finale, è il risultato di sei mesi di consultazioni, conferenze e negoziati tra le ONG di tutta Europa.
Tutti i materiali raccolti nel corso della riflessione collettiva sono disponibili nel sito http://www.arc2020.eu/ nel quale è possibile aggiungersi ai gruppi di discussione ed essere aggiornati in merito alle ulteriori iniziative ARC.

Gli obiettivi

Chiediamo una revisione radicale delle politiche, sia per ciò che riguarda l’agricoltura sia per quello che concerne lo sviluppo rurale. Proponiamo che a partire dal 2014 le politiche comprendano:

  • un cambiamento di paradigma nel settore agricolo e nei sistemi alimentari, con il passaggio dal modello attualmente dominante e centralizzato di impresa agricola di tipo industriale e di industria alimentare, verso un modello di agricoltura sostenibile in tutto il mondo, nonché diversificato a livello regionale e locale in termini di produzione e trasformazione dei prodotti alimentari, con un più solido e stretto legame tra gli agricoltori e i consumatori, e una maggiore attenzione per la salute pubblica, l’ambiente e il benessere degli animali.
  • una rinascita economica, sociale e ambientale delle zone rurali, che si basi sulla forza e la diversità delle comunità, delle culture e delle risorse, efficacemente connessa allo sviluppo territoriale e locale, e che renda onore all’impegno dell’UE verso la coesione sociale, economica e territoriale.

Questa visione del cambiamento è guidata dalla convinzione condivisa che l’Europa debba raggiungere la sostenibilità e una maggiore equità al suo interno come nel mondo. Dobbiamo fare un uso più responsabile di tutte le risorse globali, arrestare la drastica perdita di biodiversità, e ridurre radicalmente le emissioni di gas serra. Dobbiamo garantire la sicurezza alimentare, senza che l’Unione europea debba dipendere dalle risorse di altri continenti. Dobbiamo alleviare la povertà e la disuguaglianza, l’esclusione sociale nonché le disparità di reddito e di qualità della vita tra le regioni e le persone all’interno e all’esterno dell’Europa stessa.

Una nuova politica europea

Per soddisfare queste esigenze, proponiamo che l’attuale PAC venga sostituita a partire dal 2014 da una Politica comune agricola, alimentare e rurale, con obiettivi che vanno oltre quelli dichiarati nel Trattato di Roma. Questi nuovi obiettivi dovrebbero abbracciare la sicurezza alimentare, la qualità alimentare e la salute pubblica, gli standard sostenibili in agricoltura, la tutela dell’ambiente, l’attenuazione dei cambiamenti climatici, il rafforzamento dell’economia rurale, infine il benessere delle comunità rurali.
Questa politica dovrebbe essere attuata attraverso due Fondi, il Fondo europeo agricolo incentrato sul cibo e l’agricoltura, e il Fondo rurale europeo, incentrato sulla più ampia economia rurale e sullo sviluppo territoriale. Il Fondo agricolo dovrebbe principalmente contenere misure a carattere orizzontale, applicabili, cioè, a tutti i territori; il Fondo rurale dovrebbe, invece, offrire le misure destinate alle esigenze delle singole aree.

Fondo europeo agricolo

Le nostre proposte per l’agricoltura si fondano su un requisito chiave: una agricoltura sostenibile in tutto il mondo. Secondo la nostra opinione, l’attuale sistema mainstream del settore agricolo e dell’industria alimentare in Europa è insostenibile. Questo è dovuto all’uso eccessivo di combustibili fossili, dal trasporto a lunga distanza di prodotti alimentari e di mangimi; agli enormi sprechi di quantità di cibo; spesso tale sistema non riesce a soddisfare gli standard di benessere degli animali; piuttosto, minaccia a lungo andare la salute del suolo, le risorse idriche e gli ecosistemi, nonché causa una perdita continua di posti di lavoro in agricoltura. Tale sistema impedisce ai territori agricoli più poveri o più marginali di sopravvivere.
Chiediamo dunque un progressivo spostamento dall’agricoltura industrializzata verso un’agricoltura sostenibile che si basi sulla diversità regionale e locale di agricolture e di economie, che faccia un uso intelligente delle risorse non rinnovabili, rispetti il benessere degli animali, ponga al centro delle decisioni agricole un buon senso agronomico e innovazioni agro-ecologiche e, infine, che raggiunga positivi esiti ambientali, sociali ed economici.
Questo cambiamento deve guidare il futuro sostegno agli agricoltori. Aiuti di carattere generale, non collegati a sistemi di sviluppo sostenibile o a beni pubblici, non possono trovare una giustificazione politica.
Il sostegno dovrebbe premiare pratiche sostenibili e la gestione ambientale. Dovrebbe agevolare le piccole aziende agricole a conduzione familiare soprattutto quando ubicate in zone difficili, incoraggiando la diversificazione sia delle economie agricole sia delle economie rurali.
Pertanto, riteniamo che il futuro sistema di sostegno agli agricoltori debba provvedere a:

  • una chiara definizione degli standard di sostenibilità in agricoltura all’interno di codici di buona condotta costantemente aggiornati, con progressiva applicazione di questi codici;
  • il proseguimento del meccanismo dei pagamenti diretti ma su base radicalmente rivista (senza alcun riferimento ai rendimenti passati), nonché l’equità tra gli agricoltori in diverse parti dell’UE regressiva e condizionata da pratiche sostenibili;
  • il sostegno per le aziende piccole e a conduzione familiare, per il mantenimento della forza lavoro, condizionando il livello dei pagamenti diretti alle dimensioni dell’impresa agricola e alla forza lavoro;
  • il supporto per gli agricoltori delle zone periferiche, svantaggiate, montane e delle altre aree meno favorite;
  • il divieto di OGM nell’agricoltura europea e nell’offerta di beni alimentari;
  • il sostegno finanziario per la transizione verso sistemi agricoli biologici ed ecologicamente orientati.

Inoltre, proponiamo un sistema di pagamenti mirati per i servizi ambientali, tra cui:

  • un sostegno armonizzato, subordinato al rispetto di chiare norme ambientali, rivolto agli agricoltori, agli allevatori di bestiame, ai forestali e alle cooperative che gestiscono terreni agricoli ad alto valore naturale;
  • pagamenti agro-ambientali, a tutela dei valori ambientali al di là di ciò che si può ottenere attraverso la condizionalità dal sostegno di cui sopra;
  • un sostegno per l’agricoltura nelle aree di Natura 2000, in cui la gestione del territorio non è coperta dal sostegno di cui ai punti precedenti;
  • un sostegno per il sequestro di carbonio, ad esempio nelle zone umide, nei boschi o nei pascoli incontaminati, e per la conservazione dei boschi ad alto valore naturale;
  • il sostegno agli investimenti finalizzati alla gestione delle risorse idriche, all’adeguamento della produzione agricola e dei regimi forestali per far fronte ai cambiamenti climatici e, infine, al ripristino degli habitat naturali.

Al fine di sostenere questi cambiamenti, proponiamo nuove politiche relative al commercio, agli aiuti, nonché alla gestione dell’approvvigionamento alimentare, al fine di garantire un reddito equo agli agricoltori e di soddisfare le esigenze di sostenibilità, tra cui:

  • ri-negoziare la regolamentazione dell’Organizzazione Mondiale per il Commercio al fine di stabilire il diritto di sovranità alimentare;
  • disgiungere il settore agricolo dagli altri settori industriali nei negoziati sul commercio mondiale;
  • insistere sugli standard sostenibili per le importazioni di prodotti alimentari;
  • stimolare la produzione di proteine animali in Europa, come alternativa alle importazioni di proteine;
  • garantire la coerenza nelle politiche di sviluppo, tra cui la cessazione delle sovvenzioni per le esportazioni di prodotti alimentari;
  • incoraggiare gli agricoltori dei paesi in via di sviluppo nello sviluppo di sistemi agricoli sostenibili;
  • monitorare il mercato alimentare e garantirne maggiore trasparenza;
  • aumentare il potere contrattuale degli agricoltori e dei consumatori, consentendo loro di gestire l’offerta di prodotti alimentari e di ottenere prezzi equi per gli stessi prodotti.

In risposta alla crescente presa di coscienza pubblica dell’importanza della qualità del cibo e del suo legame con la salute, proponiamo che il Fondo agricolo sostenga:

  • una informazione e una educazione pubblica, soprattutto destinata ai bambini, circa il cibo, la dieta corretta e circa il legame che questi fattori hanno con la salute, gli stili di vita sostenibili, un consumo responsabile e affini;
  • appalti pubblici di ristorazione per cibo di buona qualità, naturale, sano, nutriente, sensibile al benessere degli animali e di provenienza regionale e locale;
  • una regolamentazione più severa in materia di etichettatura dei prodotti alimentari, per garantire che i consumatori possano riconoscere l’origine, i metodi di produzione, il processo di trasformazione ecc. di tutti gli alimenti commercializzati;
  • campagne per ridurre gli sprechi alimentari lungo tutti gli anelli della catena alimentare;
  • la possibilità che gli agricoltori gestiscano i loro allevamenti di bestiame nonché la produzione di sementi.

Fondo europeo rurale

Molte regioni rurali europee sono state gravemente indebolite dalla crisi del settore agricolo, dalla centralizzazione del commercio, dall’emigrazione dei giovani, ecc. Risultato di questi processi sono stati una crescente disparità tra le regioni, il manifestarsi di fenomeni di migrazione di massa, la perdita di capitale sociale e, in alcune regioni, anche l’abbandono di terreni agricoli di qualità e la perdita da parte dell’agricoltura di valori ambientali e culturali.
La proposta di una rinascita rurale dovrebbe concentrarsi sullo sviluppo sia economico che sociale, sull’innovazione e sulla conoscenza applicata, e dovrebbe poggiare su politiche e risorse europee più ampie.
Così, il Fondo dovrebbe contenere queste politiche per il rafforzamento e la diversificazione dell’economia rurale:

  • misure volte a facilitare l’accesso alla terra e al capitale per le piccole e medie imprese;
  • misure di sostegno ai meccanismi di successione aziendale e ai nuovi operatori agricoli, incluso il sostegno per il pensionamento, per l’agricoltura associata e per un’azione delle autorità locali volta a preservare l’agricoltura localmente orientata nelle aree urbane e peri-urbane;
  • ammodernamento delle aziende, a favore di produzioni efficienti o del passaggio verso pratiche di sviluppo sostenibile o di diversificazione in azienda;
  • promozione in Europa di tematiche di sviluppo forestale, con particolare attenzione alla creazione di posti di lavoro per mezzo di una gestione forestale sostenibile, alla lavorazione dei prodotti del bosco, infine ai servizi ambientali;
  • investimenti in infrastrutture e telecomunicazioni nelle zone rurali;
  • interventi delle comunità locali, dei gestori di terre e delle imprese a favore della creazione o dell’estensione di aziende che promuovano pratiche di risparmio energetico o producano energia rinnovabile;
  • sviluppo del turismo rurale, con il suo legame con l’ambiente, il valore aggiunto;
  • attività di istruzione e formazione professionale da intraprendere prima di avviarsi alle attività lavorative, apprendistato e sistemi simili, formazione durante lo svolimento di attività lavorative, consulenza e servizi di divulgazione, attività di gruppo.

Questo orientamento di politica economica deve includere le seguenti politiche di sostegno alla produzione regionale e locale e alla trasformazione dei prodotti alimentari:

  • creare e rafforzare sistemi alimentari locali e regionali, quali i farmers’ market, i punti vendita delle cooperative agricole, l’agricoltura comunitaria nonché instaurare una rete europea attiva per lo scambio di buone pratiche tra questi sistemi;
  • sostenere il marchio e l’etichettatura dei prodotti regionali, sulla base del regime di qualità adottato dall’UE (DOP, IGP, STG) e avvalendosi della grande diversità delle tradizioni culinarie presenti sul territorio europeo, della gastronomia e degli aspetti connessi di patrimonio culturale;
  • rivedere i regolamenti comunitari per consentire deroghe debitamente motivate e monitorate circa l’igiene, la macellazione e altre norme nelle microimprese e nelle PMI.

Il Fondo rurale dovrebbe, inoltre, rafforzare le comunità rurali, i servizi e le infrastrutture. Questo dovrebbe comprendere un approccio dinamico e fantasioso allo sviluppo nelle zone periferiche o svantaggiate che, dal punto di vista di coloro che abitano in simili zone, può divenire centrale per la loro vita, nonché fortemente apprezzato in termini culturali o ambientali.
Le politiche dovrebbero quindi includere:

  • il rafforzamento del capitale sociale presente nelle zone rurali e della capacità delle comunità rurali di partecipare alla governance locale e ai processi di sviluppo locale;
  • la fornitura e il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture rurali;
  • il riconoscimento del ruolo chiave delle città quali centri di vita sociale, culturale ed economica in molte regioni rurali, nonché la necessità di sostenere la gamma e la qualità dei servizi presenti e di garantire un collegamento efficace e un sostegno reciproco tra le aree urbane e rurali;
  • un approccio radicalmente nuovo al sostegno della vitalità sociale delle comunità che si basano su modelli di agricoltura di sussistenza e di semi-sussistenza;
  • approcci nuovi e creativi volti al soddisfacimento delle esigenze dei più poveri e vulnerabili, costruendo una fiducia collettiva di queste comunità in modo che possano prendere iniziative per migliorare la vita dei loro membri.

Proponiamo che le azioni sostenute dal Fondo rurale siano realizzate attraverso strategie integrate di sviluppo sub-regionale e gestite da partenariati territoriali multi-settoriali.

Ricerca, sviluppo, formazione e innovazione

La nuova Politica agricola comune, alimentare e rurale dovrebbe prevedere:

  • finanziamenti (attraverso l’VIII Programma Quadro dell’UE) per la ricerca applicata, lo sviluppo e l’innovazione necessari per perseguire le politiche che sosteniamo;
  • vigorosi programmi di informazione, formazione e scambio di idee e buone pratiche a livello europeo e nazionale: in questo processo, la Rete europea per lo sviluppo rurale e le Reti rurali nazionali sono chiamate a svolgere un ruolo molto più dinamico e aperto.

La governance, il finanziamento e la gestione

L’efficacia delle politiche proposte dipenderà in larga misura da una buona governance e dalla buona gestione, nonché da un adeguato finanziamento. La nuova politica agricola comune, alimentare e rurale dovrebbe ricevere sostanzialmente la stessa quota di bilancio dell’Unione europea, quella assegnata alla PAC attuale.
Le zone rurali dovrebbero anche ricevere risorse da altri fondi comunitari; dalle autorità nazionali, regionali e locali e dalle organizzazioni sociali e civili. La nuova politica dovrebbe prevedere:

  • un quadro strategico a livello europeo per la politica agricola comune, alimentare e rurale, completamente armonizzato con i Fondi regionale, di coesione, sociale e della pesca;
  • che gli Stati membri/le Regioni definiscano programmi nazionali/regionali che riflettano gli orientamenti strategici europei, con la complementarità tra i diversi programmi operativi;
  • che partenariati sub-regionali preparino e attuino strategie di sviluppo territoriale, con la facoltà di accedere a tutte le misure pertinenti per tutti i cinque fondi europei, e in particolare tutte le misure all’interno del Fondo rurale da noi proposto;
  • che vi sia un coinvolgimento attivo delle comunità rurali e delle loro organizzazioni rappresentative nella definizione ed attuazione di programmi di sviluppo a livello locale e sub-regionale.

Novembre 2010

I firmatari del documento

AGORA - Working Group for Sustainable Development, Romania • AgrarBündnis, Deutschland • AGROM-RO Association Sangeorgiu de Mures, Romania • APM Tulcea, Romania • Arbeitsgemeinschaft bäuerliche Landwirtschaft e.V. (AbL), Germany • Asociatia Franco-Romana de Dezvoltare Agricola ALBA-AFRODA, Romania • Asociatia pentru promovarea performantei, Romania • Asociatia de Turism Rural,Ecologic,Cultural si Protectia Mediului "Codrenii Vasoaia", Romania • Asociatia Grupul de Initiativa Radu Anton Roman, Romania • Asociatia "Rural Med Zeletin" Afj, Romania • Association Geyser, France • Association for Rural Development in Mountain Areas, Romania • Association for the Support and Promotion of Rural Initiatives, Romania • Associazione "Alessandro Bartola", Italy • Austrian Green Farmers Association • Buzau Local Action Group, Romania • CELAVAR, France • Centrul pentru Arii Protejate si Dezvoltare Durabila Bihor (CAPDD Bihor), Romania • Centrum pro komunitni praci stredni Morava, Czech Republic • Cinnabar eco - creative, UK • CIVITAS Foundation for Civil Society, Romania • Compassion in World Farming • Consorzio RISTECO, Italy • Cooperativa La Vall de la Casella, Spain • Demeter e.V. Germany • Demeter International • Deutscher Tierschutzbund e.V. (German Animal Welfare Federation) • Deutscher Verband für Landschaftspflege e.V. (DVL) - German Association for Landcare • Eco Ruralis Association, Romania • Ecomeal.info • Ecosilvex 2000 Foundation, Piatra Neamt, Romania • ECOVAST-European Council for the Village and Small Town • Environmental Organization Rhodope, Bulgaria • Estonian Council of Environmental NGO's' (EKO) • Estonian Village Movement Kodukant • EU-RO Consult Foundation, Galati, Romania • EuroGites - European Federation of Rural Tourism • EuroNatur • European Milk Board (EMB) • Fédération Nationale d'Agriculture Biologique des régions de France (FNAB) • Fondation Nicolas Hulot pour la Nature et l'Homme, France • Forum Synergies • Forum Synergies Working Group on Access to Land • Franco-Romanian Tourism Association "Tirgu Neamt-St.Just St.Rambert", Romania • Friendly Kitchens Alliance (Stichting Vriendelijke Keukens), The Netherlands • Friends of the Earth Europe (FoEE) • Fundatia ADEPT Transilvania, Romania • GAIA - Belgian Animal Rights Organisation • Germanwatch e.V. • Groupe de Bruges • Hungarian Rural Parliament • ICPPC - International Coalition to Protect the Polish Countryside • IFOAM EU Group • IG FÜR, Germany • IG-Milch, Austria • Intercommunity Association "Tinutul Padurenilor" LEADER Local Action Group, Romania • International Network URGENCI • LAM Foundation, Romania • LEADER+BK Association Serbia • Lëtzebuerger Mëllechbaueren - Luxembourg Dairy Board • Lithuanian Rural Communities Union • Local Action Group (GAL) Calafat, Romania • Local Employers' Association for SMEs (PLIMM) - Calafat • Masticulture - ecotourism in Greece • Mountain Area Development Agency (MADA), Albania • Mouvement Inter-Régional des AMAP (MIRAMAP), France • Munlochy GM Vigil, UK • Narodni observator venkova, Czech Republic • Nexus Foundation • NGO "Terra-1530", Republic of Moldova • NGO "Zalenieku dzirnas", Latvia • Ökospeicher e.V. Wulkow, Germany • Polish Rural Forum (FAOW) • Regina GmbH Landkreis Neumarkt, Germany • Romanian Association for Equal Opportunities - APES • Save Our Seeds • Schweisfurth-Stiftung München, Germany • SerLOG cooperative, Italy • Slovenian Rural Development Network • Sotral SPA, Italy • Soy Alliance, UK • Terre de liens, France • TRINET • UNESCO Pro Natura Ecological Club, Bucharest, Romania • Vanatori Neamt Nature Park, Romania • Wervel (Werkgroep voor een rechtvaardige en verantwoorde landbouw), Belgium • World Vision Romania • Zivy pramen NGO, Slovakia

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