La fine delle quote zucchero: come cambierà il settore bieticolo saccarifero in Italia

La fine delle quote zucchero: come cambierà il settore bieticolo saccarifero in Italia

Con la riforma operata dall’Unione Europea nel 2006, il settore bieticolo-saccarifero europeo ha vissuto un processo di forte razionalizzazione. L’Italia, in particolare, è stato il paese che ha maggiormente ridotto la propria capacità produttiva: se oltre 100 zuccherifici sono stati smantellati in Europa, 17 su 19 sono stati chiusi nella sola Italia.
Il sistema delle quote zucchero sarà soppresso il 30 settembre 2017. Alle soglie di questa nuova rivoluzione per il comparto – con l’abolizione in Europa delle quote nazionali di produzione - si osserva a livello europeo una competizione sempre più aggressiva, che si esprime nel tentativo di acquisire quote di mercato in vista della futura liberalizzazione.
La conseguenza di questo nuovo ciclo di azione di riforma è un’ulteriore difficoltà del settore, penalizzato da prezzi estremamente volatili con picchi sotto la soglia di sostenibilità economica.
Inoltre, il consolidamento della attività di coltivazione e produzione in un numero di Paesi molto ridotto determina in Europa il rischio di un eccesso di concentrazione, fino all’oligopolio.
Tale situazione potrebbe avere gravi ripercussioni anche sui settori della trasformazione agro industriale a valle della filiera, già oggi interessati da potenziali azioni regolamentari e di comunicazione negativa nei confronti dell’impiego dello zucchero quale materia prima strategica.
In Italia sono operativi attualmente solo due zuccherifici (rispetto ai 19 del 2005). Se l’Italia rinunciasse anche all’ultimo presidio produttivo rimasto, sarebbe uno dei pochissimi Paesi al mondo con un consumo di zucchero di 1,7milioni di tonnellate, insieme con Nigeria, Malesia, Corea del Sud e Arabia Saudita, a non disporre di una produzione nazionale, pur essendo il terzo mercato di consumo in Europa. È pertanto fondamentale che sia mantenuto almeno l’attuale zoccolo duro di produzione, oggi pari almeno al 20% del fabbisogno di zucchero nazionale.
Coprob (cooperativa di bieticoltori), che oggi conta 6.000 soci, farà quest’anno la sua 54a campagna bieticolo-saccarifera: la prima come unico produttore di zucchero Italiano, con l’obiettivo di produrre 300.000 tonnellate di zucchero.
Dopo la grande riforma della politica comune del settore del 2006, i bieticoltori di Coprob hanno lanciato il cuore oltre l’ostacolo come imprenditori di una cooperativa nata per competere prima con le aziende private Italiane e oggi con le grandi aziende europee.
La nostra forza è sempre stata la base sociale e il continuo rinnovato protagonismo dei soci bieticoltori, forti di una storia virtuosa lunga oltre 50 anni che dalle avversità ha sempre trovato nuove energie per continuare la sua attività.
Consapevoli del ruolo prezioso della bietola nella rotazione agraria nelle aree più vocate della pianura Padana, i bieticoltori di Coprob hanno in questi anni visto la necessità di una accelerazione dello sviluppo della filiera bieticolo saccarifera in tutti i suoi comparti.
La cooperativa dal 2007 al 2014 ha investito nelle strutture di trasformazione 165 milioni di euro, con un aumento della capacità produttiva degli zuccherifici di oltre il 40%. Una dinamica molto importante, ma non sufficiente per mettere in sicurezza la filiera dello zucchero. Bisognava infatti investire seriamente sullo sviluppo produttivo della bietola. Da qui è scaturita l’idea di costituire gruppi di bieticoltori nel territorio denominati Club Territoriali della bietola (Ctb) con il compito di stimolare lo sviluppo della produttività delle bietole con l’ausilio di consulenti specializzati (la consulenza di Agri2000 è stata fondamentale per questo). In tre anni questi Ctb hanno dimostrato con prove in pieno campo che con la migliore tecnologia oggi a disposizione, le aziende italiane possono produrre fino al 50% in più di bietola rispetto alle medie fin qui ottenute.
Questo percorso sta stimolando tutti, tecnici e bieticoltori, ad adottare queste nuove tecnologie per accrescere nel più breve tempo possibile la produttività di zucchero per ettaro nei nostri bacini.
Altro obiettivo molto importante è dare una più equa valorizzazione allo zucchero prodotto e consumato nei nostri territori: anche per questo siamo partiti dai bieticoltori che con i Club partecipano alle sagre paesane per far conoscere le bietole e lo zucchero quale patrimonio della tradizione locale.
Stiamo altresì lavorando da alcuni mesi alla costruzione del distretto dello zucchero che ha l’ambizione di coinvolgere tutti gli attori della filiera: bieticoltori, industria agroalimentare, artigiani, Gdo, istituzioni, associazioni di rappresentanza comprese quelle dei consumatori, per fare rete attorno al comparto, per dare il miglior valore possibile allo zucchero e una adeguata soddisfazione a tutti gli attori. L’ambizione è quella di riuscire a dare la concreta percezione ai consumatori che sono tra i protagonisti del futuro dello zucchero Italiano per il bene delle nostre comunità.
La fine delle quote di produzione del settore bieticolo saccarifero Italiano, prevista per il 30 settembre 2017, sarà una bella sfida per Coprob, che si troverà per la prima volta nella sua storia a competere in un mercato europeo senza barriere. Stiamo per questo lavorando con il massimo impegno per arrivare ad essere competitivi e dare continuità e soddisfazione a tutta la filiera dello zucchero italiano.

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