La Campagna Popolare per l'Agricoltura Contadina e le proposte per una legge di tutela

La Campagna Popolare per l'Agricoltura Contadina e le proposte per una legge di tutela

Introduzione

Questo contributo intende ricostruire brevemente il processo, durato all'incirca un quinquennio, che precede l'elaborazione di una legge quadro in difesa delle agricolture contadine italiane, attualmente in esame da parte della Camera dei Deputati. È nostro obiettivo, inoltre, caratterizzare i punti cruciali a dibattito che segnano tale processo di istituzionalizzazione. La ricostruzione si fonda sull'analisi dei documenti elaborati dalle organizzazioni sociali impegnate, fin dal 2009, nella promozione di una Campagna Popolare per l'Agricoltura Contadina, dei testi delle proposte legge presentate tra il 2014 e il 2015, e delle relative schede di lettura predisposte dalla Camera dei Deputati. Il testo attinge, inoltre, alle testimonianze rese attraverso le interviste agli attivisti protagonisti della Campagna Popolare, alcune pubblicate in questo dossier di Agriregionieuropa.

Dalla Campagna alle proposte di legge per l’agricoltura contadina

Il 17 gennaio del 2009 viene lanciato pubblicamente un comunicato stampa1 in cui si afferma che "un'altra agricoltura, intanto, sopravvive, nascosta più di quanto sia residuale, ancora straordinariamente diffusa in Italia e popolare, anche se non se ne parla e, apparentemente, non fa i grandi numeri dell'economia"; un'agricoltura "più vicina al lavoro delle persone e alla cultura delle comunità, ai bisogni più elementari e a un'economia ciclica", praticata "per professione o passione o necessità" da chi innanzitutto produce per il consumo familiare e poi anche per vendere sul mercato. Un'agricoltura "che coltiva prodotti, non contributi" e che "mantiene in vita sementi, esperienze, consuetudini, l'humus della terra e le falde dell'acqua". Tale agricoltura, nel comunicato, viene definita come "l'agricoltura dei contadini che non sono imprenditori e tanto meno industriali della terra" e che, seppure estremamente diffusa, resta "quasi invisibile allo sguardo della legge che non la riconosce come costituzionalmente diversa dall'altra (e perfino opposta, negli effetti) e non ne sa ascoltare la voce".
Nasce così la Campagna Popolare per l'Agricoltura Contadina, promossa inizialmente da una rete di associazioni e gruppi contadini e poi sostenuta da numerose altre realtà italiane che si uniscono nel lancio di una petizione2, accomunate dall'intenzione di difendere "un'agricoltura di piccola scala, dimensionata sul lavoro contadino e sull'economia familiare, orientata all'autoconsumo e alla vendita diretta", di basso o nessun impatto ambientale e fondata su scelte di vita legate a "valori di benessere, ecologia, giustizia e solidarietà".
L'obiettivo centrale è quello di dare visibilità alla permanenza e alla rigenerazione della figura dell’agricoltore contadino in Italia (per origine sociale o familiare oppure come neo-rurale), definendone le caratteristiche intrinseche e, soprattutto, ottenendone il riconoscimento giuridico sotto forma di soggetto sociale e produttivo specifico, non immerso in un modello di un’agricoltura su larga scala, convenzionale, connessa all’industria e a filiere allungate. Il riconoscimento di tali specificità sociali e produttive, raccolte in una ratio socio-economica e produttiva peculiare, sollecita la necessità di regimi fiscali, tributari e burocratici calibrati a tale figura sociale e a questo modello di agricoltura.
La raccolta di firme, avviata intorno alla petizione iniziale, suscita attenzione e sostegno nel panorama italiano, rurale e non, ottenendo fin dai primi mesi più di duemila sottoscrizioni e un considerevole aumento delle realtà promotrici e sostenitrici della Campagna, oltre ad aprire spazi per un incipiente dialogo col Ministero dell'Agricoltura. Nel 2010, l'interesse raccolto spinge la Campagna a rielaborare il testo della petizione sotto forma di proposta di legge3. Tuttavia, l'instabilità del sistema politico italiano in quegli anni, con relativi cambiamenti nelle cariche ministeriali e alla guida del governo, non permette di dare una continuità sostenuta a quell’iniziale dialogo.
Nel 2013, rinnovando la propria strategia, la Campagna procede alla stesura di nuove Linee Guida per una legge quadro sulle agricolture contadine4, presentate al Parlamento il 10 ottobre. La proclamazione da parte delle Nazioni Unite del 2014 come "Anno Internazionale dell'agricoltura familiare e contadina" contribuisce a produrre interesse intorno alle rivendicazioni portate avanti dalla Campagna Popolare per l'Agricoltura Contadina e fornisce nuova legittimità agli spazi di dialogo costruiti con le istituzioni, in particolare con le Commissioni Agricoltura della Camera dei Deputati e del Senato.
In questo quadro, un comitato appositamente costituito dalla Campagna insieme ad altre realtà (comprese Ong attive a livello nazionale e internazionale) organizza eventi pubblici in tutto il territorio italiano col fine di celebrare l'Anno Internazionale dell'agricoltura familiare e contadina e stimolare il dibattito intorno ad essa, dando visibilità alla sua predominanza globale come soggetto produttivo che garantisce più dell'80% degli alimenti consumati dalla popolazione mondiale (Fao, 2014; Graeub et al., 2016) e che mantiene un ruolo cruciale anche in Europa (Davidova e Thomson, 2013; 2014; Salvioni et al., 2014). È in quei mesi che diversi parlamentari appartenenti a schieramenti politici eterogenei contattano le organizzazioni promotrici della Campagna Popolare per l'Agricoltura Contadina, manifestando il loro interesse e la disponibilità ad appoggiare un processo di istituzionalizzazione delle rivendicazioni lanciate fin dal 2009.
D'altronde anche a livello internazionale ed europeo avvengono alcuni cambiamenti che contribuiscono a generare un contesto nazionale più favorevole: al dibattito sull'importanza delle agricolture familiari, che comprendono quelle contadine, sempre più vivace su scala globale soprattutto in seguito alla crisi alimentare a partire dal 2007, si somma l'introduzione, nel quadro del processo di Riforma della Politica Agricola Europea (Pac), di riflessioni circa la centralità di questo specifico modello produttivo, ancora ampiamente diffuso nel panorama agrario europeo (in particolare nei nuovi paesi membri), e di alcune misure atte a facilitare un suo più equo accesso alla terra e ad incentivare processi di semplificazione dei regimi che lo governano.
Questi, in sintesi, gli antecedenti che hanno condotto alla stesura e alla presentazione alla Camera dei Deputati, tra il 2014 e il 2015, di quattro progetti di legge riguardanti, interamente o parzialmente, il riconoscimento e la tutela delle agricolture contadine italiane.

Un confronto fra le proposte di legge

Una prima proposta di legge viene presentata nel Gennaio 2014 dal Deputato Adriano Zaccagnini, all'epoca tra le fila del Movimento 5 Stelle (M5S); nello stesso Movimento, l'iniziativa a supporto delle agricolture contadine viene ripresa dal Deputato Paolo Parentela che nel Febbraio 2014 deposita un nuovo progetto di legge sotto il titolo di "Interventi per il sostegno e la promozione delle agricolture contadine" (N. 2143). Nel Gennaio 2015, Zaccagnini, passato a Sinistra Ecologia Libertà (Sel), ripresenta il progetto di legge intitolato "Legge quadro sull’agricoltura contadina" (N. 2025), elaborato in stretto dialogo con la Campagna Popolare per l'Agricoltura Contadina e fondato sulle Linee Guida della stessa. A tali due proposte di legge fa seguito quella promossa dal Partito Democratico (PD), sotto la guida della Deputata Susanna Cenni, presentata nel Marzo 2015 e intitolata "Norme per la tutela della terra, il recupero e la valorizzazione dei terreni agricoli abbandonati e il sostegno delle attività agricole contadine" (N. 2935). Infine, nell'Ottobre 2015, viene depositato un quarto progetto di legge, promosso dal Deputato Manfred Schullian, del Südtiroler Volkspartei (Svp), dal titolo "Disposizioni per l’individuazione, il recupero e l’utilizzazione dei terreni agricoli abbandonati e interventi in favore dell’agricoltura e delle aree montane" (N. 3361)5.
Attualmente la XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati sta conducendo l'iter di esame delle quattro proposte di legge depositate, che verranno quindi accorpate. In effetti, nell' Ottobre 2015 la Commissione ha avviato il dibattito, poi ripreso in una seconda seduta tenuta nel Gennaio 2016. Nel frattempo, è stata predisposta una Scheda di Lettura che facilita l'analisi comparata per temi delle quattro proposte presentate6 e sono state realizzate due audizioni informali da parte della Commissione con rappresentanti di organizzazioni e reti del settore: la prima il 23 febbraio 2016 con Agrinsieme (Confagricoltura, CIA, Copagri, Alleanza delle cooperative italiane-agroalimentari), Coldiretti, UeCoop e Unci; la seconda il 30 marzo 2016 con la Campagna per l'agricoltura contadina, l'Associazione italiana per l'Agricoltura Biologica (Aiab) e Slow Food Italia.
Il progetto di legge Zaccagnini, elaborato fin dall'inizio in stretta collaborazione con le organizzazioni promotrici della Campagna Popolare, fornisce un quadro generale di riconoscimento e tutela delle agricolture contadine, prevedendo l'esplicitazione delle caratteristiche che definiscono questa tipologia di agricoltura e misure specifiche per la sua tutela e promozione, comprese azioni a favore della semplificazione fiscale e burocratica, della promozione di esperienze associative, anche inserite nel quadro dell'economia solidale, e di libero scambio di sementi.
Il quadro della proposta Zaccagnini viene poi arricchito con le misure previste dalle proposte Parentela e Cenni e relative alla promozione dell'accesso alla terra e di difesa dai processi di privatizzazione delle terre demaniali e di land grabbing. Parentela sottolinea che la sua proposta di legge "si muove nell'ambito della sovranità alimentare dei popoli, del diritto alla produzione, controllo e gestione del proprio cibo da parte dei contadini e dei cittadini" e che l'intenzione è quella "di mettere al centro la dimensione contadina ripresa in chiave contemporanea per identificare pratiche agronomiche e strutture economiche ancora oggi presenti e preziose risorse per il futuro", anche come strategia per frenare lo spopolamento delle aree interne e produrre occupazione7. Per Susanna Cenni la proposta di legge sull’agricoltura contadina "cerca di definirne la cornice specificando che richiede forme di agricoltura non intensive, sostenibilità delle pratiche, possibilità di acquisto collettivo dei mezzi di produzione e scambio di manodopera" e, in particolare nella parte finale del testo, si concentra sulle "semplificazioni per alleggerire le attività previste e una serie di agevolazioni fiscali per chi volesse insediare la propria impresa in zone marginali dei territori, o mettere a disposizione proprie terre per progetti collettivi”; poiché il futuro della produzione di cibo, secondo questa deputata, "sarà determinato dalla combinazione tra qualità, capacità di fare eccellenza ed export con il presidio territoriale e la biodiversità che possono essere garantite solo da queste forme di agricoltura”8.
Infine, la proposta Schullian mette al centro del dibattito i terreni agricoli abbandonati e l’agricoltura nelle aree montane, contribuendo, in maniera significativa ed originale, a completare il quadro di condizioni e di misure che è necessario prendere in considerazione.
Vale la pena di entrare più nel dettaglio dei testi di legge proposti, nel tentativo di individuare meglio i confini attribuiti all'agricoltura contadina, le peculiarità che le sono riconosciute, le facilitazioni e le responsabilità che le sono attribuite. Con questo obiettivo, analizzeremo, di seguito, i contenuti salienti e le principali misure auspicate. Così, sulla base di tale tratteggio, affronteremo alcune riflessioni comparative e analizzeremo il possibile scenario futuro, relativo all'esercizio di sintesi in un testo unico di legge dei quattro corpi depositati.
I quattro progetti di legge si propongono di valorizzare l'agricoltura contadina, all'interno del contesto normativo agrario italiano, arrivando a definirne le caratteristiche, disciplinandone i requisiti e gli ambiti di operazione, oltre a suggerire agevolazioni relative alle questioni tributarie e giuslavoriste; si sommano norme in materia di produzione e trasformazione, di ospitalità e di commercializzazione.
Come sottolineato nelle Schede di Lettura predisposte dalla Camera dei Deputati (2015:3), per quanto riguarda le finalità, le "proposte richiamano come obiettivi dell’intervento normativo il riconoscimento del ruolo del contadino come custode della terra, la valorizzazione dei differenti modelli agricoli, la riforma del governo del sistema fondiario, la trasmissione intergenerazionale delle terre, il contrasto dello spopolamento delle zone marginali, il sostegno all’uso collettivo della terra finalizzato alla difesa del suolo".
In questo quadro, i principali requisiti identificati per poter definire l'agricoltura come contadina sono essenzialmente:

  • la conduzione di tipo familiare;
  • l’utilizzo di pratiche di coltivazione conservative e sostenibili, che favoriscano la diversificazione e gli avvicendamenti culturali attraverso modelli agricoli sostenibili;
  • la preservazione della biodiversità, in particolare vegetale e animale;
  • una produzione destinata prevalentemente all’autoconsumo o alla vendita in mercati locali o di filiera corta;
  • l’utilizzo di materie prime di provenienza aziendale.

Inoltre, le quattro proposte prevedono diverse forme di aggregazione:

  • per le aziende agricole contadine la possibilità di costituirsi in cooperative agricole o in consorzi agricoli contadini (Proposta Zaccagnini);
  • per i Comuni di costituire associazioni di promozione sociale per facilitare l’accorpamento di terreni gestibili in modo omogeneo, anche al fine di recuperare ed utilizzare i terreni abbandonati o incolti,
  • ed, infine, per le Regioni di riconoscere associazioni di promozione sociale, denominati “gruppi di interesse” che si impegnano nell’acquisto, nell’affitto o nella gestione in comodato d’uso gratuito dei terreni e manufatti rurali in disuso e nella realizzazione di progetti di consolidamento dei sistemi agricoli locali (Proposta Cenni).

Per quanto riguarda l'albo o il registro nazionale delle agricolture contadine, tre proposte di legge (Zaccagnini, Parentela e Schullian) prevedono l’iscrizione delle aziende agricole contadine ad un apposito albo statale o regionale al fine di poter accedere ai benefici dei provvedimenti proposti. La proposta Zaccagnini invita le regioni ad adeguare i propri ordinamenti ai principi della legge n. 440 del 1978, al fine di recuperare le terre incolte ed abbandonate, anche attraverso il censimento e la classificazione degli edifici rurali sulla base dello stato e della riedificabilità. Mentre la proposta Schullian, oltre a definire come terreni abbandonati quei "terreni agricoli, già coltivati, che non sono stati destinati  ad  utilizzazione  agraria  da  almeno due annate", configura un nuovo iter, prevedendo la possibilità di presentare al Comune di residenza la richiesta di assegnazione di un terreno abbandonato per promuovere su di esso un’attività agricola. In tal caso il Comune, dopo aver acquisito le informazioni necessarie, notifica ai proprietari dei terreni abbandonati la richiesta di utilizzazione, con l’avvertimento che, in caso di prolungamento dell'abbandono, il terreno sarà assegnato a terzi. Segue la valutazione del progetto di utilizzo da parte del Comune che, in caso di esito positivo, ne consente l'avvio, predisponendo che, una volta passati tre anni, il canone di affitto sia acquisito dal Comune stesso. Il proprietario originario del terreno può richiederne la riconsegna solo trascorsi cinque anni e comunque dopo aver rimborsato le spese di investimento effettuate. La proposta Cenni istituisce la Banca dati nazionale delle terre agricole, presso Ismea, al fine di disporre di un inventario della domanda ed offerta dei terreni, inclusi quelli abbandonati o incolti, i terreni agricoli demaniali di proprietà statale o locale ed i terreni privati per i quali è stata fatta richiesta di inserimento negli elenchi regionali.
Per quanto riguarda le altre misure introdotte, esse riguardano essenzialmente cinque ambiti (Camera dei Deputati, 2015: 7-13):

  1. Esenzioni ed agevolazioni fiscali, numerose e previste da tutte le leggi proposte.
    • La proposta Zaccagnini inserisce l'esonero dal pagamento di qualsiasi tassa relativa all'attività agricola, compreso l'esonero del pagamento dell'Iva entro il limite dei 25.000 euro annui. Aggiunge l'esonero dalla tenuta dei registri contabili e dall’obbligo di iscrizione alla Camera di commercio.
    • La proposta Parentela aumenta da 7.000 a 10.000 euro il volume d’affari entro il quale il produttore agricolo può beneficiare dell’esenzione dal pagamento dell’Iva.
    • La proposta Cenni prevede l’esonero del pagamento dell’Iva per le aziende agricole contadine fino ad massimo di 40.000 euro di ricavi annui pro capite per ciascuno dei partecipanti all’impresa contadina. Quest'ultima proposta inserisce, inoltre, facilitazioni rispetto al credito di imposta per le spese per investimenti per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie, nonché per la cooperazione di filiera, estendendo alle aziende agricole contadine e ai gruppi di interesse nella misura del 70 per cento (anziché del 40) delle spese sostenute e nel limite di 400.000 euro nel periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2015, di 3 milioni per il 2016 e di 4 milioni per il 2017. Infine viene reso applicabile ai gruppi di interesse e alle imprese agricole contadine il credito d’imposta per l’affitto dei terreni agricoli.
    • Infine, la proposta Schullian prevede l’esenzione delle imposte di registro, ipotecaria, catastale, di bollo e di ogni altro tributo per i piani di ricomposizione fondiaria e per gli atti e le controversie relative al maso chiuso; il ripristino delle agevolazioni dei territori montani e dell’aliquota agevolata sul valore aggiunto per le cessioni di pellet; agevolazioni fiscali per gli imprenditori agricoli che svolgono attività in zone montane con un volume di affari inferiore a 60.000 Euro.
  2. Norme di semplificazione, anch'esse incluse in tutte le proposte e riguardanti la lavorazione, la trasformazione e la vendita di quantitativi limitati di prodotti agricoli nell’ambito di filiere corte e mercati locali.
    • È ammessa la trasformazione di materie prime di esclusiva produzione per la preparazione ed il confezionamento di determinati prodotti e si ammette che le strutture destinate alla trasformazione possano avere i requisiti previsti per le case di civile abitazione (Parentela e Cenni).
    • Inoltre, la proposta Cenni esonera le aziende agricole contadine dal pagamento del diritto annuale per l’iscrizione alla Camera di Commercio e dall’obbligo di presentazione Durc per le aziende che svolgono, direttamente e in economia, lavori edilizi privati sugli immobili dell’azienda contadina.
    • Rispetto alla commercializzazione, la proposta Zaccagnini prevede specifiche agevolazioni per i commercianti integrati in filiere corte e promuove l'accesso prioritario ai mercati settimanali del comune di residenza a favore delle aziende agricole contadine, prevedendo l’assegnazione a titolo gratuito di spazi pubblici per l’istituzione di mercati contadini periodici (settimanali o mensili) e, anche, di luoghi per il funzionamento dei gruppi di acquisto solidale (Gas). Tale proposta richiama, inoltre, l'importanza di sostenere le azioni collettive, cooperative e associative per lo sviluppo e la nascita di esperienze territoriali, in particolare negli ambiti dell’economia sociale e solidale.
  3. Pluriattività, in particolare agriturismo. Si propone che le aziende agricole contadine possano svolgere attività agrituristiche purché ridotte ad un massimo di dieci coperti e di cinque posti letto.
  4. Lavoro. La proposta Zaccagnini prevede che "il lavoro prestato gratuitamente e in forma saltuaria o come scambio di opere" in beneficio delle aziende agricole contadine iscritte all'albo sia equiparato al volontariato e che a tali aziende non si applicano le tabelle dei valori medi di impiego di manodopera relative a un modello agro-industriale intensivo.

    In maniera similare, la Schullian stabilisce che, qualora ci si avvalga della collaborazione resa a titolo amicale e gratuito da soggetti esterni all’impresa familiare, si abbia come unico obbligo la comunicazione agli organi preposti dei nominativi entro la data di inizio dell’attività. La stessa proposta fissa, inoltre, disposizioni sull’indennità di maternità, prevedendo che vengano conseguite in seguito all’iscrizione previdenziale agricola all’ex Servizio contributi agricoli unificati (ex Scau) da parte delle interessate. In aggiunta, dispone la possibilità, per le imprese e i datori di lavoro dei comuni montani, di assumere coltivatori diretti residenti in comuni montani (senza oneri previdenziali, a tempo parziale) anche con forme di lavoro intermittente.

  5. Sementi e razze locali. La proposta Zaccagnini, in particolare, include un articolo dedicato alle sementi e razze locali (art. 9) con il quale si prevede l’adozione di apposite misure di protezione dei saperi tradizionali d'interesse per le risorse genetiche, di garanzia del diritto a partecipare equamente alla ripartizione dei vantaggi derivanti dall’utilizzazione delle risorse genetiche e del diritto di partecipare all’adozione di decisioni a livello nazionale sulla materia. Stabilisce, inoltre, la salvaguardia del diritto contadino a conservare, scambiare e vendere sementi o materiale di moltiplicazione e che le risorse genetiche iscritte nei repertori regionali o nazionali non sono assoggettabili a nessuna forma di diritto di proprietà né possono essere oggetto di privativa per ritrovati vegetali.

Conclusioni

Come sottolineano due esponenti di spicco della Campagna Popolare per l'Agricoltura Contadina (Roberto Schellino e Antonio Onorati), le cui interviste compaiono in questo stesso dossier, la grossa sfida che resta aperta è rappresentata dallo sforzo di sintesi delle quattro proposte in un unico testo di legge, laddove potrebbero emergere con maggior forza, rispetto a quanto accaduto finora, posizioni divergenti all'interno delle reti promotrici o dei gruppi parlamentari coinvolti. Inoltre, potrebbero prodursi reazioni contrastanti da parte di altri soggetti che fino ad ora non sono intervenuti direttamente nel processo di dibattito. È il caso, ad esempio, delle organizzazioni agricole storiche.
Il nuovo quadro normativo in difesa delle agricolture contadine e le relative misure di sostegno e promozione saranno dunque forgiati nei prossimi mesi, attraverso il confronto fra diverse posizioni e dal relativo assetto nei rapporti di forza. Ciò che è prevedibile, anche alla luce delle coincidenze fra i vari testi di legge presentati, è che ci sarà maggior accordo intorno al riconoscimento di questa figura giuridica nel quadro del diritto agrario italiano e che questo passaggio sarà accompagnato da una serie di misure volte a stabilire esenzioni ed agevolazioni fiscali così come normative per la semplificazione dei processi che governano la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti contadini. Resta invece maggiormente in dubbio la profondità delle misure che verranno adottate rispetto alla promozione di un più equo accesso alla terra e alla tutela e applicazione del diritto contadino al libero scambio delle sementi.

Riferimenti bibliografici

  • Camera dei Deputati (2015). Documentazione per l’esame di Progetti di legge. Legge quadro sull’agricoltura contadina AA.C. 2025, 2143, 2935 e 3361. Schede di lettura. Camera dei Deputati: Roma

  • Campagna popolare per l'agricoltura contadina (2013), Presentazione al Parlamento italiano- Linee Guida Per Una Legge Quadro Sulle Agricolture Contadine, 10 ottobre 2013, Roma: Sala stampa Camera dei Deputati in: www.agricolturacontadina.org

  • Davidova D. e Thomson K. (2013), Family farming: a Europe and Central Asia perspective, Bruxelles: Fao. Disponibile in: www.fao.org

  • Davidova D. e Thomson K. (2014), Family farming in Europe: Challenges and prospects. In-depth analysis. Bruxelles: European Parlament, Directorate General for Internal Policies, Policy Department B: Structural and Cohesion Policies, Agriculture and Rural Development. Disponibile in: www.europarl.europa.eu

  • Fao (2014), The state of food and agriculture 2014: Innovation in family farming. Roma: Fao

  • Graeub B. E. et al. (2016), The State of Family Farms in the World, World Development, (in corso di stampa). Disponibile in: http://dx.doi.org/10.1016/j.worlddev.2015.05.012

  • Salvioni C., Papadopoulou E. e Dos Santos M. (2014). Small Farm Survival in Greece, Italy and Portugal. EuroChoices, Volume 13, Issue 1, pag. 52–57

Siti di riferimento

  • 1. Disponibile in: [pdf].
  • 2. Tra le promotrici iniziali vi erano l'Associazione Antica Terra Gentile (Lessinia), l'Associazione Nazionale Civiltà Contadina, l'Associazione Consorzio della Quarantina (Liguria), la Rete Corrispondenze Informazioni Rurali e la Rete Bioregionale Italiana. Ma ben presto aderirono numerose altre realtà, come ad esempio l'Associazione Rurale Italiana (Ari) o la Cooperativa Galline Felici che constano tra le promotrici della petizione con raccolta firme lanciata poco tempo dopo il primo comunicato pubblico. La petizione è disponibile in: [pdf].
  • 3. Disponibile in: [pdf].
  • 4. Disponibili in: [pdf].
  • 5. I testi delle quattro proposte di legge sono disponibili in: [link].
  • 6. La Scheda di lettura è disponibile in: [pdf].
  • 7. Tratto da: [link].
  • 8. Tratto da: [link]
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