I mercati agricoli europei più vicini a quelli mondiali dopo la riforma Fischler

I mercati agricoli europei più vicini a quelli mondiali dopo la riforma Fischler
a Università Cattolica del Sacro Cuore, Centro ricerche economiche sulle filiere suinicole (Crefis)

Introduzione

La riforma Fischler della Politica agricola comune (Pac) fu varata nel 2003, per entrare in vigore nel biennio 2005-07 con modalità e tempistiche diverse da paese a paese. La caratteristica principale della riforma era la progressiva introduzione di un sistema di pagamenti, per la prima volta nella storia comunitaria, “disaccoppiato” dalla produzione agricola. In altre parole, gli agricoltori avrebbero ricevuto il sostegno indipendentemente dal fatto che essi producessero o meno a patto di rispettare determinati parametri agro-ambientali. La decisione di disaccoppiare gli aiuti dalla produzione venne presa anche per cercare di mitigare gli effetti distorsivi delle politiche UE sui mercati mondiali e per riallineare i prezzi europei a quelli internazionali. Per decenni infatti, le politiche promosse dall’UE avevano isolato il mercato europeo da quello mondiale e mantenuto i prezzi interni sensibilmente più elevati. Ciò era fonte di sicurezza, forse eccessiva, per gli agricoltori, che non dovevano subire le conseguenze dell’incertezza di prezzo, ma al contempo cozzava contro gli interessi dei consumatori che dovevano accollarsi i costi della politica sia in maniera diretta (pagando prezzi più elevati per i prodotti alimentari) che indiretta (sostenendo, come contribuenti, il costo della politica). Inoltre, le politiche commerciali dell’UE (soprattutto quelle che incentivavano le esportazioni) avevano un effetto depressivo sui prezzi internazionali, di cui facevano spese dei produttori nei paesi in via di sviluppo. Nel nuovo regime gli agricoltori avrebbero ricevuto un pagamento unico aziendale (Pua) calcolato sulla base di quanto, in media, avevano ricevuto nel triennio 2000-02. L’aiuto veniva garantito indipendentemente dal fatto che l’agricoltore producesse o meno, nel rispetto comunque di determinati parametri agro-ambientali.
Questo lavoro prova a verificare l’efficacia della riforma Fischler nell’aumentare l’integrazione dei mercati agricoli europei con quelli mondiali tramite il calcolo dell’elasticità di trasmissione del prezzo, vale a dire la variazione percentuale di un determinato prezzo (in questo caso quello interno dell’UE) al variare di un altro (quello mondiale), prima e dopo l’entrata in vigore della riforma. Le commodity agricole prese in considerazione sono grano tenero, grano duro, mais, orzo da foraggio e burro. Il mais, il grano tenero e l’orzo foraggero sono le materie prime agricole più utilizzate nell’àmbito dell’alimentazione umana e animale, mentre grano duro e burro sono stati scelti perché, storicamente, sono stati tra i mercati più protetti da parte dell’UE.
Il mese di gennaio 2007 (alla fine del primo biennio di attuazione della riforma) è stato scelto come punto di rottura tra il “prima” e il “dopo” la riforma Fischler e rispetto al quale verificare eventuali cambiamenti dell’elasticità di trasmissione del prezzo (Etp). L’Etp è stata misurata applicando la tecnica della regressione lineare con break strutturali.
A priori ci si aspetta che la Riforma abbia aumentato l’Etp cioè il livello di integrazione dei mercati agricoli europei con quelli mondiali. Poiché le precedenti riforme della Pac avevano già affrontato il problema dell’eccessivo isolamento dei mercati europei da quelli mondiali, è lecito aspettarsi un certo livello di trasmissione anche prima della riforma Fischler, seppur inferiore rispetto al periodo seguente.
Nella seconda metà degli anni 2000 le relazioni tra i prezzi sono state certamente influenzate da fattori come l’aumento esponenziale della produzione di biocarburanti, l’aumento della domanda mondiale di materie prime agricole e l’aumento delle transazioni “finanziarie”, aventi come oggetto le materie prime agricole stesse, da parte dei fondi di investimento. Anche se non è stato possibile prendere in considerazione tutti questi fattori, è comunque necessario tenerne conto in fase di interpretazione dei risultati.

Metodologia

La teoria economica alla base della letteratura riguardante la trasmissione di prezzo è la legge del prezzo unico (LPU), la quale postula come lo stesso bene non possa essere venduto a prezzi differenti in luoghi differenti, tenuto conto del tasso di cambio e al netto dei costi di trasporto (Mankiw, 2001). La diretta conseguenza della LPU è che, nel lungo periodo, i cambiamenti di prezzo sul mercato mondiale sono trasmessi al mercato interno. In molti casi, tuttavia, ciò è vero solo in parte, poiché sono molteplici i fattori che possono impedire o perlomeno limitare la trasmissione dei prezzi. Il fattore limitante per eccellenza è costituito dalle politiche messa in pratica dai vari paesi (es. prezzo minimo garantito), ma anche nel caso in cui queste fossero del tutto assenti, il livello di trasmissione potrebbe comunque essere basso, a causa delle differenze qualitative tra i prodotti venduti nei due paesi. Nel caso delle materie prime agricole, tuttavia, le differenze qualitative sono generalmente limitate, perciò, in questo lavoro, i beni sono considerati “omogenei”. Anche altri fattori, oltre che gli aspetti qualitativi, possono incidere sul grado trasmissione dei prezzi: politiche commerciali, tasso di cambio, costi di transazione e il grado di concentrazione di domanda e offerta (Conforti, 2004). Gli effetti della politica, in questo caso della Riforma Fischler, sono l’obiettivo primario del lavoro e vengono considerati tramite l’introduzione del break strutturale, il problema dovuto al tasso di cambio viene risolto esprimendo sia il prezzo mondiale che quello interno nella stessa valuta (euro) e l’effetto dei costi di transazione viene analizzato (con un certo grado di approssimazione) attraverso l’interpretazione della costante.
Nella pratica, ciò che viene stimato è l’elasticità di trasmissione dei prezzi (Etp) agricoli dal mercato mondiale a quello europeo, cioè fino a che punto le variazioni del prezzo mondiale vengono trasmesse all’interno dell’UE. L’Etp è definita come il cambiamento percentuale del prezzo interno derivante da una variazione dell’1 percento del prezzo mondiale (Thompson e Bohl, 1999). L’Etp può variare tra 0 e 1. Un valore pari a 0 implica totale isolamento dal mercato mondiale, mentre un valore pari a 1 implica trasmissione perfetta e quindi la validità della Lpu (vedere Baffes, 1991 per una trattazione completa). La validità della teoria del prezzo unico e l’entità dell’Etp viene verificata tramite la stima dei parametri di una regressione lineare, dove il prezzo interno è funzione del prezzo mondiale e di una costante. Poiché le variabili sono espresse in logaritmi il coefficiente del prezzo mondiale può essere interpretato come Etp e la costante come una misura dei costi di transazione, considerati una proporzione costante dei prezzi (Listorti, 2009). In modo da tenere sotto controllo i problemi dovuti ad autocorrelazione degli errori ed eteroschedasticità, sono stati usati errori standard robusti (Hac standard errors).
Nel caso dei prezzi agricoli considerati in questo lavoro, si ipotizza che la riforma Fischler (2007) abbia dato origine a un break strutturale nella relazione di lungo periodo tra i prezzi mondiali e quelli interni. La presenza del break è stata testata tramite il test di Chow per break strutturali (Chow, 1960).

Base dati

I prezzi usati nel lavoro hanno frequenza mensile, vanno da gennaio 1999 a marzo 2012 (159 osservazioni) e sono espressi in euro correnti. Nel caso di grano tenero e mais il prezzo mondiale è quello franco partenza della merce statunitense dai porti sul Golfo del Messico. È americano anche il prezzo di riferimento dell’orzo foraggero, franco partenza dal porto di Portland. Per il grano duro si considera come prezzo mondiale quello, sempre franco partenza, canadese. Infine, nel caso del burro, le quotazioni di riferimento sono quelle del prodotto di esportazione dei principali paesi produttori, Australia e Nuova Zelanda. In tutti i casi i prezzi sono di fonte Fao, tranne quelli del grano duro e dell’orzo che sono stati gentilmente forniti dal Ministero dell’agricoltura canadese.
I prezzi europei sono invece le medie ponderate (sui volumi prodotti) dei prezzi di riferimento nei 27 paesi dell’UE calcolate e pubblicate dalla Commissione Europea su base mensile. Nelle figure 1, 2, 3, 4 e 5 viene fornito un confronto grafico tra le varie serie:

Figura 1 - Prezzi mensili del grano tenero nell’UE e a livello mondiale (franco partenza Golfo del Messico)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Fao e Commissione Europea.

Figura 2 - Prezzi mensili del grano duro nell’UE e a livello mondiale (franco partenza Canada)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Agriculture Canada e Commissione Europea.

Figura 3 - Prezzi mensili mais nell’UE e a livello mondiale (franco partenza Golfo del Messico)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Fao e Commissione Europea.

Figura 4 - Prezzi mensili dell’orzo foraggero nell’UE e a livello mondiale (franco partenza Portland)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Agriculture Canada e Commissione Europea.

Figura 5 - Prezzi mensili del burro nell’UE e a livello mondiale (franco partenza Oceania)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Fao e Commissione Europea.

In tutti i casi il prezzo mondiale e quello UE seguano lo stesso andamento, specialmente dopo il 2007, cioè dopo l’entrata in vigore della riforma Fischler. Prima del 2007, è evidente la forte differenza di andamento soprattutto nel caso del burro (storicamente uno dei mercati più protetti), dell’orzo foraggero e del grano tenero, mentre per grano duro e mais la differenza tra “prima” e “dopo” Fischler è meno evidente.

Risultati

Analizzando i risultati (Tabella 1), l’ipotesi a priori secondo la quale l’Etp tra i mercati mondiali e quelli europei delle materie prime agricole principali sarebbe aumentata grazie all’avvento della riforma sembrerebbe confermata. La riforma sembra aver ridotto in maniera significativa anche i costi di transazione.

Tabella 1 - Stime Ols dell'elasticità di trasmissione dei prezzi tra il mercato mondiale e quello europeo, prima e dopo la riforma Fischler

*,**,*** Denotano i livelli di significatività rispettivamente al 10, 5 e 1%.

Fonte: elaborazioni proprie.

Nel caso del grano tenero, l’Etp prima della riforma Fischler era praticamente 0, mentre dopo la riforma è salita fino a 1, a indicare trasmissione perfetta. La riforma ha anche avuto un effetto positivo sui costi di transazione, annullatisi dopo il 2007.
Per quanto riguarda il grano duro, le stime evidenziano come anche prima del 2007 ci fosse un certo livello di trasmissione dal mercato mondiale a quello europeo, forse in virtù del fatto che l’Italia, principale produttore di pasta al mondo e principale utilizzatore di grano duro a livello europeo, sia da tempo costretta a reperire sul mercato mondiale la materia prima necessario alla produzione, stante l’insufficienza della produzione nazionale1 . Prima della riforma l’Etp era pari a 0,4, il che significa che una variazione dell’1% del prezzo mondiale causava una variazione (dello stesso segno) dello 0,4% del prezzo europeo. Dopo la riforma tale percentuale è salita allo 0,8%, indicando un elevato livello di trasmissione. Contestualmente, i costi di transazione si sono ridotti considerevolmente. Il forte aumento dell’Etp potrebbe essere attribuito alla decisione da parte dell’Italia, maggior produttore di grano duro dell’UE (il prezzo medio europeo, essendo una media ponderata sui volumi prodotti, riflette in modo particolare il prezzo italiano) di disaccoppiare totalmente e fin da sùbito i pagamenti dalla produzione.
La riforma Fischler ha avuto un effetto positivo sul livello di trasmissione dei prezzi anche nel caso del mais. Le quotazioni mondiali ed europee mostrano un certo grado di co-movimento anche prima della riforma, quando l’Etp era pari a 0,4 per poi però aumentare fino ad 1 dopo il 2007. Anche i costi di transazione sono diminuiti, anche se non si sono ridotti a zero.
L’Etp dell’orzo foraggero è passata dall’essere praticamente nulla nel periodo pre-riforma a 0,8 dopo il 2007, mentre i costi di transazione si sono annullati. Anche qui, quindi, il cambiamento di politica sembra aver migliorato il livello di integrazione tra il mercato interno e quello mondiale.
Il caso del burro è tuttavia quello più emblematico. Prima della riforma, il mercato europeo era completamente isolato da quello mondiale: il grado di trasmissione dei prezzi era pari a zero. Dopo il 2007, con la riduzione delle misure protezionistiche, si è passati a un’Etp di circa 0,5. I costi di transazione sono diminuiti in maniera considerevole, di circa un terzo, rimanendo comunque abbastanza consistenti, a causa forse della notevole distanza tra i due mercati e dalla mancanza di pratiche commerciali consolidate.
La fine dell’isolamento del mercato europeo del burro da quello mondiale è confermato dalla crescente attenzione che gli operatori del settore lattiero-caseario hanno iniziato ad avere nei confronti dei prezzi mondiali, cosa che fino a poco meno di un decennio fa non accadeva.

Conclusioni

Questo lavoro ha misurato l’effetto della riforma Fischler sull’elasticità di trasmissione dei prezzi (Etp) tra il mercato mondiale e quello europeo. L’Etp misura il grado di trasmissione dei prezzi da un mercato all’altro e può variare tra 0 (isolamento) e 1 (trasmissione perfetta).
Prima del 2007 l’Etp era nulla nel caso del grano tenero, dell’orzo foraggero e del burro. In tutti e tre i casi, dopo la riforma, il grado di trasmissione dei prezzi dal mercato mondiale a quello interno è aumentato. Nel caso del grano duro e del mais, i risultati suggeriscono come anche prima della riforma ci fosse un certo grado di integrazione tra il mercato mondiale e quello europeo, ma anche che, dopo la riforma, questo sia comunque aumentato.
Sebbene i risultati sembrino supportare la tesi che la riforma Fischler abbia aumentato il livello di integrazione tra il mercato mondiale e quello europeo, anche altri fattori possono aver giocato un ruolo in tal senso e modificato le relazioni di lungo periodo tra i vari mercati. Il forte aumento della produzione di biocarburanti negli Stati Uniti ha gonfiato la domanda di mais ed esercitato una pressione verso l’alto sui prezzi, in maniera più o meno diretta (effetto sostituzione), di molte materie prime agricole. Altri elementi rilevanti sono costituiti dalla crescente presenza degli operatori finanziari sui mercati agricoli, dal basso livello delle scorte e dalla maggior frequenza di fenomeni meteo estremi. L’entrata in vigore della riforma Fischler è avvenuta appena prima dello scoppio della bolla dei prezzi agricoli del 2007-08, la quale può aver rappresentato a sua volta un break strutturale nelle relazioni tra i prezzi a livello internazionale. In altre parole, si potrebbe pensare che la variazione dell’Etp dopo il 2007 sia dovuta alla bolla speculativa invece che alla riforma Fischler. Tuttavia, il caso del burro evidenzia come l’effetto della riforma sia stato tutt’altro che trascurabile. Analizzare il mercato del burro consente infatti di “isolare” gli effetti della riforma da quelli, possibili, di altri fattori quali la speculazione o l’aumento della domanda di biocarburanti, che hanno interessato il burro in maniera molto limitata. Poiché infatti il mercato del burro risente solo marginalmente di questi fattori, se ne può dedurre che l’aumento dell’Etp, in questo caso, sia principalmente dovuto al cambiamento di politica a livello comunitario.
Anche nel caso dei cereali, i cui mercati sono stati certamente influenzati da fattori extra-agricoli, il ruolo della riforma probabilmente non è stato marginale e, anzi, può aver amplificato gli effetti degli altri elementi. La conseguenza principale della maggiore integrazione trai mercati agricoli europei e mondiali è la crescente difficoltà da parte di molti operatori a far fronte alle nuove e sempre più forti oscillazioni di prezzo, dalle quali la vecchia Pac poneva al riparo. L’attuale forte volatilità aumenta il grado di incertezza di tutto il settore primario ed esige un cambiamento di mentalità da parte degli operatori, oggi come non mai chiamati a comportarsi come veri e propri imprenditori.

Riferimenti bibliografici

  • Baffes J. (1991), Some Further Evidence on the Law of One Price: The Law of One Price Still Holds. American Journal of Agricultural Economics. Volume 73, n° 4 (novembre 1991), pp. 1264-1273

  • Chow G. C. (1960), Tests of Equality between Sets of Coefficients in Two Linear Regressions. Econometrica, Vol. 28, 3, Giugno 1960

  • Conforti P. (2004), Price transmission in selected agricultural markets. Fao Commodity and Trade Policy Research Working Paper No. 7, Marzo 2004

  • Listorti G. (2009), Testing International Price Transmission Under Policy Intervention. An application to the Soft Wheat Market (Vols. PhD Studies Series, volume 6). Ancona: Associazione "Alessandro Bartola" - Studi e ricerche di economia e politca agraria

  • Mankiw N. G. (2001), Macroeconomics, 5th edition. Tsi Graphics

  • Thompson S. R.,  Bohl M. T. (1999), International Wheat Price Transmission and Cap Reform. 1999 Aaea Annual Meeting

  • 1. La questione è anche che nel caso del grano duro il ruolo di importatore quasi esclusivo dell’Italia fa sì che il prezzo mondiale sia quello di importazione italiano e non quello di esportazione canadese. Il Canada è un grande esportatore ma l’Italia è un ancora più grande importatore.La questione è anche che nel caso del grano duro il ruolo di importatore quasi esclusivo dell’Italia fa sì che il prezzo mondiale sia quello di importazione italiano e non quello di esportazione canadese. Il Canada è un grande esportatore ma l’Italia è un ancora più grande importatore.
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