Tra il 15 ed il 17 dicembre 2011 si è tenuta a Ginevra l’ottava Conferenza Ministeriale del WTO. Si tratta dell’organo decisionale dell’organizzazione, che si riunisce solitamente ogni due anni [link WTO]. Questa volta era ben chiaro che non si sarebbe trattato di un appuntamento negoziale (vedi Finestra sul WTO dicembre 2011): e infatti, le aspettative sono state pienamente confermate. Piuttosto, é ormai chiaro che il Doha Round si trova in una situazione di impasse.
Si è chiuso dunque un anno caratterizzato da speranze ancora una volta disattese: come si ricorderà, ad inizio 2011 si era ancora parlato di riuscire ad ottenere le modalities entro aprile, per poi finalizzare i negoziati entro la fine dell’anno (vedi Finestra sul WTO marzo 2011); e poi, della possibilità di un early harvest (letteralmente, raccolta anticipata), ovvero un accordo su un ristretto numero di temi di particolare interesse per i paesi meno avanzati (PMA; in inglese Least Developed Countries, LDC; link alla Finestra sul WTO settembre 2011)). Entrambe le ipotesi sono saltate.
La Conferenza di Ginevra sarà tuttavia ricordata soprattutto per l’ingresso nel WTO della Russia, la più grande economia a non farne ancora parte (vedi Finestra sul WTO dicembre 2011), e per la firma da parte di 42 paesi membri dell’accordo plurilaterale per la liberalizzazione degli appalti pubblici (in inglese, Agreement on Government Procurement, GPA). Nella Ministeriale di dicembre hanno inoltre fatto il loro ingresso nel Wto anche Montenegro, Samoa e Vanuatu: il WTO raggiunge così quota 153 membri.
Durante la Conferenza, molti Paesi hanno ripetuto il loro impegno a non implementare nuove misure protezioniste, e a non imporre restrizioni all’esportazione sul cibo destinato a scopi umanitari; tuttavia, non è stato purtroppo possibile trovare nessun accordo per giungere ad un testo comune.
Lo scorso fine gennaio, come tradizione, una ventina di ministri del commercio dei Paesi membri del WTO si sono incontrati a margine del World Economic Forum di Davos, tradizionale occasione di discussione informale sui progressi del Doha Round. Tuttavia, come del resto era ampiamente atteso, non ci sono state novità rispetto alla riunione ministeriale di dicembre.
Il Commissario europeo al commercio estero, Karel de Gucht, ha fortemente ribadito la necessità di rafforzare il sistema multilaterale, poiché vi è in gioco la stessa credibilità del WTO. In assenza di progresso nelle trattative multilaterali, David Cameron, primo ministro del Regno Unito, il cancelliere tedesco Angela Merkel e Ron Kirk, rappresentante statunitense al commercio estero, hanno invece fatto pressione per concludere accordi di libero scambio bilaterali [link ICTSD].
Pascal Lamy ha affermato che, considerando le tensioni politiche interne generate dall’attuale situazione di crisi, la cooperazione internazionale a livello globale in aree quali il commercio, il cambiamento climatico, la coordinazione macroeconomica attraversa un momento difficile, per cui in tempi rapidi non ci si possono aspettare progressi decisivi [link WTO].
Dopo dieci anni di trattative, sembra finita l’epoca dei grandi proclami. Il 2012 non è stato proposto, a differenza dei precedenti, come l’anno per la chiusura del Doha Round, ed è chiaro che le aspettative sono fortemente ridimensionate. Non si attendono, dunque, che piccoli progressi. In proposito, l’UE ha segnalato di voler andare avanti sul pacchetto per i paesi meno avanzati (PMA; in inglese Least Developed Countries, LDC).
Lamy ha ripetuto che il 2012 non deve e non può essere un anno sprecato; ma manca l’energia politica necessaria per giungere ad un compromesso. Resta da vedere se si potranno comunque fare alcuni passi avanti nel tentativo di sbloccare i negoziati.
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