La politica agricola europea. Storia e analisi
La nuova disciplina relativa ai pagamenti diretti che, come già detto si avvia operativamente con un anno di ritardo il 1° gennaio 2015, introduce innanzitutto alcune regole generali. Queste riguardano specificatamente la fissazione di una soglia di pagamento minima e l’istituto dell’“agricoltore attivo”. Il requisito minimo, sotto il quale non si procede al pagamento per importi particolarmente ridotti, mira a snellire il carico burocratico e a ridurre i costi ad esso connessi. La regola generale che viene introdotta fissa un limite fisico (un ettaro) o, in alternativa, finanziario (100 euro). Ma questo limite è flessibile e ogni SM può adattarlo alle sue specifiche condizioni. L’Italia, che già preventivamente aveva adottato il limite di 100 euro, avrebbe fissato il minimo a 250 euro per i due anni 2015 e 2016 e a 300 euro per quelli successivi. L’effetto, in termini di riduzione delle pratiche relative ai pagamenti diretti, sarebbe stato notevole perché nel 2013 i beneficiari per cifre inferiori a 250 euro erano in Italia 232.582 (il 19,6% del totale) ai quali si aggiungevano altri 61.568 (5,2%) tra 250 e 300 euro. Di fatto quindi l’imposizione del pagamento minimo avrebbe escluso dai pagamenti diretti quasi un percettore su quattro [continua a leggere]