Un progetto di investimento agricolo: l’olio di palma nella Repubblica del Congo

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Un progetto di investimento agricolo: l’olio di palma nella Repubblica del Congo

Premessa

Compito di questo articolo è presentare alcuni primi risultati relativi ad uno studio concernente la valutazione dell’impatto socio-economico derivante dalla attuazione, in via sperimentale, di un progetto di investimento agricolo nell’economia africana della Repubblica del Congo (Bonfiglio, Esposti, 2011)1.
L’idea progettuale consiste nella coltivazione di palme da olio in aree selezionate e non forestate della Repubblica del Congo. L'olio estratto dalle palme sarà utilizzato sia per fini alimentari che per la produzione di bio-diesel, contribuendo così a ridurre la forte dipendenza del paese dalle importazioni di olio vegetale. La produzione annua prevista è di 250 mila tonnellate di bio-diesel, per un investimento complessivo di 800-900 milioni di euro, da spendersi nell’arco di un decennio.
Prima dell’avvio dell'intero progetto, è prevista l’attuazione di un progetto sperimentale da implementare in una zona più circoscritta, con lo scopo di verificare la fattibilità del progetto complessivo e ottenere informazioni utili per migliorarne l'efficacia. La fattibilità è misurata anche in relazione agli effetti socio-economici che ne potrebbero discendere.
Obiettivo dello studio è quindi esaminare le possibili ripercussioni, a livello economico e sociale, derivanti dalla realizzazione del progetto pilota, con il fine di estenderne i metodi e i risultati. L'analisi di valutazione è stata compiuta attraverso la costruzione e l’applicazione di un modello multiregionale I-O della Repubblica del Congo, il quale, a conoscenza degli autori, rappresenta un primo tentativo di descrizione e analisi della struttura economica della Repubblica del Congo mediante l’utilizzo di questo tipo di metodologie.
Nel prosieguo di questo articolo saranno brevemente forniti una descrizione dell’area oggetto dello studio, alcuni risultati preliminari derivanti dall’applicazione del modello I-O e, infine, alcune considerazioni di sintesi.

Il caso di studio

L’area obiettivo del progetto è situata nella Repubblica africana del Congo (nota anche come Congo-Brazzaville), ex-colonia francese situata nella parte centro-occidentale dell’Africa sub-sahariana. Nel 2009 la popolazione ammontava a 3,7 milioni di abitanti, di cui circa il 97% con una età al di sotto dei 65 anni. L’85% vive in poche aree urbane, in particolare a Brazzaville o Pointe-Noire, o in una delle piccole città o villaggi situati nei pressi della rete ferroviaria che collega le due città, il che fa della Repubblica del Congo uno dei paesi africani più urbanizzati. Nelle zone rurali, invece, le attività industriali e commerciali hanno conosciuto un rapido declino negli ultimi anni, contribuendo ad aumentare la dipendenza delle economie rurali dal sostegno pubblico. Il paese presenta inoltre gravi deficit infrastrutturali e non vanta alcuna tradizione agricola nonostante le favorevoli condizioni ambientali. La sua economia si fonda sull'agricoltura di villaggio, l'artigianato, un settore industriale basato in gran parte sul petrolio, e un governo caratterizzato da notevoli problemi di bilancio ed esuberi. Nel 2009, il PIL è stato di circa 9,6 miliardi di $ statunitensi, equivalenti a 2.600 $ pro capite. L’estrazione di petrolio ha soppiantato nel tempo l’attività forestale divenendo il settore principale dell'economia, con il 65% del PIL, l'85% delle entrate pubbliche e il 92% delle esportazioni.
Il progetto pilota consiste nell’implementazione di due unità dimostrative (o moduli), ciascuna delle quali sarà composta da:

  • 2.500 ettari di coltivazione di olio vegetale di palma, pari a 357.500 palme;
  • vivai per circa 70 ettari (2 pre-vivai, 68 vivai principali);
  • impianti per il pompaggio e la distribuzione di acqua per l’irrigazione delle colture;
  • un centro agro-industriale per l'estrazione, la trasformazione e il confezionamento dell’olio di palma e dei suoi derivati. Il centro sarà dotato inoltre di un magazzino di stoccaggio per materie prime, prodotti chimici e prodotti finiti da destinare ai mercati sia nazionali sia continentali;
  • una unità per la produzione di energia elettrica derivante dal riutilizzo di biomassa e acque di scarico e tesa al soddisfacimento del fabbisogno energetico delle unità modulari;
  • mezzi di trasporto dei prodotti e delle materie prime e mezzi operativi per la produzione agricola.

I due moduli saranno realizzati rispettivamente nella regione Niari (modulo Niari) e nella regione Pool (modulo Pool) della Repubblica del Congo (Figura 1). Queste due regioni condividono alcune caratteristiche generali. In primo luogo, a causa di uno sviluppo molto limitato caratterizzato dalla concentrazione delle attività industriali e terziarie nelle aree urbane, l'agricoltura conserva il suo ruolo di attività prevalente, fondata su produzioni di sussistenza. In secondo luogo, la dotazione di infrastrutture risulta particolarmente scarsa. Tuttavia, rispetto alle altre regioni interne del Paese, la vicinanza al mare e alla capitale, e pertanto al cuore dell’economia nazionale, consente loro di godere di maggiori opportunità di crescita.
Data la distanza dai centri abitati, i moduli saranno inoltre dotati di strutture ed edifici volti a garantirne una corretta gestione e funzionamento, quali ad esempio: depositi per macchinari e strumentazioni, laboratori, magazzini, mense, uffici, infermeria, edifici civili e una struttura dedicata ai corsi di formazione e allo svolgimento di seminari. Sarà inoltre garantita un’adeguata circolazione interna e migliorato l'accesso alle strade principali.
Si prevede che i due moduli dimostrativi entrino in produzione a partire dal quarto anno dalla fase di avvio, raggiungendo il livello di pieno regime all'ottavo anno, per una produzione di 7.500 (Modulo Pool) e 12.500 tonnellate di olio di palma (Modulo Niari) e una vita utile stimata nell’ordine di 20-22 anni. L’investimento complessivo per la messa in esecuzione dei due moduli ammonta a quasi 43 milioni di $, di cui il 27% destinato alla realizzazione di edifici e strade mentre il 73% è rivolto all’acquisto di macchinari e mezzi di trasporto. Il 36% dell’investimento è impiegato per la costruzione e la messa in funzione del modulo Pool mentre il 64% è utilizzato per la realizzazione del modulo Niari, il quale, localizzandosi in un’area avente condizioni ambientali meno favorevoli, necessita di investimenti aggiuntivi per la realizzazione di un sistema di irrigazione.

La modellizzazione degli impatti

Come già richiamato, la quantificazione degli effetti è avvenuta applicando un modello I-O multiregionale (Miller e Blair, 2009). Si tratta di un modello di equilibrio generale guidato dalla domanda, con 3 regioni (Niari, Pool, resto del paese), 18 settori produttivi ed un settore delle famiglie. Il modello è stato derivato tramite un uso integrato di diverse tecniche quantitative di programmazione non lineare e l’inserimento di tutti i dati ufficiali pubblicamente disponibili, allo scopo di accrescerne l’affidabilità complessiva. L’impiego di questa metodologia è finalizzato a valutare gli impatti complessivi a livello di intera economia in termini di valore aggiunto (reddito delle famiglie, profitti e risparmi, tasse) e occupazione. Il modello è in grado di misurare diversi tipi di impatti:

  • ­effetti diretti connessi al progetto;
  • ­effetti indiretti derivanti dai legami intersettoriali coinvolti nella fornitura di input;
  • ­effetti indotti che discendono dai legami fra il settore delle famiglie e quelli produttivi, i quali si scambiano reddito da lavoro per beni e servizi;
  • ­ed effetti spaziali prodotti dalle interrelazioni settoriali fra le regioni analizzate.

Prerogativa del modello è consentire un’analisi di questi effetti sia nella loro complessità sia disaggregati per tipologia e attribuzione settoriale e territoriale.
Nell’ambito dell’impianto metodologico, i moduli previsti dal progetto sono stati modellati come nuovi settori all’interno delle rispettive regioni, il cui ingresso nell’economia coincide con l’avvio del processo produttivo. Al fine di valutarne gli impatti, le attività connesse al progetto (acquisti di input, produzione di olio di palma destinato al consumo, costruzione di edifici, strade, investimenti in macchinari, piantagioni, attrezzature, mezzi di trasporto) sono state tradotte in variazioni di domanda finale2. A questo scopo, lo studio ha richiesto la disponibilità di dati dettagliati di bilancio e la necessità di associare le singole poste ai settori I-O. Le attività analizzate sono sia quelle preliminari, antecedenti all’avvio operativo dei moduli, sia le attività successive collegate al processo di produzione. Ed è questa una delle peculiarità dell’analisi che la contraddistinguono da altri studi similari, i quali presuppongono invece l’esistenza e l’operatività dei settori oggetto di indagine. Relativamente alla realtà africana, si vedano per esempio: Bureau for Economic Research and Quantec Research for the South African Breweries Ltd. (2008), Kapstein et al., (2009), Econex and Quantec Research for the South African Breweries Ltd. (2010).

I risultati

Questa sezione riporta una selezione degli impatti stimati derivanti dalla realizzazione dei due moduli dimostrativi su un periodo complessivo di otto anni, corrispondente al periodo che intercorre dall’avvio del progetto al raggiungimento del livello di piena produzione. Sono quindi omessi, per ragioni di spazio, i risultati relativi ai singoli moduli e alla fase successiva di piena operatività.
I risultati3 rivelano che la realizzazione del progetto pilota comporterebbe la creazione di 88,5 milioni di $ di valore aggiunto, equivalenti ad un incremento annuo di 11 milioni di $ e ad una variazione dell’1,2% rispetto al valore aggiunto nazionale del 20074 (Tabella 1). Di questi, il 50% proviene da effetti diretti, il 27% afferisce a quelli indiretti mentre il 23% discende dagli effetti indotti. Ciascuna componente di valore aggiunto rivela una analoga distribuzione. In altre parole, gli effetti diretti e i restanti effetti prodotti dai legami settoriali e dalle relazioni con il settore delle famiglie, ammontano rispettivamente alla metà dell'impatto complessivo. Delle tre componenti esaminate, prevalgono i profitti ed i risparmi con un ammontare di 43,6 milioni di $, equivalenti ad un importo annuo di 5,4 milioni di $ e ad un incremento del 1,1% rispetto al 2007.

Figura 1 - Le regioni interessate dal progetto pilota, Repubblica del Congo

Tabella 1 - Impatti ottonnali prodotti dal progetto pilota, Repubblica del Congo

* Calcolata su un periodo di 8 anni
** La variazione dell’occupazione si riferisce alla media
Fonte: nostra elaborazione su dati committente

In termini reddituali, il contributo fornito dal progetto è misurabile in termini di pagamento di salari e stipendi sia ai lavoratori direttamente coinvolti sia alle unità attivate dai legami intersettoriali e dalle scelte di consumo delle famiglie. L'impatto complessivo ammonta a 27,8 milioni di $, pari a 3,4 milioni di $ annui e ad una crescita dell’1,3% in confronto al 2007.
Un ulteriore contributo proviene dalle imposte che saranno versate sui redditi prodotti, quantificate in 15,3 milioni di $ e corrispondenti ad un incremento medio annuo di 3,4 milioni di $ e ad un aumento dell’1,3%.
Dal punto di vista occupazionale, il progetto pilota implica l’impiego diretto di oltre 2 mila unità di lavoro nell’arco di 8 anni, pari a 262 unità lavorative annue. Ad esse, attraverso gli acquisti di input e la spesa aggiuntiva dei lavoratori salariati in beni e servizi, si aggiungono le unità create indirettamente. Le unità addizionali sono 1.224 (di cui 659 dovute agli effetti indiretti e 565 legate agli effetti indotti), equivalenti mediamente a 153 unità. L’impatto totale è quindi di circa 3,3 mila unità di lavoro. Di queste, il 63% deriva da effetti diretti, mentre il restante 37% è il risultato di effetti indiretti e indotti.
Le unità di lavoro complessivamente generate nondevono essere però confuse con la creazione di nuovi posti di lavoro. In considerazione del fatto che le unità impiegate oscillano durante la fase di realizzazione, una stima dell’occupazione creata è stata ottenuta calcolando la media annuale di unità di lavoro prodotte, che ammonta a 415 persone. In rapporto all'occupazione esistente nel 2007, il progetto induce quindi un lieve aumento dello 0,3%.
Rapportando gli impatti complessivi alla variazione di domanda finale, si derivano i moltiplicatori del progetto, misure sintetiche degli effetti generati dal progetto nell'economia, che quantificano il livello al quale un dollaro derivante dalla spesa complessiva in investimenti, acquisto di input e consumo finale si trasforma in benefici economici e sociali.
L’utilità di questi indici risiede nel loro utilizzo da parte dei responsabili di politica per valutare la convenienza a livello di economia-paese di progetti alternativi aventi caratteristiche simili. Nel caso specifico, emerge che per ogni 100 $ spesi, la realizzazione del progetto produce 31 $ di reddito familiare, 49 $ di profitti e risparmi, 17 $ di tasse e circa quattro unità di lavoro.
Dall’analisi della distribuzione settoriale dell’impatto è emerso come una parte consistente degli impatti tenda, prevedibilmente, a concentrarsi all’interno del nuovo settore associato al progetto (35% in termini di valore aggiunto, 60% a livello occupazionale). Gli altri settori maggiormente interessati in termini di valore aggiunto sono, in particolare, quello estrattivo (22%), coerentemente con l’importanza che questo settore riveste all'interno dell'economia, e i settori principalmente coinvolti nella fase di attuazione del progetto, come il settore delle costruzioni (10%) e dei macchinari (6%). Sotto il profilo occupazionale, oltre al nuovo settore, beneficiano di effetti significativi anche alcuni dei settori terziari, specificatamente quello finanziario (15%).
Sebbene il progetto sia circoscritto a due sole realtà regionali, l'esistenza di legami interregionali con il resto del paese comporta una fuoriuscita di parte degli effetti dalle regioni direttamente coinvolte. L’analisi spaziale ha evidenziato come circa il 70% del valore aggiunto creato e l’80% dell’occupazione siano trattenuti localmente, mentre i restanti 30 e 20% si disperdano all’esterno, rimarcando per questo l’importanza di analisi che siano in grado di catturare la dimensione spaziale.

Alcune riflessioni conclusive

I risultati che discendono da questo studio suggeriscono come il progetto possa produrre effetti economici rilevanti nella Repubblica del Congo e significativamente superiori rispetto all'impatto iniziale derivante dall’investimento stesso, per via dell’esistenza e della capacità dei legami settoriali e spaziali di moltiplicare gli effetti diretti. In particolare, è emerso come l’impatto complessivo del progetto in termini di valore aggiunto si duplichi in relazione ai corrispondenti impatti iniziali, mentre l'effetto moltiplicativo occupazionale ammonti a 1,6, a significare che per ogni unità di lavoro direttamente generata dal progetto, oltre una ulteriore metà è il risultato di interscambi settoriali e territoriali. Alla luce di queste stime, e considerando che il progetto pilota rappresenta appena il 5% di quello complessivo in termini di investimenti, si prevede quindi che gli impatti derivanti dall’esecuzione dell’intero progetto potrebbero essere notevolmente maggiori.
Da un punto di vista metodologico, un contributo di rilievo è indentificatile nell’applicazione di un approccio quantitativo volto ad analizzare, ai fini di una valutazione complessiva e generale, e diversamente da altri studi aventi analoghe finalità, una pluralità di effetti, in termini sia tipologici sia temporali interessando tutte le diverse fasi di realizzazione del progetto, da quella preliminare di implementazione a quella di piena operatività.
Un ulteriore risultato è la derivazione di un modello I-O multiregionale che può essere utilmente impiegato da responsabili di politica e analisti I-O per valutare l'impatto complessivo (tenendo conto dei legami settoriali e spaziali) nella Repubblica del Congo derivante da singoli progetti, strategie generali o shock di vario genere. Questo risultato è ancora più rilevante se si considera che il modello I-O è stato costruito in un contesto di scarsità di dati, utilizzando tecniche validate di approssimazione indiretta.
Le stime prodotte e le considerazioni su di esse basate risultano ovviamente condizionate dalle limitazioni del modello e dalla qualità dei dati utilizzati e devono quindi essere considerate con la dovuta cautela. Una di queste limitazioni è, per esempio, assumere che i prezzi rimangano costanti in tutto il periodo esaminato. Sebbene una tale ipotesi sia sostenuta dalla constatazione che l’impatto a livello di mercato possa essere trascurabile a causa della dimensione limitata del progetto pilota, resta pur vero che, per alcuni mercati specifici, nel medio-lungo periodo e nel momento in cui l'intero progetto verrà realizzato, gli effetti sui prezzi potrebbero essere significativi; in particolare, sul prezzo degli oli vegetali che potrebbe subire una diminuzione anche marcata.
I risultati possono essere ulteriormente migliorati attraverso alcuni possibili sviluppi futuri. In primo luogo, un primo obiettivo potrebbe essere quello di reperire dati di qualità e in quantità superiori, e costruire tavole I-O (nazionali e regionali) ad un livello di disaggregazione più ampio. In secondo luogo, in considerazione della rilevanza della variabile temporale nel progetto, l'analisi potrebbe essere perfezionata adottando un modello I-O dinamico e preferibilmente a coefficienti I-O variabili. Tuttavia, modelli di questo tipo e, in generale, modelli più sofisticati, quali i modelli computazionali di equilibrio generale basati sull’utilizzo di matrici di contabilità sociale, risultano particolarmente esigenti da un punto di vista quantitativo, rivelandosi pertanto inadatti in contesti caratterizzati da scarsa disponibilità di dati.

Riferimenti bibliografici

  • Bonfiglio A., Esposti R. (2011), “Assessing the Economic Impact of an Agricultural Project in a Petroleum-Exporting Country. The Case of Palm Oil in the Republic of Congo”. Paper presentato in occasione del XIIIth congresso EAAE “Change and Uncertainty Challenges for Agriculture, Food and Natural Resources”, Zurigo, Svizzera, 30 agosto – 2 Settembre 2011

  • Miller, R.E. e Blair, P.D., 2009, Input-Output Analysis. Foundations and Extensions. Cambridge University Press

  • Bureau for Economic Research (BER) e Quantec Research for The South African Breweries Ltd. (2008), The contribution of the South African Breweries Limited to the South African economy, report available at [link]

  • Kapstein E.B., Kim R. e Ruster W. (2009), The socio-economic impact of Nile breweries in Uganda and Cervecería Hondureña in Honduras, Report available at [link]

  • Econex and Quantec Research for the South African Breweries Ltd. (2010), Working for South Africa. The contribution of SAB to the South African Economy, report available at [link]

  • 1. Il progetto è diretto da una multinazionale petrolifera che ha commissionato il presente studio. I risultati qui presentati si basano sulle informazioni e sui dati forniti dal committente.
  • 2. L’analisi di impatto riguarda gli effetti prodotti localmente e circoscritti al territorio nazionale. A questo fine, sono stati presi considerazione solo gli acquisti di prodotti realizzati localmente, escludendo dall’analisi le importazioni di macchine e attrezzature che producono effetti positivi nei paesi di provenienza dei beni importati. Inoltre si è supposto che la produzione di olio di palma sia destinata interamente al consumo interno e non venga quindi esportata. Questa ipotesi, tuttavia, non altera i risultati, in quanto, nell’ambito della metodologia I-O, gli effetti di un aumento di consumo e quelli derivanti dalle esportazioni producono gli stessi impatti in termini di produzione all’interno dell’economia.
  • 3. Allo scopo di valutare l’affidabilità della tavola I-O indirettamente derivata su cui è basato il modello multiregionale e quindi i risultati ad essa associati, è stata condotta una analisi di sensibilità utilizzando come base di partenza una tavola I-O del 2001 della Repubblica democratica del Congo, estratta dal database africano GTAP (gestito dal Centro per l’analisi del commercio mondiale presso l’università di Purdue, Indiana, USA). Lo scopo di questa analisi è misurare il livello di robustezza del modello, valutando il grado di difformità dei risultati associati a paesi aventi caratteristiche molto diverse tra loro seppure confinanti. L’analisi ha evidenziato come i risultati, nonostante divergano per la diversa struttura dei due paesi, mostrino differenze accettabili (con discrepanze del 25 e 36% in termini, rispettivamente, di valore aggiunto ed occupazione), fornendo pertanto un segnale di affidabilità complessiva.
  • 4. La tavola I-O su cui poggia il modello multiregionale della Repubblica del Congo, e conseguentemente i relativi prezzi, risalgono al 2007, anno cui fanno riferimento le informazioni statistiche ufficiali più recenti e disponibili al momento in cui lo studio è stato realizzato. Queste informazioni sono state impiegate per migliorare l’affidabilità complessiva della tavola I-O e stimare gli impatti sugli aggregati macroeconomici in termini di variazioni percentuali.
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