Migrazioni inverse: dalla città alla campagna. Il caso spagnolo dell'Alpujarra Granadina

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Migrazioni inverse: dalla città alla campagna. Il caso spagnolo dell'Alpujarra Granadina

Introduzione

Negli ultimi decenni molte aree classificate come Zone Svantaggiate europee hanno vissuto profondi cambiamenti demografici dovuti tanto alle migrazioni di massa dalle zone rurali alle città, il cosiddetto “esodo agrícolo”, che comincia durante la  Rivoluzione Industriale,  come a fenomeni inversi, i cosiddetti movimenti di “ritorno alla terra” che in Francia – e in generale in tutta Europa – iniziano dopo il Maggio del 1968.
In Spagna questi fenomeni migratori “inversi” cominciano a manifestarsi alla fine degli anni settanta e inizio degli anni ottanta, tenendo come protagonisti diversi gruppi di individui come quello costituito dal movimento hippy, fondato sull’ idea di costruire una nuova società non più basata sul capitale e la generazione di ricchezza, o il movimento ecologista.
Più recentemente questi fenomeni hanno sperimentato dei cambiamenti potendosi trovare nella letteratura diverse categorie di nuovi residenti di zone rurali (Ibargüen et al., 2004; Pérez et al., 2009). Possiamo menzionare per esempio gli immigrati in cerca di occupazione in agricoltura, pensionati che decidono di godersi una vita tranquilla e con ritmi lenti o immigrati di ritorno, individui che per esigenze professionali si trasferiscono in questi luoghi.
Negli ultimi anni stanno sorgendo nuove correnti di migrazioni dalla cittá al campo tra le quali distaccano le “amenity migrations” (migrazioni dell’amenità) (Gober e Zonn, 1983; Moss, 2006; Glorioso e Moss, 2007), il movimento “simple life style” (movimento stile di vita semplice) (Luhrs J., 1997), il movimento per la “voluntary simplicity” (semplicità volontaria) (Elgin, 1998), e il “slow movement” (movimento lento) (Honoré, 2005). Questi nuovi migranti condividono la ricerca di una qualità della vita da loro ritenuta superiore e una vita più tranquilla con ritmi meno frenetici.
L’ obiettivo principale di questo studio é l’ esplorazione del fenomeno di insediamento di nuovi residenti stranieri nella regione dell’Alpujarra granadina, situata nel sud-est spagnolo, e le loro interazioni con la società locale. In particolare lo studio si centra su una categoria di nuovi arrivati la cui principale motivazione per stabilirsi in una zona rurale é il desiderio di iniziare una nuova vita lontano dai ritmi frenetici e dallo stress della città, potendosi assimilare queste migrazioni alle nuove correnti migratorie (amenity migrations, simple life style, voluntary simplicity, slow movement). Seguendo la definizione data da Ibargüen et al. (2004), abbiamo denominato questo gruppo di nuovi residenti “Neorurali”.

Nota metodologica

La metodologia utilizzata è stata di tipo qualitativo attraverso la conduzione di 19 interviste semistrutturate a neorurali stranieri in quattro municipi della comarca con la maggiore presenza percentuale di stranieri sui residenti: Cádiar, Cáñar, Lanjarón e Orgiva. Oltre alle interviste ai neorurali, si sono raccolte numerose interviste informali con attori chiave e con residenti del luogo con l’obiettivo di identificare le diverse categorie di neorrurali stranieri presenti nella zona, e nello stesso tempo comprendere meglio le varie problematiche dei diversi immigranti stranieri che vivono nell’ Alpujarra.
La ricerca di cui di seguito si riportano i principali risultati, è stata realizzata nel 2010 all’interno del progetto “Ciudad versus campo: el papel de los neorrurales en el desarrollo rural sostenible de áreas marginales del sudeste español” (Città contro campagna: il ruolo dei neorurali nello sviluppo sostenibile delle aree marginali del sud-est spagnolo) finanziato dal Centro Studi sullo spopolamento delle aree rurali (CEDDAR) di Saragoza (Spagna). Il progetto prevede vari obiettivi uno dei quali é oggetto di quest’ articolo.

Cambiamenti nella struttura socio-demografica dell’ Alpujarra granadina

La Alpujarra granadina, situata nell’Andalusia sud-orientale (Spagna), nella provincia di Granada, ha una popolazione totale di 24.834 abitanti (SIMA 2008) distribuiti in 25 comuni con una densità abitativa di 21,78 ab/kmq. La sua organizzazione urbanistica e il sistema rurale sono il risultato di secoli di storia ancora attualmente visibili. I terrazzamenti e l’intricato sistema irriguo sono infatti l’eredità dei mori che fecero dell’Alpujarra il loro ultimo rifugio prima della loro definitiva sconfitta da parte dei Re Cattolici durante il 1614. Il susseguirsi delle vicende demografiche e il ripopolamento da parte di abitanti che per lo più venivano dalle pianure del Nord della Spagna, furono i responsabili del particolare sistema di coltivazioni che è riscontrabile ancora oggi nella persistenza della policoltura. Le vicende demografiche ancora oggi sono il segnale di contemporanee trasformazioni.
In particolare a partire dagli anni 60’ nell’ Alpujarra é cominciato un forte processo di spopolamento che si é manifestato in maniera più intensa nei municipi con una popolazione compresa tra i 100 ed i 300 abitanti (Figura 1). Nello stesso tempo l’Alpujarra a partire dagli anni 80 é diventata destinazione di nuovi abitanti, prima comunità di hippy che cercano attraverso la vita comunitaria di cambiare la società e più recentemente da neorrurali costituiti da singoli o famiglie che cercano una vita diversa, scandita da ritmi diversi.
Per la maggior parte sono cittadini del Regno Unito (Tabella 1) che hanno deciso di trasferire la propria residenza in questa parte della Spagna, frenando in qualche modo il forte calo demografico che ha caratterizzato la zona nel periodo compreso entro il 1950 e il 2001 (Figura 1), dovuto alla scarsa natalità e alla emigrazione dei residenti nativi.

Figura 1 - Evoluzione della popolazione nell’ Alpujarra Granadina Periodo 1950-2008

Fonte: Elaborazione propria su dati SIMA (2008)

Tabella 1 - Percentuale di stranieri residenti nell’ Alpujarra rispetto alla popolazione totale, saldo migratorio per municipio e principale paese di provenienza. Anno 2008

Fonte: Elaborazione propria su dati SIMA (2008)

Il numero di stranieri nella zona é aumentato in maniera crescente nel periodo compreso tra gli anni 2001 e 2008 passando da 359 a 2.778 individui, con un incremento medio annuale del 18,20% (SIMA, 2008). Nella figura 2 si osserva questa evoluzione in generale e in base alla dimensione dei municipi. Si osserva come l’ incremento é stato piú evidente nei municipi con maggiore popolazione, raggiungendo una media del 19,72% nei municipi di piú di 900 abitanti.

Figura 2 - Evoluzione della popolazione straniera nella comarca dell’ Alpujarra Granadina. 1998-2008

Fonte: Elaborazione propria su dati SIMA (2008)

Nel 2008 il municipio con maggiore presenza di stranieri era Orgiva dove si concentrava quasi il 40% della popolazione straniera dell’Alpujarra Granadina. Da notare che in questo municipio l’ aumento della popolazione straniera é coinciso con la creazione della comunità “El Beneficio” negli anni 80’ alla quale si sono aggiunti stranieri principalmente di paesi europei. Gli altri municipi con maggiore numero di stranieri rispetto alla popolazione totale sono Lanjarón, Cadiar e Cañar, dove le percentuali di stranieri sulla popolazione totale sono di 9.68, 6.41 e 3,85 rispettivamente.

I risultati della ricerca esplorativa: il fenomeno dei neorurali stranieri nell’ Alpujarra granadina

I neorurali intervistati, originari principalmente del Regno Unito, hanno un’età compresa tra i 40 e i 60 anni con un livello di studio medio alto, avendo più della metà completato gli studi universitari. Quasi tutti provengono da zone urbane o comunque da centri limitrofi a grandi città non avendo avuto contatti con il mondo rurale.
Anche se varie sono le motivazioni per il cambio della propria residenza, possiamo affermare che in un modo o in un altro tutti sono stati mossi dalla ricerca di ritmi di vita meno frenetici, che caratterizzano le zone urbane, e dalla ricerca di valori che ritengono essere legati in maniera più specifica al contesto rurale. Dalle parole degli intervistati infatti é evidente il desiderio di dedicare più tempo alla famiglia o alle relazioni sociali, trovando una zona rurale un ambiente favorevole per cominciare una nuova vita marcata da ritmi più lenti. E in particolare la scelta dell’ Andalusia e dell’Alpujarra é stata dettata dal clima, dalla cultura e dall’ospitalità dei suoi abitanti: “Dove vivevo io, in Inghilterra non era un buon posto per i miei figli, non avevo tempo per la mia famiglia, lavoravo tutti i giorni, 6 giorni alla settimana, e mio marito peggio, 7 giorni di giorno e 7 giorni di notte, era un posto dove il tempo per i bambini semplicemente non esisteva. Qui ho molto più tempo, va molto meglio” (Donna, 42 anni).
“In Scozia è più difficile incontrare delle persone, ognuno ha la sua vita, il lavoro e principalmente stanno a casa loro, qui è diverso la gente sta per strada” (Donna, 44 anni).

L’aver scelto l’Alpujarra quale nuovo luogo di residenza é avvenuto nella maggior parte dei casi dopo averci passato un periodo di vacanza, altri ne avevano semplicemente sentito parlare o ne avevano trovato informazioni su internet e avendo preso contatti con agenzie immobiliari del luogo.
Il processo di inserimento nella nuova società in generale é abbastanza lento dovuto non solamente alle difficoltà legate al cambiamento di residenza, ma anche e probabilmente in maniera particolare, alla condizione di stranieri dei neo-rurali.
Infatti, le principali difficoltà sono dovute alla scarsa o nessuna conoscenza della lingua, che é uno dei principali fattori limitanti per trovare un lavoro, per comunicare con la popolazione locale o rappresentanti del governo locale e, infine, per integrarsi nel nuovo contesto economico in cui vivono. Inoltre, le differenze culturali tra i nuovi residenti e la popolazione locale costituisce un ostacolo per l’ avvicinamento con gli abitanti della zona che, logicamente, si vanno attenuando con il tempo. Alcuni degli stranieri, coscienti che il loro stile di vita era molto distante dalle usanze locali, dopo un periodo di osservazione della popolazione locale, cercarono di assimilare queste usanze con il desiderio di integrarsi perfettamente nel municipio.
Se da un lato i nuovi abitanti sono arrivati nell’Alpujarra mossi da una ricerca di una vita rurale e legata ai valori della tradizione, loro stessi hanno portato con se dei cambiamenti nella società Alpujarregna. La maggior parte dimostrano infatti un forte spirito imprenditoriale contribuendo a recuperare attività tradizionali come la falegnameria o attività che consentono la valorizzazione di prodotti locali e che rischiano di scomparire nella regione. I neorurali, nella ricerca di un lavoro, dimostrano di sapersi adattare perfettamente al mercato lavorativo della zona cercando non solamente di colmare le necessità economiche, ma anche di realizzarsi personalmente dedicandosi a attività che gli apportino una soddisfazione personale e nello stesso tempo che gli consentano di disporre di più tempo per la famiglia:
“Io ero molto stressato perché per me l'Inghilterra é troppo popolata, c’ é troppa gente. Però nello stesso tempo avevo l’idea di fare un progetto con cui si poteva dimostrare all’umanità una qualità di vita diversa” (Uomo, 50 anni).

Nello stesso tempo, i nuovi residenti, spesso consapevoli del loro potenziale ruolo all'interno della nuova comunità in cui vivono, in molte occasioni hanno espresso il desiderio di contribuire allo sviluppo socio-economico della zona. Questo desiderio si manifesta con la partecipazione di alcuni di loro nella vita sociale del territorio attraverso il loro coinvolgimento attivo nella vita politica del comune o nella creazione di associazioni che promuovono l'integrazione dei nuovi residenti stranieri, iniziative generalmente intraprese da parte dei pensionati.
Grazie al benessere che acquistano nel nuovo luogo di residenza, la maggior parte dei neorurali non sente la necessità di ritornare al suo paese. Molti affermano che da quando hanno lasciato il suo paese non sono più ritornati e altri in rare occasioni. Solamente gli intervistati con familiari stretti (genitori, figli o nipoti) nel paese d’origine, ritornano periodicamente, in generale un paio di volte all’ anno.

Riflessioni conclusive

Il fenomeno del neoruralismo straniero é una realtá consolidata nella regione dell’Alpujarra. I protagonisti sono individui che condividono l'amore per la natura e il desiderio di raggiungere una calma interiore che può essere trovata solo in un zona rurale, lontano dai ritmi frenetici della città nel suo paese di origine.
Nonostante le difficoltà incontrate durante le prime fasi d'insediamento, i neorurali stranieri sono riusciti ad ambientarsi nell’Alpujarra dimostrando non solamente una forte capacità di adattamento, ma anche la capacità di poter stimolare l’economia della zona, grazie allo spirito imprenditoriale della maggior parte dei nuovi residenti.

Riferimenti bibliografici

  • Elgin D.(1998), Voluntary Simplicity: Toward a Way of Life That Is Outwardly Simple, Inwardly Rich, Harper Collins Publishers, New York

  • Glorioso S. R., Moss L. A. (2007), “Amenity migration to Mountain Regions: Current Knowledge and Strategic Construct for Sustainable Management”, Social Change, n. 37, pp. 137-161

  • Gober P., Zonn L. E (1983), “Kin and elderly amenity migration”, Gerontologist, n. 23, pp. 288-294

  • Honoré C. (2005), Elogio de la lentitud. Un movimiento mundial desafía el culto a la velocidad. Rba Libros, S.A

  • Ibargüen Ripollés J. M., Ibargüen Ripollés S., Kerkhoff R., López Lafuente J.A. (2004), “Neorrurales: Dificultades durante el proceso de asentamiento en el medio rural aragonés. Una visión a través de sus experiencias”. Informes del CEDDAR (Centro de Estudios sobre la Despoblación y Desarrollo de Áreas Rurales) n. 2004-3

  • Luhrs J.(1997) ,The Simple Living Guide: A Sourcebook for Less Stressful, More Joyful Living, Broadway Books, New York

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  • Nogué i Font J. (1988), “El fenó́meno neorrural”, Agricultura y Sociedad, n. 47, pp.145-175

  • Pérez J.A., Sánchez-Oro M., Muñoz O. (2009), “Neorrurales: el proceso de inserción de los nuevos pobladores. El caso de Extremadura”. [link]

  • SIMA (2008), Sistema de Información Multiterritorial de Andalucía. (Vari anni): Instituto de Estadística de Andalucía. Consejería de Economía, Innovación y Ciencia. Junta de Andalucía. Soporte informático. [link]

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