Finestra sulla PAC n.14

Finestra sulla PAC n.14
  Istituto Nazionale di Economia Agraria

In questo scorcio di fine primavera-inizio estate i Paesi dell’Ue sono impegnati a definire le scelte nazionali che discendono dall’approvazione dell’Health check e a stabilirne le modalità di applicazione. Contemporaneamente è ripreso il dibattito “politico” sul futuro della Pac, dopo il Consiglio informale di Annecy del settembre scorso.
Sul fronte interno, la partita si gioca su due tavoli: l’allocazione tra le Regioni delle risorse aggiuntive derivanti dalla modulazione e la definizione dei settori beneficiari, e dei relativi fondi, dell’art. 68. Nel primo caso, le Regioni che maggiormente contribuiscono ai fondi derivanti dalla modulazione aggiuntiva premono per applicare anche a livello nazionale il criterio comunitario, secondo il quale le somme restano nei Paesi, in questo caso le Regioni, in cui sono state prodotte. Nel secondo caso la distribuzione dei fondi tra i diversi settori produttivi implica, evidentemente, una distribuzione territoriale delle risorse, sulla quale alcune Regioni stanno tentando di incidere. Si ricorda che entro il 15 luglio dovranno essere presentati in Commissione Psn e Psr rivisti, mentre sull’art. 68 occorrerà comunicare le decisioni entro il 1° agosto per partire già dal 2010 con l’applicazione.
Sul fronte comunitario, nel Consiglio informale di Brno del 31 maggio-2 giugno i ministri agricoli sono stati chiamati dalla presidenza ceca a rispondere a tre domande con l’intento di verificare l’esistenza di una convergenza sui temi posti all’attenzione dei partecipanti, da sviluppare successivamente in dettaglio. I quesiti sono stati i seguenti:

  • quale ruolo e quale funzione dovrebbero giocare i pagamenti diretti dopo il 2013 rispetto al sostegno al reddito dei produttori, alla fornitura di beni pubblici, ecc.?
  • quale dovrebbe essere la relazione tra i pagamenti diretti e gli altri strumenti esistenti, in particolar modo misure di regolazione dei mercati e misure di sviluppo rurale?
  • quale dovrebbe essere il modo migliore per tenere conto dell’impegno preso dal Consiglio nell’Health check di esaminare attentamente il sistema dei pagamenti diretti per affrontare la questione del differente livello dei pagamenti diretti stessi tra gli Stati membri dopo il 2013?

Nonostante le premesse, non si è trattato di una discussione sul futuro della Pac dopo il 2013, ma piuttosto di un dibattito concentrato sul futuro del primo pilastro. Da una proficua discussione sul futuro della Pac, infatti, dovrebbero emergere gli obiettivi e le priorità della complessiva politica agricola e da questi, solo successivamente, dovrebbero discendere gli strumenti per il loro perseguimento. L’ordine delle questioni andrebbe dunque invertito, prima chiedendo cosa si vuole dalla Pac e, solo dopo, verificando qual è il modo migliore di comportarsi. Con specifico riferimento allo sviluppo rurale, inoltre, è tutta da giocare la partita sulla sua “collocazione”, così come è emerso dalla Conferenza tenutasi a Budapest l’11 e 12 giugno sul tema della povertà e dell’esclusione sociale nelle aree rurali, con la Dg Agri impegnata a difendere il ruolo del secondo pilastro della Pac, e le Dg Regio e Dg Empl ognuna impegnata a dimostrare come gli obiettivi dello sviluppo rurale sarebbero meglio perseguiti se fossero inclusi in una visione meno settoriale e più orizzontale della politica.
Tornando ai risultati del Consiglio informale, con riferimento al primo quesito sembra essere stata metabolizzata l’idea che i pagamenti diretti abbiano bisogno di una giustificazione nei confronti dei contribuenti per il loro mantenimento dopo il 2013. Da questo punto di vista la definizione del loro ruolo è piuttosto variegata; si va dal corrispettivo per la fornitura di beni pubblici – che comprende la salvaguardia della biodiversità, la sicurezza alimentare, la cura del paesaggio e dello spazio rurale –, al sostegno al reddito dei produttori. C’è anche chi chiede la loro progressiva eliminazione. Nel suo discorso conclusivo la Fischer Boel si è mostrata aperta sulle varie opzioni, non precludendo alcuna strada ma sottolineando piuttosto come l’una o l’altra soluzione abbiano bisogno di approfondimento, al di là delle enunciazioni di principio. A questo proposito si può aggiungere che trovare una giustificazione ai pagamenti diretti non è un esercizio di facciata, ma presuppone l’individuazione di una chiara correlazione tra obiettivi e strumenti in grado di reggere all’esame dei portatori di interesse non agricoli che nelle prossime discussioni sul bilancio si batteranno per ridimensionare il peso finanziario della Pac.
Riguardo al secondo quesito, molti paesi hanno espresso l’opinione che i pagamenti diretti non siano discussi separatamente dagli strumenti di regolazione dei mercati e dallo sviluppo rurale. Il Commissario Fischer Boel è andato oltre affermando che la relazione tra gli strumenti è inestricabilmente legata al ruolo affidato ai pagamenti diretti e, quindi, se non si esplicita il primo aspetto, non può essere affrontato il secondo. In particolare, affidare ai pagamenti diretti la funzione di corrispettivo per la fornitura di beni pubblici comporterebbe, da un lato, la necessità di ripensare al secondo pilastro per definirne esattamente il ruolo; dall’altro, la necessità di pensare a degli strumenti in grado di svolgere un ruolo di sostegno del reddito dei produttori. Infine, relativamente al terzo quesito, tutti i Paesi hanno convenuto che l’attuale allocazione degli aiuti tra i beneficiari non è più sostenibile, soprattutto quella basata sul periodo di riferimento 2000-2002. Meno convergenza si è registrata su come potrebbe essere migliorata la distribuzione tra gli agricoltori e su quale dovrebbe essere il riferimento comune (terra, lavoro, costo dei fattori) in base al quale fissare gli aiuti. A questo proposito occorre fare due considerazioni. La prima è che anche in questo caso, affrontare la questione del differente livello degli aiuti tra Paesi (e, occorrerebbe aggiungere, tra territori all’interno dei Paesi) non ha senso se prima non si decide qual è il ruolo dei pagamenti diretti. Se essi dovessero servire come compensazione per la fornitura di beni pubblici allora andrebbero elargiti selettivamente (a chi produce effettivamente beni pubblici) e commisurati al costo del servizio reso; se dovessero essere considerati una forma di sostegno al reddito, probabilmente dovrebbero essere differenziati per “grado di bisogno”. La seconda considerazione è che la scelta del criterio al quale legare l’aiuto forfetario ha importanti implicazioni redistributive che andrebbero vagliate con molta cautela, soprattutto dall’Italia, Paese con un’agricoltura intensiva, una scarsa dotazione di terra e una problematica emersione del lavoro agricolo.
L’agenda dei lavori prevede che tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno venga presentata la Comunicazione sul futuro della Pac, alla quale seguiranno, a metà del 2011, le proposte legislative assieme alla proposta della Commissione sulle Prospettive finanziarie per il dopo-2013. Il dibattito da poco avviato dovrà procedere speditamente.

Notizie: 
Notizie flash

Piano europeo di ripresa economica: banda larga e “nuove sfide” (marzo 2009)

Gli Stati membri hanno raggiunto l’accordo sulla ripartizione dei 5 miliardi di euro previsti dal Piano europeo di ripresa economica [pdf] [pdf]. 3,98 miliardi andranno in favore della modernizzazione delle infrastrutture in campo energetico e di progetti nel settore dell’energia, i restanti 1,02 miliardi andranno in favore dello sviluppo rurale per misure volte a sviluppare l’accesso a Internet a banda larga nelle aree rurali [pdf] [pdf] e a rafforzare le operazioni tese ad affrontare le “nuove sfide” individuate nell’Health Check (cambiamenti climatici, energie rinnovabili, gestione delle risorse idriche, salvaguardia della biodiversità, misure di accompagnamento della ristrutturazione del settore lattiero-caseario, innovazione). I regolamenti (CE) n. 473/2009 [pdf] e 482/2009 [pdf] apportano le modifiche necessarie a costruire il quadro giuridico necessario affinché gli Stati membri possano utilizzare l’importo messo loro a disposizione nell’ambito dei relativi PSR. Viene modificato l’art. 16 bis del regolamento 1698/2005 (contenuto nel nuovo regolamento 74/2009 [pdf]) per comprendere nell’ambito delle “nuove sfide” anche la priorità “infrastrutture per Internet a banda larga nelle zone rurali”; l’allegato III riporta indicativamente le operazioni connesse a tale priorità. Il piano strategico nazionale riveduto e i PSR modificati andranno presentati alla commissione entro il 15 luglio 2009 (quindi non più entro il 30 giugno). Per aiutare i paesi che hanno maggiori difficoltà a reperire i fondi nazionali necessari ad utilizzare gli stanziamenti del FEASR, per il solo 2009 il tasso di partecipazione del fondo rurale è aumentato di 10 punti percentuali (di conseguenza per le regioni in convergenza il FEASR finanzierà il 100% delle spese e per le altre regioni si arriverà all’85%).
La distribuzione dei fondi tra gli Stati membri segue la chiave distributiva delle risorse per lo sviluppo rurale per il periodo 2007-2013. L’Italia dovrebbe ricevere complessivamente (2009 e 2010) poco più di 96 milioni di euro, ai quali dovrà essere aggiunta la quota di cofinanziamento nazionale. Non è prevista, invece, una rigida allocazione delle risorse finanziarie tra i due obiettivi (banda larga e “nuove sfide”). I nuovi fondi per lo sviluppo rurale saranno recuperati interamente dalla rubrica 2 del bilancio, vale a dire quella relativa alla Conservazione e gestione delle risorse naturali. Dal margine lasciato libero nel 2009 saranno recuperati 600 milioni di euro, dal margine del 2010 saranno recuperati i restanti 420 milioni di euro [pdf]. Il finanziamento dell’intero Piano ha richiesto la revisione del quadro finanziario pluriennale 2007-2013, che ha aumentato di 2 miliardi di euro a prezzi correnti lo stanziamento per il 2009 della sottorubrica 1a e ha diminuito dello stesso importo lo stanziamento della rubrica 2 [pdf].

Quote zucchero (marzo 2009)

La Commissione europea ha reso note le quote nazionali e regionali per la produzione di zucchero per la campagna 2009/10 a seguito dei risultati del regime di ristrutturazione [pdf]. Nel corso dei 4 anni del regime (2006-2009) l’Italia ha rinunciato a 1.049.064 tonnellate di zucchero, passando da 1,557 milioni di tonnellate a 508.379 tonnellate, alle quali di aggiungono 32.492 tonnellate di isoglucosio [pdf]. In complesso, la produzione comunitaria di zucchero in quota si è ridotta di 5,230 milioni di tonnellate, scendendo poco oltre 13 milioni di tonnellate.

Etichettatura olio d’oliva (marzo 2009)

E’ stato pubblicato il regolamento 182/2009 [pdf] relativo alle norme di commercializzazione dell’olio d’oliva che prevede l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine dell’olio (per maggiori dettagli si veda Finestra sulla PAC n.13). La designazione di origine prevede che un olio possa:

  • provenire da un unico paese, in tal caso in etichetta dovrà essere fatto riferimento allo Stato membro, alla Comunità o al paese terzo da cui proviene l’olio;
  • provenire da più paesi, in tal caso dovrà essere apposta la dicitura “miscela di oli di oliva di origine comunitaria”, oppure un riferimento all’origine comunitaria, “miscela di oli di oliva non comunitari” oppure un riferimento all’origine non comunitaria, “miscela di oli di oliva comunitari e non comunitari”, oppure un riferimento all’origine comunitaria e non comunitaria degli oli;
  • possedere una DOP/IGP.

Propria la formulazione del termine “miscele” in Italia sta dando qualche problema. Il regolamento comunitario permette infatti di utilizzare questo termine per indicare la miscelazione di oli d’oliva di origine geografica diversa. Ma per “miscele vegetali”, si intende anche il prodotto risultante dalla miscelazione di oli vegetali e olio d’oliva. Per il consumatore poco attento potrebbe essere difficile distinguere le due tipologie di olio. Proprio sulle miscele vegetali si gioca un’altra battaglia, in quanto dal 1° luglio 2009 un paese potrà vietare la produzione per il consumo interno di miscele vegetali, ma non potrà vietarne la commercializzazione o la produzione per l’esportazione dentro e fuori la Comunità. La scelta dell’Italia è affidata ad un decreto del MiPAAF che dovrà stabilire anche le modalità di applicazione della normativa comunitaria sulle nuove norme di commercializzazione.

Semplificazione della PAC (marzo 2009)

La Commissione europea ha pubblicato una Comunicazione che fa il punto sul processo di semplificazione della PAC avviato nel 2005, con particolare riferimento alla riduzione degli oneri amministrativi a carico degli agricoltori e delle amministrazioni [pdf] [pdf]. Nell’ambito della semplificazione tecnica, quella cioè che non sottintende un cambiamento della politica, si annoverano l’abrogazione di numerosi atti amministrativi obsoleti, l’istituzione dell’OCM unica e la semplificazione in materia di aiuti di Stato. Nell’ambito della semplificazione strategica, quella, cioè, che “riduce la complessità migliorando gli strumenti di sostegno all'agricoltura e allo sviluppo rurale” rientrano la riforma dell’OCM zucchero, che ha unificato il complesso sistema di quote inserendo gli aiuti al settore nel regime di pagamento unico, la riforma delle OCM vino e ortofrutta, la semplificazione del regime di pagamento unico. Il piano d’azione per la semplificazione al 2009 presentava 50 progetti, dei quali 43 sono stati realizzati. Tra i progetti con un rilevante impatto sugli oneri a carico delle amministrazione e degli agricoltori la Commissione segnala l’eliminazione dell’obbligo alla presentazione del titolo di esportazione per le carni bovine, con un risparmio stimato di 16 euro/t di carne bovina esportata; l’abolizione della “regola dei 10 mesi” per poter ricevere il pagamento unico, che si stima comporti una riduzione degli oneri amministrativi a carico delle aziende nell’ordine di 19 milioni di euro; la semplificazione e abrogazione delle norme connesse alla presentazione dei titoli di importazione ed esportazione sui prodotti agricoli che dovrebbe far risparmiare 7,4 milioni di euro; la semplificazione della condizionalità, che dovrebbe ridurre i costi a carico delle aziende di 5,7 milioni di euro; l’approvazione dell’Health Check, che dovrebbe comportare un risparmio di 135 milioni di euro a carico della aziende per l’abolizione dei pagamenti specifici per il frumento duro, la frutta a guscio e le patate da fecola. Inoltre, l'abolizione del set aside obbligatorio potrebbe ridurre gli oneri amministrativi per le aziende agricole di altri 146 milioni di euro. Secondo la Commissione, la prosecuzione dell’attività di semplificazione dovrebbe consentire il raggiungimento dell’obiettivo di ridurre gli oneri amministrativi del 25% al 2012 [link].

Regime europeo di distribuzione di frutta nelle scuole (aprile 2009)

È stato pubblicato il regolamento (CE) n. 288/2009 [pdf] che applica il regolamento (CE) n. 13/2009 [pdf] relativo al programma “Frutta nelle scuola”. L’Italia ha avuto riconosciuto uno stanziamento di 9,5 milioni di euro (poco meno dell’11% del totale comunitario) che interesserà 2,7 milioni di bambini compresi tra 6 e 10 anni. Ai fondi comunitari potranno essere aggiunti fondi nazionali a titolo di cofinanziamento. Ciascun paese dovrà presentare una strategia nazionale o regionale annuale. Sono esclusi dal finanziamento i prodotti ortofrutticoli con zuccheri, grassi, sale e dolcificanti aggiunti.

Comunicazione sulle zone svantaggiate (aprile 2009)

La Commissione europea ha adottato una Comunicazione che propone una nuova classificazione delle zone svantaggiate, con particolare riferimento alle zone svantaggiate intermedie che sono quelle diverse dalle zone montane – definite sulla base dell’altitudine e/o della pendenza – e da quelle con svantaggi specifici (dove l’attività agricola dovrebbe essere continuata per assicurare la conservazione o il miglioramento dell’ambiente naturale, la conservazione dello spazio naturale, il mantenimento del potenziale turistico o per proteggere le fasce costiere) [pdf] [pdf]. In Italia, sulla base di queste definizioni, al 2005 è stata classificata come zona svantaggiata circa il 51% della SAU: il 35% ricade nelle zone montane, il 14% circa nelle zone svantaggiate diverse da quelle di montagna e poco meno del 2% nelle zone con svantaggi specifici. Attualmente la classificazione delle zone svantaggiate intermedie si basa su tre tipi di parametri – scarsa produttività della terra, risultati economici dell’attività agricola inferiori alla media, scarsa densità demografica o tendenza alla regressione di una popolazione che dipende dall’attività agricola – basati su criteri socioeconomici in parte superati e fondati su dati non aggiornati. Anche per superare il fatto che i parametri individuati a livello nazionale non sono confrontabili tra loro, il Consiglio intende stabilire dei criteri oggettivi che si basano su otto fattori pedoclimatici (basse temperature, stress da calore, drenaggio, tessitura e pietrosità del suolo, proprietà chimiche, bilancio idrico, profondità radicale e pendenza) che, al raggiungimento di un determinato valore soglia, indicano l'esistenza di pesanti vincoli all'agricoltura europea. Al fine di elaborare adeguatamente la proposta legislativa gli Stati membri sono inviatati a simulare l'applicazione, sul loro territorio, dei parametri biofisici individuati nella Comunicazione e a rappresentare su cartografia le zone ammissibili. I risultati delle simulazioni dovranno pervenire alla Commissione entro il 21 ottobre 2009. La nuova classificazione dovrebbe entrare in vigore nel 2014.

Cambiamenti climatici (aprile 2009)

Come accompagnamento al Libro bianco sull’adattamento ai cambiamenti climatici [pdf] la Commissione europea ha pubblicato un documento di lavoro inerente le problematiche dell'adattamento dell'agricoltura e delle zone rurali europee ai cambiamenti climatici [pdf] [pdf]. Il working paper della Commissione mette in evidenza gli effetti dei cambiamenti climatici sui sistemi agricoli europei e sulla sicurezza alimentare, le molteplici strategie di adattamento a livello aziendale e settoriale e gli orientamenti per una strategia di adattamento in agricoltura che prevedono, tra le altre cose, un uso più sostenibile delle risorse naturali. In questa ottica di adattamento la PAC post-2013 dovrà giocare un ruolo di rilievo per garantire condizioni favorevoli all'adattamento dell'agricoltura e delle zone rurali attraverso pianificazione e investimenti a lungo termine. Per maggiori informazioni sul cambiamento climatico si rimanda alla Finestra sulla PAC n.13 e al sito della Commissione [link].

Coesistenza OGM-colture convenzionali e biologiche (aprile 2009)

La Commissione europea ha pubblicato un rapporto sulle strategie nazionali adottate per assicurare la coesistenza tra OGM e agricoltura convenzionale e biologica [pdf] [pdf] [pdf]. La Commissione conferma l’applicazione del principio di sussidiarietà, lasciando agli Stati membri il compito di fornire il quadro legislativo nazionale, basato sulle specifiche condizioni agronomiche e climatiche, finalizzato ad evitare la contaminazione accidentale di coltivazioni non GM con quelle GM. Attualmente 15 paesi hanno adottato una legislazione sulla coesistenza (tra questi, Francia, Grecia, Ungheria, Austria e da ultimo Germania, hanno posto il divieto di coltivazione del mais transgenico MON810) e altri tre paesi hanno notificato alla Commissione il progetto di regolamentazione. Al 2008, 100.000 ettari risultano coltivati con mais MON 810 distribuiti in 6 Stati membri. Nel 2012 la Commissione presenterà un altro rapporto di avanzamento [link].

Regolamenti applicativi dell’Health Check (aprile-maggio 2009)

A completamento dell’Health Check sono stati pubblicati i regolamenti applicativi del regime di sostegno diretto contenuto nel regolamento (CE) n. 73/2009 [pdf]. Il regolamento (CE) n. 316/2009 [pdf] riguarda le modifiche apportate agli aiuti specifici del Titolo IV e IV bis e abroga gli articoli relativi alle modalità di applicazione degli aiuti accoppiati che sono stati integrati nel regime di pagamento unico. Il regolamento (CE) n. 370/2009 [pdf] reca modalità di applicazione del regime di pagamento unico relativamente alla definizione di colture permanenti e formazioni erbose, alla definizione di uso essenzialmente agricolo di una superficie ai fini dell’attivazione di un diritto all’aiuto, alla fissazione dell’importo e alla determinazione dei diritti all’aiuto nel caso di utilizzo dei programmi di sostegno previsti dall’OCM vino per distribuire diritti all’aiuto nell’ambito del regime di pagamento unico. Il regolamento (CE) n. 380/2009 [pdf] sopprime le norme relative al set aside obbligatorio e reca le modalità di applicazione della condizionalità e della modulazione, procedendo a dare anche una nuova definizione di seminativi e pascolo permanente. Il regolamento (CE) n. 363/2009 [pdf], infine, adotta le misure necessarie ad applicare le modifiche apportate dall’Health Check allo sviluppo rurale [pdf], prevedendo, ad esempio, il contenuto minimo della revisione dei piani strategici nazionali, il contenuto minimo dei piani aziendali relativi ad aziende sottoposte ad una ristrutturazione per via della riforma della OCM di riferimento, la soppressione dell’obbligo di mantenersi entro il limite delle quote latte aziendali per gli aiuti agli investimenti.

Trasferimento fondi dal FEAGA al FEASR (maggio 2009)

La Commissione europea ha fissato gli importi trasferiti dal FEAGA al FEASR a seguito dell’aumento del tasso di modulazione obbligatoria e del conseguente aggiustamento degli importi resi disponibili dalla modulazione volontaria [pdf]. Anche in virtù dei nuovi regolamenti emanati a seguito dell’approvazione dell’Health Check, la nuova decisione ripropone il quadro complessivo dei fondi trasferiti al FEASR dal 2007 al 2013 e gli importi disponibili per il FAEGA.

Tabella 1 - Importi messi a disposizione del FEASR e importi disponibili per il FEAGA (milioni di euro)

Esercizio
finanziario
Importi messi a disposizione del FEASR Saldo netto
FEAGA
Modulazione
obbligatoria
1782/03
Cotone
1782/03
Modulazione
obbligatoria
73/09
Cotone
73/09
Tabacco
73/09
Modulazione
volontaria
378/07
Vino
479/08
2007 984,0 22           44.753,00
2008 1.241,0 22       362,0   44.592,00
2009 1.305,7 22       424,0 40,66 44.886,64
2010     1.867,1 22   429,8 82,11 44.744,99
2011     2.095,3 22 484 403,8 122,61 44.489,19
2012     2.355,3 22 484 372,3 122,61 44.756,79
2013     2.604,9 22 484 334,9 122,61 44.969,59

Fonte: Decisione 2009/379/CE

Successivamente, tali importi sono stati assegnati agli Stati membri distinguendo la quota derivante dalla “vecchia” modulazione, che risponde ai criteri obiettivi legati a SAU, occupazione agricole e PIL pro capite (tab. 2), dalla quota derivante dalla “nuova” modulazione (le somme aggiuntive che discendono dall’aumento della percentuale e dal taglio applicato sugli aiuti superiori a 300.000 euro) che rimane nei paesi in cui sono le somme sono state generate (tab. 3). Sono stata inoltre assegnati ai nuovi Stati membri gli importi della modulazione applicata per la prima volta nel 2012 (tab. 4). Si tratta solo dei paesi in cui il livello dei pagamenti diretti ha raggiunto il 100% del livello dei pagamenti dei paesi dell’UE-15.

Tabella 2 - Assegnazione agli Stati membri degli importi risultanti dalla “vecchia” modulazione (2009-2012) (milioni di euro)

Stato membro 2009 2010 2011 2012
Belgio 18,3 18,2 18,2 18,2
Danimarca 33,4 33,4 33,4 33,4
Germania 207,5 206,8 206,8 206,8
Irlanda 35,2 34,5 34,5 34,7
Grecia 64,3 61,3 61,3 61,4
Spagna 223,4 217,8 218,4 218,5
Francia 271,8 270,6 270,8 271,0
Italia 144,6 140,2 140,8 140,8
Lussemburgo 1,2 1,2 1,2 1,2
Paesi Bassi 29,4 28,8 28,8 28,8
Austria 44,3 43,2 43,3 43,3
Portogallo 54,1 52,8 52,8 52,9
Finlandia 20,6 20,2 20,2 20,2
Svezia 26,0 25,5 25,5 25,5
Regno Unito 136,7 136,3 136,3 136,3

Fonte: Decisione 2009/444/CE

Tabella 3 - Assegnazione agli Stati membri degli importi risultanti dalla “nuova” modulazione (2009-2012) (milioni di euro)

Stato membro 2009 2010 2011 2012
Belgio 9,3 13,8 18,4 23,2
Danimarca 17,4 25,9 34,3 43,0
Germania 115,0 158,5 204,0 250,9
Irlanda 17,1 25,6 34,1 42,7
Grecia 19,6 29,0 38,2 47,3
Spagna 70,1 107,3 141,9 178,8
Francia 132,8 198,0 265,2 335,6
Italia 61,3 78,2 102,0 127,9
Lussemburgo 0,6 0,8 1,1 1,4
Paesi Bassi 13,3 19,8 26,4 34,2
Austria 7,3 10,9 14,5 18,1
Portogallo 8,8 11,8 15,8 19,8
Finlandia 6,1 9,1 12,3 15,3
Svezia 10,0 15,2 20,5 25,9
Regno Unito 67,4 100,6 134,3 167,7

Fonte: Decisione 2009/444/CE

Tabella 4 - Assegnazione ai nuovi Stati membri degli importi risultanti dalla modulazione per il 2012 (milioni di euro)

Stato membro 2012
Repubblica Ceca 6,3
Lituania 0,3
Ungheria 5,9
Polonia 1,1
Slovacchia 2,5

Fonte: Decisione 2009/444/CE

Trasparenza (maggio 2009)

In ottemperanza all’iniziativa sulla trasparenza, a partire dal 1° maggio 2009 sono resi disponibili sui siti gestiti dai rispettivi Stati membri – ai quali è possibile accedere tramite una pagine web della Commissione [link] – informazioni sui beneficiari della PAC nell’ambito della gestione concorrente. Le informazioni devono essere rese pubbliche entro il 30 aprile di ogni anno e fanno riferimento all’esercizio finanziario dell’anno precedente. Solo la Germania non ha ancora pubblicato le informazioni sui beneficiari della PAC, adducendo problemi di privacy. La consultazione dei siti non è agevole in quanto sono tenuti in lingua madre, di conseguenza è difficile effettuare comparazioni tra paesi. Inoltre, così come ha fatto rilevare l’ONG farmsubsidy.org, si evidenziano delle difformità nelle informazioni pubblicate dagli Stati membri, in alcuni casi in aperta violazione della normativa (così come nel caso di Bulgaria, Cipro, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia e Spagna). L’Italia è annoverata tra i paesi con importanti deficit informativi [pdf].

Comunicazione sulla politica di qualità dei prodotti agricoli (maggio 2009)

La Commissione europea ha pubblicato la Comunicazione sulla politica di qualità dei prodotti agricoli [pdf], elaborata tenendo conto dei 560 contributi [pdf] pervenuti a seguito della consultazione pubblica sul Libro verde sulla qualità [pdf] e dei risultati della conferenza tenutasi a Praga nel marzo 2009.
La Commissione propone di sviluppare la politica di qualità mediante l’elaborazione di orientamenti per i regimi di tipo “certificazione”, che presuppongono il rispetto di disciplinari controllati da enti terzi, e mediante l’elaborazione di norme di commercializzazione per i regimi di tipo “etichettatura”, che sono basati per lo più su autodichiarazioni sottoposte a controlli ufficiali.
Relativamente ai sistemi di certificazione la Commissione si muoverà per verificare la possibilità di una semplificazione mediante l’unificazione dei tre regimi di indicazione geografica (vino, bevande alcoliche e prodotti agricoli e alimentari) in un unico sistema normativo mantenendo, tuttavia, la specificità di ciascun regime. Si esaminerà anche l’opportunità di fondere gli strumenti delle DOP e delle IGP, differenziando i livelli di tutela garantiti dall’UE. Sul fronte internazionale la Commissione lavorerà per ottenere la tutela delle denominazioni in ambito OMC e attraverso accordi bilaterali. Sul fronte delle certificazioni nazionali e private la Commissione intende invece agire mediante l’elaborazione di buone pratiche, al fine di ridurre la confusione ingenerata nei consumatori e gli oneri a carico degli agricoltori. Riguardo alle norme di commercializzazione la Commissione intende concentrarsi su quelle di base destinate a contenere le disposizioni obbligatorie, sulla indicazione del luogo di produzione in etichetta mediante una dicitura apposita e sull’apposizione di termini facoltativi, tra i quali le menzioni riservate “prodotto di montagna” e “prodotto tradizionale”, quest’ultima in luogo delle STG (Specialità tradizionali garantite) che hanno avuto poco successo, visto che in 17 anni di funzionamento del regime sono stati registrati solo 20 prodotti.

La crisi del settore lattiero-caseario (maggio 2009)

Il settore lattiero-caseario sta sperimentando un periodo di consistente caduta dei prezzi, dopo aver fatte registrare record di rialzi per tutto il 2007 e nei primi mesi del 2008. A causa delle difficoltà crescenti dei produttori europei, le delegazioni di Germania, Francia e Austria, sostenute da altri 14 paesi (tra i quali l’Italia), hanno presentato all’ultimo Consiglio dei ministri agricolo una nota nella quale si chiedeva alla Commissione di adottare prontamente alcune misure per far fonte alla crisi [pdf]. La Commissione ha dichiarato di avere già riattivato le restituzioni alle esportazioni per burro, formaggi e latte in polvere (scremato e intero) [pdf]. È stato aperto l’ammasso privato per il burro e si prevede di estendere il periodo di apertura oltre il 15 agosto. Anche per l’intervento per burro e latte scremato in polvere si spera di potere estendere il periodo di acquisto oltre il 31 agosto e sono state aumentate le quantità ammesse all’aiuto. Il regime di distribuzione del latte nelle scuole è stato esteso per aumentare la gamma di prodotti lattieri offerti ai ragazzi. La Commissione non ritiene opportuno anticipare il rapporto sul funzionamento del mercato previsto per il 2010, perché così non si terrebbe conto degli effetti del primo aumento delle quote latte deciso con l’Health Check, ma si è detta disponibile a presentare un altro rapporto sul mercato del latte come quello presentato a marzo 2009. Infine, agli Stati membri è stata data la possibilità di portare al 70% l’anticipo sui pagamenti diretti da corrispondere a partire dal 16 ottobre. La Commissione è invece fermamente contraria a tornare sulle decisioni prese in merito all’aumento delle quote latte che alcuni paesi chiedevano di “sospendere”. Secondo la Commissaria Fischer Boel, infatti, i problemi del settore derivano dal calo della domanda, soprattutto per i prodotti a maggiore valore aggiunto, che risente della crisi economica della conseguente scarsa disponibilità delle famiglie a spendere, e dall’aumento dell’offerta dei principali competitors europei. Nel frattempo, però, i paesi si stanno attrezzando per rispondere alla crisi. La Francia ha annunciato di non procedere momentaneamente alla distribuzione dell’aumento di quota ottenuta con l’Health Check, ma questo non dovrebbe determinare effetti evidenti visto che la produzione francese è già ora inferiore alla quota attribuita al paese. La Germania ha invece annunciato un piano di sostegno al settore e sta premendo per far riunire un Consiglio agricolo straordinario sulla crisi del settore latte.

Quote latte (maggio 2009)

La Commissione ha pubblicato il regolamento (CE) n. 416/2009 [pdf] che ripartisce le quote latte nazionali 2008/09 tra consegne e vendita dirette, tenuto conto dell’aumento di quota concesso agli Stati membri a partire dal 1° aprile 2008 (+2%).

Ammasso privato di olio d’oliva (maggio 2009)

A seguito della riduzione significativa dei prezzi di mercato dell’olio d’oliva, in particolare del vergine e dell’extravergine, la Commissione europea ha proposto l’apertura dell’ammasso privato per un quantitativo massimo di 110.000 tonnellate e per un periodo di 180 giorni, al temine dei quali l’olio dovrà tornare sul mercato [pdf]. A seguito della riforma della OCM olio d’oliva del 1998, il sistema di acquisto all’intervento è stato sostituito dall’ammasso privato inteso come una “rete di sicurezza” che scatta, su decisione della Commissione, quando si verificano gravi perturbazioni del mercato e, tra l’altro, quando il prezzo medio di mercato scende al di sotto di 1.779 euro/t per l’olio d’oliva extravergine, 1.710 euro/t per l’olio vergine e 1.524 euro/t per l’olio lampante per un periodo di almeno due settimane (art. 33 del regolamento (CE) n. 1234/2007 [pdf]). Le riduzioni di prezzo che hanno interessato il settore oleicolo in questi ultimi mesi hanno raggiunto livelli tali da creare le condizioni per aprire lo stoccaggio in Spagna e Grecia, dopo l’emanazione del relativo regolamento. Anche l’Italia potrà beneficiare della misura se i prezzi di mercato dovessero scendere e mantenersi sotto quelli di riferimento.

Progetto preliminare di bilancio 2010 (maggio 2009)

La Commissione ha pubblicato il progetto preliminare di bilancio per il 2010 [pdf] che destina il 44,9% dei fondi (pari a 62,2 miliardi di euro) alla rubrica 1 del bilancio – Coesione e competitività per la crescita e l’occupazione. Alle misure correlate alla rubrica 2 – Conservazione e gestione delle risorse naturali è destinato in via preliminare il 42,6% degli stanziamenti (pari a 59 miliardi di euro). Alla voce pagamenti diretti e misure di mercato (il I pilastro della PAC) sono destinati 43,3 miliardi di euro, dei quali 33,3 miliardi per i pagamenti diretti disaccoppiati e 4 miliardi per le misure di mercato. Allo sviluppo rurale sono destinati 14 miliardi di euro. Rispetto al bilancio 2009 gli stanziamenti previsti per pagamenti diretti presentano un incremento di 1,5 miliardi di euro dovuti all’aumento dei pagamenti diretti nei nuovi Stati membri (il phasing-in raggiungerà una quota del 60% nei 10 paesi entrati nel 2004 e del 40% in Bulgaria e Romania) e alla riduzione delle entrate con destinazione specifica. Dal bilancio 2010 sparisce la voce relativa agli “aiuti supplementari” cioè alla restituzione delle somme derivanti dall’applicazione della modulazione sui primi 5.000 euro di aiuti di ciascuna azienda. Per il 2010 le risorse trasferite dal I al II pilastro ammontano a 2,4 miliardi di euro, con un aumento di 607 milioni rispetto al 2009, in parte come conseguenza della modulazione volontaria e della riforma dell’OCM vino e in parte come effetto della riforma dell’Health Check e del conseguente aumento del tasso di modulazione dal 5 al 7% e della modulazione progressiva applicata sugli aiuti superiori a 300.000 euro. Anche le misure di mercato presentano un aumento di 632 milioni di euro. La dotazione per lo sviluppo rurale presenta un aumento di 324 milioni di euro rispetto al 2009; gli stanziamenti per il 2010 comprendono 1,866 miliardi di euro di modulazione obbligatoria (compresi 479 milioni derivanti dall’Heatlh Check), 430 milioni di euro di modulazione volontaria (che si applica in Portogallo e Regno Unito), 22 milioni derivanti dall’OCM cotone e 82 milioni dall’OCM vino. Per saperne di più.

Tabella 5 - Progetto preliminare di bilancio 2010 (milioni di euro)

  2009 2010 Differenza Differenza %
1 - Crescita sostenibile 62.201,7 62,151,5 -50,20 -0,1
 - 1a - Competitività 13.774,8 12.769,4 -1.005,4 -7,3
 - 1b - Coesione 48.426,9 49.382,1 955,20 2,0
2 - Conservazione e
gestione delle
risorse naturali
di cui
56.721,4 59.003,7 2.282,3 4,0
- Misure di mercato 3.410 4.042 632 18,5
- Aiuti diretti
disaccoppiati
31.295 33,374 2,079 6,6
- Aiuti supplementari 562 --- -562 -100
- Altri aiuti diretti 5.922 5.952 30 0,5
- Sviluppo rurale 13.652 13.975 324 2,4
- Altro -406 -24 382 -94,1
Totale agricoltura 54.434 57.319 2.885 5,3
3 - Cittadinanza, libertà,
sicurezza e giustizia
1.526,7 1.629,5 102,8 6,7
4 - UE come partner globale 8.103,9 7.921,1 -1.828 -2,3
5 - Amministrazione 7.694,9 7.857,8 162,9 2,1
6 - Compensazione 209,1 --- --- -100
Totale 136.457,8 138.563,5 2.105,7 1,5

 

Attività MIPAAF - AGEA

Fissazione dell’aiuto indicativo per il tabacco (marzo 2009)

Il MiPAAF ha fissato gli importi dell’aiuto indicativo per il tabacco per il 2009 [pdf] che rimangono ancorati ai livelli stabiliti per il 2008. Si ricorda che questa è l’ultima campagna nella quale verranno corrisposti aiuti accoppiati alla produzione, in quanto la riforma Fischler ha disposto che dal 2010 il 50% del plafond settoriale sarà trasferito allo sviluppo rurale e l’altro 50% sarà corrisposto ai produttori storici nell’ambito del regime di pagamento unico.

L’applicazione dell’OCM ortofrutta (aprile 2009)

Il MiPAAF ha fissato l’importo dell’aiuto indicativo al pomodoro da industria per il 2009. Tenuto conto del probabile incremento degli investimenti, è stato deciso di ridurre l’aiuto indicativo dai 1.300 euro/ha del 2008 a 1.100 euro/ha [pdf]. Restano invece fissati ai livelli 2008 gli importi dell’aiuto per le pere (2.200 euro/ha), le pesche (800 euro/ha) e le prugne d’Ente (2.000 euro/ha) [pdf]. Da sottolineare come sia attualmente in discussione un decreto che, in attuazione dell’Health Check, permetterebbe di anticipare il disaccoppiamento totale per i prodotti ortofrutticoli. Al momento sembra esserci una convergenza delle organizzazioni agricole (ma non dei trasformatori) per terminare l’esperienza dell’aiuto accoppiato per pomodori, pere, pesche e prugne con il 2009 e partire dal 2010 con l’inclusione degli aiuti storici nel regime di pagamento unico. Per pomodoro, pere e pesche si tratterebbe di anticipare di un anno il totale disaccoppiamento, per le prugne si tratterebbe di anticipare di tre anni. Infine, in conformità alla Strategia nazionale 2009-2013, sono state emanate le disposizioni nazionali riguardanti il riconoscimento e il controllo delle OP e delle loro associazioni, i fondi di esercizio e i programmi operativi, comprese le misure di prevenzione e gestione delle crisi di mercato [pdf]. Il decreto, dunque, permette di prevedere nell’ambito dei programmi operativi, il finanziamento delle assicurazioni sul raccolto attraverso la stipula di polizze monorischio, polizze pluririschio, polizze multirischio sulle rese e polizze volte a contenere l’incremento dei costi per minor conferimento. Quest’ultimo tipo di polizze coprono la mancata resa quali/quantitativa della produzione a causa di calamità naturali o avversità atmosferiche ad esse equiparate.

Legge 33/2009 sulle quote latte (aprile 2009)

Con l’approvazione della legge 33 del 2009 [pdf] è giunta a conclusione l’annosa questione dell’assegnazione dell’aumento di quota latte ottenuto dall’Italia a seguito dell’approvazione dell’Health Check (regolamento n. 72/2009 [pdf]) e dell’aumento del 2% ottenuto a partire dal 1° aprile 2008 (regolamento 248/2008 [pdf]).
Le principali modifiche rispetto al decreto-legge 5 febbraio 2009 [pdf] riguardano le priorità nelle assegnazioni di nuove quote (per gli altri elementi del decreto che non sono stati modificati dalla legge si rimanda alla Finestra sulla PAC n.13) e le priorità per la compensazione relativamente alla campagna 2008/09.
La legge 33/2009 stabilisce che le nuove assegnazioni saranno fatte seguendo le seguenti priorità:

  • aziende con quota B tagliata nei limiti del quantitativo ridotto che risulta prodotto come media degli ultimi 5 anni, al netto delle rassegnazioni;
  • aziende ubicate in zone di pianura, di montagna e svantaggiate che hanno realizzato consegne di latte non coperte da quote, che risultano ancora in produzione nella campagna di assegnazione nei limiti del quantitativo prodotto in esubero nella campagna 2007/08 e aziende di pianura, montagna e zone svantaggiate che nel 2007/08 hanno coperto con affitti di quota la produzione realizzata in eccesso della quota individuale posseduta;
  • aziende di montagna e zone svantaggiate condotte da giovani imprenditori, anche non in possesso di quota.

Rimane in vigore l’obbligo a non vendere o dare in affitto le quote ricevute fino al 31 marzo 2015. Le assegnazioni sono comunicate ai beneficiari, a decorrere dal 2009/10 dal Commissario straordinario (e non più dalle Regioni e Province Autonome).
La rateizzazione è ammessa a titolo oneroso e per somme non inferiori a 25.000 euro. Per le somme comprese tra 25.000 e 100.000 euro la rateizzazione non sarà superiore a 13 anni; per i debiti compresi tra 100.000 e 300.000 euro la rateizzazione non potrà superare i 22 anni, per i debiti superiori a 300.000 euro la durata non potrà eccedere i 30 anni. I tassi di interesse calcolati sulla base delle attuali condizioni dei mercati finanziari variano da 5,6% per la prima fascia di rateizzazione fino al 7,2% per i debiti superiori a 300.000 euro. Entro 45 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto, l’AGEA intimerà a ciascun produttore il versamento delle somme esigibili, comprese le imputazioni di prelievo non sospese in sede giurisdizionale. In caso di accettazione della domanda di rateizzazione i produttori devono espressamente rinunciare ad ogni azione giudiziaria pendente davanti ai giudici amministrativi o ordinari.
Le nuove quote assegnate saranno revocate:

  • nel caso di mancato pagamento del prelievo latte;
  • nel caso di omessa presentazione della richiesta di rateizzazione;
  • nel caso di rigetto della richiesta di rateizzazione;
  • nel caso di rinuncia o mancata accettazione delle decisione del Commissario straordinario.

Riguardo alla compensazione 2008/09 viene esplicitamente detto che i produttori senza quota e quelli che hanno prodotto oltre il 100% della propria quota sono ammessi alla compensazione, ma come ultima categoria in ordine di priorità.
La legge accoglie dunque corregge alcuni dei punti critici del decreto, eliminando le soglie di accesso alle nuove quote, inserendo i produttori di montagna tra i beneficiari delle nuove quote, equiparando, nelle priorità, gli affittuari di quote ai produttori in esubero, inserendo i giovani imprenditori delle aziende di montagna tra le priorità (anche se al terzo posto), prevedendo la rinuncia ai contenziosi in corso, ma solo per coloro che hanno debiti esigibili.
In applicazione della legge 33, l’AGEA ha proceduto ad assegnare in via provvisoria la quasi totalità delle quote (708.051 tonnellate), notificate a 12.699 beneficiari. Le restanti 50.430 tonnellate saranno assegnate a seguito della decisione del Consiglio di Stato al quale il MiPAAF ha chiesto un parere in merito al trattamento da riservare ai produttori di quota B tagliata. Restano del tutto esclusi dalle assegnazioni le aziende di montagna o ubicate in zone svantaggiate condotte da giovani imprenditori, in quanto le prime due priorità hanno esaurito il plafond disponibile.

L’applicazione dell’OCM vino (maggio 2009)

In applicazione dei regolamenti (CE) n. 479/2008 [pdf] e 555/2008 [pdf] relativi alla riforma dell’OCM vino, l’Italia ha emanato i necessari provvedimenti nazionali per le misure previste dal Piano nazionale di sostegno per il settore vitivinicolo nel 2009 [pdf]. Riguardo alla misura di promozione sui mercati terzi, il DM 3890 [pdf] [pdf] stabilisce il quadro finanziario per gli anni dal 2009 in poi, suddiviso in una quota nazionale (30%) per i progetti che coinvolgono almeno 3 regioni e in una quota regionale (70%). Il decreto fissa la quota nazionale per tutti gli anni del quadro finanziario mentre la suddivisione tra le Regioni e Province Autonome della quota regionale è fissata per la sola campagna 2008/09. Il decreto stabilisce i soggetti beneficiari della misura (organizzazioni professionali, organizzazioni interprofessionali, organizzazioni di produttori, produttori di vino, associazioni di produttori ed enti pubblici) che devono avere requisiti di rappresentatività della produzione (per gli enti pubblici si richiede una comprovata esperienza nel settore del vino e della promozione dei prodotti agricoli), i prodotti ammessi alla promozione (vini a indicazione geografica, vini spumanti di qualità e vini liquorosi, ma anche vini senza indicazione geografica ma con indicazione varietale che, tuttavia, non possono formare oggetto esclusivo del progetto di promozione) e le azioni ammissibili. L’importo dell’aiuto è pari al massimo al 50% delle spese sostenute. A partire dal 2009/10 una corsia preferenziale sarà riservata ai progetti multiregionali (che coinvolgono almeno 5 Regioni). La promozione potrà riguardare anche un marchio commerciale. Sul fronte delle misure di riconversione e ristrutturazione dei vigneti, il MiPAAF ha previsto una rimodulazione dei fondi per il 2009 [pdf] [pdf] che sono passati dai previsti 69,8 milioni a 79,1 milioni di euro. Anche la dotazione finanziaria assegnata nel 2009 alla distillazione dell’alcol per usi commestibili è stata rideterminata [pdf] [pdf] [pdf] al fine di agevolare l’attuazione della misura e il pieno utilizzo dei fondi che sono passati da 38,6 milioni di euro a 44,7 milioni di euro.

L’applicazione della riforma della PAC per il RPU (maggio 2009)

In applicazione della riforma dell’Health Check il MiPAAF ha stabilito nel 15 maggio dell’anno di presentazione della domanda di pagamento unico la data alla quale devono essere disponibili gli ettari ammissibili abbinati ai titoli [pdf]. Sono state emanate inoltre le norme per l’accesso e per la gestione della riserva nazionale [pdf] [pdf]. Il decreto MiPAAF fissa le medie regionali per l’attribuzione di titoli all’aiuto agli agricoltori che iniziano l’attività agricola ed agli agricoltori in zone soggette a programmi di ristrutturazione e/o sviluppo, con superfici ammissibili per le quali non posseggano titoli all’aiuto. Per superficie ammissibile è da intendersi “qualunque superficie agricola ai sensi dell’articolo 2, lettera h), del regolamento (CE) n. 73/2009 [pdf], escluse le superfici destinate a colture forestali o a colture permanenti diverse da oliveti ed agrumeti”. Di conseguenza, restano escluse dall’abbinamento ai titoli ricevuti dalla riserva le superfici vitate, mentre nell’ambito della riforma dell’OCM ortofrutta era già stato disposto il divieto ad utilizzare la superficie per la produzione di vivai, di patate da consumo e di frutta in coltura permanente (esclusi gli agrumi) [pdf].

Tabella 6 - Plafond nazionale per il calcolo delle medie regionali (milioni di euro)

Componenti del plafond nazionale Importi
2005 2006 2007 2008 2009
Cereali, oleaginose, proteaginose 1.211,87 1.211,87 1.211,87 1.211,87 1.211,8
Aiuto supplementare grano duro 426,79 417,82 417,82 417,82 417,82
Leguminose da granella 7,24 7,24 7,24 7,24 7,24
Premio vacca nutrice 83,25 83,25 83,25 83,25 83,25
Premio addizionale vacca nutrice 5,90 5,90 5,90 5,90 5,90
Premio speciale bovini maschi 75,14 75,14 75,14 75,14 75,14
Premio per l'estensivizzazione dei bovini 12,21 12,21 12,21 12,21 12,21
Premio per il riso 135,26 135,26 135,26 135,26 135,26
Foraggi essiccati 19,59 19,59 19,59 19,59 19,59
Olio d'oliva   683,41 683,41 683,41 683,41
Tabacco   145,33 145,33 145,33 145,33
Zucchero   73,47 93,85 114,22 114,22
Agrumi       122,00 122,00
Pomodori       91,98 91,98
Platfond nazionale 1.977,25 2.870,49 2.890,87 3.125,22 3.137,95

Fonte: Decreto MiPAAF 7 maggio 2009

Documentazione

UE: prospettive a medio termine per i mercati e i redditi agricoli 2008-2015 (marzo 2009)

La Commissione europea ha pubblicato le prospettive a medio termine per l'UE-27 sulla base dei dati disponibili a fine gennaio 2009 [pdf]. Le previsioni non tengono conto delle modifiche alla normativa apportate successivamente a tale data e neppure dei risultati delle trattative sulla liberalizzazione del commercio agricolo.
Nonostante il settore agricolo risponda meglio di altri settori alla crisi economica, sono attesi significativi aggiustamenti strutturali. Nel breve termine ci si aspetta che prosegua sia a livello comunitario che globale il trend di diminuzione dei prezzi di molti prodotti agricoli iniziata a metà 2008. Nel medio periodo è però atteso un recupero sostenuto dalla crescita della domanda per mangimi, dallo sviluppo dei biocarburanti e della riduzione della produttività dei prodotti agricoli destinati all’alimentazione umana.
Il reddito agricolo per unità di lavoro, in termini reali, dovrebbe aumentare del 7,5% tra il 2007 ed il 2015, con marcate differenza tra i paesi nuovi entrati (UE-12) e i “vecchi” dell’UE-15. Questi ultimi, infatti, dovrebbero far registrare un aumento più contenuto (+2,9%) rispetto ai nuovi Stati membri che dovrebbero veder crescere i loro redditi di circa il 50% grazie al phasing-in dei pagamenti diretti.
I prezzi comunitari e mondiali dei cereali dovrebbero attestarsi su livelli più elevati di quelli dell'ultimo decennio, ma inferiori a quelli osservati all’inizio del 2008 e di quelli previsti prima della crisi. I prezzi cerealicoli saranno inoltre assoggettati a notevoli fluttuazioni. La domanda sostenuta di mais a fini energetici negli Stati Uniti dovrebbe condurre ad una perdita di competitività di questo cereale rispetto agli altri cereali foraggeri. Il mercato delle oleaginose dovrebbe essere sostenuto dalla domanda di biocarburanti, ma non si prevede una modifica della produzione nei prossimi 7 anni, così che l'UE dovrebbe continuare a rimanere un grande importatore mondiale di semi oleosi. La produzione bovina dovrebbe ridursi del 4,8% e questo, assieme ad una modesta contrazione dei consumi, dovrebbe tradursi in un consistente aumento delle importazioni. Anche la produzione di ovicaprini dovrebbe ridursi mentre le importazioni dovrebbero rimanere stabili. Le prospettive di medio termine appaiono invece positive per la produzione ed il consumo di carni suine ed avicole. Riguardo al latte e ai prodotti lattiero-caseari si prevede che a livello aggregato la produzione lattiera comunitaria si mantenga inferiore alla quota e di conseguenza che l’abolizione delle quote al 2015 non avrà effetti dirompenti.
Le previsioni sono tuttavia condizionate da numerosi elementi di incertezza collegati ai futuri sviluppi economici, politici e di mercato, oltre che ai cambiamenti delle politiche agricole e commerciali, delle politiche per i biocarburanti, ai cambiamenti tecnologici, al possibile esito del Doha Round e alle condizioni climatiche [link].

Disciplina nazionale in materia di azione ambientale (marzo 2009)

La Commissione ha reso pubblici la strategia nazionale in materia ambientale di 19 paesi, tra i quali l’Italia [link].

Informazioni statistiche ed economiche 2008 (aprile 2009)

La DG AGRI della Commissione europea ha pubblicato il volume contenente le informazioni statistiche ed economiche dell’agricoltura europea relative al 2008, compresa una ampia parte riguardante l’applicazione della riforma Fischler della PAC [link].

EUROSTAT: redditi agricoli – seconde stime (aprile 2009)

L’EUROSTAT ha reso noto, sulla base delle seconde stime fornite dai paesi a gennaio 2009, che il reddito agricolo per unità di lavoro nei 27 paesi dell’UE nel 2008 si è ridotto del 3,5% rispetto al 2007 quando era invece aumentato del 9,3% rispetto all’anno precedente [pdf]. La riduzione maggiore si registra in Danimarca (-24,7%) mentre la Bulgaria fa segnare il risultato migliore (+28,%). L’Italia, a differenza del risultato medio dell’UE-15 che registra una riduzione del 4,3%, fa segnare un aumento dell’1,7%. La caduta complessiva dell’UE è frutto di una contrazione del reddito agricolo (-5,7%) e di una contestuale riduzione del fattore lavoro (-2,3%). La diminuzione del reddito agricolo è prevalentemente da imputare ad un forte aumento del valore dei consumi intermedi (+10,3%) che ha più che compensato l’aumento del valore della produzione (+3,9%).

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