La sfida della Rete rurale nazionale: ampliare la partecipazione e superare l’isolamento settoriale

La sfida della Rete rurale nazionale: ampliare la partecipazione e superare l’isolamento settoriale

Unità nazionale di animazione e coordinamento della Rete Rurale Nazionale

La politica di sviluppo rurale assume sempre maggiore importanza sia nel contesto della politica agricola comune, sia nel complesso sistema di relazioni che si instaurano progressivamente tra Amministrazioni centrali e regionali, beneficiari e società civile. In questo contesto, la necessità di migliorare la programmazione e la progettazione per garantire qualità, efficacia e trasparenza sono ovviamente principi fondamentali che il Mipaaf intende sostenere e promuovere.
In questa direzione “scambiare e capitalizzare le esperienze”, “aumentare il dialogo”, “comunicare in modo nuovo e più vicino ai cittadini” sono i principali messaggi che la Rete rurale nazionale (Rrn) vuole diffondere a tutti i potenziali partner e ai beneficiari diretti e indiretti della politica di sviluppo rurale e delle proprie azioni.
La Rete rurale nazionale è un programma nazionale inquadrato all’interno della programmazione 2007-2013 per la politica di sviluppo rurale, approvato con Decisione comunitaria e cofinanziato dal Feasr. La Rete, attuata sotto la responsabilità del Mipaaf, è finalizzata, in particolare, ad “accompagnare” l’implementazione dei 21 Programmi di sviluppo rurale (Psr) e al perseguimento di tre grandi obiettivi:

  • il miglioramento della governance;
  • il rafforzamento della capacità progettuale e gestionale;
  • la diffusione delle buone prassi e delle conoscenze.

Per il raggiungimento dei suddetti obiettivi la Rete avrà a disposizione risorse pubbliche pari a circa 83 milioni di euro, il 50% dei quali messo a disposizione dal Feasr e un insieme complesso di azioni tra loro integrate.
La strategia prevista comprende: azioni di sistema e di supporto alle amministrazioni regionali impegnate nella programmazione e attuazione dei Psr, per migliorare l’efficacia, efficienza e l’integrazione con altre politiche; azioni destinate al rafforzamento della capacità progettuale e gestionale di tutti gli attori coinvolti nell’attuazione dei programmi di sviluppo rurale, con particolare riferimento ai Gruppi di azione locale (Gal); azioni di individuazione, analisi e trasferibilità delle buone pratiche e delle innovazioni. La maggior parte di queste azioni dovranno essere affrontate con lo spirito di assicurare il collegamento con un’analoga struttura istituita a livello comunitario, la Rete rurale europea.
Tutte le azioni, nonché l’organizzazione della Rete nascondono degli obiettivi più ambiziosi di quelli strutturati secondo la logica dell’intervento pubblico comunitario. Infatti, si vuole in primo luogo riuscire a “fare rete”, nella consapevolezza che tale azione debba essere finalizzata a massimizzare la partecipazione dei diversi attori, attraverso una forte integrazione tra:

  • lo scambio e la capitalizzazione delle esperienze nel governo e nella progettazione dello sviluppo locale, siano esse maturate in ambito istituzionale, economico o sociale, nazionale o internazionale;
  • l’animazione della partecipazione dei rappresentanti di mondi diversi, portando a “far dialogare” realmente chi proviene dalle istituzioni, il mondo imprenditoriale, chi sviluppa la ricerca scientifica, ma anche la società civile;
  • la comunicazione degli obiettivi e dei risultati della politica agricola comune.

Lo slogan “vogliamo realizzare una rete di reti” è in qualche maniera sintomatico dell’ambizione di andare anche oltre, rafforzata dalla convinzione che sia necessario superare la visione “settoriale” della politica di sviluppo rurale e che nelle aree rurali agiscano un’estrema varietà di componenti: i diversi strumenti di politica economica, la diversa organizzazione istituzionale dei territori rurali, le diverse interrelazioni tra istituzioni e componenti socio-economiche, ecc. Lo slogan rappresenta bene anche la volontà di non voler duplicare azioni già realizzate in altri contesti e il desiderio di realizzare azioni volte a favorire l’integrazione e la complementarità, mettendo a sistema quanto già realizzato da altre Reti formali o informali.
La Rete rappresenta, quindi, una grande occasione non solo per migliorare l’efficienza e l’efficacia con cui la politica di sviluppo rurale viene attuata nel nostro Paese, ma anche per affrontare nuove sfide che possano stimolare i diversi attori coinvolti a innovare le modalità e gli strumenti con cui si ricerca lo sviluppo del settore agroalimentare e delle aree rurali italiane. L’organizzazione della Rete prova a rispondere a questa esigenza, prevedendo la costituzione di una serie di task force tematiche al cui interno condividere obiettivi, esperienze, riflessioni, strumenti e modalità di azione in ambiti ritenuti strategici a livello comunitario e nazionale (vedi Schema 1). Le task force saranno formalmente costituite e potranno vedere la partecipazione di tutti quei soggetti che riterranno di poter portare un contributo concreto alla crescita del sistema sviluppo rurale, con riferimento ai diversi temi, per la propria esperienza istituzionale, per il proprio ruolo nelle organizzazioni di settore e nella società civile o per la propria esperienza nelle attività di ricerca.
Le attività delle task force dovranno essere caratterizzate da due anime, la prima di carattere più operativo, finalizzata a supportare il sistema attraverso la realizzazione di analisi e studi, linee guida, seminari o workshop di approfondimento, visite di studio e qualunque altra azione possa favorire l’acquisizione e il trasferimento di esperienza e conoscenza a un numero più o meno ampio di soggetti.
La seconda anima, invece, è quella che potremmo definire di networking, attraverso cui stimolare il confronto e lo scambio di esperienze, con lo stimolo di “contaminarsi a vicenda” e creare un valore aggiunto alle rispettive attività.
Tuttavia, lo sforzo da compiere da parte di tutti è quello di non vedere le task force come luoghi formali dove essere presenti per dovere di ufficio, con una composizione rigida o con modalità e tempi di convocazione prefissati, ma come spazi flessibili e dinamici dove imparare a lavorare insieme.
Oltre alle task force, la Rete prevede anche la costituzioni di postazioni regionali, il cui ruolo è anche in questo caso tutto da costruire sollecitando il coinvolgimento delle Regioni. E’ certo, tuttavia, che le postazioni regionali dovranno favorire il dialogo e lo scambio di informazioni tra livello nazionale e regionale e viceversa, conoscere come i diversi attori si muovono sul territorio, nonché animare e stimolare la loro partecipazione a livello regionale.
Dal momento della approvazione del programma specifico per l’Italia della Rete rurale nazionale, avvenuto ad agosto 2008, il lavoro della Rete è stato intenso e ha privilegiato le attività finalizzate a sistemare l’organizzazione interna del programma e quelle a supporto delle Regioni per garantire la piena operatività dei Psr.
Tale fase propedeutica all’avvio delle attività è culminata nell’evento di lancio della Rete che è avvenuto a Treviso il 6 e 7 ottobre 2008 nel contesto della Conferenza nazionale dello sviluppo rurale che ha segnato un momento privilegiato per fare il punto sullo stato del negoziato sull’Health check, così come per fare il punto in vista della Conferenza internazionale di Cipro sul futuro dello sviluppo rurale del 16 e 17 ottobre 2008.
E’ appena il caso di notare come proprio la dimensione internazionale della Rete rurale nazionale, in sinergia con la Rete rurale europea, costituisca un punto di novità e di particolare interesse specialmente in termini di occasioni e iniziative di cooperazione internazionale e scambio di buone prassi e innovazioni a livello transnazionale e interterritoriale.
Superata, quindi, la fase di avvio si stanno progressivamente concretizzando le attività più tipicamente di Rete, tra questi il Tavolo permanente di partenariato, che vuole dare seguito alla positiva esperienza avuta durante la definizione del Piano strategico nazionale. Il Tavolo riunitosi per la prima volta il 20 gennaio scorso ha ampliato la sua composizione prevedendo la partecipazione di nuovi attori non tipicamente coinvolti nel processo di consultazione delle politiche agricole e di sviluppo rurale. Al di là della già stimolante discussione generatasi nel corso della riunione, importante sarà il contributo che verrà dal confronto su: la revisione della strategia nazionale per lo sviluppo rurale a seguito dell’approvazione del pacchetto di regolamenti legati all’Health Check; la definizione delle attività prioritarie che saranno oggetto del Piano di azione annuale della Rete.
E’ indispensabile, infine, dedicare un piccolo spazio al portale della Rete, consultabile all’indirizzo www.reterurale.it, che sta progressivamente diventando punto di riferimento importante per una costante informazione sui temi strategici dello sviluppo rurale, strumento per una comunicazione meno istituzionale e più alla portata di tutti. Anche in questo caso, tuttavia, la Rete ha l’ambizione di offrire qualcosa di più; l’obiettivo, infatti, è quello di creare uno spazio per agevolare la partecipazione degli utenti, stimolando il confronto attraverso forum di consultazione, comunità virtuali, spazi dedicati ai diversi membri della Rete.

Schema 1 - Strutture della Rete Rurale Nazionale

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