Promuovere lo sviluppo rurale in condizioni di incertezza

Promuovere lo sviluppo rurale in condizioni di incertezza
Una ricerca condotta in America Latina attraverso l’uso di scenari
a Università di Firenze, Dipartimento di Economia Agraria e delle Risorse Territoriali
b Università di Firenze, Dipartimento di Economia Agraria e delle Risorse Territoriali
c Universidad Autonoma de Chapingo. Morelia, Michoacán, Messico, Centro Regional Centro Occidente

Introduzione

Per promuovere la sostenibilità dello sviluppo è necessario che ricercatori, politici e portatori di interesse adottino una prospettiva di lungo periodo. In questo contesto, emerge la necessità di mettere a punto metodologie che consentano di effettuare valutazioni in condizioni di incertezza.
Il nostro contributo presenta la metodologia e i primi risultati ottenuti nell’ambito di una ricerca che si è proposta di analizzare futuri rischi ed opportunità relativi a tre sistemi di produzione agricola in America Latina. Lo studio si inserisce all’interno del progetto EULACIAS (1), finanziato dall’Unione Europea nell’ambito VI Programma Quadro, il cui obiettivo generale è individuare pratiche agricole sostenibili e linee guida per le politiche di sviluppo rurale. Il progetto si basa su un approccio di tipo partecipativo (cosiddetto di co-innovazione) in cui gli attori locali sono coinvolti nelle diverse fasi della ricerca che vanno dalla individuazione dei problemi e degli obiettivi, alla valutazione degli strumenti attraverso i quali gli obiettivi vengono perseguiti. In EULACIAS, l’impatto sulla sostenibilità delle pratiche agricole viene esaminato attraverso l’uso di modelli che consentano di valutare sia gli aspetti ambientali, sia gli aspetti socio-economici conseguenti l’adozione delle strategie.

Come operare in condizioni di incertezza?

Dall’analisi della letteratura emerge come il più efficace ed utilizzato supporto per l’elaborazione di politiche di sviluppo in condizioni di incertezza sia dato dagli scenari (Rockafellar e Wets 1991, Swart et al. 2004, Postma e Liebl 2005, Waltz et al. 2007).
Kan e Wiener (1996) definiscono questo strumento come la sequenza ipotetica degli eventi, elaborata allo scopo di focalizzare l’attenzione sulle relazioni di causa-effetto e sui punti strategici per il processo decisionale. In questa definizione, come in quelle successive (vedi Godet and Roubelat 1996, Rotmans et al. 2000, Swart et al. 2004) emerge un concetto dinamico, per cui gli scenari non sono una semplice immagine del futuro ma comprendono la descrizione dei fattori di cambiamento (i cosiddetti drivers) e dalla sequenza di eventi che consentono di passare dallo stato attuale a quello futuro.
Gli scenari sono basati sul presupposto che non è possibile prevedere il futuro, perché diverso dal passato e definito da numerosi fattori difficilmente intuibili. Di conseguenza, obiettivo degli scenari non è rivelare se un evento potrà o non potrà accadere, quanto piuttosto aiutare a riflettere sulle azioni da intraprendere nel caso che alcuni eventi si verifichino.
Rotmans et al. (2000) forniscono la seguente classificazione operativa degli scenari:

  • Scenari di tipo esplorativo, in alternativa a scenari di tipo backcasting. Tale classificazione è basata sulla collocazione temporale dell’ipotesi iniziale rispetto alla quale si costruisce lo scenario. In questo ambito, gli scenari esplorativi (detti anche forecasting, in maniera a nostro parere non appropriata perché gli scenari non sono delle previsioni) partono da ipotesi riguardanti il contesto attuale per esaminare le conseguenze future di tali ipotesi. Al contrario gli scenari di tipo backcasting ipotizzano una condizione futura, analizzando la sequenza degli eventi che può portare a tale situazione.
  • Scenari descrittivi, in alternativa a scenari di tipo normativo. La classificazione, in questo caso, si basa sulla assenza/presenza di obiettivi legati a specifici valori. In questo contesto, gli scenari normativi sono costruiti allo scopo di raggiungere un obiettivo prestabilito, mentre gli scenari descrittivi non fanno riferimento a nessuna particolare preferenza.
  • Scenari di tipo quantitativo, in alternativa a scenari di tipo qualitativo. Questa divisione dipende dal tipo di informazioni utilizzate per descrivere lo scenario. Gli scenari quantitativi sono, di norma, il risultato di modelli e si riferiscono a sistemi ben noti. Sono caratterizzati da rigore logico e coerenza strutturale, ma presentano dei limiti nel cogliere la complessità del sistema, soprattutto quando i meccanismi che regolano le interrelazioni non sono completamente conosciuti o dipendono da fattori non quantificabili, come gli aspetti culturali, istituzionali o legati ai valori (Swart et al. 2004).

Il caso studio: il settore del latte nel West Michoacàn, Messico

Il caso di studio riguarda il sistema di produzione del latte nella regione del West Michoacàn, in Messico. Il sistema è costituito principalmente da piccole e medie imprese a conduzione familiare, per la maggior parte con un numero di capi compreso tra 5 e 25. L’alimentazione del bestiame è a base di concentrati in quanto i terreni, poco fertili, hanno una scarsa produzione foraggera. Durante gli ultimi anni, gli allevatori hanno sofferto della diminuzione del prezzo del latte, tanto che molti piccoli produttori si sono trovati nella condizione di dover abbandonare l’attività, con un conseguente impoverimento della popolazione rurale che ha intensificato il flusso migratorio verso gli USA.

Disegno della ricerca

La scelta si è indirizzata verso la costruzione di scenari esplorativi che meglio rispondessero all’obiettivo della ricerca. Gli scenari sono stati costruiti a partire dall’analisi della situazione attuale, sulla base della quale sono stati individuati i principali fattori di cambiamento (drivers), la loro evoluzione e le conseguenze sulla sostenibilità dello sviluppo per le aree di studio selezionate.
L’analisi del contesto attuale e l’individuazione dei principali fattori di cambiamento è stata svolta integrando le conoscenze dei ricercatori con la percezione degli agricoltori e degli esperti. In particolare, da una lato è stata effettuata una analisi della letteratura che ha preso in considerazione sia i documenti ufficiali che quelli non pubblicati. Tale studio ha consentito ai ricercatori di individuare gli elementi chiave, le tendenze in atto e i fattori di tipo istituzionale, sociale ed economico che possono influenzare il sistema. Dall’altro lato, sono stati organizzati incontri con i diversi portatori di interessi per la definizione dell’albero dei problemi, e la identificazione degli elementi che maggiormente influenzano la sostenibilità.
L’analisi della futura evoluzione dei principali fattori di cambiamento e del loro impatto sul sistema agrario è stata svolta attraverso la tecnica del focus group. Questa metodologia di ricerca è definita da Kreuger e Casey (2000) come una tecnica basata sulla discussione tra un piccolo gruppo di persone, guidata da un moderatore e focalizzata su un argomento che si vuole analizzare in profondità. L’analisi dei risultati dei focus group permette di esaminare le principali opinioni dei partecipanti e di osservare l’interazione tra i diversi giudizi espressi nella discussione. Nella fase di selezione dei partecipanti è quindi opportuno favorire una certa differenziazione dei soggetti all’interno del gruppo che non deve tuttavia ostacolare la creazione di un effettivo dialogo (Kreuger e Casey, 2000). In altre parole, il ricercatore deve formare un gruppo omogeneo con piccole diversità, in modo da assicurare contemporaneamente varietà di punti di vista e capacità di comunicazione.
Per quanto riguarda la nostra ricerca, sono stati organizzati due focus group della durata di circa 90 minuti l’uno; il primo si è svolto a San Josè de Gracia, dove risiede la maggior parte dei produttori, il secondo si è svolto a Morelia, capitale dello stato del Michocàn. Il campione è stato selezionato in modo da mantenere un adeguato grado di omogeneità; in particolare, il primo focus group era composto da soggetti pubblici e privati che operano a vario titolo all’interno della filiera del latte: tre rappresentanti delle associazioni di produttori, un rappresentante delle piccole industrie di trasformazione, un politico locale, due rappresentanti dell’organo regionale per i sussidi all’agricoltura, un intermediario commerciale, un consulente che offre assistenza tecnica agli agricoltori. Il secondo focus group, composto da soggetti con un background più istituzionale, era invece costituito da tre rappresentanti del Comitato di sanità animale, due rappresentanti del Comitato statale per la zootecnia del Michoacàn, due ricercatori della Facoltà di veterinaria, un membro dell’istituto di ricerca Fira (Fideicomisos Institudos en Relaciòn con la Agricoltura).

Analisi dei risultati dei focus group

La trascrizione delle discussioni è stata analizzata con l’aiuto di NVivo, un programma di analisi qualitativa dei testi della Sage Pubblications. L’analisi delle trascrizioni dei focus group è stata svolta utilizzando un approccio di grounded theory, secondo il quale il ricercatore, seguendo un processo di tipo iterativo, stabilisce le tematiche rilevanti, creando un sistema di classificazione del testo. Il programma consente di associare ai passaggi del testo ritenuti rilevanti uno o più nodi tematici con l’obiettivo di analizzare il contenuto semantico e concettuale di ciascun nodo. L’approccio di grounded theory (Bauer e Gaskell 2003) è l’unico metodo di analisi del testo sviluppato nelle scienze sociali che prevede la creazione di un sistema di codifica non stabilito a priori dal ricercatore ma che emerge dall’analisi del testo e dalla discussione tra i componenti del gruppo di ricerca. Attraverso la codifica dei testi i ricercatori ottengono una mappatura dei temi che sono apparsi prevalenti nelle risposte dei partecipanti ai focus group.
L’analisi qualitativa del testo permette infine di procedere alla creazione di un sistema di codifica in grado di sintetizzare attraverso un modello interpretativo i contenuti della discussione e di stabilire una gerarchia tra i diversi nodi basata sulla loro ricorrenza all’interno dei focus group. Questo permette di mettere in luce le interrelazioni tra i temi nel tentativo di analizzare il processo di formazione delle opinioni dei soggetti intervistati.

Risultati

Dalle risposte degli esperti emerge come uno dei fattori che maggiormente determinano le difficoltà del sistema lattiero nell’area di studio sia la domanda di latte da parte delle industrie casearie locali che acquistano materia prima a basso costo, anche a scapito della qualità. Infatti, solo pochi grandi allevatori sono sufficientemente organizzati per raggiungere il mercato nazionale di industrie con elevate esigenze qualitative. L’effetto negativo della domanda locale sul prezzo del latte è acuito da due fattori: da un lato il trattato di libero scambio con USA e Canada (NAFTA) che favorisce l’ingresso di latte in polvere di scarsa qualità ma basso prezzo, dall’altro l’insufficienza di controlli da parte delle autorità competenti sulla qualità di prodotti alimentari.
Un altro importante driver per il settore è l’elevato costo della terra che costringe i produttori ad utilizzare pascoli non di proprietà su superfici che spesso variano di anno in anno. Questa situazione costituisce un forte ostacolo all’esecuzione di miglioramenti fondiari e all’accesso al credito. Dai risultati della ricerca emerge inoltre come, in assenza di interventi a favore dell’allevamento, entrambi i fenomeni tenderanno ad intensificarsi nei prossimi 10 anni. Gli esperti hanno sottolineato come le precarie condizioni del settore verrebbero, inoltre, aggravate da un forte aumento del costo dei concentrati conseguente alla crescita della domanda mondiale di alimenti e all’uso dei cereali a fini energetici, vista la sostanziale dipendenza dell’area dalle importazioni di questi prodotti.
Dai risultati dei focus group sono state individuate tre possibili evoluzioni per il settore lattiero. Secondo lo scenario più pessimista, i costi di produzione cresceranno, mentre il prezzo del latte si manterrà sui livelli attuali. In questa situazione, i piccoli e medi produttori si troveranno obbligati a vendere il bestiame, fino a chiudere la loro attività.
In contrapposizione a questa visione, gli esperti individuano due diversi scenari che potrebbero verificarsi anche contemporaneamente; il primo legato principalmente a innovazioni di prodotto, il secondo a innovazioni di processo.
Il primo scenario prevede un miglioramento della qualità legato sia a più adeguate condizioni igienico sanitarie degli allevamenti, sia ad una mutata domanda da parte delle industrie locali. Il miglioramento sarebbe supportato da un programma di formazione degli allevatori e di sensibilizzazione dei consumatori sulla qualità. Inoltre, sarebbe predisposto un sistema di finanziamento per il miglioramento delle strutture di produzione, accompagnato da premi per prodotti di qualità. Contemporaneamente, un rafforzamento dei controlli a livello delle aziende agricole e delle industrie assicurerebbe il raggiungimento dei requisiti minimi di qualità. A livello degli allevamenti, particolare attenzione verrebbe rivolta all’introduzione di pratiche per la prevenzione e la cura delle malattie e per la tutela delle condizioni igieniche in sede di mungitura. Queste innovazioni porterebbero ad miglioramento della qualità che potrebbe anche essere valorizzata attraverso certificazione. Una certificazione, inoltre, consentirebbe ad un numero maggiore di produttori di rivolgersi a quelle industrie che trasformano e commercializzano a livello nazionale latte di alta qualità, la cui disponibilità a pagare è superiore a quella delle industrie locali. Per raggiungere questo mercato, tuttavia, sarebbe necessario anche un miglioramento delle infrastrutture per il trasporto e la conservazione del latte dal luogo di produzione ai centri di trasformazione.
In questo scenario i maggiori costi di produzione legati ai miglioramenti della qualità ed all’inevitabile incremento del costo dei concentrati verrebbero compensati dell’aumento del prezzo del latte. Tale incremento, sia pure più consistente nel caso delle industrie nazionali, consentirebbe comunque agli allevatori di ottenere redditi soddisfacenti, anche con la vendita alle industrie locali.
Il secondo scenario è caratterizzato da innovazioni soprattutto nell’ambito della gestione dei pascoli al fine di migliorarne la produttività in termini di biomassa e di valore foraggero. Tali innovazioni consentirebbero una minore dipendenza dai concentrati, garantendo agli animali un’alimentazione più equilibrata. Gli investimenti necessari sarebbero supportati da un potenziamento del servizio di assistenza tecnica, da appropriate politiche creditizie e da un rafforzamento delle organizzazioni di produttori. L’unione dei produttori garantirebbe un maggiore accesso al credito e la possibilità di investire per migliorare i pascoli, diffondere programmi di miglioramento genetico e aumentare la produzione di foraggio. In questo scenario, il beneficio per gli allevatori sarebbe rappresentato prevalentemente da una riduzione dei costi di produzione e da un aumento della produttività. Ovviamente questo tipo di evoluzione dovrebbe essere accompagnata da una profonda revisione del regime fondiario della zona che potrebbe trovare difficoltà e ostacoli di carattere sociale e giuridico. In tal senso, questo secondo scenario, a differenza del precedente, implica una trasformazione dei rapporti di produzione tra proprietà e impresa difficile a realizzarsi.

Conclusioni

Le analisi sopradescritte hanno messo in evidenza come, a giudizio largamente condiviso dagli esperti, in assenza di cambiamenti nella tendenza evolutiva dei principali drivers considerati si possa profilare nell’arco di un decennio uno scenario fortemente negativo per il settore lattiero caseario nel Michoacàn. L’obiettivo di uno sviluppo rurale sostenibile, pertanto, potrà essere perseguito solo con una stretta sinergia tra i portatori di interesse e le autorità politiche locali e federali. L’individuazione dei due scenari positivi mostra come solo con un impegno congiunto di cambiamento delle politiche commerciali ed agricole ed un processo di organizzazione dei produttori si possano realizzare le condizioni per la diffusione di innovazioni di processo e/o di prodotto, anche alla luce dei modelli che verranno prodotti dal progetto EULACIAS. L’urgenza di avviare questa evoluzione è accentuata dalla situazione congiunturale nella quale, a seguito della crisi economica generale, il flusso migratorio ha ed avrà una battuta d’arresto nel prossimo futuro e si renderà necessaria la creazione di nuovi posti di lavoro localmente.

Note

1 “Breaking the Spiral of Unsustainability in Arid and Semi-Arid Areas in Latin America Using an Ecosystems Approach for Co-Innovation of Farm Livelihood” ; EU FP6-2004-INCO-dev-3; contract nr 032387 [link]

Riferimenti bibliografici

  • Bauer W., Gaskell G. (2003), Qualitative researching: with text image and sound, Sage Publications, London
  • Corrao S. (2000), Il focus group, Franco Angeli, Milano
  • Godet M., Roubelat F. (1996), “Creating the future: the use and misuse of scenarios”, Long Range Planning, Vol.29, n.2, pp.164-171
  • Kahn H.,Wiener A.J. (1967) The Year 2000: A Framework for Speculation on the Next Thirty-Three Years, Macmillan, New York
  • Kreuger R, Casey M. A (2000), Focus group: A practical guide for applied research, Sage Publications, London
  • Morgan, D (1997), Focus Groups as Qualitative Research, Sage Publications, London
  • Postma T.J.B.M., Liebl F. (2005), “How to improve scenario analysis as strategic management tool”, Technological Forecasting and Social Change, Vol.72, n.2, pp.161-173
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  • Swart R.J., Raskin P., Robinson J. (2004), “The problem of the future: sustainability under uncertainty”, Mathematics of Operations Research, Vol.16, pp.119–147
  • Waltz A., Lardelli C., Behrendt H., Grêt-Regamey A., Lundströma C., Kytzia S., Bebi P. (2007), “Participatory scenario analysis for integrated regional modelling”, Landscape and Urban Planning, Vol. 81, pp.114–131
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