Ricchezza e povertà nelle campagne

Ricchezza e povertà nelle campagne
a Università di Chieti-Pescara, Dipartimento di Metodi Quantitativi e Teoria Economica

Molto tempo è passato da quando l'inchiesta agraria di Stefano Jacini metteva in evidenza uno stato di profonda miseria tra la gente che viveva nelle campagne italiane alla fine del 1800.
I molti cambiamenti sociali ed economici intervenuti a seguito del rapido processo di crescita sperimentato nel secondo dopoguerra, hanno permesso di uscire da quello stato di miseria e di garantire al popolo delle campagne condizioni di vita migliori e sempre più prossime a quelle della popolazione urbana.
Negli ultimi tempi, grazie ai nuovi dati a livello territoriale, è stato messo in evidenza che in alcune zone rurali permangono forme di disagio sociale che si esprimono, fra l'altro, in minore accessibilità ai servizi, maggiore disoccupazione e minori opportunità di occupazione.
Allo stesso tempo è più volte emersa l'opinione secondo la quale all'interno delle aree rurali la popolazione agricola rappresenta ormai un'isola felice e questo grazie all'elevato benessere economico garantito dalle nuove forme di produzione e dai molti trasferimenti a favore di questa attività garantiti dalla PAC. E' questo tipo di percezione che ha recentemente portato alcuni a proporre un forte ridimensionamento della PAC.
Ma, al di là delle percezioni, come si sta realmente nelle campagne? E' veramente sparita la povertà nelle campagne e, più in particolare, nel mondo agricolo? Scopo di questa nota è presentare alcune evidenze empiriche circa gli attuali livelli di benessere e di malessere economico delle famiglie agricole e rurali1 nella speranza di fornire un qualche primo elemento che potrebbe risultare utile anche ai fini del monitoraggio del sempre ribadito, ma poco valutato, obiettivo della PAC di assicurare un equo standard di vita alla popolazione agricola e rurale .

Problemi di definizioni e di dati

Quando si intende affrontare lo studio delle condizioni di vita della popolazione rurale ed agricola in modo sistematico ci si scontra con vari ordini di problemi.
In primo luogo vi è una carenza di fonti statistiche adeguate. L'unica base dati a carattere sistematico in cui sono disponibili informazioni su redditi, consumi e ricchezza, ovvero delle variabili necessarie per effettuare un'analisi sul benessere economico, è l'indagine sui bilanci delle famiglie condotta da Banca d'Italia2. Quest'indagine, tuttavia, non rilevando informazioni sull'eventuale impresa agricola non consente di verificare, ad esempio, il ruolo delle scelte produttive sull'eventuale malessere economico della famiglia.
Un secondo ordine di problemi è quello relativo alla definizione delle famiglie agricole e rurali. Per quanto riguarda le prime non appare soddisfacente fare genericamente riferimento al totale delle famiglie agricole come quelle in cui viene percepito un qualche reddito agricolo (Eurispes, 2003). All'interno della popolazione sono presenti due componenti con caratteristiche sociali ed economiche molto differenti: da una parte vi sono che il Barberis (1981) propone di chiamare “famiglie aziendate” e che sono spesso indicate nella letteratura internazionale come farm household (Eurostat, 2000) , ovvero il gruppo delle famiglie in cui uno qualsiasi dei componenti percepisce un reddito da attività agricola indipendente3; dall'altra vi è il gruppo delle famiglie agricole salariate, queste sono quelle in cui uno qualsiasi dei componenti percepisce un reddito da attività agricola dipendente. E' facile immaginare che il benessere economico e i comportamenti socio-economici di questi due gruppi possano essere molto differente, appare quindi opportuno analizzarli separatamente. Anche nel caso dell'identificazione delle famiglie rurali sorgono problemi. Come è noto, infatti, a tutt'oggi nella UE non è stata concordata una definizione ufficiale di area rurale. Tuttavia, recentemente la Commissione ha costruito le statistiche sulle aree rurali adottando la definizione suggerita dall'Ocse secondo la quale sono rurali i comuni con una densità di popolazione inferiore ai 150 abitanti/Km2.

Come stanno le famiglie agricole?

Le famiglie con imprese agricole: redditi elevati, ma instabili, e ricchezza superiore alla media

I dati riportati in tabella 1 mostrano come nel 2002 le famiglie delle imprese agricole abbiano potuto godere di redditi globali4 superiori rispetto a quelli percepiti dalla famiglia media italiana. Questa evidenza rimane confermata sia che si valuti a livello familiare, per individuo o per adulto equivalente5.

Tabella 1 – Redditi, consumi e ricchezza per tipo di famiglia, Italia, 2002
(famiglia media italiana = 100)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Banca d'Italia

Gli elevati redditi delle famiglie agricole sono il risultato di strategie di allocazione delle risorse familiari spesso complesse e sempre più basate sulla multifunzionalità e pluriattività . Nella figura 1 si osserva, ad esempio, che in media nel sottocampione delle famiglie agricole con impresa i redditi derivanti dal lavoro in agricoltura sono responsabili di meno della metà del reddito globale familiare.

 

Figura 1 – Composizione del reddito globale delle famiglie agricole con imprese, Italia, 2002

Fonte: nostre elaborazioni su dati Banca d'Italia

La ricerca da parte delle famiglie agricole di fonti di reddito esterne al settore agricolo è spesso giustificata dal tentativo di ottenere redditi più stabili, come è noto infatti, malgrado i molti avanzamenti consentiti dall'introduzione di innovazioni tecnologiche, i redditi agricoli risentono ancora oggi degli andamenti climatici che li rendono più variabili rispetto ai redditi percepiti in altri settori (Figura 2).

Figura 2 – La variabilità dei redditi delle famiglie agricole con impresa
(valori in euro)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Banca d'Italia

Il tentativo di mettersi al riparo dalle possibili perdite di reddito e, quindi, dall'incapacità di mantenere un determinato livello di consumi nel tempo potrebbe essere una delle cause che giustificano gli elevati livelli di ricchezza detenuti dalle famiglie agricole. Questi livelli non solo risultano molto superiori a quelli della famiglia media italiana, ma anche rispetto a quelli della media delle famiglie con imprese non agricole.

Le famiglie dei salariati agricoli: elevato rischio di povertà

La posizione decisamente svantaggiata delle famiglie con redditi agricoli di tipo dipendente rispetto alla famiglia media italiana appare subito evidente (Tabella 1). L'inferiorità in termini di redditi e consumi di queste famiglie appare ancora più marcata, tra l'altro, quando si passa dai valori a livello familiare a quelli pro-capite o per adulto equivalente.

Le famiglie dei salariati rappresentano quindi l'area della povertà in agricoltura, la percentuale di poveri all'interno di questo gruppo è più che doppia rispetto alla media italiana (Figura 3).

Figura 3 – Indice di povertà, 2002

Fonte: nostre elaborazioni su dati Banca d'Italia

C'è da augurarsi che i recenti aumenti superiori alla media delle retribuzioni contrattuali orarie registrati in agricoltura (+5.9%) abbiano potuto alleviare il malessere economico delle famiglie dei salariati agricoli.

Le famiglie rurali: male ma non troppo

Le famiglie rurali non agricole seppure in media godono di un livello di benessere economico leggermente al di sotto di quello della famiglia media italiana, tuttavia presentano un rischio di povertà inferiore a quello medio.

Conclusioni

Le evidenze fino a qui prodotte mostrano come le analisi di tipo distributivo possano essere utili per sfatare o corroborare ipotesi sul mondo rurale, troppo spesso basate su percezioni più che su evidenze obiettive, oltre che a fornire dei nuovi elementi di riflessione su fenomeni spesso trascurati perché poco visibili.
Chi parla più, ad esempio, dei problemi sociali ed economici dei salariati agricoli? E' vero sono pochi, ma l'intensità del malessere economico che li caratterizza appare molto più grave di quella di altre categorie, non necessariamente più numerose, di cui invece i media parlano diffusamente.
L'elevato rischio di povertà delle famiglie con salari agricoli e, più in generale, la qualificazione del loro malessere socio-economico meriterebbero un approfondimento, ma questi aspetti non esauriscono sicuramente i motivi di interesse per i risultati delle analisi distributive all'interno del mondo rurale ed agricolo. Da questo tipo di analisi si potrebbero infatti dedurre conoscenze utili sia per il cosiddetto targeting delle politiche agricole e rurali, sia per un più efficace monitoraggio dell'impatto delle misure adottate ed, ancora, per valutare il ruolo che multifunzionalità e pluriattività possono avere nell'alleviare i tradizionali problemi connessi alla variabilità dei redditi agricoli.

Riferimenti bibliografici

 

  • Banca d'Italia (vari anni), Indagine sui bilanci delle famiglie, Banca d'Italia, Roma, Italia.C. Barberis (1981) Povertà e distribuzione dei redditi nelle campagne italiane. In Barberis et al. La povertà del mondo rurale in Italia. Franco Angeli.
  • Eurispes (2003) La povertà in agricoltura. Una mappa del rischio e del disagio rurale in Italia .
  • Eurostat (2000), Incomes of Agricultural Sector Households , Luxembourg .
  • Istat, Il Reddito delle Famiglie Agricole , Argomenti, n.11, Roma, 1998.
  • C. Salvioni e G. Colazilli (in corso di stampa) “Redditi, consumi e ricchezza delle famiglie agricole e rurali italiane.” In E. Basile e C. Cecchi (a cura). Atti del Convegno SIDEA "Diritto all'alimentazione, agricoltura e sviluppo", Roma (16-18 settembre 2004), Franco Angeli.

 

  • 1. I risultati presentati sono tratti da C. Salvioni e G. Colazilli (in corso di stampa).
  • 2. Un'altra base di dati utilizzabile per analisi di tipo distributivo sull'agricoltura è quella costruita a partire dall'indagine sulle caratteristiche socio-economiche dell'agricoltura dell'ISMEA con, quest'indagine fornisce però al momento le osservazioni relative ad un unico anno. Inoltre, recentemente l'indagine RICA-REA si è arricchita di un set di domande che consentono di ricostruire il reddito globale familiare delle famiglie agricole, ma non fornisce indicazioni su consumi e patrimonio familiare.
  • 3. Questa è la cosiddetta definizione larga ( broad ) generalmente utilizzata a livello internazionale (Eurostat, 2000).
  • 4. Con reddito globale ci si riferisce alla somma dei redditi da lavoro e non da lavoro (da capitale e trasferimenti) percepiti dalla famiglia.
  • 5. I valori per adulto equivalente sono ottenuti applicando le scale di equivalente, ovvero dei coefficienti che attribuiscono ai componenti della famiglia un valore diverso a secondo della posizione e dell'età. In questo modo si tiene conto non solo della numerosità ma anche della composizione del nucleo familiare.
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