Le criticità di attuazione dei Psr 2014-20 attraverso le Postazioni regionali della Rete Rurale Nazionale

Le criticità di attuazione dei Psr 2014-20 attraverso le Postazioni regionali della Rete Rurale Nazionale

Abstract

A due anni dall’inizio della programmazione, l’attuazione dei Psr italiani è caratterizzata da un forte impegno delle Amministrazioni nella accelerazione delle operazioni previste. L’avanzamento della spesa mostra infatti un marcato ritardo, a causa di una complessa situazione di criticità in vari livelli. Attraverso il contributo delle Postazioni Regionali della Rete Rurale, si è svolta una prima lettura delle principali criticità incontrate nei diversi Psr.

Introduzione

A due anni dall’inizio della programmazione, lo stato di attuazione dei Psr delle Regioni e Province autonome italiane è caratterizzato da un forte impegno nella emissione di bandi e nella accelerazione delle operazioni previste. Si stima che la quota delle risorse finanziarie complessivamente mobilitate, determinata dalle dotazioni poste a bando a valere sulle diverse misure e sottomisure programmate e dai trascinamenti dal precedente periodo, superi ormai il 50% del budget destinato agli interventi di sviluppo rurale regionalizzati. In termini di pagamenti effettivi, la situazione è senz’altro più critica. Dai dati di monitoraggio, infatti, si evince che al primo semestre del 2017 sono stati erogati contributi pubblici complessivamente pari a 2.095 milioni di euro (corrispondenti ad una quota Feasr di 1.043 milioni di euro).
L'avanzamento della spesa pubblica effettivamente sostenuta risulta pari al 10% del totale programmato per il periodo 2014-2020. Come è possibile notare dalla Figura 1, le misure con minori difficoltà sono quelle legate ad un meccanismo di pagamento su base annuale, come la misura per l’erogazione di indennità compensative (M13), quelle a superficie per i pagamenti agro-climatico-ambientali e per l’agricoltura biologica (rispettivamente M10 Paca e M11 Biologico) e la Misura 14 (benessere degli animali).
La situazione dei Psr italiani presenta, quindi, motivi di preoccupazione, anche se si deve rilevare un'attività intensa svolta dalle Autorità di gestione (AdG) e dagli Organismi Pagatori regionali (OP). A livello comunitario l’Italia è fanalino di coda, insieme a Ungheria e Malta, per avanzamento della spesa Feasr, mentre a livello nazionale la situazione è sensibilmente migliore a quanto si può osservare per gli altri Programmi Operativi (PO), specialmente con il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp) e con il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). Alla luce dell’esperienza maturata nei precedenti periodi di programmazione, bisogna comunque ammettere che i ritardi nell’attuazione degli interventi comportano grandi rischi: in termini quantitativi, per il conseguimento dei risultati intermedi programmati al 2018; in termini qualitativi, a causa della compressione dei tempi di attuazione degli interventi; in termini organizzativi, per l’inevitabile sovrapposizione con la programmazione post 2020.
Diventa rilevante procedere a una lettura di questa situazione, al fine di porre in evidenza le possibili motivazioni e, soprattutto, di individuare le soluzioni più rapide ed efficaci per affrontare ciascuna criticità. In questo senso, nell’ambito delle attività previste dal Programma Rete Rurale Nazionale (Rrn) 2014-2020 per le Postazioni Regionali (scheda progetto 27.1), su indicazione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf), si è proceduto, e si procede in modo continuativo, a una rilevazione delle principali criticità riscontrate a livello regionale nella conduzione dei diversi Programmi di Sviluppo Rurale (Psr).

Figura 1 – Avanzamento della spesa per misura (I semestre 2017)

Fonte: Rrn

Il ruolo e le funzioni delle Postazioni Regionali della Rrn

Il Programma di sviluppo rurale della Rrn 2014-2020 per l’Italia è stato adottato dalla Commissione Europea il 26 maggio 2015, con una dotazione finanziaria pari a circa 115 milioni di Euro (60 milioni di euro dal bilancio UE e 55 milioni di euro di cofinanziamenti nazionali). Esso rappresenta lo strumento di governance di una organizzazione specificatamente creata per sostenere le politiche per lo sviluppo rurale attraverso 4 priorità strategiche: migliorare la qualità dell’attuazione dei programmi di sviluppo rurale; stimolare la partecipazione dei portatori d’interesse all’attuazione dello sviluppo rurale; informare il pubblico e i potenziali beneficiari sulla politica di sviluppo rurale e su eventuali possibilità di finanziamento; promuovere l’innovazione nel settore agricolo, nella produzione alimentare, nella silvicoltura e nelle zone rurali.
Su tutto il territorio nazionale sono operanti le Postazioni Regionali (PR) della Rrn che assicurano il necessario collegamento tra le strutture centrali della Rete e gli attori istituzionali impegnati nella gestione dei Psr, intercettando da un lato le varie istanze espresse a livello locale e, dall’altro, diffondendo sui territori le informazioni sulle opportunità dello sviluppo rurale, sugli strumenti della Rete e sulle modalità di gestione dei Psr. Esse costituiscono un volano in grado di valorizzare le attività della Rrn, facilitando al contempo l’individuazione dei punti critici per l’attuazione dei Psr e consentendo una ricerca di soluzioni condivise ed efficaci per il miglioramento della governance, anche funzionali al rispetto dell’N+31.
Le PR svolgono le attività di “nodo” regionale dei network tematici, con funzioni di animazione territoriale e diffusione delle informazioni; di “voce della Rete” nei territori regionali (es. partecipazione eventi e convegni) e “voce delle Regioni” nella comunicazione/informazione che la Rete effettua a livello nazionale (contributi a riviste, segnalazione di iniziative regionali, pubblicazione di avvisi pubblici, ecc.); “antenne” in grado di raccogliere le esigenze di supporto a livello regionale e territoriale, trasferire e scambiare soluzioni e informazioni nel proprio e in altri contesti di intervento, raccogliere sistematicamente esperienze di successo a livello regionale e territoriale, che possano alimentare il patrimonio informativo delle “eccellenze” che si manifestano nelle aree rurali; di “supporto operativo” alle iniziative formative e informative svolte nei territori regionali a favore dei portatori di interesse, in sinergia con i Piani di comunicazione dei Programmi regionali.
In questa ottica, risulta strategica la costante attività di ascolto e osservazione delle criticità che, con un forte approccio orientato al problem solving, le PR svolgono sistematicamente nel loro affiancamento alla gestione dei Psr ed è accompagnata dalla raccolta di informazioni relative allo stato di avanzamento dei bandi emanati dalle Regioni e Province Autonome a valere sulle azioni dei loro Psr. A complemento di queste attività, nel corso del 2017, in vista dell’incontro annuale con la Commissione europea, è stata avviata una particolare ricognizione presso le Regioni e Province Autonome, in merito alle principali criticità riscontrate nella implementazione dei programmi. Come risultato della combinazione di queste attività, le criticità puntuali di ogni realtà regionale sono state raccolte e messe a sistema, attraverso lo scambio e la lettura orizzontale tra le diverse PR, in schede puntuali di “domanda-risposta”. La lista dei temi affrontati nei primi tre anni di attività è ampia e variegata. Ad esempio, si sono affrontati temi quali i problemi di fideiussione dei Gal, le difficoltà di attuazione delle misure forestali, le difficoltà in merito al Performance Framework (PF), quelle relative al Protocollo Unico di Colloquio (Puc) nell’implementazione di un sistema elettronico di monitoraggio comune a tutti i Fondi Europei, la compilazione delle Relazioni Annuali di Attuazione (Raa), il supporto al Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Pan), la stima dei Costi Semplificati e i relativi controlli in campo e documentali, l’accompagnamento al perfezionamento delle Strategie Aree Interne, i processi di selezione dei Gruppi Operativi (GO) del Partenariato Europeo dell’Innovazione e altro ancora.
Le attività delle PR non si esauriscono evidentemente in una fase di osservazione, ma sono di supporto attivo alle azioni stesse della Rete mettendo in campo un grande patrimonio di competenze specialistiche e multidisciplinari. Le strategie operative delle PR possono essere fondate su un approccio più classico, come la definizione di linee guida e documenti metodologici e l’organizzazione di seminari di approfondimento tematici, o su un approccio più innovativo incentrato, ad esempio, sull’animazione degli stakeholder,  sulla costruzione di spazi specifici di informazione e sul supporto allo start-up di processi strategici nel contesto del Psr (es. l’avvio dei Gal dell’Approccio Leader, dei Gruppi Operativi della rete del Partenariato Europeo per l'Innovazione, delle schede progettuali delle Strategie Aree Interne, degli strumenti finanziari, ecc.).

Le principali criticità a livello di misura

Di seguito vengono illustrate in modo sintetico le criticità che hanno avuto effetto, secondo quanto rilevato presso le Autorità di Gestione nel 2017, sull’attuazione dei programmi e che costituiscono i principali fabbisogni su cui la Rrn sta peraltro già operando nelle sue diverse linee di azione.
Innanzitutto, si possono porre in evidenza alcuni aspetti critici comuni a più misure. Tra questi, sono evidenti gli effetti dei ritardi legati alla posticipata approvazione dei Psr e di conseguenza all’avvio degli interventi, che hanno richiesto anche la definizione di diversi aspetti puntuali legati al sistema di gestione e controllo degli stessi Programmi. Tra questi, vale la pena ricordare: la definizione dei principi di selezione in fase di stesura dei Programmi, con successiva declinazione in criteri puntuali e approvazione da parte dei Comitati di Sorveglianza; la verificabilità e controllabilità delle misure (Vcm), novità introdotta dall’art. 62 del Regolamento (UE) n. 1305/13 che ha imposto alle Autorità di Gestione e agli Organismi Pagatori di eseguire una valutazione ex ante e in itinere della verificabilità e controllabilità delle misure inserite nei Psr.
La valutazione della Vcm prende in considerazione i risultati dei controlli effettuati nel precedente e nell'attuale periodo di programmazione; se risulta che i requisiti di verificabilità e controllabilità non sono soddisfatti, le misure interessate sono riviste di conseguenza. Per tale ragione, anche al fine di ridurre il tasso di errore nella politica di sviluppo rurale e garantire una maggiore efficienza delle procedure necessarie all’erogazione degli aiuti, le AdG hanno dovuto concordare con gli OP tutti gli impegni e gli obblighi per ciascuna misura prevista, prevedendo regole di controllo chiare e semplici nelle loro modalità di verifica.
In termini più operativi, si sono rilevate criticità nell’utilizzo, ad esempio, di strumenti per la determinazione e la valutazione della redditività delle aziende agricole o difficoltà legate ad alcune zonizzazioni, come ad esempio quella basata sull’individuazione delle aree ad alto valore naturale e, soprattutto, la nuova determinazione delle aree svantaggiate che vedrà, al più tardi nel 2019, la completa delimitazione delle zone soggette a vincoli naturali significativi, diverse dalle zone montane, ai sensi dell’art. 32 comma 1 lettera b) del Regolamento (UE) n. 1305/13. Si riporta di seguito l’elenco delle principali criticità individuate a livello di misura.

  • Misura 1 “Trasferimento delle conoscenze”: le procedure risultano complesse e lunghe (es. accreditamento degli enti di formazione), anche per la rendicontazione delle spese; applicazione della normativa sugli iuti di stato; difficoltà nello scambio di conoscenze tra gli operatori economici nell’ambito della sottomisura 1.3; complessa integrazione con gli interventi dei GO del Pei;
  • Misura 2 “Consulenza”: complessa attuazione (Iva, meccanismi di affidamento, gare e appalti, procedure di accreditamento); criticità legate al beneficiario della misura (non più l’agricoltore bensì il prestatore del servizio di consulenza); non è chiaro il coordinamento con il sistema di consulenza nazionale;
  • Misura 3 “Qualità dei prodotti agricoli”: limite di attivare la certificazione solo una volta presentata la domanda di sostegno; problemi di controllo e di riconoscimento delle spese nell’ambito dell’approccio collettivo; difficoltà di calcolo dei costi standard;
  • Misura 4 “Investimenti”: difficoltà di soddisfacimento delle condizionalità ex ante (es. Direttiva quadro sulle acque); criticità legate alla presentazione e alla gestione della domanda (es. strumenti di business planning on line, procedure del Sistema Informativo Agricolo Nazionale); definizione dei criteri di ammissibilità e di selezione dei beneficiari (es. soglie di produzioni standard aziendali); rigidità amministrative e, in alcuni casi, demarcazione con altri interventi;
  • Misura 5 “Ripristino del potenziale produttivo”: necessità di interventi volti a limitare la diffusione di Xylella fastidiosa, nell’ambito della sottomisura 5.2;
  • Misura 6 “Sviluppo Aziendale agricolo”: criticità legate alla presentazione e alla gestione della domanda (es. strumenti di business planning on line, procedure del Sistema Informativo Agricolo Nazionale); definizione dell'agricoltore attivo troppo restrittiva; definizione dei criteri di ammissibilità e di selezione dei beneficiari (es. soglie di produzioni standard aziendali);
  • Misura 7 “Servizi di base”: criticità di implementazione e di raggiungimento degli obiettivi intermedi del Performance Framework; applicazione della normativa in materia di appalti pubblici; difficoltà procedurali e di governance nell’avvio degli interventi per la banda ultra larga; non è chiaro il concetto di pubblica utilità e il campo di azione delle sottomisure;
  • Misura 8 “Investimenti in aree forestali”: ridotto interesse per gli interventi da parte dei potenziali beneficiari; difficoltà attuative conseguenti all'obbligo del piano di gestione forestale;  determinazione dell'aumento del valore delle foreste;
  • Misura 9 “Associazioni e organizzazioni di produttori”: difficoltà nel riconoscimento di nuove organizzazioni di produttori;
  • Misura 10 “Paca”: aggiornamento della stima dei mancati redditi e costi aggiuntivi per la determinazione degli aiuti; ritardi dovuti alla gestione dei ricorsi e contenziosi aperti;  risorse messe a bando non sempre adeguate a quelle richieste con le domande; necessità di azioni di informazione e accompagnamento all’adesione agli interventi più innovativi (es. agricoltura conservativa);
  • Misura 11 “Biologico”: aggiornamento della stima dei mancati redditi e costi aggiuntivi per la determinazione degli aiuti; ritardi dovuti alla gestione dei ricorsi e contenziosi aperti;  difficoltà di calcolo dei costi standard di certificazione;
  • Misura 12 “Natura 2000”: applicazione dei vincoli della Direttiva quadro acque e delle Direttive per le Zone Natura 2000;
  • Misura 13 “Indennità in zone soggette a vincoli naturali”: complessità metodologiche della nuova delimitazione delle zone soggette a vincoli naturali; risorse messe a bando non sempre adeguate a quelle richieste con le domande;
  • Misura 14 “Benessere degli animali”: dove attivata, alcuni problemi di gestione dei ricorsi;
  • Misura 15 “Servizi silvo-ambientali”: limiti derivanti dalla pianificazione forestale;
  • Misura 16 “Cooperazione”: criticità legate alla gestione degli interventi (es. coerenza tra tipologie di spese previste e ammissibilità, sistemi di controllo, anticipi, applicazione del de minimis, calcolo dei costi standard); criticità di governance e indeterminatezza dei contenuti di alcune sottomisure; complessità delle procedure di valutazione dei progetti; necessità di una maggiore connessione tra domanda e offerta di innovazioni già presenti sul territorio;
  • Misura 19 “Leader” : marcata complessità di gestione degli interventi (es. anticipi e pratiche di fidejussione); necessità di un maggiore supporto tecnico ai Gal (es. in materia di monitoraggio e valutazione); difficoltà di profilatura degli interventi sul sistema Vcm;
  • Misura 20 “Assistenza tecnica”: applicazione della normativa in materia di appalti pubblici; difficoltà nella dimostrazione della congruità e ragionevolezza dei costi dei servizi in affidamento.

L’esigenza regolamentare di finanziare aziende agricole anche piccole ma potenzialmente redditizie ha comportato criticità nel calcolo della dimensione economica aziendale e delle conseguenti soglie minime di accesso agli interventi; aspetti, questi,  da trattare a livello di sistema poiché riguardanti diversi interventi, anche di particolare rilevanza (es. le operazioni di investimento nell’ambito della misura 4 o il sostegno ai giovani imprenditori nella misura 6 e anche alcuni aspetti della misura 11) Tenuto conto che non sono disponibili le produzioni standard per alcune colture e allevamenti, la Rete è già attiva con diverse iniziative volte sia al completamento delle informazioni statistiche che al trasferimento di strumenti di stima, anche in connessione con la Rica.
Un rilevante ambito di criticità, comune a molte misure, è legato agli aspetti di natura più amministrativa e burocratica. Ad esempio, molte autorità di gestione hanno posto in evidenza il complesso e tortuoso percorso per pervenire alla notifica e approvazione degli aiuti di Stato.  Le criticità riguardano soprattutto la complessità dei regolamenti comunitari e la necessità di meccanismo di confronto e supporto, al fine di rendere le procedure più snelle e veloci. Sempre nell’ambito della gestione amministrativa degli interventi, si deve sottolineare il peso delle nuove procedure richieste con la normativa sugli appalti, alcune difficoltà di riorganizzazione interna ad alcuni Enti e alcune criticità nei rapporti con alcuni Organismi Pagatori. Non meno critico è stato, in alcuni casi, l'elevato numero di domande pervenute su diversi bandi, che ha richiesto un cospicuo lavoro istruttorio protrattosi nel 2017, ritardando le istruttorie sulle domande di pagamento e di conseguenza le erogazioni. Per le misure ad investimento, ad esempio, si cominciano ad intravedere solo ora i primi risultati a seguito delle istruttorie e della presentazione da parte dei beneficiari delle domande di pagamento per i lavori eseguiti. Per le misure a superficie si evidenziano criticità/difficoltà a gestire un flusso di domande quantitativamente inatteso e alcuni problemi in merito al calcolo dei valori compensatori.
Si evidenziano, infine, maggiori ritardi e difficoltà di avvio e implementazione per misure complesse o caratterizzate da progettazione integrata (Leader, cooperazione, banda ultra larga). Praticamente tutte le AdG pongono in risalto la necessità di velocizzare l’attuazione della banda ultra larga, che si pone come un aspetto di marcata preoccupazione. In sintesi si pone in luce una non chiara definizione di ruoli e responsabilità del circuito finanziario e attuativo, con il forte rischio di non raggiungere i target intermedi del Performance Framework. In tema di applicazione di Leader, le AdG hanno posto in marcata rilevanza la criticità legata ai ritardi di spesa, anche per aspetti amministrativi come le erogazioni degli anticipi per i Gal. Si conferma pertanto che Leader "fatica" a stare dentro le rigide regole del Feasr, in quanto la peculiarità dell'approccio territoriale e della governance dal basso e i gradi di libertà per i Gal, previsti dai regolamenti, mal si conciliano con ciò che è previsto dai Psr e dal sistema di gestione (compreso il monitoraggio e la valutazione e i rapporti con gli OP). La Rete ha già attivato un percorso per soddisfare tale fabbisogno e si deve ricordare il supporto costante offerto dalla cosiddetta task force Leader. Si evidenziano, infine, anche alcuni ritardi dell'approvazione delle strategie per le Aree Interne.

La lettura di alcuni aspetti trasversali

Secondo le informazioni rilevate presso le Autorità di Gestione, il soddisfacimento delle condizionalità ex ante assume una marcata rilevanza e oltre la metà delle amministrazioni sottolinea una criticità a riguardo, domandando un supporto, per altro già attivato dalla Rete. Le AdG riportano un livello di coordinamento non adeguato, non solo a livello di Feasr, ma più in generale per tutti i fondi strutturali. In particolare, le maggiori criticità si rilevano per gli aspetti legati agli aiuti di Stato, agli appalti pubblici e, specie nelle misure con investimenti, per le acque e le risorse irrigue.
Gli aspetti di monitoraggio e valutazione risultano rilevanti, anche nell’ottica della redazione della Relazione annuale di attuazione (Raa), specie di quella presentata al 2017, comprendente la quantificazione dei risultati del programma e la risposta alle domande del Questionario Valutativo Comune per lo sviluppo rurale di cui all’Allegato V del Regolamento (UE) 808/2014. Si evidenziano diverse criticità su aspetti quali il sistema di monitoraggio nel suo complesso, l’operatività dei sistemi informativi, l’attivazione e le procedure di valutazione. Si sottolinea, in particolare, la necessità di rendere più omogeni i sistemi legati al monitoraggio (Igrue-Sin-Agea – altri Organismi Pagatori), al fine di comporre un quadro comune efficace ed efficiente, che sia di concreto supporto per la gestione degli interventi. Il sistema unitario nazionale non risulta ancora adeguato a soddisfare le esigenze regionali e si riporta una preoccupazione in merito ai tempi di entrata in funzione a regime del sistema unico di colloquio tra tutti i Fondi Strutturali. In merito alla redazione della Relazione annuale di attuazione, le AdG evidenziano in molti casi come la natura di questo documento sia particolarmente complessa e che conduca a un documento sostanzialmente non leggibile e di difficile utilizzo, anche all’interno della amministrazione. Particolarmente critico si è rilevata la compilazione delle tabelle di monitoraggio, basate sul pagato. Relativamente agli aspetti più puntuali di valutazione, il ritardo nei processi di selezione del valutatore indipendente è considerato il punto maggiormente critico, anche se le attività della Rrn su tale aspetto sono giudicate positive. La seconda criticità posta in evidenza è la complessità di approccio della valutazione during the programme in relazione all’ approccio strategico dell'attuale programmazione, più orientata ai risultati. Su tali temi la Rete ha operato nel dettaglio, anche a livello locale attraverso le PR, con un servizio di back office e con la diffusione di documenti di spiegazione e orientamento.

Tabella 1 – Quadro di sintesi delle criticità a livello trasversale

Fonte: rilevazioni dirette

Il quadro della riserva di performance si conferma un elemento di forte preoccupazione, a cui la Rete ha risposto con incontri e con la redazione di documenti di orientamento e analisi. La stima e la quantificazione degli indicatori del PF, si ricorda, dovrebbe fare riferimento a progetti conclusi e questo è un elemento critico alla luce dell’avanzamento dei programmi. Si pone in evidenza il rischio di non raggiungere i target fisici e finanziari su diverse priorità: difficoltà su alcuni interventi di investimento, su misure legate alle condizionalità ex ante (risorse irrigue) o alla banda larga. Si segnala ancora una problematica legata alla metodologia stessa di determinazione dei target intermedi, sul processo di modifica e di eventuale riprogrammazione.
Infine, risultano critiche le procedure di affidamento della valutazione ex ante degli strumenti finanziari, per la definizione degli strumenti attivabili, nonché per la definizione delle eventuali modifiche al Programma. La Rete sta seguendo, su diverse linee di attività, tale aspetto di fabbisogno

Alcune conclusioni

La lettura effettuata dalle Postazioni Regionali, attraverso diverse modalità di rilevazione, mette in luce un quadro caratterizzato da diverse aspetti critici e con rilevanti fabbisogni di supporto. A fianco di importanti criticità operative e da non trascurare, sia di carattere trasversale sia di carattere puntuale, l’aspetto centrale è che per il 2014-20 è avvenuto un cambiamento complessivo, che poggia su due ordini di fattori: quello normativo e quello tecnico-amministrativo.
L’adozione, da parte delle strutture comunitarie, di nuove regole comuni per tutti i Fondi ha portato, nonostante il dichiarato intento di semplificazione, a una maggiore complessità e rigidità dell’intero processo di attuazione. La recente relazione della Corte dei Conti europea (2017) evidenzia come la concezione del quadro delle policy 2014-2020 sia stata molto ambiziosa e come il nuovo approccio di programmazione orientata ai risultati resti un aspetto innovativo e positivo. Tuttavia, l’attuazione che ne risulta appare troppo complessa e inficiata da carenze significative, che vincolano e riducono l’impatto di tali sforzi, a fronte di una forte crescita degli oneri amministrativi per le Autorità di Gestione e di ritardi consistenti nell‘adeguamento al quadro giuridico definitivo. La sintesi di questo percorso è che l’attuazione dei Psr è più lenta del passato e che i ritardi nell’avvio dei programmi costituiscono un problema generale. Come risulta dalle rilevazioni a carico delle PR, l’attuale quadro di implementazione ha limitate possibilità, anche in prospettiva, di adeguarsi in tempi rapidi verso l’efficienza e l’efficacia che richiederebbe l’approccio strategico disegnato. Il sistema comune di monitoraggio e valutazione, ad esempio, sembra avere esaurito la sua capacità di spinta e sembra incagliato in troppi tecnicismi invece di orientarsi sui contenuti; anche l’introduzione del perfomance framework mostra limiti importanti, con più criticità che capacità di incentivo.
Con riferimento all’ambito tecnico-amministrativo, si pone in evidenza una concentrazione di aspetti innovativi, che potrebbero condurre a migliorare l’azione amministrativa in tempi più lunghi, ma che oggi sono spesso una criticità, come i cambiamenti imposti dal nuovo codice per gli appalti, le condizionalità, i controlli a volte eccessivi con poca proporzione tra sforzi e risultati ottenuti, le difficoltà di orientarsi tra le diverse operazioni attivate e attivabili, il concetto di operazione conclusa, il quale limita fortemente la portata delle informazioni di monitoraggio.
In tale contesto il punto centrale per le AdG diventa quello di attivare procedure adeguate a seguire la strategia per arrivare a spendere meglio, aumentando l’efficienza dell’azione regionale, con attenzione ai risultati ottenuti. La difficoltà maggiore è quella di definire di volta in volta le principali criticità da risolvere, in un quadro, come detto, ricco di problemi da affrontare. In questo senso, il lavoro svolto dalle Postazioni Regionali assume un significato sempre più consistente e strategico, in quanto esse sono pensate e strutturate proprio per l’attività di ascolto, raccolta e riporto alla Rete rurale, al fine di attivare, in termini di sistema dello sviluppo rurale nazionale, le più corrette risposte e con le tempistiche più adeguate.

Riferimenti bibliografici

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  • Cristiano S. (2012), Politica di sviluppo rurale e sistema della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura, in Agriregionieuropa n°28

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  • Rrn (bozza), Feasr 2014-20. Report di avanzamento dei bandi dei Psr 2014-20

  • Mantino F. (2013), La riforma delle Politiche di sviluppo rurale 2014-2020, in Agriregionieuropa n°35,

  • Mantino F. (2012), Alla ricerca dell’integrazione perduta tra aiuti Pac, sviluppo rurale e politiche di coesione nella riforma 2014-2020, Agriregionieuropa, n. 29

  • 1. La cosiddetta regola dell’N+3 (artt. 86 e 136 del Regolamento UE 1303/2013 e art. 38 del Regolamento UE 1306/2013) dovrebbe contribuire ad accelerare l'attuazione dei programmi. In base ad essa, la Commissione procede al disimpegno automatico della parte di un impegno di bilancio relativo ad un Psr che non è stata utilizzata per il prefinanziamento o per i pagamenti intermedi o per la quale non le siano state presentate delle dichiarazioni di spesa a firma degli organismi pagatori, a titolo di spese effettuate, entro il 31 dicembre del terzo anno successivo all'anno dell'impegno di bilancio.
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