Il ruolo e l’attività dell’Organizzazione Interprofessionale della Pera

Il ruolo e l’attività dell’Organizzazione Interprofessionale della Pera

Il Progetto OI Pera (Organizzazione Interprofessionale della Pera) è nato 2012, grazie alla volontà dei principali attori della filiera e alla determinante collaborazione della Regione Emilia-Romagna e, a marzo 2014, l’OI Pera ha ottenuto il riconoscimento dell’Unione Europea.
Perché nasce l’OI Pera? Il comparto della pera negli ultimi anni aveva messo in luce alcune criticità, dovute sostanzialmente ad una stagnazione dei consumi, non solo in Italia ma anche nei principali mercati di destinazione, a fronte di un aumento dell’offerta in particolare di alcuni paesi europei come Belgio, Olanda, Portogallo, paesi peraltro con una forte propensione all’export. Il Belgio nel giro di poco tempo ha visto aumentare la produzione da circa 250.000 a 370.000 tonnellate; l’Olanda è passata da 230.000 a 350.000 tonnellate; il Portogallo da 170.000 a 200.000 tonnellate.
Il rilancio del settore doveva obbligatoriamente passare nel “fare sistema”, per individuare regole comuni e fare strategie e l’OI rappresenta questo tavolo comune.
L’OI Pera oggi è riconosciuta da Ortofrutta Italia (OI nazionale) come comitato di prodotto pere ed è composta da 30 soci, di cui 14 della produzione, 8 del commercio, 4 della trasformazione e 4 Soci consultivi.
Ottenuto il riconoscimento l’OI ha iniziato ad essere operativa.
È importante sottolineare che l’OI Pera non ha un ruolo commerciale, non deve vendere prodotto e decidere sui prezzi, ma ha comunque un ruolo determinate nel mettere a punto strategie di conoscenza, promozione, regole comuni a supporto della commercializzazione e della programmazione dell’offerta.
Diverse sono le attività che l’OI ha cercato di svolgere dalla data di riconoscimento ad oggi. Tra queste migliorare la conoscenza della produzione e dei mercati nazionale ed esteri. L’OI Pera quindi fino ad oggi ha costantemente monitorato l’evoluzione delle produzioni non solo in Italia ma anche dei principali competitors, ha effettuato la stima delle previsioni di produzione in anticipo rispetto alla raccolta, ha fornito agli associati informazioni circa la distribuzione dei calibri delle principali varietà, tutti elementi importantissimi per effettuare una giusta strategia commerciale. A questo proposito l’OI annualmente ha cercato di definire regole di raccolta del prodotto, proprio in funzione alla qualità del prodotto da gestire.
Tra le principali attività su cui l’OI è impegnata, vi è la costituzione di un catasto delle pere. L’importanza di poter disporre di un catasto è fondamentale per tutte le specie frutticole, perché solo attraverso un’informazione corretta e chiara del reale potenziale produttivo è possibile mettere in atto strategie. Conoscere la situazione attuale in termini di superficie, varietà, età degli impianti è assolutamente necessario per disporre di affidabili stime produttive, per poter fare proiezioni a breve termine dell’offerta, per orientare la programmazione dei nuovi impianti, per migliorare la qualità della produzione di pere, favorendo la coltivazione di determinate varietà che risultino più idonee al consumo.
Un’altra attività finanziata e promossa dalle aziende aderenti all’OI è il monitoraggio dei costi di produzione delle pere, per valutare il grado di competitività delle pere nazionali.
Un aspetto importante su cui l’OI Pera si è impegnata è quello della promozione. Per poter rendere più competitive le pere nazionali, c’è un percorso, che nasce da strategie produttive e commerciali, ma che devono essere accompagnate da una corretta comunicazione e promozione del prodotto al consumatore, alla GDO, sia in Italia che sui mercati esteri.
La pera italiana è un prodotto fortemente orientato al mercato interno, ma sfortunatamente i consumi delle pere in Italia non sono andati bene. Dal 2000 al 2013 gli acquisti al dettaglio di pere da parte delle famiglie italiane sono scesi da circa 460.000 tonnellate a poco più di 300.000 tonnellate. Nel 2014 abbiamo registrato un 13% in più rispetto all’anno precedente e anche nel 2015 i dati sono positivi, con una crescita degli acquisti del 10% rispetto all’anno precedente.
Rimaniamo comunque al di sotto dei livelli dei primi anni duemila e quindi c’è bisogno di un forte recupero di consumo.
Sul fronte estero, come abbiamo evidenziato, c’è una forte concorrenza che l’embargo russo ha reso sicuramente più accesa. Dobbiamo conquistare nuovi mercati e mantenere le posizioni su quelli tradizionali, ma senza una penetrante comunicazione e promozione per fare conoscere le caratteristiche qualitative del prodotto, in particolare pera Abate, è tutto più difficile. Anche in questo ambito l’OI può avere un ruolo decisivo per condurre campagne promozionali coordinate ed efficaci.
Il progetto di promozione negli Stati Uniti è stato un esempio che ha messo in evidenza le potenzialità di uno strumento come l’OI. Nel 2014 per accompagnare il prodotto sul mercato Usa abbiamo realizzato, in collaborazione con il Cso (Centro Servizi Ortofrutticoli di Bologna) un evento di comunicazione e degustazione della pera Abate Fetel, a New York presso Eataly, con la presenza di oltre 20 giornalisti consumer e trade, opinion leader ed importatori.
Nel mese di gennaio 2015, l’OI ha realizzato un’attività di comunicazione e promozione sul mercato tedesco della durata di 15 giorni, focalizzata sulla conoscenza del prodotto e sul suo utilizzo gastronomico  con una campagna di affissione in 4 città tedesche (Hessen, Gottingen, Munster e Hannover) in cui contestualmente sono state realizzate promozioni nella Gdo. Questa azione ha avuto una grande visibilità sul consumatore finale raggiungendo oltre 10 milioni di contatti utili.
In questi due anni abbiamo anche organizzato convegni e momenti di confronto, sempre col fine di fare conoscere l’OI, le sue potenzialità e diffondere la conoscenza sul settore pera.
Infine tra i compiti dell’OI vi è quello di monitorare le informazioni relative all'attività normativa e legislativa sia a livello nazionale che comunitario e soprattutto promuovere iniziative, anche di sistema, per favorire il superamento delle barriere fitosanitarie. In particolare stiamo lavorando su alcuni Paesi, come Cina, Sud Africa, Taiwan, Messico.
Un’ulteriore attività dell’OI è rivolta alla problematica dell’utilizzo dei fitofarmaci, che ha ricadute evidenti sulla qualità del prodotto, sulla commercializzazione e sulla competitività della produzione. Il divieto di utilizzare alcuni prodotti in post-raccolta contro il riscaldo ha portato ad un danno produttivo a livello nazionale stimato in circa 36.000 tonnellate di pere Abate per una perdita in termini di valore stimata in circa 29 milioni di euro. L’OI Pera, per dare risposte a questo problema, ha cofinanziato un progetto sulla predizione del rischio del riscaldo superficiale nelle pere Abate (progetto Nsure).
Sempre per rimanere in ambito della ricerca, l’OI ha cofinanziato il progetto “Qualità e valorizzazione della pera Abate”, avente lo scopo di valorizzare il prodotto Abate Fetel mediante tecniche di frutticoltura di precisione, trattamenti etilene-bloccanti, adozione di disciplinari di produzione e gestione delle partite in funzione dei mercati e delle fasce di gamma.
In conclusione con l’interprofessione si sono aperti scenari interessanti e grandi opportunità soprattutto grazie alla forza del fare sistema.

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