Il progetto pilota “voce alle aziende” nella valutazione in itinere del Psr Liguria 2007-13

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Il progetto pilota “voce alle aziende” nella valutazione in itinere del Psr Liguria 2007-13

Brevi cenni introduttivi1

La finalità principale del progetto pilota “Voce alle aziende” è stata quella di indagare, al di là dei risultati dell’indagine campionaria, le principali problematiche che attanagliano il mondo agricolo, attraverso il coinvolgimento diretto di un gruppo di beneficiari del Programma di Sviluppo Rurale (Psr) 2007-2013 della Regione Liguria, chiamati a raccontare la propria esperienza lavorativa (e di vita).
Se da un lato, infatti, la crescente perdita di competitività del settore agricolo (non solo a livello regionale, ma anche nazionale e comunitario) rischia di acuire il divario tra città ed aree rurali, dall’altro le recenti difficoltà lavorative in settori che mai prima avevano sperimentato elementi di debolezza (come ad esempio il terziario) possono favorire scelte di vita che privilegiano il ritorno alla terra (Felici et al., 2013). In tale scenario non va dimenticato che quello che accomuna il complesso e variegato territorio ligure – dalle aree costiere a quelle interne e di montagna – è la scarsità di terreni da destinare all’agricoltura, la quale risulta fortemente condizionata dalle caratteristiche ambientali e morfologiche del territorio (AA.VV., 2012). Per secoli l’uomo ha modellato il paesaggio cercando un giusto equilibrio tra attività umane e ambiente naturale; tuttavia, oggi tale equilibrio si è fatto più fragile in conseguenza sia dei fattori di pressione antropica (in particolare lungo la sottile fascia costiera), sia del progressivo abbandono delle aree interne, che hanno contribuito a determinare, tra il 2000 e il 2010, una contrazione della Sau e del numero delle aziende agricole, a livello regionale2, tra le più accentuate d’Italia.
Tale scenario, unito alla circostanza che vede il Psr regionale parte attiva nella rinascita e valorizzazione dell’entroterra ed il settore primario protagonista della corretta gestione del territorio rurale (Regione Liguria, 2007), ha portato ad indagare se, al di là dei fenomeni di “fuga dalla terra”, fossero invece presenti elementi di interesse, e in controtendenza, con quanto registrato nel periodo intercensuario. Partendo da tali presupposti, l’analisi proposta è stata sviluppata intorno al seguente interrogativo: «nonostante le difficoltà insite nell’attività agricola, è pensabile che le zone rurali siano ancora luoghi dove poter realizzare le proprie idee?». In tal senso, per comprendere appieno le strategie di sviluppo delle aziende agricole e, soprattutto, i fattori (pro e contro) che si celano dietro le scelte compiute (“ritorno alla terra”), il gruppo di ricercatori si è posto, in un’ottica di valutazione partecipata3, come uditore di coloro che tale scelta hanno effettivamente compiuto.
Di seguito vengono, quindi, sintetizzati gli elementi principali della sperimentazione realizzata, che si è basata – partendo dalla considerazione che la valutazione partecipata non implichi necessariamente l’adesione a una disciplina, a un metodo o a tecniche specifiche – su un mix combinato di metodi di indagine qualitativi e quantitativi.

Aspetti metodologici: le fasi del processo di ascolto del territorio

L’approccio metodologico utilizzato nel presente lavoro deriva da un percorso che, a tutti gli effetti, può definirsi di “ascolto del territorio”.
Nel corso del 2012 sono state realizzate, nell’ambito della valutazione in itinere del Psr Liguria, una serie di attività, articolate globalmente in tre fasi consecutive e complementari, ciascuna contraddistinta dall’uso di una peculiare tecnica di rilevazione, con livelli diversi di coinvolgimento diretto dei soggetti beneficiari del Programma. Le fasi di attività, schematizzate nella figura 1, hanno visto il ricorso a: indagine diretta; video report; brainstorming valutativo.
Più nel dettaglio, a partire da alcune evidenze dell’indagine diretta, come il rinnovato interesse per l’attività agricola, anche da parte di soggetti provenienti dai settori dell’industria e dei servizi, si è scelto di indirizzare la ricerca verso aspetti prettamente qualitativi, indagando le ragioni che portano ad intraprendere o mantenere un’attività agricola (cosa significa svolgere l’attività agricola oggi?); si è poi cercato di cogliere la percezione dei principali attori del Psr (le aziende agricole beneficiarie) relativamente alla capacità del Programma regionale di incidere sullo sviluppo dell’imprenditorialità.

Figura 1 - Le fasi principali del progetto pilota (metodi e tecniche di analisi)


Fonte: Lattanzio e Associati - Consel

Fase 1 - Indagine diretta

Le indagini dirette4, estese a tutto il territorio regionale, si sono focalizzate su un campione di 214 soggetti (beneficiari di bandi regionali e bandi Leader) corrispondenti al 17,32% dell’universo campionario5. A tal fine sono stati predisposti dei questionari di tipo semi-strutturato (con prevalenza di risposte chiuse) ed articolati in più sezioni: anagrafica e dati di progetto; dati di struttura al momento dell’intervista (valore della produzione, reddito; ecc.); quesiti specifici sulle misure di intervento; qualità e commercializzazione; sostenibilità ambientale; occupazione; quesiti di contesto (utilizzo di internet, priorità di intervento, ecc.). I questionari – in ragione delle specifiche esigenze conoscitive della ricerca valutativa, delle peculiarità delle misure oggetto di indagine, nonché delle caratteristiche degli intervistati – sono stati somministrati mediante interviste telefoniche con tecnica Cati (Computer Assisted Telephone Interview) (Istat, 2002), o compilati direttamente on-line tramite tecnica6 Cawi (Computer Assisted Web Interview).
I risultati delle indagini, ed in particolare le evidenze registrate sulle misure 1.1.2 “Insediamento giovani agricoltori”; 1.2.1 “Ammodernamento delle aziende agricole”; 3.1.1 “Diversificazione verso attività non agricole”, hanno costituito, da una parte, la base informativa che ha portato ad indirizzare la ricerca verso aspetti prettamente qualitativi e, dall’altra, lo stimolo per la sperimentazione di tecniche di valutazione partecipata.

Fase 2 - Realizzazione del video report

L’obiettivo di questa fase è stato quello di indagare in profondità gli aspetti motivazionali che hanno portato ad intraprendere l’attività agricola nel caso delle aziende neo-insediate. A tal fine si è deciso di scegliere, quale strumento di indagine, il video report, sia per far sentire le aziende pienamente interpreti del cambiamento in atto (capaci di apportare elementi di conoscenza), sia per poter disporre di un supporto fruibile da un pubblico di non addetti ai lavori per la diffusione delle attività e dei risultati del Psr Liguria. Esso rappresenta il prodotto finale di una indagine articolata, che si è sviluppata attraverso tre step principali: 1) definizione dei soggetti da intervistare; 2) elaborazione della traccia di intervista; 3) montaggio del video report e diffusione dei risultati.
Definito l’areale di indagine in base alla concentrazione delle domande di aiuto 7 presentate, si è proceduto alla selezione di cinque soggetti beneficiari, considerati un numero idoneo per le finalità comunicative del video report, sulla scorta dei seguenti criteri: i) progetti rilevanti (contributo pubblico superiore alla media); ii) progetti innovativi 8; iii) settori di attività agricola; iv) volontà (e disponibilità) a prendere parte al video report 9.
Al di là degli aspetti strettamente metodologici 10, preme evidenziare come, fatta eccezione per la scelta dell’area di indagine, la selezione dei soggetti sia stata volutamente casuale e non abbia cercato di enfatizzare singoli casi di eccellenza, difficilmente replicabili da altre aziende. Inoltre, in fase di registrazione 11, gli imprenditori hanno potuto “dialogare” liberamente con la telecamera e, pur seguendo una traccia di intervista precedentemente predisposta, hanno fatto emergere tematiche e specificità del tutto impreviste, mettendo in luce sia gli aspetti positivi che quelli negativi della propria esperienza. La fase finale del montaggio, condotta in autonomia per motivi di ordine tecnico e logistico, ha permesso di riorganizzare le informazioni raccolte, articolandole in tre differenti modelli di sviluppo delle aziende agricole, a seconda delle motivazioni personali che sono alla base della scelta imprenditoriale effettuata.

Fase 3 - Brainstorming valutativo

Nell’ambito del progetto pilota “voce alle aziende”, il brainstorming valutativo (Bezzi, 2010) ha avuto il duplice obiettivo di permettere la condivisione degli esiti delle indagini dirette con i beneficiari del Psr e di fornire spunti di riflessione suscettibili di ulteriore approfondimento, avendo come base di riferimento i dati quantitativi di un campione rappresentativo di beneficiari del Programma. Volendo dare continuità alle analisi qualitative condotte nell’ambito del percorso analitico intrapreso, sono stati invitati a partecipare al brainstorming sia i soggetti beneficiari (compresi coloro che erano già stati intervistati nella fase 2) che vivono e lavorano nella Val di Vara, sia altre aziende agricole non beneficiarie del Psr. Il brainstorming, tenutosi presso un’azienda agrituristica beneficiaria, ha riscontrato un forte entusiasmo da parte dei soggetti interpellati ed ha visto la partecipazione di circa quindici aziende. Per favorire il dibattito il brainstorming è stato strutturato in due momenti: i) proiezione del video report, finalizzata alla condivisione degli esiti delle indagini e concepita come fase preliminare alla discussione; ii) gestione del brainstorming.
La scelta di avvalersi degli spazi di una azienda beneficiaria ha avuto il preciso scopo di incentivare la partecipazione delle aziende locali, oltre ad aver stabilito un clima paritetico tra i soggetti presenti, favorendo una sorta di auto-inibizione delle aziende leader. Aver dato pari spazio a tutte le aziende nella proiezione del video ha infatti equiparato le varie realtà, smussando le dinamiche competitive fra aziende trainanti e follower.
Al fine di riorganizzare i risultati dell’incontro, i diversi aspetti affrontati e le proposte elaborate nel corso della discussione di gruppo sono stati sintetizzati in singoli temi, che potrebbero fungere da stimolo per possibili futuri approfondimenti di natura tematica e metodologica.

Principali evidenze

Il primo risultato degno di nota si deve all’utilizzo di una metodologia di analisi che ha permesso, tra l’altro, di raggiungere direttamente le aziende, dando loro voce in maniera autentica, senza filtri ed intermediazioni (soprattutto nella fase 2 - video report). Grazie alle tecniche di rilevazione Cati e Web based, ed alla solerzia degli intervistatori, è stato possibile raggiungere oltre il 90% del campione di indagine, riducendo fortemente i processi di distorsione (sample selection bias), che avrebbero potuto inficiare le risultanze espresse (Dubin, Rivers, 1989).
L’approccio metodologico, di per sé innovativo, sia rispetto alle singole fasi, che, soprattutto, per la consequenzialità con la quale le diverse tecniche sono state utilizzate, costituisce il primo importante risultato. Inoltre, seppure le fasi iniziali di contatto delle aziende si siano dimostrate tutt’altro che semplici, superati i primi ostacoli e l’iniziale diffidenza, molte di esse hanno messo volentieri a disposizione il loro tempo, sentendosi partecipi di un progetto in cui potevano esprimere la loro opinione e non semplicemente essere utilizzate come “fornitori di dati”.
Con riferimento specifico all’indagine diretta (fase 1) è emerso, contrariamente alle attese dei dati intercensuari dell’Istat, un rinnovato interesse verso l’attività agricola (Figura 2), anche da parte di soggetti provenienti dal mondo dell’industria e del terziario (oltre i due terzi dei giovani prima dell’insediamento in azienda non svolgevano attività agricola). Nella maggioranza dei casi il “passaggio” al settore agricolo è radicale, ma si nota anche la presenza di soggetti (35% del campione) che continuano a svolgere la precedente attività lavorativa in maniera complementare a quella agricola. Inoltre, a seconda della tipologia di accesso alla terra, i giovani agricoltori si dividono in maniera netta tra chi si inserisce ex novo e chi continua le attività familiari. L’insediamento in azienda deriva, infatti, dalla cessione da parte di un altro imprenditore nel 53% dei casi e dalla creazione di una nuova attività nel restante 47%, contribuendo a caratterizzare il contesto regionale per un notevole rinnovamento del settore, non solo di natura generazionale, ma anche culturale per l’ingresso di soggetti con esperienze extra agricole. Quanto qui concisamente riportato (per approfondimenti si veda Ecosfera VIC - Consel, 2012), mostra come il settore primario sia riuscito ad attrarre professionalità provenienti da esperienze lavorative disparate, che “tornano” all’agricoltura anche dopo un notevole lasso di tempo.

Figura 2 - Lo status dei soggetti beneficiari della misura 1.1.2 pre-insediamento


Fonte: Lattanzio e Associati - Consel

Dopo questa prima fase di analisi, estesa a tutto il territorio regionale, le principali risultanze dell’indagine sono state indirizzate verso la ricerca di aspetti squisitamente qualitativi (fase 2), indagando le ragioni che portano ad intraprendere e/o mantenere un’attività agricola in uno specifico areale di riferimento.
La modalità del video report, unita alla modalità di selezione dei beneficiari, ha permesso, in breve tempo, di “raccontare” delle storie nelle quali altre aziende possono riconoscersi, stimolando il dibattito a livello locale. In particolare, le interviste hanno consentito di definire tre modelli di “ritorno alla terra”, basati sulle scelte imprenditoriali dei soggetti coinvolti, esemplificativi delle peculiarità e dell’evoluzione dell’economia rurale ligure in un’areale definito: 1) agricoltura come scelta di vita, nel quale le nuove aziende agricole, forti del bagaglio esperienziale maturato nei contesti di provenienza, si configurano come aziende diversificate e multifunzionali; 2) innovazione nella continuità, modello che si basa sull’esistenza di una azienda agricola familiare. I beneficiari continuano l’esperienza familiare, ma cercano di portare idee innovative e “freschezza imprenditoriale” capaci di coniugare obiettivi di sviluppo e aspirazioni personali; 3) ricerca delle radici, che si caratterizza per la valorizzazione di un patrimonio fondiario rimasto per lungo tempo in abbandono e per l’attenzione al trasferimento, dalle precedenti generazioni a quelle attuali, delle tradizioni e dei saperi taciti che altrimenti rischierebbero di andare perduti.
Infine, nella terza fase (brainstorming valutativo) è stato registrato un generale consenso sui tre modelli identificati ed è emersa la necessità di rafforzare le nascenti reti relazionali costituitesi tra i “foresti” e i locali per migliorare la qualità della vita delle aree rurali. I partecipanti hanno, infine, raccontato la loro esperienza di vita e di lavoro in Val di Vara, sottolineandone la dimensione “comunitaria” e il senso di appartenenza. Si tratta in prevalenza di persone che hanno deciso di intraprendere attività improntate al recupero e alla valorizzazione di prodotti e tradizioni locali, scoprendo un clima ospitale di accoglienza dove, ad esempio, le profonde diversità derivanti dalle zone di provenienza si affievoliscono di fronte all’obiettivo comune di voler contribuire allo sviluppo del territorio in cui si è scelto di vivere.
Più in generale, come messo in risalto dai soggetti intervistati, attraverso il “ritorno alla terra” si producono, a livello locale, effetti moltiplicativi positivi sulla popolazione e sulle imprese presenti nelle aree rurali. Le maggiori evidenze riguardano l’importanza che il Psr ha assunto nella valorizzazione del territorio in termini di: offerta di servizi, tutela dell’ambiente, incentivazione del turismo, mantenimento delle attività agricole e presidio del territorio. Inoltre, non va trascurato un fattore determinante, capace di generare ricadute concrete sul miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali, quale il forte “senso di appartenenza” dei soggetti al territorio.

Osservazioni conclusive

Il progetto pilota trae origine dalla volontà di esplorare le motivazioni alla base delle scelte imprenditoriali intraprese dai beneficiari del Psr Liguria, valorizzando ed approfondendo i risultati delle indagini dirette condotte nel corso del 2012. La natura qualitativa dell’analisi (Moruzzo, Annunzi 2010) ha comportato l’adozione di un approccio sperimentale, caratterizzato dalla partecipazione attiva di un gruppo di beneficiari del Psr insistenti sul territorio della Val di Vara, invitati a raccontare, davanti ad una telecamera, le loro esperienze personali. Le interviste effettuate sono state raccolte in un video report, il quale, proiettato in occasione del brainstorming, è stato il punto di partenza per la discussione di gruppo.
Se il video report “cristallizza” delle esperienze e, per la sua indiscussa valenza comunicativa, costituisce un agile strumento di diffusione dei risultati del Psr Liguria, il brainstorming ha rappresentato sia un momento di approfondimento degli esiti delle indagini dirette, conferendo continuità al lavoro svolto, sia un luogo di confronto capace di fornire spunti di riflessione, inevitabilmente condizionati dalle esperienze personali di ciascun partecipante.
Tuttavia, il carattere fortemente sperimentale del progetto sconta i limiti legati alle peculiarità del territorio su cui si è sviluppato. Ciò non toglie che il confronto intrapreso, i temi dibattuti e le proposte elaborate dimostrino l’esistenza di fabbisogni trasversali (promozione di contatti diretti con la Regione, potenziamento dei rapporti tra aziende), tendenzialmente condivisibili da beneficiari operanti in altre zone della Liguria e che potrebbero essere oggetto di future analisi. Il progetto pilota ha fatto emergere, infatti, una diffusa volontà, da parte dei beneficiari, di partecipare attivamente al dibattito concernente lo sviluppo agricolo regionale; di agire senza intermediari per poter esprimere le proprie opinioni e condividere le esperienze delle altre aziende. Quello che emerge con forza, infine, è che soltanto privilegiando un maggiore ascolto delle istanze locali si potrà rendere questo “ritorno alla terra” un fenomeno duraturo e capace di invertire o forse, più realisticamente, attenuare, i processi di abbandono che coinvolgono gran parte dell’entroterra ligure e di quello nazionale nel suo complesso.

Riferimenti bibliografici

  • AA.VV. (2012), Politiche e strumenti di sostegno per l’agricoltura biologica in alcuni paesi europei, Inea, Roma

  • AA.VV. (2007), Using participatory video to evaluate community development, XXII European Congress of Rural Sociology, Wageningen, 2007

  • Arzeni A., Sotte F. (2013), Imprese e non-imprese nell’agricoltura italiana. Una analisi sui dati del Censimento dell’agricoltura 2010. Working paper n. 20/marzo 2013, Gruppo 2013, Roma [pdf]

  • Bezzi C. (2011), Evaluational brainstorming, Sociology Mind, 2011 Vol. 1, No. 4, pp. 151-155

  • Buscemi V., Felici F., Legnini M., Licciardo F., Mappa O., (2013) Il percorso di ascolto del territorio attraverso l’approccio alla valutazione partecipata: il progetto pilota “voce alle aziende” nell’ambito della valutazione in itinere del Psr Liguria 2007-2013. Relazione presentata al XVI Congresso dell’Associazione Italiana di Valutazione, 18-19 aprile 2013, Milano

  • Dubin A. J., Rivers D. (1989), Selection Bias in Linear Regression, Logit and Probit Models, Sociological Methods Research November 1989 vol. 18 no. 2-3 360-390

  • Ecosfera VIC - Consel (2012), Gli effetti del Psr Liguria 2007-2013 su tematiche trasversali: aspetti economici, ambientali e sociali [pdf]

  • Felici F., Licciardo F., Mappa O. (2013), Il contributo del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Liguria. Aspetti motivazionali e strategie di sviluppo delle aziende agricole: il progetto pilota “voce alle aziende”, Abstract presentato al Convegno “Corsa alla terra anche in Italia?”, Rovigo, 15-16 Marzo 2013 [pdf]

  • Istat (2002), Una soluzione in house per le indagini Cati

  • Moruzzo R., Annunzi I. (2010), La cultura valutativa condivisa nei processi di sviluppo locale, XIII Congresso AIV, Pisa, 25-26 Marzo 2010

  • Regione Liguria (2007), Programma Regionale di Sviluppo Rurale per il periodo 2007-2013

  • 1. L’analisi proposta si inserisce nell’ambito delle attività previste dal servizio di Valutazione in itinere del Psr Liguria 2007-2013 affidato al Rti Lattanzio Vic - Consel. Gli autori ringraziano l’Autorità di Gestione del Psr Liguria 2007-2013 per la concessione dei dati e gli utili suggerimenti forniti nel corso della ricerca valutativa.
  • 2. Mentre nelle regioni del Nord Ovest, il calo registrato tra il 2010 e il 2000 è meno incisivo di quanto intercorso nel decennio precedente, questo non avviene in Liguria, che vede ulteriormente acuirsi le dismissioni aziendali. Tuttavia, a livello regionale, come emerso durante le interviste ad un gruppo di rilevatori di entrambi i Censimenti, la contrazione risulta influenzata da una sovrastima aziendale realizzata nel 2000. Inoltre, come evidenziato in un recente lavoro (Arzeni, Sotte, 2013), nel caso del 6° Censimento generale dell’agricoltura, la definizione dell’azienda agricola e zootecnica presenta tre differenze rispetto al precedente Censimento: tra queste, in particolare, vi è l’esclusione dal campo di rilevazione delle unità esclusivamente forestali (precedentemente incluse) che, in un contesto come quello della Liguria, rivestono un peso significativo sul totale delle aziende agricole e forestali.
  • 3. Il tema della “partecipazione” può vantare, da alcuni decenni, uno sviluppo notevole soprattutto in ambiti di intervento quale quello della progettazione e realizzazione delle politiche pubbliche. Tale circostanza deriva, in particolare, dalla maggiore complessità sociale e dalla crescita dei bisogni ad essa riconducibili, che comportano, per i governi nazionali, la necessità di una pianificazione strategica delle politiche pubbliche basata sulla codecisione con tutti gli attori sociali che, seppure non investiti di potere decisionale, sono in grado di condizionarne l’implementazione sul piano sostanziale.
  • 4. Le indagini complessive svolte nel 2012 hanno coinvolto 344 aziende inerenti anche altre Misure come la: 1.2.3 “Aumento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali”; 1.2.5 “Infrastrutture connesse allo sviluppo e all’adeguamento dell’agricoltura e della silvicoltura”; 2.1.6 “Sostegno agli investimenti non produttivi nei terreni agricoli”; 2.2.6 “Ricostituzione del potenziale forestale ed introduzione di interventi preventivi” per le risultanze di tali analisi si rimanda all’approfondimento trasversale del Psr Liguria “Gli effetti del Psr Liguria 2007-2013 su tematiche trasversali: aspetti economici, ambientali e sociali”.
  • 5. Per definire l’universo campionario inerente 1.216 domande di finanziamento, sono state preventivamente escluse le domande di pagamento che facevano riferimento al precedente periodo di programmazione 2000-2006 e quelle inerenti gli anticipi, considerate poco rilevanti ai fini della presente indagine.
  • 6. Nell’utilizzare tale strumento è stato reso disponibile per gli intervistati un servizio di help desk.
  • 7. La selezione dei beneficiari da intervistare è stata effettuata mediante un’analisi desk dei soggetti beneficiari del Psr. La ricognizione si è concentrata sui beneficiari delle Misure 1.1.2 e 1.2.1 nel territorio della provincia di La Spezia, in particolare della Val di Vara, che ha mostrato, a livello regionale, uno dei maggiori tassi di adesione al Psr; si pensi, a tal proposito, che nei comuni appartenuti alla ex Comunità Montana dell’Alta Val di Vara si concentra oltre il 20% delle domande effettuate in Liguria a valere sulla Misura 1.1.2 e il 6% sulla Misura 1.2.1. Nel solo comune di Varese Ligure sono state presentate 1.515 domande, sia per Misure strutturali che per quelle a premio, inerenti a 256 beneficiari, per un importo complessivo erogato di oltre 7,3 Meuro.
  • 8. A tal fine si è utilizzato il medesimo criterio usato per definire l’indicatore di risultato R3 “Numero di aziende che hanno introdotto nuovi prodotti e/o nuove tecniche”, per il quale, partendo da un elenco predefinito di interventi potenzialmente innovativi, ricostruiti sugli interventi ammissibili del Psr, ricorrendo al dettaglio investimenti fornito da Agea per singola domanda di aiuto, sono state selezionate le aziende che hanno investito, in misura superiore al 30% dell’investimento totale, in tali interventi.
  • 9. Questo ultimo aspetto teorico non ha condizionato la scelta dei soggetti intervistati. Grazie alla compresenza dei criteri di selezione, si è ottenuto un numero esiguo di soggetti che, dopo essere stati contattati telefonicamente hanno aderito al video report. La scelta, quindi, non è stata influenzata da aspetti comunicativi o telegenici dei partecipanti, in quanto il progetto si pone come obiettivo prioritario quello di valutare dei comportamenti, indipendentemente da altri aspetti.
  • 10. Per approfondimenti, si rinvia al documento “Gli effetti del Psr Liguria 2007-2013 su tematiche trasversali: aspetti economici, ambientali e sociali” (Ecosfera VIC - Consel, 2012).
  • 11. Le registrazioni sono state effettuate il 16 e 17 luglio 2012.
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