La PAC di fronte alle "Nuove Sfide"

La PAC di fronte alle "Nuove Sfide"
Una analisi attraverso i piani finanziari dei Programmi di Sviluppo Rurale

Il progressivo aggravarsi di alcune problematiche ambientali ha sollecitato una maggiore attenzione all'ambiente e alla sostenibilità dello sviluppo economico da parte delle grandi potenze politiche ed economiche, anche attraverso importanti accordi internazionali e strategie espressamente dedicate, come il Protocollo di Kyoto, le strategie di Lisbona e Göteborg e il pacchetto europeo “Energia-Cambiamenti climatici” approvato nel 2008, conosciuto anche come strategia "20-20-20".
L’Unione Europea ha deciso di ricoprire il ruolo di capofila a livello mondiale nell’affrontare tale situazione e la PAC è stata certamente una delle politiche comunitarie maggiormente coinvolte sia per le conseguenze che un sempre più preoccupante degrado ambientale potrebbe generare sul settore agricolo, sia per le possibilità di intervento concrete che agricoltura e silvicoltura sono in grado di offrire a favore della mitigazione degli effetti negativi e dell’adattamento alle mutate condizioni.
Per questi motivi, nell’ambito della riforma Health Check, maggiori risorse, drenate dal primo pilastro a favore dello sviluppo rurale dalla modulazione, sono state indirizzate al rafforzamento di quattro priorità ambientali: cambiamento climatico, energie rinnovabili, gestione delle risorse idriche, biodiversità. Esse sono legate trasversalmente dalla Sfida dell’"innovazione" che potrà essere perseguita in connessione alle altre priorità ambientali. Alle cinque tematiche indicate è stata aggiunta la Sfida della ristrutturazione del settore lattiero-caseario, prevista per affrontare le difficoltà del settore dovute alla già avviata e progressiva eliminazione delle quote latte. Successivamente, con l’approvazione del Piano europeo di ripresa economica, o Recovery Plan, è stata affiancata alle Nuove Sfide un’ulteriore priorità, quella della diffusione della banda larga nelle aree rurali, nella convinzione che questo potesse essere un passo importante per sostenere lo sviluppo e il processo di catching-up delle aree più svantaggiate.
L’attualità degli obiettivi perseguiti dalle nuove priorità della politica di sviluppo rurale, nonché la loro rilevanza nel dibattito sul futuro della stessa (post-2013), rende necessaria un’analisi preliminare e delle scelte compiute nei Programmi di sviluppo rurale (Psr) europei. L’iter amministrativo di approvazione delle modifiche dei Psr europei è terminato nel marzo 2010 (Monteleone, 2010), e per tale ragione, l’analisi condotta non può che essere di natura introduttiva rispetto agli obiettivi perseguiti nell’ambito della politica di sviluppo rurale.

La distribuzione delle risorse finanziarie fra gli Stati membri

Alle Nuove Sfide e agli interventi destinati alla diffusione della banda larga, La Commissione Europea ha destinato poco meno di 5 miliardi di euro da gestire nell’ambito dei Psr. Di tali risorse, circa 4 miliardi provengono dalla modulazione addizionale e progressiva stabilita dall’Health check (reg. 73/2009), e il resto dal Recovery Plan (reg. 473/2009). Pertanto, si è resa necessaria la modifica di tutti i Psr europei al fine di determinare la distribuzione delle risorse tra le Nuove Sfide e tra le misure che il Regolamento 1698/2005 prevede e di conseguenza aggiornare gli indicatori di monitoraggio e valutazione a seguito delle scelte apportate1.
Osservando la distribuzione delle risorse aggiuntive tra gli Stati Membri, dalla tabella 1 emerge chiaramente la limitatezza delle risorse previste per le nuove priorità rispetto al volume finanziario del secondo pilastro. Infatti, l’articolata operazione amministrativa di modifica dei programmi alla luce delle nuove priorità si traduce, in termini di risorse, in appena il 5% del totale dei fondi europei per lo sviluppo rurale.

Tabella 1: Le risorse Feasr per Stato membro

Fonte: Nostra elaborazione su dati della Commissione Europea

Osservando l’ammontare delle risorse aggiuntive in termini assoluti per aggregati politici e geografici si nota come è l’Ue-15 a ricevere gran parte dei fondi Feasr, circa il 90% dei 4,9 miliardi totali. Sono i Paesi dell’area continentale a mostrare un budget superiore rispetto al nord e al sud d’Europa; in particolare Francia e Germania, da sole, rappresentano più di quanto venga destinato agli altri aggregati (circa il 40% del totale Ue-27).
Considerando il peso finanziario che le modifiche hanno avuto rispetto all’attuale dotazione dei Piani nazionali di sviluppo rurale, si conferma come anche in termini relativi, le risorse destinate ai nuovi Stati membri (NSM) per le nuove priorità siano del tutto irrisorie. Situazione maggiormente differenziata quella dei Paesi dell’aggregato Ue-15. Considerando l’ultima colonna della tabella, dove sono evidenziati in grassetto i Paesi che presentano valori sopra la media europea, si nota come per molti degli Stati membri dell’area nord continentale i fondi aggiuntivi rappresentino oltre il 10% delle loro dotazioni (Danimarca, Olanda, Belgio, Francia e Germania); all’opposto Finlandia, Austria, Grecia e Portogallo sono gli unici dell’Ue-15 sotto la media europea e dei rispettivi aggregati.
Le notevoli divergenze che si evidenziano tra nuovi e vecchi Stati membri e tra i Paesi possono essere spiegate dal meccanismo di finanziamento delle Nuove Sfide come previsto dal reg. 73/2009 (Health Check). La quota di modulazione addizionale e progressiva2 del periodo 2009-2012, totalmente destinata al finanziamento delle Nuove Sfide come previsto per i paesi dell’Ue-15 (Pupo D’Andrea, 2008), non si applica ai nuovi Stati membri che vedranno posticipata al 2012 l’applicazione della modulazione ad un tasso ridotto del 3%. Considerando che oltre l’80% delle risorse derivanti dalla modulazione restano disponibili allo Stato membro che le ha generate3, si spiega facilmente la notevole differenza di risorse disponibili per le nuove priorità tra nuovi e vecchi Stati membri. Così pure all’interno dell’Ue-15, è evidente come maggiori risorse per le Nuove Sfide si rendano disponibili negli Stati membri dove la spesa europea per il primo pilastro è più alta in ragione della specializzazione dell’agricoltura e quindi degli importi del pagamento unico su cui la modulazione viene applicata.

La determinazione delle priorità degli Stati membri

La ripartizione delle risorse aggiuntive tra Stati in termini assoluti e il peso che queste rappresentano nei rispettivi Piani strategici nazionali determina la necessità di un ulteriore approfondimento.
In primo luogo occorrerebbe indagare se per i Paesi dove confluiscono maggiori risorse si sia registrato un cambio di strategia o un rafforzamento della strategia della politica di sviluppo rurale verso le tematiche ambientali, vista anche l’attualità della problematica per l’opinione pubblica e la portata strategica che gioca nel processo di riforma della PAC.
Limitatamente alle risorse Health Check e Recovery Plan, nella tabella 2 vengono illustrate le scelte strategiche dei singoli Paesi che emergono a seguito dell’approvazione delle modifiche ai programmi di sviluppo rurale.

Tabella 2: Suddivisione risorse Feasr per le nuove priorità tra Stati membri

Fonte: Nostra elaborazione su dati della Commissione Europea e Comitato sviluppo rurale

A livello europeo, la salvaguardia della biodiversità risulta essere la sfida prioritaria con il 31,2% dei quasi 5 miliardi di euro supplementari. Seguono la gestione delle risorse idriche (26,9%), la ristrutturazione del settore lattiero-caseario (14,3%), la lotta ai cambiamenti climatici (14,1%), la diffusione della banda larga e l’innovazione (7,6%) e la promozione delle energie rinnovabili (5,6%).
Dallo studio delle scelte di suddivisione delle risorse tra Sfide all’interno degli aggregati geografici appare chiaramente come una quota consistente del budget previsto per biodiversità e gestione delle risorse idriche sia dovuto alla predilezione di tali priorità da parte delle aree dotate di maggiori risorse, in particolare l’area continentale dell’Ue-15; all’opposto i nuovi Stati Membri, che investono circa il 37% dei propri fondi a favore della ristrutturazione del settore lattiero-caseario, non riescono ad influenzare il dato medio comunitario in ragione dell’esiguità delle risorse disponibili. A questo proposito va notato che ben cinque Paesi dell’UE-15: Portogallo, Lussemburgo, Austria, Grecia, e Germania, in realtà, investono oltre un quarto delle loro risorse sulla ristrutturazione del lattiero caseario, sottraendole così alle priorità ambientali.
Altra criticità che sembrerebbe emergere dalla suddivisione dei fondi tra Sfide operata dai vari Stati riguarda la scelta delle priorità da finanziare rispetto alla rilevanza della problematica.
Esempio emblematico è quello dei fondi previsti per il cambiamento climatico. L’Europa settentrionale, la cui agricoltura potrebbe trarre addirittura vantaggio dalle conseguenze del cambiamento climatico, arriva ad attribuire a tale priorità circa il 20% del budget. All’opposto, i Paesi dell’area mediterranea, con un agricoltura potenzialmente più danneggiata dal possibile incremento delle temperature, prevede appena il 9% delle proprie risorse per la relativa Sfida. Inoltre, si registrano dotazioni nazionali assai differenti anche tra Stati appartenenti allo stesso aggregato geografico come tra Italia e Spagna che dovrebbero essere ugualmente interessate dagli effetti negativi derivanti dal cambiamento climatico4.
Nella valutazione delle scelte operate a livello nazionale occorre però tenere presente che alcuni interventi perseguono di fatto più priorità contemporaneamente; in fase di programmazione delle azioni, le autorità di gestione, seguendo le linee guida dettate dall’Unione europea, hanno dovuto indicare la Sfida a favore della quale l’intervento produce l’effetto potenziale maggiore (Allegato 4, Reg 1698/2005). In altre parole, è legittimo ipotizzare che le risorse destinate, ad esempio, alle energie rinnovabili producano effetti potenzialmente positivi sul cambiamento climatico. Così pure alcuni degli interventi “contabilizzati” nella Sfida cambiamento climatico possono avere risvolti in termini di biodiversità o risorse idriche. Per riuscire a determinare in concreto quali di questi interventi siano multi - obiettivo, occorrerebbe un approfondimento degli interventi previsti nelle misure dei Psr.
Infine, va ricordato che alcuni degli interventi volti al perseguimento delle Nuove Sfide e della diffusione della banda larga possono essere finanziati anche attraverso l’utilizzo dei fondi strutturali europei (Verrascina, 2010). Infatti, la normativa europea impedisce il doppio finanziamento di un medesimo intervento (per la cosiddetta complementarietà tra fondi), questo potrebbe spiegare alcune scelte apparentemente anomale di alcuni Paesi quali la Spagna che prevede scarse risorse per banda larga e innovazione da gestire dentro i programmi di sviluppo rurale5.
Queste riflessioni tuttavia possono non essere sufficienti a spiegare interamente le differenze riscontrate.

L’analisi della spesa per Nuove Sfide su valori unitari

Le disomogeneità osservata tra Stati membri in merito alle risorse disponibili e alle priorità individuate, si accentua entrando nell’analisi dei singoli Psr da cui si desume la situazione nazionale fin qui descritta.
Innanzitutto, come per tutte le risorse previste per lo sviluppo rurale, anche in questo caso gli Stati membri sono obbligati al cofinanziamento aumentando l’effettiva disponibilità di risorse per il perseguimento degli obiettivi fissati. La spesa pubblica europea relativa alle nuove priorità che si viene così a determinare è pari a circa 7 miliardi di euro6. Se comparata con la spesa pubblica europea per la politica di sviluppo rurale del periodo 2007-2013 (oltre 150 miliardi di euro), si evidenzia di nuovo la sproporzione tra limitatezza delle risorse aggiuntive e la rilevanza degli obiettivi a cui sono destinate.
Per un migliore confronto tra le strategie adottate dai singoli Stati Membri e la congruità delle risorse stanziate, la spesa pubblica destinata alle Nuove Sfide è stata rapportata all’estensione territoriale e alla popolazione. La scelta dei denominatori è motivata dalla necessità di utilizzare grandezze significative per tutte le Sfide e in grado di tenere contemporaneamente conto della generalità delle priorità rafforzate, che non riguardano evidentemente solo le aree rurali. Nelle figure 1 e 2 che seguono è possibile visualizzare il contributo degli 88 programmi di sviluppo rurale in termini di dotazioni pro-capite e per chilometro quadrato7.

Figura 1 - Nuove Sfide e Recovery Package - Dotazione regionale per superficie territoriale

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Eurostat e della Commissione Europea

Figura 2 - Nuove Sfide e Recovery Package - otazione regionale per abitante

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Eurostat e della Commissione Europea

Dalle figure si nota innanzitutto l’estrema diversità dell’architettura della programmazione e in particolare la frammentazione amministrativa di alcuni Stati Membri, come Spagna, Italia e Germania e la notevole differenziazione tra Psr in termini di spesa unitaria.
Dalla diversa appartenenza dei Psr alle classi di spesa individuate, soprattutto tra regioni contigue, è possibile ipotizzare che la suddivisione delle risorse non sia legata alle problematiche ambientali che interessano tutta la popolazione o all’estensione del territorio su cui la politica è chiamata ad operare. Piuttosto si conferma come il meccanismo di finanziamento scelto per le Nuove Sfide sia determinante almeno nello spiegare la disomogeneità della spesa unitaria a livello di singolo Psr.
A fronte di una spesa media europea di circa 14 euro per persona e 1600 euro per chilometro quadrato, si può osservare come sia l’Europa continentale a presentare valori maggiori, che superano i 3.000 euro di spesa per chilometro quadrato e oltre i 18 euro per abitante, all’opposto dei nuovi Stati membri che si classificano nelle classi di spesa più basse in entrambi i denominatori utilizzati.
Se si osservano i singoli Paesi, in particolare quelli che presentano una programmazione regionale della spesa, emerge subito che la Germania appare divisa verticalmente in due parti: quella orientale, dove solo la regione di Brandeburgo e Berlino non raggiungono la fascia più alta di spesa, e quella occidentale. Il Regno Unito esibisce una situazione simile a quella tedesca, visto che tutte le regioni si posizionano nelle fasce più alte, anche se predomina nettamente l’Irlanda del Nord, con un budget per unità territoriale più che doppio rispetto a Galles ed Inghilterra e addirittura più che triplo rispetto alla Scozia.
Anche la Spagna mostra una certa compattezza, con una dotazione supplementare per chilometro quadrato che oscilla per quasi tutte le sue regioni tra 588 e 1.983 euro; ad eccezione dell’Andalusia e Rioja, che hanno un budget per unità territoriale superiore, e delle isole (Baleari e Canarie) e della regione di Valencia, che appartengono alla fascia più bassa.
Tra tutti, comunque, il Paese che appare maggiormente frammentato e soprattutto diversificato, senza tendenze precise che caratterizzano un’area dalle altre, è senza dubbio l’Italia, che mostra regioni appartenenti a cinque delle complessive sei fasce individuate rispetto alla spesa per chilometro quadrato. Una ancor maggiore eterogeneità del contesto italiano si osserva nella cartina che riporta la distribuzione della spesa per abitante, tanto che si passa dal Lazio, con 5,1 euro per persona, alla Valle d’Aosta, con una somma a disposizione per persona di 43,6 euro.
Al fine di fornire un’informazione ancora più completa, vengono messi in relazione sugli assi cartesiani i valori che ciascun Paese mostra per le due grandezze considerate in termini di spesa pubblica (Figura 3). Il grafico è stato suddiviso in quattro quadranti dalle linee tracciate in corrispondenza della media aggregata europea. Inoltre si sono rappresentati gli Stati appartenenti alle diverse aree geografici con simboli differenti, per esaltare le tendenza delle zone europee oltre che la posizione del singolo Paese rispetto alla media.

Figura 3 - Dotazione regionale per superficie territoriale e per abitante

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Eurostat e della Commissione Europea

Si evidenzia con maggiore chiarezza come i NSM si trovino tutti, sia per quanto riguarda la spesa pro-capite per le Nuove Sfide che quella per chilometro quadrato, ampiamente al di sotto del valore Ue-27, fatta eccezione per Malta. Per quanto riguarda l’Ue-15 i paesi che mostrano i valori più elevavi sono Irlanda con circa 45 euro per persona e il Lussemburgo con 9.513 euro per chilometro quadrato (esclusi per ragioni grafiche dalla figura), seguiti, da Danimarca, Belgio e Germania. In generale comunque sono i Paesi dell’Europa settentrionale e continentale a distinguersi in relazione alla spesa unitaria: sei nazioni su undici mostrano entrambi i valori per spesa unitaria superiori a quelli della media Ue-27, mentre gli altri oltrepassano il dato europeo per almeno una delle due grandezze considerate. I quattro Stati dell’Europa mediterranea invece si aggirano tutti intorno alla media europea.
Il grafico permette di scendere ancor più nel dettaglio attraverso l’analisi della distribuzione della spesa su valori unitari dei singoli Psr regionali per tre paesi in particolare: Italia, Germania e Spagna (nella figura rappresentati rispettivamente dai rombi azzurri, i rombi verdi ed i triangoli rossi)8. Tracciando le linee che circoscrivono tutti i punti appartenenti ad una stessa nazione si rileva come rispetto alla spesa pro-capite per le Nuove Sfide i valori relativi ai tre Paesi si distribuiscano in parte sopra ed in parte sotto la media europea, anche se Spagna ed Italia mostrano una concentrazione maggiore di regioni che non raggiungono la soglia dei 14 € per persona; in particolare è l’Italia a risentirne maggiormente, riportando una media nazionale anch’essa inferiore a tale limite.
Considerando la spesa unitaria territoriale invece è la Spagna l’unico Stato dei tre a presentare un valore nazionale sotto la media europea al contrario della Germania che non presenta alcun valore al di sotto di questa e si evidenzia chiaramente per la maggior dotazione di spesa dei singoli Psr.
Nel complesso è quindi la Germania a presentare un bilancio maggiormente positivo, seguita dall’Italia, che appare quella più in linea con i valori europei, per chiudere con la Spagna. Chiara indicazione di questo è fornita dalla posizione dei rispettivi Psr: mentre i tedeschi si collocano esclusivamente nei due quadranti di destra del grafico, mostrando una certa uniformità di comportamento, la Spagna si posiziona prevalentemente nei due quadranti a sinistra.
I Psr italiani sono tuttavia quelli che mostrano tra loro una maggiore difformità. A conferma si può notare come l’area e la forma dell’insieme definito dal tracciato che li racchiude sia molto più ampio ed irregolare rispetto all’area relativa agli altri due Stati Membri.
Pur trattandosi di un’analisi preliminare su dati di programmazione, la forte disomogeneità osservabile anche tra regioni contigue, soprattutto in alcuni casi come quello italiano, è un elemento assai rilevante soprattutto con riferimento alle caratteristiche globali delle problematiche ambientali. Si può desumere infatti che l’intensità di investimento pro-capite e territoriale non sia legata né al contributo potenziale che ogni programma potrebbe apportare in termini di benefici, né all’intensità della problematica sul territorio amministrativo considerato. A conferma delle evidenze emerse occorrerebbe un maggior approfondimento dell’analisi sui consuntivi di spesa per le Nuove Sfide che saranno disponibili dal 2011, e tramite l’utilizzo di indicatori che tengano conto della specificità della problematica ambientale delle singole priorità.

Considerazione conclusive

A fronte della limitatezza delle risorse previste per le Nuove Sfide e delle altre criticità che emergono dall’analisi della distribuzione delle risorse e del loro impiego, va sottolineata la notevole rilevanza politica dell’operazione condotta dall’Europa per le motivazioni che hanno spinto a perseguire con spiccata determinazione i traguardi fissati per le nuove priorità, prevedendo addirittura una gestione e un sistema di monitoraggio e valutazione separati rispetto alle altre risorse9.
Le Nuove Sfide, ed in particolare i cambiamenti climatici, la biodiversità, la gestione delle risorse idriche e le energie rinnovabili, sono tematiche trasversali e generazionali, destinate a tener banco sullo scenario internazionale nei prossimi decenni. Inserirle nel corrente periodo di programmazione, seppure con risorse limitate, significa sperimentare sul campo le capacità di raggiungere certi obiettivi, la funzionalità delle procedure, la validità degli indicatori per poi perfezionare tutto l’apparato e garantire un suo miglior funzionamento nell’imminente futuro. A conferma, uno dei tre obiettivi enunciati nella comunicazione della commissione “The CAP towards 2020: Meeting the food, natural resources and territorial challenges of the future”, (COM 2010, 672/5) è chiaramente ispirato alle Nuove Sfide della politica di sviluppo rurale, così pure rispetto al secondo pilastro si precisa come l’ambiente, il cambiamento climatico e l’innovazione saranno le tematiche centrali che ispireranno la costruzione della politica di sviluppo rurale futura.
Si può affermare quindi che l’Health Check ed il Recovery Plan hanno contribuito in modo sostanziale a delineare un più chiaro indirizzo della politica di sviluppo rurale ed alla costruzione di linee strategiche da porre alla base del futuro sviluppo della Politica agricola comune nel periodo 2014-2020, aprendo la strada ad una maggiore integrazione di questa politica con le altre politiche comunitarie.

Riferimenti bibliografici

  • Commissione Europea, COM (2010) 672/5, The CAP towards 2020: Meeting the food, natural resources and territorial challenges of the future, [link]

  • Monteleone A., (2010), "La politica di sviluppo rurale in Italia tra presente e futuro", Agriregionieuropa, n. 20, [link]

  • Pupo D'Andrea M. R., (2008), "Finestra sulla PAC, Agriregionieuropa", n. 12 [link]

  • Rete Rurale Nazionale, (2010), Le Nuove Sfide della PAC e le misure di rilancio dell’economia nei Programmi di Sviluppo Rurale 2007-2013. Analisi delle scelte dei PSR nel quadro dell’Health Check e del Recovery Plan, [link]

  • Verrascina M., (2010), "Banda larga, una sfida per le aree rurali", Agriregionieuropa, n. 22, [link]

  • 1. In realtà, oltre alle risorse previste per le Nuove Sfide e per la banda larga le regioni hanno provveduto ad allocare gli ulteriori fondi provenienti dalle riforme Ocm, circa 14 miliardi sul totale di oltre 96,2 miliardi di fondi aggiuntivi Feasr. Un quadro riassuntivo sulla normativa di riferimento, nonchè una prima analisi delle scelte compiute dai PSR italiani nel quadro dell’health check e del recovery plan è presentata dalla Rete Rurale Nazionale (2010).
  • 2. Fermo restando la franchigia di 5.000 € di aiuti per azienda per l’applicazione la modulazione, l’Health check ha previsto per i paesi dell’Ue-15 dal 2009 un aumento progressivo della modulazione fino al raggiungimento di una quota del 5% nel 2012 che si aggiunge alla preesistente modulazione di base del 5%. Per gli aiuti superiori a 300.000 € è previsto un ulteriore taglio del 4%.
  • 3. Reg. (CE) n. 73/2009 del Consiglio, punti dall’8) al 18) ed artt. dal 7 al 10.
  • 4. Sulle conseguenze del cambiamento climatico in Europa, in breve: Commissione Europea, Agricoltura UE - affrontare la sfida del cambiamento climatico, 2008; [link].
  • 5. Sulla stato di copertura della banda larga in europa: IDATE Consulting & Research, Broadband Coverage in Europe, dicembre 2009; [link].
  • 6. La spesa pubblica, ossia risorse Feasr a cui si aggiunge il cofinanziamento nazionale ed eventualmente regionale, è frutto delle scelte operate nei singoli Psr circa l’allocazione dei fondi tra le misure finanziabili dalle Nuove Sfide. Inoltre, riguardo al cofinanziamento, gli Stati Membri e le Regioni sono chiamati ad un minor concorso. Il regolamento europeo stabilisce un tasso di cofinanziamento agevolato, rispettivamente del 10% per le regioni convergenza e 25% per le regioni competitività (art. 70, Reg. 1698/2005).
  • 7. Per ragioni grafiche i territori corrispondenti ai PSR francesi di Guadeloupe, Guyane, Martinique e Réunion non sono stati riportati nelle cartine.
  • 8. Per ragioni grafiche sono state escluse dalla figura le regioni spagnole di Aragon, Castilla y Leon, Castilla la Macha, Extremadura, le regioni tedesche di Mecklenburg-Vorpommern e Sachsen-Anhalt, e per l’Italia Valle D’Aosta e Bolzano, con dotazioni pro-capite superiori ai 35 euro per persona.
  • 9. Reg. (CE) n. 363/2009 della Commissione, considerazioni iniziali al punto 12) ed Allegato allo stesso Regolamento, punto 3 lettere a) e b), in modifica delle disposizioni e degli allegati previsti dal Reg. (CE) n. 1974/2006.
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