Le organizzazioni dei produttori nel settore ortofrutticolo:un confronto europeo

Le organizzazioni dei produttori nel settore ortofrutticolo:un confronto europeo
a Università di Bologna, Dipartimento di Economia e Ingegneria Agrarie

Introduzione

Con un fatturato superiore a 53 miliardi di euro nel 2007, pari a circa un quarto del valore di tutte le produzioni vegetali, il settore ortofrutticolo ricopre un ruolo di primo piano nell'agricoltura dell'UE-27. Nonostante ciò, le imprese che vi operano vivono una situazione difficile a causa di vari fattori. In particolare, alle problematiche di tipo strutturale sofferte da lungo tempo, si sovrappongono nuove impegnative sfide generate dalle dinamiche competitive dei mercati.
La principale caratteristica dell'offerta agricola è infatti una marcata frammentazione delle imprese. Si tratta di quasi 4,3 milioni di unità, pari a circa il 55% delle strutture agricole europee, con una dimensione assai contenuta. Anche nel caso delle aziende specializzate la SAU aziendale media risulta inferiore a 10 ha. Esse si concentrano principalmente nei Paesi dell'Europa del sud: ben il 24% delle imprese europee si trova in Spagna, il 18% in Polonia e il 17% in Italia.
Al contempo il settore agricolo subisce una crescente pressione competitiva a causa della concentrazione delle imprese commerciali che operano nella fase distributiva a valle. Nell'ultimo decennio, infatti, la quota di mercato di prodotti ortofrutticoli commercializzata dalla Grande Distribuzione Organizzata è aumentata notevolmente, passando dal 60% al 75% in Francia, dal 20% al 52% in Italia e dal 30% al 42% in Spagna.
In questo difficile scenario, l'Organizzazione Comune di Mercato (OCM) del settore, sin dalla sua fondazione nel 1972, ha inteso fornire un supporto agli operatori attraverso le Organizzazioni dei Produttori (OP). Più recentemente la riforma del 2007, con l'inclusione dell'OCM ortofrutta nel Regime di Pagamento Unico (RPU), ha ribadito la centralità delle OP e ne ha rafforzato il ruolo1.
Le finalità attribuite alle OP sono definite dal Reg. 1182/2007 e prevedono che esse si adoperino per: (i) la programmazione della produzione e l’adeguamento della stessa alla domanda, specie in termini qualitativi e quantitativi; (ii) la concentrazione dell’offerta e l’immissione sul mercato della produzione degli aderenti; (iii) l’ottimizzazione dei costi di produzione e la stabilizzazione dei prezzi alla produzione2. Lo stesso Regolamento prevede che l'attività delle OP possa essere sovvenzionata attraverso un Fondo di Esercizio, co-finanziato al 50% dalla Comunità e al 50% dai produttori stessi. Al fine di ottenere i fondi, le OP devono definire dei Piani Operativi che contengano misure in favore dei propri soci, coerenti con quelle previste dall'OCM, con una durata di 3-5 anni.

Obiettivi e metodologia

Il presente studio si propone di fornire una valutazione delle principali tendenze strutturali ed operative delle OP in relazione agli obiettivi ed alle attività sopra richiamati. Di particolare interesse risultano gli orientamenti delle OP per quanto riguarda la capacità di aggregare l'offerta, la scelta dei canali per la commercializzazione dei prodotti e l'utilizzo del fondo di esercizio a sostegno dei produttori.
L'analisi è condotta sulle OP dei tre principali Paesi produttori a livello europeo – Francia, Italia e Spagna – con un approccio di tipo comparativo, al fine di cogliere i principali elementi comuni e le peculiarità esistenti tra di esse.
La base di dati utilizzata è costituita dalle informazioni contenute dei Rapporti Annuali che vengono trasmessi dagli Stati Membri alla Commissione Europea. Tali informazioni sono state classificate in un unico database contenente oltre 1.200 OP (quasi 300.000 produttori). Da questo database iniziale sono state eliminate le OP che avevano trasmesso informazioni incomplete o non omogenee rispetto alle altre, fino ad arrivare ad un campione di riferimento contenente 984 OP e 280.856 produttori (rispettivamente 82% e 94% del totale), sul quale sono state realizzate le elaborazioni presentate di seguito.

Concentrazione dell'offerta e canali di commercializzazione

Il valore della produzione ortofrutticola dell'UE-27 nel 2007 è stato di 53.315 milioni di euro, mentre il Valore della Produzione Commercializzata (VPC) dalle OP è stato di 17.679 milioni di euro. Dunque la quota quota di prodotto venduto dalle OP sul totale, ossia il "tasso di organizzazione", è stato del 33,2% (Tabella 1).
Si tratta di un risultato non del tutto soddisfacente se si considera che la funzione primaria delle OP è proprio l'aggregazione dell'offerta. Tuttavia occorre considerare che il dato aggregato sintetizza caratteri e tendenze notevolmente diversi da Stato a Stato.
Per quanto riguarda i tre Paesi in esame, il tasso di organizzazione è superiore alla media europea. La Spagna presenta il maggior numero di OP (631) e il più alto Valore della Produzione Commercializzata (5.445 milioni di euro), con una quota pari al 36,3% sul totale. Il tasso di organizzazione più alto si registra proprio in Francia (46%), mentre le OP italiane sono quelle con una dimensione media più elevata: 15,6 milioni di euro contro i 9,10 e gli 8,6 milioni di euro delle OP Francesi e Spagnole.
In una prospettiva temporale, si osserva come dal 2000 al 2007 siano cresciute sia la produzione complessiva sia quella commercializzata dalle OP. Tuttavia, mentre in Italia e Spagna il tasso di organizzazione è significativamente migliorato (passando dal 25,3% al 35,4% e dal 34,5% al 36,3%), in Francia esso è diminuito di oltre dieci punti percentuali (dal 56,1% al 46%).

Tabella 1 - Numero di Organizzazioni dei Produttori, VPC e Tasso di Organizzazione

Fonte: EU – Rapporti Annuali sulle Organizzazioni dei Produttori – DG AGRI-C.2 (2007)

Un secondo elemento di interesse riguarda la scelta dei canali di commercializzazione scelti dalle OP. Come riportato in Tabella 2 la maggior parte della produzione è venduta per il mercato del fresco (86% in Francia, 85% in Italia e 73% in Spagna). In tale ambito i principali acquirenti sono grossisti e centrali d'acquisto, soprattutto in Francia e in Italia dove veicolano oltre la metà del prodotto. Al secondo posto troviamo i supermercati con una quota assai significativa in Spagna (23%) e apprezzabile anche negli altri due Paesi (17-18%).
Per quanto riguarda il prodotto trasformato, invece, le OP spagnole mostrano un orientamento più marcato di quelle francesi e italiane a questo canale commerciale che assorbe il 27% della VPC e che comprende sia i prodotti venduti all'industria, sia quelli trasformati direttamente dalle stesse OP.

Tabella 2 - Canali di commercializzazione delle OP (ripartizione della VPC)

Fonte: EU – Rapporti Annuali sulle Organizzazioni dei Produttori – DG AGRI-C.2 (2007)

Le misure finanziate nei piani operativi

Come detto, il finanziamento delle attività delle OP a favore dei propri soci avviene mediante il Fondo di Esercizio, co-finanziato dai produttori e dall’Unione europea a fronte della presentazione di Piani Operativi pluriennali. La Tabella 3 mostra la diffusione dei Piani Operativi tra le OP e la corrispondente VPC nei tre Paesi in esame.
Si osserva così che una quota apprezzabile di OP non ha presentato un Piano Operativo e di conseguenza non dispone di un fondo di esercizio. In particolare, mentre in Francia e in Italia i Piani Operativi riguardano circa il 90% delle OP esistenti e quasi il 95% della relativa VPC, in Spagna il numero di OP con Piani Operativi sono poco più di tre quarti del totale (77%) e la VPC addirittura inferiore ai due terzi del totale (63%).
Passando a considerare il contributo dei soci al Fondo di Esercizio, la norma europea prevede che tale quota di co-finanziamento non possa superare il 4,1% della VPC calcolata nel periodo di riferimento. Tuttavia i dati riportati mostrano che, sia in Francia che soprattutto in Spagna, tale percentuale è notevolmente più bassa. In particolare, mentre in Italia la partecipazione finanziaria dei soci è pari al 3,9%, in Francia essa scende al 2,3% ed in Spagna addirittura al 1,4%, indicando un coinvolgimento dei produttori via via più scarso.
L’interpretazione di comportamenti così diversi non è immediata. Tra le principali ragioni è possibile considerare la maggiore attitudine degli imprenditori alla partecipazione a sistemi di aggregazione e coordinamento dell’offerta in Italia e in Francia rispetto alla Spagna, grazie alle tradizioni cooperative e dell’interprofessione. Inoltre, è possibile ipotizzare che in alcune regioni, in particolare in Spagna, sia preferibile per i produttori fare ricorso a strumenti alternativi di finanziamento, quali ad esempio i fondi dei Programmi di Sviluppo Rurale.

Tabella 3 - Diffusione dei Piani Operativi e quota di cofinanziamento

Fonte: EU – Rapporti Annuali sulle Organizzazioni dei Produttori – DG AGRI-C.2 (2007)

In riferimento alle OP che hanno predisposto un Piano Operativo è interessante osservare quale sia la destinazione delle risorse a disposizione tra le principali misure ammissibili, come mostrato in Tabella 4.
Distinguendo anzitutto le misure a favore della produzione da quelle per attività di post-raccolta e commercializzazione, i tre Stati considerati evidenziano orientamenti sensibilmente differenti nella distribuzione dei finanziamenti.
Mentre in Francia risultano preponderanti le prime (70.826 milioni di euro, 50% del totale), in Spagna sono le ultime a ricevere la quota più significativa di risorse (71.841 milioni di euro, 44% del totale). L'Italia mostra invece una sostanziale equiripartizione (40% ciascuna categoria).
Gli interventi a favore della produzione comprendono principalmente misure tecniche, ossia investimenti per difesa fitosanitaria, irrigazione, meccanizzazione, serre, stabilimenti, ricerca e sviluppo) soprattutto in Francia e Spagna (rispettivamente 40% e 34%). In Italia, accanto a queste vi è una quota significativa (18%) di misure agro-ambientali legate alla produzione, quali metodi di produzione biologica, lotta integrata e ricerca e sviluppo.
Il finanziamento di investimenti nelle fasi di post-raccolta e commercializzazione riguardanti aspetti tecnici, quali terreni, depositi, confezionamento e trasporti, sono particolarmente rilevanti in Spagna e in Italia (circa il 27-28% del totale). Oltre agli interventi in favore della produzione e della post-raccolta e commercializzazione, i Piani Operativi prevedono misure di “controllo” (riguardanti ad ese
mpio aspetti fitosanitari e relativi alla qualità) ed “altre misure”, tra cui spese amministrative, fusioni e acquisizioni, certificazioni di processo (ISO), etc. Tali categorie assumono un’importanza residuale rispetto alle precedenti in tutti e tre gli Stati Membri considerati, con una incidenza sul totale che varia tra il 10% e il 12% per le misure di controllo e tra il 5 e l’8% per le “altre misure” (e quindi, per esigenze di sintesi espositiva, non sono riportate in Tabella 4).

Tabella 4 - Ripartizione delle spese previste dai programmi operativi per misure

Fonte: EU – Rapporti Annuali sulle Organizzazioni dei Produttori – DG AGRI-C.2 (2007)

Considerazioni finali

Alla luce dell'analisi svolta, le OP ortofrutticole non sembrano avere raggiunto a pieno gli obiettivi assegnati loro dall'OCM. Solo un terzo della produzione europea, infatti, è commercializzata attraverso le OP; inoltre si riscontrano realtà assai diverse ed andamenti contrastanti da Paese a Paese.
I fattori all'origine di modesti ed eterogenei livelli di organizzazione sono da ricercare nel contesto storico-culturale (maggiore o minore incidenza di sistemi cooperativi), nelle caratteristiche strutturali delle imprese, nella scarsa attrattività esercitata in alcuni casi dalle OP in termini di garanzia di acquisto, di pagamento, prezzo e servizi, nonché nel diverso grado di sviluppo delle forme distributive e di efficienza degli uffici preposti alla gestione degli aspetti amministrativi dell'OCM.
Oltre a ciò è importante considerare che in vari casi si possono creare situazioni di concorrenza tra l'OCM e altri strumenti di politica comunitaria, quali i fondi strutturali e i programmi di sviluppo rurale, la cui disponibilità e maggiore facilità di accesso riducono gli incentivi all'aggregazione.
Per ovviare a questi problemi si rende necessario un più chiaro orientamento strategico a livello europeo e nazionale volto a garantire sinergie e non sovrapposizioni con altri strumenti comunitari di sostegno del settore.
Per quanto attiene le scelte in merito alla fase distributiva, le OP mostrano una scarsa capacità di valorizzare la produzione sfruttando canali commerciali differenziati. L'ingrosso, infatti, rappresenta ancora una quota largamente preponderante rispetto alle altre tipologie di acquirenti e solo in alcuni casi le OP scelgono di accrescere il valore aggiunto dei propri prodotti trasformandoli in proprio.
Allo stesso modo, le azioni dei Programmi Operativi risultano rivolte prevalentemente ad interventi sulla produzione e molto meno sul rafforzamento della posizione dei produttori nella filiera, attività di marketing e sulla stabilità dei prezzi.
Ciò suggerisce l'opportunità di ricercare strategie di coordinamento verticale con la distribuzione al fine di fidelizzare il rapporto e migliorare l'accesso al mercato. A tal fine potrebbe rendersi necessario anche attuare forme di coordinamento orizzontale con altri produttori/importatori, così da ampliare l’assortimento e il calendario delle produzioni.

Riferimenti bibliografici

  • Agrosynergie (2008), Évaluation des mesures concernant les Organizations de Producteurs dans le secteur des fruits et légumes- rapport final, Contrat n° 30-CE-0159637/00-04 [link].
  • Cesaretti, G.P., Green, R. (a cura di), (2006), L’organizzazione della filiera ortofrutticola. Esperienze internazionali a confronto. Franco Angeli, Milano.
  • Duponcel M. (2006), “Role and importance of producers Organizations in the fruit and vegetables sector of the EU”, CAL-MED second workshop, Washington.
  • Ismea, (2008) Outlook dell’agroalimentare italiano - Rapporto annuale, Roma.
  • Atti normativi dell’Unione Europea [link].
  • Organizzazione Comune di Mercato (OCM) per il settore ortofrutticolo (in inglese) [link].
  • 1. Regolamento (CE) N. 1234/2007 del Consiglio del 22 ottobre 2007, recante organizzazione comune dei mercati agricoli e disposizioni specifiche per taluni prodotti agricoli. Disponibile alla pagina [link].
  • 2. Regolamento (CE) N. 1182/2007 del Consiglio del 26 settembre 2007, recante norme specifiche per il settore ortofrutticolo. Disponibile alla pagina [link].
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