Pagamento greening e paesaggio agroforestale: un’analisi costi-benefici nel territorio della Teverina

Pagamento greening e paesaggio agroforestale: un’analisi costi-benefici nel territorio della Teverina

Introduzione

Il pagamento greening è una delle novità principali della Politica Agricola Comunitaria 2014-2020. Con tale strumento, si procede con il processo iniziato in particolare con la riforma Fischler, per cercare di giustificare la spesa pubblica nei confronti della società, garantendo il sostegno del primo pilastro solo agli agricoltori che producono beni pubblici (Matthews, 2013). Il greening è uno strumento ambientale obbligatorio con supporto finanziario che, in merito al paesaggio agro-forestale dei territori dove si pratica agricoltura estensiva, manterrà le caratteristiche attuali quali la presenza contemporanea di più colture, inclusi i prati-pascolo, di bosco e di altri elementi caratteristici del paesaggio.
L’efficacia del greening in termini di benefici e costi è uno degli aspetti più interessanti da analizzare considerando che si è discusso molto sulle regole di applicazione e sull’entità finanziaria di tale strumento ambientale. Inoltre, dalla modalità di applicazione del greening scelta a livello di singolo stato membro, possono essere indirizzate differenti quantità finanziarie ai singoli territori e aziende.
In questo studio è stata condotta un’analisi costi/benefici dell’applicazione del greening in un territorio dell’alto viterbese, denominato Teverina, che si estende per quasi 20.000 ha nel versante nord-occidentale della Tuscia viterbese e comprende i comuni di Bagnoregio, Castiglione in Teverina, Celleno, Civitella d’Agliano, Graffignano e Lubriano. I benefici sono quelli derivanti dalla “Disponibilità A Pagare” (Dap) delle famiglie residenti per il mantenimento del paesaggio agro-forestale attuale, rispetto ad uno alternativo, tramite una tassa annuale. Il paesaggio agro-forestale attuale possiede le caratteristiche volute dal greening: è diversificato, con la presenza di più colture contemporaneamente, con prati permanenti e pascoli ed è caratterizzato da vari elementi che andranno a costituire le Efa, quali in particolare quelli caratteristici del paesaggio (alberi sparsi, alberi a filari e siepi). Il paesaggio alternativo è stato ottenuto modificando quello attuale in modo tale da ottenere un paesaggio tipico di un’agricoltura più intensiva senza le tre pratiche del greening ed essenzialmente con la prevalenza di una sola coltura. I boschi sono presenti in entrambi gli scenari, attuale e alternativo, e non sono stati modificati.
I risultati principali mostrano un elevato rapporto tra benefici e costi (41% circa) che sembra giustificare la spesa pubblica per mantenere il paesaggio attuale considerando che, oltre ai benefici derivanti dalla percezione visiva e valore estetico del paesaggio, il greening dovrebbe apportare altri benefici quali la conservazione della biodiversità, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici e altri servizi ambientali in generale.
Concludendo, l’analisi effettuata mostra che lo strumento greening è in linea con gli obiettivi della Pac e più in generale con la strategia Europa 2020. Infatti per ottenere una coesione sociale e territoriale in un contesto di sostenibilità finanziaria ed ambientale, il mantenimento dei territori agro-forestali è uno dei primi obiettivi da raggiungere. In tali territori, il paesaggio riveste un ruolo fondamentale perché genera una serie di benefici che rendono più attrattivo e più competitivo tutto il sistema territoriale.

Elementi essenziali del pagamento greening

Le pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente sono le seguenti:

  • diversificazione colturale

  • mantenimento del prato permanente esistente

  • presenza di aree di interesse ecologico (Efa).

Per quanto riguarda la diversificazione colturale, se i seminativi occupano dai 10 ai 30 ettari, e non sono interamente investiti a colture sommerse, devono essere praticate almeno due colture e la coltura principale non deve superare il 75%. Se i seminativi occupano oltre 30 ettari le colture devono essere almeno tre e le due principali non devono occupare più del 95%. Le percentuali, 75% e 95%, sono riferite alla superficie destinata a seminativi.
Nel caso del mantenimento del prato permanente, gli Stati membri devono assicurare che il rapporto tra superfici investite a prato permanente e superficie agricola totale dichiarata dagli agricoltori non diminuisca in misura superiore al 5%.
Inoltre nel caso in cui i seminativi di un'azienda coprano più di 15 ettari, l'agricoltore deve prevedere che il 5% dei seminativi sia destinato ad Efa (terreni lasciati a riposo, elementi caratteristici del paesaggio, superfici con colture azotofissatrici,…).

Area di studio

L’area presa in esame è il comprensorio della Teverina che si estende per quasi 20.000 ha nel versante nord-occidentale della Tuscia viterbese e comprende i comuni di Bagnoregio, Castiglione in Teverina, Celleno, Civitella d’Agliano, Graffignano e Lubriano.
Gli usi agro-forestali caratterizzano il paesaggio dell’area. La Superficie Agricola Totale (Sat) è di circa 13.600 ha, con il 75% di Superficie Agricola Utilizzata (Sau) e il 16% di boschi. Il restante 9% è destinato ad altra superficie agricola e in piccola parte a colture permanenti.
Come si può notare dalla tabella 1, la maggior parte della Sau è coltivata a seminativi con una percentuale pari al 70% circa. La maggior parte dei seminativi riguarda la coltivazione di cereali (grano tenero e orzo) e leguminose quali trifoglio ed erba medica.

Tabella 1 - Superficie Agricola Utilizzata (Sau) in ettari e peso percentuale dei vari gruppi di colture. Dati per Comune e totale di area

Fonte: nostre elaborazioni su dati del Censimento dell'Agricoltura - 2010

La seconda componente in termini di peso percentuale sul totale della Sau riguarda i prati permanenti e pascoli con circa il 16%. Le superfici a vite e coltivazioni legnose (olivo e ciliegio) sono molto variabili tra i vari comuni. In particolare la coltivazione della vite interessa i due comuni di Castiglione in Teverina e Civitella d’Agliano. Piccoli appezzamenti di terreno sono coltivati ad ortive in particolare per uso familiare.

Quantificazione monetaria dei benefici

La metodologia della valutazione contingente è stata utilizzata per quantificare i benefici ai residenti derivanti dal paesaggio agroforestale (Marangon e Tempesta, 2001; Idda et al., 2006; Thiene, 2014). Tale metodologia richiede una serie di passaggi prima di arrivare alla formulazione del modello econometrico per la stima dei benefici: studio del territorio con visite in loco ed utilizzo di dati indiretti (Censimento, altre fonti) per identificare caratteristiche socio-culturali, ambientali ed agro-forestali; inquadramento del tipo di intervento e/o strumento politico; inquadramento e definizione del mercato contingente; costruzione di un questionario con relativa fase di pre-test; somministrazione del questionario ad un campione della popolazione; elaborazione dei dati rilevati.
Nel periodo tra Luglio ed Ottobre 2014 sono stati sottoposti in modo diretto i questionari ai vari residenti dei sei comuni. Alla fine del processo, sono stati ottenuti 150 questionari validi. Il campione casuale rilevato è rappresentativo della popolazione in termini di caratteristiche socio-demografiche.
Il questionario costruito ed utilizzato in fase di rilevazione dati, è costituito principalmente da tre parti. La prima è quella relativa alla definizione ed illustrazione del mercato contingente con relativa elicitazione della Disponibilità a Pagare per mantenere il paesaggio agroforestale attuale. Tale paesaggio è in linea con le caratteristiche richieste per poter accedere al pagamento green: è diversificato con la presenza di più colture contemporaneamente, sono presenti i prati permanenti e pascoli ed è caratterizzato da vari elementi che andranno a costituire le Efa, quali in particolare quelli caratteristici del paesaggio (alberi sparsi, alberi a filari e siepi). Il paesaggio alternativo è stato ottenuto modificando quello attuale in modo tale da ottenere un tipico paesaggio collinare con la pratica di un’agricoltura più intensiva senza il rispetto delle tre pratiche di greening: coltivazione in prevalenza di un cereale autunno-vernino, conversione da prati permanenti e pascoli a seminativi, eliminazione di alcuni elementi caratteristici del paesaggio. I boschi sono presenti in entrambi gli scenari, attuale e alternativo, e non sono stati modificati.
La seconda parte del questionario riguarda principalmente tutte quelle informazioni relative alle caratteristiche socio-demografiche in modo tale da inquadrare l’intervistato nel contesto familiare: età, occupazione lavorativa, reddito familiare, numero di componenti della famiglia, numero di lavoratori della famiglia, possesso di terreni.
La terza ed ultima parte del questionario riguarda l’identificazione di alcuni caratteri attitudinali, percettivi e comportamentali dell’intervistato verso il paesaggio, l’ambiente ed il territorio in generale: caratteristica preferita del paesaggio attuale, parte del territorio da tutelare, legame con il territorio e con la popolazione, percezione dei cambiamenti del territorio e del paesaggio, sensibilità nei confronti dell’ambiente e delle sue risorse, conoscenza dei marchi di prodotto e di territorio, importanza dello sviluppo sostenibile per il territorio (ottenuto tramite la conoscenza di politiche ed azioni ambientali e paesaggistiche, la partecipazione a processi di pianificazione e gestione del territorio per lo sviluppo sociale ed economico del territorio, ed il rafforzamento della tradizione, della cultura e dei prodotti locali per lo sviluppo sociale ed economico del territorio).
Tramite il questionario e le foto mostrate, si è ricostruito un mercato contingente che cerca di considerare esplicitamente i benefici derivanti dalla percezione estetica del paesaggio. Nello specifico, si è messo in evidenza che la Pac è una politica pubblica finanziata dai vari contribuenti ed elicitato la disponibilità a pagare per mantenere il paesaggio tramite un certo livello di tassa. Il questionario è stato rivolto ai vari residenti in modo tale da quantificare in particolare il valore d’uso diretto. Non è stato possibile rilevare altri componenti del valore economico totale, poiché poco attendibili i dati relativi ai turisti, sia quelli del territorio oggetto di studio che quelli in transito.

Risultati

I principali risultati della stima econometrica sono riportati nella tabella 2. Come si può vedere, oltre alla costante e al bid, altre dieci variabili sono state considerate. Il bid è la somma in denaro proposta all’intervistato in termini di disponibilità a pagare. In ordine di robustezza statistica, le principali risultano essere il reddito mensile fisso e lo sviluppo sostenibile del territorio. Il segno positivo di entrambe denota che chi possiede un lavoro stabile è disposto a pagare maggiormente per il bene pubblico paesaggio, così come chi ritiene le tre sfere della sostenibilità fondamentali per lo sviluppo del territorio.

Tabella 2 - Risultati della stima del modello logit-lineare

^ livello di significatività: 1% (***); 5% (**); 10% (*)
Fonte: nostre elaborazioni su risultati del modello

A seguire, troviamo altre variabili che influenzano positivamente la disponibilità a pagare quali il considerare l’attività agricola come una possibile fonte di reddito per il futuro e il ritenere che la presenza contemporanea di più colture sia l’aspetto principale del paesaggio agro-forestale. Le altre variabili risultano essere meno significative ma comunque coerenti in termini di segno.
Il rapporto tra i parametri della costante e del bid con inversione di segno esprime la disponibilità mediana del campione. Nel caso studio tale valore è di circa 94,8 euro all’anno e per famiglia. Moltiplicando tale valore per il numero di famiglie si ottiene il valore monetario dei benefici per i residenti (valore d’uso) derivanti dal paesaggio agro-forestale attuale (Tabella 3). Per quanto riguarda i costi dell’applicazione dello strumento greening nel territorio, il valore è stato ottenuto moltiplicando la componente green del pagamento medio nazionale al 2019 (Frascarelli, 2014), pari a circa 93 euro/ha, per gli ettari di superficie agricola. Tale valore, considerando le caratteristiche dell’agricoltura dell’area anche negli anni dei vari periodi di riferimento della riforma Fischler e dell’Health Check e quindi dei relativi livelli dei pagamenti diretti disaccoppiati, può essere considerato la massima spesa ottenibile dall’applicazione dello strumento greening nel territorio.

Tabella 3 - Analisi costi-benefici

Fonte: nostre elaborazioni su risultati del modello e dati del territorio

Il rapporto benefici-costi risulta essere pari a circa il 41%, un valore elevato considerando che i benefici stimati sono quelli derivanti principalmente e/o esclusivamente dalla percezione estetica del paesaggio agro-forestale da parte dei residenti.

Discussione e conclusioni

L’analisi condotta sembra giustificare la spesa pubblica per mantenere il paesaggio attuale tramite l’utilizzo del pagamento greening. Gran parte dei residenti è a favore del sostegno pubblico dato agli agricoltori per la produzione di beni pubblici ed il rapporto benefici-costi ottenuto indica un’elevata disponibilità a finanziare i pagamenti greening. I benefici stimati sono quelli relativi alla percezione visiva del paesaggio agro-forestale attuale ma le tre pratiche del greening, precedentemente descritte, dovrebbero fornire principalmente altri beni pubblici quali la tutela della biodiversità, la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici e altri benefici ambientali.
I residenti della Teverina sembrano cittadini sensibili alle questioni ambientali e più in generale allo sviluppo sostenibile del proprio territorio. In particolare la conoscenza delle politiche ambientali può far percepire ed identificare altri benefici ambientali nella visione di un paesaggio diversificato con vari elementi caratteristici e di naturalità.
La pratica della diversificazione colturale può avere ripercussioni positive e determinare benefici per la società, almeno in termini di paesaggio. Questo è un aspetto molto interessante, visto che si è discusso molto sull’efficacia di tale pratica rispetto ad altre più efficienti in termini ambientali ma sicuramente più restrittive e costose, quali l’avvicendamento colturale.
Considerando il contesto socio-economico attuale, nelle analisi che riguardano i componenti della società sembra fondamentale ed interessante considerare aspetti che riguardano la stabilità o meno del lavoro rispetto ad un livello medio annuo o mensile di reddito.
In conclusione, i pagamenti greening potrebbero essere una scelta appropriata in termini di obiettivi ambientali e territoriali generalizzati considerando l’approccio obbligatorio di tipo finanziario e la relativa copertura territoriale più estesa rispetto ai pagamenti agroambientali del secondo pilastro. Tuttavia vanno valutati e rivisti alcuni termini e norme in modo tale da ridurre gli impegni burocratici ed amministrativi per gli agricoltori.

Riferimenti bibliografici

  • Frascarelli A. (2014), Il greening per l’agricoltore. Terra e Vita, n. 33-34

  • Idda L., Pulina P., Madau F.A., Sini P.M., Orru E. e Benedetto G. (2006), Il paesaggio nelle politiche di sviluppo rurale della Sardegna. In: Marangon F. (ed.), “Gli interventi paesaggistico-ambientali nelle politiche regionali di sviluppo rurale”, Milano, Franco Angeli, pp. 321-340

  • Marangon F. e Tempesta T. (2001), L’impatto paesaggistico della viticoltura collinare. Una valutazione economica in zone Doc del Friuli Venezia Giulia. In: Marangon F. e Tempesta T. (eds,), La valutazione dei beni ambientali come supporto alle decisioni pubbliche, Una riflessione alla luce delle normativa comunitaria e nazionale, Udine, Forume, pp. 115-133

  • Matthews A. (2013), Greening agricultural payments in the EU’s Common Agricultural Policy. Bio-based and Applied Economics 2(1), 127

  • Tempesta T. (2014), People’s preferences and landscape evaluation in Italy: a review, New Medit, vol 13, n, 1, (March 2014), pp. 50-59

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