La cooperazione transnazionale nell'approccio Leader: una proposta di valutazione per la Regione Veneto

La cooperazione transnazionale nell'approccio Leader: una proposta di valutazione per la Regione Veneto
a Università degli Studi di Padova, Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (Tesaf)

Introduzione

La cooperazione avrà certamente un ruolo importante nella programmazione 2014-2020 delle politiche di sviluppo rurale in Europa. In particolare l’articolo 44 del regolamento 1305/2013 sul sostegno allo sviluppo da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale evidenzia come la stessa possa essere realizzata a livello interterritoriale o transnazionale. La disposizione normativa intende dare continuità e valorizzare un processo che è stato avviato sin da Leader I e che ha inserito la cooperazione come autonoma misura in Leader II, mantenendola successivamente nell’asse 2 in Leader+ e come misura 421 dell’Asse Leader. L'attenzione della Commissione Europea alla cooperazione transazionale è mantenuta per sostenere lo scambio di informazioni, buone pratiche e conoscenze tra attori territoriali che possono portare a risultati innovativi e al rafforzamento delle strategie di sviluppo locale (Endr, 2014).
Il presente studio offre un contributo alla valutazione dello sviluppo rurale con specifico riferimento ai progetti di cooperazione transnazionale (Ctn) finanziati nell’ambito dell’approccio Leader, proponendo una metodologia basata sulla analisi delle reti sociali (Social Network Analysis - Sna). Gli indici di network sono stati applicati ai progetti di cooperazione transnazionale promossi e realizzati dai Gruppi di Azione Locale (Gal) della Regione Veneto in diversi periodi di programmazione (Leader II, Leader+, Asse Leader) e i risultati possono essere utilizzati da parte dell’Autorità di Gestione al fine di valutare la performance dei Gal in dette iniziative.
Nella parte introduttiva si propone una breve revisione teorica dei maggiori cambiamenti negli approcci allo sviluppo rurale europeo focalizzando, successivamente, l’analisi sulle azioni di cooperazione che nel periodo di programmazione 2007-2013 si sostanziano in un budget di 432 milioni di euro corrispondente a 4,6% del budget destinato a Leader (Fortunato e Zumpano, 2013). La cooperazione transnazionale può attivare diverse potenzialià economiche, ciononostante appaiono numerose criticità in fase d’implementazione progettuale, evidenziando la necessità di un accurato processo di monitoraggio e valutazione, sinora limitato. Tra le diverse metodologie valutative, la Sna appare il piu idoneo strumento di analisi in quanto dettaglia le diverse tipologie di relazioni tra nodi (nella fattispecie i Gal). Appare opportuno sottolineare che la Sna è già stata applicata nell’analisi dei network che strutturano i Gal (Marquardt et al., 2012; Nardone et al., 2010; Franceschetti, 2009), ma mancano al momento sue utilizzazioni nello studio dei network transnazionali realizzati dai Gal. La metodologia conduce a specifiche misure e risultati che evidenziano un affinamento nel tempo della politica di cooperazione transnazionale e viene applicata al caso studio della Regione Veneto per diversi periodi di programmazione Leader. Nella parte conclusiva si presentano alcuni suggerimenti per possibili ricerche future che possano condurre a una diversificazione nell’applicazione del metodo.

L’approccio Leader: rete e cooperazione

Le aree rurali sono state studiate a partire dagli anni ‘50 mediante un approccio di analisi settoriale, che facilitava la loro comparazione agli standard socio-economici delle aree urbane (Bell et al. 2010; Sotte, 2006). Negli ultimi trent’anni è emersa una nuova prospettiva che considera ogni territorio rurale come un ambiente unico, frutto della combinazione di fattori sociali, economici ed istituzionali locali, con potenzialità economiche multifunzionali complementari a quelle urbane (Saraceno, 2013; Sivini, 2006; Leon, 2005).
Gli approcci allo sviluppo rurale sono stati nel tempo molteplici passando da orientamenti “esogeni”, “endogeni” e più recentemente “neo-endogeni” (Shucksmith, 2009)1. Nell’ambito di quest’ultimo approccio la prospettiva locale si integra progressivamente in una nuova modalità di governance che coordina gli stakeholder a livelli differenti. Gli attori dello sviluppo locale diventano, pertanto, i nodi di una rete rurale che si sostanzia di relazioni orizzontali e verticali e di flussi informativi veicolati nel network rurale (Esparcia, 2014; Shucksmith, 2009)2. Di fatto, l’economia post moderna si caratterizza per essere informale, globale e “in rete” (Castells, 2011), quindi gli attori economici si connettono attraverso relazioni verticali e orizzontali, di natura intra e inter-settoriale, per ottenere l’accesso a nuove opportunità (Murdoch, 2000). La capacità di sviluppare relazioni rappresenta per le aree rurali una delle possibilità di rinnovare la loro immagine e di diventare più attrattive, stimolando la domanda urbana di prodotti e servizi rurali e aumentando le loro performance economiche (Ploeg, 2006).
Nel contesto della Politica Agricola Comune (Pac), l’approccio Leader è divenuto l’occasione per le istituzioni europee di applicare un approccio neo-endogeno che possa partire dalle aree rurali con una prospettiva multi-dimensionale (Shucksmith, 2009; Murdoch, 2000). Nell’ambito di questo approccio i Gruppi di Azione Locale agiscono all’interno di una specifica struttura, il network del Gal, che rappresenta un’opportunità di acquisire risorse e innovare (Dwyer, 2013). Il network si caratterizza per relazioni verticali e orizzontali e, in relazione a quest’ultime, è possibile distinguere relazioni orizzontali locali (tra partner locali che formano il Gal) e relazioni orizzontali extra-locali (tra Gal che cooperano in progetti inter-territoriali o transnazionali)3.
La cooperazione transnazionale facilita lo scambio di conoscenze e l’aumento delle competenze di attori individuali o collettivi, tali fattori sono considerati fondamentali per l’innovazione (Ray, 2006). I territori locali possiedono alcune specifiche conoscenze e informazioni che fanno parte del loro vantaggio competitivo (Saraceno, 2013) e la cooperazione transnazionale può contribuire alla condivisione di conoscenze tra diversi territori europei (Saxena et al., 2007). Ray (2001) individua tre ragioni che motivano la partecipazione dei Gal a progetti di cooperazione transnazionale. La prima è “beneficiare della similarità”, quando il progetto si basa su elementi comuni relativi a risorse naturali, patrimonio culturale o servizi forniti. La seconda è “beneficiare della complementarietà”, attraverso la combinazione di risorse differenti per un’azione continua sostenuta da un’alleanza di co-opetizione4, dove interessi competitivi sono condivisi e combinati per la creazione di una relazione di mutua collaborazione (Pasquinelli, 2013; Bengtsson e Kock, 2000). Per concludere vi è il “vantaggio di raggiungere la massa critica”, per esempio sfruttando i contatti internazionali per incrementare le opportunità di mercato o il numero di consumatori finali, quindi anche di beneficiari (Ray, 2001). I progetti di cooperazione transnazionale sono un’opportunità reale per i Gal d’integrazione nella rete del sistema europeo e, di conseguenza, la Social Network Analysis rappresenta lo strumento più idoneo per la valutazione dello stesso.

La cooperazione transnazionale Leader in Europa, Italia e Veneto

Seppure la cooperazione trasnazionale sia stata introdotta in Leader I, i dati della DG Agriculture rilevano che nessun progetto di cooperazione transnazionale appare avviato in tale periodo, anche se uno studio condotto nel 1994 evidenzia che il 25% dei Gal europei s’impegna in qualche forma di collaborazione con soggetti omologhi. Nel periodo Leader II, i Gal europei realizzano complessivamente 252 progetti, saliti a 383 durante il periodo Leader+, con una crescita del budget pari al 265% (da 138 milioni di euro in Leader II a 504 in Leader+) (Fortunato e Zumpano, 2013). Non è facile censire il dato per il periodo di azione dell’Asse Leader, in quanto l’aggiornamento del database della Rete Rurale Europea di Sviluppo Rurale avviene su base volontaria e potrebbe quindi risultare incompleto. Il rapporto EU Rural Review – Leader and Cooperation (2012) elenca 209 progetti approvati e notificati alla Commissione (cfr. Figura 1).

Figura 1 - Numero di progetti di cooperazione transnazionale Leader in Stati europei (2007-2013)

Fonte: European Network for Rural Development (2012)

Il Supplementary Report on specific aspects of Leader approach implementation, predisposto dal Leader Subcommittee Focus Group on the implementation of the Measure Cooperation, evidenzia come le principali criticità rispetto alle azioni di cooperazione siano:

  • discrepanza nelle tempistiche dei processi decisionali e nell’approvazione dei progetti da parte delle Autorità di Gestione;
  • ritardi nell’implementazione da parte dei diversi attori coinvolti nel partenariato;
  • mancanza di preparazione tecnica che impatta negativamente sulla realizzazione del progetto;
  • in generale necessità di un maggiore coordinamento tra le stesse Autorità di Gestione.

Nel periodo Leader II, l’Italia pianifica un investimento di 30 milioni di euro con una fattiva attivazione della misura cooperazione da parte di tutte le regioni, eccetto la provincia di Bolzano. Ciononostante, in fase di implementazione il budget si riduce mediamente del 21% con picchi negativi del 50% per le regioni Veneto e Liguria. Sono realizzati 107 progetti, coinvolgendo 116 Gal italiani ed il 70% dei partner internazionali provengono da Spagna, Francia, Grecia e Portogallo (Zumpano, 2001). Durante Leader+, l’investimento totale nella misura cooperazione corrisponde a 56.4 milioni di euro, ma in fase di implementazione il budget diminuisce del 12,3% rispetto a quanto pianificato. Conseguentemente, le risorse finanziarie sono state utilizzate in 62 progetti, coinvolgendo 99 Gal italiani su 132 (Zanetti, 2007). Nel periodo 2007-2013 (Asse Leader) seppure il contributo alla misura di cooperazione 421 raggiunga i 92 milioni di euro (Fortunato e Zumpano, 2013), i budget di progetto effettivamente registrati nel database della rete rurale indicano un impegno di spesa pari a 10,9 milioni di euro, di cui il contributo privato corrisponde all’8,6%. I progetti implementati sono solo 22 e coinvolgono 58 Gal afferenti a 8 regioni italiane (Calabria, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna, Provincia Autonoma di Trento, Umbria, Veneto) (Rete Rurale Italiana [link], accesso Maggio 2014).
La Regione Veneto è quella più attiva con riferimento al numero di progetti implementati nell’ultimo periodo di programmazione visti i 7 progetti realizzati, coinvolgenti 11 Gal Veneti che in 5 occasioni hanno svolto il ruolo di partner capofila. La spesa maggiore si registra nel Gal Alto Bellunese (Figura 2) che ha parimenti implementato il maggior numero di progetti. La cooperazione transnazionale si è rivelata nella Regione Veneto un’occasione per la diversificazione dell’economia, con tre progetti focalizzati sul turismo rurale e due sulla valorizzazione dei prodotti tipici (Rete Rurale Italiana [link], accesso Maggio 2014).

Figura 2 - Budget di progetti dei Gal del Veneto che hanno attivato Ctn

Fonte: Gal del Veneto www.gal.veneto.it, accesso Maggio 2014

In Figura 3 si osserva come i dati di progetti pianificati (Regione Veneto, 2010) superino sia i progetti approvati (www.gal.veneto.it, accesso Maggio 2014) che i progetti effettivamente implementati (Rete Rurale Italiana in [link], accesso Maggio 2014), con un divario attribuibile probabilmente a problemi amministrativi e burocratici legati alla fase di approvazione da parte delle diverse Autorità di Gestione e di implementazione (Regione Veneto, 2010).

Figura 3 - Progetti pianificati, approvati e implementati di cooperazione transnazionale dai Gal della Regione Veneto, Asse Leader

Fonte: Regione Veneto, 2010; Gal del Veneto www.gal.veneto.it, accesso Maggio 2014; Rete Rurale Italiana [link], accesso Maggio 2014

Metodologia: la Social Network Analysis

I progetti di cooperazione transnazionale possono essere visti, quindi, come un’occasione per i Gal di scambiare informazioni, competenze e conoscenze locali, aumentando le opportunità di innovazione e di benefici economici. Questi progetti creano una rete di relazioni, dirette e indirette e, per questo, la Sna può essere uno strumento appropriato di analisi quantitativa e di rappresentazione grafica (Hanneman and Riddle, 2005; Borgatti and Foster, 2003; Wellman, 1988)5. Il concetto alla base della Network Analysis è che gli attori (definiti nodi6) sono inseriti in una rete di relazioni che influenza le loro azioni e le norme che li guidano (Wellman, 1988). Queste stesse relazioni sono un’importante fonte d’informazioni, risorse, potere (Salvini, 2006) e quindi un’analisi della rete nel complesso, delle relazioni esistenti nella rete e della distribuzione degli attori all’interno della stessa, può essere una valida forma di valutazione. Diversi autori hanno già applicato la Sna per analizzare le strutture e le relazioni dei Gal (Marquardt et al., 2012; Nardone et al., 2010; Franceschetti, 2009), mentre la prospettiva qui adottata verte sulla cooperazione transnazionale, analizzando la rete europea dai Gal che cooperano nello specifico caso di studio della Regione Veneto.
In tabella 1 vengono indicati alcuni classici indici di network utilizzati nella ricerca.

Tabella 1 - Sintesi di alcuni indici di Social Network Analysis

Fonte: Borgatti e Everett (1997)

Generalmente la Sna si basa su una matrice di relazioni, che nel caso dei progetti di cooperazione transnazionale dei Gal di una regione (ego-network regionale7) possono essere distinte a seconda che coinvolgano nodi regionali, nazionali (non regionali) o transnazionali, come viene illustrato nella tabella 2, che esamina solamente relazioni non direzionate.

Tabella 2 - Classificazione dei nodi e delle loro relazioni in un progetto di Ctn

Fonte: ns elaborazione

La nostra proposta metodologica consiste nell’elaborare alcuni indici (Tabella 3) che evidenzino le peculiarità di una rete transnazionale, valutando la densità in diverse tipologie di relazioni.

Tabella 3 - Densità disaggregate per specifici tipi di relazioni

Fonte: ns elaborazione

Per avere un’idea più completa della composizione del network e facilitarne la comparazione nel tempo, si è ritenuto opportuno determinare le proporzione dei diversi tipi di relazioni effettive su tutte le relazioni effettive della rete (Tabella 4).

Tabella 4 - Proporzione per specifici tipi di relazioni

Fonte: ns elaborazione

La dimensione transnazionale può essere analizzata anche attraverso la centralità transnazionale (tc) di un nodo, ovvero di un Gal, e considera tra tutte le effettive relazioni di un nodo, solamente quelle transnazionali.

Social Network Analysis nella cooperazione transnazionale dei Gal del Veneto: i risultati

La Sna e i nuovi indici presentati sono stati applicati allo specifico caso dei progetti di cooperazione transnazionale implementati dai Gal della Regione Veneto in vari periodi di programmazione, registrati nel database della Rete Rurale Italiana. Questo ha permesso di costituire degli ego-network che considerano la totalità dei Gal del Veneto e i loro partner in progetti transnazionali Leader. Per elaborare i dati dei network e rappresentarli graficamente si è usato il software open source Gephi. L’analisi considera le dinamiche dei network nei diversi periodi di programmazione, evidenziando la loro evoluzione. Di fatto, la dimensione e la densità dei network sono cambiate nel tempo, come si può immediatamente notare dalla figura 4 e dal dettaglio della tabella 5.

Figura 4 - Evoluzione del network di Ctn Leader in Veneto

Note: i Gal veneti sono evidenziati in rosso, i Gal transnazionali in blu, i Gal italiani (non veneti) in nero.
Fonte: ns elaborazione

Tabella 5 - Principali indici di Sna analizzati in Leader II, Leader +, Asse Leader

Fonte: ns elaborazione

La dimensione è diminuita da 39 (Leader II) a 32 (Leader+) a 28 nodi (Asse Leader), palesando una flessione nella scelta di cooperazione transnazionale da parte dei Gal. Attorno a questa evoluzione si potrebbero formulare diverse ipotesi: (i) progressivo disinteresse nella realizzazione di progetti transnazionali di cooperazione (influenzata, forse, dai limiti burocratici previamente nominati), (ii) un’auto-selezione più efficace dei Gal, i quali cercano di relazionarsi con soggetti omologhi in ambito europeo che abbiano una riconosciuta capacità progettuale e che siano in grado di gestire la complessità di un progetto transnazionale, (iii) un’auto-selezione più efficace dei Gal, i quali cercano di relazionarsi con soggetti omologhi europei che siano considerati attori interessanti poichè svolgono un ruolo chiave nel loro contesto territoriale di riferimento.
La diminuzione della dimensione del network può essere interpretata come una riduzione delle opportunità informative a cui i Gal possono accedere nel passaggio da Leader II a Asse Leader. E’ da osservare, però, che questo dato viene ad essere compensato dall’andamento della densità: nel periodo Leader II, il 53.3% delle relazioni possibili tra i nodi del network era effettivamente realizzato, il dato è sceso a 19,2% durante Leader + per poi crescere di nuovo leggermente durante il periodo 2007-2013 a 20,4%. L’andamento della variabile può essere analizzato nei seguenti due punti:

  • La riduzione della densità del network si accompagna, secondo la teoria degli structural holes di Burt (1992, p.65), alla riduzione della ridondanza nei passaggi informativi. Questo significa che network caratterizzati da una minore densità sono più efficienti in termini di passaggio del flusso informativo e di acquisizione d’informazioni ritenute rilevanti, godendo pertanto di un maggiore vantaggio competitivo rispetto a network più densi. La considerazione acquisisce maggiore evidenza se si considera la densità regionale-transnazionale del network (cfr. Figura 5).
  • Nel passaggio da Leader II a Asse Leader si osserva inoltre che aumenta la proporzione di relazioni transnazionali dei Gal veneti sul totale delle relazioni presenti nel network (cfr. Figura 6). Alla luce delle osservazioni del precedente punto, il dato è particolarmente indicativo, poiché rappresenta l’opportunità per i Gal veneti di accedere a un set d’informazioni più diversificato e di usufruire di contatti che possono potenzialmente metterli in relazione con una platea più vasta di attori transnazionali.

Figura 5 - Indici di densità disaggregata, periodi Leader II, Leader+ e Asse Leader8 (valori in %)

Fonte: ns elaborazione

Figura 6 - Proporzione per specifici tipi di relazioni su relazioni totali del network, periodi Leader II, Leader + e Asse Leader9 (valori in %)

Fonte: ns elaborazione

Per facilitare la lettura, i dati di densità regionale-transnazionale e proporzione delle relazioni regionali transnazionali sul totale sono rappresentati in figura 7, evidenziando la flessione della densità regionale transanzionale da Leader II a Asse Leader e il parallelo incremento della proporzione di relazioni tra nodi regionali e transnazionali sul totale delle relazioni del network. Tali trend confermano le statuizioni della teoria degli structural holes di Burt.

Figura 7 - Comparazione tra l’andamento della densità regionale-transnazionale (Drt) e l’andamento della proporzione di relazioni regionali-transnazionali sul totale delle relazioni del network (rt(n)/tot(n)), periodi Leader II, Leader + e Asse Leader (valori in %)

Fonte: ns elaborazione

Nei diversi periodi di programmazione, gli attori più centrali in termini di cooperazione transnazionale sono mutati. Durante Leader II, il Gal “Sinistra Piave” registra la più altra centralità transnazionale e contemporaneamente il Gal “Alto Bellunese” la minore. Ciononostante, durante Leader+, il Gal “Alto Bellunese” mostra i valori più alti con riferimento allo stesso indice, confermando questo valore positivo durante l’Asse Leader. Questo indica la sua evoluzione positiva in termini di numero di progetti presentati e implementati, e di continuità dei partner, aspetto che probabilmente attesta anche una buona esperienza nella pratica e stabilità nell’azione. Anche se durante Leader II è possibile identificare una corrispondenza tra i valori di centralità di grado e quelli di centralità transnazionale, i dati per i periodi successivi non confermano una chiara corrispondenza. Quindi, i nodi con maggiori connessioni all’interno del network, non necessariamente realizzano il maggior numero di relazioni transnazionali. Tale aspetto evidenzia l’importanza di studiare i network di questa tipologia con indici specifici per la dimensione regionale-transnazionale, che possono far emergere caratterizzazioni del network e dei nodi particolari rispetto ai normali indici di densità del network e di centralità del nodo. Va comunque rilevato che, visti cambiamenti nella composizione dei Gal da Leader II a Asse Leader, la valutazione dell’evoluzione degli indici di centralità transnazionale va considerata con cautela, poiché non tutti i Gal hanno operato in tutti i periodi di programmazione, o gli stessi Gal hanno modificato la loro composizione.

Considerazioni conclusive

La discussione presentata nell’articolo propone un approccio innovativo per la valutazione di progetti di cooperazione transnazionale implementati dai Gruppi di Azione Locale. Al fine di chiarificare perché questi progetti possono avere per i Gal una certa rilevanza, si sono approfonditi i vantaggi della cooperazione: il rafforzamento della competitività, la condivisione di esperienze, la promozione d’innovazione attraverso la condivisione delle buone pratiche, il rafforzamento dell’identità territoriale. I progetti di cooperazione transnazionale possono aumentare le opportunità per i partner di trarre vantaggio della “similarità” e “complementarietà”, quindi della co-opetizione. Durante la realizzazione di questi progetti, i Gal compongono una rete che facilita la condivisione delle conoscenze e delle informazioni, non solo a livello locale ma anche extra-locale. Le reti transnazionali, quindi, sono state studiate attraverso la Social Network Analysis, al fine di avere una completa visione dei progetti in termini quantitativi ma anche considerando le relazioni, dirette ed indirette, che essi possono produrre. L’analisi è stata condotta su diversi periodi di programmazione, così da osservare la loro dinamicità. Gli indici di Sna proposti sono strumenti utili per valutare la struttura e le performance dei network di cooperazione transnazionale e possono essere utilizzati dalle Autorità di Gestione a livello regionale per comprendere l’efficienza delle iniziative finanziate in termini di scambio d’informazioni. Attraverso lo studio parallelo degli indici di densità disaggregata e di proporzione delle relazioni si può ottenere una visione del cambiamento nella composizione delle relazioni transnazionali del network nel complesso, mentre attraverso l’indice di centralità transnazionale possono essere valutati i singoli nodi. Il caso studiato propone un network molto dinamico, che si è modificato non solo in termini di dimensione e densità, ma anche rispetto alla composizione interna delle relazioni (regionali, nazionali, transnazionali). Questo si riflette in nuove possibilità di flusso informativo e di accesso a nuove competenze. In Veneto, l’analisi della strutture e delle dinamiche dei network di progetti transnazionali suggerisce un’evoluzione positiva dell’efficienza nella trasmissione delle informazioni, poiché la proporzione tra relazioni con partner transnazionali è aumentata ma la densità regionale-transnazionale è diminuita. Anche i nodi con maggiore centralità transnazionale sono cambiati, in particolare si è potuta notare un’evoluzione positiva del Gal “Alto Bellunese” che è stata probabilmente sostenuta da una continuità nel partenariato con un Gal estero. Questi elementi dimostrano l’importanza dei nuovi indici proposti, che fanno emergere specificità che i classici indici di Sna non sono in grado di cogliere.
L’analisi si è focalizzata solo sul caso studio dei progetti di cooperazione transnazionale implementati dai Gal all’interno della misura Leader sulla cooperazione, tuttavia un’analisi più approfondita potrebbe considerare altre forme di cooperazione territoriale implementate dai Gal, che in egual maniera possono dare i vantaggi evidenziati per la cooperazione trasnazionale in Leader. Inoltre, l’affiancamento di un’analisi qualitativa potrebbe meglio spiegare alcune dinamiche di network e valutare l’intensità delle relazioni, correlandola eventualmente con la continuità dei partenariati.
Alla luce delle precedenti considerazioni le Autorità di Gestione nella parte di valutazione ex ante dei progetti di cooperazione transnazionale dovrebbero attentamente valutare la struttura e la composizione del partenariato regionale, nazionale transnazionale dei progetti, al fine di selezionare quelle iniziative che offrono una maggiore garanzia, stante la loro struttura, di utilizzare appieno i vantaggi dell’azione di cooperazione.

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Siti di riferimento

  • 1. Il primo appare influenzato da teorie economiche neo-Keynesiane e neo-liberali che, pur con basi teoriche nettamente differenti, concepiscono lo sviluppo delle aree rurali come una conseguenza dei processi di sviluppo avviati nelle aree urbane (Lowe, 2006; Lowe et al., 1995). La prospettiva endogena, invece, valorizza le risorse umane locali e le differenze ambientali, bilanciando i fattori economici, sociali e ambientali (Gkartzios e Scott, 2013).
  • 2. Della prospettiva endogena si mantiene la concezione delle aree rurali come luoghi con caratteristiche e risorse uniche che necessitano specifici ma flessibili percorsi di sviluppo (Lysgard and Cruickshank, 2013); in un certo senso si dà continuità anche ad alcuni elementi dell’approccio esogeno, poiché l’attenzione è posta altresì sulle connessioni con i territori extra-locali (Vitale, 2006).
  • 3. Il Regolamento (CE) 1698/2005 definisce la cooperazione in ambito Leader come “iterterritoriale” nel caso avvenga tra territori dello stesso Stato Membro e “transnazionale” se realizzata da territori appartenenti a Stati Membri diversi e territori in Stati terzi.
  • 4. Per coopetizione si intende una relazione strategica caratterizzata contemporaneamente dall’aspetto della cooperazione e da quello della competizione; attori, naturalmente in competizione tra loro, cooperano per giungere ad un risultato reciprocamente vantaggioso.
  • 5. Le relazioni dirette indicano una connessione tra due nodi senza l’intermediazione di un terzo nodo, allorquando le relazioni indirette specificano l’esistenza di un’intermediazione (o brokeraggio) posta in essere da un terzo attore che fa da ponte fra i due nodi considerati, non direttamente collegati tra loro. Le relazioni parimenti possono essere direzionate o non direzionate. Le prime specificano una relazione che avviene tra il nodo A verso il nodo B e non viceversa, usualmente queste vengono rappresentate nella network utilizzando una freccia che collega i due nodi. Nel caso di relazioni non direzionate, la relazione tra i due nodi è esistente ma non si specifica la direzione della stessa. Di conseguenza gli indicatori di network assumeranno diversi valori a seconda della tipologia di relazione che viene ad essere esaminata.
  • 6. Attori individuali o collettivi facenti parte di un sistema, in questo caso identificabili con i Gal.
  • 7. L’ego-network è una rete costituita da alcuni attori specifici definiti ego, in questo caso corrispondenti ai Gal del Veneto, e dai nodi (alter) ad essi collegati da una specifica relazione (qui intesa come il partenariato di progetto transnazionale).
  • 8. Tra i diversi indicatori risalta il dato relativo alla densità regionale, osservando come il trend della densità nelle relazioni tra nodi regionali sia negativo, con un picco in Leader+ (0,583; 0,067; 0,327). E’ da rilevare che il dato è riferito solo ai progetti di cooperazione transnazionale, ciò non toglie che altre forme di cooperazione siano presenti nel territorio regionale.
  • 9. Nel periodo Leader II, la maggior parte delle relazioni coinvolgeva nodi nazionali non veneti, sia tra di loro (36,2%) che con altri nodi (32,7% con nodi regionali, 14,9% con nodi transnazionali). Nel periodo Leader+, invece, le relazioni coinvolgevano soprattutto nodi transnazionali (31,6% tra nodi transnazionali, 20% con nodi regionali, 20% con nodi transnazionali). Come si accennava, durante l’Asse Leader, le relazioni prevalenti sono tra nodi regionali (23,4%) e tra nodi regionali e transnazionali (22,1%), in questo periodo tuttavia le relazioni tra nodi regionali e nazionali è rimasta pressochè invariata rispetto al periodo precedente (10,4%).
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