La riforma della Pac 2014-2020 si presenta all’insegna dei giovani

La riforma della Pac 2014-2020 si presenta all’insegna dei giovani

Le istituzioni europee hanno accolto l'urgenza del ricambio generazionale in agricoltura e, nell’accordo raggiunto da Consiglio, Parlamento e Commissione europea il 26 giugno, sono state introdotte nel primo e confermate nel secondo pilastro delle misure per incentivare l’ingresso dei giovani in agricoltura e per sostenerne il reddito nei primi difficili anni dell’insediamento.
Per la prima volta nel regolamento sui pagamenti diretti è stato inserito un intero capitolo dedicato ai giovani agricoltori. È stato, infatti, introdotto un pagamento addizionale “top-up” nel primo pilastro per i primi 5 anni di insediamento. Tale pagamento addizionale corrisponde ad una maggiorazione del 25% del titolo di aiuto ed è destinato agli agricoltori under 40. La misura è obbligatoria per tutti i 28 Stati membri dell'UE e ogni singolo giovane agricoltore nell’UE riceverà, per la prima volta, questo pagamento supplementare.
La misura "top-up" sarà finanziata fino al 2% della dotazione nazionale, tuttavia, sono in discussione diversi metodi di calcolo che gli Stati membri potranno scegliere. Il calcolo si baserà anche su una superficie compresa tra 25 ettari e 90 ettari. Per utilizzare al meglio tale misura occorrerà che gli Stati scelgano i sistemi di calcolo che più massimizzano il top-up. Diluendo questa misura per ragioni amministrative o politiche non si otterrà ciò che la Pac intende realizzare: sostenere il ricambio generazionale ed aumentare il numero degli agricoltori under 35.
Il top-up non rappresenta una somma di per se determinante o capace di garantire la sostenibilità di un progetto ma contribuisce a rafforzare la solidità finanziaria del neo insediato e aumenterà le sue possibilità di ottenere l’accesso al credito. Occorre, infatti, rammentare sempre che il reddito generato dall’attività agricola in Europa è mediamente il 50 % del reddito degli altri settori1.
Nell’ambito del secondo pilastro è confermata la possibilità per gli Stati membri di conferire ai giovani agricoltori un aiuto all’insediamento. Un giovane agricoltore potrà quindi beneficiare di un aiuto all’insediamento fino ad un massimo di 70.000 euro, se lo Stato membro sceglierà il più alto rapporto di cofinanziamento. Una novità è costituita dalla possibilità per lo Stato membro di chiedere l’applicazione di un tasso di 80/20. Ciò significa che l'80% di tutti i fondi proverrà dal bilancio dell'Unione europea, mentre solo il 20% dovrà essere fornito dal governo nazionale. A ciò si aggiungeranno dei sostegni aggiuntivi per gli investimenti strutturali, un più facile accesso al sistema di consulenza aziendale e un miglior accesso alla formazione, misure di grande aiuto per le giovani generazioni che vorranno avviare le loro aziende agricole nei prossimi anni. Sempre nel secondo pilastro è stata inserita la possibilità per gli Stati membri di adottare nei programmi di sviluppo rurale un sottoprogramma tematico sui giovani agricoltori. Un tale programma potrebbe contenere le seguenti misure: (a) Aiuto all'avviamento di attività imprenditoriale per i giovani agricoltori che s’insediano per la prima volta in un'azienda agricola; (b) Investimenti in immobilizzazioni materiali; (c) Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione; (d) Servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole; (e) Cooperazione; (f) Investimenti in attività extra-agricole È sufficiente vedere la tendenza al ribasso del numero di agricoltori in tutta Europa per comprendere la necessità di sostenere i giovani in agricoltura. Gli ultimi dati di Eurostat pubblicati nel luglio di quest'anno mostrano una diminuzione di un terzo nel numero degli agricoltori europei negli ultimi dieci anni. Occorre invertire questa tendenza demografica e per far questo occorre che ci sia stabilità e prevedibilità nei programmi per i giovani che saranno attuati dalla nuova riforma in tutti gli Stati membri dell’UE.
In Italia la situazione è ancora più esasperata se si considerano i dati Istat inseriti nel 6° Censimento dell’Agricoltura, dove i giovani agricoltori con meno di 40 anni si attestano al 9,9% del totale. Di essi, solo la metà ha meno di 35 anni. Non solo, ma il rapporto tra giovani under 35 e imprenditori over 55 è pari a 1 su 8 e dal confronto tra i dati del 6° Censimento con quelli del Censimento precedente, si può notare come il numero dei giovani agricoltori abbia subito una variazione negativa pari al 40%, passando da 273.182 a 161.7162. Eppure a livello strutturale le aziende condotte da giovani, hanno a disposizione una Sau media (38,2 ha) e un impiego di lavoro (2,1 unità lavorative medie) decisamente maggiori rispetto alle aziende condotte da non giovani confermandosi più multifunzionali e concentrate nelle classi più alte di dimensione economica.
Il Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori (Ceja), di cui sono stato eletto Presidente il 27 giugno 2013, ha avuto un ruolo chiave nel raggiungimento di questo storico risultato nella riforma della Pac ma non intende fermarsi a questi risultati.
Il Ceja rappresenta circa 2 milioni di giovani agricoltori in tutta Europa aderenti a 30 organizzazioni agricole provenienti da 23 Stati membri. Quest’organizzazione comprende al suo interno diverse culture, lingue e bisogni, diversi modelli di agricoltura e diverse tipologie di aree rurali ma i suoi membri hanno in comune il progetto di costruire un'agricoltura europea più innovativa e competitiva. Il compito principale del Ceja è quello di costruire relazioni con le istituzioni europee e portare avanti attività di pressione presso i decisori politici e gli uffici europei per migliorare le politiche per l’agricoltura e in particolare quelle per giovani agricoltori e dei giovani che cercano di entrare nel settore agricolo in tutta l'UE.
Avere una rappresentanza a livello comunitario è fondamentale poiché l’80% dei provvedimenti riguardanti l’agricoltura vengono progettati e adottati a Bruxelles e la voce unitaria delle organizzazioni agricole giovanili europee ha un maggiore impatto sulle istituzioni europee. Non solo, ma il problema della diminuzione di agricoltori e del ricambio generazionale copre l'intera Unione, con una media del 6% di agricoltori europei al di sotto dei 35 anni rispetto ad 1/3 con più di 65 anni.
Il Ceja ha posto la questione del ricambio generazionale, e dalla scarsa presenza di giovani agricoltori a livello europeo, organizzando eventi e seminari cercando di aumentare la consapevolezza della problematica in sé e la necessità di risposte concrete da parte degli Stati membri e dell’UE.
Ora che abbiamo raggiunto il risultato di una riforma della Pac orientata maggiormente verso i giovani, la futura attività di lobby e di “voce” dei giovani agricoltori europei si concentrerà nei prossimi due anni nell’incoraggiare gli Stati membri ad applicare le misure messe a disposizione dalla nuova Pac nel migliore dei modi, scegliendo un metodo di calcolo del pagamento top-up adeguato e attuando misure organiche e razionali a favore dei giovani nei programmi di sviluppo rurale.
Non soltanto il Ceja giocherà un ruolo chiave nella fase di transizione e attuazione della riforma, affinché questa avvenga sfruttando tutti gli strumenti messi a disposizione, ma cercherà di dare il suo contributo anche ai temi di respiro mondiale che coinvolgono sempre più l’agricoltura europea.
I giovani agricoltori sono essenziali per garantire un futuro all’umanità. L’aumento demografico a livello mondiale e il conseguente incremento della domanda alimentare rappresentano delle sfide essenziali per il futuro del Pianeta3.
Tra questi temi anche quello della preservazione del modello di agricoltura familiare, modello che nel 2014 sarà celebrato dalle Nazioni Unite nell’anno internazionale dell’agricoltura familiare. Su tale tema la Commissione europea ha aperto una consultazione on line4 e il Ceja intende dare il suo contributo.
Il ricambio generazionale è una parte cruciale per un modello di agricoltura che fornisca cibo in quantità sufficiente e di alta qualità a prezzi adeguati e che mantenga la diversità del territorio europeo e la vitalità delle sue regioni rurali.
Il tema della crescita della domanda alimentare, cui solo le nuove generazioni di agricoltori possono far fronte, è stato anche richiamato dall’ultima campagna d’informazione che il Ceja ha condotto “Future Food Farmers5, questa campagna si è conclusa a maggio 2013 con una conferenza stampa che ha voluto presentare i risultati al Commissario all'agricoltura Dacian Ciolos, al Ministro irlandese Simon Coveney (presidente di turno del Consiglio europeo per l’agricoltura) e al presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro.
L’obiettivo di questa iniziativa è stato quello di sensibilizzare l'opinione pubblica e i decisori politici nazionali ed europei sull'importanza dei giovani in agricoltura e sulla necessità di misure a favore del ricambio generazionale nell'ambito della riforma della Pac. Al nostro appello hanno aderito importanti attori europei e stakeholder, sia prestando il loro volto nel video di lancio della campagna sia sottoscrivendo il nostro documento6.
Il tema della sicurezza alimentare sarà anche al centro dei dibattiti che si articoleranno durante l’Expo 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Spetterà anche a noi, giovani agricoltori, evidenziare in quell’ambito la necessità di garantire un futuro al Pianeta investendo sui giovani per poter sviluppare e diffondere modelli produttivi sostenibili in grado di fornire, alla crescente popolazione mondiale, cibo di qualità.
All'agricoltura vengono chiesti numerosi sforzi e impegni, dalla sicurezza alimentare al mantenimento del territorio, dall'azione di mitigazione dei cambiamenti climatici, alla sostenibilità economica. Sfide che non si pongono nel breve periodo ma che si proiettano nel futuro e a cui occorre fornire risposte in uno scenario globale e non più solo nazionale o europeo. È proprio ai giovani che spetta giocare un ruolo chiave, anche per venire incontro alle necessità d’innovazione del settore. I giovani, infatti, raggiungono degli standard produttivi più alti e impiegano più forza lavoro in azienda rispetto alla media, hanno una produttività lavorativa superiore, sono meglio formati rispetto a quelli più “anziani” e sono più preparati e predisposti a introdurre l’innovazione nelle loro aziende.
Personalmente, tra l’altro, credo che occorrerà proporre la creazione di gruppi di lavoro a livello UE che seguano la tematica dell'accesso alla terra e che producano linee guida per opzioni di partenariato pubblico-privato sulla base dell'esempio di “Safer” in Francia che ritengo in Italia potrebbe essere preso come modello a livello nazionale.
In questo senso, ritengo utile anche l’introduzione di nuove figure come quella del facilitatore esterno in materia di successione, che aiuti le famiglie degli agricoltori nel trasferimento di terreni tra le generazioni attraverso i servizi di consulenza aziendale (Fas); Inoltre, nello Sviluppo rurale, sarebbero benvenute anche formule che agevolino il trasferimento di terra tra le generazioni attraverso la promozione di partenariati, come ad esempio l'affitto a lungo termine con prelazione sulla successiva acquisizione e altri accordi contrattuali preferenziali.
Un’altra sfida alla quale i giovani agricoltori europei sono chiamati a rispondere è quella dell’internazionalizzazione delle imprese e della necessità di migliorare la competitività delle loro aziende. Queste sfide potranno essere vinte solo puntando sui giovani, sulla loro formazione e sullo sviluppo e trasferimento dell’innovazione nel settore agricolo.
Per quanto riguarda l'istruzione e la formazione professionale, il Ceja ritiene si debba creare una rete europea composta dai formatori e dai tirocinanti, rete accessibile on line a tutti i giovani che desiderano avviare la propria carriera nel settore agricolo. Inoltre, occorre rafforzare gli strumenti disponibili per favorire lo scambio di esperienze tra i giovani agricoltori anche facilitando i giovani agricoltori nell’accesso e nella partecipazione ai programmi di scambio nell'UE (come l’Erasmus per giovani imprenditori che dovrà sempre di più sostenere anche gli agricoltori)7.
Per quanto riguarda l’innovazione, il Ceja ha attivamente partecipato alla stesura del Piano strategico di attuazione, documento che servirà da traccia per i lavori del Partenariato europeo per l’innovazione (Eip) "Produttività e sostenibilità" istituito per contribuire a rispondere alle sfide della sicurezza alimentare, la gestione sostenibile delle risorse e la conservazione dell'ambiente. Il Partenariato europeo per l'innovazione "Produttività e sostenibilità" si propone di fornire un’interfaccia di lavoro per i diversi attori chiave, compresi gli agricoltori, la società civile e i ricercatori. Questa partnership dovrà fungere da catalizzatore per migliorare l'efficacia delle azioni connesse all'innovazione in agricoltura per favorire una maggiore produttività e una gestione sostenibile delle risorse nell'intera catena produttiva.
Questo partenariato è quindi da intendersi come un ponte tra la ricerca e la pratica in campo agricolo per facilitare lo scambio di conoscenze e di esperienze maturate attraverso azioni innovative. Il Ceja ha evidenziato come il tema della fertilità del suolo sia uno dei temi chiave sul quale concentrarsi nella ricerca di soluzioni che prevengano l’esaurimento della capacità del pianeta di fornire risorse, con gli agricoltori quali attori principali nelle scelte utili alla preservazione del suolo.
Il riconoscimento da parte degli attori chiave dell’UE dell’importanza delle politiche per il ricambio generazionale e la permanenza dei giovani in agricoltura è un segnale interessante che occorrerà declinare in tutti gli Stati membri con azioni concrete ed efficaci. C’è però da aggiungere che l’importante diminuzione delle risorse europee a disposizione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, della prossima programmazione finanziaria pluriennale, non dimostrano la piena comprensione da parte delle istituzioni europee delle necessità del futuro.
Ora spetta a noi riprendere l’attività affinché sia le istituzioni europee che quelle nazionali continuino su questa strada. Il prossimo 9 settembre sono stato invitato ad intervenire come Presidente del Ceja al Consiglio informale agricoltura che si terrà a Vilnius, uno dei miei primi importanti appuntamenti durante il quale avrò modo di rivolgermi all’attuale presidenza lituana dell’UE e a tutti i Ministri presenti per richiamare la necessità di un’applicazione delle misure a favore dei giovani che ottimizzi il più possibile le risorse messe a disposizione.

  • 1. Fonte dati Eurostat [pdf]
  • 2. Questi dati sono consultabili nel “Quaderno” dell’Inea dal titolo “I giovani e il ricambio generazionale nell’agricoltura italiana” 2013.
  • 3. Paolo De Castro, The Politics of land and food scarcity, Earthscan food and agriculture 2013.
  • 4. [link]
  • 5. [link]
  • 6. [link]
  • 7. [link]
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