Finestra sulla PAC n.7

Finestra sulla PAC n.7

La Finestra sulla PAC è una rubrica di aggiornamento e documentazione, rivolta a fare il punto sulle novità e a segnalare gli approfondimenti disponibili in materia di Politica agricola comune. Si tratta di un servizio fruibile direttamente dal sito www.agriregionieuropa.it.

Il semestre di presidenza tedesco alla guida dell’Unione europea ha raggiunto importanti risultati sul fronte della revisione/semplificazione della PAC. Sono stati infatti approvati il regolamento sull’OCM unica e la riforma dell’OCM ortofrutta. Inoltre, è stata presentata la proposta di riforma dell’OCM vino, la cui approvazione, prevedibilmente entro la fine dell’anno, sotto la presidenza portoghese, rappresenterà la conclusione del più complesso processo di revisione affrontato dalla PAC sin dalla sua introduzione.
Il dibattito relativo alla definizione dell’OCM unica è stato serrato per via della complessità della materia disciplinata, ma non ha mai raggiunto toni accesi. La Commissione, infatti, è sembrata molto propensa ad accogliere le osservazioni degli Stati membri circa l’inserimento nel nuovo testo di “pezzi” di regolamenti settoriali persi per strada nel processo di fusione. Il motivo alla base di tale “arrendevolezza” è che la partita sulla semplificazione è ancora tutta da giocare e il terreno di scontro sarà rappresentato dal nuovo testo appena approvato. Nel frattempo la Commissione sta facendo le prove generali attraverso la “rimozione” dell’intervento per il mais, l’azzeramento delle restituzioni alle esportazioni per i prodotti lattiero-caseari, l’abolizione del set aside per la campagna 2007/08 (ancora da decidere ufficialmente), “sperimentando” gli effetti sul mercato dell’eliminazione di questi tradizionali strumenti di sostegno e regolazione.
Molto più concitato è stato il dibattito sulla riforma dell’OCM ortofrutta. Alla Commissione si è infatti contrapposto un ristretto gruppo di paesi produttori che ha manifestato i propri timori per una riforma ormai inevitabile, ma dalle conseguenze piuttosto consistenti per il futuro equilibrio del settore. Gli elementi maggiormente contestati sono risultati essere l’affidamento alle OP della gestione delle crisi di mercato e il conseguente adeguamento finanziario dei programmi operativi, i rischi del disaccoppiamento totale e immediato degli aiuti per i prodotti trasformati, gli effetti della “liberalizzazione” delle superfici, vale a dire i possibili contraccolpi sul settore derivanti dalla caduta del divieto a produrre ortofrutta sui titoli abbinati al RPU. Riguardo al primo punto la Commissione ha aumentato la dotazione finanziaria a disposizione delle OP, permettendo loro di ricevere il finanziamento comunitario fino al 4,6% del valore della produzione commercializzata purché lo 0,5% aggiuntivo venga utilizzato per la gestione e la prevenzione delle crisi di mercato. Su questa questione il rischio reale è che l’attività delle OP possa concretizzarsi solo nella gestione dei ritiri (prima interamente finanziati dall’UE fino ad un massimo del 30% del Fondo d’esercizio e ora cofinanziati al 50% fino ad un massimo di 1/3 del Fondo d’esercizio) se non vengono messi in campo strategie e strumenti capaci di traghettare il ruolo delle OP (di alcune OP) da gestore dei ritiri a soggetto operativo sul fronte della prevenzione dei rischi. La riforma ha anche affrontato la questione della gestione delle crisi per i produttori non afferenti ad alcuna OP, affidando il finanziamento di tali aiuti agli Stati membri (con fondi nazionali, fino al 75% dell’aiuto comunitario ricevuto dai membri dell’OP), per un massimo di 3 anni. Riguardo al secondo punto, la Commissione ha accettato l’idea di rimandare il totale disaccoppiamento degli aiuti diretti al termine di un periodo transitorio, durante il quale gli Stati membri potranno concedere ai prodotti interessati un aiuto solo parzialmente disaccoppiato (commisurato all’ettaro di superficie). Infine, ha dato agli Stati membri la possibilità di rimandare fino alla fine del 2010 l’applicazione delle norme sull’ammissibilità al pagamento unico delle superfici a ortofrutta (compresi i vivai) e patate e/o la distribuzione dei diritti all’aiuto a tali produttori.
In complesso, il processo di riforma per l’ortofrutta ha lasciato inalterato l’impianto “innovativo” dell’OCM basato sul ruolo delle OP e ha inciso in maniera più profonda sulle misure di aiuto alla produzione, per ricondurle nel quadro unitario del regime di pagamento unico. Sul primo fronte la riforma inserisce alcuni correttivi tesi ad accrescere la flessibilità e attrattività delle OP (vedi Notizie flash). Tali novità, tuttavia, sembrano mirare più all’aumento del numero dei produttori associati e delle OP (allargando la base della produzione organizzata) che all’incremento del valore della produzione commercializzata, che rappresenta invece la vera sfida sulla quale giocare la partita della concentrazione della produzione. Risulta invece di particolare interesse l’obbligo per gli Stati membri di elaborare una strategia nazionale che, partendo dall’analisi del contesto, definisca priorità, obiettivi, strumenti dei PO per permettere la loro valutazione, oltre che il loro monitoraggio. Sul secondo fronte, seguendo il filone delle precedenti riforme, toccherà agli Stati membri assumere decisioni rilevanti in merito alla gestione del nuovo regime di aiuti. Come vedremo più sotto, entro il 1° novembre gli Stati membri dovranno decidere:

  • se utilizzare o meno il periodo transitorio durante il quale applicare aiuti parzialmente disaccoppiati;
  • in caso affermativo dovranno definire i settori o i prodotti interessati, la durata del periodo transitorio, la percentuale di aiuti da mantenere accoppiata, l’entità degli aiuti ad ettaro e se riservare questi aiuti solo ai membri delle OP;
  • se rimandare, e per quali settori/prodotti, le norme di ammissibilità al RPU delle superfici ortofrutticole e per quanto tempo (massimo tre anni);
  • se mantenere gli aiuti di Stato per le patate e per quanti anni (massimo quattro anni);
  • se concedere aiuti di Stato ai produttori che non sono membri di OP per la gestione delle crisi di mercato, in che percentuale e per quanto tempo (massimo tre anni);
  • a chi attribuire i titoli all’aiuto del pagamento unico, sulla base di quali criteri, sulla base di quale periodo storico di riferimento;
  • come utilizzare l’importo una tantum attribuito al settore del pomodoro da industria;
  • la strategia nazionale.

Sebbene l’elenco non sia esaustivo, è forse il caso di notare che le numerose disposizioni transitorie accordate all’ortofrutta, di fatto, spostano la piena applicazione del regime di pagamento unico a questo settore molto in avanti nel tempo, rischiando di rendere operative queste disposizioni per un limitatissimo numero di anni, prima che corrano il rischio di venire azzerate dalla nuova PAC semplificata post-2013 ipotizzata dalla Commissione.
Riguardo all’OCM vino il dibattito sulla riforma è appena agli inizi ed è difficile prevederne gli esiti, anche se, vista la tenacia della Commissione, la nuova OCM non dovrebbe discostarsi di molto da quella proposta in questi giorni.
Infine, a luglio era atteso il Libro verde della Commissione sullo stato di salute della PAC. L’andamento dei negoziati in seno al WTO, tuttavia, ha reso necessario rimandare la pubblicazione del documento, ora atteso per il 20 novembre. Sempre a novembre dovrebbe essere pubblicato anche il rapporto di riesame intermedio sulle risorse e le spese comunitarie. Sarà interessante verificare l’effetto sul futuro della PAC dell’esame congiunto dei due documenti.

Notizie: 
Notizie Flash

PSR nazionali 2007-2013 (maggio 2007)

È stato avviato l’iter di approvazione dei programmi nazionali per lo sviluppo rurale per il periodo 2007-2013. Il Comitato per lo sviluppo rurale, infatti, ha dato parere favorevole ai PSR di Svezia, Repubblica ceca, Francia, Finlandia, Olanda, Germania (5 Länder), Irlanda, Irlanda del Nord, Polonia e Slovenia. Inoltre, per quel che riguarda l’Italia sono stati approvati il programma sulla Rete rurale nazionale e i PSR della Provincia Autonoma di Bolzano e dell’Emilia Romagna. Il passaggio successivo sarà l’adozione formale dei PSR da parte della Commissione. Con riferimento all’Italia, la Rete rurale nazionale avrà una dotazione di 82,9 milioni di euro, per metà provenienti dall’UE e per metà da fondi nazionali. La Rete permetterà lo scambio di informazioni e buone prassi tra i diversi attori delle aree rurali italiane e dovrà contribuire in tal modo alla efficace applicazione dei PSR regionali. Al momento risulta terminata la fase di predisposizione dei piani da parte di 14 Regioni/Province Autonome, due dei quali hanno appena incassato il parere favorevole del Comitato e possono passare alla fase del negoziato con la Commissione, mentre i 7 rimanenti sono ancora in fase di ultimazione. Riguardo agli altri paesi che hanno superato il vaglio del Comitato, analizzando le risorse del PSR a valere sul FEASR risulta una distribuzione piuttosto eterogenea tra gli Assi. Sull’Asse I, destinato a migliorare la competitività dell’agricoltura e delle foreste, sono state allocate risorse che variano da un minimo dell’10% per Irlanda e Irlanda del Nord ad un massimo del 42% della Polonia. L’Asse II, relativo alle misure di carattere ambientale e di gestione del territorio, ricevono risorse che variano dal 30% dell’Olanda all’80% dell’Irlanda. L’Asse III, miglioramento della qualità della vita e diversificazione, vede attribuite risorse pari al 6% del totale nazionale finanziato dal FEASR in Francia, fino ad arrivare al 39% della Sassonia.
Per maggiori informazioni: [link]; Rep. Ceca e Svezia [pdf]; Italia, Francia, Finlandia e Paesi Bassi [pdf]; Francia [pdf]; Finlandia [pdf]; Paesi Bassi [pdf]; Italia [pdf]; Germania, Irlanda, Italia, Irlanda del Nord, Polonia, Slovenia [pdf]; Slovenia [pdf]; Polonia [pdf]; Irlanda del Nord [pdf]; Irlanda [pdf]; Germania [pdf]; Provincia di Bolzano ed Emilia Romagna [pdf].

Tabella 1PSR nazionali – Quota finanziata dal FEASR

  Asse I Asse II Asse III Leader Assistenza
tecnica
Totale
  mln.€ % mln.€ % mln.€ % mln.€ % mln.€ % mln.€ %
Svezia1 278 15,5 1.261 71,0    147 12,0   105    35 1,9 1.826 100
Rep. Ceca 630 22,0 1.554 55,0 477 17,0 140 5,0 13 0,48 2.815 100
Finlandia2 227 11,0 1.513 74,0 195 14,0 109 5,3 18 1,0 2.062 100
Francia3 1.961 34,0 3.080 54,0 348 6,0 286 5,0 52 1,0 5.727 100
Olanda 145 30,0 145 30,0 145 30,0 48 10,0 3 - 486 100
Bavaria 277 22,1 774 61,7 134 10,7 63 5,0 6 0,5 1.254 100
Westphalia 54 18,6 192 65,5 29 10,0 15 5,0 3 0,9 292 100
Sassonia 200 21,5 306 33,1 359 38,8 46 4,9 16 1,7 927
Hessen 60 27,5 115 52,8 19 8,8 21 9,5 3 1,3 218 100
Brandeburgo4 364 34,3 341 32,2 276 26,0 53 5,0 27 2,5 1.061 100
Irlanda5 241 10,0 1.862 80,0 - - 234 10,0 3 - 2.340 100
Irlanda del Nord 17 10,0 103 60,0 0 0 50 29,0 - - 171 100
Polonia 5.391 42,0 4.437 32,0 2.537 20,0 630 4,6 200 1,5 13.230 100
Slovenia 300 33,3 470 52,2 99 11,0 27 3,0 4 0,5 900 100
P.A. Bolzano 33 23,9 85 62,0 13 9,0 7 5,0 - - 138 100
Emilia Romagna 169 41,0 175 42,5 43 10,4 21 5,1 4 1,0 411,3 100

1 La percentuale dei tre Assi include il LEADER
2 La percentuale del LEADER è calcolata sul totale al netto dell'Assistenza tecnica
3 Esclusa la Corsica
4 Compreso Berlino
5 LEADER e Asse III sono attuati assieme
Fonte: DG Agri

Riforma dell’OCM cotone (maggio 2007)

A seguito dell’annullamento disposto dalla Corte di giustizia europea della riforma del regime di sostegno al cotone contenuta nel capitolo 10bis del titolo IV del regolamento (CE) n. 1782/2003 [pdf], (vedi anche Finestra sulla PAC n. 4), la Commissione europea sta lavorando alla definizione di una nuova riforma del settore. A tal fine ha lanciato una consultazione pubblica destinata a produttori, consumatori e contribuenti per conoscere la loro opinione in merito a una serie di questioni di carattere economico, ambientale, sociale e qualitativo della produzione di cotone, di cui si terrà conto nella valutazione d’impatto della nuova proposta. La consultazione ha avuto termine il 22 giugno. I risultati saranno resi pubblici nella seconda metà del 2007. Nel frattempo, in attesa di un nuovo regolamento, restano in vigore le modifiche al regime di sostegno apportate nel 2004.
Per saperne di più: [pdf], [link].

Promozione dei prodotti agricoli (maggio 2007)

La Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento [pdf] tesa a unificare il quadro di riferimento per l’informazione e la promozione dei prodotti agricoli dentro e fuori il mercato comunitario [pdf]. L’attuale normativa si basa su due regolamenti, il 2826/2000 [pdf] finanzia le azioni di informazione e promozione realizzate nell’UE; il 2702/1999 [pdf] le azioni di promozione sui mercati terzi.
Questa proposta si inserisce nel processo di semplificazione e di migliore regolamentazione della politica comunitaria e costituisce una cornice di riferimento normativo unica per tutti gli interessati, sia pure rispettando le specificità degli schemi previsti per la promozione sul mercato comunitario e quella nei paesi terzi. La partecipazione finanziaria comunitaria sarà al massimo pari al 50% del costo del programma di azione. Le organizzazioni professionali/interprofessionali che hanno proposto il progetto e responsabili della sua esecuzione parteciperanno con una quota almeno pari al 20%. La restante parte (al massimo il 30% del costo) sarà a carico dello Stato membro. La Commissione definisce i settori, i prodotti e i paesi terzi interessati dai programmi di azione. Inoltre, sulla base dei programmi presentati dagli Stati membri, decide quali finanziare e la relativa dotazione finanziaria. In mancanza di programmi presentati dalle organizzazioni, lo Stato membro può farsi carico di presentare programmi riguardanti campagne di informazione su DOP, IGP, STG, produzione biologica, nonché su altri regimi comunitari relativi alle norme di qualità e all’etichettatura dei prodotti agricoli e alimentari. In tal caso la quota non finanziata dall’UE è a carico dello Stato membro interessato.

Prodotti lattiero-caseari (maggio 2007)

La Commissione europea ha fissato per la campagna 2007/08 l’importo degli aiuti per l’ammasso privato in favore di alcuni formaggi. Per quel che riguarda l’Italia, interessati al provvedimento sono il Pecorino romano, per un quantitativo massimo di 19.000 tonnellate [pdf] [pdf], e Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Provolone [pdf].
Inoltre, si segnala la decisione della Commissione di fissare a zero le restituzioni alle esportazioni per burro e formaggi, prodotti che vanno ad aggiungersi a latte scremato in polvere, le cui restituzioni sono state rimosse a metà 2006, latte intero in polvere e latte condensato, con restituzioni a zero dagli inizi del 2007. Oltre che alla riduzione dei prezzi istituzionali operata dalla riforma Fischler, l’azzeramento delle restituzioni è da attribuire anche al positivo andamento dei prezzi di mercato, notevolmente superiori a quelli che si registravano sul mercato comunitario prima della suddetta riforma.
Con regolamento (CE) n. 607/2007 [pdf], infine, è stata fissata la ripartizione definitiva tra “consegne” e “vendite dirette” delle quote attribuite ai paesi per la campagna 2006/07.

Adeguamento e gestione della riforma della PAC del 2003 (maggio-giugno 2007)

Continua il processo di adeguamento della riforma Fischler approvata nel 2003. Il Consiglio ha infatti emanato il regolamento (CE) n. 735/2007 [pdf] che pone fine al sistema di intervento per il mais [pdf]. In realtà, a differenza di quanto avvenuto per la segale, esclusa dal sistema di acquisto all’intervento, per il mais lo strumento non è stato eliminato ma si è deciso di procedere ad una graduale riduzione delle quantità ammissibili all’intervento, fino ad arrivare a zero a partire dalla campagna 2009/10. Per le precedenti due campagne (2007/08 e 2008/09) potranno essere portate all’intervento, rispettivamente, 1,5 milioni e 700.000 tonnellate. Sempre riguardo ai cereali, una recente proposta della Commissione prevede di fissare a zero il tasso di set aside obbligatorio per la campagna 2007/08 [pdf]. Tale decisione si renderebbe necessaria per allentare la pressione sui prezzi, trainati al rialzo dalla consistente domanda per la produzione di biocarburanti e dalla contestuale scarsità di offerta. Si prevede, infatti, che nel 2007/08 le scorte mondiali di cereali raggiungano il livello più basso degli ultimi 28 anni: 111 milioni di tonnellate, delle quali solo 31 nei cinque maggiori esportatori. La decisione dovrà essere presa entro la fine di agosto (attualmente il tasso di set aside è fissato al 10%).
Riguardo alla modulazione volontaria, sulla base delle indicazioni contenute nel regolamento (CE) n. 378/2007 [pdf], che prevedeva che entro due mesi dalla sua entrata in vigore gli Stati membri avrebbero dovuto effettuare le scelte in merito alla percentuale di riduzione degli aiuti diretti (massimo 20%), alla eventuale differenziazione regionale e alla possibilità di prevedere modifiche annuali del tasso (vedi Finestra sulla PAC n. 6), sono stati resi pubblici gli orientamenti degli unici due paesi interessati dallo strumento. Il Portogallo ha adottato un tasso di modulazione del 10% per tutti i sei anni del periodo di riferimento. Il Regno Unito ha invece optato per scelte differenziate tra regioni. L’Irlanda del nord, ad esempio, applicherà un tasso di modulazione crescente dal 4,5% del 2007 fino ad arrivare al 9% nel 2011. Il Galles applicherà il tasso più basso, passando dal 2,5% del 2007 al 6,5% per i 3 anni dal 2010 al 2012. La Scozia passerà dal 5 al 9%, mentre l’Inghilterra applicherà il tasso più alto che prevede un taglio del 12% il primo anno fino ad arrivare al 14% dal 2009.

Tabella 2Modulazione volontaria – Percentuale di riduzione degli aiuti diretti (informazioni provvisorie)

 

2007

2008

2009

2010

2011

2012

Portogallo

10,0% 10,0% 10,0% 10,0% 10,0% 10,0%

Irlanda del Nord

4,5% 6,0% 7,0% 8,0% 9,0% 9,0%

Inghilterra

12,0% 13,0% 14,0% 14,0% 14,0% 14,0%

Galles

2,5% 4,2% 5,8% 6,5% 6,5% 6,5%

Scozia

5,0% 8,0% 8,5% 9,0% 9,0% 9,0%

Fonte: Agra Europe

Riguardo agli aspetti di gestione della riforma, il regolamento (CE) n. 552/2007 [pdf] ha fissato i massimali di bilancio e le dotazioni finanziarie per l’applicazione del regime di pagamento unico, dei programmi e degli aiuti ancora parzialmente accoppiati per il 2007.

Tabella 3 – Italia - Massimali e dotazioni finanziarie di applicazione della riforma Fischler per il 2007 (euro)

Massimale per il regime di pagamento unico

3.612.988.000

Massimale per art. 69 – seminativi

141.712.000

Massimale per art. 69 – carni bovine

28.674.000

Massimale per art. 69 – carni ovicaprine

8.665.000

Massimale per art. 69 – zucchero

8.160.000

Massimale per pagamenti diretti – Aiuto alle sementi (art. 70)

13.321.000

Importo massimo del contributo comunitario al finanziamento dei programmi di lavoro elaborati dalle organizzazioni di operatori nel settore dell’olio d’oliva

35.991.000

Fonte: Regolamento (CE) n. 552/2007

Riforma dell’OCM ortofrutta (giugno 2007)

Il 12 giugno, nell’ambito del Consiglio dei Ministri agricoli di Lussemburgo, è stato raggiunto l’accordo politico sulla proposta di riforma dell’OCM ortofrutta [pdf]. L’accordo si basa su un testo di compromesso della Presidenza preparato in vista della discussione del Consiglio [pdf]. Il regolamento di riforma non è stato ancora pubblicato; è però disponibile una prima bozza di testo [pdf] [pdf].
La riforma mantiene il disegno originariamente concepito, basato sul rafforzamento del ruolo delle Organizzazioni dei Produttori (OP) e sul cofinanziamento comunitario dei Programmi operativi (PO) fino al limite del 4,1% del valore della produzione commercializzata (VPC) da ciascuna OP. Per rendere le OP maggiormente attrattive, ai produttori viene data la possibilità di aderire a più OP (una per prodotto). Inoltre, per incentivare l’aggregazione dell’offerta si prevede di aumentare il tasso di cofinanziamento comunitario ai fondi di esercizio dal 50 al 60% nei seguenti casi:

  • PO presentato da OP transnazionali;
  • OP dei nuovi Stati membri;
  • PO esclusivamente dedicato alla produzione biologica;
  • primo PO di una Unione o Associazione di organizzazione di produttori (AOP);
  • PO presentato da OP di uno Stato membro con scarso livello di aggregazione (produzione commercializzata tramite OP inferiore al 20% della produzione ortofrutticola del paese);
  • PO presentato da una OP di una regione ultraperiferica della Comunità;
  • PO esclusivamente dedicato ad azioni di promozione di consumo di frutta e verdura indirizzate ai bambini delle scuole.

Il tasso di cofinanziamento comunitario sale al 100% nel caso di ritiri dal mercato di ortofrutticoli in quantità non superiore al 5% del volume della produzione commercializzata da ciascuna OP, purché i prodotti ritirati vengano destinati a distribuzione gratuita.
I programmi operativi dovranno includere due o più azioni ambientali oppure dovranno destinare a tali azioni almeno il 10% della spesa.
L’azione dei programmi operativi viene estesa per comprendervi misure di prevenzione e gestione delle crisi di mercato (ritiri dal mercato, raccolta prima della maturazione o mancata raccolta, promozione e comunicazione, formazione, assicurazioni sul raccolto, partecipazione alle spese amministrative per la costituzione di fondi comuni di investimento). Tali misure non possono coprire più di un terzo della spesa del programma operativo. Tuttavia alle OP viene data la possibilità presentare PO che eccedono il limite del 4,1% del VPC solo se la differenza (al massimo pari allo 0,5%) è interamente utilizzata per le misure di prevenzione e gestione delle crisi di mercato. Inoltre, per finanziare tali misure le OP possono assumere prestiti. In tal caso il rimborso del capitale e il pagamento degli interessi possono essere inclusi nel PO e ricevere, quindi, il cofinanziamento comunitario. Ai produttori non associati viene riconosciuta la possibilità di partecipare alle misure di gestione delle crisi purché stipulino un contratto con una OP. Ricevono in tal caso un aiuto di Stato limitato in valore (fino al 75% del sostegno comunitario ricevuto dai soci dell’OP) e nel tempo (per un massimo di tre anni).
La riforma prevede che ciascuno Stato membro elabori una propria strategia nazionale basata su una analisi ex ante che identifichi punti di forza e di debolezza del mercato ortofrutticolo, stabilisca e giustifichi le priorità scelte, indichi obiettivi e strumenti dei PO, valuti i PO e obblighi le OP a presentare relazioni e rendicontazioni.
Per la parte che riguarda le tradizionali misure di mercato, la riforma elimina le restituzioni alle esportazioni, le indennità di ritiro (incluse nelle misure di gestione delle crisi) e gli aiuti destinati ai prodotti trasformati, inglobando questi ultimi nell’ambito del regime di pagamento unico. La novità della riforma, rispetto alla proposta iniziale, è la definizione di un periodo transitorio per assicurare il completo disaccoppiamento degli aiuti, durante il quale possono essere erogati aiuti ad ettaro parzialmente disaccoppiati, ma solo in presenza di un contratto di trasformazione. Gli Stati possono decidere di limitare l’aiuto solo ai membri delle OP. Ai pomodori da industria viene assicurato un periodo transitorio di 4 anni (che termina il 31 dicembre 2011), durante il quale i pagamenti accoppiati ad ettaro non potranno superare il 50% del plafond attribuito al prodotto. Ad agrumi, pere e pesche destinati alla trasformazione il periodo transitorio concesso è di 5 anni (fino al 31 dicembre 2012): durante i primi tre anni (fino al 2010) la parte di aiuto accoppiato è pari al 100%, per ridursi al 75% negli ultimi due. Entro il 1° novembre 2007 gli Stati membri dovranno decidere se utilizzare il periodo transitorio, per quali settori o prodotti, che percentuale di aiuti mantenere “accoppiato” e l’importo dell’aiuto ad ettaro. Dovranno inoltre decidere se limitare gli aiuti accoppiati ai soli membri delle OP. Sempre nell’ambito dei negoziati in seno al Consiglio di giugno è stato deciso di concedere a Spagna e Italia un aiuto di 15 milioni di euro per la sola campagna 2007/08 al fine di aiutare il settore del pomodoro da industria a sopportare il passaggio all’aiuto disaccoppiato. Inoltre, i paesi che attualmente concedono aiuti di Stato nel settore delle patate potranno continuare a farlo per altri quattro anni (fino alla fine del 2011). Un’altra importante decisione che gli Stati membri dovranno prendere riguarda la definizione dei produttori ai quali concedere i diritti agli aiuti nell’ambito del regime di pagamento unico: se solo ai produttori di ortofrutticoli destinati alla trasformazione, se a tutti i produttori ortofrutticoli, se includere i produttori di patate, se utilizzare un criterio misto che tenga conto della diversità delle produzioni (ad esempio dando diritti a tutti gli agrumicoltori e, per quel che riguarda i pomodori, limitare la distribuzione dei titoli solo ai produttori di pomodori da industria, più facilmente “identificabili”).
La riforma prevede di abolire immediatamente le restrizioni sull’uso del suolo previste dall’art. 51 del regolamento (CE) n. 1782/2003 [pdf]. Tuttavia gli Stati membri possono rimandare di tre anni la piena ammissibilità delle superfici ortofrutticole e pataticole al regime di pagamento unico (quindi fino al 31 dicembre 2010). Al più tardi dal 1° gennaio 2011, dunque, potranno essere abbinate ai diritti all’aiuto stabiliti nell’ambito del RPU anche le superfici a ortofrutta (compresi i vivai) e patate. Questa disposizione rappresenta un tassello importante nel quadro del riorientamento al mercato della produzione contribuendo ad allentare un grosso vincolo (che sarà ulteriormente indebolito con la riforma dell’OCM vino) affinché nei negoziati agricoli sulla liberalizzazione del commercio gli aiuti del RPU possano essere considerati totalmente disaccoppiati e quindi emigrare dalla “scatola blu” alla “scatola verde” (vedi Finestra sul WTO).
Altre decisioni hanno riguardato le misure ambientali e di promozione, oltre che il regime degli scambi con i paesi terzi.
Per maggiori informazioni sulla riforma dell’OCM ortofrutta si veda [link].

Cambiamenti climatici (giugno 2007)

Nel giugno 2007 la Commissione europea ha adottato il Libro verde “L’adattamento ai cambiamenti climatici in Europa – quali possibilità di intervento per l’UE” [pdf]. La Comunicazione esamina l’impatto dei cambiamenti climatici in Europa e illustra le strategie politiche di intervento. La strategia di adattamento comunitaria prevede 4 linee d’azioni principali: ripartizione ottimale e uso efficiente delle risorse; coordinamento degli interventi di adattamento attuati da altri paesi e organizzazioni internazionali; ampliamento delle basi della conoscenza mediante lo sviluppo di ricerca integrata sul clima; costituzione di gruppi di lavoro “settoriali” per individuare e mettere a punto strategie di adattamento.

Emergenza idrica (giugno 2007)

La scarsa disponibilità di acqua sarà una dei temi ambientali emergenti dei prossimi anni. Il tema è stato oggetto di una sessione del Forum 2007 dell’OECD “Innovation, Growth and Equity” svoltosi a Parigi il 14 e 15 maggio e di una conferenza organizzata dal gruppo Friends of Europe dal titolo “Water Security: does Europe have a strategy?” tenutasi a Bruxelles il 7 giugno [link]. In entrambi gli eventi è stato sottolineato come l’agricoltura sia il settore produttivo maggiore utilizzatore della risorsa idrica. Tuttavia, il problema principale non risiede nella scarsità dell’acqua ma nella gestione inefficiente della risorsa, che potrebbe essere migliorata inducendone un consumo più razionale attraverso l’adozione del principio in base al quale “chi consuma paga”. Tale principio è stato ripreso anche dalla recente comunicazione della DG Ambiente sulla carenza idrica e la siccità [pdf] [pdf] che sottolinea la necessità che, al più tardi entro il 2010, i paesi stabiliscano un prezzo dell’acqua coerente con il valore economico d’uso e implementino incentivi per una sua utilizzazione efficiente. La comunicazione sottolinea anche i potenziali benefici del disaccoppiamento totale risultante dal processo di semplificazione della PAC atteso per il 2008 (health check). L’eliminazione delle varie forme di aiuto ancora accoppiato alla produzione determinerebbe, infatti, un abbandono delle produzioni maggiormente bisognose di irrigazione a favore di quelle più resistenti alla carenza di acqua, con effetti positivi sia in termini di protezione della risorsa idrica che di riduzione dei costi per gli agricoltori. Anche i programmi di sviluppo rurale potrebbe contribuire a sviluppare delle pratiche di gestione sostenibile della risorsa nell’ambito dell’attività primaria. Viene inoltre sollecitata particolare attenzione agli effetti sulla disponibilità di acqua della produzione di biocarburanti.
Per maggiori informazioni [link].

Spese FEOGA 2007 (giugno 2007)

Il sistema di prima allerta (Early Warning System) sulla spesa FEAGA permette alla Commissione di sorvegliare l’andamento della spesa del “primo pilastro” della PAC nel corso dell’esecuzione di bilancio, sulla base di un profilo di spesa che stima per ciascuna voce e per ciascun mese l’utilizzazione attesa degli stanziamenti di bilancio [pdf]. L’ultimo rapporto [pdf], che riguarda l’utilizzazione delle risorse nei primi 6 mesi del 2007, mette in luce come alla data del 30 aprile siano stati utilizzati 36.244 milioni di euro, pari all’84,9% degli stanziamenti disponibili. Rispetto alla stima effettuata dalla Commissione si ravvisa una sottoutilizzazione nelle aree dell’intervento sui mercati (-2,6%), prevalentemente per via delle favorevoli condizioni manifestatesi sui mercati internazionali che hanno richiesto minore risorse a sostegno dei cereali e dei prodotti lattiero-caseari, e degli aiuti diretti diversi da quelli disaccoppiati (-9,7%).

OCM unica (giugno 2007)

Nell’ambito del Consiglio dei ministri agricoli dell’11 e 12 giugno 2007 è stato raggiunto l’accordo politico sulla bozza di regolamento che istituisce l’OCM unica [pdf]. Solo Cipro ha votato contro la proposta per protestare contro la decisione di assimilare a paesi terzi (e quindi applicare un trattamento equivalente in termini di restituzioni alle esportazioni) le porzioni del suo territorio sulle quali il governo non esercita il controllo, pur facendo parte della repubblica cipriota [pdf]. L’OCM unica, sulla quale il Parlamento europeo ha espresso il proprio parere il 24 maggio [link], racchiude in un atto di oltre 300 pagine, 199 articoli e 21 allegati la normativa inerente le misure di mercato di 21 OCM (a cui si aggiunge la normativa per i bachi da seta, i prodotti dell’apicoltura e l’alcol etilico).
Come da più parti richiesto, dal regolamento rimangono esclusi gli interventi per ortofrutta e vino, che verranno introdotti solo a seguito dell’approvazione della riforma delle relative OCM. Questo significa che, a seguito della contestuale approvazione della riforma dell’OCM ortofrutta avvenuta nello stesso Consiglio dei ministri, il nuovo regolamento sulla OCM unica sarà immediatamente modificato per ricomprendervi le misure del settore ortofrutticolo diverse dal sostegno diretto (che confluiranno, invece, nel regolamento (CE) n. 1782/2003). Nel regolamento approvato è stata riammessa la possibilità di attivare l’acquisto all’intervento per le carni suine, in una precedente versione eliminata perché non più utilizzata da anni. Numerosi paesi, tra i quali l’Italia, si erano espressi contro questa decisione manifestamente di natura politica, che esula invece dai compiti della semplificazione tecnica proposta con l’OCM unica. Il nuovo testo, infine, chiarisce ed accoglie le osservazioni dei paesi membri su un numero abbastanza ampio di questioni. L’idea complessiva è che la Commissione con questo regolamento abbia realmente voluto ricondurre a una matrice unica la normativa settoriale sulle misure di mercato, lasciando tuttavia invariate le diverse modalità di applicazione esistenti. A seguito di questa “semplificazione tecnica”, a conferma di quanto precedentemente rilevato (vedi Finestra sulla PAC, n. 5), sarà più facile procedere ad una semplificazione politica nell’ambito dell’“health check”, che avrà lo scopo di omologare le misure di mercato, risparmiando da questa processo di standardizzazione solo quegli interventi specifici settoriali “necessari e giustificati” [pdf].

Assistenza preadesione (giugno 2007)

È stato emanato il regolamento (CE) n. 718/2007 [pdf] che fissa le norme di attuazione dello strumento di assistenza preadesione (IPA) istituito dal regolamento (CE) n. 1085/2006 [pdf].

Valutazione degli aiuti di Stato (giugno 2007)

La Commissione europea ha presentato l’aggiornamento a primavera 2007 del quadro di valutazione degli aiuti di Stato [pdf]. Nei 7 anni compresi tra il 2000 ed il 2006 la Commissione ha dichiarato illegali 608 aiuti di Stato. Circa il 73% di queste decisioni ha riguardato i cinque maggiori Stati membri: Germania (con il 24% del totale), Italia (17%), Spagna (12%), Francia (10%) e Regno Unito (9%). I 105 casi accertati in Italia hanno riguardato per il 37% l’agricoltura, il 33% l’industria e i servizi e il 25% il settore ittico.

Programma della presidenza portoghese (luglio 2007)

Il 1° luglio il Portogallo ha assunto la Presidenza del Consiglio dell’UE. Uno dei principali compiti sarà quello di aprire la Conferenza Intergovernativa (IGC) per la riforma dei Trattati [pdf]. In agenda è anche prevista la valutazione dello stato di avanzamento del processo di adesione di Turchia, Croazia e Macedonia. Per quel che riguarda i temi agricoli gli impegni sono rilevanti [link]. Tocca infatti a questa Presidenza portare a conclusione la riforma dell’OCM vino, condurre il dibattito sullo stato di salute della PAC (il Libro Verde è atteso per il 21 novembre), procedere sulla strada di ulteriori riforme per zucchero e cotone, avviare il dibattito sul futuro delle quote latte e sulle modalità per giungere al loro progressivo smantellamento. Inoltre, sotto questa Presidenza sarà presentato il rapporto di riesame intermedio delle spese, compresa la PAC, e delle risorse comunitarie (anch’esso atteso per novembre!) deciso nell’ambito dell’accordo sulle prospettive finanziarie, che, in connessione all’health check, darà vita ad un intenso dibattito sull’entità e le modalità di finanziamento della PAC.

Contingenti tariffari (luglio 2007)

Al fine di rispettare gli impegni GATT sull’accesso ai mercati sono stati aperti numerosi contingenti tariffari:

  • il regolamento (CE) n. 533/2007 [pdf] reca le disposizioni per l’apertura di contingenti tariffari nel settore del pollame per un quantitativo complessivo pari a 17.825 tonnellate annue ad un dazio che varia, a seconda del prodotto, tra un minimo di 93 €/t e un massimo di 512 €/t;
  • sempre nel settore del pollame, il regolamento (CE) n. 616/2007 [pdf] attribuisce nuovi contingenti a Brasile (per un totale di 342.584 tonnellate), Tailandia (252.643 tonnellate complessive) e altri paesi (23.867 tonnellate) ad un dazio che varia dall’8% al 15,4%;
  • il regolamento 539/2007 [pdf] stabilisce i contingenti per uova e ovoalbumine per un totale di 157.500 tonnellate ad un dazio che oscilla tra 83 e 711 €/t;
  • il regolamento 558/2007 [pdf] apre un contingente tariffario di 24.070 capi per l’importazione di giovani bovini maschi destinati all’ingrasso nella Comunità ad un dazio ad valorem del 16% a cui si somma un dazio fisso di 582 €/t di peso netto;
  • il regolamento (CE) n. 545/2007 [pdf] definisce le modalità di apertura e gestione del contingente tariffario 2007/08 per l’importazione di 54.703 tonnellate di carni bovine congelate destinate alla trasformazione. Al contingente viene applicato un dazio che varia a seconda del prodotto trasformato;
  • il regolamento (CE) n. 659/2007 [pdf] stabilisce le modalità di apertura di contingenti per l’importazione di tori, vacche e giovenche, diversi da quelli destinati alla macellazione, di alcune razze alpine e di montagna. Un contingente è di 710 capi e ad esso si applica un dazio del 6%; un secondo contingente riguarda 711 capi importati ad un dazio ad valorem del 4%.

In seguito all’allargamento ai 10 nuovi Stati membri si è reso necessario negoziare delle compensazioni da attribuire ai paesi membri dell’OMC per le distorsioni provocate nei flussi commerciali dall’ampliamento dell’area comunitaria:

  • nel settore del pollame è previsto un contingente di 16.665 tonnellate in favore degli Stati Uniti [pdf] a cui si applica un dazio che varia da 0% a 795 €/t;
  • è stato invece raggiunto l’accordo con il Canada [pdf] [pdf] che prevede l’adeguamento di numerosi contingenti tariffari.

Semplificazione della condizionalità (luglio 2007)

Il Consiglio dei ministri agricoli ha raggiunto un accordo per il miglioramento dell’applicazione della condizionalità [pdf], adottando le conclusioni contenute nella relazione sul funzionamento dello strumento, presentata dalla Commissione a marzo [pdf], (vedi anche Finestra sulla PAC n. 6). Il Consiglio invita la Commissione a procedere speditamente affinché le modifiche possano essere applicate già nell’anno in corso e propone di verificare la possibilità di innalzare da 50 a 100 euro la soglia al di sotto della quale non applicare le decurtazioni degli aiuti (regola “de minimis”). Ravvisa inoltre la necessità di applicare un periodo di introduzione graduale della condizionalità nei nuovi Stati membri (relativamente ai Criteri di gestione obbligatori, in quanto le norme sulle Buone condizioni agronomiche e ambientali sono già applicate anche dai nuovi membri dell’UE). A questo proposito, a giugno, dieci nuovi membri dell’UE hanno chiesto che l’applicazione dei CGO nei paesi di nuova adesione sia direttamente correlata al tasso di incremento degli aiuti diretti (meccanismo del phasing-in) [pdf] [pdf]. Al fine di trovare una soluzione accettabile per tutti viene proposto di applicare dal 2009 (2012 per Bulgaria e Romania) solo l’Allegato III.A del regolamento (CE) n. 1782/2003 [pdf] (applicato nei “vecchi” Stati membri dal 2005), dal 2011 (2014 per gli altri due paesi) l’Allegato III.B (che i 15 hanno iniziato ad applicare dal 2006) e dal 2013 (2016 per Bulgaria e Romania) l’Allegato III.C (relativo al benessere degli animali, entrato in vigore nel resto dell’UE nel 2007).

Proposta di riforma dell’OCM vitivinicola (luglio 2007)

Il 4 luglio la Commissione europea ha presentato la proposta di riforma dell’OCM vino [pdf] [pdf], al termine di un anno di dibattito seguito alla presentazione della Comunicazione sul futuro dell’OCM [pdf]. La proposta mantiene l’impianto dell’opzione “favorita” dalla Commissione, quella della “riforma radicale”, espressa nella Comunicazione dello scorso anno, ma apporta modifiche per tenere conto delle preoccupazioni manifestate in merito agli effetti socioeconomici di estirpazioni rapide ed estese e alla necessità di potenziare le misure di promozione del vino. La proposta prevede il mantenimento del regime di abbandono definitivo, a cui dovrebbero essere assoggettati circa 200.000 ettari di superficie vitata (dai 400.000 inizialmente previsti dalla Comunicazione) fino al termine della campagna 2012/13. A partire dal 2014 è prevista la liberalizzazione degli impianti (prorogando l’attuale blocco sulle superfici vitate di altri tre anni). L’adesione dei viticoltori al programma di estirpazione avverrà su base volontaria. Al programma è destinata una dotazione finanziaria comunitaria decrescente in cinque anni (da 430 milioni di euro nella campagna 2008/09 a 59 milioni di euro previsti per la campagna viticola 2012/13), sulla cui base gli Stati membri definiranno l’importo specifico ad azienda, per attrarre i viticoltori interessati alla misura già dal primo anno. Gli Stati membri possono respingere ulteriori domande di premio una volta estirpato il 10% della superficie vitata del paese; inoltre, possono dichiarare (e motivare) inammissibili all’estirpazione vigneti di montagna, posti in forte pendenza o a particolare valenza ambientale (fino ad un massimo del 2% della superficie vitata nazionale). Accanto al premio comunitario di estirpazione gli Stati membri possono concedere aiuti nazionali complementari. Gli agricoltori che aderiscono al regime di estirpazione ricevono, per le superfici interessate, diritti all’aiuto nell’ambito del regime di pagamento unico. Il valore dei diritti è pari alla media regionale, ma non può superare i 350 €/ha. Tuttavia, tutte le superfici vitate diventeranno ammissibili al regime di pagamento unico, cioè ad esse potranno essere abbinati diritti all’aiuto, venendo così a cadere tutti i divieti posti dall’art. 51 del regolamento (CE) n. 1782/2003 [pdf] e allargando il campo d’azione della condizionalità.
La proposta prevede l’abolizione di tutte le misure di sostegno al mercato (distillazioni, aiuti all’impiego dei mosti, zuccheraggio, magazzinaggio privato e restituzioni alle esportazioni). Agli Stati membri viene assegnata una dotazione nazionale da utilizzare per definire “programmi nazionali di sostegno” quinquennali. Le risorse sono assegnate a ciascun paese sulla base della percentuale di superficie vitata (a cui è assegnato un peso del 25%), di produzione storica (25%) e di spesa storica (50%). Una quota delle risorse, variabile negli anni e tra paesi (in questo caso si è tenuto conto in pari misura solo della percentuale di superficie vitata e di produzione), deve essere destinata al finanziamento di misure di informazione e promozione dei vini comunitari a indicazione geografica sui mercati terzi. Inoltre, il programma deve finanziare almeno una tra le seguenti misure: ristrutturazione e riconversione dei vigneti, vendemmia verde, fondi di mutualizzazione e assicurazioni del raccolto. A partire dal bilancio 2009 (campagna viticola 2008/09) parte della spesa storica per il settore sarà progressivamente trasferita allo sviluppo rurale con una dotazione pari a 100 milioni di euro nel 2009 (per l’Italia 26,1 milioni di euro), fino ad arrivare a 400 milioni di euro (104,5 milioni per l’Italia) dal 2014. Tali risorse saranno destinate al potenziamento delle misure di sviluppo rurale nelle regioni produttrici di vino. Infine, riguardo alle norme sull’etichettatura si propone di permettere ai vini da tavola di riportare in etichetta il vitigno e l’annata. Questa disposizione ha già suscitato varie critiche da parte dei produttori di vini di qualità che temono lo svilimento del loro riconoscimento.
La Commissione europea ha inoltre pubblicato uno studio sulle prospettive a medio termine del settore vitivinicolo 2004/05 – 2011/12 [pdf].

Biocarburanti (luglio 2007)

Le prospettive di sviluppo dei biocarburanti, la concorrenza nell’uso del suolo e gli effetti sul mercato dei prodotti destinati all’alimentazione (umana e animale) sono argomenti sempre più presenti nei dibattiti a livello nazionale e internazionale. La DG AGRI ha recentemente pubblicato [pdf] una valutazione dell’impatto sul mercato agricolo dell’impegno assunto dall’UE di raggiungere, entro il 2020, una quota di almeno il 10% del carburante per autotrazione da biocarburanti [pdf] (si veda anche Finestra sulla PAC n. 6). Lo studio conclude che l’aumento della domanda per biocarburanti avrà un impatto modesto sull’uso della terra (si stima che a questo scopo sarà usato circa il 15% della SAU) e non condurrà ad una intensificazione della produzione rispetto al livello di fertilizzanti e pesticidi utilizzati negli anni ’80. Il nuovo sbocco di mercato potrebbe invece avere un impatto positivo sull’occupazione agricola, anche per via dei nuovi posti di lavoro indotti dalle attività di trasformazione della materia prima in biocarburanti. In termini di prezzi, il recente OECD-FAO Agricultural Outlook 2007-2016 [pdf] attribuisce il livello relativamente alto delle quotazioni internazionali dei prodotti agricoli sia a fattori congiunturali che ai cambiamenti strutturali determinati dallo sviluppo dell’industria dei biocarburanti e alla riduzione delle eccedenze indotte dalle riforme di politica. Tali fattori nei prossimi 10 anni potrebbero mantenere i prezzi agricoli ben al di sopra dei livelli storici di equilibrio, producendo effetti particolarmente negativi sui paesi in via di sviluppo importatori alimentari netti. La questione dello sviluppo delle fonti di energia alternative ai combustibili fossili e la loro sostenibilità economica e ambientale è stato anche il tema della Conferenza internazionale “International Conference on Biofuels 2007” organizzata il 5 e 6 luglio dalla Commissione europea a Bruxelles. L’obiettivo della Conferenza era l’avvio un dialogo tra le parti interessate al fine di cogliere le opportunità offerte dai biocarburanti in un ottica di sviluppo sostenibile, evitando la creazione di nuovi rischi.
Per saperne di più Per maggiori [link].

Proposta di riforma del regime temporaneo di ristrutturazione dell’OCM zucchero (luglio 2007)

Prosegue il dibattito sulla proposta della Commissione per migliorare e rendere più attrattivo il piano di ristrutturazione del settore zucchero [pdf] (vedi anche Finestra sulla PAC n. 6). La discussione si è incentrata sulla possibilità offerta ai produttori di barbabietola di rinunciare autonomamente fino al 10% della propria quota, per raggiungere, cumulativamente, al massimo il 10% della quota dell’industria. L’obiezione sollevata è che questo strumento potrebbe fortemente influenzare le scelte imprenditoriali del settore della trasformazione, che si troverebbe in balia di eventi non direttamente controllabili. Tuttavia la Commissione non sembra disposta ad apportare modifiche sostanziali alla proposta che, a meno di cambiamenti marginali, sarà portata in Consiglio per la sua approvazione entro ottobre, in modo da potere essere applicata a partire dalla campagna 2007/08.

Biologico (luglio 2007)

Dopo un prolungato e acceso dibattito e dopo un’altrettanto serrata trattativa in seno al Consiglio si è finalmente giunti all’approvazione del nuovo regolamento sul biologico (il n. 834/2007 [pdf]) che sostituisce il regolamento (CE) n. 2092/91 [pdf]. Il regolamento razionalizza la normativa sul biologico definendo chiaramente gli obiettivi e i principi su cui si basa l’agricoltura biologica, i prodotti a cui si applica (prodotti agricoli vivi o non trasformati, prodotti agricoli trasformati, mangimi, materiale di propagazione e sementi, lieviti) ed estendendo il dominio del regolamento a tutte le fasi della produzione, trasformazione, distribuzione. La ristorazione collettiva è esclusa dal campo di azione del regolamento, ma gli Stati membri possono applicare norme nazionali o, in mancanza, norme private, per regolamentare l’etichettatura degli alimenti biologici preparati da questo segmento di mercato. L’aspetto più rilevante del nuovo regolamento è il rafforzamento del concetto di produzione biologica, intesa come un sistema di gestione sostenibile per l’agricoltura. Particolarmente intensa è stata la contrapposizione in merito alla soglia di tolleranza per le contaminazioni accidentali da OGM, fissata allo 0,9%, al pari della soglia prevista per i prodotti da agricoltura convenzionale, malgrado la proposta di alcuni paesi, tra i quali l’Italia, fosse di fissare la soglia allo 0,1%. Il nuovo regolamento, inoltre, stabilisce che potranno avvalersi del marchio di biologico solo i prodotti in cui almeno il 95% degli ingredienti di origine agricola sia biologico e vieta espressamente l’etichettatura di biologico per i prodotti contenenti OGM (ed eccezione della contaminazione accidentale nella soglia massima prevista). Viene resa obbligatoria l’apposizione del logo comunitario che deve essere accompagnato dalla indicazione del luogo in cui sono coltivate le materie prime agricole (“Agricoltura UE”, “Agricoltura non UE”, “Agricoltura UE/non UE” sostituite, se del caso, dal nome del paese di origine). Accanto a quello comunitario possono essere apposti loghi nazionali e privati. L’elenco delle sostanza autorizzate non subisce variazioni. Infine, viene disciplinata la possibilità di indicare in etichetta di un prodotto non biologico la presenza di ingredienti biologici.

OGM e importazioni di alimenti zootecnici (luglio 2007)

La DG AGRI ha pubblicato un rapporto di valutazione dell’impatto economico di OGM non approvati sulle importazioni di mangimi e sulla produzione zootecnica [pdf]. Il rapporto trae conclusioni molto interessanti in merito agli effetti che l’asimmetrica legislazione sugli OGM potrebbe avere sul futuro zootecnico comunitario e sul reddito e l’occupazione agricoli dei paesi UE.

Attività MIPAAF e AGEA

Procedura nazionale di registrazione di DOP e IGP (maggio 2007)

Il 21 maggio il MiPAAF ha emanato il decreto [pdf] riguardante la procedura nazionale da seguire per ottenere la registrazione di prodotti a denominazione o indicazione geografica protetta (DOP e IGP). Il decreto, rispetto al precedente DM del 17 novembre 2006 [pdf], che viene così abrogato, prevede un maggior coinvolgimento delle Regioni, chiamate a valutare la documentazione presentata dai soggetti che richiedono la registrazione e a formulare un parere sui contenuti della relazione socio-economica allegata. Inoltre, viene specificata la documentazione che i soggetti proponenti devono presentare (tra la quale, il disciplinare di produzione, una relazione tecnica dalla quale si evince il legame con il territorio, una relazione storica comprovante la produzione del prodotto in questione da almeno 25 anni, una relazione socio-economica), vengono definite le modalità di pubblicazione e trasmissione della istanza all’UE, e vengono fissate le disposizioni in merito alla modifica del disciplinare. Un’altra importante novità è la revoca della condizione secondo la quale l’associazione legittimata a presentare domanda di riconoscimento doveva “rappresentare una percentuale della produzione oggetto di riconoscimento superiore al 50% della produzione attuale della zona delimitata”. Solo in presenza di più richieste per uno stesso prodotto verrà prescelto il soggetto maggiormente rappresentativo della produzione.

Applicazione della riforma della PAC per il 2007 (maggio-giugno 2007)

L’attività dell’AGEA in riferimento all’emanazione della normativa di applicazione della riforma della PAC è stata piuttosto intensa. Il 10 maggio sono state emanate due circolari: la prima [pdf] contiene le istruzioni per la compilazione e la presentazione della domanda unica per il 2007 (con scadenza 15 maggio); la seconda [pdf] fa seguito al decreto ministeriale n. 129 del 28 marzo [pdf] e definisce le modalità e le condizioni per l’accesso alla riserva nazionale dei titoli per il 2007, i cui termini sono scaduti il 9 luglio. Per scaricare gli allegati alle due circolari vedi. L’11 maggio è stata la volta di altre due circolari, la prima relativa alla disciplina del regime di aiuti per le colture energetiche [pdf], la seconda alle norme che disciplinano l’uso delle superfici ritirate dalla produzione allo scopo di ottenere materie prime utilizzate nella fabbricazione di prodotti non direttamente destinati al consumo umano o animale [pdf]. Per quel che riguarda l’attività del MIPAAF, tenuto conto delle condizioni di prolungata siccità, con apposita circolare [pdf] è stato disposto l’uso delle superficie ritirate dalla produzione per l’alimentazione del bestiame. La circolare si è avvalsa di quanto stabilito dal regolamento 795/2004 (così come modificato dal regolamento (CE) n. 2002/2006 [pdf]) il quale, in caso di calamità naturale, conferisce agli Stati membri la responsabilità di adottare tale deroga sull’uso delle superfici a set aside.
Si segnala, inoltre, l’emanazione del decreto 18 maggio 2007 [pdf] che stabilisce l’importo definitivo dall’aiuto accoppiato alla produzione di tabacco per il 2006. Rispetto all’importo indicativo, si registra un incremento del 15% dell’aiuto definitivo dei primi quattro gruppi varietali, per effetto della minore produzione registrata rispetto ai volumi contrattati (sulla cui base era stato definito l’aiuto provvisorio).

Tabella 4 – Italia – Importo definitivo 2006 dell’aiuto al tabacco per gruppo varietale (€/kg)

Gruppo varietale

Aiuto indicativo* Aiuto definitivo Variazione percentuale

01 – Flue Cured

1,87779 2,1682 +15%

02 – Light Air Cured

1,50206 1,7344 +15%

03 – Dark Air Cured

1,50206 1,7344 +15%

04 – Fire Cured

1,83539 2,1193 +15%

05 – Sun Cured

0,21458 - -

06 – Katerini

0,35040 - -

* (DM D/163 [pdf])

Documentazione

Agricoltura biologica (giugno 2007)

EUROSTAT ha pubblicato una panoramica dello stato attuale dell’agricoltura biologica nei paesi dell’UE-25 [pdf] [pdf]. Dall’analisi risulta che la superficie a biologico pesa per il 4% sulla SAU comunitaria. L’Austria fa registrare il maggiore rapporto tra superficie a biologico e SAU (11%); tuttavia, è l’Italia a detenere la più alta percentuale di superficie biologica sul totale a biologico dell’UE-25 (18%).

Stime sulle superfici delle principali colture (giugno 2007)

EUROSTAT ha reso note le stime sulle superfici 2007 per le principali colture [pdf]. Secondo la fonte statistica comunitaria nel 2007, rispetto al 2006, si avrà un aumento del 13,6% della superficie a colza (pari a circa 6,1 milioni di ettari in più) per via dell’aumento dei prezzi degli oli vegetali e delle politiche che incoraggiano la produzione di biocarburanti. Per i cereali l’aumento è più contenuto e pari all'1,5%, ma sono attesi aumenti delle rese. Per la barbabietola da zucchero, al contrario, si stima una ulteriore riduzione delle superfici coltivate (-2,9%) come effetto della modifica della politica comunitaria di sostegno al settore.

Statistiche agricole UE-27 (luglio 2007)

EUROSTAT ha pubblicato un compendio delle più recenti informazioni statistiche disponibili (2005 e 2006) che illustrano la situazione del settore agricolo nell’UE-27 [pdf].

Il commercio agricolo dell’UE (luglio 2007)

L’Ultimo numero del “Monitoring Agri-trade Policy” esamina i cambiamenti intervenuti negli ultimi 10 anni nel commercio agricolo dell’Unione europea. In tale periodo l’UE è divenuta il maggiore esportatore mondiale per effetto di una modifica della struttura del commercio che ha compensato le perdite subite nelle esportazioni di alcune commodities con gli aumenti intervenuti nei prodotti trasformati a maggiore valore aggiunto [pdf].

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